Premessa
In quest’articolo si forniranno alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione, si riporteranno gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia. Per comodità si riproporranno alcune nozioni e informazioni già sviluppate in altre parti del sito.
Il ceppo omeopatico
Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base (di natura vegetale, animale o minerale), da cui trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione. Maggiori informazioni sono contenute nell’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della presente sezione del sito.
La diluizione
La diluizione è una delle due fasi importanti (l’altra è la dinamizzazione, di cui in seguito) del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).
La dinamizzazione
La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione. Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine “potenza”, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico. Nel presente sito, come del resto è consuetudine in Italia, verrà utilizzato il termine unico “diluizione” sottintendendo che sia comprensivo anche della dinamizzazione.
Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH
Come già accennato le diluizioni dei rimedi omeopatici contrassegnate dalla sigla D o dalla sigla DH (in Italia solitamente si adopera la D), sono le diluizioni decimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/10), dal nome del padre dell’omeopatia classica Samuel Hahnemann (1755-1843, medico tedesco). Le diluizioni omeopatiche contrassegnate dalla sigla C o dalla sigla CH (in Italia solitamente si adopera la CH), sono le diluizioni centesimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/100). La cifra numerica che segue o precede una delle suddette sigle indica quante volte è stata operata la relativa diluizione. Ad esempio la diluizione (o la potenza) D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio. Invece la diluizione (o la potenza) 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.
Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa. Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.
In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.
Le diluizioni korsakoviane K
Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo), connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate “del flacone unico”. In tale unico flacone vengono eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata. Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico (ad es. di tintura madre) un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione. Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.
Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso (utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata), per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.
Equivalenza tra diluizioni hahnemanniane e korsakoviane
Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali (ricordiamoci che anche la diluizione korsakoviana è da ritenersi centesimale in quanto, come già detto, si presuppone che la quantità di soluzione aderente le pareti del flacone, dopo lo svuotamento ad ogni passaggio, rappresenti 1/100 del suo precedente contenuto), hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine (che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH), che la diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile, in quanto presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente. Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania. Molti Autori, comunque, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni accennate, si può dire che approssimativamente è possibile accettare la tabella di equivalenza, a lato riportata, in funzione della sola concentrazione molecolare e quindi della sola diluizione.
Però è importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni, poiché la diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana. Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.
Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane andrebbe valutata dando rilevanza alla dinamizzazione, che, come visto, assume un ruolo prevalente rispetto alla mera diluizione della sostanza di origine, essendo quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico. Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K (o MK), avendo la stessa dinamizzazione.
Effetti terapeutici delle diluizioni
Anche se in omeopatia non esiste la regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono, oltre che dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio, dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.
● Basse diluizioni (quelle fino alla 7CH): hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata (ogni quarto d’ora, ogni mezz’ora, ecc.) per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di “drenaggio”, che stimola gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
● Medie diluizioni (ad es. la 9CH o la 15CH): hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
● Medio-alte diluizioni (ad es. la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima): impiegano alcuni giorni (5, 7, 10, 15 gg.) per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20-30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
● Alte diluizioni (ad es. la 200CH o la 200K): impiegano un buon numero di giorni per agire (15, 20, 30 gg.) e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
● Altissime diluizioni (prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK): agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi (20, 30, 40 gg.) e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.
Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM
Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM. Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente. Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 (500 x 100) ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala. In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.
L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann (nella sesta edizione dell’Organon le definisce prossime alla perfezione, descrivendole per la prima volta), soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico “iatrogeno”, che farebbe insorgere temporaneamente dei nuovi sintomi come conseguenza dello sviluppo del potere patogeno del rimedio. L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.
Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico “terapeutico”, comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine rimedio-paziente. Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.
Maggiori informazioni in merito sono contenute nell’articolo “Aggravamento omeopatico” della presente sezione del sito.
Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.
Classificazione delle diluizioni D, CH, K, LM
In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.
Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine, le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna, la quale traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.
