DESCRIZIONE
Il rimedio omeopatico Hypericum si ottiene dalla tintura dell’intera pianta fresca in fiore di Hypericum perforatum e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
Hypericum perforatum (nome italiano Iperico) è una pianta perenne sempreverde appartenente alla famiglia delle Clusiaceae (precedentemente Hypericaceae o Guttiferae), molto comune in Italia, in Europa, in Asia occidentale e in Nord Africa. Cresce nei luoghi asciutti, soleggiati ed erbosi, colline ed oliveti, ai margini delle strade di campagna ed oggi viene anche coltivata. Alta 30 – 80 cm e comunque non oltre 1 m, ha un fusto eretto, angoloso, percorso da due strisce longitudinali in rilievo. Le foglie sono piccole, sessili, oblunghe-ellittiche. Quando non è in fioritura tali foglioline viste in controluce appaiono bucherellate, da cui il nome perforatum. Trattasi in realtà di vescichette traslucide contenenti resine ed oli essenziali incolori. I fiori, a cinque petali di colore giallo-oro, sono riuniti in pannocchie che raggiungono la fioritura verso il 24 giugno, da qui il nome popolare di Erba di San Giovanni. Ai margini dei petali sono visibili dei punti neri per la presenza di strutture ghiandolari contenenti un succo oleoso di colore rosso-violaceo, chiamato volgarmente sangue di San Giovanni (perché ricorda il sangue versato dal Santo fatto decapitare da Erode intorno al 35 d.c.), che deve la sua colorazione alla ipericina, sostanza di cui è particolarmente ricco. I frutti sono capsule ovali che a maturazione si aprono scoprendo i semi cilindrici di colore nero o bruno scuro.
L’iperico è conosciuto sin dall’antichità, a partire dall’Età Classica, per le sue proprietà medicinali e veniva utilizzato per curare molte malattie. Nel Medioevo era ritenuto utile per tenere lontano i demoni e per questo gli venne attribuito l’appellativo popolare di “erba scacciadiavoli”.
Oggi alla pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, tra cui ricordiamo quella antinfiammatoria, antisettica, cicatrizzante, riepitelizzante, analgesica, diuretica, depurativa, ipotensiva, astringente, antiossidante, vasoprotettrice, ma soprattutto l’attività sedativa e antidepressiva.
Tale ultima proprietà è stata scientificamente provata agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso da alcuni studiosi americani e ciò ha prodotto un più consistente uso della pianta per la cura della sindrome della depressione, in alternativa ai tradizionali farmaci di sintesi, tanto che attualmente negli Stati Uniti ed in Germania il 50% circa degli antidepressivi che si vendono sono a base di iperico. La pianta agisce con un’efficacia del tutto equivalente a quella dei comuni farmaci antidepressivi, con il vantaggio di non presentare controindicazioni alle dosi consigliate. L’attività però non è immediata, ma necessita di almeno 15 – 20 giorni per dare i primi risultati significativi.
La proprietà antidepressiva dell’iperico è attribuibile al contenuto di sostanze, che costituiscono i principi attivi più importanti, quali l’ipericina, l’iperforina ed alcune classi di flavonoidi, particolarmente presenti nelle foglie e nelle sommità fiorite. L’azione combinata di tali sostanze favorisce nel sistema nervoso centrale l’aumento dei livelli di serotonina, neurotrasmettitore coinvolto principalmente nella regolazione dell’umore, e modula la secrezione di melatonina, ormone che regola il ciclo sonno-sveglia. Ciò si traduce in un’attività biologica spiccatamente antidepressiva, che contrasta i disturbi dell’umore ed aiuta a ristabilire l’equilibrio emotivo. Per tali caratteristiche la pianta si è procurato l’ulteriore appellativo di “antidepressivo vegetale”.
