DESCRIZIONE
Il rimedio omeopatico Silicea si ottiene dalla triturazione con lattosio della silice pura precipitata e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
La silice è il biossido di silicio avente formula chimica SiO2. Il composto ha dato il nome all’elemento silicio (dal latino silex), che in natura non esiste allo stato libero, ma solo allo stato combinato come silice o come silicato. Dopo l’ossigeno è il costituente più abbondante della crosta terrestre, in cui è presente nella percentuale del 26% circa in peso.
Lo stato fisico più comune della silice che si trova in natura è quello solido cristallino di minerali come il quarzo ed anche come costituente principale di diverse rocce sedimentarie tra cui la sabbia. A temperatura ambiente è un solido poco solubile in acqua e di durezza piuttosto elevata. Il quarzo ha lucentezza vitrea ed in genere i cristalli hanno abito prismatico; è incolore allo stato puro o può assumere diverse colorazioni a seconda delle inclusioni. Importanti giacimenti di quarzo si trovano in Brasile, Madagascar, USA, Canada, Francia, Russia, Svizzera. In Italia cristalli perfettamente limpidi e incolori si trovano nelle cavità del marmo di Carrara.
La silice è di fondamentale importanza per moltissimi animali e piante in quanto è utilizzata come impalcatura per lo sviluppo delle strutture scheletriche.
Era conosciuta fin dai tempi più antichi e veniva utilizzata correntemente per la fabbricazione del vetro.
Ancora oggi la silice è impiegata dall’industria del vetro, la quale assorbe enormi quantità di quarzo, specialmente sotto forma di sabbia, dalla cui purezza dipendono le caratteristiche dei vetri prodotti. E’ altresì adoperata nella produzione della ceramica, della porcellana, degli smalti e del cemento. Altri utilizzi ne vedono l’impiego come materiale refrattario nei forni, come composto di isolanti termici ceramici, come abrasivo, come mescola nei pneumatici per ridurre la resistenza al rotolamento e migliorare la tenuta sul bagnato ed altro ancora.
I cristalli di quarzo possiedono un’importante proprietà, la piezoelettricità, scoperta nel 1880 dai fratelli Jacques e Pierre Curie, che oggi viene utilizzata per tantissime applicazioni industriali. La piezoelettricità è la capacità di alcuni cristalli di generare una differenza di potenziale elettrico se sottoposti a stress meccanico (effetto diretto) e viceversa di vibrare ad una frequenza costante, impostabile dal particolare taglio del cristallo, se sottoposti ad una sollecitazione elettrica (effetto inverso). L’effetto diretto consente la realizzazione di diversi strumenti ed apparecchiature, dal semplice accendigas da cucina, agli strumenti sismici, ai microfoni, ai dispositivi musicali, ai rivelatori di pressione, ecc. L’effetto inverso, combinato con quello diretto, trova la sua più nota applicazione nella fabbricazione degli orologi al quarzo, ove la misura dello scorrere del tempo è determinata dalle oscillazioni di un cristallo di quarzo.
La silice è anche la materia prima per la produzione del silicio elementare che, per la sua natura di semiconduttore, è ampiamente usato dall’industria elettronica per la costruzione di transistor, circuiti integrati, chip ed altri componenti elettronici. Cristalli di silicio costituiscono il materiale maggiormente utilizzato per la costruzione dei moduli fotovoltaici atti a convertire l’energia solare in energia elettrica.
La silice per l’uso omeopatico viene ottenuta come precipitato di un processo chimico che utilizza del quarzo puro in polvere.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Silicea è un grandissimo rimedio costituzionale, forse è il maggiore fra tutti, atteso che il silicio ed il suo ossido, contenuti nell’organismo umano in quantità infinitesimali, svolgono un ruolo importantissimo attraverso le trasformazioni biologiche a bassa energia (il cosiddetto “effetto Kervran”). La silice è presente nei tessuti connettivi, per la qual cosa agisce su pelle, tendini, legamenti, corde vocali, cartilagini, ossa, mucose, ecc. ed è fondamentale per gli scambi nutritizi cellulari dell’organismo, per la qual cosa una sua carenza può determinare astenia fisica e mentale, nonché un rallentamento dello sviluppo nei bambini.