Pertanto, dal punto di vista dell’effetto clinico, tutte le tipologie di diluizioni omeopatiche possono così classificarsi:
► «basse» le diluizioni fino a 7 (D o CH o K o LM);
► «medie» quelle superiori a 7 fino a 15 (D o CH o K o LM);
► «medio-alte» quelle superiori a 15 fino a 30 (D o CH o K o LM);
► «alte» quelle superiori a 30 fino a 200 (D o CH o K o LM);
► «altissime» quelle superiori a 200 (D o CH o K o LM).
Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.
Paola dice
Buongiorno dottoressa, ho assunto pulsatilla 50 lm , meta’ a secco e meta’ dinamizzato 70. Sta durando da circa un anno ed è ancora in corso, volevo sapere se il rimedio corrisponde ad un xmk e se posso sperare in una guarigione definitiva. Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, come riportato su questa pagina, la 50LM è un’alta diluizione cinquantamillesimale hahnemanniana, invece la XMK è un’altissima diluizione centesimale korsakoviana. Finché si avvertono miglioramenti o non arretramenti, la terapia si rivela utile e può rendere possibile la guarigione definitiva, ovviamente sotto la sorveglianza medica. Cordiali saluti.
Paola dice
Buongiorno Rita ed ancora auguri per il nuovo anno. Volevo chiederle di illustrarci sui medicinali del Dott. Reckweg,che vengono publicizzati come omeopatici . Possono essere considerati veri medicinali omeopatici? Anche se la maggior parte di questi vengono identificati con una lettera ed un numero (tipo R 59) e non presentano le diluzioni dei singoli componenti?
In alcune parti del mondo (gli USA) si trovano piu facilmente questi che non i soliti Boiron ecc. Possiamo definirli invece di “rimedi complessi con componenti omeopatici ” tipo i sali di Schuessler?
Grazie mille come al solito
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, i rimedi del dr. Reckeweg non sono rimedi omeopatici in senso stretto, in senso classico, bensì sono rimedi complessi in preparazione omeopatica dell’Omotossicologia, la quale pur avendo diversi punti di contatto con l’Omeopatia classica, cui si ispira (in particolare alla scuola complessista), adotta orientamenti terapeutici, rimedi e criteri di scelta degli stessi completamente differenti. L’Omotossicologia, che è nata successivamente all’Omeopatia, parte dal presupposto che la malattia è l’espressione della lotta tra l’organismo e una “tossina” (denominata anche “omotossina”) che ne sta turbando l’equilibrio, con la conseguenza che una cellula può attraversare un’evoluzione a sei stadi dal fisiologico al patologico, a gravità crescenti, passando da una fase “umorale” di 1) escrezione, 2) reazione e 3) deposito, a una fase “cellulare” di 4) impregnazione, 5) degenerazione e 6) neoplastica. La terapia omotossicologica, pertanto, si pone l’obiettivo di disintossicare l’organismo nel suo insieme, cercando di ripristinare la fase vitale e fisiologica. I rimedi complessi del dr. Reckeweg sono costituiti da un mix di componenti in preparazione omeopatica (rimedi omeopatici unitari e/bioterapici), scelti secondo una precisa logica, in modo che la loro combinazione a determinate diluizioni possa produrre una particolare sinergia tale da rendere l’effetto globale superiore alla somma dei singoli componenti, sia per la complementarietà, sia per la completezza e sia per la convergenza d’azione. Detti rimedi complessi vengono adottati unicamente in base alle indicazioni cliniche che riportano. Com’è noto, tutto ciò a differenza di quanto accade con l’Omeopatia, come ho avuto modo di informarla recentemente. Cordiali saluti.
Paola dice
Buongiorno gentile Dott..ssa volevo contattarla questa volta senza un quesito particolare…. ma per farle arrivare i nostri cari auguri x questo Santo Natale….. e ringraziarla del suo lavoro constante per diffondere capillarmente la conoscenza dell’omeopatia.
