Le infezioni delle vie urinarie e più spesso quelle delle basse vie urinarie, riguardanti cioè la vescica e/o l’uretra, sono i processi infiammatori piuttosto comuni che colpiscono tutte le fasce di età e rappresentano, dopo le infezioni dell’apparato respiratorio, le affezioni più frequenti del genere umano.
Per vie urinarie si intende il complesso degli organi cavi e dei condotti attraverso cui defluisce l’urina, che com’è noto è il prodotto della escrezione dei reni con la quale vengono eliminate dall’organismo le scorie dannose presenti nel sangue, soprattutto l’urea, generate dal metabolismo. Le vie urinarie iniziano all’interno del seno renale, con il sistema dei calici (minori e maggiori) che confluiscono nella pelvi renale o bacinetto renale di ciascun rene. Da qui, tramite un restringimento ad imbuto, si prosegue nell’uretere, che è il condotto che convoglia l’urina, continuamente prodotta dal rene, all’interno della vescica dove viene raccolta prima di essere espulsa. Dalla vescica parte l’ultimo condotto, l’uretra, di lunghezza maggiore negli uomini (in media 16 cm conto i 3 cm delle donne), che convoglia l’urina verso l’esterno con l’atto della minzione.
Si parla quindi di cistite quando l’infiammazione, acuta, subacuta o cronica, colpisce la mucosa vescicale. Essa rappresenta l’infezione più diffusa delle basse vie urinarie, riguardando circa l’80% dei casi. La causa dell’infezione è quasi sempre dovuta ad enterobatteri del tipo Escherichia coli, che normalmente popolano l’ultimo tratto dell’intestino. Tali germi possono raggiungere la vescica dall’esterno, per “via ascendente”, passando attraverso l’uretra. La patologia quindi, per la diversa anatomia, colpisce prevalentemente il sesso femminile e l’insorgenza è spesso dovuta a carenza di igiene. Si calcola che circa il 40-50% delle donne è destinato a soffrire di un episodio acuto di cistite nel corso della vita e di queste poco meno della metà presenterà recidive. Il divario con il sesso maschile tende a colmarsi con il passare degli anni in quanto l’ipertrofia prostatica, frequente nell’uomo anziano, favorisce il ristagno dell’urina nella vescica e la conseguente insorgenza di infezioni. I sintomi sono dolore e bruciore durante la minzione, senso di peso, bisogno continuo di urinare, difficoltà ad urinare, a volte sangue e pus nelle urine. Più propriamente i sintomi della cistite si manifestano con una o più delle seguenti disfunzioni:
• disuria: minzione difficoltosa;
• stranguria: minzione dolorosa;
• pollachiuria: aumento del numero di minzioni giornaliere caratterizzate da scarse emissioni di urina;
• nicturia: necessità di alzarsi ripetutamente di notte per urinare; solitamente si accompagna a dolore in regione ipogastrica o lombare;
• tenesmo vescicale: stimolo doloroso, urgente e continuo di urinare seguito da una ridotta emissione di urina con getto debole e con la sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
• iscuria: ritenzione dell’urina causata dall’impossibilità a svuotare la vescica; le cause più comuni sono anche l’ipertrofia prostatica, i restringimenti dell’uretra, i calcoli della vescica, alcuni tumori; si ha l’iscuria paradossa quando oltre alla ritenzione è presente anche una forma di incontinenza urinaria (che non va confusa con l’incontinenza urinaria vera è propria), per cui la vescica (sempre piena) può progressivamente distendersi fino a che l’urina contenuta raggiunge una pressione tale da fuoriuscire involontariamente goccia a goccia;
• ematuria: presenza di sangue nelle urine; si parla di microematuria se il quantitativo di sangue è modesto e non modifica la colorazione delle urine, per cui è rilevabile unicamente con le strisce reattive o con l’esame microscopico; si parla invece di macroematuria se il quantitativo di sangue è tale da conferire alle urine una colorazione che va dal marrone al rosso.
• piuria: presenza di pus nelle urine che diventano torbide, sedimentose e di colore tendente al bianco.
Si parla di uretrite quando l’infiammazione, acuta o cronica, colpisce l’uretra. L’infezione generalmente è causata da agenti patogeni (batteri, virus, funghi) che colonizzano l’uretra per “via ascendente” dall’esterno a seguito di contatto sessuale, o per “via discendente” dalla vescica ad esempio in corso di cistite, o ancora per via ematica da infezioni in altre sedi. I sintomi sono dolore e bruciore, che diventano più intensi durante la minzione (disuria, stranguria), urgente e frequente bisogno di urinare (pollachiuria), ritenzione urinaria (iscuria), a volte sangue e/o pus nelle urine (ematuria, piuria). L’infezione più grave e contagiosa è causata dal batterio gonococco che può provocare nelle donne delle perdite vaginali anomale, ma soprattutto negli uomini una secrezione uretrale purulenta, prima sieromucosa, a gocce trasparenti o biancastre, poi abbondante, densa, cremosa, di colore giallo e giallo-verdastro (uretrite gonococcica o blenorragia o gonorrea); gli altri sintomi sono congestione, bruciore, dolore, febbre. L’uretrite colpisce prevalentemente il sesso maschile perché la maggiore lunghezza dell’uretra fa aumentare la probabilità che la stessa possa essere interessata da infezioni ed il più delle volte è di origine discendente. Nelle donne prevale l’uretrite per via ascendente.