Per una migliore comprensione delle caratteristiche del rimedio è utile ricercare la sua “similitudine” con la sabbia dei litorali marini di cui, per l’appunto, la silice è il principale costituente.
Pertanto il tipo Silicea (che più usualmente è di sesso femminile, ma può essere anche maschile) ha una costituzione esile, minuta e sottile, proprio come i granelli di sabbia. E’ longilineo, pallido, magro, con scarsa muscolatura e debole capacità respiratoria; può presentare segni di demineralizzazione come le unghie fragili e ricoperte da macchie bianche. La sua costituzione è quindi prevalentemente fosforica.
E’ un soggetto perennemente stanco, sia fisicamente che cerebralmente (e questo richiama la sua costituzione). Qualsiasi attività lo stanca facilmente, è privo di energia, astenico, ancor prima di iniziare la giornata ha già esaurito le sue forze, ha grosse difficoltà di concentrazione, si sente stressato. Nello stesso tempo è uno sfiduciato per eccellenza (probabilmente Silicea è il più sfiduciato di tutta la Materia Medica), ripone poca fiducia in sé stesso e negli altri. Ciò lo rende tendenzialmente apatico, depresso, abulico, senza volontà, privo di qualsiasi stimolo ad agire, annoiato dalla vita e dal mondo che lo circonda. Si sente inadeguato, insicuro, indifeso, per cui teme che chiunque possa essere nei suoi confronti offensivo, aggressivo e pericoloso. Di conseguenza rivela una vera e propria fobia degli oggetti appuntiti (aghi, spilli, forbici, coltelli, ecc.), al punto che la sola vista gli provoca uno stato di ansia e di tensione. Il sonno è agitato e disturbato da incubi.
Ma è anche un soggetto molto nervoso, facilmente irritabile, ipersensibile (ai rumori, agli odori, alle luci), che si eccita per un nonnulla, che si infastidisce, che cambia improvvisamente umore e subito si spazientisce. Proprio come il cielo del litorale marino (ricordiamoci la similitudine) che da sereno diventa improvvisamente nuvoloso. Il suo temperamento è quindi prevalentemente nervoso, accompagnato però da diverse connotazioni tipiche del linfatico, nel senso che all’impetuosità del biotipo nervoso segue la stanchezza del linfatico, alla rabbia la calma, all’aggressività l’indifferenza e viceversa.
Inoltre il soggetto Silicea è molto freddoloso, sente sempre freddo, spesso è scosso da brividi anche durante l’esercizio fisico, ha piedi e mani gelidi, le donne avvertono ancora più freddo nel periodo mestruale. Prende freddo alla minima corrente d’aria e questo gli procura angine, dolori, nevralgie, cefalee. Sta bene solo al caldo o esponendosi al sole e ciò ricorda proprio la spiaggia d’estate (continua la similitudine).
Questo biotipo stanco, sfiduciato, nervoso e freddoloso suda abbondantemente, ha cioè una traspirazione eccessiva alla testa, alle mani e soprattutto ai piedi ove il sudore si manifesta con un odore insopportabile. Facilmente è affetto dal cosiddetto “piede d’atleta”, termine con il quale si indica una micosi che colpisce prevalentemente i piedi degli atleti che frequentano luoghi umidi come piscine e docce comuni. D’altro canto poiché è sabbia, Silicea inevitabilmente tiene tutto il giorno i piedi a macerare nell’acqua di mare e ciò crea le condizioni per l’attecchimento e la proliferazione dei funghi (ritorna la similitudine).
