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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: mal di gola

Relazione corpo mente

Esiste una relazione corpo mente e anche una relazione tra i sistemi del nostro organismo.

Il sistema può essere definito come un complesso di parti le quali, dotate di determinate connotazioni, istituiscono tra loro relazioni, tale che il comportamento di ciascuna di esse risulta contraddistinto dal legame in cui è coinvolto e viceversa. Tutte insieme conferiscono al sistema proprietà, che non sono la mera derivazione della somma delle note distintive delle parti, ma risultano del tutto originali.

Ne deriva che nella totalità dell’organismo strutturato, il singolo elemento, per essere veramente conosciuto, va esaminato in riferimento alla condotta di tutti gli altri e quindi a quella dell’intero sistema, per cui la variazione introdotta in una componente si ripercuote tanto sul funzionamento di tutto il sistema quanto sul comportamento delle altre componenti.

Il sistema è composto da sottosistemi strutturati e in relazione tra loro secondo un vero e proprio ordine di priorità (gerarchizzazione). Vi sono poi sistemi chiusi e sistemi aperti: i primi vivono ripiegati su sé stessi, i secondi istituiscono scambi con l’ambiente circostante.

Gli organismi viventi sono sistemi aperti. Ogni parte di un sistema è in rapporto tale con le parti che lo costituiscono che qualunque cambiamento in una parte causa un cambiamento in tutte le parti e in tutto il sistema.

Un sistema non è la somma delle sue parti. L’analisi di segmenti isolati non porterebbe alla comprensione dell’intero sistema.

Ogni sistema aperto reagisce ai dati di ingresso e li modifica. Ciò provoca cambiamento, per cui si perde stabilità ed equilibrio.

Nel mondo scientifico si va sempre più affermando la convinzione, suffragata da svariati studi e rapporti, che esiste un collegamento tra il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sistema immunitario e la psiche. Le ricerche cioè, come da sempre sospettato, tendono a dimostrare l’esistenza di un legame tra la salute fisica e la salute psichica, in base al quale l’organismo umano deve essere considerato un sistema “olistico”, cioè sotto una visione unitaria e non separata nelle sue componenti, dove quindi ogni singola parte, ogni organo, ogni funzione, ogni senso è in grado di influenzare tutto il resto.

Lo stato di salute si mantiene perciò quando tutte le componenti sono in perfetto equilibrio tra loro ed ogni perturbazione, fisiologica e/o psicologica, che tenta di minacciare ciò fa entrare in gioco i sistemi di autoregolazione dell’organismo che cercano di ripristinare l’equilibrio perduto e quando non ci riescono si instaura lo stato di malattia. Tale concezione è propria della medicina omeopatica, che infatti basa i suoi effetti curativi sulla connessione corpo-mente.

Relazione corpo mente
Relazione corpo mente

Quindi i pensieri, le emozioni possono influenzare il nostro corpo e la nostra realtà. Ma anche i fattori prettamente biologici possono influenzare il nostro benessere psicologico.

Alcune problematiche sono testimonianze sul legame indissolubile tra mente e corpo.

Tra queste troviamo lo stress, specialmente se le esperienze stressanti sono prolungate nel tempo. Numerose ricerche hanno dimostrato che nei periodi di forte stress psicologico siamo più vulnerabili alle infezioni virali o batteriche. Lo stress, inoltre, può contribuire anche al manifestarsi di problematiche relative all’ipertensione, alle malattie delle coronarie, all’emicrania.

Anche la tendenza ottimistica o pessimistica è una variabile psicologica che può essere in grado di influenzare positivamente o negativamente la nostra salute fisica.

La locuzione latina tratta da un verso di Giovenale “Mens sana in corpore sano” letteralmente significa “mente sana in un corpo sano”. Tale locuzione sottolinea che il corpo e la mente sono strettamente collegati e che il benessere dell’uno porta il benessere dell’altro e viceversa.

L’omeopatia, come citato in precedenza, è la medicina che cura il malato nella sua globalità, tenendo conto del suddetto legame tra l’organismo e la psiche e quindi della relazione corpo mente.

(*) V. Note esplicative

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Cuprum metallicum

DESCRIZIONE di Cuprum metallicum

Il rimedio Cuprum metallicum si ottiene dal rame metallico.

Il simbolo chimico del rame metallico è Cu. L’elemento rame ha massa atomica 65,54 e numero atomico 29.

Il rame è un metallo di colore rosso caratteristico, fonde a 1083° C. La sua temperatura di ebollizione è 2595°C, la durezza 3 della scala di MoHs; è malleabile e duttile, buon conduttore del calore e dell’elettricità.

È un metallo poco adatto per le fusioni, perché troppo poco fluido e perché presenta facilmente delle soffiature per lo sprigionarsi di gas in esso disciolti.

