DESCRIZIONE
Lycopodium clavatum (nome italiano Licopodio) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Licopodiaceae. Cresce su suoli prevalentemente acidi e silicei, sia in zone temperate che in quelle più fredde montane di Europa, Asia, America settentrionale e Africa australe. In Italia la si trova sia nelle radure boscose che nei pascoli delle Alpi e degli Appennini fin oltre i 2000 metri.
Il nome Lycopodium deriva dal greco ed è composto da lico (cioè “lupo”) e podio (cioè “piede”), perché riferito alla somiglianza dei rami giovani a un “piede di lupo”. Il nome clavatum deriva dal latino “clava” ed è riferito alla forma delle spighe terminali, di cui alla descrizione che segue.
La pianta ha il fusto principale strisciante al suolo, raggiunge un’altezza massima di circa 1 metro ed è a crescita lentissima. Le foglie, numerosissime sul fusto e sui rami, hanno una disposizione embricata (come le tegole di un tetto). I rami fertili sono eretti, alti 10-20 cm e terminano con delle lunghe spighe di colore giallino (in genere da 1 a 3), formate da brattee ovali, con l’apice acuminato, che racchiudono gli sporangi, a forma di fagiolo, i quali a maturità si aprono lasciando cadere una polvere gialla costituita da microscopiche spore spesso aggregate a quattro a quattro. E’ questa polvere di spore, inodore e insapore, non solubile in acqua ma solubile in alcool, che si raccoglie più facilmente con l’essiccazione, a costituire la droga utile per i diversi scopi terapeutici.
La polvere delle spore di Licopodio contiene, infatti, sostanze grasse e diversi alcaloidi ai quali si attribuiscono le proprietà medicamentose della pianta. Detta anche “farina delle streghe” per l’uso che se ne è fatto sin dai tempi antichi nella medicina popolare, veniva utilizzata contro i disturbi gastrici e urinari, come sedativo, antispastico, diuretico, lassativo e per rivestire le pillole. Attualmente trova ancora impiego per uso esterno come decongestionante e calmante nelle dermatiti e nelle irritazioni cutanee in generale ed anche per l’igiene dei bambini onde evitare il contatto fra la pelle nelle pieghe profonde ed asciugare le zone macerate.
Per la sua caratteristica di essere facilmente infiammabile, la polvere di Licopodio viene impiegata per la realizzazione di fuochi d’artificio o di finte esplosioni ai fini scenografici (per questo è chiamata “zolfo vegetale”). In passato veniva adoperata per provocare i flash delle macchine fotografiche.
L’Omeopatia ne ha fatto uno dei più grandi rimedi della materia medica.
Il rimedio omeopatico Lycopodium si ottiene dalla tintura madre della polvere di spore della pianta Lycopodium clavatum e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Lycopodium è uno dei grandi rimedi costituzionali dell’omeopatia, ad azione lunga e profonda. E’ un rimedio che agisce sull’insieme della persona e sulla sua economia generale, dovendo operare su un metabolismo profondamente alterato e squilibrato, con inevitabili ripercussioni sulle reazioni complessive del soggetto, sia dal punto di vista fisico che psichico. La principale sfera d’azione del rimedio riguarda l’apparato digerente, in particolare il fegato e la sua funzionalità, che ne costituiscono il vero punto debole. Il rimedio corrisponde cioè ad una perturbazione profonda del metabolismo generale, connotata da un cattivo funzionamento del fegato e del tubo digerente, con tendenza alla steatosi epatica (fegato grasso, ossia con accumulo di trigliceridi), alla epatomegalia (aumento di volume del fegato) fino alla atrofia epatica (con conseguente grave insufficienza epatica). Ciò comporta predisposizione a dimagrimento, denutrizione (per disturbi nell’assimilazione, in particolare dei grassi), iperacidità delle secrezioni ed escrezioni, atonia gastrointestinale con flatulenza, ipercolesterolemia, iperuricemia (dovuta ad una ridotta eliminazione renale dell’acido urico), eruzioni cutanee, affezioni respiratorie e polmonari.
