DESCRIZIONE
Il rimedio omeopatico Sulphur si ottiene dalla triturazione con alcool puro di cristalli di zolfo ridotti in polvere, successivamente portati ad ebollizione, filtrati e sottoposti a diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
Lo zolfo (nome latino sulphur) è l’elemento chimico di simbolo S, appartenente al VI gruppo del sistema periodico. Conosciuto fin dalla preistoria, fu per la prima volta studiato da Antoine Lavoisier che nel 1777 convinse definitivamente la comunità scientifica a classificarlo come elemento e non come composto.
Lo zolfo è una sostanza cristallina trasparente di colore giallo, inodore, con caratteristiche essenzialmente non metalliche. E’ insolubile in acqua, poco solubile in alcool e solubile in etere, nella benzina e negli oli. Brucia all’aria con fiamma azzurra e odore irritante, producendo il diossido di zolfo (SO2, meglio noto come anidride solforosa).
Lo zolfo è abbastanza abbondante in natura (0,1%), dove esiste allo stato elementare (zolfo nativo) nelle vicinanze di regioni vulcaniche, come ad esempio in Sicilia ed in Giappone, o in giacimenti come quelli in Louisiana e Texas (USA), che sono tra i più vasti esistenti. Lo si trova pure allo stato combinato, soprattutto come solfuro (es. pirite FeS2, galena PbS, blenda ZnS) e come solfato (es. gesso CaSO4∙2H2O, barite BaSO4). Il caratteristico odore di uova marce è dovuto al solfuro d’idrogeno (H2S, noto anche come acido solfidrico o idrogeno solforato), rinvenibile in sorgenti minerali.
Lo zolfo ed i suoi composti trovano applicazione in molti processi industriali, di cui il più importante è la produzione di acido solforico (H2SO4) per batterie elettriche e detergenti, ma anche nella produzione di fertilizzanti, polvere da sparo, insetticidi e fungicidi (anticrittogamici), disinfettanti, lassativi e nel processo di vulcanizzazione della gomma. Altri usi sono nelle teste dei fiammiferi e nei fuochi d’artificio. I solfiti vengono usati per sbiancare la carta e come conservanti nella frutta secca e nei vini (qui sottoforma di diossido di zolfo SO2, con la sigla E220).
La presenza di SO2 nell’atmosfera è dovuta principalmente ai processi di combustione dell’industria e delle centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili (carbone, olio combustibile di petrolio, gasolio). Tale gas è un forte irritante degli occhi, della gola e delle prime vie respiratorie ed inoltre reagendo con l’ossigeno ed il vapore acqueo dell’aria forma acido solforico (H2SO4), che precipitando al suolo dà luogo alle famose piogge acide tanto dannose per l’ambiente a causa dell’acidificazione dei terreni e delle risorse idriche.
Oltre che in omeopatia, lo zolfo è molto utilizzato in naturopatia ed in cosmetica per le sue riconosciute proprietà antinfiammatorie, astringenti e disintossicanti. Il sapone allo zolfo, ad esempio, è un classico per i problemi della pelle grassa.
Ma il ruolo importante lo zolfo lo svolge nella vita animale e vegetale, dove diventa un elemento indispensabile ed essenziale, in quanto responsabile della catalizzazione di reazioni biochimiche cellulari ed extracellulari di fondamentale importanza biologica. Nell’organismo umano, ove costituisce lo 0,25% della massa totale, è presente in tutte le cellule ed in particolare in due amminoacidi proteinogenici, la cisteina e la metionina, e di conseguenza in molte proteine. E’ contenuto nella cheratina, sostanza proteica necessaria per la salute ed il benessere di pelle, unghie e capelli. Per questo motivo è denominato anche il “minerale della bellezza”. Lo zolfo è contenuto anche nelle vitamine del gruppo B, quali tiamina (vitamina B1) e biotina (vitamina B8). Nel fegato stimola la produzione della bile ed aiuta nell’attività di disintossicazione. E’ presente nel tessuto connettivo (ad es. nelle articolazioni) e nell’insulina, ormone prodotto dal pancreas per la regolazione del livello di glucosio nel sangue. E’ necessario per la corretta struttura ed attività biologica degli enzimi, particolari proteine aventi la funzione di catalizzatori biologici. Svolge infine nell’organismo altre importanti funzioni a livello immunologico, neurologico, polmonare, renale, muscolare e scheletrico.
