Il sito contiene i modi per risolvere i piccoli e grandi problemi che possono compromettere il nostro stato di salute, utilizzando esclusivamente metodi, prodotti e farmaci naturali che fanno parte del mondo dell’omeopatia e di quello dei rimedi naturali in generale. Si riportano quindi i principali rimedi omeopatici con le loro caratteristiche, i casi d’uso e le dosi, un pratico ricettario omeopatico con le cure omeopatiche per le affezioni più ricorrenti, le tinture madri con i loro principi attivi, le più importanti piante del benessere con i loro molteplici usi (alimentare, farmaceutico, cosmetico, ecc.) che sono vere e proprie cure naturali, una raccolta unica di antichi segreti che costituiscono i rimedi della nonna, gli approfondimenti utili ad una maggiore comprensione dei contenuti, un glossario preziosissimo per completezza e sinteticità dei termini scientifici (medici, botanici, chimici, omeopatici, fitoterapici, ecc.) ed altro ancora!
Rimedi omeopatici sono i farmaci adoperati in Omeopatia e che derivano da prodotti naturali.
La medicina omeopatica
La medicina omeopatica, infatti, fa uso di sostanze esclusivamente naturali e si basa sul principio che “simile è curato dal simile”, meglio noto come Legge di Similitudine. Ciò significa che i sintomi che l’individuo manifesta vengono combattuti con la stessa sostanza che li provoca nell’individuo sano. Ad esempio il veleno dell’ape provoca sulla pelle gonfiore e dolore. Apis, prodotto omeopatico ricavato dalle api, è il rimedio adatto per vincere queste manifestazioni.
Il medico tedesco Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, ebbe modo di osservare e sperimentare che la sostanza naturale, che come detto a dosi elevate provoca nell’individuo sano una serie di sintomi, per poter però curare gli stessi sintomi nell’individuo malato, deve essere opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche, e sottoposta alla tecnica della dinamizzazione (o succussione). Da qui la nascita dei rimedi omeopatici.
Le sostanze naturali che si utilizzano per la preparazione dei rimedi omeopatici, appartengono ai tre regni della Natura: vegetale, animale e minerale.
La preparazione dei rimedi omeopatici
La preparazione dei rimedi omeopatici, detti anche farmaci omeopatici, deve seguire procedimenti codificati che osservano precisi protocolli, tali da garantirne la assoluta assenza di tossicità, la sicurezza e la preservazione dell’efficacia.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Si trovano in commercio sotto forma di granuli, globuli, gocce, fiale orali, compresse, capsule, ovuli, supposte, creme, pomate, colliri, dentifrici, ecc.
La regola, che in generale si segue per le cure omeopatiche, è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si assumono rimedi omeopatici a più bassa diluizione, mentre per le malattie allo stato cronico si adoperano rimedi a media ed alta diluizione.
Curarsi con l’omeopatia
Le cure omeopatiche, oltre che ai sintomi, sono legate anche alle caratteristiche della persona, in quanto ognuno di noi è differente dall’altro nell’aspetto, nel carattere, nel comportamento, ecc., e questo comporta uno specifico e caratteristico dinamismo morboso, diverso da persona a persona. Di conseguenza i rimedi omeopatici, a fronte di una stessa malattia, possono essere molteplici ma certamente solo uno, tra i possibili prodotti omeopatici, è particolarmente efficace per quell’individuo, in accordo con i suoi sintomi fisici, le sue caratteristiche individuali e con la Legge di Similitudine.
(*) V. Note esplicative
teresa dice
Cerco info sul rimedio berberis vulgaris 30 ch ……Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Teresa, il rimedio omeopatico Berberis vulgaris si ottiene dalla tintura della corteccia della pianta omonima (o Crespino). Le principali organospecificità sono: reni e vie urinarie, fegato, colecisti. Le principali indicazioni cliniche sono: nefropatie, diatesi urica, diatesi calcolose biliari e renali, (si ricorda che la diatesi è un’ipersensibilità costituzionale, congenita e/o acquisita, che crea una predisposizione allo sviluppo di patologie), colecistopatie, coliche epatiche, reumatismi, arteriosclerosi, gotta, acne, eczema, emorroidi, fistola anale. I principali sintomi patogenetici sono: dolori di schiena dovuti a calcoli biliari o renali, dolori al fegato, sub-ittero, reumatismi muscolari e articolari da diatesi artritica urica, renella, urine con sedimento rossastro, debolezza di memoria, ansia al crepuscolo. Le modalità generali sono: aggravamento con il movimento, camminando, in piedi o in vettura; miglioramento con il riposo, dopo una diuresi abbondante. La lateralità è sinistra. Gli alleati (sinergici) sono: Causticum e Stramonium (per la mentalità), Pulsatilla e Rhus toxicodendron (dolori), Cantharis (disturbi urinari), Sepia (eruzioni). I complementari (sinergici di alto grado) sono: Lycopodium e Sulphur. La 30CH è una diluizione medio-alta, centrale, importantissima, che viene prioritariamente prescritta nei casi sub-acuti o cronici, nel funzionale e per sintomi generali, ma risponde bene anche sui sintomi acuti e sulla componente psicologica. Cordiali saluti.