Per comprendere meglio le caratteristiche del rimedio è utile partire dall’analisi del suo aspetto mentale, che in fondo giustifica tutti i mali.
Il soggetto Lycopodium vive contemporaneamente, con enorme frustrazione, due condizioni emotive contrapposte: l’insicurezza e l’ambizione.
Vi è l’insicurezza perché non si sente adeguato, all’altezza della situazione, non crede in se stesso e non ha fiducia nelle proprie possibilità. Teme di sbagliare, di fallire, di non riuscire nei suoi intenti, di non essere in grado di fare le cose nel modo migliore e di non riuscire a farsi apprezzare o, addirittura, a farsi voler bene dalle altre persone. Ha paura di parlare in pubblico, di proporsi o di fare il primo passo, di allacciare nuovi rapporti e questo aumenta ancora l’insicurezza, l’ansia, la frustrazione ed il senso di inferiorità, che condizionano e limitano la sua vita sociale.
Vi è l’ambizione perché sogna di avere successo, di ottenere sempre il massimo, di sopravanzare gli altri, di stupire e di ammaliare il prossimo, di far nascere l’ammirazione nei propri confronti e finanche l’invidia. Ha bisogno della stima degli altri e perciò vede nella competizione, nella gara, il modo di poter prevalere e dimostrare la sua potenza, le sue capacità, le sue qualità. Poiché è intelligente capisce bene che per ottenere tutto ciò deve prepararsi con cura e senso di responsabilità, attraverso dedizione e sacrificio e per questo cerca di impegnarsi al massimo.
Il meccanismo però si inceppa nel momento in cui impatta con la caratteristica più marcata di Lycopodium e cioè con l’insicurezza. E’ proprio questa che tradisce l’ambizione e non consente di tradurla in risultati concreti ed apprezzabili. Per il soggetto Lycopodium l’insicurezza diventa un limite ancora più pesante dell’ambizione. In fondo basterebbe accontentarsi un po’ di più, di porsi delle mete o degli obiettivi meno ambiziosi, più alla propria portata, ma questo Lycopodium non lo può accettare, lui aspira sempre al massimo.
La spiegazione di questo particolare quadro psichico, contorto e contraddittorio, la si può trovare nella metafora legata alle origini della pianta, da cui il rimedio omeopatico si ottiene. Il Lycopodium in epoca remota era una pianta grande e maestosa, abituata a guardare tutti dall’alto in basso. Attualmente è una pianta strisciante al suolo, un cespuglio, con il timore di essere calpestato da chiunque. Cosicché il Lycopodium omeopatico è una persona che pur essendo piccola e timorosa, sogna e spera di diventare grande come una volta: ha la voglia di emergere e la paura di non riuscirvi, manca cioè di coraggio. Ecco quindi che tende a rodersi e per prima cosa si rode il fegato, che è appunto il simbolo del coraggio. Il fegato pertanto diventa l’organo bersaglio e sarà interessato da diverse patologie. Da qui hanno origine tutte le disfunzioni del paziente.
Lo possiamo immaginare come un tipo triste, ansioso, tendente alla depressione, facilmente irritabile, con loquacità precipitosa, dall’aspetto invecchiato, magro, a volte con l’addome prominente, dal colorito pallido tendente al giallastro, sempre stanco, freddoloso, spesso con una fame vorace, anche se si sazia ai primi bocconi, con senso di paura nell’assunzione delle responsabilità. Nello stesso tempo, come visto, è un ambizioso e pretende la perfezione fino alla pignoleria.
A questo punto siamo in grado di tracciare anche il profilo temperamentale e costituzionale di Lycopodium.
Il temperamento ha i tratti tipici sia del bilioso che del nervoso: vi è il bilioso perché dimostra di essere estremamente razionale e di avere il controllo di tutte le situazioni; vi è il nervoso perché quando perde il controllo diventa aggressivo, irritabile, violento ed inveisce contro tutto e tutti.
