Premessa
In quest’articolo si forniranno alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione, si riporteranno gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia. Per comodità si riproporranno alcune nozioni e informazioni già sviluppate in altre parti del sito.
Il ceppo omeopatico
Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base (di natura vegetale, animale o minerale), da cui trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione. Maggiori informazioni sono contenute nell’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della presente sezione del sito.
La diluizione
La diluizione è una delle due fasi importanti (l’altra è la dinamizzazione, di cui in seguito) del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).
La dinamizzazione
La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione. Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine “potenza”, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico. Nel presente sito, come del resto è consuetudine in Italia, verrà utilizzato il termine unico “diluizione” sottintendendo che sia comprensivo anche della dinamizzazione.
Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH
Come già accennato le diluizioni dei rimedi omeopatici contrassegnate dalla sigla D o dalla sigla DH (in Italia solitamente si adopera la D), sono le diluizioni decimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/10), dal nome del padre dell’omeopatia classica Samuel Hahnemann (1755-1843, medico tedesco). Le diluizioni omeopatiche contrassegnate dalla sigla C o dalla sigla CH (in Italia solitamente si adopera la CH), sono le diluizioni centesimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/100). La cifra numerica che segue o precede una delle suddette sigle indica quante volte è stata operata la relativa diluizione. Ad esempio la diluizione (o la potenza) D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio. Invece la diluizione (o la potenza) 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.
Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa. Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.
In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.
Le diluizioni korsakoviane K
Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo), connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate “del flacone unico”. In tale unico flacone vengono eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata. Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico (ad es. di tintura madre) un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione. Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.
Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso (utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata), per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.
Equivalenza tra diluizioni hahnemanniane e korsakoviane
Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali (ricordiamoci che anche la diluizione korsakoviana è da ritenersi centesimale in quanto, come già detto, si presuppone che la quantità di soluzione aderente le pareti del flacone, dopo lo svuotamento ad ogni passaggio, rappresenti 1/100 del suo precedente contenuto), hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine (che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH), che la diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile, in quanto presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente. Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania. Molti Autori, comunque, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni accennate, si può dire che approssimativamente è possibile accettare la tabella di equivalenza, a lato riportata, in funzione della sola concentrazione molecolare e quindi della sola diluizione.
Però è importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni, poiché la diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana. Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.
Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane andrebbe valutata dando rilevanza alla dinamizzazione, che, come visto, assume un ruolo prevalente rispetto alla mera diluizione della sostanza di origine, essendo quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico. Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K (o MK), avendo la stessa dinamizzazione.
Effetti terapeutici delle diluizioni
Anche se in omeopatia non esiste la regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono, oltre che dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio, dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.
● Basse diluizioni (quelle fino alla 7CH): hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata (ogni quarto d’ora, ogni mezz’ora, ecc.) per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di “drenaggio”, che stimola gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
● Medie diluizioni (ad es. la 9CH o la 15CH): hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
● Medio-alte diluizioni (ad es. la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima): impiegano alcuni giorni (5, 7, 10, 15 gg.) per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20-30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
● Alte diluizioni (ad es. la 200CH o la 200K): impiegano un buon numero di giorni per agire (15, 20, 30 gg.) e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
● Altissime diluizioni (prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK): agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi (20, 30, 40 gg.) e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.
Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM
Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM. Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente. Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 (500 x 100) ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala. In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.
L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann (nella sesta edizione dell’Organon le definisce prossime alla perfezione, descrivendole per la prima volta), soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico “iatrogeno”, che farebbe insorgere temporaneamente dei nuovi sintomi come conseguenza dello sviluppo del potere patogeno del rimedio. L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.
Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico “terapeutico”, comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine rimedio-paziente. Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.
Maggiori informazioni in merito sono contenute nell’articolo “Aggravamento omeopatico” della presente sezione del sito.
Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.