Non si ossida all’aria secca a temperatura ordinaria; all’aria contenente tracce di acido solfidrico diventa nero; all’aria umida e ricca di anidride carbonica diventa verde, perché si forma una patina di carbonati basici di rame.

Al di sopra di 180°C incomincia ad ossidarsi con formazione di ossidulo e di ossido di rame.

Viene corroso dall’acqua salata del mare in presenza di ossigeno. È facilmente attaccato dall’ acido nitrico, mentre gli acidi cloridrico e solforico diluito lo attaccano debolmente in presenza d’aria; l’acido solforico concentrato a caldo lo attacca con formazione di solfato di rame e anidride solforosa. In presenza d’aria anche gli acidi organici lo attaccano lentamente.

In presenza di ossigeno, il rame è molto “solubile” anche in ammoniaca formando Sali complessi di rame.

Le proprietà del rame sono fortemente influenzate dalle impurezze che esso contiene. I più pericolosi metalli estranei sono il bismuto e l’arsenico; già 0,02% di bismuto lo rende fragile a caldo e a freddo; 0,01% di arsenico ne riduce del 3% la conduttività elettrica; viceversa 0,5% di arsenico non ha nessuna influenza sulla malleabilità e sulla resistenza meccanica. L’ossigeno, che è difficile da eliminare del tutto dal rame, diminuisce la malleabilità e la resistenza; però fino a 0,45% di ossido rameoso non si riscontrano modificazioni sensibili. Anche piccole quantità di piombo, manganese ed alluminio non ne alterano le proprietà; piccole quantità di nichel lo rendono più resistente alle azioni meccaniche.

Il rame è molto diffuso in natura, sia allo stato nativo, sia in combinazione con altri elementi.

Allo stato nativo lo si trova cristallizzato in ottaedri e in cubi, oppure in grossi ammassi o infine in arborescenze, in fili, in laminette, in granuli e altre forme. Giacimenti importanti di rame nativo sono quelli del Lago Superiore nell’America del Nord: si trovano giacimenti anche in Bolivia, nel Cile, negli Urali, in Ungheria, ecc.

In combinazione con altri elementi si trova sotto forma di: cuprite, che è un ossidulo di rame CuO2; melaconite o tenorite, che è ossido di rame CuO; calcosina o calcocite, che è un solfuro di rame Cu2S; calcopirite, che è un solfuro doppio di rame e di ferro CuFeS2; bornite, che è pur’esso solfuro di rame e di ferro Cu5FeS4; tetraedrite, di formula Cu12Sb4S12, dove il rame può essere in parte sostituito da argento, mercurio, piombo, zinco, antimonio e da arsenico; malachite o carbonato basico di rame, di formula CuCO3·Cu(OH)2; azzurrite, che è pure un carbonato basico di rame dalla formula 2CuCO3 · Cu(OH)2.

Di tutti questi minerali, oltre il rame nativo, il più importante per la sua abbondanza e perché più utilizzato per l’estrazione del rame, è la calcopirite, che è sovente accompagnata da pirite, blenda e galena, e contiene spesso arsenico, antimonio, argento e oro. Le più importanti miniere di calcopirite si trovano negli U.S.A., Canada, Cile, Congo, Zambia, Svezia, Giappone, Russia.

L’Italia possiede giacimenti di rame non di grande importanza nel Veneto, nel Piemonte, nella Liguria e in Toscana. Le piriti cuprifere di Agordo nel Veneto contengono 1,5 – 1,8% di rame.

L’estrazione del rame si fa per via termica, e talvolta per via umida.

Estrazione per via termica

Il metodo consiste nell’ottenere dapprima dei metalli solforati, e, soprattutto dalla calcopirite che, come si è detto, è il minerale più abbondante e il più utilizzato per l’estrazione del rame, una metallina, cioè un solfuro di rame più puro, con eliminazione della massima parte del ferro presente. Per ottenere questa metallina i minerali vengono prima arrostiti in colanti o in particolari forni (a riverbero o a muffola o a tino soffiato o meccanici), per ridurre la quantità di zolfo. Poi la metallina viene convertita. Si ottiene così il rame metallico liquido al 98 – 99 %.

Estrazione per via umida

Quando il rame presente nei minerali si trova sotto forma facilmente solubile per azione di reattivi, il problema dell’estrazione può ridursi ad una lisciviazione del minerale con tali reattivi. I principali solventi impiegati sono l’acido solforico, l’acqua e l’ammoniaca.

Gli usi del rame sono innumerevoli e ben noti. Sotto forma di filo serve per condutture elettriche; laminato e battuto serve per caldaie, utensili da cucina, apparecchi di distillazione, serpentini, condutture di vapore, rivestimenti, cartucce, monete.

Il maggior consumo del rame si fa nell’industria elettrica. Un consumo enorme si ha poi nella fabbricazione delle sue numerose leghe, fra le quali sono importantissime i bronzi e gli ottoni.