Emy dice
Gentilissima dottoressa,
da qualche anno accuso una pesantezza alla gamba sinistra, all’altezza della caviglia/piede e ho un dolore costante all’incavo del piede che cpesso mi tormenta anche la notte.
ho eseguito rx del piede, eco color doppler della gamba e visita angiologica.
Tutto negativo.
Potrebbe essere una fascite?
Cosa consiglia?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Emy, effettivamente non si può escludere che trattasi proprio di fascite plantare. Solitamente la diagnosi viene effettuata dopo un’attenta valutazione clinica della sintomatologia. Com’è noto, la fascite plantare è l’infiammazione della fascia plantare, ovvero del legamento fibroso che unisce la zona plantare interna del calcagno con la base delle dita del piede. Il sintomo principale è il dolore, che non si manifesta sempre allo stesso modo: a volte compare al centro del tallone, in alcuni casi si localizza al centro della pianta del piede potendosi irradiare fino alle dita, in altri casi risale fino alla parte posteriore della gamba. Anche le modalità d’insorgenza del dolore sono diverse: può apparire in forma acuta, specie dopo uno sforzo intenso o essere progressivo. Spesso è più severo al risveglio, tende quindi a diminuire piuttosto rapidamente per poi ricomparire dopo una lunga passeggiata o al termine della giornata. Negli sportivi, che sono i più esposti alla fascite plantare, il dolore insorge solitamente nella fase di riscaldamento iniziale per poi scomparire a mano a mano che l’allenamento prosegue. Ovviamente l’ipotesi di fascite plantare richiede una conferma con una diagnosi medica specifica. L’Omeopatia, che bada più al malato ed ai suoi sintomi piuttosto che alla malattia in sé, può venire in soccorso con più di un rimedio e quindi con un’ampia gamma di patogenesi. Una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi dolorosi dell’apparato osteo-articolare e muscolare è consultabile all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello che nella patogenesi contiene la sintomatologia più somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. I rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere: Bryonia, se il dolore è aggravato dal carico e si attenua o scompare con il riposo; Rhus toxicodendron, se peggiora con il riposo e migliora con il movimento, però all’inizio è molto intenso e può ricomparire dopo un’attività intensa; Arnica montana, se di natura traumatica (sforzi, allenamenti inadeguati, scarpe non adatte, improvviso aumento di peso, ecc.); Caulophyllum, se è erratico e si aggrava particolarmente di notte; Phytolacca decandra, se interessa anche il tallone, ostacola il camminare e peggiora di notte. Per quanto riguarda la Fitoterapia, dia un’occhiata all’articolo “Stop reumatismi-nevralgie-ecc.” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Potrebbero essere anche utili applicazioni locali con una pomata all’Artiglio del diavolo, che ha una pronta azione antinfiammatoria e analgesica. Se lei intende avvalersi dell’Omeopatia e del Naturale, le consiglio comunque di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Ros dice
Buongiorno. Qualche tempo fa sono stata in cura da un omeopata che aveva individuato il “mio rimedio” in thuya. Purtroppo ora non mi posso più permettere di pagare le visite regolari ( in 6 mesi 9 visite). Potrebbe darmi delle indicazioni per poterlo assumere nuovamente ?