Per prevenire le suddette infezioni delle vie urinarie è importante osservare alcune regole comportamentali:
– bere molta acqua nell’arco della giornata;
– urinare spesso e non trattenere l’urina per lungo tempo;
– rispettare le norme di igiene intima;
– le donne devono lavarsi i genitali procedendo dall’avanti all’indietro soprattutto dopo l’eliminazione delle feci, usando detergenti a pH fisiologico (4 o 5) ed evitando i deodoranti;
– adottare una dieta alimentare appropriata, cioè ricca di liquidi e fibre ma povera di zuccheri e grassi, in modo da evitare la stitichezza.
Per il trattamento delle infezioni delle basse vie urinarie – cistite e/o uretrite – sono validi anche molti preparati fitoterapici, come quelli consultabili all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”.
Principali rimedi omeopatici
Apis 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con albuminuria e tenesmo vescicale caratterizzato da fitte addominali, bruciore alla minzione e dolori molto vivi che vanno verso il basso. Prima dei fenomeni urinari compaiono gli edemi. Anche in caso di iscuria. Soggetto irritabile che si lascia cadere gli oggetti dalle mani. Aggravamento con il calore e con il contatto. Miglioramento con applicazioni fredde e dopo la minzione. Lateralità dx molto marcata.
Argentum nitricum 4CH: 3 granuli ogni 3 ore e poi 3 granuli 2 volte al dì. Bisogno urgente di urinare con emissione di abbondante urina chiara, dolori brucianti, soprattutto durante la minzione e sensazione di avere una spina o una scheggia nel condotto urinario.
Arsenicum album 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con albuminuria dagli edemi localizzati e con bruciore intenso alla minzione, alleviato da applicazioni calde. A volte è presente ematuria. Soggetto prostrato ma anche agitato, astenico, freddoloso, che sta peggio dalle 1 alle 3 di notte.
Belladonna 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì. Debolezza vescicale. Frequente stimolo di urinare. Possibile incontinenza ed emissione involontaria di urina, anche di notte o mentre si dorme. Spasmi della vescica. E’ il rimedio delle infiammazioni acute, improvvise e violente con secchezza delle mucose.
Benzoicum acidum 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Infezioni croniche delle basse vie urinarie. Miglioramento dopo la minzione.
Camphora 4CH: 3 granuli ogni 1-3 ore. Ritenzione di urina, per cui la vescica è piena ma non riesce a svuotarsi. Tenesmo vescicale abituale, talvolta con ematuria. Peggioramento con il freddo.
Cannabis sativa 5CH: 3 granuli 3-4 volte al dì. Infezioni acute delle basse vie urinarie. Cistite caratterizzata da bruciore uretrale che tende a irradiarsi verso la vescica ed a volte da tenesmo vescicale. Dolore durante o alla fine della minzione. Disuria. Desiderio di defecare durante la minzione. Anche in caso di iscuria e di uretrite gonococcica.
Cantharis 5CH: 3 granuli ogni ora. Cistite, sia acuta che cronica, con ematuria, albuminuria, disuria, stranguria, pollachiuria, iscuria, tenesmo vescicale seguito da emissione di urina goccia a goccia. Uretrite. Dolore e bruciore prima, durante e dopo la minzione. Sintomi molto intensi, spesso a insorgenza improvvisa. Bisogno frequente e irresistibile di urinare. Peggioramento bevendo e urinando. Nella cistite cronica l’indicazione principale è la piuria.
Causticum 6CH: 3 granuli ogni 2-3 ore. Debolezza vescicale con parziale emissione involontaria di urina dopo uno sforzo. Disuria. Incontinenza urinaria notturna specie durante il primo sonno, più frequente d’inverno. Ritenzione di urina (iscuria) dopo il parto, dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico. Peggioramento con il freddo secco. Miglioramento con il tempo umido.
Chimaphila umbellata 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Come coadiuvante nelle cistiti e/o uretriti, acute o croniche, con ematuria. Difficoltà ad urinare (disuria): occorre sforzarsi a lungo prima che inizi la minzione. Ritenzione urinaria causata da ipertrofia prostatica.