Altre leghe di interesse tecnico sono le leghe: rame-alluminio dette anche bronzi all’alluminio; rame-argento, dette rame all’argento; rame-berillio, dette anche bronzi al berillio; rame-cadmio, dette anche bronzi telefonici, sono state usate in elettrotecnica per cavi, linee telefoniche e telegrafiche, conduttori aerei per linee di contatto; rame-cromo, o rame al cromo, ove il cromo conferisce elevate proprietà meccaniche al rame conservando una buona conducibilità elettrica; rame-fosforo; rame-manganese; rame-nichel; rame-piombo; rame-selenio; rame-silicio; rame-tellurio; rame-zirconio.

CARATTERISTICHE di Cuprum metallicum

Cuprum metallicum è vicino a Zincum dal punto di vista della sintomatologia, dato che l’affinità chimica conferisce sempre una affinità di sintomi fisiologici.

Organospecifità: Sistema Nervoso Centrale, bronchi, muscoli, apparato gastro-enterico.

Indicazioni cliniche: Spasmi della muscolatura liscia e striata, pertosse, tosse spasmodica, asma bronchiale, coliche gastro-intestinali, paralisi della lingua, disturbi della parola. Gastroenterite acuta, cirrosi epatica, epilessia. Parodontosi. Tic. Singhiozzo. Balbuzie. Tremori. Crup e falso crup; convulsioni di tipo tetanico; dismenorrea; dolori post-partum; vertigini; nevralgie; dermatite; ansia.

Il rimedio esplica la sua azione principalmente sul sistema neuro-muscolare con crampi e convulsioni estremamente violenti che appaiono e scompaiono bruscamente e si accompagnano a disturbi digestivi, respiratori e nervosi.

Cuprum metallicum
Cuprum metallicum

La caratteristica di Cuprum metallicum è lo spasmo e la tendenza convulsiva si associa a quasi tutti i malesseri che Cuprum produce e guarisce.

Il soggetto che richiede il rimedio è un intossicato. L’intossicazione acuta si manifesta con i sintomi del colera: vomito, diarrea, algidità, crampi violenti nell’addome e nei muscoli. La sua pelle è cianotica, marmorea, le orbite oculari e le ghiandole lacrimali sono infiammate; ha grande sete di bevande fredde.

Il suo profilo psichico è caratterizzato da alternanze di pianti e di risa, di lamenti e di allegria, di dolcezza e anche di testardaggine. Nelle crisi di collera il soggetto può diventare cianotico, violetto e può avere perfino delle vere convulsioni. È il caso di certi bambini che sono presi dalle convulsioni durante una crisi di collera.

Nel paziente Cuprum i nervi sono sempre eccitati, fino al massimo grado di tensione.

Il soggetto ha movimenti convulsivi, scosse e sussulti nel sonno, paralisi della lingua con disturbi della parola, contrazione spasmodica della faringe che impedisce di ingoiare e di parlare.

durante le affezioni cerebrali digrigna i denti; è impulsivo; costretto a fare qualcosa, agitato, va a destra e a manca per una continua sensazione di malessere; trema nervosamente; è sempre stanco, ha una grande debolezza muscolare.

Cuprum è il rimedio più indicato per le convulsioni con spasmo delle palpebre e gli occhi con rotazione rapida dei globi oculari in tutte le direzioni (specie negli stati di collasso). I crampi e le convulsioni sono di tutte le intensità, dal semplice spasmo nervoso di piccoli muscoli o muscoli isolati, fino alle convulsioni di tutti i muscoli del corpo. I crampi iniziano alle estremità, alle dita delle mani o dei piedi (il pollice è flesso convulsivamente nel palmo della mano) e risalgono progressivamente ad un arto dopo l’altro per poi generalizzarsi.

Cuprum è un grandissimo rimedio per i crampi dello stomaco e per gli spasmi dell’esofago. La caratteristica è che l’acqua bevuta discende con un rumore di glu-glu. Il gorgoglio comincia in gola; il paziente inghiotte col gorgoglio e inghiottendo ha il gorgoglio nell’esofago.

Il dolore gastrico si presenta con la sensazione di pressione costante e i crampi sono molto violenti e intermittenti, accompagnati da nausee e seguiti da vomiti, dopo aver preso freddo. I muscoli addominali sono dolenti con un minimo movimento. Le coliche sono intermittenti e miglioramento dopo una evacuazione.

Nel corso degli attacchi di tosse, specie la pertosse dei bambini, il soggetto diventa fortemente cianotico e questo stato può arrivare al vero spasmo della glottide o alle convulsioni. Gli spasmi delle vie respiratorie presentano il sintomo caratteristico del rumore di rantolo nella trachea e nei bronchi come se vi fosse del muco. Lo spasmo può interessare i muscoli della laringe, in tal caso si ha il balbettamento. Potranno esserci sintomi dell’angina pectoris, spasmi cardiaci con cianosi e soffocazione, sensazioni di costrizione nel petto, crisi d’asma con cianosi. Nelle crisi d’asma spesso trova prescrizione la triade Ipeca, Sambucus nigra, Cuprum metallicum.