Classificazione delle diluizioni D, CH, K, LM
In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.
Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine, le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna, la quale traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.
Pertanto, dal punto di vista dell’effetto clinico, tutte le tipologie di diluizioni omeopatiche possono così classificarsi:
► «basse» le diluizioni fino a 7 (D o CH o K o LM);
► «medie» quelle superiori a 7 fino a 15 (D o CH o K o LM);
► «medio-alte» quelle superiori a 15 fino a 30 (D o CH o K o LM);
► «alte» quelle superiori a 30 fino a 200 (D o CH o K o LM);
► «altissime» quelle superiori a 200 (D o CH o K o LM).
Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.
Michele dice
Salve,
Volevo chiedere se possibile una monodose a quante gocce in ch equivale
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Michele, poiché il meccanismo di azione dei rimedi omeopatici non è chimico, non esiste alcuna equivalenza quantitativa, per cui un eventuale raffronto andrebbe fatto a livello qualitativo. La monodose in globuli è una forma farmaceutica particolare: essa è concepita per ottenere la migliore risposta diluizione/dose/effetto, giacché con i globuli (che sono all’incirca 10 volte più piccoli dei granuli) si produce un maggiore effetto di superficie e quindi si rende massima la “superficie di scambio” tra il rimedio omeopatico e l’organismo ricevente. Una possibile comparazione la si può fare tra la forma liquida e quella solida in granuli di un rimedio omeopatico: infatti la singola dose standard di 10-15 gocce della forma liquida equivale a 3-5 granuli della rispettiva forma solida con la stessa diluizione. Cordiali saluti.
Elena dice
Le chiedo anche un’altra cosa: essendo ancora sotto effetto della monodose da 200ch preso a inizio luglio (con aggravamento e nuovi sintomi fastidiosi), è possibile utilizzare un prodotto omeopatico complesso a bassissima diluizione che contenga anche (ma non solo) lo stesso rimedio che ho preso da 200ch? Perché vorrei lavorare anche sui sintomi acuti…oppure rischierei di peggiorare la situazione aggravando ulteriormente l’aggravamento già in corso? Forse é meglio aspettare che l’effetto della monodose finisca?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elena, per un mese od oltre si intende un mese e poco più, comunque ampiamente entro i due mesi. Sia l’aggravamento omeopatico (quello dei sintomi da curare) e sia l’aggravamento iatrogeno (quello della comparsa di nuovi sintomi) sono transitori e si esauriscono in un arco di tempo ragionevolmente breve (da qualche giorno a qualche settimana), senza lasciare conseguenze. Se non sopportabili, possono essere superati individuando il rimedio omeopatico (o i rimedi omeopatici) in bassa diluizione che contiene i sintomi disturbanti. Se invece i suddetti aggravamenti dovessero persistere, allora verosimilmente si tratta di un fenomeno completamente estraneo all’assunzione del rimedio omeopatico, che richiede un approfondimento medico. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere quanto è necessario al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Elena dice
Buongiorno,
Trovo scritto che le diluizioni da 200ch coprono un periodo terapeutico di un mese o oltre. Cosa intende per oltre? Potrebbero passare anche vari mesi prima che la sostanza smetta di funzionare e che ci siano i benefici?
Glielo chiedo perché ho preso una monodose a inizio luglio e in questi giorni sto sperimentando un forte aggravamento insieme alla nascita di sintomi nuovi. Mi chiedevo per quanto tempo ancora potrebbe durare tutto questo perché é davvero insopportabile! Inoltre le chiedo se i sintomi nuovi sono transitori e dovrebbero sparire anch’essi dopo un mese? Oppure possono durare di più? Mi sembra di stare sempre peggio e finché non vedo benefici non capisco se sto guarendo…
Grazie
Mia dice
Grazie per la risposta Dottoressa Volpe,
5 granuli 3 volte al giorno ogni settimana andrà bene come inizio?