Ma la caratteristica fondamentale del soggetto Silicea, ossia il sintomo chiave più importante, è la spiccata tendenza alla suppurazione, talché ogni minima ferita o lesione o piaga (cutanea, di mucosa o ossea) tende ad infettarsi formando pus. Silicea è il grande rimedio dei processi di suppurazione cronica (Hepar sulphur lo è per le suppurazioni recenti), che cioè si trascinano a lungo ostacolando la cicatrizzazione. E’ il caso ad esempio degli ascessi che non si svuotano completamente e che ricompaiono formando delle fistole (tipica è quella anale). Si può pertanto affermare che Silicea è pus (cronico).
Altri segni di richiamo sono la voglia di cibi e bevande freddi (nonostante la freddolosità), l’avversione per il latte, la sensazione di avere un capello sulla punta della lingua, le labbra secche e screpolate, la pelle delicata, la stipsi ostinata, le mestruazioni abbondanti accompagnate da sensazioni di freddo.
I sintomi peggiorano con il freddo umido, con le correnti d’aria, d’inverno, durante le mestruazioni, di sera e di notte, durante l’attività fisica, a seguito di vaccinazioni. Migliorano con il caldo e le applicazioni calde, con la testa coperta, d’estate.
I principali sinergici (complementari) di Silicea sono Calcarea carbonica, Pulsatilla, Sanicula, Thuya.
I principali antidoti (ma che aiutano la sua azione) sono Camphora, Fluoricum acidum, Hepar sulphur.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Silicea si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) PELLE. Eczemi, foruncoli, piaghe suppuranti, ascessi cronici, fistole, psoriasi, unghie deformate o incarnite con macchie biancastre, micosi. Sudorazione abbondante alla testa, al collo, alle mani, ai piedi ove è particolarmente fetida.
2) APP. RESPIRATORIO. Rinofaringite o rinite cronica con rinorrea purulenta. Sinusite. Adenopatie infantili. Laringite con raucedine cronica. Tosse con espettorato muco-purulento. Tracheiti. Bronchiti con tendenza alla suppurazione. Asma bronchiale.
3) ORECCHIO. Otiti frequenti con ostruzione della tromba d’Eustacchio. Otorrea purulenta.
4) OCCHI. Dolore, prurito e bruciore agli occhi, specie al mattino, come da presenza di sabbia. Infiammazione degli occhi. Fistola lacrimale. Orzaiolo. Annebbiamento del cristallino.
5) DENTI. Parodontite. Ascessi gengivali. Odontalgia da cibo caldo o da introduzione di aria fredda in bocca.
6) APP. MUSCOLO-SCHELETRICO. Dolori dorsali e articolari, alle dita della mano o alle piante dei piedi. Stanchezza cronica, astenia. Fratture che guariscono molto lentamente.
7) SISTEMA NERVOSO. Nervosismo, irritabilità, cambio repentino di umore, ipersensibilità agli stimoli esterni, esagerazione dei riflessi, episodi di sonnambulismo e di epilessia, sonno disturbato, nevralgie, cefalee croniche.
8) APP. DIGERENTE. Stipsi cronica con la caratteristica che le feci escono un poco per poi risalire nel retto (feci a molla). Fistola anale. Disgusto marcato per gli alimenti caldi. Vomito e diarrea nei neonati dopo la poppata. Stati di denutrizione dovuti a cattiva assimilazione.
9) APP. GENITALE FEMMINILE. Mestruazioni abbondanti con sensazione di freddo in tutto il corpo. Perdite intermestruali. Possibile blenorragia.
10) APP. GENITALE MASCHILE. Blenorragia. Erezione notturna senza libido.
11) APP. URINARIO. Tenesmo vescicale. Stranguria. Iscuria. Possibili infezioni delle vie urinarie con urine torbide purulenti.
12) APP. CARDIOVASCOLARE. Palpitazioni ad ogni movimento. Polso impercettibile.
DOSI
Per tutti i casi, diluizione 6CH, 2-3 granuli 1-3 volte al dì.