Nelle crisi d’ansia il paziente tossisce fino a soffocamento e durante gli attacchi il suo corpo è freddo e presenta il volto e le estremità cianotiche. Migliora con l’assunzione di bevande fredde.

Cuprum è indicato anche nei casi di dismenorrea o di dolori crampiformi che precedono le mestruazioni, nei casi di violente dolori post-partum o dopo un aborto. Ma è anche il rimedio delle convulsioni in relazione con uno stato uterino patologico, quali ad esempio le convulsioni dopo mestruazioni scomparse o soppresse in conseguenza ad uno spavento.

Cuprum ha insieme un neuro ed un dermotropismo: presenta irritazione delle mucose e della pelle e presenta l’alternanza dei disturbi cutanei con quelli generali, cioè con quelli spastici. Quindi in Cuprum è possibile osservare le convulsioni sopravvenienti dopo un’eruzione rientrata, o dopo la soppressione di una escrezione o di una secrezione; nelle convulsioni o nei crampi uterini conseguenti a soppressione di mestruazioni o dopo una leucorrea «guarita» con iniezioni astringenti.

Ma Cuprum è anche un rimedio per le malattie ad eziologia batterica come ad esempio la parodontosi.

Modalità: Aggravamento con l’aria fredda, con il vento freddo, di notte, prima dei mestrui, con il tatto, dopo la soppressione di una eruzione. Miglioramento bevendo acqua fredda.

I dolori della crescita di Cuprum metallicum si aggravano con il movimento e migliorano con lo stendersi.

Calcarea carbonica è suo complementare.

USO DEL RIMEDIO

Spasmi della muscolatura liscia e striata Mioclonia; tic nervosi in modo particolare quelli che interessano il cavo orale, la laringe e le mani. Singhiozzo del neonato dopo la poppata; balbuzie; contrazione spasmodica della faringe che impedisce di ingoiare e di parlare. Crampi degli arti inferiori, dita dei piedi compresi; fascicolazioni benigne alle gambe. Epilessia; spasmo della glottide; convulsioni tetaniche; dismenorrea; dolori post-partum; tremori; crampi dolorosi ai polpacci e ai piedi; nevralgie

Come coadiuvante nei casi di iperglicemia

Apparato respiratorio: tosse secca; tosse pertussoide; tosse secca spasmodica, con attacchi di lunga durata, con faccia rossa e cianotica; tosse secca diurna; asma con costrizione spasmodica al petto, dispnea e ansia.

Apparato gastro-enterico: coliche, diarrea con crampi e il mal di pancia, coliche addominali, colite, sindrome del colon irritabile, aerofagia. Dolori gastrici di tipo crampiforme.

Apparato genitale: Crampi dolorosi al momento dei mestrui. Crampi localizzati e generalizzati. Convulsioni durante i mestrui, la gravidanza e il travaglio.

Bocca: dentizione difficile e dolorosa dei bambini; Paralisi della lingua con disturbi della parola. Bocca vischiosa e appiccicaticcia con gusto metallico.

Occhi: Contrazione spasmodica delle palpebre. Rotazione rapida dei globi oculari in tutte le direzioni (specie negli stati di collasso). Infiammazione delle orbite e delle ghiandole lacrimali

Dolori: dolore al fianco sinistro; dolori articolari; dolori della crescita che si aggravano con il movimento e migliorano con lo stendersi

Vertigini: guardando in alto con sensazione di pesantezza e congestione alla testa.

Infezioni: Parodontosi

(*) V. Note esplicative

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Congestione nasale 

La congestione nasale (detta comunemente naso chiuso) è un sintomo che corrisponde ad un’alterazione delle mucose delle cavità nasali e dei limitrofi seni paranasali, con relativa ostruzione respiratoria.

È un comunissimo disturbo delle vie respiratorie caratterizzato dall’accumulo di muco nella cavità nasale e dall’infiammazione delle mucose respiratorie. È un sintomo frequente comune a numerosissime patologie, quali ostruzione respiratoria, congestione congiuntivale, rinorrea, rinite virale, allergie, raffreddore e molte altre. Le cause possono essere diverse, tra esse ci sono allergie, adenoidi ingrossate, raffreddore, deviazione del setto nasale, poliposi nasale, febbre da fieno, gravidanza, infezioni virali delle vie respiratorie, reflusso gastrico, sinusite e somministrazione di alcuni farmaci.

È possibile un legame tra naso chiuso e reflusso gastrico. Il legame è dovuto al fatto che il reflusso acido può raggiungere l’area naso-faringea creando irritazione ed infiammazione anche nella mucosa delle vie respiratorie.