La costituzione è anch’essa mista ed ha le caratteristiche sia della fosforica che della fluorica: vi è la fosforica per l’estrema magrezza (anche se l’addome è prominente) e per i tratti del temperamento nervoso; vi è la fluorica, per la presenza delle ectasie venose (varici, emorroidi), dovute alla lassità dei tessuti di sostegno e per la tendenza ulcerativa a livello gastro-duodenale.
I sintomi migliorano all’aria aperta, con l’assunzione di bevande calde, dopo la mezzanotte, dopo l’emissione di gas, dopo la minzione, dopo un’attività fisica, sdraiandosi sul dorso (soprattutto la tosse), scoprendosi.
I sintomi peggiorano con il freddo intenso, con cibi o bevande fredde, con il calore, nel pomeriggio, dopo aver dormito sul fianco destro o sul lato dolente, prima delle mestruazioni e soprattutto dopo il pasto.
Il rimedio ha una spiccata lateralità destra, per cui tutto ciò che Lycopodium soffre è a destra (infatti il fegato è a destra).
I principali sinergici (complementari) sono Chelidonium, China, Iodum, Lachesis, Pulsatilla, Sulphur.
I principali antidoti per i suoi disturbi sono Aconitum, Camphora, Causticum, Chamomilla, Coffea, Graphites, Nux vomica, Pulsatilla.
Il rimedio omeopatico che ha molti sintomi in comune con Lycopodium è Pulsatilla, tanto che a volte, quando la mentalità del malato non è molto marcata, è facile confonderli. Tale analogia fa sì che Pulsatilla è l’acuto di Lycopodium, nel senso che quando Lycopodium presenta uno stato acuto, esso richiederà spesso Pulsatilla.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Lycopodium si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) APP. DIGERENTE. Epatopatie. Pressione e tensione al fegato specie dopo aver mangiato. Calcoli alla colecisti. Spasmi all’ipocondrio destro (regione addominale destra, situata lateralmente alla regione epigastrica) e coliche biliari conseguenti. Gastrite. Ulcera peptica. Disturbi digestivi. Addome gonfio postprandiale, meteorismo, flatulenza, pirosi, eruttazioni brucianti, rigurgiti, bocca secca, lingua secca e irritata, gengive gonfie e dolenti. Stipsi a volte intervallata da diarrea. Il soggetto assimila male e tende al dimagrimento, specialmente alla parte superiore del corpo. Ha falsa fame (subito si sazia). Ha avversione per pane e farinacei, mentre ha desiderio di zucchero e dolciumi
2) PSICHE. Paura, angoscia, apprensione, tristezza, malinconia, pessimismo, tendenza alla depressione, stanchezza cronica, irritabilità, irascibilità, ipersensibilità, ostinazione, mancanza di volontà. Il soggetto teme che gli possa succedere qualcosa di spiacevole, ha paura di parlare in pubblico, teme la compagnia ma anche la solitudine, è affetto da una stanchezza cronica che unita alla mancanza di volontà gli procura un’avversione per il lavoro e per qualsiasi nuova iniziativa, è smemorato, appena lo si ostacola va facilmente in collera per compensare la sua insicurezza. Nello stesso tempo è un ambizioso, nutre grandi aspirazioni, ha voglia di emergere, è un perfezionista, si sente competitivo, ha bisogno degli altri per dimostrare di essere il migliore e per questo entrerà con loro in competizione aumentando la sua solitudine.
3) APP. URINARIO. Calcolosi renale. Iperuricemia. Gotta. Ipertrofia prostatica con frequenti risvegli notturni per urinare. Possibili infezioni delle vie urinarie, specialmente cistite con ematuria. Mal di testa uremico, cioè che si presenta quando le urine si schiariscono. Altri sintomi urinari, come dolori renali e vescicali, bruciore durante la minzione, ritenzione o incontinenza urinaria, poliuria (emissione di eccessiva quantità di urine in relazione all’assunzione di liquidi) notturna.
