DESCRIZIONE
Il fosforo, simbolo chimico P, è un non-metallo abbastanza abbondante in natura (0,12% della crosta terrestre), dove però non si trova allo stato elementare ma sotto forma di fosfato (sale dell’acido fosforico), specialmente nella rocce sedimentarie “fosforiti” e nei minerali “apatiti”. Il fosforo elementare è molto reattivo e combinandosi con l’ossigeno emette una tenue luminescenza (da qui il suo nome, che in greco significa “portatore di luce”). Esistono tre forme allotropiche identificate dal loro colore: il fosforo bianco, che si ossida rapidamente assumendo una colorazione giallognola, brucia spontaneamente all’aria alla temperatura di circa 35°C circa, è estremamente velenoso ed è la forma più commercializzata per le sue proprietà chimiche; il fosforo rosso, che è la forma più stabile, non è infiammabile spontaneamente ma si incendia solo per impatto o sfregamento e perciò utilizzata per la fabbricazione dei fiammiferi, è privo di tossicità; il fosforo nero, che è simile alla grafite ed ha pochissime applicazioni. Il fosforo è insolubile in acqua, poco solubile in alcool ed il fosforo bianco è solubile in oli e grassi ed in altri solventi organici.
Il rimedio omeopatico Phosphorus si ottiene da una soluzione saturata in alcool puro di fosforo bianco e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Il fosforo è uno degli elementi essenziali alla vita animale e vegetale, in quanto svolge numerose funzioni biologiche di fondamentale importanza. Nel corpo umano è presente in tutte le cellule, sia in forma inorganica che organica, in quantità di poco inferiore all’1%. Si trova nelle ossa e nei denti (80-85%%), nel tessuto muscolare (10%), nel cervello (1%), nel sangue (0,5%) e la restante parte negli altri tessuti. Nelle ossa e nei denti si trova come fosfato di calcio, che è il costituente essenziale della frazione minerale. Nel sangue è presente sotto forma di fosfato di sodio, il quale funziona come sistema tampone per concorrere a mantenere l’equilibrio acido-base dell’organismo. Nelle cellule il fosforo è il costituente di importantissime molecole, tra cui l’acido desossiribonucleico (DNA) che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, e l’adenosintrifosfato (ATP) che è la principale forma di accumulo di energia immediatamente disponibile per svolgere qualsiasi tipo di lavoro biologico. Il fosforo sotto forma di acido fosforico assume un ruolo basilare nel metabolismo intermedio di tutte le cellule. Inoltre, composti del fosforo assicurano la funzionalità renale e la trasmissione degli impulsi nervosi, stimolano le contrazioni muscolari, compresa quelle del muscolo cardiaco, sono i costituenti fondamentali di molti enzimi per la loro attivazione, tra cui le fosfatasi e regolano tanti altri importanti processi biochimici.
Raramente nell’organismo si verificano casi di carenza di fosforo, in quanto i fosfati si trovano in una grande varietà di alimenti, quali ad es. cereali, legumi, uova, carne, pesce. L’industria alimentare utilizza ampiamente i polifosfati come additivi (classificati con la sigla che va da E400 a E495), per migliorare l’aspetto e la consistenza di vari alimenti (formaggi fusi, carni in scatola, prosciutto cotto, salumi, insaccati, salse, budini, surimi, bastoncini di pesce, ecc.) e come addensanti per aumentarne la quantità di acqua trattenuta. Nei prodotti industriali di pasticceria vengono utilizzati come agenti lievitanti. Anche le bibite a base di cola hanno un contenuto di fosfati abbastanza alto.
Il fabbisogno di fosforo per il nostro organismo dipende dall’assunzione di calcio e, come per quest’ultimo, il suo assorbimento nell’intestino è regolato dalla vitamina D. Il rapporto ideale fosforo/calcio dovrebbe essere di circa 1:1. Negli adulti il fabbisogno di fosforo è tra 800 e 1000 mg/die. Una pur improbabile carenza di fosforo può determinare difficoltà nella crescita, disturbi ossei come l’osteoporosi, alterazioni della conduzione nervosa, stanchezza mentale e fisica. Un eventuale eccesso può determinare un sovraccarico della funzionalità renale.
Composti del fosforo, in forma di fosfati, trovano utilizzo in diverse applicazioni industriali, come nella produzione di fertilizzanti, di detergenti, di dentifrici, di fiammiferi, di fuochi d’artificio, in metallurgia, nei veleni per topi ed altro ancora.
Per ulteriori informazioni sul fosforo, consultare l’articolo “Fosforo: proprietà, benefici, usi” nella sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Phosphorus è uno dei più importanti policresti dell’omeopatia. La sua costituzione è fosforica ed il temperamento è nervoso–sanguigno. E’ principalmente il rimedio delle patologie acute e croniche dei parenchimi nobili, come cuore, fegato, rene, degli stati emorragici, delle affezioni polmonari, delle nevrastenie, delle nevriti, in particolare di quella ottica, delle alterazioni scheletriche e dentarie, in particolare del rachitismo.
Tre sono le metafore che si possono applicare al rimedio e che ci aiutano meglio a comprendere ed a memorizzare le sue principali caratteristiche, sia fisiologiche che psicologiche.
I) Phosphorus è il fiammifero dell’omeopatia. II) Phosphorus è il Paperino dell’omeopatia. III) Phosphorus è il combustibile utilizzato dall’organismo.
