
DESCRIZIONE DI FERRUM PHOSPHORICUM
Il rimedio omeopatico Ferrum phosphoricum si ottiene dalla triturazione del fosfato ferroso e successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
Il fosfato ferroso si trova in natura sotto forma di polvere o anche di cristalli. Il suo colore è grigio-blu. Sia la polvere che i cristalli sono insolubili in acqua. Entrambi sono solubili solo in acidi minerali.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Ferrum Phosphoricum è un prezioso rimedio omeopatico ad azione locale, ma vasta e profonda. La sua costituzione è naturalmente fosforica. Il temperamento è linfatico vista la relativa lentezza e la mitezza dell’espressione sintomatologica. È un antipsorico profondo. È un rimedio indicato negli stati infiammatori acuti, come Aconitum napellus e Belladonna, ma a differenza di questi ultimi le sue manifestazioni sintomatiche sono lente. Meno caldo e meno ansioso di Aconitum, meno rosso e meno agitato o meno abbattuto di Belladonna. Il rimedio è perciò indicato in tutti gli stati febbrili intermedi. In linea del tutto generale, di fronte a sindromi infiammatorie meno intense (ad es. influenza o rinofaringite acuta), quando si è indecisi tra Aconitum e Belladonna, conviene dare Ferrum phosphoricum.
Ferrum phosphoricum agisce sugli organi, sulle articolazioni e sulle mucose; in particolare agisce sul sangue, sui vasi e su tutti gli organi ed apparati. Il rimedio è usato con successo nella prima fase delle febbri di tipo infiammatorio.
Il ferro ed il fosforo sono presenti nei globuli rossi, i quali hanno una grande affinità per l’ossigeno che gli stessi legano a livello dei polmoni e ciò spiega l’influenza che il rimedio ha anche sull’apparato respiratorio. Il ferro lega l’ossigeno inspirato e lo porta attraverso il flusso sanguigno a tutte le cellule del nostro corpo, così come un autobus trasporta i suoi passeggeri fino a destinazione. L’infiammazione provoca un disturbo nel trasporto.
Per una migliore comprensione del rimedio riprendiamo il confronto con Aconitum. Ferrum phosphoricum ed Aconitum sono due amici e sono simili sotto certi aspetti, ma al contempo diversi. Entrambi sono ansiosi, si ammalano delle stesse patologie (otiti, faringiti, riniti e sinusiti, mal di gola, tonsillite, influenza, …) ma lo fanno in modo differente. Il primo, cioè l’Aconito, è violento e rapido nel manifestare i sintomi della malattia. Il secondo, il Ferrum phosphoricum, invece è più lento, cioè i sintomi si manifestano in modo più dolce. Ad esempio, il bambino Ferrum phosphoricum inizia progressivamente a stare poco bene ed anche la febbre, quando raggiunge il suo apice, non è mai eccessiva. La febbre raggiunge al massimo una temperatura di 38 – 38,5 °C.
Il bambino Ferrum phosphoricum è comunque agitato, data la sua costituzione fosforica, ma in modo meno evidente del suo amichetto Aconitum. Anche negli adulti avviene la stessa cosa. Cioè la mamma Aconitum è estremamente preoccupata, come il bambino, quella Ferrum lo è molto meno. Egli è anemico, pallido, biondo, con labilità vascolare (rossore e pallore si alternano), grande debolezza e cagionevolezza.
Il bambino Ferrum phosphoricum ha un difetto nel metabolismo del ferro ed una carenza di ossigenazione dei tessuti. Ecco perché egli è pallido, anemico e solo quando ha la febbre si arrossa in volto. Le sue guance rosse però contrastano con il pallore generale del suo corpo, cioè è iperemico. È un bambino dolce, pacato, a cui piace fare le cose piano, con garbo, pazienza e lentezza. Egli preferisce iniziare e portare a termine le cose con progressione e gradualità.
In generale il soggetto Ferrum phosphoricum è pallido, anemico ed ha una predisposizione a improvvise congestioni locali (volto rosso ed il resto del corpo pallido). Manca di calore vitale e si raffredda continuamente. Il soggetto è un tipo collerico, irritabile e testardo.
Il rimedio possiede le caratteristiche del ferro e del fosforo insieme ed ha una tendenza emorragica.