Gli alimenti più ricchi di zolfo sono uova (che ne hanno il più alto contenuto), legumi, cavoli, gemme di grano, carne, pesce, molluschi bivalve, formaggio e latte.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Sulphur è uno dei principali policresti omeopatici. La sua diatesi è psorica ed è un rimedio adatto a tutte le costituzioni, ma soprattutto a quella sulfurica. Il temperamento è sanguigno.
Il soggetto Sulphur è un auto-intossicato, in quanto, risultando alterato il metabolismo dello zolfo, non riesce ad espellere naturalmente le tossine prodotte nell’organismo, che in condizioni normali vengono espulse tramite gli organi emuntori quali reni, fegato, polmoni e pelle. In presenza di tale anomalia risulta compromessa la normale attività fisiologica ed i sintomi sono quelli tipici dell’intossicazione generale in cui l’organismo si trova. Tutti i sintomi tendono alla cronicità e questa è una delle caratteristiche chiave del rimedio.
Pertanto il soggetto Sulphur può presentare tipicamente problemi di insufficienza renale, infezioni delle vie urinarie, epatomegalia (fegato ingrossato), stasi a livello della vena porta (è la grossa vena che convoglia nel fegato il sangue proveniente dalla milza e dalla porzione sottodiaframmatica del tubo digerente) con congestione epatica ed emorroidi, stasi della vena cava inferiore (è la grossa vena che drena verso il cuore il sangue che ritorna dalla metà inferiore del corpo) con varici alle gambe, adeniti acute e croniche (infiammazione dei linfonodi), suppurazione dei tessuti, eretismo cardio-circolatorio, ipertensione, problemi digestivi, patologie respiratorie.
Ma il vero punto debole di Sulphur è la pelle, che com’è noto è una delle principali vie di eliminazione delle tossine ed alla quale arrivano, nello stato di intossicazione generale in cui si trova il soggetto, tutti i rifiuti e le sostanze tossiche non eliminate altrove. La pelle pertanto si presenta malsana, secca, rugosa, raggrinzita e dominata da varie affezioni con eruzioni ed eczemi, oltre che da una sudorazione abbondante e fetida. L’odore sgradevole delle escrezioni è una delle caratteristiche di Sulphur, riconducibile a tutti i composti solforati, quali il solfuro d’idrogeno (H2S).
Proprio perché l’intossicazione è lenta anche la sintomatologia è a decorso lento e graduale, per cui ogni patologia compare lentamente ed altrettanto lentamente scompare.
Considerato inoltre che lo zolfo brucia, anche Sulphur brucia, per cui il soggetto ha sensazioni di bruciore sulla pelle e sulle mucose (bocca, intestino, ecc.), il sudore è bruciante (e maleodorante), le secrezioni sono brucianti, ha vampate di calore, le piante dei piedi a letto bruciano e questo è un altro sintomo caratteristico e peculiare del rimedio. Di giorno il soggetto diventa termicamente instabile, per cui una parte del corpo (testa) si fa calda ed un’altra si fa fredda (mani e piedi).
In Sulphur sono frequenti le cosiddette alternanze morbose tra varie patologie, come tra quelle cutanee, respiratorie, venose, muscolo-scheletriche o gastrointestinali, per cui ad esempio eczema, asma, emorroidi, cefalea, reumatismo o diarrea si alternano tra di loro, nel senso che scompare l’una e compare l’altra, in genere con una periodicità di 7 o 8 giorni.
E’ altresì presente una certa irregolarità dei sintomi, dovuta all’intossicazione ed alle improvvise reazioni dell’organismo nel tentativo di ripristinare la corretta eliminazione delle tossine. Pertanto ad esempio il soggetto sarà stitico o diarroico, anoressico o bulimico, mangerà molto e digerirà tutto oppure mangerà poco e digerirà male, e così via. Si presenteranno cioè i sintomi più contraddittori, per cui si può dire che «c’è tutto in Sulphur» e questo qualche volta rende più difficile la sua prescrizione.
Il soggetto che richiede il rimedio può essere di due tipi: un magro ossigenoide o un grasso pletorico, che corrispondono rispettivamente ai biotipi “sulfurico magro” e “sulfurico grasso”.
Il magro ossigenoide presenta un’accelerazione delle reazioni biochimiche di ossidazione (l’aggettivo ossigenoide sta proprio per un eccesso di ossigenazioni) e conseguentemente un aumento della quantità di scorie che il suo organismo non riesce ad eliminare con lo stesso ritmo con cui le produce. Diventa pertanto un auto-intossicato che cerca di eliminare i rifiuti, ad esempio, con la diarrea mattutina. E’ un soggetto sottile, magro, con pelle avvizzita e mucose arrossate ai bordi degli orifizi (bocca, narici, palpebre, orecchie, ano, ecc.).