Cina 6CH: 3 granuli ogni 3 ore. Bisogno frequente di urinare. Incontinenza urinaria mattutina, durante la luna piena, soprattutto se le urine risultano abbondanti e si scuriscono rapidamente.
Colocynthis 6CH: 1 granulo ogni 10-15 min, allungando i tempi in base al miglioramento. Cistite con dolori taglienti che migliorano con la pressione, il riposo, il calore, dopo la minzione e che peggiorano con il movimento. Tenesmo vescicale con bruciore alla minzione.
Conium maculatum 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con tenesmo vescicale.
Dulcamara 4CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite subacuta che peggiora con il freddo umido. Vescica irritabile delle donne. In genere il rimedio è particolarmente indicato per i disturbi della vescica dovuti a ipersensibilità al freddo.
Hepar sulphur 7CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite purulenta con atonia della vescica ed emissione lenta delle urine. Sensazione che la vescica non si svuoti completamente.
Hyosciamus niger 6CH: 3 granuli ogni 3 ore. Iscuria paradossa dovuta a contrattura o paralisi degli sfinteri uretrali. Ritenzione di urina nelle donne dopo il parto.
Iodum 7CH: 3 granuli 3 volte al dì. Incontinenza di urina in donne anziane con albuminuria.
Lilium tigrinum 5CH: 3 granuli 3 volte al dì. Sensazione di pressione nella vescica con costante desiderio di urinare, giorno e notte, accompagnato da bruciore e tenesmo vescicale, specialmente in donne isteriche. Cistite cronica. Peggioramento di notte, al caldo, stando troppo in piedi. Miglioramento camminando all’aria aperta.
Mercurius corrosivus 5CH: 3 granuli ogni ora. Cistite con tenesmo vescicale caratterizzato da dolori violenti e fuoriuscita di urina a gocce, albuminuria, piuria. Bruciore notevole nell’uretra. Il bisogno di urinare non è alleviato dalla minzione. Aggravamento notturno con nicturia.
Nitricum acidum 5CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite acuta con emissione di urina torbida e di cattivo odore (simile a urina di cavallo) in soggetti freddolosi. Disuria.
Nux vomica 5CH: 3 granuli ogni 2-3 ore. Cistite con stranguria, tenesmo vescicale e dolore vescicale che si irradia alla schiena. Al minimo sforzo durante la minzione l’urina cessa di scorrere. Bruciore intenso ed a volte ematuria. Sensibilità al freddo.
Pareira brava 5CH: 3 granuli ogni mezz’ora e poi ogni 3 ore. Cistite ove il paziente urina poco e con fatica, con disuria, stranguria, ematuria, piuria. Uretrite con dolori violenti all’uretra e, nei maschi, al glande durante la minzione. Il rimedio è usato anche per prevenire la formazione di renella e per le conseguenze dell’ipertrofia prostatica.
Phosphorus 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Infezione delle vie urinarie con bruciore e tendenza ad ematuria in soggetti i cui sintomi si manifestano dapprima con esaltazione di tutte le sensazioni e poi con indebolimento fino all’annullamento, come se le riserve vitali si esaurissero improvvisamente (tale e quale al fiammifero). E’ presente sete di acqua fredda.
Sabal serrulata 5CH: 3granuli 2 volte al dì. Cistite. Nicturia e ritardo o diminuzione della forza del getto, dovuti a ipertrofia prostatica. Disuria, iscuria. Il rimedio è definito il “catetere omeopatico”.
Sarsaparilla 5CH: 3 granuli ogni 1-3 ore. Cistite con frequente stimolo ad urinare, disuria, tenesmo vescicale, ematuria, piuria (le urine contengono muco e pus). Dolore che aumenta alla fine della minzione.
Sepia 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì. Pollachiuria determinata da prolasso vescicale e/o uterino con urina che lascia un sedimento color rosso mattone. Sensazione di pressione sulla vescica e nella regione pelvica con bisogni frequenti e imperiosi di urinare. Urina torbida e fetida. Incontinenza urinaria nel primo sonno. Uretrite gonococcica. Peggioramento con il riposo e con il freddo. Miglioramento con l’esercizio fisico intenso.
Staphysagria 4CH: 3 granuli ogni 3-6 ore. Cistite con pollachiuria, bruciore quando si urina e sensazione che l’urina scorra nell’uretra. “Cistite da luna di miele” (insorge dopo un rapporto sessuale). Peggioramento al minimo contatto. Miglioramento dopo la minzione. Anche in caso di iscuria dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico.
Terebenthina 4CH: 3 granuli 3 volte al dì. Tendenza alle infezioni croniche delle basse vie urinarie.