L’iperico, inoltre, è considerato il rimedio per eccellenza di tutte le lesioni della pelle, soprattutto le ustioni ma anche piaghe e ferite, nonché per il trattamento degli stati infiammatori dei bronchi e delle vie urinarie, per la protezione dei vasi sanguigni e per combattere l’ipertensione arteriosa grazie alla sua azione vasodilatatrice.
Oltre che in omeopatia la pianta è molto utilizzata nella farmacologia tradizionale, nella cosmesi ed in fitoterapia.
Ad esempio le tisane e le tinture, oltre alla già trattata azione antidepressiva, trovano impiego come espettoranti e come sedativi della tosse, tant’è che la pianta si trova nella maggior parte delle preparazioni degli sciroppi contro la tosse, anche di quella di tipo convulsivo dei bambini.
La pomata o meglio l’olio di iperico applicato sulle ustioni (eritemi solari in primis) consente di calmare rapidamente il dolore e di accelerare la cicatrizzazione delle piaghe. Esplica inoltre un’importante azione antivirale locale per cui si rivela utile per il trattamento dell’herpes simplex (responsabile dell’herpes labiale e genitale) e dell’herpes zoster (responsabile della varicella nei bambini e del Fuoco di Sant’Antonio negli adulti). Usato nei massaggi fornisce sollievo ai dolori muscolari, nevralgici e reumatici.
I lavaggi con il decotto di iperico sono efficaci per tutte le infiammazioni della pelle ed i cataplasmi dei fiori freschi sono ottimi lenitivi e cicatrizzanti. Le foglie ed i fiori aggiunti all’acqua da bagno hanno un effetto tonificante e nutriente.
L’iperico ha un’azione fotosensibilizzante, per cui durante l’assunzione occorre evitare una lunga esposizione al sole. Inoltre ne è sconsigliato l’uso in gravidanza, durante l’allattamento ed in pediatria e quando si stanno assumendo alcune tipologie di farmaci con i quali potrebbe interagire riducendone l’efficacia.
Tra gli effetti indesiderati che si possono manifestare, specialmente se nell’uso degli estratti della pianta si superano le dosi consigliate, ce ne sono alcuni comuni agli antidepressivi di sintesi, come astenia e agitazione, affaticamento, tachicardia, incremento della frequenza delle minzioni, irritazioni gastrointestinali, secchezza della bocca, riduzione della libido, o reazioni allergiche.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Hypericum è un rimedio omeopatico che agisce principalmente sul sistema nervoso, sia centrale che periferico, con un’azione che sembra essere di tipo centripeto, cioè che risale dalle terminazioni nervose al sistema nervoso centrale. Per questo motivo il rimedio corrisponde maggiormente alle irritazioni ed alle infiammazioni dei nervi sensitivi che sono essenzialmente centripeti. In generale quindi Hypericum è il rimedio adatto in tutti i casi di nevrite, quando si verifica una degenerazione, di natura traumatica, infettiva, tossica od altro, di un nervo o di un gruppo di nervi con il dolore che risale lungo il tragitto del nervo.
E’ un ottimo rimedio per la terapia del dolore di qualsiasi origine, in modo particolare di quello a carattere nevralgico (sciatica, nevriti, nevralgie, ecc.), di quello dovuto a traumi (ferite, contusioni, distorsioni, ecc. e più specificamente di quello al coccige o alla schiena per caduta o per colpo violento), di quello dovuto a reumatismi (artriti, artrosi, ecc.), a interventi chirurgici, a estrazioni dentarie, al post-partum, al ciclo mestruale, alle vene varicose, ecc.
Il rimedio è in grado di rimuovere manifestazioni dolorose di traumi anche antichi ed è particolarmente specializzato per le lesioni prodotte da strumenti acuminati, anche se risulta ugualmente efficace per qualsiasi tipo di trauma che interessa zone molto innervate con dolori brucianti, acuti, pungenti, irradiati (come ad es. lo schiacciamento delle dita).