Il grasso pletorico presenta invece un rallentamento delle ossidazioni e persino dell’intero metabolismo (l’aggettivo pletorico sta per una sovrabbondanza di effetti nocivi), con il risultato che si forma un altro genere di intossicazione. Il soggetto sarà, cioè, più corpulento, psorico, iperteso, sentirà sempre caldo, suderà abbondantemente al minimo calore, avrà congestioni e sensazioni di bruciore un po’ dappertutto, sarà diarroico o stitico a seconda se viene o no utilizzata tale via di eliminazione delle scorie.
Dal punto di vista neurologico il soggetto Sulphur è per lo più pigro e disordinato, apatico e trasandato, fino allo stato depressivo. A volte appare come un megalomane o preda di manie religiose. Spesso soffre di vertigini e di cefalea nevralgica di tipo congestivo. Non sopporta il calore, soprattutto quello all’interno di un ambiente chiuso. Ha sete intensa. Ha desiderio o ripugnanza per alcune categorie di cibo, a seconda del loro contenuto di zolfo: in effetti poiché è turbato il metabolismo dello zolfo, l’organismo non sa più trasformare e assimilare gli alimenti solforati, ossia quelli ricchi di proteine, per i quali proverà un’avversione (es. carne e latte), mentre al contrario sarà attirato da glucidi e lipidi che sono privi di zolfo (es. alimenti zuccherati, grassi animali e vegetali).
Il Sulphur omeopatico agisce aumentando i processi di eliminazione delle tossine prodotte dall’organismo, accumulatesi eccessivamente, come abbiamo visto, per un’alterazione del metabolismo dello zolfo, al punto tale da determinare progressivamente uno stato di intossicazione generale. In questo modo Sulphur elimina, depura, purifica. E’ questa in sintesi la semplice chiave di lettura del rimedio. Sulphur è il “netturbino”, l’operatore ecologico dell’organismo che spazza via i rifiuti tossici mantenendo pulite tutte le strutture cellulari. Sulphur quindi «fa uscire» le tossine, per cui il rimedio agisce secondo una “tendenza centrifuga”, cioè dall’interno all’esterno dell’organismo.
Il rimedio è utilizzato anche come “rivelatore dei sintomi”, quando ad una malattia non corrisponde alcun rimedio ben definito, quando cioè i sintomi della malattia non sono ben marcati: in tal caso Sulphur fa apparire qualche caratteristica che indica il rimedio da somministrare.
E’ usato anche quando l’ammalato si trova nel cosiddetto “stato psorico”, cioè quando egli dimostra scarsa reattività alla cura di un rimedio, seppure ben scelto e correttamente somministrato: in tal caso Sulphur rimuove l’ostacolo e consente al rimedio di agire.
E’ altresì adoperato, dopo una malattia, per eliminare le tossine residue presenti nell’organismo o quando il paziente tarda ad entrare nella fase di convalescenza.
Tutti i sintomi peggiorano al caldo umido, in un letto troppo caldo ma anche al clima troppo freddo. Migliorano al caldo secco, all’aria aperta, con il sudore. La lateralità del rimedio è generalmente sinistra.
I principali sinergici (complementari) di Sulphur sono Aconitum, Aloe, Antimonium tartaricum, Ipeca, Nux vomica, Psorinum, Pulsatilla, Rhus tox, Silicea.
I principali antidoti (ma che aiutano nelle terapie)sono Aconitum, Camphora, Chamomilla, China, Mercurius solubilis, Pulsatilla, Rhus tox, Sepia, Thuja.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Sulphur si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) PELLE. Pelle secca, raggrinzita, screpolata, squamosa. Sudorazione maleodorante. Eruzioni cutanee di ogni tipo, fenomeni suppurativi e prurito intenso. Foruncoli. Acne. Esantema e malattie esantematiche. Eczema. Orticaria. Herpes. Erisipela. Verruche callose. Pitiriasi. Ulcere pruriginose e fistolose. Piaghe. Ecchimosi.
2) APP. DIGERENTE. Afte. Alito fetido e lingua con patina biancastra. Dispepsia di ogni genere. Congestione epatica per stasi della circolazione portale. Fegato ingrossato. Gonfiore addominale. Alterazione dei processi assimilativi e di disintossicazione. Diarrea, specie mattutina, alternata a stipsi. Infiammazione all’ano con prurito, bruciore e dolore. Emorroidi.
3) APP. CARDIOVASCOLARE. Congestioni localizzate venose e arteriose. Stasi venose. Vampate di calore. Eretismo cardio-circolatorio. Aterosclerosi. Ipertensione arteriosa. Varici. Emorroidi.
