L’ipertensione arteriosa è un aumento a carattere stabile della pressione arteriosa del sangue con rialzo dei valori sia della pressione massima che di quella minima. Per pressione arteriosa massima si intende la pressione sistolica, cioè quella che si verifica durante la sistole cardiaca (fase di contrazione del cuore), mentre per pressione arteriosa minima si intende la pressione diastolica, cioè quella che si verifica durante la diastole cardiaca (fase di rilassamento del cuore).
L’ipertensione può diventare la principale responsabile di danni a diversi organi vitali, quali cuore, cervello, rene, vasi arteriosi, retina, ecc., tali da ridurre sensibilmente le aspettative di vita delle persone afflitte.
La cura dell’ipertensione costituisce di per sé anche una buona prevenzione nei confronti dell’arteriosclerosi. Per arteriosclerosi si intende l’indurimento (sclerosi) delle pareti delle arterie che solitamente compare con il progredire dell’età. Tale indurimento è dovuto all’accumulo di tessuto connettivale fibroso in sostituzione di quello elastico.
I rimedi della nonna qui riportati combattono in modo naturale, quindi, sia l’ipertensione che l’arteriosclerosi.
Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.
◊ Aglio: macerare 120 g di aglio secco e pestato in 100 ml di alcool a 95° per 10 gg., quindi filtrare comprimendo la parte solida. Assumere il preparato alla dose di 25 gocce in 2 – 3 dita di acqua per 2 mesi. Dopo un periodo di pausa di 2 – 3 settimane, si può ripetere la cura. Le proprietà terapeutiche sono diverse e tutte benefiche per l’apparato circolatorio, quali la riduzione della pressione arteriosa, la riduzione dell’aggregazione piastrinica nel sangue, l’abbassamento del colesterolo, l’azione anti-infettiva. L’effetto è assicurato. Per togliere il cattivo odore che viene procurato all’alito, basta masticare un po’ di semi di anice o di prezzemolo.
◊ Agrimonia: prepararne un decotto con 5 g di foglie e di cime fiorite, entrambe sminuzzate, in 200 ml di acqua, bollire 10 – 15 min, filtrare spremendo bene il residuo, dolcificare. Assumerne 2 – 3 tazze al dì. Ha azione diuretica, decongestionante, tonica.
◊ Asparagi: preparare il decotto con 60 g di asparagi freschi triturati in 1 litro di acqua, bollire 30 min, filtrare comprimendo la parte solida. Assumere alla dose di 2 – 3 bicchierini al dì, lontano dai pasti. Ha proprietà cardiotonica, ipotensiva, diuretica, antinfiammatoria. Il rimedio non è indicato qualora siano presenti disturbi che possono aggravarsi con l’aumento di acidi urici.
◊ Biancospino: prepararne l’infuso dei fiori nella quantità di 1 cucchiaino da caffè in 1 tazza di acqua bollente; lasciare in infusione per 10 min; filtrare comprimendo la parte solida; dolcificare. Bere alla dose di un bicchiere 2 – 3 volte al dì. Esercita un’azione ipotensiva, cardiotonica, antispastica, sedativa. Se si desidera ottenere una maggiore azione ipotensiva assumere la Tintura Madre, che risulta essere più attiva.
◊ Calamo aromatico: 15 gocce di Tintura Madre 3 volte al dì su una zolletta di zucchero o in acqua aromatizzata con finocchio, menta, anice o altro. Esplica azione ipotensiva, anticonvulsivante.
◊ Lattuga: in tutti i suoi consumi risulta essere ipotensiva.
◊ Limone: sia come cura che come prevenzione. Assumere a piccole dosi per ogni somministrazione 150 – 200 g di succo di limone maturo al dì, indifferentemente prima, durante e dopo i pasti. Oppure succo di 2 – 3 limoni ogni giorno, per 10 giorni consecutivi, alternati con altrettanti giorni di riposo. E’ efficacissimo. Questo rimedio è utile perché rende la circolazione del sangue più attiva, abbassa la pressione sanguigna, riduce i grassi, aumenta la peristalsi intestinale, aumenta la secrezione biliare e la produzione di urina, riduce le palpitazioni a carattere nervoso.
◊ Tiglio: la Tintura Madre di tale pianta, così come l’idrolato di tintura, è utile perché aiuta a rendere il sangue più fluido, previene la stasi nei vasi e l’aderenza del colesterolo alle pareti dei vasi sanguigni, combatte la pletora.
◊ Tormentilla (o Potentilla Tormentilla): prepararne il decotto con 3 – 4 g di rizoma triturato in 200 ml di acqua, bollire 20 – 25 min, filtrare comprimendo bene il residuo, dolcificare a piacere. Bere alla dose di 1 – 2 tazze al dì per 4 – 5 giorni. Ripetere la cura dopo qualche giorno di riposo. Si può usare anche la Tintura Madre. Agisce esplicando un’azione decongestionante, emostatica astringente, antispastica, di protezione delle pareti dei vasi sanguigni.
◊ Vischio: assumerne 1 g al dì in polvere. Abbassa la pressione sanguigna, fortifica il cuore. Va bene anche il decotto di giovani rami e foglie (15 – 30 g in 200 ml d’acqua), da prenderne 1 tazza 2 – 4 volte al dì. Nelle campagne si usava un vino di vischio che si preparava macerando per 10 giorni 40 g di foglie e giovani rami in 1 litro di vino bianco secco; se ne assumevano 130 ml al giorno in 2 – 3 volte.
◊ Altre piante utili allo scopo sono: Cardo santo, Centaurea minore, Cipolla, Iperico, Ippocastano, Lavanda, Luppolo, Maggiorana, Salice, Viola tricolore.
◊ Sono molto valide le tinture madri di diverse piante, tra cui le più efficaci e le più adoperate sono quelle di Aglio, di Biancospino, di Cardiaca, di Pervinca, di Rauwolfia, di Tiglio, di Ulivo, di Vischio.








L’alopecia (invece del termine generico calvizie) è il fenomeno configurante la perdita dei capelli, che interessa zone più o meno ampie della testa. Essa può avere diverse cause, tra cui ricordiamo i fattori genetici di tipo ereditario, gli abbassamenti delle difese immunitarie, gli stati di stress, ecc. Anche alcuni tipi di medicinali possono causare la caduta dei capelli (si pensi ad es. ai chemioterapici), che però è reversibile quando cessa il trattamento.















pericolosità, sempreché non vengano sottovalutate e trascurate ma adeguatamente trattate e curate onde evitare spiacevoli complicanze. Per la loro grande diffusione epidemiologica hanno anche un forte impatto sociale, a causa delle indisponibilità che molte volte creano. Di seguito si descrivono brevemente le forme più comuni.
maggiore permanenza in luoghi chiusi ed affollati.































L’alitosi può avere diverse cause, tra cui le principali sono i problemi digestivi e quelli di denti e gengive. Recenti studi hanno dimostrato che il cattivo odore dell’alito è in genere dovuto alla proliferazione di alcuni tipi di batteri che si depositano sulla lingua. Occorrerebbe quindi adottare alcune norme aggiuntive di igiene del cavo orale (quali ad es. bere abbondante acqua per mantenere idratata e pulita la lingua, adoperare spatoline di legno o altri accessori adatti per pulire la lingua giornaliermente, usare colluttori orali) e tenere una più corretta alimentazione (quali ad es. fare uso di fermenti lattici, mangiare molte fibre, integrare la dieta con alimenti ricchi di vitamine A e betacarotene, B, C e contenenti calcio).