È un rimedio le cui caratteristiche principali sono anemia e clorosi, emorragie e disturbi alle vene quali infiammazione, indurimento e ingrossamento dei vasi sanguigni, grande astenia fisica e mentale con desiderio di sdraiarsi, reumatismo, ansia notturna, sonno agitato, sogni angoscianti, incubi. Assopimento nel pomeriggio. Ma i sintomi degni di maggiore attenzione sono l’anemia e la clorosi.
Esso agisce quindi nei casi di anemia, clorosi, leucorrea, emicrania, gastroenterite acuta e subacuta, polmonite, broncopolmonite, stati febbrili iniziali (particolarmente nei bambini), reumatismo, enuresi.
I disturbi si manifestano periodicamente. L’andamento dei sintomi è ondulatorio, ovvero il soggetto presenta lievi miglioramenti seguiti da altrettanto blandi peggioramenti. Ha vampate di calore alternate a pallore con fasi di eccitazione psichica alternata a stanchezza e prostrazione. Anche in questo ricorda il fosforo (Phosphorus). Ha freddo e vampate di calore improvvise al volto.
Ricordiamo quindi le tre caratteristiche della sindrome infiammatoria di Ferrum phosphoricum:
– febbre moderata;
– vampate vasomotorie;
– tendenza emorragica.
Ferrum phosphoricum è migliorato dalle applicazioni fredde e dal movimento lento, mentre i suoi sintomi peggiorano al mattino presto, con il movimento, il tatto, le scosse, il rumore.
La lateralità è prevalentemente destra.
USO DEL RIMEDIO FERRUM PHOSPHORICUM
Il rimedio omeopatico Ferrum Phosphoricum si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.
1) SISTEMA VASCOLARE. Anemia e clorosi. Ma Ferrum phosphoricum è anche il rimedio delle epistassi, delle ferite che sanguinano seppur lentamente. Edemi e versamenti. Emorragie. Pienezza vascolare e dilatazione delle vene. Polso forte, pieno e frequente. Gotta. Gonfiori edematosi e reumatici. Diabete.
2) OCCHI. Congiuntivite con fotofobia. Dolore pungente come se ci fosse la sabbia. Secrezione di muco. Palpebre gonfie e semi aperte. Lacrimazione.
3) ORECCHIE. Nelle otiti catarrali il bambino ha dolore all’orecchio medio. Rumori nelle orecchie quali ad es. ronzii, canto di uccelli, tintinnio di campane … Catarro alle trombe di Eustachio. Prurito. Otite media. Diminuzione dell’udito. Dolore e gonfiore delle parotidi. In materia medica si cita che il rimedio si è rivelato particolarmente efficace nei casi di otite acuta. Nelle malattie dell’orecchio Kali muriaticum è considerato un suo complementare. Quest’ultimo è un cronico e la sua zona di azione è la tromba di Eustachio. Alla 4CH e alla 5CH esso è un rimedio del catarro tubarico con sordità, del ronzio, della sensazione di orecchie chiuse: si tappano soffiandosi il naso.
4) NASO. Catarro nasale. Corizza con secrezione sanguinolenta. Croste nel naso. Secrezione escoriante. Epistassi con raffreddore, tosse, durante la febbre o durante la cefalea quando la testa è calda e sembra piena. Ostruzione della narice opposta al lato su cui ci si distende.
5) TESTA. Emicrania. Cefalea con sensazione di testa calda, ovvero congestioni della testa con sensazione di pienezza e pulsazioni, con viso rosso e piedi freddi. L’epistassi migliora la cefalea. Freddo in tutto il corpo. Vertigini. Caduta dei capelli, costrizione del cuoio capelluto, prurito. Torcicollo
6) FACCIA. Calore al viso. Vampate di calore. Gonfiore edematoso con odontalgia. Gengive rosse, calde e gonfie. Bruciore della lingua. Infiammazione della bocca. Gonfiore e dolore con infiammazione delle parotidi. Labbra secche, pallide. Colorito clorotico, pallido. Macchie epatiche. Rossore che si alterna a pallore.
7) GOLA. Rinofaringite acuta. Faringite. Laringite. Tonsillite. Calore alla gola. Arrossamento. Senso di costrizione. Dolore durante la deglutizione. Infiammazione delle tonsille. Sensazione di frammenti in gola.
8) SISTEMA NERVOSO. Sensibilità al rumore. Agitazione. Ansia. Isteria. Ipocondria. Paura. Nervosismo notturno. Sonno agitato, sogni angoscianti, incubi.