4) SISTEMA LINFATICO. Ipertrofia e infiammazione dei linfonodi.
5) APP. URINARIO. Infezioni delle vie urinarie. Pollachiuria. Tenesmo vescicale. Ritenzione urinaria.
6) APP. RESPIRATORIO. Rinofaringite acuta o cronica. Rinite allergica. Rinorrea acquosa e irritante. Tosse spasmodica. Asma con attacchi soprattutto notturni.
7) SISTEMA NERVOSO. Apatia mentale. Lieve depressione ciclica. Tendenza a svegliarsi tardi al mattino. Sonnolenza diurna spesso associata a insonnia notturna. Vertigini. Cefalea nevralgica di tipo congestivo.
8) APP. GENITALE FEMMINILE. Possibile dismenorrea, con ciclo mestruale irregolare ed intermittente. Disturbi della menopausa.
9) APP. GENITALE MASCHILE. Possibile prostatite. Ipertrofia prostatica in età adulta.
10) ORECCHIO. Otite con otorrea purulenta. Parotite. Prurito all’orecchio esterno. Escoriazione dietro le orecchie.
11) OCCHIO. Oftalmie brucianti. Congiuntiviti e lacrimazione, legate anche allo stato allergico. Prurito, solletico e bruciore alle palpebre. Orzaiolo.
12) APP. MUCOLOSCHELETRICO. Lombalgie e sacralgie. Reumatismi. Crampi muscolari. Bruciore alle piante dei piedi.
DOSI
In tutti i casi diluizione 7CH, 3 granuli o 5 gocce da una a tre volte al dì. In particolare nei casi di malattie esantematiche e di parotite solo nella fase terminale della malattia.
Diluizioni più alte, consigliabili per curare nel profondo gli stati cronici, per la loro incidenza sull’organismo possono essere prescritte solo dal medico omeopata.
(*) V. Note esplicative
Elisa dice
Egregio Dottore,
Alla mia bambina è stato prescritto sulfur 200k ( prendere 1/3 di dose) prima di effettuare i vaccini e thiua 200k ( sempre 1/3 di dose) dopo il vaccino.
Volevo farle 2 domande.
Secondo lei è giusta la somministrazione?
Inoltre abbiamo fatto ul vaccino meningicocco qualche giorno fa e tra 15 giorni faremo quello mpr( abbiamo deciso di farli divisi anzichè tutti insieme). Posso somministrare a così breve distanza i farmaci omeopatici?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elisa, com’è noto le terapie omeopatiche sono molto personalizzate e quindi l’omeopata nel prescrivere Sulphur e Thuya ha fatto le proprie valutazioni, potendo stabilire che i rimedi, con le relative diluizioni e posologie, sono i più adatti alla sua bambina. Thuya è uno dei rimedi omeopatici che viene prescritto per evitare gli effetti iatrogeni delle vaccinazioni. Sulphur invece è un rimedio ripulitore, purificatore, in grado di favorire il processo di eliminazione delle tossine. Per quanto riguarda la tempistica non ci dovrebbero essere problemi, però sarebbe opportuno chiedere conferma al medico omeopata che ha prescritto i rimedi. Cordiali saluti.
sophia dice
gentile dott . io ho assunto sulfur 30ch piu calcarea carbonica mille ch .. volevo chiedere.. ma queste medicine omeopatiche possono avere effetti indesiderati… perche io e qualche giorno che ho nausea e male alla bocca dello stomaco e mi chiedevo se magari ho preso un virus o potrebbero centrare queste cure.. cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sophia, i rimedi omeopatici sono dei farmaci a tutti gli effetti e perciò non andrebbero assunti senza una prescrizione medica, soprattutto quando si adottano le medie e le alte diluizioni, come lo sono una 30CH e una 1000CH. Se i rimedi sono stati prescritti da un medico omeopata, farebbe bene ad informarlo per consentirgli di valutare la situazione ed eventualmente intervenire. I rimedi omeopatici non hanno effetti collaterali, intesi questi nel senso tradizionale del termine, perché non contengono sostanze a livello ponderale ma solo a livello infinitesimale e la loro azione terapeutica consiste unicamente nello stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione o di regolazione dell’organismo. Però se si assume un rimedio sbagliato (non rispettando cioè la “legge di similitudine”), o una diluizione sbagliata (la quale più è alta è più richiede un maggiore grado di somiglianza rimedio-paziente), o una posologia sbagliata (che risente della durata di copertura terapeutica del rimedio), si può andare incontro a inconvenienti abbastanza seri e fastidiosi. Gli effetti fastidiosi, ma temporanei, che un rimedio omeopatico può indurre sono l’aggravamento omeopatico (quello terapeutico, consistente in un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare che potrebbe presentarsi all’inizio della terapia) e l’aggravamento iatrogeno (consistente nella comparsa di nuovi sintomi contenuti nel rimedio, come sviluppo del suo potere patogeno). E’ probabile che lei sia incorsa in questo secondo tipo di aggravamento, con sintomi mai avvertiti prima, come sembrerebbe di capire, i quali, a conferma, sono contenuti nelle patogenesi di entrambi i rimedi omeopatici. Se così fosse questi nuovi sintomi dovrebbero regredire fino a scomparire del tutto, senza lasciare alcuna conseguenza. Se invece dovessero perdurare, sarà il medico omeopata a trovare la soluzione adatta per eliminarli omeopaticamente e per continuare la terapia di base, oppure se lei non è ricorsa a tale figura sarebbe opportuno farlo. Ovviamente altra ipotesi da considerare è che i nuovi sintomi, per mera coincidenza, siano originati da un’affezione completamente estranea. Cordiali saluti.