4) PELLE. Eruzioni cutanee sia secche che trasudanti. Eczema. Verruche. Foruncoli. Ulcere. Eruzioni del cuoio capelluto. Aree di alopecia. Eruzioni eczematose dietro le orecchie. Screpolature e fissurazioni del calcagno. Pelle secca e arida (specie alle mani) ed a volte con zone indurite. Sudorazione delle mani e dei piedi.
5) OCCHI. Congiuntivite. Blefarite. Orzaiolo e calazio. Tremori dei muscoli orbicolari dell’occhio e sussulti delle palpebre.
6) APP. CIRCOLATORIO. Disturbi da cattiva circolazione. Stasi venosa nell’ambito della vena porta e delle vene delle gambe. Varici. Emorroidi.
7) APP. MUSCOLO-SCHELETRICO. Debolezza generale, emaciazione e atrofia muscolare. Artrite ed altri disturbi reumatici cronici con dolori accentuati di notte e migliorati con il movimento. Sciatica con lateralità prevalentemente destra. Atonia gastrointestinale. Lombaggine.
8) APP. RESPIRATORIO. Catarro nasale dei bambini e degli adulti, in quest’ultimo caso accompagnato da mal di testa. Faringite cronica. Tonsillite che colpisce la tonsille destra o che inizia a destra per estendersi a sinistra. Catarro naso-faringeo con possibile otite. Bronchite. Tosse secca e fastidiosa. Respirazione rumorosa ed a volte difficoltosa. Asma. Il soggetto si raffredda facilmente.
9) APP. GENITALE FEMMINILE. Cicli mestruali irregolari o assenti. Amenorrea. Dolori e infiammazioni delle ovaie, soprattutto a destra. Mucosa vaginale secca, bruciante e dolente al punto da impedire il coito.
10) APP. GENITALE MASCHILE. Mancanza di desiderio sessuale. Impotenza. Eiaculazione precoce. Prostatite.
DOSI
Nel caso 2) diluizione 30CH, 3 granuli 1 volta al dì.
Nel caso 4) diluizione 7CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei casi 9) e 10) diluizione 9CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei restanti casi diluizione 5CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.
Qualsiasi terapia ed a maggior ragione quella che prevede l’impiego di rimedi ad alta diluizione, la cui azione è più profonda per curare gli stati cronici o i malesseri psichici, deve essere prescritta dal medico omeopata.
(*) V. Note esplicative
Gino dice
Gentile dr.ssa, dopo ulteriori due mesi di cura, che hanno prodotto un ottimo risultato (finalmente!) anche per quanto riguarda il gonfiore alle gambe, oltre al rientro nei parametri dei livelli di colesterolo e acido urico conseguito da tempo, il medico ha sostituito Tarassaco TM, confermando gli altri medicinali. Ricapitolando: Solidago Virgaurea 18 lm, 15 gocce 2 vv/die a digiuno; Phyllanthus 10%, 2 tavolette prima dei due pasti principali; Cardiospermum pomata; Plaunac 40. Sono molto soddisfatto dei risultati fin qui ottenuti e, a questo punto, vorrei sostituire l’ultimo medicinale allopatico che utilizzo (Plaunac) con qualcosa di omeopatico. Comprendo e apprezzo la cautela del mio medico, che peraltro è un carissimo amico, però la prossima volta vorrei forzarlo in tal senso. Quello che mi/Le chiedo è se esistono cure omeopatiche idonee a tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Ho incominciato a soffrire di ipertensione nel 1998, quando avevo 40 anni, a seguito del combinato di fortissime tensioni ed accumulo di stress sia lavorativi che familiari. Esiste un rimedio omeopatico che funzioni? Ringrazio e saluto con viva cordialità. Gino
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gino, i principali rimedi omeopatici più spesso utilizzati nell’ipertensione arteriosa sono consultabili all’articolo “Ipertensione arteriosa” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello più somigliante a sé stessi. Non prenda però alcuna iniziativa senza l’approvazione del medico omeopata. Cordiali saluti.