I traumi vertebrali possono essere accompagnati da febbre con sete intensa, pupille dilatate, timore del minimo contatto e del minimo movimento (come in Belladonna che però viene preferito in caso di malattia infettiva e non di trauma).
Hypericum favorisce anche la cicatrizzazione di tutti i tipi di ferite (da taglio, da punta, lacere, lacero-contuse, da arma da fuoco, ecc) e ne evita l’infezione. In tal caso è spesso associato o susseguente a Ledum palustre che è il miglior rimedio per le ferite da punta (coltello, chiodo, cacciavite, ecc.) e per l’azione di prevenzione sul tetano.
Hypericum è altresì indicato per i disturbi respiratori, quali tosse stizzosa o pertussoide e crisi di asma, migliorate dall’espettorazione, nonché per i problemi dell’apparato digerente (soprattutto se di origine nervosa) accompagnati da grande sete e sensazione di calore in bocca, lingua bianca, senso del gusto diminuito, cefalea post-prandiale, diarrea estiva, desiderio di bevande calde, di vino e di sottaceti.
Il soggetto Hypericum in una prima fase è ansioso, ipersensibile, stenico e reattivo, è eccitato, si sveglia di notte con le carotidi pulsanti, con le pupille dilatate, avverte i battiti cardiaci nella testa (e ciò gli impedisce di dormire), è ansioso, agitato e non vuole essere toccato (come Arnica), non vuole cambiare di posto neppure per farsi rifare il letto, ha vertigini, ronzii alle orecchie e spesso perde il filo del discorso.
In una seconda fase evolve progressivamente verso la depressione, avendo esaurite le sue riserve di energia nervosa. Appartiene pertanto alla categoria di persone che a seguito di un trauma, di una paura, di uno shock, cadono nella depressione nervosa.
Hypericum è uno dei migliori rimedi per la cura della depressione (non a caso la pianta da cui trae origine è definita l’antidepressivo vegetale) ed anche per la nevrosi della menopausa.
Il rimedio, anche se per certi sintomi di eccitazione mentale somiglia a Belladonna, ha uno psichismo molto più vicino a quello di Arnica, essendo entrambi dei traumatizzati. Tra l’altro Hypericum è spesso utilizzato in associazione con Arnica o quando questa ha terminato il suo lavoro e cessa di agire.
I sintomi peggiorano con il freddo (tranne la tosse che è aggravata sia dal freddo che dal caldo), con la nebbia che scatena le crisi d’asma, con il contatto, con il movimento.
Migliorano piegando la testa all’indietro. Il dolore delle nevralgie dentarie migliora, fino a scomparire del tutto, se ci si corica sul lato dolente e si resta immobili (è questo un sintomo chiave da ricordare, che si trova anche in Bryonia in altre circostanze).
I principali sinergici (complementari) di Hypericum sono Aconitum napellus, Arnica montana, Ledum palustre, Magnesia phosphorica.
I principali antidoti (ma che ne aiutano l’azione) sono Arsenicum album, Chamomilla, Sulphur.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Hypericum si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) SISTEMA NERVOSO. Depressione reattiva o con stanchezza e letargia. Depressione post traumatica e post operatoria. Stati depressivi dopo commozione cerebrale. Shock da trauma fisico o emotivo. Stati di ansia e di ipersensibilità generale spesso accompagnati da cefalee congestizie. Anche per la nevrosi della menopausa. Vertigini. Nevriti e nevralgie in genere, spontanee o insorte dopo un trauma accidentale o chirurgico. Sciatica.
2) DOLORI. Dolori di qualsiasi natura e in ogni sede, in particolare quelli provocati da traumi. Sono tipici i dolori, dopo una caduta o un colpo violento, per una lesione al coccige, per una contusione alla colonna vertebrale, per un traumatismo che interessa mani, piedi, collo, spalle, braccia e gambe con difficoltà di movimento. Torcicollo. Lombalgia cronica. Mal di denti e dolori da interventi dentari. Dolori o fitte agli occhi per piccoli traumi. Dolori da ferite e da ustioni. Dolori post-partum. Sintomatologie dolorose legate a processi infiammatori. Dismenorrea. Alluce valgo.
