Caulophyllum: Descrizione, Caratteristiche, Organospecificità, Indicazioni Cliniche, Profilo del Soggetto, Modalità Aggravamento Miglioramento, Usi Omeopatici e Dosi
DESCRIZIONE della pianta
Caulophyllum, comunemente noto come caulefero o squawroot o come “radice blu” o “cohosh blu”, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Berberidaceae. È originario del Nord America, dove cresce in boschi umidi e ombrosi.
Caratteristiche principali della pianta:
- Aspetto: La pianta può raggiungere un’altezza di circa 30-90 cm, con foglie grandi, composte e verde scuro.
- Fiori: I fiori sono piccoli, di colore verde-giallastro, e fioriscono in primavera.
- Frutti: Produce bacche bluastre simili a mirtilli, che maturano in estate.
La pianta contiene alcaloidi, resine e saponine, che le conferiscono proprietà uniche.
Utilizzi:
- Medicinale: Caulophyllum è noto per le sue proprietà medicinali, utilizzato tradizionalmente nella medicina erboristica dei nativi americani per trattare problemi legati alla salute delle donne, come il parto e i crampi mestruali. È anche usato come rimedio omeopatico per vari disturbi.
Il rimedio omeopatico si prepara a partire dalla tintura madre che si ottiene dalle radici fresche della pianta.

CARATTERISTICHE del Rimedio Caulophyllum
Caulophyllum: Un Rimedio Omeopatico per la Salute Femminile
Caratteristiche del Rimedio
È particolarmente noto per il suo effetto benefico sul sistema riproduttivo femminile.
Organospecificità
Caulophyllum mostra una specificità d’azione su:
- Sistema riproduttivo femminile: regola la funzionalità uterina e allevia i disturbi associati al ciclo mestruale.
- Muscoli lisci: agisce come spasmolitico, favorendo il rilassamento della muscolatura uterina e di altri organi viscerali.
- Sistema articolare: utile per dolori reumatici e rigidità articolare, soprattutto nelle donne.
Indicazioni Cliniche
Le principali indicazioni cliniche di Caulophyllum includono:
- Dolori mestruali: crampi intensi e irregolarità del ciclo.
- Preparazione al parto: per stimolare contrazioni uterine efficaci e ridurre il rischio di travaglio prolungato.
- Disturbi menopausali: vampate, irritabilità e dolori muscolari.
- Aborti ricorrenti: per rinforzare la tonicità uterina e prevenire complicazioni.
- Dolori reumatici: rigidità articolare e dolori migranti, in particolare alle piccole articolazioni.
Profilo del Soggetto
Il soggetto che beneficia di Caulophyllum è generalmente:
- Fisicamente: donna, con tendenza a debolezza muscolare e disturbi ciclici legati al sistema riproduttivo.
- Emotivamente: spesso ansiosa o irritabile, con una marcata sensibilità agli stress fisici e mentali.
- Sintomi tipici: dolori acuti e spastici, che migliorano con il calore o il riposo.
Modalità di Aggravamento e Miglioramento
- Aggravamento: i sintomi peggiorano con il freddo, l’umidità, il movimento e durante il ciclo mestruale.
- Miglioramento: si osserva con l’applicazione di calore, il riposo e in un ambiente confortevole e rilassante.
USI principali di Caulophyllum in Ambito Omeopatico
Caulophyllum è utilizzato prevalentemente per:
- Preparazione e supporto al parto: somministrato nelle ultime settimane di gravidanza per favorire un travaglio più rapido e meno doloroso.
- Disordini mestruali: per regolare cicli irregolari e alleviare dolori mestruali.
- Disturbi menopausali: utile contro vampate di calore e dolori articolari associati.
- Dolori articolari: per rigidità e dolori reumatici, soprattutto nelle articolazioni delle mani e dei piedi.
Dosi e Modalità di Somministrazione
Le dosi di Caulophyllum variano a seconda della condizione:
- Diluizioni basse (3X – 6X): per sintomi acuti, somministrate 2-3 volte al giorno.
- Diluizioni medie (12C – 30C): adatte per disturbi cronici o di lunga durata, con assunzione giornaliera o settimanale.
- Diluizioni alte (200C e oltre): utilizzate in preparazione al parto o per condizioni complesse, sempre sotto supervisione medica.
La frequenza e la durata del trattamento dipendono dalla gravità della condizione e dalla risposta del paziente, con particolare attenzione alla personalizzazione del trattamento.
Conclusioni
Caulophyllum è un rimedio omeopatico versatile e prezioso, particolarmente indicato per i disturbi femminili e reumatici. Il suo utilizzo, in combinazione con un approccio terapeutico personalizzato, può migliorare significativamente la qualità della vita delle pazienti.
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(*) V. Note esplicative e la home-page della sezione.

sottoforma di una o più tumefazioni di colore rosso. Si dicono esterne se sono situate vicino all’apertura anale e visibili dall’esterno, oppure interne se sono situate all’inizio del canale anale. Le cause del disturbo sono le stesse delle vene varicose, riconducibili quindi ad una debolezza venosa di origine genetica oppure a fattori che aumentano la pressione sanguigna addominale. Per quanto riguarda questi ultimi, lo stile di vita e le abitudini alimentari sono fattori fortemente predisponenti per l’insorgere della patologia. Sarebbero da evitare la sedentarietà, gli sforzi eccessivi, lo stare troppo tempo in piedi o seduti, l’abuso di lassativi, come pure sarebbero da limitare gli alimenti irritanti quali peperoncino, superalcolici, cioccolato, insaccati e spezie piccanti. Anche le disfunzioni intestinali, come stitichezza e diarrea croniche, possono costituire un importante fattore di rischio. Bisognerebbe pertanto privilegiare l’attività fisica (sport, ginnastica, ballo, moto, ecc.) ed adottare una dieta alimentare equilibrata ricca di acqua e di fibre allo scopo di favorire la regolarità delle funzioni intestinali.