Il raffreddore può essere causato da diversi virus. Una volta che il virus penetra nel naso, induce l’organismo al rilascio di istamina, una sostanza chimica che fa aumentare il flusso sanguigno diretto al naso e ne fa gonfiare i tessuti. Le membrane nasali quindi si infiammano e si congestionano, producendo una quantità eccessiva di muco che ostruisce le vie aeree nasali e impedisce un’agevole respirazione.

La respirazione pertanto può essere effettuata con la sola bocca e ciò può provocare altri tipi di disturbi, come la secchezza di fauci e gola (per la mancata umidificazione dell’aria attraverso il naso), maggiore esposizione della gola al rischio di infiammazioni, il russamento notturno o le apnee notturne nei casi più gravi, il mal di testa, la riduzione della capacità olfattiva, ecc. La congestione nasale può essere dovuta a molteplici cause, quali ad es. un banale stato di raffreddamento, oppure una rinite ipertrofica, che comporta anche la secrezione di muco, oppure ancora una sinusite o rinosinusite.

Durante le infezioni virali il naso è poco resistente ai batteri: questo è il motivo per cui le infezioni del naso e le sinusiti di solito si presentano subito dopo il raffreddore. Se il muco nasale, da trasparente, diventa giallastro o verdastro, normalmente significa che potrebbe essere in corso un’infezione batterica e quindi diventa opportuno consultare un medico.

Congestione nasale 
Congestione nasale

I rimedi omeopatici più utilizzati nei casi di congestione nasale sono:

Ammonium carbonicum: mucose irritate e gonfie con secrezioni acri che escoriano il bordo delle narici. La mucosa può presentare striature di sangue o anche epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso).

Aralia racemosa: indolenzimento delle narici posteriori causato dal passaggio di muco acre, con caratteristico indolenzimento delle ali nasali, come se fossero fessurate.

Arsenicum album: raffreddore con facile epistassi e con catarro escoriante il labbro superiore, alternato a secchezza e sensazione di bruciore alla laringe.

Camphora: naso freddo e chiuso con testa dolente a livello dei seni paranasali frontali.

Dulcamara: ostruzione eventualmente seguita dalla secrezione; rinite allergica; rinite vasomotoria, ipertrofia dei turbinati.

Eucalyptus: rigidità del naso; senso di costrizione nel ponte come se dovesse iniziare un’abbondante epistassi. Sensazione di avere il naso congestionato.

Eupatorium perfoliatum: corizza con starnuti

Ferrum phosphoricum: congestione con epistassi di sangue rosso vivo, in bambini. Epistassi che reca sollievo alla cefalea. Erisipela, con ulcerazione all’interno della punta del naso, specie a sinistra.

Galphimia glauca: febbre da fieno, rinopatia allergica.

Hydrastis: formicolio, come se ci fosse un capello nella narice destra. Secrezione e irritazione al naso (di più nella narice ds.) con bruciore e prurito; secrezione scarsa al chiuso e abbondante all’aperto; starnuti con dolore al seno frontale destro.

Luffa operculata: raffreddore allergico con interessamento dei seni frontali; sinusite; raffreddore da fieno; rinite vasomotoria.

Natrum sulphuricum: Corizza cronica con ostruzione del naso, che a stento permette la respirazione. Starnuti con corizza fluente. Coriza cronica con rinorrea. Il muco è spesso, giallastro e di cattivo odore. Mucosità retro-nasali, spesse e aderenti.

Sabadilla: Ostruzione delle narici, alternativamente. Starnuti da parossismi spasmodici accompagnati da lacrimazione e da coriza acquose e abbondanti. Il soggetto non sopporta l’odore dei fiori o dei frutti. Ipersensibilità speciale all’odore dell’aglio.

Sambucus nigra: Naso secco e completamente chiuso. Senso di soffocamento. Ostruzione nasale e coriza secca nei bambini: il bambino non può respirare, ha sempre la bocca aperta e tira su costantemente.

Sulphur: Naso secco. Starnuti mattina e sera. Percezione di cattivo odore del muco nasale.

In diversi casi la cura omeopatica viene affiancata dai  gemmoterapici Ribes nigrum M.G. D1 che è un ottimo cortisone-like, con attività antinfiammatorie e antistaminiche ed è un ottimo regolatore del sistema immunitario, e/o Magnolia denudata M.G. D1 che è particolarmente indicato nelle affezioni infiammatorie o allergiche delle prime vie respiratorie, nelle riniti acute e croniche, nella rinite ipertrofica e nelle sinusiti subacute e croniche.

Per quanto riguarda la Fitoterapia classica, potrebbero essere utili i suffumigi con infuso di Tiglio e la pomata alla Calendula da applicare nelle narici.