3) FERITE. Ferite di qualsiasi tipo (da taglio, da punta, lacere, lacero-contuse, da arma da fuoco, ecc), per le quali il rimedio attenua il dolore, evita l’infezione e favorisce la cicatrizzazione. Ferite in zone fortemente innervate (polpastrelli delle dita, labbra, ecc.). Ferite penetranti provocate da oggetti appuntiti (spine, chiodi, ecc.), da morsi di animali, da interventi chirurgici. Unghia incarnita.
4) PELLE. Dermatosi fotosensibili. Ustioni ed in particolare eritemi solari. Eruzioni cutanee, tipo orticaria, sulle mani. Herpes labiale e herpes zoster.
5) APP. RESPIRATORIO. Tosse lacerante e secca di tipo nervoso. Asma in ambiente umido, migliorata dall’espettorazione, le cui crisi sopraggiungono o sono aggravate per un traumatismo del sistema nervoso.
6) APP. DIGERENTE. Pressione allo stomaco anche mangiando poco. Distensione addominale (pancia gonfia) migliorata con l’evacuazione. Cefalea, eruttazioni e malessere di stomaco dopo ogni pranzo. Nausea e stimolo di vomitare. Diarrea per lo più estiva, alternata a stipsi.
7) APP. CARDIOVASCOLARE. Palpitazioni. Eretismo cardiovascolare da stress fisico o emotivo. Sensazione che di sera il cuore debba cadere. Polso accelerato e duro. Emorroidi dolorose e sanguinanti.
DOSI
In tutti i casi, diluizione 6CH, 3 granuli o 10 gocce 3-6 volte al dì.
Diluizioni più alte, consigliabili per curare nel profondo gli stati cronici, per la loro incidenza sull’organismo possono essere prescritte solo dal medico omeopata.
Nei casi 3) e 4) sono preferibili, in associazione o in esclusiva, applicazioni con preparati per uso esterno.
(*) V. Note esplicative
Strychnos Nux vomica o Noce vomica è un albero della famiglia delle Loganiaceae, dalle dimensioni medie, originario dell’Asia subtropicale, coltivato nello Sri Lanka (già isola di Ceylon), nell’Arcipelago Malese e nell’Australia settentrionale. Il tronco è corto e spesso. I rami sono irregolari con corteccia liscia color cenere. Le foglie sono opposte, ovali, intere. I fiori sono piccoli, bianchi e bianco-verdastri, riuniti in corimbi (tipiche infiorescenze in cui i fiori si trovano tutti alla stessa altezza). La pianta fiorisce nella stagione fredda. I frutti sono delle bacche globose, delle dimensioni di un’arancia, con epicarpo (buccia) duro, di colore verde prima, aranciato poi e con polpa bianca, gelatinosa, amara, che racchiude parecchi semi. Questi sono discoidali, da 2 a 2,5 cm di diametro per 1/2 cm di spessore, di colore grigio cenere, ricoperti da una sottile peluria setosa. Tali semi contengono alcuni alcaloidi ed in particolare due che hanno la maggiore concentrazione, la stricnina e la brucina, che sono molto tossici ed amari e costituiscono i due principi farmacologicamente più attivi.
mani e cute livide, punta del naso particolarmente fredda, non riesce a scaldarsi a letto di notte, deve essere sempre molto coperto, avverte freddo al minimo movimento e ciò aggrava ulteriormente la sua sedentarietà. Il semplice spostamento d’aria sotto il lenzuolo aggrava il raffreddore, la tosse, i dolori. Anche durante la febbre, nonostante il corpo sia urente e la faccia rossa e calda, non può muoversi o scoprirsi senza provare freddo. Rabbrividisce al minimo contatto con qualcosa di freddo o alla minima sensazione di freddo.