O solo 5 granuli una volta a settimana?
Approfitto ancora della sua esperienza per essere certa sulla strada da percorrere.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Mia, provo a spiegarmi meglio: generalmente le somministrazioni di una diluizione 30CH possono andare da un minimo di una volta a settimana a un massimo di una volta al giorno, dove ogni singola somministrazione è di 3-5 granuli. Tale posologia si addice particolarmente a una cura di fondo o di mantenimento. Cordiali saluti.
Mia dice
Buongiorno Dottoressa,
Innanzitutto grazie per la condivisione della sua conoscenza in modo gratuito e altruistico con noi.
Vengo al punto,
mia madre soffre di Nevralgia del Trigemino al lato Destro,
le è stato prescritto tempo fa’ da un suo collega Omeopata la Magnesia Phosphorica,
ora il medico e’ in pensione e la mamma ha deciso di seguire solo ora la cura,
avendo acquisito, grazie a me, fiducia cieca in questa meravigliosa scienza che è l’Ompeopatia.
La diluzione prescritta è 7CH in caso di attacchi e 30 CH come cura.
I prodotti li ha già comprati ma non sappiamo come prendere la diluzione 30 CH,
con che modalità si assume?
La diluzione 7 CH ha avuto effetti incredibili, sembra che qualcuno le tolga il dolore con la mano, a sua detta,
vedo pertanto che la Magnesia funziona molto bene nel suo caso.
Per piacere dottoressa ci aiuti per quanto riguarda il dosaggio 30 CH perché credo che siamo sulla strada giusta con questo rimedio.
Attendo sue
Grazie
Mia.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Mia, in genere per una diluizione 30CH, che ha una copertura terapeutica di discreta durata, le somministrazioni possono andare da una volta al dì a una volta a settimana, lontano dai pasti, salvo diversa prescrizione medica in relazione al caso specifico. Cordiali saluti.
Alessia dice
Buongiorno Dottoressa,
soffro da sempre di sudorazione alle mani e ai piedi.
Negli ultimi giorni ho notato che il fenomeno è particolarmente evidente al mattino e poi cessa nelle ore seguenti.
Pensavo di assumere Natrum Muriaticum, quale sarebbe la diluizione adatta eventualmente e il dosaggio?
La ringrazio
Alessia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alessia, Natrum muriaticum è per antonomasia il rimedio omeopatico della secchezza, della disidratazione, della demineralizzazione, anche se la patogenesi riporta il sudore alle mani. In genere per la sudorazione eccessiva di mani e piedi vengono adoperati rimedi omeopatici come Silicea, Nitricum acidum, Sepia, Thuya, Jaborandi, Pilocarpinum. Relativamente alla diluizione e al dosaggio, come primo approccio e per un intervento prioritariamente sintomatico, spesso ci si orienta verso le basse diluizioni (quelle fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di 3-5 granuli pro-dose, più volte al dì (ad es. 3-4 volte), lontano dai pasti. Anche una dieta alimentare appropriata può fornire il suo contributo, come ad es. privilegiare gli alimenti ricchi di silicio, che è per l’appunto un minerale che regola la sudorazione, e di vitamine del gruppo B, che sono utili a ridurre la sudorazione eccessiva, nonché diminuire le quantità di grassi ed evitare il consumo di alcool e di pietanze piccanti. Un ulteriore aiuto può venire ancora dalla natura con la Salvia comune, che è una delle piante officinali più adoperate ed efficaci per limitare la sudorazione eccessiva, di cui si può preparare l’infuso di foglie. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
Fabiana dice
Buonasera dottoressa ancora una volta approfitto della sua disponibilità. Mio marito settantenne soffre sovente di dolori alle articolazioni, lei mi aveva suggerito di leggere l’articolo riguardante questo argomento ed ha iniziato a prendere bryonia 30 e rus tos 30 alternati ogni 3 ore e diciamo che i dolori sono passati, ma regolarmente si ripresentano ad un’altra articolazione. Dato che ci troviamo negli Stati Uniti e non abbiamo possibilità di contattare un omeopata e mio marito non vuole prendere antinfiammatori allopatici, vorrei sapere se è possibile aggiungere qualche integratore per aiutarlo sino a che non torniamo in Italia, preciso che mio marito non ha patologie prende soltanto un farmaco per la prostata.