9) APPARATO URINARIO. Cistalgia con fuoriuscita di urine. Incontinenza. Tenesmo. Cistite. Emorragia. Blenorragia. Dolore ai reni. Enuresi.
10) APPARATO GENITALE. Menorragie e leucorrea in donne anemiche. Ipermenorrea. Dolori “bearing down”. Emorragia. Prolasso uterino.
11) APPARATO LOCOMOTORE. Quando le molecole di ferro contenute nelle cellule muscolari hanno un disturbo dovuto ad un’irritazione estranea, allora il muscolo diviene flaccido. Se invece il disturbo interessa le cellule dei vasi sanguigni, essi si dilatano. Lombaggine. Crampi. Reumatismi. Dolori reumatici acuti che si aggravano la notte, con il movimento, all’aria aperta e che migliorano muovendosi lentamente. Spalla dolorosa, a condizione che si trovino i seguenti sintomi: la sindrome infiammatoria acuta rende l’articolazione calda, rossa e gonfia; il dolore si irradia nel braccio; si aggrava con il minimo movimento; è colpita di più la spalla destra (la spalla sinistra è Ferrum metallicum). Periartrite scapolo-omerale acuta, prevalentemente destra.
12) APPARATO GASTROINTESTINALE. Gastroenterite acuta e sub acuta. Appetito ridotto, assente o feroce, ma senza gusto per il cibo. Sensazione di calore allo stomaco. Cattiva digestione. Desiderio per le cose aspre. Nausea. Vomito. Eruttazioni. Infiammazione. Singhiozzo. Dolori gastrici. Vomito di cibo non digerito e, nonostante ciò, fame intensa. Addome duro, dilatato ed ipertrofia del fegato e della milza. Sensazione di peso all’addome. Dolore al fegato, all’ipocondrio. Dolore intestinale. Stitichezza. Diarrea dopo ogni pasto, tenesmo. Flatulenza con emissione di gas putridi. Dolore al retto. Emorroidi che possono essere emorragiche. Prurito all’ano. In tutti i casi il dolore è di tipo crampiforme e peggiora dopo mangiato.
13) IPEREMIA. Iperemia locale (aumento del flusso sanguigno in una determinata parte del corpo) allo stato iniziale.
14) FEBBRE. Stati febbrili iniziali, con febbre moderata accompagnata da vampate di calore ed epistassi. Il rimedio si colloca tra lo stato di eccitazione di Aconitum e la depressione di Gelsemium. Febbre con infiammazione di organi, di articolazioni o di mucose. Il polso è pieno, molle e le pulsazioni sono rapide; vi è anche una tendenza emorragica. Brividi di freddo con viso rosso e sete. Agitazione durante la notte.
15) APPARATO RESPIRATORIO. Influenza, bronchite, polmonite, broncopolmonite, asma con dispnea e oppressione del petto, spesso espettorazione striata di sangue. Tosse secca molto dolorosa, talvolta seguita da emissione involontaria di urina ed espettorato striato di sangue o sanguinolento. Il fosforo ci richiama al tropismo per il polmone. Quindi questi bambini tenderanno ad avere frequentemente patologie respiratorie che si complicano, più spesso di quanto avvenga in altri bambini, con polmoniti e broncopolmoniti. La sintomatologia non è eclatante, la febbre non è elevata ed il bambino non si lamenta molto. Congestione delle vie aeree superiori. Febbre moderata (max 38,5 °C). Stati infiammatori acuti, ma non molto intensi, con congestione locale e tendenza alle emorragie. Espettorato giallastro, striato di sangue. Anche per rinite recidivante.
16) SINTOMI GENERALI. Paura. Ansia come quella di Phosphorus. Pianto. Avversione per il lavoro, per il lavoro psichico, per lo studio. Vampate di calore alla testa e rossore in volto. Costrizione toracica e cardiaca. Debolezza, formicolio, indolenzimento degli arti. Dolore e torpore degli arti. Mani e piedi freddi.
17) PELLE. Pelle secca, pallida, molto sensibile. Ulcerazioni, Verruche.
DOSI
In tutti i casi diluizione 5-7CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.
Se utilizzato come rimedio di terreno o per curare nel profondo gli stati cronici, può essere prescritto a diluizioni più alte secondo il parere del medico.