pianta alta 4–6 m, dal legno compatto, poco sviluppato, sovente obliquo, con midollo cellulosico persistente; corteccia verdastra e sottile da giovane, successivamente grigio-brunastra, scagliosa e fessurata; rami giovani con superficie verrucosa (lenticelle) e midollo tenero e spugnoso. La si riconosce facilmente per le foglie grandi, lunghe 10–30 cm, di colore verde scuro, imparipennate, con margine dentato-seghettato. I fiori sono piccoli, di colore da bianco-panna a bianco-giallognolo, riuniti in infiorescenze ad ombrello molto vistose, larghe 10–25 cm, di odore intenso, quasi nauseante, tale da attirare una moltitudine di insetti, soprattutto i maggiolini. Fiorisce tra aprile e giugno. I frutti sono delle bacche di colore prima verdastro, quindi rossastro ed infine nero-violaceo a maturazione (settembre), lucide, succose, agrodolci, commestibili. All’interno presentano quasi sempre tre logge, ciascuna contenente un unico seme. La pianta viene coltivata anche a scopo ornamentale per le siepi. Dal tronco si ricava un legno duro e consistente che viene adoperato per il lavori al tornio. Al sambuco in passato si attribuivano poteri magici contro streghe e demoni.
sudorazione è abbondante e profusa soprattutto al risveglio, mentre è assente durante il sonno. Essa interessa inizialmente il volto per poi estendersi al resto del corpo. Il soggetto spesso dorme con le mani sulla testa, si sveglia frequentemente trasalendo, colto da angoscia, da tremori e brividi, a causa della respirazione impedita o dal senso di soffocamento o dalla tosse. Quando è sveglio ha grande agitazione, muove freneticamente le mani ed accusa tremolio alle stesse durante la scrittura. Ha capogiri e sensazione di confusione, specie durante il movimento della testa, di espansione del cervello e di cranio allungato. Il colorito è pallido, la gola, la bocca e la pelle sono secche, ma non ha sete. Ha solletico e formicolio alla gola, ha espettorazione durante il giorno, ma solo di piccole quantità di muco denso. Le mani e i piedi sono lividi e gonfi. Sente caldo, ma ha paura di scoprirsi anche se suda. Quando è presente la febbre, il corpo è caldo e le estremità sono fredde.
continenti. Cresce spontaneamente nei prati ed in aperta campagna, non oltre gli 800 m; si adatta anche a terreni poveri, moderatamente salini, acidi. Il ciclo di vegetazione è primaverile – estivo, con fioritura in tarda primavera e nel corso dell’estate.
crampi, raffreddore, gastralgia. E’ indicato in tutti i casi di indigestione, dovuta ad es. ad abuso alimentare e di cattiva digestione in generale. E’ altresì utile per i problemi dei bambini e dei lattanti dovuti alla dentizione e per il mal di denti degli adulti.
La lombalgia, comunemente chiamata mal di schiena, è il dolore che colpisce la regione lombare e sacrale. Nel caso in cui il dolore si irradia anche alla gamba si parla di lombosciatalgia. Le cause possono essere le più diverse, quali ad es. uno sforzo eccessivo, una caduta, un trauma contusivo-distorsivo, patologie croniche e degenerative quali l’artrosi della colonna vertebrale, ecc. L’organismo risponde al dolore con la contrattura della muscolatura lombare che comporta un aumento ulteriore della sensazione dolorosa ed un aggravio della mobilità del tronco. La lombalgia acuta è caratterizzata da una lesione in sede (muscolare, legamentosa, articolare, ossea, ecc.) accompagnata da fenomeni infiammatori. La lombalgia può diventare cronica quando anche senza alcuna lesione il dolore si protrae a causa essenzialmente di uno stile di vita errato (scarsa attività fisica, sovrappeso, posture scorrette, movimenti scorretti, stress, ansia, ecc.).