I) L’idea del fiammifero ci ricorda innanzitutto la struttura fisica di Phosphorus che è quella di una persona magra, slanciata, dal corpo esile, cioè, come già accennato, di costituzione fosforica. Ha il volto allungato, le occhiaie, gli zigomi ben pronunciati e le bozze frontali, un colorito giallastro, è anemico, ha le costole e le scapole ben evidenti, un torace poco sviluppato ed arti esili. E’ come si suol dire “tutto pelle ed ossa”. Ma come il fiammifero che fa una bella fiammata e poi piano piano si spegne ripiegandosi su se stesso, così il tipo Phosphorus “si accende” per un nonnulla, non solo dal punto di vista psichico ed emotivo ma anche dal punto di vista fisico, per cui tutti i suoi sintomi patologici sono connotati da ripetuti cicli di esasperazioni, violente ed improvvise, seguite da rapide attenuazioni, astenia e prostrazione. Il fiammifero ci ricorda anche che in Phosphorus tutto brucia e cioè che ogni sua manifestazione è accompagnata da bruciore. Un sintomo caratteristico è il bruciore ai palmi delle mani che il soggetto immerge in acqua fredda per trovare beneficio. Anche i piedi bruciano a tal punto che egli, di notte, preferisce tenerli fuori dalle coperte.
II) L’idea di Paperino, il noto e amato personaggio dei cartoni animati di Walt Disney, richiama l’atteggiamento del tipo stanco, prostrato, astenico, apatico, svogliato, sempre assonnato, refrattario al lavoro. Ha paure ed ansie, è timoroso e si spaventa facilmente. Preferisce il “dolce far niente, guai però a disturbarlo, allora diventa estremamente reattivo. E’ stanco ma anche ipereccitabile, ipersensibile e ciò riguarda tutte le sue facoltà, mentali, sensitive, sensoriali e motorie. E’ pertanto un soggetto emotivamente instabile: alterna periodi in cui ha “voglia di fare”, ove è generoso ed anche passionale, a periodi di depressione, di debolezza e di svogliatezza.
Quanto sopra ci aiuta a ricordare la costituzione fosforica ed il temperamento nervoso-sanguigno del rimedio.
III) L’idea del combustibile richiama il concetto che il rimedio, così come il fosforo da cui prende origine, rappresenta l’energia chimica che il nostro organismo sa utilizzare per svolgere le proprie funzioni vitali (ricordiamoci l’ATP del paragrafo precedente), ha influenza su numerosissimi processi biologici e quindi la sua sfera d’azione è estremamente generale, Il rimedio pertanto è utile nei casi di disfunzioni e/o di degenerazione cellulare a livello di tutti gli organi e/o di tutti gli apparati, assumendo un’importanza fondamentale per l’organismo proprio come lo può essere un combustibile per produrre energia. Ciò fa comprendere perché Phosphorus è un policresto di prim’ordine.
Il rimedio agisce a livello del sistema nervoso, dei nervi e principalmente del nervo ottico, delle ossa, dei denti, del sangue, delle mucose, e, secondariamente come già detto, a livello di tutti i principali organi ed apparati.
Il tessuto più ricco di fosforo è quello nervoso (fosfolipidi e lecitine fosforate), ciò spiega l’importanza dei sintomi nervosi contenuti nella patogenesi del rimedio.
Il fosforo è presente nelle ossa e nei denti sotto forma di fosfato di calcio, con una fondamentale funzione plastica e ciò spiega l’azione importante che il rimedio esercita su tali strutture ed anche perché Phosphorus è uno dei principali rimedi omeopatici contro il rachitismo.
Il sangue contiene fosforo e ciò fa capire perché, sempre in osservanza della legge dei simili, il Phosphorus omeopatico è il rimedio degli stati emorragici, per cui le sue manifestazioni patologiche possono essere accompagnate da emorragie di ogni specie: nasali, gengivali, oculari, polmonari, gastriche, intestinali, vescicali, uterine, ecc. Inoltre incide sull’equilibrio acido-base del sangue ed ha effetti sulla coagulazione.
Il fatto che il fosforo sia presente nei globuli rossi, i quali hanno una grande affinità per l’ossigeno che gli stessi legano a livello dei polmoni, spiega invece l’influenza che il rimedio ha anche sull’apparato respiratorio.
Questa particolare affinità per l’apparato respiratorio e l’azione benefica nei casi di emottisi, rendono Phosphorus il rimedio per il tubercolinismo. Tuttavia esso non viene di solito utilizzato in soggetti che hanno avuto lesioni polmonari di natura tubercolare per non incorrere nel rischio di un’evoluzione grave della malattia con la riapertura di ferite non ancora ben cicatrizzate, qualora si venisse a determinare la condizione di un aggravamento omeopatico. In questo caso Phosphorus viene utilizzato come rimedio di terreno in una sola dose.
Agisce sui muscoli e sul cuore perché i composti del fosforo stimolano ogni contrazione muscolare. Secondo alcuni Autori Phosphorus è il “Re dei rimedi cardiaci”, proprio perché molto utile per tutte le patologie infiammatorie e degenerative del cuore.
Agisce sugli apparati urogenitale e gastroenterico, in modo particolare sul funzionamento dei reni che sono organi filtro deputati all’eliminazione, così come lo è l’intestino.