Diluizioni più alte, consigliabili per curare nel profondo gli stati cronici, per la loro incidenza sull’organismo possono essere prescritte solo dal medico omeopata.
(*) V. Note esplicative

Olga dice
Grazie dottoressa sempre gentilissima , utilizzerò il ribes nigrum dato che gli era stato prescritto anche per la sua allergia alla polvere mi può gentilmente ricordare il disaggio in gocce ? 40 se non ricordo male ?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Olga, i gemmoterapici solitamente si adoperano nella misura di 30-50 gocce pro dose, diluite in un poco d’acqua, 3 volte al dì prima dei pasti, salvo diversa prescrizione medica. Cordiali saluti.
Olga dice
Buongiorno dottoressa , avrei bisogno di un consiglio per qualche rimedio naturale , e un mese che mio marito e’ pieno di catarro e orecchie tappate . Abbiamo già provato , sotto consiglio medico e dell’ otorino , con cortisonici , antistaminici e mucolitici ma il problema non si risolve .
Cosa potrei utilizzare ?
Grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Olga, i principali rimedi omeopatici che, avendo un’azione elettiva sulle prime vie respiratorie, sono “potenzialmente” utili a trattare il catarro nelle vie aeree ed il catarro tubarico sono consultabili all’articolo “Raffreddore e Rinite allergica” nella sezione del sito Affezioni-Rimedi”. Volutamente ho adoperato l’avverbio “potenzialmente” per ricordare un concetto fondamentale in omeopatia e cioè che un rimedio omeopatico produce gli effetti terapeutici desiderati solo se assomiglia al paziente, nella sintomatologia e nelle caratteristiche, nelle causalità e nelle modalità delle manifestazioni, nelle sensazioni e nei sintomi concomitanti, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Tra i rimedi omeopatici più frequentemente utilizzati troviamo Ammonium carbonicum, Antimonium tartaricum, Baryta carbonica, Camphora, Dulcamara, Ferrum phosphoricum, Kalium bichromicum, Pulsatilla, Sambucus nigra, Sulphur. Ovviamente, per quanto detto poc’anzi, il rimedio più adatto risulterà quello maggiormente somigliante. In diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), in gocce, come Ribes nigrum M.G. D1 che è un ottimo cortisone-like, con attività antinfiammatorie e antistaminiche ed è un ottimo regolatore del sistema immunitario e/o Carpinus betulus M.G. D1 che ha una specifica attività sul rino-faringe e sulle mucose respiratorie, ha un’azione antinfiammatoria, anticatarrale, sedativa della tosse, curativa delle mucose affette da processi flogistici e riduce gli spasmi delle prime vie respiratorie. Detti gemmoterapici esercitano anche un’importante attività drenante. Dia infine anche un’occhiata all’articolo “Via raffreddore-tosse-influenza-ecc.” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici molto validi. Sarebbe però consigliabile che la terapia più adatta a suo marito gliela prescrivesse un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.