La ringrazio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ros, non è affatto scontato che un rimedio omeopatico del passato possa essere ancora riproposto nella situazione attuale e con gli stessi parametri terapeutici, anche se è stato di giovamento. Questo perché nel tempo il quadro clinico, sia a livello fisico che psichico, può aver subito delle modificazioni e quindi richiedere una terapia diversa, con rimedi diversi e/o diluizioni e posologie diverse. Pertanto solo se lei attualmente si riconosce nelle caratteristiche psico-fisiche di Thuya, allora il rimedio può considerarsi tuttora adatto. Per coglierne le somiglianze o per effettuare un’analisi differenziale con altri rimedi omeopatici, consulti l’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono sintetizzate le patogenesi dei principali rimedi che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi emotivi o psichici (e non solo), tra cui Thuya, e dove potrà trovare diverse notizie di possibile interesse. Le diluizioni e le posologie riportate nel succitato articolo hanno solo un carattere orientativo, sono inevitabilmente impersonali e quindi possono servire come primo approccio, mentre, com’è noto, i parametri di ogni cura omeopatica sono strettamente individuali. Pertanto, nonostante le difficoltà espresse, mi preme sottolineare che la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Rachele dice
Gentile dott.ssa la ringrazio infinitamente per la sua ulteriore risposta molto esaustiva e mi permetto di condividere con lei ancora qualche dubbio.
Le diluizioni alla CH possono corrispondere alle LM? E cioè una 5 o 6 CH ad una 6 LM?
E inoltre per una situazione cronica come la mia patologia neurologica possono essere efficaci le basse diluizioni o sarebbero indicate quelle più alte? Io infatti avevo letto che le basse diluizioni sono indicate per gli stati acuti e diluizioni più alte per quelli cronici.
Grazie ancora della condivisione della sua professionalità.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rachele, intanto la invito a consultare l’articolo “Diluizioni omeopatiche D, CH, K, LM” nella sezione del sito “Approfondimenti”, che potrà chiarirle qualche dubbio. In Omeopatia non esistono corrispondenze o equivalenze perfette fra le varie tipologie di diluizioni, ci sono sempre delle differenze che traducono comportamenti terapeutici diversi. Al limite possono esistere degli avvicinamenti, ma mai intercambiabilità completa. Nell’ambito della medesima classe di appartenenza, di cui alla classificazione delle diluizioni in basse, medie, medio-alte, alte e altissime, ogni diluizione di un tipo può trovare un’omologa in una dell’altro tipo, ma mai una diluizione uguale dal punto di vista terapeutico. Infatti, le diluizioni centesimali CH hanno un’azione maggiormente mirata e incisiva, forte e decisa, per cui vengono prescritte a pazienti normalmente reattivi. Invece le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione più graduale e dolce, pur mantenendo il loro potenziale energetico, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o piuttosto sensibili. Con tali precisazioni, una 6CH può ritenersi “corrispondente” ad una 6LM: sono entrambe delle basse diluizioni ed hanno la stessa dinamizzazione. Per quanto riguarda la seconda parte del commento, come altresì riportato nel succitato articolo, esistono delle regole di orientamento per la scelta della diluizione, che però non hanno valore assoluto, possono valere anche per molti ma sicuramente non per tutti, in quanto l’attività clinica delle diluizioni omeopatiche può essere influenzata dalla reattività e sensibilità individuale del paziente. La regola di orientamento, cui anche lei fa riferimento, vede le basse diluizioni adatte a acuto, lesionale, drenaggio; le medie diluizioni a sub-acuto, funzionale, sintomi generali; le alte diluizioni a cronico o recidivante, mentale o psichico, terreno. Però, come detto, non è sempre così, per cui bisogna saper valutare caso per caso. Occorre comunque tenere presente che quando il rimedio omeopatico è il simillimum (com’è noto, il rimedio simile al paziente in tutto e per tutto, in grado di coglierne gli aspetti costituzionali e l’intero quadro clinico), od a questo molto prossimo, esso esplicherà la sua azione terapeutica su tutti i sintomi, anche su quelli mentali cronici, a prescindere dalla diluizione. L’eventuale impiego delle basse diluizioni potrà comportare soltanto un allungamento dei tempi e del periodo di somministrazione. Entra pertanto in gioco l’esperienza e la formazione del medico omeopata. Bisogna infatti ancora dire che certi omeopati qualificati sono dei “bassi diluizionisti”, mentre altri non meno qualificati sono degli “alti diluizionisti” quasi esclusivi. L’importante è guarire il paziente, qualunque sia il metodo o la strategia terapeutica cui si accorda la propria preferenza. La regola fondamentale, unica, assoluta, irrinunciabile e imprescindibile, consiste nella corretta applicazione della Legge di Similitudine, su cui, com’è noto, l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Cordiali saluti.