Nel fegato avviene il metabolismo del glucosio con una reazione di fosforilazione, inoltre l’ingestione di dosi massicce di fosforo provoca, tra le altre cose, intossicazione e gravi lesioni al fegato: ciò spiega l’affinità che il rimedio ha per le patologie del fegato sia strutturali che funzionali.
Il soggetto Phosphorus ha quindi una tendenza verso il diabete e la tubercolosi, nel senso che ha generalmente una particolare predisposizione alle malattie epatiche ed a quelle polmonari. Altra nota caratteristica è che suda solo sulla testa ed al palmo delle mani, prova una sete intensa di acqua o bevande fredde ed a volte una fame vorace, però si sazia subito. Tra i soggetti che beneficiano di più del rimedio troviamo gli adolescenti cresciuti troppo in fretta, gli anziani oltre che gli adulti, gli artisti ed i mistici.
Il rimedio ha una certa predisposizione alla lateralità destra, possiede un aggravamento al crepuscolo, la sera, con il cambiamento del tempo ed in particolare con il temporale, al freddo, in una camera calda, con le emozioni, con lo sforzo fisico. Migliora con le applicazioni fredde, dopo il riposo e dopo il sonno (tranne che per la cefalea e la gastralgia). Poiché tutte le funzioni vitali avvengono con dispendio di energia, che durante il giorno si consuma e durante la notte si accumula, Phosphorus presenta un miglioramento al mattino ed un peggioramento invece la sera.
I suoi principali complementari sono: Allium cepa, Arsenicum album, Carbo vegetabilis, China, Ipeca, Lycopodium, Sanguinaria, Silicea.
I suoi principali antidoti (ma che ne aiutano l’azione) sono: Calcarea carbonica, Camphora, Mezereum, Nux vomica, Sepia.
I suoi incompatibili sono: Apis, Causticum.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Phosphorus si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) SISTEMA NERVOSO. Debolezza nervosa che rende difficoltoso il lavoro cerebrale; tale debolezza ha come conseguenza i disturbi ad organi ed apparati di cui ai successivi punti. Debolezza irritabile che conferisce al soggetto instabilità emotiva e di umore; egli ha momenti brevi di eccitazione cui segue rapidamente la depressione. Astenia con irritabilità, ipersensibilità, senso di oppressione, ansia, fobie, paura delle malattie, angoscia, incapacità di pensare, repulsione verso qualsiasi tipo di attività sia fisica che mentale. Lo stato fisico e mentale subisce un aggravamento con le emozioni (si acuiscono in particolare i bruciori e le palpitazioni), con il temporale, con lo sforzo fisico e la sera. Disturbi del sonno; sonno difficile e non riposante. Tremori. Epilessia. Smemoratezza. Demenza. Condizioni di stress dovute a mancanza di forza fisica e mentale. Postumi del rammollimento cerebrale, sclerosi a placche. Forti nevralgie con sensazione di bruciore, che possono interessare il trigemino, gli occhi, le mascelle, i denti, le tempie, ecc. Polinevriti. Nevriti degenerative o sifilitiche.
2) TESTA. Cefalea pulsante con sensazione di bruciore, con congestione al volto (rosso come la capocchia di un fiammifero), con testa calda, preceduta o accompagnata da senso di fame e spesso da diminuzione delle urine, che peggiora con la luce, con il movimento e con il calore. Cefalea degli studenti che a fine giornata sentono la testa “fondere”. Vertigini degli anziani avvertite all’atto di alzarsi dal letto o da una sedia, talvolta accompagnate da senso di nausea: in questi casi spesso Phosphorus è associato ad altri rimedi quali ad esempio Conium o Baryta carbonica. Cuoio capelluto con forfora grassa (forfora che si stacca e cade a pioggia in grosse falde). Alopecia areata.
3) OCCHI. Oftalmie brucianti con macchie davanti agli occhi. Dolori agli occhi. Gonfiore delle palpebre. Orzaiolo. Emorragie retiniche. Atrofia del nervo ottico. Cataratta. Visione errata dei colori. Alone verdastro intorno a fonti luminose. Occhio pigro. Occhi che si stancano facilmente durante la lettura.
4) DENTI. Odontalgia di tutti i tipi. Gengive che sanguinano facilmente. Parodontite.
5) BOCCA. Escoriazione delle bocca. Lingua gonfia, secca, patinata e/o con articolazione difficile.
6) APPARATO RESPIRATORIO. Tutti i tipi di affezioni respiratorie. Raucedine o afonia degli oratori che compare o peggiora la sera, al termine della giornata (contrariamente a quella di Causticum che invece è più intensa la mattina), al risveglio. Faringite. Laringite sia acuta che cronica con dispnea ed escreato aderente, vischioso e striato di sangue, con senso di oppressione al petto e con bruciore. Tonsille e ugola molto gonfie. Tosse secca spasmodica e bruciante oppure produttiva, che peggiora respirando aria fresca. Bronchite con sensazione di bruciore al rachide e tra le scapole. Tabagismo. Emottisi. Irritazione e solletico a livello della trachea. Catarro cronico con emissione di muco striato di sangue.