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Ulcere varicose

Le ulcere varicose sono denominate anche ulcere da stasi o ulcere venose o ulcere trofiche o ulcere crurali. Sono lesioni della pelle causate da una difficoltosa e precaria circolazione venosa e costituiscono l’ultimo livello di insufficienza venosa. Possono presentarsi come complicazioni delle vene varicose e possono accompagnare la dermatite da stasi, che è un’infiammazione cronica della cute degli arti inferiori spesso associata a insufficienza venosa.

Sono ferite della gamba che guariscono con difficoltà o che non guariscono affatto vengono denominate ulcere venose della gamba. Spesso compaiono sul malleolo mediale, cioè sull’osso interno della caviglia. Di regola, colpiscono le persone anziane con diverse malattie di base, la loro insorgenza è favorita dal diabete o dall’insufficienza cardiaca. La causa principale è di solito l’insufficienza venosa di lunga durata e le donne sono più colpite rispetto agli uomini.

Modalità di formazione di un’ulcera venosa della gamba

A causa della difficoltosa e precaria circolazione venosa, le vene non sono più in grado di trasportare il sangue rapidamente dalle gambe al cuore. Il sangue ristagna e dilata le vene. Questa stasi danneggia i capillari, cioè danneggia i vasi sanguigni più piccoli. Di norma, i capillari riforniscono le cellule di ossigeno e sostanze nutritive e trasportano i prodotti della degradazione metabolica lontano dai tessuti. I capillari danneggiati non possono più svolgere adeguatamente questa funzione. Prima di tutto, la cute delle aree affette diventa più sensibile, perde la sua elasticità e diventa più dura e può assottigliarsi. Quindi anche il trauma più lieve e inavvertito può provocare una ferita aperta essudativa. A causa della compromessa circolazione sanguigna il processo di cicatrizzazione non è in grado di rigenerare la pelle ed i tessuti.

La ferita aperta è molto dolorosa.

I microrganismi che colonizzano la ferita e i tessuti circostanti causano la formazione di un odore sgradevole. In molti casi, le persone affette non vogliono uscire ed evitano il contatto con gli altri. I pazienti assumono una postura di protezione a causa del dolore e muovono l’arto affetto il meno possibile. Questa mancanza di movimento, a sua volta, disattiva il meccanismo di pompa che trasporta il sangue in direzione del cuore e inizia un circolo vizioso.

Le ulcere varicose generalmente sono di impossibile guarigione spontanea per la loro localizzazione su tessuti che non sono più nutriti in maniera adeguata.

La prevenzione consiste principalmente nel tenere sotto controllo il peso corporeo e nell’adottare una dieta bilanciata. Inoltre è bene fare una costante attività fisica e correggere eventuali difetti posturali che possono causare problemi circolatori. Sarebbero utili anche altri accorgimenti, come un’alimentazione ricca di frutta e verdura, il riposo, tenere le gambe in posizione orizzontale ed i piedi sollevati, facendo contemporaneamente dei movimenti con le gambe, la notte tenere le gambe alzate rispetto al piano del letto, ecc.

La problematica quindi richiede la sorveglianza medica e la scelta oculata dei rimedi specificamente adatti, seguendo attentamente sia la sintomatologia che l’evoluzione delle formazioni patologiche. Relativamente all’omeopatia i rimedi potenzialmente utili a trattare le ulcere varicose sono numerosi, diversi per caratteristiche e patogenesi.

I rimedi omeopatici più utilizzati in assoluto per tali problematiche sono Aesculus hippocastanum e Hamamelis, che si rivelano particolarmente adatti per il trattamento delle varici in qualsiasi sede, giacché irrobustiscono le pareti dei vasi sanguigni ed aumentano l’elasticità dei capillari, ma soprattutto perché espletano una spiccata azione vasocostrittrice ed antinfiammatoria che si concentra in modo particolare sul sistema venoso.

Ulcere varicose
Ulcere varicose

Tra gli altri rimedi maggiormente adoperati troviamo:

Arsenicum album: se l’ulcera è superficiale, è sanguinante ed ha i bordi rossi.

Calcarea fluorica: varici e varicosità, dilatazioni venose. Migliorano con il calore, con il movimento e con il massaggio.

Carbo vegetabilis: se l’ulcerazione ha un essudato maleodorante.

Fluoricum acidum: vecchie ulcere non dolenti dai bordi rossi e induriti. Il rimedio ha un’azione profonda sui tessuti venosi. I sintomi migliorano con applicazioni fredde e camminando all’aria aperta.

Graphites: in soggetti apatici, grassi e freddolosi.

Hydrastis: ulcere dolorose.

Kali bichromicum: se l’ulcera è profonda, ha i bordi netti e solitamente si presenta come coperta da una pellicola.