I suoi post cosi esaurienti sono graditissimi. Grazie ancora !!!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, apprezzo molto questo suo commento e ricambio gli auguri. Cordiali saluti.
Giudi dice
Salve sono alla ricerca di un “vaccino” desensibilzzante per il nichel, essendo io affetta di SNAS che prova chiazze pruriginose. Avevo letto che l’utilizzo di niccolum poteva essere una terapia. Vorrei sapere se lei se ne occupa e se sono meglio diluizioni alte basse o entrambe.
Grazie in anticipo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giudi, l’allergia al nichel si presenta in forme e modalità abbastanza variegate, per cui le reazioni ed i sintomi possono variare da persona a persona, in base al livello di intensità dell’allergia ed alla propria soglia di sensibilità. È bene ricordare che quella al nichel è un’allergia da accumulo, per cui nelle persone più sensibili un forte accumulo di nichel nell’organismo può portare allo scatenarsi di reazioni allergiche anche se ci si sottopone a quantità minime del metallo, invece in quelle meno sensibili il livello di tolleranza è più alto. Nella stragrande maggioranza dei casi l’allergia al nichel è un’allergia da contatto, ossia il contatto con oggetti che contengono il metallo può produrre una “dermatite allergica da contatto”, la quale si presenta con lesioni cutanee molto simili a quelle dell’eczema (prurito, arrossamento, formazione di vescicole e/croste) o dell’orticaria (prurito, bruciore, formazione di pomfi). Nelle persone con grado di allergia più severo, anche l’ingestione di alcuni alimenti che contengono nichel può scatenare una reazione allergica indesiderata ed in tal caso si parla di SNAS. Sarà perciò la sintomatologia a fare da rivelatrice di un’eventuale allergia al nichel e della sua entità. Associando la stessa al contatto con oggetti o all’ingestione di cibi contenenti nichel, da annotare puntualmente, sarà possibile limitare o evitare quelli che effettivamente la provocano. La sintomatologia specifica farà anche da guida per la scelta dei rimedi omeopatici adatti. A tale scopo la invito a consultare la pagina “Dermatite, Eczema, Dermatosi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono sintetizzate le sintomatologie di copertura dei principali rimedi omeopatici potenzialmente idonei, con diluizioni basse che hanno un carattere prioritariamente sintomatico. Il Niccolum metallicum è un rimedio omeopatico che si rivela maggiormente adatto per le manifestazioni extra cutanee della SNAS. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire, previa visita, solo un medico omeopata, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Paola dice
Molte grazie dela risposta,come sempre gentile ed esaustiva, e del tempo che dedica a questo interessantissimo blog. Volevo sapere qualcosa in piu sui sali di Schussler. Sono considerati sali omeopatici? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, i sali di Schussler traggono il loro principio terapeutico dall’ipotesi che i tessuti si ammalano perché le cellule non contengono più le sostanze minerali (sali) nelle quantità necessarie alla buona salute. Impiegano quindi sali minerali dell’organismo umano alla diluizione omeopatica in lattosio (D6 o D12) per entrare più facilmente in circolo ed arrivare direttamente, attraversando la membrana cellulare, a portare l’informazione del sale carente, che poi l’organismo assorbirebbe anche meglio dagli alimenti. La terapia con i sali di Schussler è perciò di tipo biochimico. L’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico sulla Legge di Similitudine, secondo la quale un rimedio omeopatico per essere curativo deve assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, ossia deve possedere un quadro patogenetico che comprenda il quadro clinico del paziente. L’azione terapeutica consiste nello stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione dell’organismo, andando a ripristinare l’efficienza e la funzionalità dei relativi sistemi di difesa e di regolazione generale (essenzialmente i sistemi immunitario, linfatico, endocrino e nervoso). I rimedi omeopatici vengono preparati con il metodo hahnemanniano, partendo da sostanze che appartengono al mondo vegetale, animale o minerale, le quali oltre alla diluizione vengono sottoposte anche alla dinamizzazione, che conferisce il noto “quid energetico” che ne completa e ne rafforza il potere terapeutico. La suddetta analogia rimedio-paziente non si rinviene nella Biochimica di Schussler, che si affida unicamente alle indicazioni cliniche. Concludendo, l’Omeopatia e la Biochimica di Schussler sono due medicine distinte e separate, con orientamenti e principi terapeutici diversi, con rimedi differenti, per cui i sali di Schussler, pur essendo in preparazione simil-omeopatica, non sono assolutamente rimedi omeopatici. Cordiali saluti.