7) APPARATO CARDIOVASCOLARE. Tachicardia con ansia che peggiora la sera, la notte, dopo un pasto o in seguito ad un’emozione, con sensazione di pressione, pesantezza, calore e bruciore. Arteriosclerosi. Ipertensione a causa di eretismo cardiaco; ipotensione per insufficienza cardiaca. Per tutte le patologie infiammatorie del cuore. Anemia. Emorragie di sangue rosso vivo. Epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso). Ecchimosi. Malattie dove è presente un’alterazione della coagulabilità del sangue. Gonfiore della milza.
8) APPARATO DIGERENTE. Ulcera gastrica o gastroduodenale con tendenza emorragica. Reflusso gastroesofageo. Pirosi. Gastrite. Nausea in gravidanza che compare alla vista dell’acqua. Meteorismo. Le patologie gastriche si accompagnano a sintomi quali sensazione di vuoto allo stomaco e senso di fame anche dopo aver mangiato; il soggetto mangia con voracità ma si sazia subito, ha sete intensa di acqua fredda che però viene vomitata allorché diventa calda nello stomaco, ha avversione per le bevande calde. Diarrea o stipsi caratterizzata da feci lunghe, sottili e bianche. Fitte e prurito anale. Congestione del fegato. Ittero. Steatosi (degenerazione grassa del fegato). Gonfiore epatico. Atrofia del fegato. Transaminasi alte. Insufficienza pancreatica. Pancreatite (infiammazione del pancreas). Colecistite (infiammazione della colecisti). Diabete.
9) APPARATO URINARIO. Insufficienza renale. Nefrite con uremia, proteinuria, albuminuria, ematuria. Urine torbide e sedimentose. Stenosi dell’uretra. Pollachiuria. Infezioni delle vie urinarie.
10) APPARATO GENITALE MASCHILE. Perdite seminali, spossanti, involontarie, causate da eccitazione eccessiva cui segue la prostrazione. Eiaculazione precoce. Erezioni dolorose o impotenza.
11) APPARATO GENITALE FEMMINILE. Ipermenorrea con menorragia o con mestruazioni in anticipo, di sangue rosso vivo, con dismenorrea, ansia e depressione nervosa. Disturbi premestruali. Disturbi legati alla lattazione. Ninfomania.
12) APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO. Torace stretto con dolore osteoarticolare diffuso e bruciante e dorsalgia. In tutti i casi in cui occorre una riparazione dell’osso, una mineralizzazione, come ad esempio nelle fratture. Curvatura della colonna vertebrale. Rachitismo. Mineralizzazione insufficiente delle ossa (osteomalacia). Necrosi ossea specie della mandibola, per la quale Phosphorus ha una particolare affinità. Sensibilità alla pressione dei processi spinosi vertebrali ed intensa sensazione di calore alla schiena. Bruciore ai palmi delle mani tale da mettere le mani in acqua fredda per trovare beneficio ed ai piedi tanto da tenerli fuori dalle coperte del letto. Patereccio (processo infiammatorio e suppurativo delle estremità delle dita). Atrofia muscolare con conseguente debolezza muscolare.
13) PELLE. Bruciore della pelle. Piccole ferite che sanguinano facilmente. Perdita di elasticità della pelle. Ecchimosi. Foruncoli. Efelidi (soprattutto sul naso). Impetigine. Sudorazione diffusa al minimo esercizio. Geloni alle dita delle mani e dei piedi. Calli ai piedi, a volte molto dolorosi.
DOSI
In tutti i casi diluizione 5CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.
Se utilizzato come rimedio di terreno o per curare nel profondo gli stati cronici, può essere prescritto a diluizioni più alte secondo il parere del medico.
(*) V. Note esplicative
Salvatore dice
Salve,
oggi ho acquistato phosphorus 5ch, perchè ho letto tramite questo sito, potrebbe curare molti dei miei disturbi, glieli elenco: colon irritabile, ernia iatale da scivolamento, spesso ho problemi digestivi che mi con mal di testa e malessere generale penso sia dovuto ai primi due problemi, poi alito pesante (non sempre), eiaculazione precoce, paradontite. In farmacia mi hanno detto di assumere 5 granuli mezz’ ora dopo la colazione e 5 granuli nel tardo pomeriggio.
Lei cosa mi consiglia?
La ringrazio in anticipo.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Salvatore, Phosphorus è un importante rimedio omeopatico che potrebbe dare risposta a tutti i suoi disturbi. Ovviamente, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, i risultati saranno tanto migliori quanto più lei ravvisa somiglianze con le caratteristiche generali del rimedio, ampiamente rilevabili dal presente articolo. Per non disturbare l’assunzione, sarebbe meglio adoperare i granuli lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o un’ora dopo) e lontano dall’uso di sostanze fortemente aromatiche, come menta, spezie in genere, dentifricio, caffè, ecc. Una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi gastrointestinali, tra cui Phosphorus, è consultabile all’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Il consiglio comunque è di affidarsi alla competenza di un medico omeopata, che con la visita medica omeopatica sarà in grado di prescrivere la terapia più adatta al suo caso specifico, che guardi l’intero quadro clinico, non trascurando i riflessi psicologici, decidendo il rimedio (o i rimedi) somigliante, la diluizione relativa (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), la posologia conseguente, la durata della cura, l’uso di eventuali bioterapici di supporto, ecc. Cordiali saluti.
Reby dice
Buongiorno.