Thuya 5CH: 3 granuli 2-3 volte al dì. Cistite da ritenzione quando il disturbo cronico è riconducibile ad una vecchia infezione o ad un’infiammazione. Uretrite con tendenza a processi proliferativi. Dolori taglienti alla fine della minzione, getto interrotto, difficoltà di emissione delle ultime gocce. Ipertrofia prostatica. Peggioramento con il clima freddo e umido.
Esperienze
Esperienza n. 1. Cistite acuta con dolori e bruciori nella vescica e nell’uretra, bisogno urgente e continuo di urinare ed emissione di urina goccia a goccia. Bruciori persistenti ed in alcun modo alleviati. Il soggetto è stato trattato con Cantharis 5CH + Cannabis sativa 5CH + Mercurius corrosivus 5CH nel seguente modo: 3 granuli del primo rimedio, dopo un’ora tre granuli del secondo rimedio e dopo un’altra ora 3 granuli del terzo; pausa di due ore e ripetizione del ciclo; allungamento progressivo dei tempi di somministrazione con i miglioramenti.
Esperienza n. 2. Maschio anziano affetto da cistite e uretrite con stranguria e tendenza a calcolosi, dolori alla minzione, gambe gonfie e doloranti, ipertrofia prostatica. Il soggetto è stato trattato con Pareira brava 5CH, 3 granuli ogni 3 ore.
N.B.: le diluizioni e le posologie riportate nel presente articolo, tra le più indicate in letteratura, hanno solo carattere orientativo e non intendono, né possono, sostituire alcuna prescrizione medica. Sarà il medico omeopata a stabilire le entità terapeutiche più appropriate ed a prescrivere la cura che si lega al singolo caso (rimedi, diluizioni, posologie, tempi).
(*) V. Note esplicative e la home-page della sezione.




















Iperico o Hypericum perforatum è una pianta appartenente alla famiglia delle Hypericaceae (Guttiferae), molto comune in Italia, in Europa, in Asia occidentale e in Nord Africa. Alta 30 – 80 cm e comunque non oltre 1 m, ha un fusto eretto, angoloso e foglie piccole, sessili, oblunghe-ellittiche. Quando non è in fioritura le foglioline viste in controluce appaiono bucherellate, da cui il nome perforatum. I fiori, a cinque petali gialli, sono riuniti in pannocchie che raggiungono la fioritura verso il 24 giugno, da qui il nome popolare di Erba di San Giovanni. Cresce nei luoghi asciutti, soleggiati ed erbosi, colline ed oliveti, ai margini delle strade di campagna e viene anche coltivata.
Issopo o Hyssopus officinalis è una pianta perenne aromatica della famiglia delle Lamiaceae, diffusa soprattutto nell’Italia settentrionale. Originaria del sud Europa e dell’Asia occidentale, cresce spontaneamente nei terreni sassosi e soleggiati, collinosi e montani. Il suo fusto è alto 50 – 60 cm; le foglie sono sessili, lineari-ellittiche, spesso provviste all’ascella di un fascetto di foglie più piccole; i fiori sono a corolla bilabiata, cerulei-porporini, in verticilli formanti racemi spighiformi. E’ detta anche “erba odorosa” per l’intenso profumo di menta emanato dalle foglie. Per questo è utilizzata in cucina , per i liquori e per i profumi.
Gramigna (nome volgare) o Agropyron repens è una pianta perenne, appartenente alla famiglia delle Graminacee, con un rizoma sotterraneo ramificato e lungamente strisciante. Le foglie sono sottili e lunghe (20 – 30 cm). L’infiorescenza è una spiga composta da una decina di spighette. E’ detta anche dente canino e grano delle formiche. Pianta comunissima, cresce nei luoghi sia coltivati che incolti, ai margini delle strade di campagna, presso i muri delle case, lungo i torrenti, i fiumi, ecc. E’ presente in tutt’Europa, in Asia, in Africa e in America del Nord.
Idraste o Hydrastis canadensis è un’erba perenne appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee, originaria degli Stati Uniti e del Canada, coltivata anche in Europa per i suoi effetti benefici. La pianta era utilizzata come medicamento attivo contro le emorragie dagli indiani Cherokee che la fecero conoscere agli europei (seconda metà dell’800).
La forma acuta è scatenata principalmente da agenti infettivi (batteri, virus e parassiti) che possono diffondersi a causa di scarse condizioni di igiene veicolate tramite l’acqua o i cibi contaminati (purtroppo sono eventi alquanto frequenti nei Paesi in via di sviluppo). Tipica è la cosiddetta “diarrea del viaggiatore” causata dal batterio campylobacter jejuni, le cui tossine possono essere distrutte solo con un’adeguata cottura. Generalmente in estate sono molto più comuni le forme batteriche, mentre in inverno quelle virali.


