Fabrizia dice
Buongiorno,
a fine gennaio 2016 a seguito colpo della strega, mi esce un’ erniacon uscita del nucleo polposo dall’anulo., L5-S1 estrusa, in conflitto con la radice del nervo…insomma a parte il dolore atroce dei primi giorni, cortisone ecc;, al momento non ho particolare dolore alla schiena (gestibile con tachipirina 1000), ,sono rimasta però con una sensibilità diversa alla gamba destra, dal ginocchio in giu’, ed al piede dita comprese. Non insensibile..addormentato..paradossalmente ..quasi più sensibile. Pare che sia il classico “rimasuglio” con il quale dovrò convivere. Dopo vari approcci inefficaci x risolvere questo intorpidimento (test,trans,psicoterapia,sottoposta,fisiatra e fisioterapia..e pigrizia da parte mia..), ho iniziato da martedì u.s agopuntura con rimedio omeopatico md lumbar. La dottoressa segue medicina olistica e kinesiologia. Fatto test rispondo bene a md lumbar. Mi ha prescritto iniezioni di md lumbar, 1 fiala al giorno x 10 gg.
Mi ha riconfermato la quotidianità dell’iniezione..sul bugiardino dicevano altra frequenza..Lei cosa ne pensa? ,Il rimedio è collagene e rinforzero’ la colonna ma, l’avventura aiuterà il mio nervo a risvegliarsi..o dipende tutto dall’ernia che poggia sulla radice del nervo? grazie! E buon lavoro. Fabrizia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Fabrizia, MD-Lumbar non è un rimedio omeopatico, bensì è un integratore in fiale iniettabili a base di collagene, concepito per la colonna vertebrale. Appartiene ai dispositivi medici del tipo Collagen Medical Device (MD), contenenti collagene di origine suina ed eccipienti di origine naturale, che rappresenterebbero un nuovo approccio alle patologie algiche-disfunzionali dell’apparato di sostegno ed alle funzioni motorie correlate. L’introduzione in loco del collagene avrebbe lo scopo di migliorare l’assetto delle fibre relative (in cartilagini, tendini, legamenti, capsule articolari, ecc.) e quindi di tutte le strutture anatomiche in cui esso è presente, fornendo un supporto di tipo meccanico al distretto interessato. MD-Lumbar, in particolare, servirebbe per combattere i disturbi legati alla colonna vertebrale ed alla zona lombo-sacrale, migliorare il movimento, aiutare il rilassamento muscolare, alleviare il dolore, contribuire a contenere il deterioramento fisiologico delle articolazioni e dei tessuti, contrastare gli effetti dovuti a varie cause quali invecchiamento, vizi posturali, malattie croniche, traumi, lesioni. Ne viene raccomandato l’utilizzo da parte di personale qualificato presso strutture sanitarie. Sarebbe pertanto opportuno chiedere ogni delucidazione alla dottoressa che gliel’ha prescritto. Cordiali saluti.
vincenzo dice
Salve,
sono affetto da circa un mese da dito a scatto, iv mano destra.
In trattamento con onde d’urto + laser + infiltrazione acido ialuronio.
Vorrei sapere se posso utilizzare qualche trattamento omeopatico ad integrazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Vincenzo, intanto la invito a consultare l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare e muscolare. Considerato che il “dito a scatto”, definito anche tenosinovite stenosante dei flessori delle dita, è un’infiammazione che colpisce il complesso tendine-guaina sinoviale, i rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere Bryonia e Rhus toxicodendron. Bryonia ha un particolare tropismo nei confronti delle guaine sinoviali e quindi può essere indicato per l’infiammazione delle stesse; inoltre ha una tendenziale lateralità destra. Rhus toxicodendron ha invece un’azione elettiva nei confronti dei tendini e quindi può essere indicato per l’infiammazione degli stessi. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, la scelta dovrà ricadere sul rimedio che contiene la sintomatologia somigliante alla propria, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Bryonia si rivela maggiormente adatto quando il dolore peggiora con il movimento, invece, al contrario, Rhus toxicodendron quando il dolore migliora con il movimento. Spesso l’uso alternato dei due rimedi, pur avendo modalità opposte, produce i risultati migliori. Ma potrebbe essere idoneo anche qualche altro rimedio omeopatico, l’importante, ripeto, è che vi sia riscontro con la propria sintomatologia (si pensi, ad esempio, a Kali iodatum o Apis). Il consiglio comunque è di non fare da solo, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
vincenzo dice
Grazie dottoressa….solo ora ho letto la sua risposta….l’ho reiterata la domanda pensando che non vi fosse stato riscontro.