Le scrivo perché dopo aver letto su questo sito, mi sono riconosciuta in questo rimedio e sarei orientata ad iniziare una cura. Negli ultimi mesi, causa un brutto periodo caratterizzato da problemi di salute (infuenza e parassitosi intestinale) e ancor prima un lutto in famiglia, sono molto dimagrita (parto da 50 kg e sono arrivata a 46 nella fase peggiore).
Ho una tiroidite autoimmune attualmente non attiva, sono sempre molto nervosa, soffro di colon irritabile, tic e spesso scopro nuovi ematomi spontanei sulle gambe (a volte anche epistassi, in fase di ciclo). Ho fatto tantissime analisi. Tutto è a posto, ma ancora non mi sento in forma.
Ora mi sto riprendendo, sto recuperando peso grazie ad una dieta equilibrata e con pasti frequenti.
Mi rimane però un senso di tristezza che non riesco a togliermi e una continua attenzione ai sintomi del mio corpo. Sono diventata di colpo ipocondrica, ho paura del futuro, delle malattie e che succeda qualcosa di brutto a me o ai miei cari. Ho ancora entrambi i genitori, ai quali sono molto legata, ma mi capita spesso di pensare che se accadesse qualcosa a loro non saprei sopportarlo. Ho anche una bimba e ho paura di trasmetterle le mie insicurezze. Sono sempre stata una persona esile, impressionabile, ma idealista e comunicativa. Così come il rimedio. Non ho attualmente la possibilità di farmi seguire da un omeopata. Potrebbe darmi una posologia da seguire o qualche consiglio on-line per superare questo brutto momento? La ringrazio infinitamente!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Reby, nonostante le difficoltà manifestate, l’unico consiglio saggio ed opportuno che le si può dare è di sottoporsi a visita medica omeopatica, perché solo in tal modo potrà avere delle concrete possibilità di potersi curare con l’omeopatia, altrimenti facilmente si andrà incontro ad insuccessi. Com’è noto l’omeopatia, a maggior ragione rispetto alle altre medicine, è una medicina molto personalizzata che richiede indispensabilmente l’esame e lo studio del paziente, l’indagine dell’anamnesi, la valutazione del quadro clinico, il vaglio della sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, la considerazione dello stile di vita e la valorizzazione di tutti quegli aspetti peculiari che rendono il soggetto unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o disfunzione o disturbo. Solo dopo di ciò il medico omeopata, avendo inquadrato il soggetto dal punto di vista omeopatico e mettendo insieme tutti gli elementi raccolti durante la visita, previa diagnosi, perviene alla prescrizione della terapia più adatta all’individuo-paziente, decidendo i rimedi omeopatici somiglianti, le relative diluizioni (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), le posologie, le durate di cura, i cicli di cura, l’eventuale associazione di bioterapici di supporto, gli eventuali adattamenti in corso d’opera in base ai risultati che si conseguono, ecc. ecc. A titolo puramente informativo, una panoramica dei principali rimedi omeopatici più frequentemente utilizzati nei vari disturbi emotivi e non solo, tra cui Phosphorus, è consultabile all’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Tenga però presente che i parametri terapeutici riportati nell’articolo, come ivi ben specificato o in altre parti del sito, hanno solo carattere informativo-conoscitivo, sono inevitabilmente generici e non personalizzati, mentre come visto la buona pratica omeopatica richiede indispensabilmente che ogni entità terapeutica sia strettamente individuale. Il medico omeopata si rende sempre necessario, in particolare con un quadro clinico articolato come il suo. Cordiali saluti.
Caterina dice
Gentile Dott.ssa, ho 49 anni le scrivo sperando di poter risolvere il mio problema che si tratta di ipermenorrea.Il mio ciclo è molto forte ho eseguito le varie ricerche e risulta tutto nella norma a parte un utero fibromotoso che il mio ginecologo ritiene nella norma sia per l’età che per le gravidanze.Per ora non voglio prendere ormoni, vorrei solo dei rimedi che mi aiutassero a non averlo cosi esagerato e troppo lungo.L’ultima volta ha avuto una durata di 9 giorni ma in modo anomalo.HO avuto 6 giorni abbondanti,ma quando sembrava terminato,è tornato ma non in maniera costante ma con piccole macchie rosa, e se stavo troppo in piedi o camminavo molto diventavano rosso vivo per poi non avere più nulla. Ho sentito parlare della sabina come metodo omeopatico, lei me la consiglia? O possono esserci altri rimedi ? Spero che mi possa davvero aiutare perchè una cosa fisiologica come il ciclo per me stà diventando un serio problema. Senza contare che ogni 26 giorni devo ricorrere al tranex.La ringrazio e la saluto cordialmente.. Caterina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Caterina, sia l’omeopatia che la fitoterapia offrono delle valide soluzioni per trattare l’ipermenorrea, la quale nel suo caso potrebbe essere legata all’utero fibromatoso e pertanto il loro intervento terapeutico potrebbe essere favorito dal fatto che generalmente dopo i 50 anni, età della menopausa per molte donne, i fibromi dell’utero tendono a regredire o addirittura a scomparire. Relativamente all’omeopatia i rimedi potenzialmente utili a contrastare l’ipermenorrea sono diversi e tra essi il più adatto sarà quello che assomiglia di più alla paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico. Ciò, com’è noto, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, Ad esempio, tra i rimedi omeopatici più frequentemente utilizzati troviamo Achillea millefolium, Actaea racemosa, Arnica montana, Belladonna, China, Ferrum metallicum, Hamamelis, Hydrastis, Sabina, Secale cornutum, Thlaspi bursa pastoris, Trillium. Relativamente alla fitoterapia anche qui i preparati utili sono diversi, come, ad esempio, quelli di cui all’articolo “Per solo donne” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, oppure i preparati erboristici come le tinture madri di Achillea o di Alchemilla o di Tormentilla. Risulta consigliabile un’alimentazione sana ed equilibrata, con poco o senza sale, non irritante e ricca di vitamine, in particolare vitamine A, B1 e C, come pure controllare il funzionamento dell’intestino ed evitare gli esercizi fisici violenti. Ovviamente tutto quanto sopra ha solo carattere informativo e conoscitivo, perché la terapia più adatta al caso specifico la può definire solo la visita medica omeopatica. Pertanto se lei intende curare la sua ipermenorrea con l’omeopatia e con i rimedi naturali, le consiglio di non fare da sola ma di affidarsi alla competenza di un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.