Michela dice
Buonasera dottoressa,
Voglio chiedere gentilmente , mi è’ stata prescritta la rhux Tox XMK monodosi e la farmacia ha sbagliato invece della monodosi mi manda i granuli
Mi può dire quanti posso prendere che può essere equivalente a una monodosi?
Grazie mille, Michela
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, la monodose in globuli si può sostituire con la forma farmaceutica in granuli, ove ogni singola assunzione richiede la dose standard di 3-5 granuli. Va però precisato che la monodose è concepita per ottenere la migliore risposta diluizione/dose/effetto, giacché con i globuli (che sono all’incirca 10 volte più piccoli dei granuli) si produce un maggiore effetto di superficie e quindi si rende massima la “superficie di scambio” tra il rimedio omeopatico e l’organismo ricevente. Cordiali saluti.
Paola dice
Buonasera dottoressa, ancora qualche domanda:
1- Macerato glicolico sarebbe equivalente alla tintura madre?
2-Dovendo prendere Nat Phos 6x trovo solo NAT PHOS 6 D (Sale di Schussler) sarebbe la stessa cosa?
3- Una potenza equivalente in CH del Thyroidinum 6 X
4- Potrebbe consigliarci una farmacia omeopatica online di fiducia ?
5- Perche’ e’ cosi difficile trovare le X e le D nel nostro Paese?
molte grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, rispondo alle sue domande:
1 – Il Macerato Glicerico (M.G.) è un preparato che utilizza come sostanza vegetale (la cosiddetta droga) i tessuti embrionali in via di accrescimento, ossia le gemme (per questo è chiamato anche gemmoderivato), che vengono fatte macerare in acqua, glicerolo (detto anche glicerina) e una piccola parte di alcool. La Tintura Madre (TM) è un preparato che utilizza come droga la parte adulta della pianta (foglie, fiori, corteccia, radice, ecc.), che viene fatta macerare in una miscela di acqua e alcool, con opportuna gradazione in base al tipo di pianta. In genere i Macerati Glicerici hanno un’azione più dolce e delicata, agiscono in modo profondo e quindi sono maggiormente adatti per le problematiche di tipo cronico; invece, le Tinture Madri hanno un’azione più diretta e spiccata, per cui sono maggiormente adatte per le problematiche di tipo acuto ed avendo un maggior contenuto di alcool sono sconsigliate ai bambini, in gravidanza e in allattamento. Inoltre, il Macerato Glicerico e la Tintura Madre, anche se si riferiscono alla stessa pianta, contenendo, come visto, sostanze diverse hanno proprietà differenti e perciò nella stragrande maggioranza dei casi non sono interscambiabili.
2 – Natrum phosphoricum D6 è un sale di Schussler, verosimilmente coincidente con Natrum phosphoricum 6X (dove X sta per diluizione decimale D in numerazione romana).
3 – La diluizione (o potenza) centesimale abbastanza vicina alla decimale 6X (o D6) è la 6CH, avendo la stessa dinamizzazione.
4 – Purtroppo non posso consigliarle alcuna farmacia omeopatica online di fiducia.
5 – Perché le X o D da noi sono meno utilizzate, ma comunque si riescono a trovare.
Relativamente al commento da lei inoltrato stamattina, può stare tranquilla, non ha infranto alcuna regola, devo solo conciliare i vari impegni per trovare il tempo di rispondere in maniera quanto più possibile esaustiva ed esauriente. Cordiali saluti.
