Premessa
In quest’articolo si forniranno alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione, si riporteranno gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia. Per comodità si riproporranno alcune nozioni e informazioni già sviluppate in altre parti del sito.
Il ceppo omeopatico
Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base (di natura vegetale, animale o minerale), da cui trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione. Maggiori informazioni sono contenute nell’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della presente sezione del sito.
La diluizione
La diluizione è una delle due fasi importanti (l’altra è la dinamizzazione, di cui in seguito) del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).
La dinamizzazione
La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione. Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine “potenza”, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico. Nel presente sito, come del resto è consuetudine in Italia, verrà utilizzato il termine unico “diluizione” sottintendendo che sia comprensivo anche della dinamizzazione.
Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH
Come già accennato le diluizioni dei rimedi omeopatici contrassegnate dalla sigla D o dalla sigla DH (in Italia solitamente si adopera la D), sono le diluizioni decimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/10), dal nome del padre dell’omeopatia classica Samuel Hahnemann (1755-1843, medico tedesco). Le diluizioni omeopatiche contrassegnate dalla sigla C o dalla sigla CH (in Italia solitamente si adopera la CH), sono le diluizioni centesimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/100). La cifra numerica che segue o precede una delle suddette sigle indica quante volte è stata operata la relativa diluizione. Ad esempio la diluizione (o la potenza) D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio. Invece la diluizione (o la potenza) 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.
Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa. Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.
In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.
Le diluizioni korsakoviane K
Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo), connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate “del flacone unico”. In tale unico flacone vengono eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata. Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico (ad es. di tintura madre) un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione. Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.
Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso (utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata), per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.
Equivalenza tra diluizioni hahnemanniane e korsakoviane
Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali (ricordiamoci che anche la diluizione korsakoviana è da ritenersi centesimale in quanto, come già detto, si presuppone che la quantità di soluzione aderente le pareti del flacone, dopo lo svuotamento ad ogni passaggio, rappresenti 1/100 del suo precedente contenuto), hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine (che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH), che la diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile, in quanto presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente. Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania. Molti Autori, comunque, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni accennate, si può dire che approssimativamente è possibile accettare la tabella di equivalenza, a lato riportata, in funzione della sola concentrazione molecolare e quindi della sola diluizione.
Però è importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni, poiché la diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana. Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.
Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane andrebbe valutata dando rilevanza alla dinamizzazione, che, come visto, assume un ruolo prevalente rispetto alla mera diluizione della sostanza di origine, essendo quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico. Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K (o MK), avendo la stessa dinamizzazione.
Effetti terapeutici delle diluizioni
Anche se in omeopatia non esiste la regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono, oltre che dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio, dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.
● Basse diluizioni (quelle fino alla 7CH): hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata (ogni quarto d’ora, ogni mezz’ora, ecc.) per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di “drenaggio”, che stimola gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
● Medie diluizioni (ad es. la 9CH o la 15CH): hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
● Medio-alte diluizioni (ad es. la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima): impiegano alcuni giorni (5, 7, 10, 15 gg.) per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20-30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
● Alte diluizioni (ad es. la 200CH o la 200K): impiegano un buon numero di giorni per agire (15, 20, 30 gg.) e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
● Altissime diluizioni (prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK): agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi (20, 30, 40 gg.) e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.
Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM
Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM. Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente. Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 (500 x 100) ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala. In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.
L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann (nella sesta edizione dell’Organon le definisce prossime alla perfezione, descrivendole per la prima volta), soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico “iatrogeno”, che farebbe insorgere temporaneamente dei nuovi sintomi come conseguenza dello sviluppo del potere patogeno del rimedio. L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.
Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico “terapeutico”, comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine rimedio-paziente. Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.
Maggiori informazioni in merito sono contenute nell’articolo “Aggravamento omeopatico” della presente sezione del sito.
Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.
Classificazione delle diluizioni D, CH, K, LM
In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.
Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine, le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna, la quale traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.