fabio dice
mi ero scordato ho 49 anni, e soffro di problemi epatici. grazie infinite
fabio dice
gent. dott.ssa la mia omeopata mi aveva prescritto lycopodium dalla 200 ch fino ad arrivare alla 10000 in vari mesi e poi tornare alla 200ch una volta alla settimana cosa che stò facendo da 2 settimane! tutto questo x ansia da prestazione devo dire che va meglio ma sono soggetto a ricadute, ora la dott.ssa è tornata in francia x motivi familiari e io in questo momento ho difficoltà economiche x un nuovo medico, le chiedo gentilmente se lei ritiene sufficiente il rimedio, e il dosaggio mono-settimana alla 200ch,x le ricadute che mi buttano un pò giù, ho posso associare un sinergico? la ringrazio molto! f.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, le risposte alle sue domande le può fornire solo una visita medica omeopatica ex-novo oppure il medico omeopata curante, ma purtroppo da quel che riferisce questo non è il suo caso. Le posso soltanto confermare che per l’ansia da prestazione Lycopodium è un rimedio omeopatico adatto e lo è altresì per i problemi epatici, ovviamente se si ritrovano anche le altre caratteristiche del rimedio o quantomeno quelle più significative per la situazione personale (ma ciò sicuramente la dottoressa omeopata l’avrà valutato). Solo così si potrà affermare che il rimedio è completamente adatto ed in tale evenienza potrebbe non occorrere altro. Comunque in diversi casi, specialmente durante i periodi di maggiore disagio emotivo, dove facilmente allo stato ansioso si alterna e si sovrappone uno stato depressivo, vengono associati dei rimedi gemmoterapici della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali alla prima diluizione decimale hahnemanniana), in gocce, come ad es. Tilia tormentosa (Tiglio) M.G. D1 che è un regolatore del sistema nervoso, un ottimo tranquillante, indicato per vari stati di eccitabilità nervosa, ansia, stress, nervosismo, nevrosi varie, insonnia, oppure Betula pubescens (Betulla) M.G. D1 che ha proprietà toniche generali, aumenta le difese dell’organismo ed è utile per l’astenia fisica e psichica e per gli stati depressivi, oppure ancora Quercus peduncolata (Quercia) M.G. D1 che ha un’azione simile e complementare a Betula pubescens, rafforzandone l’azione. E’ inutile aggiungere che la migliore garanzia la può offrire solo un medico omeopata. Cordiali saluti.
Max dice
Buongiorno Dott.ssa
da circa 3 mesi, dopo aver espulso dei calcoli renali,mi hanno diagnosticato la presenza di calcoli alla cistifellea, e il fegato grasso; ultimamente poi faccio fatica a digerire e mi sveglio con la bocca amara, flautolenza, nausea e tensione gastrica molto accentuate. Sono un tipo molto apprensivo, percio’ spesso mi faccio prendere dall’ansia. Cosa mi consiglia? Il Lycopodium puo’ essere un rimedio? E in che quantita’? Ho 46 anni.
Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Max, indubbiamente Lycopodium è uno dei più importanti rimedi omeopatici, se non il più importante, per trattare la calcolosi biliare ed è un rimedio epato-digestivo di prim’ordine, in particolare del fegato (epatopatie varie, colesterolemia, trigliceridemia), dello stomaco (dispepsia, pesantezza, gastrite, eruttazioni, reflusso gastroesofageo, ecc.), dell’intestino (meteorismo, flatulenza, gonfiore addominale, costipazione, ecc.), della funzionalità renale ed altro ancora. E’ anche un ottimo rimedio mentale, per disturbi emotivi connotati da ansia, nervosismo, emotività, alternati a depressione, insicurezza, debolezza psico-fisica. La diluizione e la relativa posologia sono strettamente personali, in quanto, oltre ad essere legate al grado di somiglianza rimedio-paziente, dipendono dalla reattività individuale del paziente e dal livello d’intervento terapeutico necessario. Sarebbe perciò opportuno che ciò lo stabilisse un medico omeopata che con la visita omeopatica potrà prescrivere la terapia più appropriata, la quale potrebbe vedere anche l’impiego di bioterapici di supporto. Ad esempio in diversi casi si rivela utile l’associazione con qualche gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivato, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), come Rosmarinus officinalis M.G. D1, gocce, che ha un’attività elettiva sulla cistifellea e sulle vie biliari, è un eccellente colagogo e coleretico che regolarizza la motilità della cistifellea e possiede un’azione antispasmodica, è indicato nella calcolosi biliare, nelle colecistiti croniche e nella piccola insufficienza epatica. Ovviamente occorrerà aiutarsi anche con l’alimentazione, che deve essere appropriata per ridurre i fattori di rischio per la formazione o l’accrescimento dei calcoli biliari ed anche per il fegato grasso, evitando quindi i cibi ricchi di grassi e di colesterolo (i grassi però non vanno aboliti completamente allo scopo di stimolare la contrazione e lo svuotamento della cistifellea), riducendo il consumo di sale e privilegiando le fibre vegetali. Altrettanto utile potrà essere un’attività fisica regolare, anche se moderata. Ripeto, però, per il caso specifico conviene affidarsi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
gaetano dice
Gentile Dottoressa per il colesterolo alto Lei mi a consigliato cholesterinum. La dose di 3 granuli 5ch 3 volte al di per due settimane e successivamente 3 granuli 30 ch al mattino Le sembra una cura adeguata.
Fiducioso di una Sua risposta Le porgo Distinti Saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gaetano, è utile sottolineare, come rilevabile dalla lettura delle risposte precedenti, che non le ho consigliato alcun rimedio, mi astengo sempre dal farlo, perché solo la visita medica omeopatica può essere in grado di fare ciò, esaminando e studiando il paziente con il suo quadro clinico e quindi giungere alla prescrizione della terapia più appropriata al caso specifico. L’ho solo informata di ciò che l’omeopatia e le bioterapie possono mettere a disposizione per trattare situazioni simili, che si badi bene, per quanto detto poc’anzi, sono simili ma non uguali. Sempre a titolo informativo, tenga presente che in organoterapia (ricordiamoci che Cholesterinum è un organoterapico) le diluizioni assumono un ruolo determinante perché indirizzano l’attività terapeutica nella direzione necessaria. In genere le basse diluizioni (4CH e 5CH) sono stimolanti, le medie diluizioni (7CH) sono regolatrici e le alte diluizioni (9CH, 12CH fino a 30CH) sono inibenti. Tuttavia ciò non ha valore assoluto, nel senso che la soglia di variabilità clinica delle diluizioni può essere diversa a seconda della sensibilità e della reattività individuale del paziente. Pertanto le rinnovo il consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata (questo consiglio gliel’ho davvero fornito), se vuole avere delle concrete possibilità di controllare con successo la sua colesterolemia. Il resto lo farà l’alimentazione e lo stile di vita. Cordiali saluti.
Elena dice
Grazie dottoressa Volpe per la accurata e tempestiva risposta. Seguendo il suo consiglio, vorrei chiedere se per caso sa indicarmi un bravo omeopata in zona Monza/Brianza. Non vorrei andare proprio alla cieca…
Grazie di nuovo
Elena
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elena, se non ha altri riferimenti potrebbe fare una ricerca in rete relativamente a siti sicuri e associazioni omeopatiche accreditate, molte delle quali hanno un’organizzazione territoriale, oppure rivolgersi ad una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per essere indirizzata verso un bravo medico omeopata che sicuramente esisterà nella sua zona. Cordiali saluti.
pietro dice
salve dottoressa,avendo il caso 2 ed il caso 10 , come posso usare i prodotti omeopatici,li posso usare in contemporanea,cioè al mattino e alla sera i 9ch ed a mezzogiorno i 30 ch è sensato?
grazie
saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Pietro, in genere, salvo verifica sul caso specifico, nelle cure omeopatiche si preferisce adoperare una diluizione alla volta. Quando il rimedio è ben scelto dal punto di vista omeopatico, cioè che esiste una somiglianza rimedio-paziente almeno sufficiente, la diluizione superiore copre terapeuticamente anche quella di valore inferiore. Ovviamente la terapia personalizzata più appropriata la può prescrivere solo un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.
clara dice
Dr.ssa Buongiorno
Leggendo il Tipo Lycopodium mi rispecchia alla perfezione soprattutto riguardo al nervoso.