Maria dice
Gentilissima dottoressa,
a giugno 2014 sono finita in ospedale con la diagnosi orticaria gigante, dopo due mesi di deltacortene e zirtec non si è risolto nulla anzi fine agosto mi si era gonfiata la lingua e la gola. Poi una fitoterapista mi ha consigliato un infuso per la purificazione del sangue e per un po’ di tempo stavo bene, ma appariva comunque quando mangiavo il cibo rosso, prendevo qualche farmaco es. per il mal di testa oppure quando avevo preso l’influenza intestinale …adesso dopo il massaggio!!
Cosa mi consiglia?
La ringrazio molto.
Maria
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, generalmente un’orticaria acuta, quella più ricorrente, con episodi che hanno una durata di alcune settimane, ha molto spesso una natura allergica, anche se le cause scatenanti possono essere molteplici, mentre un’orticaria cronica, quella cioè con eruzioni cutanee di più lunga durata, ha spesso un’eziologia autoimmune. In entrambi i casi una cura omeopatica per essere veramente efficace si deve muovere su due piani, uno sintomatico, più superficiale e l’altro sistemico, più profondo. La cura sintomatica serve ad intervenire con maggiore tempestività sulle manifestazioni cutanee, tramite rimedi omeopatici che contengono sintomatologie e sensazioni somiglianti a quelle del paziente, solitamente a basse diluizioni. La cura sistemica, di fondo, serve ad intervenire sul “terreno” del paziente, legato al patrimonio genetico e comportamentale, tramite rimedi omeopatici costituzionali e temperamentali che cioè assomigliano al paziente nei caratteri morfologici, fisiologici e psicologici, solitamente ad alte diluizioni. A esempio, tra i rimedi omeopatici sintomatici per il trattamento di un’orticaria troviamo Antimonium crudum, Apis, Belladonna, Dulcamara, Natrum muriaticum, Pulsatilla, Rhus toxicodendron, Sulphur, Urtica urens, ecc. L’individuazione dei rimedi omeopatici di fondo richiede lo studio e l’esame approfondito del paziente e di tutte le sue possibili interazioni, che solo la visita medica omeopatica può riuscire a determinare. Il consiglio è quindi di rivolgersi ad un medico omeopata, se vuole avere delle concrete possibilità di superare la problematica con l’omeopatia. Il medico omeopata potrebbe decidere di ricorrere anche a omeoterapici di nuova generazione (ad es. Phenobarbitalum, ecc.), a gemmoterapici (ad es. Ribes nigrum, Alnus glutinosa, ecc.), a organoterapici (ad es. Histaminum, ecc.), che in moltissimi casi si sono dimostrati molto efficaci. Cordiali saluti.
VIORELVASILE dice
Gent. dottoressa
Voglio chiedervi quale bevande ,cibi,sostanze,etc devono esere evitati quando qualcuno prende uno o piu rimedi omeopatici.
Grazie e cordiali salutti.