La ringrazio.
Fabiana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Fabiana, restando in ambito omeopatico, si potrebbero prendere in considerazione i rimedi omeopatici più specifici per i dolori agli arti e alle articolazioni. Prendendo ancora a riferimento l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, le fornisco il seguente riepilogo: Actaea spicata e Caulophyllum (piccole articolazioni), Causticum e Phytolacca decandra (qualsiasi articolazione), Colchicum (dolore che passa da un’articolazione all’altra), Colocynthis (gamba), Ferrum metallicum (anca, spalla sinistra), Ferrum phosphoricum e Iris versicolor (spalla destra), Kalium sulphuricum (arti e dorso), Ledum palustre (ginocchia, anca destra, spalla sinistra), Nux vomica (articolazione coxofemorale, ginocchia), Pulsatilla (dolori agli arti che tendono ad allargarsi), Ruta graveolens (arti e articolazioni), Sepia (spalla, cosce, gambe, anca). Ovviamente è sempre richiesto il parere medico. Cordiali saluti.
Francesca dice
Gent.ma Dott.ssa Volpe,
le scrivo per chiederle consigli per i miei figli.
Mio figlio di 13 anni dovrà affrontare l’esame di terza media ed è molto in ansia, agitato, ha la mente concentrata sempre sulla tesina, ha paura di non essere in grado di affrontare l’esame e di dimenticarsi tutto e di non essere in grado di rispondere alle eventuali domande che gli verranno poste dai professori. Si sente la mente molto stanca. Cosa mi consiglia come rimedi omeopatici?
Mia figlia di 11 anni frequenta la prima media è sottopressione per lo studio di conseguenza è molto agitata, nervosa, risponde male a causa della stanchezza, di notte riposa male, si sveglia diverse volte durante la notte e fatica a riaddormentarsi con conseguenza paura dei rumori e del buio. Che rimedi omeopatici può consigliarmi?
Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Francesca, i rimedi omeopatici che vengono più spesso prescritti per l’ansia da prestazione sono praticamente tre, cioè: Argentum nitricum (rimedio delle mille paure, di ansia profonda su quanto sta per accadere), Gelsemium (rimedio della fifa, di preoccupazione eccessiva e di ansia estrema da anticipazione), Lycopodium (rimedio dell’insicurezza ed ambizione, di perdita di fiducia in sé stesso in previsione di ogni evento). Argentum nitricum si addice ad un soggetto che soffre di ansia profonda e paura irrazionale di quanto potrà accadere, paura di sentirsi in pericolo (in senso lato), paura di arrivare in ritardo, diverse altre paure, mente vagante su mille pensieri, sensazione di mancanza di tempo, svegliarsi al mattino pensando di non riuscire ad affrontare la giornata, frettolosità, impulsività, ecc. Gelsemium, che dal punto di vista omeopatico può considerarsi il fratello minore di Argentum nitricum, si rivela prevalentemente adatto ad un soggetto che soffre di estrema debolezza, nevrastenia, emotività, paura dell’immediato, paura di esibirsi, tremori, estrema timidezza, fragilità, instabilità, disagio nel parlare in pubblico o affrontare una qualsiasi prova o essere oggetto di attenzione, ecc. Lycopodium si rivela adatto ad un soggetto che accusa perdita di fiducia in sé stesso in previsione di un evento, paura di sbagliare o di fare brutta figura, cercando di non darlo a vedere, emotività, frustrazione, timore di fronte a estranei, bisogno della stima altrui, reticenza nell’intraprendere qualcosa di nuovo anche se poi ottiene dei buoni risultati, paura di non essere in grado di emergere e di far fronte alle proprie responsabilità e ciò, poiché risulta essere un ambizioso e un perfezionista, si traduce in un certo nervosismo, ecc. Ovviamente la prescrizione giusta per i suoi figli la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Fabiana dice
Buonasera dottoressa ho deciso di fare il vaccino per il Covid dovrei prendere thuya 200 ch ma trovandomi negli Stati Uniti trovo solo Thuya alla 30 ch, quale potrebbe essere il dosaggio equivalente?