interne di detti vasi, causa di un ristagno e di un reflusso di sangue che in condizioni normali sarebbe spinto efficacemente verso il cuore attraverso l’azione di pompaggio dei muscoli. Le vene, le cui pareti sono di per sé già indebolite, tendono quindi a dilatarsi e ad ingrossarsi in maniera irreversibile rendendosi visibili attraverso la pelle perché in rilievo e per il loro colore bluastro. I sintomi sono dolore, bruciore, prurito, crampi, gambe pesanti, edema di piedi e caviglie, cui occorre aggiungere il disagio estetico che può diventare importante se si considera che le varici affliggono principalmente le donne. In assenza di alcun trattamento, sia preventivo che curativo, possono insorgere complicazioni quali ulcere, flebiti, trombosi, emorragie, infezioni, ecc. Le cause della patologia possono essere genetiche oppure riconducibili ad uno stile di vita errato. Sono da evitare la sedentarietà e l’abitudine a stare per molto tempo in piedi, che favoriscono la stasi ematica e fanno venir meno l’azione di pompaggio dei muscoli come quelli del polpaccio. Un peso corporeo eccessivo è sicuramente un fattore di rischio in quanto aumenta la pressione addominale e di conseguenza affatica il funzionamento delle valvole. Bisognerebbe quindi privilegiare l’attività fisica ed una dieta alimentare equilibrata sia nelle calorie che nella qualità dei cibi assunti, limitando zuccheri e grassi, bevendo molta acqua e dando precedenza a cereali, verdure e frutta, in particolare ai frutti rossi perché il loro elevato contenuto di flavonoidi aiuta a mantenere le vene più elastiche (uva, agrumi, prugne, ciliegie, fragole, mirtilli, ribes, more, ecc.). Qualche comportamento virtuoso per favorire la circolazione alle gambe può dare i suoi vantaggi, come ad es. camminare molto, portare scarpe con tacchi né molto alti né molto bassi, non indossare calze o gambaletti troppo aderenti, né jeans troppo stretti, evitare di accavallare le gambe quando si è seduti, dormire con i piedi leggermente sollevati, non esporsi troppo al sole, preferire la doccia al bagno, ecc.










La forma acuta è scatenata principalmente da agenti infettivi (batteri, virus e parassiti) che possono diffondersi a causa di scarse condizioni di igiene veicolate tramite l’acqua o i cibi contaminati (purtroppo sono eventi alquanto frequenti nei Paesi in via di sviluppo). Tipica è la cosiddetta “diarrea del viaggiatore” causata dal batterio campylobacter jejuni, le cui tossine possono essere distrutte solo con un’adeguata cottura. Generalmente in estate sono molto più comuni le forme batteriche, mentre in inverno quelle virali.



















forma ovale-lanceolata, alterne, con una più piccola dell’altra nella zona superiore. Come il fusto, esse sono ricoperte di una peluria responsabile dell’odore sgradevole emanato dalla pianta. I fiori, che compaiono nel periodo estivo, sono piccoli, caliciformi, poco attraenti, di colore porporino-violaceo. Il frutto è una bacca nera lucida, contornata da un calice a stella, delle dimensioni di un’amarena, dall’aspetto invitante e può essere confusa con i frutti del sottobosco come i mirtilli. La pianta cresce sporadica nelle zone montane e submontane dell’Europa centrale, Africa settentrionale ed Asia occidentale. In Italia la si può trovare nei boschi delle Alpi e degli Appennini. L’intera pianta è velenosa ed in modo particolare le sue bacche, nonostante abbiano un sapore dolciastro e gradevole. L’ingestione di solo alcune di esse può provocare la morte. I sintomi sono contenuti in una vecchia filastrocca inglese, che recita: “caldo come una lepre” (febbre), “cieco come un pipistrello” (dilatazione pupillare e inibizione dell’accomodazione), “secco come un osso” (blocco di salivazione e sudorazione), “rosso come una barbabietola” (congestione di volto e collo), “matto come una gallina” (allucinazioni, eccitazione). Proprio a questi effetti letali si deve il termine Atropa che compone il nome della pianta. Atropa infatti, era una figura della mitologia greca che aveva il compito di recidere il filo della vita. Il termine Belladonna, che è il nome comune dato alla pianta, invece deriverebbe dall’uso cosmetico che ne facevano le donne del Rinascimento, le quali la utilizzavano per migliorare il colorito del viso e per dilatare le pupille allo scopo di rendere lo sguardo più luminoso ed ammaliante.
contrario quando si ammala diventa violento e spesso delira: guai a dargli fastidio. Il più delle volte si tratta di donne e bambini con capelli chiari ed occhi azzurri, carnagione chiara, cute delicata, nervosi con tendenza alle convulsioni. Possiamo immaginare Belladonna proprio come una bella donna, formosa e piacente nell’aspetto ma estremamente sensibile, che scatta e si tinge di rosso se viene disturbata, facilmente influenzabile e stimolabile dal punto di vista emotivo.