VASILE V.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Viorelvasile, per massimizzare il livello di assunzione dei rimedi omeopatici si consiglia di somministrarli lontano dai pasti (all’incirca mezz’ora prima e un’ora, un’ora e mezza dopo) e lontano dall’uso di sostanze fortemente aromatiche, come menta, spezie in genere, dentifricio, caffè, ecc. Inoltre gli incompatibili generali dei rimedi omeopatici sono le tisane di menta, le caramelle di menta, il caffè, le frizioni a base di aceto o profumi molto forti, le spezie e gli aromi forti, che potrebbero inficiarne l’efficacia solo però se usati frequentemente e in abbondanza. Cordiali saluti.
sarina dice
buonasera dottoressa,volevo sapere i rimedi costituzionali quanti sono e che tempi hanno di azione? anche loro dovrebbero andare man mano a far scompararire i sintomi fisici e psicologici del soggetto giusto? la ringrazio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sarina, per darle una visione d’insieme, ovviamente semplificativa ma non per questo meno realistica, i rimedi omeopatici possono essere suddivisi in due grandi categorie: i “rimedi ad azione locale”, che intervengono su patologie ben determinate e su sintomi ben particolari ed i “rimedi ad azione generale”, ossia i policresti, che posseggono un’azione profonda e polivalente, in grado di curare numerose patologie e di coprire una vasta gamma di sintomi. Un rimedio ad azione generale può risultare un rimedio costituzionale per una categoria ben precisa di individui i cui caratteri morfologici, fisiologici e psicologici, rappresentativi della costituzione e del temperamento, corrispondono alle caratteristiche proprie del rimedio omeopatico. Il rimedio costituzionale più di ogni altro agisce sui sintomi fisiologici e psicologici e sulle relative cause, con la scelta opportuna delle diluizioni. Ma non sempre il loro uso è indispensabile per la riuscita di una terapia. I rimedi omeopatici più noti sono circa mezzo migliaio, di questi i più utilizzati sono circa la metà ed i costituzionali sono una cinquantina. Per quanto riguarda i tempi di azione di un rimedio omeopatico, non importa se costituzionale o di altro tipo, la situazione è alquanto articolata. Intanto va precisato che esiste una correlazione inversa tra la velocità d’azione terapeutica di un rimedio omeopatico e la sua diluizione, nel senso che, a parità di tutte le altre condizioni, il rimedio a diluizione più bassa agirà prima del rimedio a diluizione più alta. Tale discorso di fondo però bisognerà contestualizzarlo, incrociandolo con le caratteristiche proprie del rimedio omeopatico, con la profondità della patologia o del disturbo e con la reattività del singolo paziente. Ci sono rimedi che hanno intrinsecamente dei tempi di azione più lunghi, si pensi ad es. a Lycopodium, Sulphur, Calcarea carbonica, Silicea, ecc., altri che invece agiscono prima, si pensi ad es. a Aconitum, Apis, Belladonna, Kali bichromicum, Pulsatilla, ecc. Inoltre nei pazienti affetti da malattie croniche qualsiasi rimedio omeopatico impiega più tempo per agire rispetto ai casi di malattie acute. Infine vi è da considerare che il tempo di risposta di un rimedio omeopatico è influenzato dalla reattività individuale del paziente, che nelle forme più sensibili si manifesta con la cosiddetta “idiosincrasia”, cioè la predisposizione ad una reazione forte e rapida verso i rimedi omeopatici o verso solo alcuni di essi. Come vede si conferma il concetto che, come suol dirsi, l’omeopatia è una medicina che “veste su misura”, per cui tutte le regole sono solo orientative e non completamente generalizzabili. Cordiali saluti.
Isabella dice
Gentilissima Dottoressa,