Carolina dice
Volevo anche aggiungere un altro particolare, durante i primi 15 gg di cura la cisti non mi faceva male, anzi ho notato anche che si era lievemente ridotta. Grazie
Carolina dice
Salve Dottoressa, volevo un suo consiglio. Mi sono recata da un’omeopata su consiglio di una ragazza che aveva avuto il mio stesso problema “cisti di bartolini”. Dopo un’attenta visita la dottoressa mi ha dato una cura per 15 gg con i seguenti prodotti omeopatici “nux vomica 30 ck 3 granuli due volte al dì – nux vomica 200k dose una a settimana x tre settimane – litio oligoelemento al mattino- ficus carica 1dgemmederivato prima di pranzo e cena”. Sono trascorsi i 15 giorni ed ho sicuramente iniziato a sentire miglioramenti, perchè la tensione che accumulavo sul mio apparato digerente si è alleviata , ma la cisti di bartolini è rimasta lì. L’ho ricontattata e mi ha detto di assumere “sempre litio e ficus carica e silicea 35k tre granuli due volte al dì. Sono due giorni che assumo questo rimedio, ma in questi due giorni la cisti si è un pò gonfiata e duole, è normale secondo lei??? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Carolina, sarebbe opportuno che lei informasse di nuovo la dottoressa omeopata per darle la possibilità di valutare meglio la situazione e di capire come l’affezione sta evolvendo. Silicea indubbiamente è uno dei principali rimedi omeopatici, se non il principale, che viene impiegato per trattare cisti, ascessi, fistole e suppurazioni croniche. Quando la ghiandola di Bartolini si ingrossa nel giro di pochi giorni e procura dolore potrebbe significare che si sta formando un ascesso, che è una complicanza della cisti per l’effetto dell’infettarsi del suo contenuto, il quale potrebbe anche andare incontro a rottura spontanea. Ovviamente questa è soltanto un’ipotesi che solo il medico può o meno confermare. Sempre previa approvazione medica, come coadiuvanti per un’azione lenitiva, calmante, analgesica, antisettica, antinfiammatoria, antibatterica, cicatrizzante, ecc., potrebbero essere utili dei lavaggi locali diluendo in acqua tiepida, sterilizzata previa bollitura, la tintura madre di Calendula o l’olio di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil). Altri fitoterapici sono consultabili all’articolo “Per maturare foruncoli e ascessi” nella sezione del sito “Rimedi della nona”. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, che possa essere di supporto e che possa rafforzare le difese del sistema immunitario, come, ad esempio, limitare l’assunzione degli zuccheri semplici, moderare l’introito delle proteine, privilegiare i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B5, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). Però, ripeto, informi subito la sua omeopata. Cordiali saluti.
rosario dice
Salve mio figlio i anni 6 soffre spesso di otiti purulenta, solitamente prima in un orecchio e dopo 10 gg nell’altro. Volevo sapere se la Silicea può essere d’aiuto da sola o unitamente ad altri elementi. Se va usata come prevenzione nei mesi invernali o alla manifestazione del problema. Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Rosario, Silicea è un importante rimedio omeopatico che viene utilizzato nel trattamento delle otiti purulente, specialmente se recidivanti. Altri rimedi omeopatici che vengono utilizzati sono Pyrogenium, Kali chloratum (o muriaticum), Ferrum phosphoricum, Capsicum, Arsenicum album, Belladonna, Chamomilla. Ovviamente, nel rispetto della “legge dei simili” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto risulterà quello che assomiglia di più al paziente, nella sintomatologia e nelle caratteristiche, nelle causalità e nelle modalità delle manifestazioni, nelle sensazioni e nei sintomi concomitanti, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. La migliore prevenzione da mettere in atto è di rafforzare le difese immunitarie con un’alimentazione sana ed equilibrata, che, compatibilmente con l’età del bambino, privilegi i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B5, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). Sarebbe comunque opportuno rivolgersi ad un medico omeopata, meglio se anche pediatra, che per il caso specifico saprà prescrivere la terapia più adatta e seguire adeguatamente il bambino durante la cura. Cordiali saluti.