alessandra dice
Gentile Dott.ssa,
Le scrivo perchè vorrei mi aiutasse a risolvere un mio problema legato alla frigidità, sono mamma di due bimbe piccole di quasi 3 anni e di 5 mesi, può ben immaginare il mio bel da fare. Adesso però vorrei risvegliare in me il mio lato femminile e quindi il desiderio sessuale che è andato scemando, per recuperare e migliorare il rapporto con mio marito, che è diventato molto lamentoso. Vorrei mi consigliasse dei rimedi omeopatici da assumere che siano compatibili con l’allattamento esclusivo al seno. La ringrazio ed attendo una sua risposta. Grazie ancora.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alessandra, dobbiamo partire dal concetto che l’omeopatia, a differenza ad esempio della medicina tradizionale, è la medicina per la cura di una persona con una determinata sintomatologia e non per un disturbo o una disfunzione o una malattia in generale. L’omeopatia fonda il suo principio terapeutico sulla “legge di similitudine”, secondo la quale un rimedio omeopatico per essere curativo deve assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. La somiglianza deve riguardare non solo i sintomi comuni della patologia o della disfunzione o del disturbo (nella fattispecie la diminuzione del desiderio sessuale), ma anche (e forse soprattutto) i sintomi caratteristici individuali, quali ad es. sensazioni, percezioni, causalità e modalità delle manifestazioni, sintomi concomitanti, riflessi psicologici, circostanze di aggravamento e di miglioramento, segni di richiamo, ecc. Solo a titolo informativo, tra i rimedi omeopatici più specifici che vengono utilizzati per risvegliare il desiderio sessuale femminile troviamo Agnus castus, Anhalonium lewinii, Argentum metallicum, Baryta carbonica, Belladonna, Berberis vulgaris, Caladium, Camphora, Causticum, Conium maculatum, Helonias, Kali bromatum, Myrtus communis, Onosmodium, Opium, Phosphoricum acidum, Sepia ed altri. Sarebbe pertanto opportuno rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita medica omeopatica sarà in grado di prescrivere, previa diagnosi, la terapia più adatta all’individuo-paziente, decidendo il rimedio (o i rimedi) somigliante, la relativa diluizione (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), la posologia, i tempi di cura, ecc. Infine per quanto riguarda la compatibilità con l’allattamento, in genere i rimedi omeopatici sono abbastanza sicuri in qualsiasi condizione e quindi anche durante l’allattamento, in quanto non introducono sostanze, perché ne contengono solo a livello infinitesimale e la loro azione consiste unicamente nello stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione o di regolazione dell’organismo. Per il caso specifico la valutazione spetta sempre al medico. Cordiali saluti.
Giancarlo dice
Grazie per l’esposizione molto esaustiva. Sto facendo una cura di Medhorrinum M (1/2 dose unica ogni 20 gg.) con Phosphorus 6 CH mattina e sera tutti i giorni iniziata il 7 marzo e che si concluderà a fine maggio. Il 10 e il 12 maggio ho avuto due fibrillazioni con innesco vagale trattate con Almarytm. Considerando che Phosphorus agisce sul sistema nervoso e sul cuore è ipotizzabile che la cura abbia favorito queste due fibrillazioni? Durante questa cura ho avuto almeno un beneficio certo: sono scomparse tracce di sangue che avevo nel muco nasale ogni volta che soffiavo il naso. Tenga presente che ho avuto altre fibrillazioni nei tre o quattro anni scorsi. Grazie
Giancarlo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giancarlo, se come ritengo la cura le è stata prescritta da un medico omeopata, sarebbe opportuno informarlo di tanto, se non l’avesse ancora fatto, perché solo lui, avendola in cura, potrà fornire la risposta con la dovuta precisione. In linea del tutto generale non si può escludere che le fibrillazioni cardiache siano la ricomparsa di vecchi sintomi dovuti proprio all’assunzione dei rimedi omeopatici Medorrhinum e Phosphorus. Ciò indipendentemente dal fatto che entrambi i rimedi sono dei policresti ed hanno sfera d’azione sia sul sistema nervoso che sull’apparato cardiovascolare. Infatti in tali casi trova applicazione la legge di guarigione terapeutica di Hering, secondo la quale la guarigione segue una direzione ben precisa: “dall’alto al basso, da dentro a fuori, nell’ordine inverso a quello dell’apparizione dei sintomi”. Nel suo caso ci interessa considerare “nell’ordine inverso a quello dell’apparizione dei sintomi”, nel senso che durante la terapia sono ritornati i sintomi del suo passato patologico, atteso che le fibrillazioni, come da lei ricordato, si sono già verificate. Quando si tratta di ciò, generalmente i vecchi sintomi scompaiono spontaneamente, in un tempo ragionevolmente breve, proprio perché non sono da curare, senza lasciare alcuna conseguenza. Solo se sporadicamente questi vecchi sintomi dovessero perdurare, occorrerà procedere ad una seconda prescrizione mettendo in primo piano nella ricerca repertoriale i vecchi sintomi. Bisogna però anche mettere in conto che le fibrillazioni cardiache possano essere state un fenomeno completamente estraneo alla cura omeopatica e che quindi si è trattata di una mera coincidenza. Ripeto, solo il medico omeopata potrà dare le giuste risposte e nel caso di quest’ultima evenienza potrà valutare se intervenire terapeuticamente. Cordiali saluti.