7 giorni fa,all’improvviso un pomeriggio,mi è esploso all’altezza della tiroide un gonfiore della dimensione di una palla da tennis,che non percepisco se non guardandomi o toccandomi.Gli esami clinici sono ok per la tiroide e più bassi i leucociti e alfa1.L’ecografia ha rivelato un nodulo su cui si è poi sviluppata una ciste che è esplosa;emoraggica.A oggi il gonfiore è diminuito.Tra qualche gg andrò dal mio otorino in quanto ormai da un mese durante la notte la lingua diventa più bianca e rasposa.Mi è stata consigliata Sulfur30ch,dalle mie farmaciste e leggendo le caratteristiche curative ho trovato molti dei miei sintomi che nella normalità vivo.Come gli spacchetti ai lati della bocca,amenorrea x 60 gg questa estate,poi 2 cicli in ottobre e novembre.L’anno scorso mi è esploso un ovulo nell’ovaio.Sto accumulando tossine che il mio organismo accumula?Secondo lei Sulfur potrebbe aiutarmi?In che quantità e per quanto tempo?La ringrazio dell’attenzione.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Isabella, in una situazione come la sua potrebbe avere senso utilizzare un rimedio omeopatico come Sulphur. Infatti Sulphur è il principale rimedio depuratore, purificatore, l’eliminatore “numero uno”, che raccoglie in superficie tutti i mali presenti nel profondo dell’organismo per spingerli all’esterno. E’ l’omeopsorico-tipo, ossia il rimedio-chiave della “psora”, che è una delle diatesi hahnemanniane (leggi predisposizione verso alcune patologie con modalità proprie e la psora esprime la tendenza verso manifestazioni sintomatiche a carattere esonerativo limitate alla cute ed alla parte superficiale delle mucose) derivante da un’intossicazione profonda e permanente che blocca le difese emuntorie e immunitarie dell’organismo. Per questo e per altri motivi Sulphur è il policresto omeopatico che viene più frequentemente prescritto per trattare un gran numero di affezioni. Ovviamente occorrerà verificare che nel proprio quadro clinico si ritrovino sia i segni della patogenesi del rimedio e sia le caratteristiche della psora. Perciò se per lei tale somiglianza è rispettata, allora Sulphur potrebbe essere il rimedio omeopsorico di scelta. Nello stesso tempo occorrerà valutare l’opportunità di far precedere o di associare al rimedio una buona attività di “drenaggio” tramite dei rimedi che stimolino e sostengano il fegato, i reni e la pelle, allo scopo di evitare delle crisi emuntorie. Successivamente sarà altresì da valutare l’opportunità di associare altri rimedi omeopatici che potrebbero essere richiesti a livello patogenetico dalle caratteristiche del tipo di affezione. Ad esempio per il trattamento delle cisti i rimedi omeopatici più specifici potrebbero essere Baryta carbonica, Calcarea carbonica, Graphites, Phosphorus, Silicea. Ritornando a Sulphur, fermo restando quanto detto finora, l’esperienza clinica mostra buoni risultati con le basse diluizioni, come ad es. una 7CH che solitamente si utilizza nella misura di 3 granuli 3-4 volte al dì, salvo diversa prescrizione medica. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, che possa essere di supporto e che possa rafforzare le difese del sistema immunitario, come, ad esempio, limitare l’assunzione degli zuccheri semplici, moderare l’introito delle proteine, privilegiare i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). Sarebbe però opportuno non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata che possa, per il caso specifico, fare le valutazioni di cui in precedenza e stabilire con la dovuta precisione la terapia personalizzata più appropriata. Cordiali saluti.
Alberto dice
Salve dottoressa,
circa un anno fa avevo trovato in sulfur (200 ch) una cura, dopo vari tentativi con altri rimedi consigliati dal mio omeopata, per una dermatite atopica e circa ogni mese bastava prendere un 3-4 gocce di questo rimedio per far passare il tutto nelle varie parti del corpo.
Da due mesi a questa parte però questo rimedio non ha dato i soliti effetti e la dermatite è ritornata, anche se in punti diversi del corpo (giunture braccio sx e ginocchio e ascella dx).
Ieri mattina ho provato a cambiare dosaggio dopo circa un mese che nn prendevo niente, passando a 5 gocce di sulfur 20ch, visto che da varie fonti l’ho trovato più adatto per i problemi di pelle, ma già ieri sera hanno fatto la loro comparsa una serie di brufoletti e un arrossamento generale sulle cosce, più un senso simile alla nausea.
Secondo lei è il caso che continui a prendere questo rimedio ogni giorno, con periodi meno frequenti o che lo sospenda del tutto?