debora dice
Salve,da 7 anni ho problemi di acne vaginali,in pratica sulle grandi labbra ho dei piccoli rigonfiamenti duri al tatto ,e nonostante le mie continue visite anche da diversi ginecologi non sono riuscita a risolvere questo problema tanto che una di questi nel tempo è diventata grande come una noce!io credevo fossero le ghiandole di bartolini infiammate ma loro dicono che sono brufoli e continuano a darmi creme antibiotici etc.Ho letto di recente di una ragazza che ha risolto il suo problema con sulphur e visto che x l’ennesima volta ho deciso di recarmi nuovamente dal ginecologo volevo chiederle lei cosa mi consiglia?Cordiali saluto.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Debora, un controllo dal ginecologo potrebbe essere comunque opportuno, anche per avere ulteriore conferma della diagnosi e per verificare lo stato di avanzamento dell’affezione. Per quanto riguarda l’omeopatia, Sulphur potrebbe essere un rimedio omeopatico adatto per un’acne vaginale, tenuto conto che è l’omeopsorico-tipo, ossia il rimedio-chiave della “psora”, che è una delle diatesi hahnemanniane (leggi predisposizione verso alcune patologie con modalità proprie e la psora esprime la tendenza verso manifestazioni sintomatiche a carattere esonerativo limitate alla cute ed alla parte superficiale delle mucose) derivante da un’intossicazione profonda e permanente che blocca le difese emuntorie e immunitarie dell’organismo. Sulphur è il principale rimedio omeopatico depuratore, purificatore, l’eliminatore “numero uno”, che raccoglie in superficie tutti i mali presenti nel profondo dell’organismo per spingerli all’esterno. Però l’opportunità dell’uso del rimedio e della relativa diluizione la può stabilire, per il caso specifico, solo un medico omeopata, al quale sarà opportuno rivolgersi. Potrebbe essere utile adoperare, sempre previa approvazione medica, qualche preparato fitoterapico in uso esterno come ad es. l’olio di Lavanda o l’olio di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil). Sarebbe altresì importante adottare un’alimentazione sana ed appropriata, che aumenti il consumo di verdure, frutta poco zuccherina, lievito di birra e riduca quello di carboidrati, grassi, formaggi fermentati, dolciumi, alcool, caffè. Cordiali saluti.
Rita dice
Buonasera Dott.ssa, avrei bisogno di un consiglio . Da circa un mese e mezzo sto prendendo SIlicea 9 CH per una fistola peri-anale conseguente ad un ascesso operato chirurgicamente.
La fistola talvolta si chiude x quattro-cinque giorni e il sollievo è immediato, ma poi regolarmente si riapre e continua nuovamente a secernere liquido e compare subito bruciore e prurito. A volte il dolore è pungente simile ad aghi. Per alleviare il fastidio/dolore potrei assumere qualche altro rimedio omeopatico in contemporanea a Silicea ? Arnica compositum in compresse potrebbe avere qualche beneficio ? Grazie per l’attenzione. Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rita, in caso di processo infettivo che resiste all’intervento chirurgico, le fistole anali vengono frequentemente trattate con la triade di rimedi omeopatici Arnica montana, Berberis vulgaris e Calcarea phosphorica a bassa diluizione, eventualmente ancora con Silicea. Tenga comunque presente che il percorso di guarigione di una fistola è quasi sempre lungo ed articolato e richiede la sorveglianza medica. Per il caso specifico ed a maggiore garanzia sarebbe opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
samanta dice
Dimenticavo, assomiglio per moltissimi tratti alle spiegazioni del tipo silicea, direi praticamente tutto, tranne la paura degli aghi e il desiderio di alimenti freddi.
grazie di nuovo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Samanta, sarebbe opportuno che lei informasse la dottoressa omeopata di Silicea 30CH e ne ricevesse l’approvazione, dal momento che la conosce bene perché la tiene in cura e per non farle perdere il controllo della situazione. Tra l’altro con l’omeopata avrebbe potuto affrontare anche la problematica della stitichezza cronica. Silicea essendo un importantissimo rimedio costituzionale e un policresto omeopatico, ossia un rimedio ad “azione generale”, potrebbe fornire un contributo per contrastare la stitichezza, anche se non è tra i rimedi più specifici e più utilizzato per tale disturbo. Però se lei si ritrova nelle sue caratteristiche, potrebbe, ripeto, aiutarla. Il gonfiore addominale potrebbe essere dovuto all’assunzione di Silicea, nell’ambito dell’aggravamento omeopatico o iatrogeno, considerato che tale sintomo fa parte della patogenesi del rimedio. Se così fosse il disturbo dovrebbe gradualmente scomparire senza lasciare alcuna conseguenza. Potrebbe anche essere utile adoperare qualche rimedio gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivato, si tratta di un macerato glicerico di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), in gocce, come Ficus carica (Fico) M.G. D1, per ristabilire una fisiologica peristalsi intestinale e Vaccinum vitis idaea (Mirtillo rosso) M.G. D1, per completare la piena regolarizzazione della funzionalità intestinale. Detti gemmoterapici espletano anche un’importante azione di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori (tra cui l’intestino), liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo alla cura omeopatica o a qualsiasi altra terapia. Dia anche un’occhiata all’articolo “Mai più stitichezza” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici (e consigli) molto validi per contrastare la stitichezza e per contribuire a regolarizzare le funzioni intestinali. In diversi casi si è dimostrato molto utile il succo di Aloe vera. Ovviamente tutto quanto sopra richiede il consenso dell’omeopata. Cordiali saluti.