Volevo chiederle cosa intende per prendere i rimedi bryonia e rux in modo alternato…cioe provare prima uno e poi l’altro oppure prenderli entrambi?
Grazie di tutto.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Vincenzo, l’assunzione di due rimedi omeopatici in modo alternato significa molto semplicemente, come suggerisce l’espressione, che una volta si assume un rimedio e la volta successiva l’altro rimedio e così di seguito. Cordiali saluti.
roberto dice
Buongiorno, malato oncologico stadio IV con ca rene diffuso , sono 5 anni che prendo farmaci antitumorali (pastiglie) tutti i giorni con varie sospensioni (e ricoveri) a causa degli effetti collaterali….
il farmaco che prendo ora il Sunitinib da come principale disagio un dolore acuto alla bocca dello stomaco,che da anche la sensazione di avere un masso sullo stomaco tanto che la respirazione è corta ed affaticata. Omeoprazolo e Gaviscon danno effetti poco sentiti. Tampono a volte con Targin,Cofferalgan ed altro,tra la quantità di pastiglie che già prendo ( Eutirox,pressione,etc.). Persiste una sorta di acidità che sembra salire dallo stomaco ed arrivare sino alla gola…..
da anni sono quasi vegetariano ed attento alla dieta…anche se il quadro generale è molto serio…
utilizzo anche la Cannabis terapeutica che da l’ospedale ma,non avendone mai fatto uso è difficile da dosare con effetti che vanno dalla stanza che gira (spiacevole) ad un certo abbiocco con un certo rilassamento anche dei muscoli dello stomaco…
Un sacco di cose in effetti….
grazie
Roberto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Roberto, se vuole conoscere i rimedi naturali che possono essere utilizzati per la sintomatologia dello stomaco, consulti l’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, relativamente all’Omeopatia e l’articolo “Digestione facile” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, relativamente alla Fitoterapia. Ovviamente, se intende avvalersi anche dell’Omeopatia o della Fitoterapia, il consiglio è di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la cura meglio appropriata al suo caso specifico, esaminando l’intero quadro clinico e le terapie in uso. Cordiali saluti.
Rachele dice
Grazie della risposta dott.ssa. Vorrei spiegarmi meglio, ho usato impropriamente i termini “effetti collaterali” ma in realtà ciò che mi chiedo e mi preoccupa è se nel tempo potrebbero subentrare altri sintomi, quelli propri del rimedio omeopatico che io oggi non ho. Visto che, se la terapia funziona, dovrei continuarla,
nel tempo secondo lei ci potrebbe essere questo rischio?
o questo rischio può essere legato piuttosto al tipo di diluizione del rimedio? Per esempio le CH piuttosto che le LM?
E in questo caso quali diluizioni sono più indicate per ovviare a tale rischio?
Sperando di avere ancora una sua risposta, la ringrazio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rachele, la invito a consultare l’articolo “Aggravamento omeopatico” nella sezione del sito “Approfondimenti”, che tratta anche l’aggravamento iatrogeno e dove quindi potrà trovare risposta alle sue domande. L’aggravamento iatrogeno, che lei teme, consiste nella comparsa dei sintomi contenuti nel rimedio come sviluppo del suo potere patogenetico e può verificarsi per un uso improprio ed eccessivo del rimedio omeopatico, ossia quando le dosi vengono somministrate troppo ripetutamente, a distanze non sufficientemente rispettose del tempo di copertura terapeutica della diluizione omeopatica. Le somministrazioni eccessivamente ripetute vengono invece volutamente effettuate proprio durante i proving, allo scopo di testare la patogenesi di un rimedio omeopatico, ossia i sintomi delle patologie che il rimedio sarà in grado di curare per la Legge di Similitudine. È bene ricordare che la durata di copertura terapeutica di un rimedio omeopatico è legata alla sua diluizione, secondo una correlazione diretta, nel senso che è proporzionalmente crescente con il crescere della diluizione: in genere le basse diluizioni, quali sono le 6LM e 5CH che lei sta utilizzando, hanno un tempo di copertura terapeutica breve, di qualche ora e quindi possono essere tranquillamente assunte più volte nel corso della giornata, senza il rischio di alcun effetto iatrogeno. Discorso diverso è da farsi con le alte diluizioni (da 30CH o 30LM a salire), che, avendo una copertura terapeutica di diversi giorni, di qualche settimana, di un mese od oltre, richiedono somministrazioni opportunamente distanziate, ossia