la ringrazio anticipatamente per l’attenzione
Saluti
Alberto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Alberto, Sulphur è il principale rimedio omeopatico depuratore, purificatore, l’eliminatore “numero uno”, il re degli anti-psorici, che raccoglie in superficie tutti i mali presenti nel nostro profondo per spingerli all’esterno, per cui va adoperato sempre con grande attenzione. Per tale motivo nelle dermatiti, specie nel corso delle manifestazioni acute, è buona norma far precedere la somministrazione del rimedio da una buona attività di “drenaggio” tramite dei rimedi che stimolino e sostengano il fegato, i reni e la pelle. Poi sarà da valutare l’opportunità di associare altri rimedi omeopatici che potrebbero essere richiesti a livello patogenetico dalle caratteristiche specifiche della dermatite. I rimedi drenanti che vengono frequentemente utilizzati sono dei gemmoterapici della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), in gocce, i quali vengono scelti in base all’attività terapeutica che interessa. Nel caso specifico di dermatite atopica si potrebbe ricorrere a gemmoterapici come: Ribes nigrum M.G. D1, che è un ottimo cortisone-like, con attività antinfiammatorie e antistaminiche ed è un ottimo regolatore del sistema immunitario, per cui è indicato anche in caso di allergia; Cedrus libani M.G. D1, particolarmente adatto al trattamento degli gli eczemi secchi; Ulmus campestris M.G. D1, adatto al trattamento degli eczemi umidi. Per alleggerire la situazione si potrebbe ricorrere a qualche preparato fitoterapico in uso esterno per un trattamento lenitivo ma non soppressivo. Ad esempio si potrebbero usare gli impacchi con gli infusi di Bardana o di Tarassaco o di Echinacea o di Centella asiatica o di Consolida, oppure le spugnature con la farina di Avena o una crema idratante a base della stessa Avena o di Calendula, oppure l’olio di Mandorle dolci o di Borragine ed altro ancora. Sarebbe opportuno associare anche altri tipi di intervento, quali ad esempio un’alimentazione appropriata (fibre, vitamine, sali minerali), riducendo, in particolare, il consumo di dolci e di zuccheri semplici, una corretta igiene personale, l’uso di indumenti idonei (di cotone e traspiranti), non grattare le zone interessate per non aggravare ulteriormente il problema, ecc. Ovviamente tutto quanto detto finora richiede la conferma e l’approvazione di un medico omeopata, con valutazioni da fare sul caso specifico, per cui sarebbe opportuno che lei riprendesse i contatti con l’omeopata che le ha prescritto Sulphur. Cordiali saluti.
Pietruccio dice
Dott. buonasera, ho letto che questo prodotto è indicato anche come cura per l’eiaculazione precoce, volevo sapere se può essere vero.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Pietruccio, Sulphur è uno dei rimedi omeopatici che potrebbe aiutare a combattere l’eiaculazione precoce, in particolare se il disturbo traduce uno sforzo o un bisogno di eliminazione, ci si sente poco reattivi e astenici e spesso si alternano fastidi vari. Tra gli altri principali rimedi omeopatici troviamo Lycopodium se il disturbo è dovuto alla competitività di fronte a ogni situazione e nello stesso tempo alla scarsa fiducia in se stessi di riuscire a fare bene le cose, Argentum nitricum se il disturbo è legato essenzialmente alla fretta nel fare tutto, Phosphorus se lo stesso è accompagnato da eccitazione eccessiva seguita poi da senso di prostrazione, Kali phosphoricum se si alternano euforia e stanchezza. Cordiali saluti.
Daniela dice
Mi scusino se m’intrometto nella discussione, non so quanti anni abbia l’utente Simone,ma i sintomi che descrive sono gli stessi che ha avuto mio nipote (23 anni) e solo dopo lunghe sofferenze per alcuni mesi si è arrivati a scoprire che era celiachia,questa malattia non colpisce solo i bambini,ma anche moltissimi adulti in maniera subdola e a volte con sintomatologia molto sfumata.Inviterei il signor Simone a fare gl’esami per questa patologia(endomisio,transglutaminasi,antigliadina e soprattutto l’insulto HLA in DQ per lo screening genetico)prima di effettuare nuove cure.Potrei sbagliarmi ma è preferibile fare sempre un esame in più che uno in meno quando non si capisce da cosa si è affetti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Daniela, grazie della sua testimonianza e del suggerimento che certamente Simone apprezzerà e terrà in considerazione. Cordiali saluti.
simone dice
buongiorno,
grazie per la sua gentile risposta.
sono stato da un medico omeopatico delle mie zone il quale dopo avermi fatto tantissime domande mi ha prescritto sulfur tubo 6ml 1 volta a settimana per un mese.
Leggendo il vs. commento non so che pensare, ieri sera ho iniziato la cura con il primo tubbetto.
volevo chiedervi dopo quanto tempo si puo valutare se la terapia sia quella giusta, cioè quand’è che posso iniziare a vedere risultati?
grazie per la vs. gentile risposta
Saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Simone, è anche possibile che il medico omeopata stia utilizzando Sulphur come rimedio eliminatore e ripulitore dell’organismo per portare in superficie le disfunzioni del profondo. Farebbe però bene a chiedere a lui tutte le delucidazioni del caso. I tempi di azione di un rimedio non sono sempre valutabili a priori e quindi generalizzabili, in quanto dipendono molto dalla reattività e sensibilità del singolo organismo. Bisogna anche considerare che le diluizioni LM hanno un effetto terapeutico più dolce e perciò i miglioramenti potrebbero verificarsi con maggiore gradualità. Anche quest’aspetto farebbe meglio a chiederlo al medico omeopata che avendola visitata potrebbe fare una prima valutazione. Non trascuri comunque di continuare a ricercare la causa del suo dolore all’ipocondrio destro. Cordiali saluti.