Lachesis: il soggetto generalmente ha colorito rosso e congestionato, è robusta e muscolosa, è gelosa, è diffidente, è depressa al mattino e nervosa la sera. I sintomi peggiorano con il caldo intenso.

Lycopodium: insicurezza, paura di non riuscire, debolezza psico-fisica, emotività, irritabilità, irascibilità, senso di responsabilità, ambizione che guida nell’agire e nel prendere le decisioni. La lateralità è prevalentemente destra o da destra a sinistra, peggioramento con il calore.

Lachesis e Lycopodium sono rimedi sinergici di forte grado, per cui la loro associazione rafforza e completa la terapia.

Mercurius solubilis: se l’ulcerazione è infetta ed è a bordi irregolari.

Mezereum: ulcerazioni con secrezioni purulente, coperte di croste bianco-giallastre, circondate da vescicole brucianti molto pruriginose, ogni vescicola è circondata da un’aureola rosso brillante.

Nitricum acidum: ulcera con bordo irregolare.

Sepia: è pallida, è debole, ha forte pesantezza alle gambe, è aggravata da tutto ciò che peggiora la sua congestione venosa (come ad es. nella fase premestruale).

Sulphur: Miglioramento con il tempo secco e caldo, stando coricato sul lato destro. Odore sgradevole della pelle.

Tra i rimedi omeopatici spesso utilizzati ci sono anche Carbo animalis, Cardus marianus, Clematis vitalba, Poeonia e Silicea.

In diversi casi vengono utilizzati, in associazione o da soli, dei gemmoterapici M.G. D1 come Aesculus hippocastanum che è un flebotonico, per cui particolarmente indicato nell’insufficienza venosa e nella fragilità capillare e/o Castanea vesca, o Sorbus domestica, che sono indicati nelle turbe della circolazione venosa in generale e delle vene varicose in particolare. Sorbus domestica M.G. D1 è anche un tonico linfatico, per cui particolarmente adatto nel trattamento delle manifestazioni di insufficienza venoso-linfatica degli arti inferiori

Per quanto riguarda la diluizione, che è un parametro anch’esso molto personale, come primo approccio e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse o le medio-basse diluizioni (ad es. fino a 9CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì secondo necessità (ad es. fino a 2-3 volte), lontano dai pasti.

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Rhus toxicodendron

DESCRIZIONE di Rhus toxicodendron

Il rimedio si prepara a partire dalla tintura madre del Somacco velenoso o Rhus toxicodendron.

La reazione che si ha quando si viene a contatto con le foglie della pianta è una dermatite. Rhus trasuda, corrode, brucia.

Toxicodendron è un genere di alberi, arbusti e rampicanti legnosi che hanno foglie molto belle, sì, ma irritanti; fanno parte della famiglia delle Anacardiaceae e sono comunemente noti come sommacchi o sommachi*. Una di esse è Rhus toxicodendron.

La pianta di Rhus tox cresce sulle falesie; è nota anche coi nomi di “edera velenosa”, di “edera del Canada” e di “ortica del climber” .

I principali componenti dell’edera velenosa sono presenti in ogni parte della pianta. Essi sono gli alchilfenoli, fra cui spicca l’urusciolo, i tannini e i flavonoidi. Il principale responsabile della tossicità attribuita all’edera velenosa è dovuta all’urisciolo, che non è una singola sostanza, bensì è un’oleoresina costituita da una miscela di derivati catecolici. Si presenta come un liquido di colore giallo, limpido e immiscibile con l’acqua.

L’urusciolo è un potente allergene ed esercita un effetto di tipo indiretto mediato da una risposta immunitaria indotta.

Basta il semplice contatto con la pelle per scatenare una dermatite da contatto. Una volta sulla pelle, infatti, l’urusciolo attacca le proteine di membrana delle cellule cutanee più superficiali con cui si trova a diretto contatto, provocandone l’alterazione strutturale. Queste alterazioni portano il sistema immunitario a considerare le cellule cutanee interessate come corpi estranei che, pertanto, devono essere eliminati. S’innesca così una risposta immunitaria cellulo-mediata che prevede l’attivazione dei linfociti T e a cui consegue la reazione allergica.

La dermatite si rivela con arrossamento, gonfiore, formazione di papule e vescicole a distribuzione lineare e dal contenuto sieroso, prurito, bruciore.

Il contatto con gli occhi può provocare grave congiuntivite, infiammazione corneale e perdita della vista.

L’ingestione è assolutamente da evitarsi. L’unico utilizzo consentito dell’edera velenosa è quello in ambito omeopatico.

*Il sommacco o sommaco è il materiale conciante costituito dalle foglie e dai giovani rami delle piante dei generi Rhus Coriaria, spontanee o coltivate in alcuni regioni, tra cui la Sicilia.