Grazie.
Fabiana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Fabiana, spesso Thuya 30CH, in ragione di 3-5 granuli pro-dose o monodose, viene impiegato subito dopo la vaccinazione, quindi una volta alla settimana per 3-4 settimane, salvo diversa prescrizione medica. Cordiali saluti.
Claudia dice
Buongiorno,
volevo domandarLe alcuni chiarimenti.
Che differenza c’è ad assumere un rimedio in gocce o in granuli o addirittura globuli? L’omeopata mi ha consigliato inizialmente un tubo monodose con diluizione 200 CH. A distanza di tempo, lo stesso medico mi ha detto di assumere 3 gocce dello stesso rimedio alla stessa diluizione, ma in gocce. Qual è la differenza?
Inoltre, non mi è chiaro se con i rimedi omeopatici vadano eliminate del tutto sostanze come the, caffè, menta (utilizzo quindi anche un dentifricio apposito) e spezie oppure soltanto quando lo si assume e nelle ore immediatamente seguenti. Se si tratta di un rimedio a diluizione bassa, immagino ci si riferisca solo alle ore seguenti, ma per quanto concerne le diluizioni alte? Ad esempio, se appunto assumo un rimedio con diluizione 200 CH, che agisce quindi per un lungo periodo, devo evitare queste sostanze per settimane o addirittura mesi?
Mi riduco quindi a bere solo acqua calda. Esistono tisane che io possa assumere?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Claudia, la forma farmaceutica più comune e utilizzata dei rimedi omeopatici è quella in granuli, ove il lattosio e il saccarosio con cui sono fatti i granuli conservano bene il principio della sostanza diluita e dinamizzata. La forma in globuli si riferisce alla monodose, i cui globuli di lattosio e saccarosio sono all’incirca 10 volte più piccoli dei granuli: essa quindi è concepita per ottenere la migliore risposta diluizione/dose/effetto, giacché con i globuli si produce un maggiore effetto di superficie e quindi si rende massima la “superficie di scambio” tra il rimedio omeopatico e l’organismo ricevente. La forma liquida utilizza come vettore una soluzione idroalcolica ed offre la possibilità, con lo scuotimento energico del contenitore prima di ogni assunzione, di aumentare di poco la dinamizzazione, rendendo così il rimedio relativamente più efficace, soprattutto nei confronti dei sintomi acuti. Gli incompatibili generali dei rimedi omeopatici sono tutte le sostanze con aromi forti (canfora, mentolo, eucalipto, caffè, ecc.). Tali sostanze se usate di frequente e in abbondanza possono inficiare l’efficacia dei rimedi omeopatici, specialmente se, come le bevande, viene interessata la via sub-linguale, che, com’è noto, è quella preferenziale per l’assunzione dei rimedi omeopatici. Il caffè è comunque la sostanza maggiormente incriminata: in individui particolarmente sensibili anche modeste quantità di questo ingrediente possono compromettere una cura omeopatica. Altre bevande che contengono caffeina, come il tè e le bibite a base di cola, sono invece innocue. Particolare attenzione occorrerà porre al momento dell’assunzione del rimedio omeopatico, che deve avvenire interessando correttamente la via sublinguale, lontano dall’uso di dette sostanze e dai pasti. Cordiali saluti.