samanta dice
Buongiorno, soffro di stitichezza cronica da quando sono bambina. Ho 41 anni ed ho provato tutti i rimedi naturali e non per questa situazione ormai invalidante. Sono in cura da 4 anni con una dottoressa omeopata, anche per altre cose. Prendo la thuya 06/18/30 lm fiale potenziate, per non far riformare cisti ovarica tolta due anni fa. Silicea comp della Walt per la sinusite, e da quattro giorni ho iniziato silicea 30 Ch per la stitichezza cronica, che mi è stata però consigliata dalla farmacista. Volevo sapere se può interferire con quanto già prendo, e seinvece puo aiutarmi davvero ad andare in bagno.
Premesso che da quando ho iniziato a prenderla, a volte mi si gonfia la pancia fino a sembrare incinta..
grazie
alberto dice
Come si può curare una fidstola anale omeopaticamente? Sono stato operato 5 anni fa e 3 mesi fa a un assesso anale e adesso ne ho un’altro. cosa deva fare ? avete qualche consiglio? grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Alberto, i rimedi omeopatici utili a trattare un ascesso o una fistola sono diversi, tra cui, così come richiede l’omeopatia con la “legge dei simili”, occorrerà individuare il rimedio (o i rimedi) che presenta una sintomatologia quanto più possibile somigliante a quella del paziente, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Tra i rimedi omeopatici più frequentemente utilizzati troviamo Silicea in primis, poi Belladonna, Hepar sulphur, Lachesis, Calcarea sulphurica, con caratteristiche tutte diverse tra loro. Silicea si utilizza negli ascessi che tardano a guarire e nelle suppurazioni croniche; Belladonna per gli ascessi che insorgono con rapido gonfiore, bruciore, dolore battente, calore e rossore; Hepar sulphur si presta meglio nel favorire la rottura degli ascessi esterni ben visibili; Lachesis si usa per far ricomparire una secrezione di ascesso che si è rallentata o arrestata; Calcarea sulphurica agisce meglio dopo la rottura degli ascessi. Potrebbero essere utili anche dei lavaggi locali o degli impacchi utilizzando la tintura madre di Calendula o l’olio essenziale di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), per le loro spiccate proprietà lenitive, analgesiche, antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, ecc. Entrambi i preparati vanno diluiti in acqua sterilizzata, previa bollitura, e le quantità che generalmente si utilizzano sono, per 250 ml d’acqua, 20-30 gocce per la tintura madre di Calendula e 3-5 gocce per l’olio essenziale di Melaleuca. Potrebbe andare bene anche una pomata alla Calendula o il gel di Aloe vera. Dia anche un’occhiata all’articolo “Per maturare foruncoli e ascessi” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, che possa essere di supporto e che possa rafforzare le difese del sistema immunitario, come, ad esempio, limitare l’assunzione degli zuccheri semplici, moderare l’introito delle proteine, privilegiare i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). Esistono anche diversi preparati erboristici in grado di rafforzare le difese immunitarie, quali ad es. quelli a base di Echinacea, gel di Aloe vera, Uncaria tormentosa, Astragalo, Ribes nigrum, Propoli, ecc. Per il caso specifico sarebbe comunque opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.