(*) V. Note esplicative

La cefalea può comparire come patologia primaria o secondaria ad altro disturbo: infatti si è soliti operarne la distinzione tra “cefalea primaria” e “cefalea secondaria”.
soprattutto in presenza di una cefalea cronica e recidivante, allo scopo di intraprendere una cura omeopatica di fondo per il superamento definitivo del disturbo, sarebbe opportuno avere molte più informazioni del paziente e delle sue caratteristiche psico-fisiche, con particolare riguardo alla tipologia del soggetto, al biotipo omeopatico, allo stile di vita, agli aspetti emotivi, al modo di essere e di vivere il disturbo, ecc., che consentono di individuare i rimedi omeopatici della costituzione e della diatesi, in grado di intervenire sul “terreno”, legato al patrimonio genetico e comportamentale.
Le dermatiti quindi sono diverse malattie della pelle, caratterizzate da fenomeni infiammatori, con cause e manifestazioni differenti, ma accomunate da alcuni sintomi caratteristici, come pruriti, arrossamenti, eritemi e piccoli gonfiori della cute, talvolta di tipo vescicolare, fino a vere e proprie lesioni.
L’eritema è un arrossamento della cute, circoscritto o diffuso, dovuto a congestione vasale. Possono associarsi prurito e/o desquamazione della pelle. Può manifestarsi con dermatite da contatto, dermatite atopica, dermatite seborroica, artrite psoriasica, rosacea.
Ribes nigrum M.G. D1: utile per l’attività antinfiammatoria e antiallergica, possedendo azione simil-cortisonica e simil-antistaminica, senza averne gli effetti collaterali.
Bardana TM: contiene sostanze ad azione antibiotica e presenta proprietà depurative. Si può usare sia localmente nelle forme infette e sia per via generale.
L’alimentazione consigliata è quella ricca di vitamine (in particolare A/beta-carotene, gruppo B, C, D, E), di sali minerali (in particolare magnesio), di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), di cereali integrali, che combattono meglio i processi infiammatori ed aiutano a mantenere la pelle sana. È buona norma evitare o ridurre drasticamente il consumo di zuccheri semplici, grassi saturi, alcool, cibi piccanti e speziati.
fondale, è di forma ovale, ha morfologicamente ben distinti la testa ed il corpo. La testa è massiccia con otto braccia di pari lunghezza munite di ventose, che nascondono al centro un becco corneo simile a quello del pappagallo e due lunghe appendici retrattili dotate di ventose solo all’apice; gli occhi sono sporgenti con pupilla molto sviluppata. Il corpo è schiacciato, orlato lateralmente da due pinne a forma di frangia contrattile, all’interno del quale si trova una conchiglia, detta osso di seppia, costituita da lamelle di sostanza calcarea. Nel corpo si trova anche la caratteristica sacca contenente una specie di inchiostro che l’animale emette nell’acqua per sfuggire ai suoi predatori. Questo “nero di seppia” è un liquido dal colore bruno-nerastro dovuto alla presenza di melanina, che ne è il costituente principale. In passato veniva usato come inchiostro, oggi invece è adoperato in cucina come condimento di primi piatti. L’omeopatia lo utilizza per la preparazione di uno dei più importanti rimedi della Materia Medica Omeopatica.
I) TUTTO E’ NERO. L’umore, il colorito, il sangue delle mestruazioni, i capelli scuri, spesso le macchie scure sul viso, le occhiaie. Sepia vede tutto nero, proprio come l’inchiostro della seppia.
L’ansia è uno stato emotivo spiacevole, caratterizzato da tensione, preoccupazione e paura, in cui sia la volontà di controllo e sia il ragionamento logico sono alquanto inefficaci. Si può quindi definire come un’eccessiva reazione “stenica”, attiva, nei confronti di eventi e sentimenti, che comporta una persistente, irrazionale e incontrollabile angoscia. Solitamente dietro l’ansia si nasconde un pensiero negativo che fa temere un male futuro. A tale espressione psichica spesso si accompagnano sintomi organici e somatici, quali palpitazioni, tachicardia, ipertensione, senso di costrizione toracica e oppressione respiratoria, sudorazione, mani e piedi gelati, insonnia, disturbi del sonno, cefalea o emicrania, vertigini, disturbi a carico dell’apparato gastro-enterico, alterazioni dell’appetito, diminuzione del desiderio sessuale, variazioni del ritmo mestruale, ecc.