cautelativamente a distanza di poco inferiore a detto tempo terapeutico e comunque non appena gli effetti benefici del rimedio accennano ad affievolirsi. È bene ancora ricordare che in Omeopatia, ai fini dei risvolti terapeutici, conta molto di più la frequenza delle assunzioni, ossia la distanza tra le assunzioni, piuttosto che la quantità della singola dose, in quanto il meccanismo di azione non è chimico: ad esempio, 3 o 5 granuli pro-dose non fa alcuna differenza, invece fa differenza il tempo che intercorre tra una somministrazione e l’altra, che, come visto, deve essere prossimo alla durata di copertura terapeutica della diluizione, onde protrarre correttamente lo stimolo del rimedio omeopatico. I rimedi omeopatici quindi non possono causare alcun effetto iatrogeno per un loro uso prolungato nel tempo, anche per tutta la vita, se, come detto, si impiegano le frequenze di somministrazione giuste, né provocare alcun «effetto da accumulo», atteso che, come detto, l’azione non è chimica. Infine, come potrà rilevare dal citato articolo, le diluizioni LM, per la loro particolarità, riescono a scongiurare l’aggravamento iatrogeno, anche in caso di un uso maggiormente ripetuto rispetto a quello necessario e perfino ad attenuare sensibilmente od annullare l’aggravamento omeopatico (quello terapeutico). Cordiali saluti.
Fabio dice
Gentile Dottoressa, leggo da più parti che i rimedi omeopatici, aldilà dei formalismi legislativi, non hanno pressochè scadenza. Addirittura sarebbero stati usati rimedi preparati da Samuel Hahnemann con efficacia tutt’ora integra. Questo riguarda sia i granuli/globuli che le gocce? Nel caso di rimedi in gocce replicati in casa (di cui già le ho chiesto…) è consigliabile spingersi con un grado alcolico sotto i 50 gradi per meglio conservare il prodotto nel tempo? Anche se già usato? Oppure, come qualcuno sostiene, l’acool potrebbe in qualche modo alterare l’efficacia dei rimedi? La ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, effettivamente i rimedi omeopatici, di qualsiasi formato farmaceutico, se ben conservati non hanno scadenza, ossia se tenuti lontano dal calore, dall’umidità e dalla luce. L’alcool etilico a 30° ha una gradazione standard sufficiente per permettere una buona conservazione del rimedio. Una gradazione superiore non è quindi necessaria, ma in ogni caso essa non comprometterebbe alcuna efficacia. Cordiali saluti.
Rachele dice
Buongiorno dott.ssa, ho una patologia neurologica dalla nascita, una forma di spasticità. Da qualche tempo sto trovando beneficio con l’omeopatia, con una terapia prescrittami da un omeopata, che mi sta aiutando tanto e che dovrebbe diventare una terapia permanente. I farmaci sono: ignatia amara 6 lm – gelsemium semp. 6 lm e manganum aceticum 5 ch – tutti 3 gr 3 volte al g.
Volevo chiederle:
– secondo lei nel tempo ci potrebbero essere degli effetti collaterali, cioè dei sintomi scatenati dall’uso prolungato di questi farmaci omeopatici e in queste diluizioni?
-o che diluizioni sono più indicate per patologie croniche e quindi per una terapia continuativa?
– inoltre ci sono altri preparati omeopatici che potrebbero avere effetto rilassante su tremore associato a spasticità?
La ringrazio delle delucidazioni che vorrà darmi.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rachele, i rimedi omeopatici non hanno controindicazioni o effetti collaterali, in quanto non introducono praticamente sostanze, grazie all’estrema diluizione (le sostanze sono presenti a livello pressoché infinitesimale) e la loro azione non è chimica. Il rimedio omeopatico è solo un veicolo di informazione, quella che serve all’organismo per stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione, andando a ripristinare l’efficienza e la funzionalità dei relativi sistemi di difesa e di regolazione generale. La scelta della diluizione tiene conto di diversi fattori individuali, che il medico omeopata considera attentamente, come la sensibilità e reattività del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, la profondità e cronicità della patologia o del disturbo, il livello d’intervento terapeutico necessario, nonché il grado di somiglianza rimedio-paziente. Per quanto riguarda l’uso di altri rimedi omeopatici, ammesso che in questo momento sia necessario, è opportuno che venga stabilito dal medico omeopata curante, anche per non correre il rischio di perdere il controllo della situazione e di compromettere la terapia attuale. Cordiali saluti.