Pertanto, dal punto di vista dell’effetto clinico, tutte le tipologie di diluizioni omeopatiche possono così classificarsi:
► «basse» le diluizioni fino a 7 (D o CH o K o LM);
► «medie» quelle superiori a 7 fino a 15 (D o CH o K o LM);
► «medio-alte» quelle superiori a 15 fino a 30 (D o CH o K o LM);
► «alte» quelle superiori a 30 fino a 200 (D o CH o K o LM);
► «altissime» quelle superiori a 200 (D o CH o K o LM).
Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.
serena dice
salve volevo sapere l’equivalente di una diluizione pari a 10mk..sto provando a cercare una profilassi omeopatica e ho questa diluizione,ma non trovo disponibilità del prodotto..mi chiedevo se ci fosse un’alternativa,grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Serena, l’altissima diluizione 10MK (o XMK), se non disponibile in farmacia, potrebbe acquistarla online. Altrimenti potrebbe ricorrere alle diluizioni CH, anch’esse centesimali, che però solitamente arrivano a 1000CH (o MCH). Cordiali saluti.
Seure dice
Buongiorno ,
vorrei sapere qual è la differenza tra il prodotto Guna Serotonin tra la versione d6 e la versione ch6 in termini di effetto terapeutico.
Grazie
Seure
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Seure, com’è riportato in quest’articolo, la D6 e la 6CH sono entrambe basse diluizioni e quindi sono terapeuticamente simili, con la differenza che le diluizioni decimali D hanno un’azione terapeutica più morbida e modulata, per cui solitamente vengono prescritte a pazienti sensibili, invece le diluizioni centesimali CH hanno un’azione forte e decisa, per cui solitamente vengono prescritte a pazienti normalmente reattivi. Cordiali saluti.
Maria dice
Buongiorno, tempo fa mi avevano prescritto galphimia Luca 5ch per i miei problemi allergici, 3 granuli 2 volte al giorno. L’avevo sospesa perché mi faceva davvero poco. Ho trovato la dose 30ch e vorrei riprovare a prenderla ma non saprei bene che dose. Posso mantenere i 3 granuli due volte al giorno? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, in genere una diluizione 30CH, avendo una copertura terapeutica di discreta durata, richiede somministrazioni, alla singola dose standard di 3 granuli, che vanno da una volta al dì a una volta a settimana, lontano dai pasti, salvo diversa prescrizione medica per il caso specifico. Cordiali saluti.
Daniela dice
Buonasera,
mi è stato consigliato un rimedio omeopatico in granuli, alla 30CH, con dosaggio di 3 granuli al giorno.
Provando avversione per il sapore dolce, vorrei preparare la soluzione idroalcolica in cui sciogliere 20 globuli della monodose 30CH, seguendo il procedimento spiegato in un commento precedente.
Una volta ottenuta la preparazione, quante gocce dovrei assumerne per avere il dosaggio corrispondente ai 3 granuli giornalieri che mi sono stati consigliati?
Grazie, cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Daniela, la dose standard per la forma idroalcolica di un rimedio omeopatico, corrispondente in pratica a 3 granuli, è di 10-15 gocce. Cordiali saluti.
Agnes dice
Non trovo in Svizzera Silicea 200 CH in soluzione alcoolica prescrito dal mio medico, bensi solo in 30CH. Dove si trova o come si trasforma la monodose in diluzione alcoolica?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Agnes, se fossero disponibili le diluizioni korsakoviane, potrebbe acquistare la 200K che è abbastanza equivalente alla 200CH. Altrimenti la 200CH potrebbe acquistarla online. Per trasformare una monodose in una soluzione idroalcolica si può seguire questo procedimento. Ci si procura una bottiglietta da 20-30 ml di vetro ambrato, in farmacia o nei negozi di articoli sanitari, munita di contagocce sempre in vetro. Se non è già sterile, la si rende tale facendola bollire in acqua per qualche minuto. Si prepara la soluzione idroalcolica a circa 30°: si parte da alcool etilico puro alimentare a 95° e si mescolano 3 parti di questo con 7 parti di acqua distillata. Si mettono circa 20 globuli della monodose (che, ricordiamolo, sono circa 10 volte più piccoli dei granuli) nella bottiglietta, si aggiunge un pochino d’acqua distillata e si lasciano sciogliere (i globuli di lattosio si sciolgono facilmente in acqua e più difficilmente nelle soluzioni idroalcoliche). Quando i globuli si sono sciolti si aggiunge l’alcool a 30°, preparato in precedenza e si sbatte bene la bottiglietta per circa 100 volte (succussioni). Per agevolare ciò è preferibile riempire la bottiglietta all’80% circa (uno spazio di circa il 20% è necessario per permettere al liquido di essere ben agitato dalle succussioni). Con questo procedimento si ottiene un rimedio omeopatico in forma liquida praticamente uguale alla forma solida di partenza, con la piccola differenza che la soluzione è un po’ più diluita e dinamizzata, precisamente di circa 1 unità superiore a quella della monodose usata. Cordiali saluti.