Chiara dice
Buongiorno, ho usato benzoicum acidum 5ch su una gatta anziana che presentava lacrimazione color rame dall’occhio sinistro, artrite ed enuresi.
Con la diuizione 5ch, assunta 3 volte al giorno (3 granuli), il soggetto ha avuto un sostanziale miglioramento senza però raggiungere una completa guarigione.
Una interruzione del rimedio per 10 giorni ha causato un riacutizzarsi dei sintomi.
Vorrei sapere se continuare con la diluizione 5ch o se optare per un’altra diluizione.
Cordiali saluti
Chiara
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Chiara, com’è noto, l’Omeopatia applicata agli animali richiede tecniche, strategie e pratiche terapeutiche completamente differenti da quelle per l’uso umano, con riflessi sulla scelta dei rimedi omeopatici, sulle diluizioni, sulle posologie, sui tempi di cura, ecc. Gli animali hanno anatomia, fisiologia e patologia generale diverse dalla specie umana e ciò indispensabilmente richiede un approccio terapeutico distinto. Di tanto si occupa l’Omeopatia Veterinaria. Sarebbe quindi opportuno porre il quesito a un sito veterinario che tratta l’Omeopatia o direttamente a un veterinario omeopata. Ciò che posso dirle, che ovviamente riguarda gli organismi umani, è che una possibile soluzione potrebbe essere quella di ravvivare l’azione terapeutica del rimedio omeopatico passando a una diluizione più alta. Infatti, il ricorso a una diluizione superiore si giustifica quando, dopo un certo periodo di sollievo dei sintomi, il paziente torna a soffrire di nuovo, sebbene in maniera più blanda, oppure, dopo un iniziale miglioramento, entra in una fase di stallo in cui, benché attenuati, persistono gli stessi sintomi che hanno indotto la prima prescrizione. Cordiali saluti.
Angela dice
Buongiorno, ho bisogno di un aiuto per convertire una diluizione da LM a K
Ho fatto un ordine sbagliato di Barita Carbonica che mio figlio assume alla 30 LM due volte al mese in monodose ed invece ho ordinato Barita Carbonica alla 30 K ma non monodose.
Ringrazio davvero tanto se potesse darmi un aiuto per non vanificare l’acquisto fatto.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Angela, come avrà potuto rilevare su questa pagina, le cinquantamillesimali LM sono diluizioni molto particolari e praticamente non ammettono equivalenti. Le diluizioni centesimali korsakoviane K che si avvicinano di più, ma non è proprio la stessa cosa, sono quelle che recano lo stesso numero delle LM: nel caso specifico è la 30K che approssima maggiormente la 30LM. Alla monodose in globuli si può ovviare con la forma farmaceutica in granuli, ove ogni singola assunzione richiede la dose standard di 3-5 granuli. Va però precisato che la monodose è concepita per ottenere la migliore risposta diluizione/dose/effetto, giacché con i globuli (che sono all’incirca 10 volte più piccoli dei granuli) si produce un maggiore effetto di superficie e quindi si rende massima la “superficie di scambio” tra il rimedio omeopatico e l’organismo ricevente. Cordiali saluti.
paolo dice
Buona sera dottoressa, ho cominciato a prendere sabal serrulata per ipertrofia prostatica benigna che mi causa frequenti stimoli urinari durante la notte.
Lei mi consiglia la diluizione 5ch o 30ch?
Cordiali saluti
Paolo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Paolo, la scelta della diluizione dipende dallo specifico caso clinico, anche se esistono delle regole generali di carattere orientativo che vanno però verificate durante il trattamento omeopatico. Come riportato su questa pagina, la 5CH è una bassa diluizione che viene prevalentemente adottata nei casi acuti e nel lesionale, invece la 30CH è una diluizione medio-alta, abbastanza centrale, che viene prioritariamente adoperata nei casi subcronici e cronici, nel funzionale e per i sintomi generali, anche se ha effetto nei casi acuti e sullo psichismo. Sarà la sua condizione clinica a suggerire la scelta. Cordiali saluti.