Le parti raccolte vengono essiccate all’aria e quindi commerciate in balle come sommaco in foglie. Questa varietà di sommaco serve alla produzione dell’estratto o, previa ulteriore essiccatura in appositi essiccatoi e molitura, a produrre il somaco mollito. Quest’ultimo contiene sino al 30% di tannino, e circa il 22% di altre sostanze solubili in acqua dette non-yannino e il 5% di ceneri.

L’estratto di sommaco, ottenuto trattando con acqua le foglie macinate contiene il 30% di tannino, il 17% di non-tannino e il rimanente di acqua.

Sia il sommaco mollito che l’estratto trovano impiego in conceria per la produzione di cuoi chiari.

Esistono numerose piante che producono sostanze molto utili per difendersi dagli animali erbivori. Alcuni di loro sono usati oggi per fare medicine per gli esseri umani, di solito per alleviare il dolore intenso. Ma dobbiamo stare attenti, perché sebbene possano essere delle ottime piante da giardino, possono anche essere molto pericolose se non le conosciamo bene.

CARATTERISTICHE

Rhus toxicodendron è un rimedio della psora e del tubercolinismo ed è tra i principali policresti omeopatici di origine vegetale.

Organospecificità: Muscoli, articolazioni, tendini e legamenti, pelle, nervi periferici, mucose particolarmente quelle dell’apparato gastro-enterico, apparato urinario, Sistema Nervoso Centrale.

Indicazioni cliniche: Reumatismo acuto e sub-acuto delle articolazioni, rigidità articolare, artrosi; disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare e muscolare, traumi, mal di schiena, cervicalgia, fibromialgia; paralisi e paresi facciali, torcicollo, lombaggine, lussazione, strappo, tendinite, coxalgia, geloni; nevriti e nevralgie, la sciatica in particolare; afonia, disfonia, raucedine, disturbi della voce e della gola; dermatite con vescicole ed eczemi pustolosi, dermatite con ponfi, dermatite con papule e pustole, eritema solare, orticaria, erisipela, eruzioni suppuranti, herpes e zona, verruche, prurito, reazioni allergiche cutanee, dermatite atopica, piodermite; parestesie, insonnia; febbre e influenza; Ritenzione idrica, edema e gotta; Stasi venosa, cellulite, esantema, couperose, ecchimosi; tosse; disturbi infiammatori dell’apparato gastroenterico, glossite, dissenteria.

Il soggetto Rhus è un intossicato. L’intossicazione di Rhus ha manifestazioni di tipo reumatico e colpisce i tendini, i legamenti, i muscoli, i nervi, il midollo spinale; i tessuti periarticolari, aponevrotici, muscolari, nervosi, ghiandolari, connettivi ed elastici; le mucose e la pelle.

Rhus toxicodendron ha un’azione elettiva nei confronti dei tendini e dei legamenti, quindi può essere indicato per l’infiammazione degli stessi.

Grande caratteristica di Rhus è che, con poche eccezioni, i dolori migliorano con il movimento e peggiorano con il riposo.

In particolare il rimedio è adatto a coloro che sono affetti da problematiche reumatiche acute o croniche e ai cattivi effetti dopo una sudata o dopo aver preso umidità, specie se sovraccaldati.

Rhus toxicodendron è principalmente il rimedio omeopatico dell’indolenzimento generale con rigidità, dei dolori di origine reumatica, dei dolori artrosici o conseguenti a un esercizio violento, accompagnati da una agitazione estrema fisica e mentale. Ma Rhus è anche uno dei rimedi della pelle e in particolare dell’eczema in fase acuta.

Il soggetto ha grande agitazione, ansia e apprensione, non riesce a stare nel letto o in una qualsiasi posizione e deve cambiare frequentemente posizione per ottenere sollievo dal dolore. Rhus non sopporta l’aria fresca, né di scoprirsi; ha grande sete con secchezza della gola, della bocca e della lingua. La lingua è secca, dolente, rossa e spaccata ed ha un triangolo rosso sulla punta.

I disturbi di Rhus spesso insorgono o si acutizzano la notte, anche tutte le sue paure e l’ansia peggiorano di notte. I sintomi psichici di Rhus sono lo scoraggiamento, la depressione psichica, l’incapacità di sostenere uno sforzo intellettuale, il disgusto per la vita. Il soggetto è ossessionato da pensieri suicidi, desidera morire ma ha paura della morte; è triste e piange senza sapere perché; è irritabile e ansioso; ha una grande sensibilità all’aria aperta.

Rhus toxicodendron
Rhus toxicodendron

Riporto nel dettaglio le caratteristiche delle sue due azioni principali:

Omeopatico

Rhus toxicodendron
Rhus toxicodendron

Omeopatico

DOSI

In caso di reumatismi 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì.

Nei casi di afonia e raucedine 9CH: 3 granuli 2-3 volte al dì.

In tutti gli altri casi 5CH: 3 granuli 3 volte al dì.

(*) V. Note esplicative

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