Sindhya dice
Buonasera.
Io abito all’estero e il dosaggio 30CH proprio non lo trovo. Mio figlio dovrebbe prendere Mercurius Solubilis 30CH 3x al dì 5globuli però qui non lo trovo: esiste il Mercurius Solubilis D12. Quante ne dovrei dare ?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sindhya, non può esistere alcuna equivalenza tra la 30CH e la D12, trattandosi di diluizioni omeopatiche che hanno comportamenti ed effetti terapeutici differenti. Se fossero disponibili le diluizioni korsakoviane, potrebbe acquistare la 30K che è abbastanza equivalente alla 30CH. Altrimenti la 30CH potrebbe acquistarla online. Cordiali saluti.
Filippo dice
Vorrei sapere se una dose unica di Nux Vomica 200CH e una dose unica di Nux Vomica 6LM sono entrambe della stessa concentrazione
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Filippo, si tratta di concentrazioni diverse: in una 200CH, dove ogni diluizione avviene secondo il fattore 100, la concentrazione della sostanza di origine (ceppo omeopatico) è di 100exp-200, invece in una 6LM, dove ogni diluizione avviene secondo il fattore 50.000, la concentrazione della sostanza di origine è di 50.000exp-6. Cordiali saluti.
Wilke dice
Buongiorno, vorrei sapere se una dose 50.000 MK corrisponde ad una dose LMK.
Grazie,
Wilke
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Wilke, sono entrambe altissime diluizioni korsakoviane (suffisso K), ma non sono la stessa cosa: 50.000MK (o 50MMK o LMMK) è una diluizione cinquantamilionesimale, invece LMK (o 50MK) è una diluizione cinquantamillesimale. Cordiali saluti.
Franco dice
Buongiorno ,per quanto tempo devo prendere Thuya 30 ch ?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Franco, in genere le cure omeopatiche continuano a praticarsi finché si registrano benefici e finché esistono margini di miglioramento, senza porsi alcun limite temporale o limiti temporali particolarmente stringenti e logicamente si concludono alla guarigione o al raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
Emilio dice
Buonasera,
un rimedio in granuli di potenza 200ch può essere prescritto con una modalità somministrazione giornaliera (3 granuli una volta al giorno) per un paziente in cui, curando un male cronico con un rimedio costituzionale in potenze LM, dopo mesi c’e’ stato un improvviso aggravamento di sintomi invalidanti e si e’ scelto di sospendere la cura di base e di dare temporaneamente un altro rimedio alla 200ch ogni giorno … probabilmente per un breve periodo, o si tratta di dosi troppo ravvicinate?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Emilio, bisogna premettere che l’Omeopatia è una medicina molto individuale, non generalizzabile, dove non esistono protocolli terapeutici standardizzati, ma il tutto è legato al caso specifico. La posso solo informare su ciò che avviene nella maggioranza dei casi: di solito le alte diluizioni, qual è una 200CH, richiedono un’unica somministrazione, da ripetere se i sintomi si ripresentano in maniera significativa, mantenendo tuttavia una certa distanza tra le assunzioni. Cordiali saluti.