Gianni dice
Grazie.
Cordialità.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gianni, il presente sito è in continuo aggiornamento per cui Phosphoricum acidum, che come da lei sottolineato è un importante rimedio omeopatico, potrà essere oggetto di una specifica pubblicazione, anche se è già richiamato, assieme a tanti altri, in diversi parti del sito con una sintetica descrizione, come ad esempio nell’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” o nell’articolo “Disturbi gastrici” della sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Phosphoricum acidum è un rimedio omeopatico cosiddetto “ad azione locale”, vale a dire che interviene in patologie ben determinate o su sintomi ben particolari (le sue principali indicazioni sono l’esaurimento nervoso, la demineralizzazione, i disturbi gastrici, la diarrea) e non per questo però è meno utile e prezioso dei policresti, ossia dei rimedi cosiddetti “ad azione generale” che sviluppano un’attività profonda e polivalente capace di curare moltissime patologie e di coprire una vasta gamma di sintomi, tutti legati dalla diatesi di riferimento. Escludendo i policresti che sono oggettivamente importanti e fondamentali per il tipo di azione terapeutica e per l’applicabilità su più vasta scala, tutti (o quasi tutti) i restanti rimedi omeopatici sono anch’essi importanti o lo possono diventare per molti pazienti e per molti medici omeopati. L’importanza di ciascun rimedio scaturisce innanzitutto dallo sua esistenza, per la quale si è evidentemente ravvisata la necessità di sperimentare una nuova sostanza (elemento o composto che sia) e quindi una nuova patogenesi, ma anche perché una medicina rigorosamente personale qual è l’omeopatia richiede per definizione la possibilità di avere a disposizione un esauriente numero di farmaci con caratteristiche e patogenesi tutte diverse, in modo da soddisfare il maggior numero possibile di quadri clinici, procedendo alla repertorizzazione ed all’eventuale analisi differenziale con il minor margine di errore. Quindi teoricamente si dovrebbero rappresentare tutti i rimedi od almeno quelli più noti e maggiormente adoperati con successo. Pertanto il sito si deve confrontare con questi numeri: i rimedi omeopatici più noti sono oltre mezzo migliaio, di questi i più utilizzati sono poco più della metà ed i principali policresti superano la cinquantina, numeri difficilmente conciliabili con lo spazio disponibile di un sito web e con la relativa praticità di navigazione. E’ evidente che bisogna operare delle scelte, dando la giusta priorità ai policresti, ma non trascurando neppure i preziosi rimedi ad azione locale. Cordiali saluti
Gianni dice
Gentile Signora Rita della Volpe, vorrei conoscere da un’esperta molto approfondita come Lei dimostra di essere perchè nel suo sito web, tra i rimedi omeopatici, non viene argomentato un
rimedio importante di Hahnemann qual’è “Phosphoricum Acidum”.
Forse perchè è un composto?
elisa dice
Buongiorno,
sono una studentessa e in questo periodo di esami solitamente prendo il phosphorus 8 CH, ma per la memoria, quale altro tipo mi consiglia? Grazie. Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elisa, i rimedi omeopatici che possono aiutare a rafforzare la memoria sono diversi e tra i principali troviamo Anacardium orientale, Hyosciamus. Lycopodium, Natrum muriaticum, Nux moschata. Tenga presente che tra essi il rimedio maggiormente sinergico con Phosphorus è Lycopodium. Cordiali saluti.
Marco Verdini dice
Buongiorno,
ho una forte tendenza all’apatia, la mia concentrazione è spesso carente e sono costantemente triste e alle volte anche ansioso. Non ho considerato la possibilità di rivolgermi a un medico, ma l’opzione omeopatica sembra molto interessante e relativamente sicura. Ho letto che l’acido fosforico si addice ai casi di apatia e depressione, ma non sono riuscito a trovare informazioni sulla posologia. Di conseguenza, non so bene dove cercare (farmacie? Botteghe omeopatiche specializzate?), né cosa cercare (integratori alimentari? pillole? gocce?). Potrebbe farmi chiarezza?
Grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, la linea di demarcazione tra la depressione e l’ansia è molto sottile, per cui non è raro che i due stati patologici si ritrovino alternati e sovrapposti in un quadro psicologico articolato e complesso, in cui molti sintomi sono in comune. La depressione si manifesta come uno stato “astenico”, in cui le funzioni fisiche e psichiche sono rallentate e l’umore generale si trascina verso il basso, instaurando malinconia, tristezza, perdita di speranza, apatia, mancanza di concentrazione, disinteresse per le cose della vita. L’ansia invece si manifesta come un’eccessiva reazione “stenica” nei confronti di eventi e sentimenti, caratterizzata da una persistente, irrazionale e incontrollabile angoscia. Non è un caso quindi che molti rimedi omeopatici che trattano bene la depressione riescano a trattare altrettanto bene anche l’ansia, ognuno però con le proprie caratteristiche. Solo se tali caratteristiche assomigliano a quelle del paziente, allora il rimedio omeopatico prescelto sarà in grado di produrre dei risultati positivi, altrimenti si otterranno solo insuccessi. Ciò corrisponde al principio terapeutico su cui si fonda l’omeopatia, cioè alla “legge dei simili” secondo la quale i sintomi che appartengono alla patogenesi del rimedio sono quelli che lo stesso è in grado di provocare se somministrato ripetutamente ad un individuo sano e che viceversa è in grado di curare se somministrato all’individuo malato che ne è affetto. Quindi, ripeto, per curarsi con l’omeopatia bisognerà individuare il rimedio (o i rimedi) che contempla una sintomatologia quanto più somigliante a quella del paziente, in caso contrario i risultati non saranno quelli auspicati. Bisognerà poi scegliere la diluizione del rimedio che viene individuato, quella cioè più attiva per il paziente in base al grado di profondità della patologia e alla capacità di reazione del proprio organismo. Il rimedio omeopatico che si ottiene dall’acido fosforico è Phosphoricum acidum, il quale è potenzialmente indicato per il trattamento degli stati depressivi che sopravvengono soprattutto dopo stress psico-fisici, quando vi è anche ansietà, grande indifferenza, difficoltà di comprensione, confusione mentale, scarsezza di idee, mente pensierosa, difficoltà di concentrazione, tendenza a piangere, astenia, allucinazione dei sensi, ecc. Se lei si ritrova in questa descrizione, allora il rimedio potrebbe essere adatto a lei, altrimenti occorrerà cercarne un altro. Sinteticamente tra gli altri principali rimedi omeopatici per la cura della depressione troviamo: Sepia, se vi è anche indifferenza verso tutto e tutti, soprattutto verso i familiari; Graphites, se vi è anche stanchezza, apatia, voglia di far niente e difficoltà di concentrazione; Kali carbonicum, se vi è anche una breve condizione di eccitabilità; Lachesis, se vi è peggioramento al mattino e logorrea incoercibile; Lycopodium, se vi è anche una sensazione di incapacità; Magnesia carbonica o Natrum carbonicum, se la depressione umorale è profonda e vi è anche grande astenia; Thuya, se vi è anche senso di responsabilità e del dovere eccessivi; Ignatia amara, se la depressione sopravviene dopo eventi emotivamente traumatici; eccetera. I rimedi omeopatici essendo dei medicinali si acquistano in farmacia e la forma più pratica e più utilizzata è quella in granuli. Se lei intende curarsi con l’omeopatia le consiglio però di rivolgersi ad un medico omeopata, l’unico in grado di prescrivere una terapia personalizzata (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, eventuali adattamenti in corso d’opera, ecc.), secondo i corretti canoni omeopatici e medici in generale. Cordiali saluti.
Susanna dice
Ho un bambino di 7 anni con disturbo dello Spettro Autistico, a cui ho somministrato Calcarea Phosphorica. Per 20gg ha preso una dose 30CH, poi una monodose 200 K al 21 giorno.
Ho continuato con la dose 30 CH fino al 27° giorno e poi ho somministrato una monodose MK e continuato fino al 60° giorno con una dose 35 K. Il rimedio ha sortito buoni effetti, attenuando i suoi atteggiamenti oppositivi, capricciosi e diminuendo le difficoltà di attenzione. Il bambino, inoltre, si relaziona di più e cerca di comunicare con frasi più complesse. In genere il rimedio va risomministrato dopo un po’ di tempo? In quali dosi?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Susanna, è difficile darle una risposta, perché, come lei ben sa, le cure omeopatiche sono strettamente legate al caso individuale e alla persona, per cui non si prestano a protocolli universali che vanno bene per tutti ma vanno ritagliate su misura. Però una regola basilare la si può adottare e cioè finché continuano i miglioramenti, sia a livello dei singoli sintomi che a livello generale, si può continuare nella terapia con le stesse modalità. In genere ciò riesce a stabilirlo con precisione il medico omeopata, al quale ritengo lei si sarà rivolto per mettere in atto una cura omeopatica così articolata e se non l’avesse fatto forse sarebbe il caso di incominciare a pensarci. L’omeopatia può produrre dei risultati importanti, ma da sola potrebbe non bastare, potendosi richiedere un trattamento terapeutico multidisciplinare con l’ausilio di un percorso riabilitativo e rieducativo, che in genere coinvolge anche la famiglia e la scuola. L’omeopata potrà lavorare in sinergia con questi altri interventi terapeutici e mettere in atto la strategia terapeutica volta al miglior risultato. Calcarea posphorica, comunque, come lei può testimoniare, è uno dei rimedi omeopatici che viene utilizzato per il trattamento del Disturbo dello Spettro Autistico. Cordiali saluti.