Mi sono proprio vista.
Posso assumerlo insieme a Argentum Nitricum 30 ch (con cui ho notato un miglioramento, come le ho gia detto).
Lycopodium 30 ch 1 volta al dì mi sembra più adatto per gli stati nervosi .
Cordiali Saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Clara, i rimedi omeopatici possono essere utilmente assunti in più di uno, ma nel minor numero possibile, fino a coprire l’intero quadro clinico del paziente o quantomeno la parte più significativa di esso. Tra i rimedi omeopatici compatibili è preferibile che la scelta ricada su rimedi sinergici, allo scopo di rafforzare, completare e prolungare l’azione terapeutica. Nella fattispecie Argentum nitricum e Lycopodium sono proprio rimedi sinergici, più precisamente complementari, nel senso che l’uno segue bene l’altro. Cordiali saluti.
Elena dice
Gentile Dottoressa,
le scrissi un anno fa e su consiglio feci assumere a mio figlio oggi tredicenne il rimedio Lycopodium (impiegai la diluzione 9ch). Aggiungo che il profilo psichico descritto corrisponde testualmente al profilo psichico – comportamentale di mio figlio. Tutto!
Vorrei sapere se a distanza di un anno è indicato riassumere il trattamento (e per quanto tempo), in quanto affacciandosi alla adolescenza le due condizioni di ambizione e insicurezza sono ora vissute con maggior frustrazione e collera. Posso usare come indicato al profilo Psiche la diluizione 30CH, 3 granuli 1 volta al dì?
Infine, mio figlio tampona il disagio degli stati emotivi descritti con la suzione del pollice. Nonostante se ne sia provate di ogni, l’istinto e il bisogno hanno il sopravvento e neppur la forza di volontà che lo caratterizza riesce a interferire sulla gestualità innata. Vorrei sapere se ci sono rimedi omeopatici che posso interferire o inibire questo bisogno auto-consolatorio.
La ringrazio infinitamente per l’aiuto che offre a tutti noi.
Elena
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elena, come lei ben sa, dobbiamo tenere sempre in debita considerazione che in omeopatia ogni entità terapeutica è strettamente personale. Anche quando si è certi della corretta scelta del rimedio omeopatico, come sembrerebbe ancora quella di Lycopodium per suo figlio, la diluizione va comunque ricercata tra quelle più attive per il paziente e non è affatto scontato che una diluizione più alta come la 30CH possa essere la più appropriata al caso specifico onde incidere in maniera più significativa sulla componente psicologica. Tale discorso potrebbe valere per molti ma non per tutti e quindi occorre sempre procedere ad una verifica accurata per il singolo paziente. Come non si perde mai occasione per sottolineare, i valori riportati sul sito, presi dalla letteratura omeopatica, sono solo orientativi, rispondono alla maggioranza delle situazioni, ma non hanno valore assoluto e solo la visita medica omeopatica può riuscire a determinarli con la dovuta precisione. Relativamente alla durata, generalmente le cure omeopatiche vanno avanti finché continuano i benefici, senza porsi limiti temporali particolarmente stringenti e si interrompono, ovviamente, alla guarigione o al conseguimento di un risultato soddisfacente e stabile. Per quanto riguarda la suzione del pollice, legata al disagio emotivo, essa dovrebbe progressivamente regredire così come migliora la condizione psichica con la cura omeopatica fatta con il rimedio somigliante, per cui non dovrebbe occorrere altro. Però come le ho consigliato nella risposta precedente sarebbe opportuno che lei si affidasse alla competenza ed all’esperienza di un medico omeopata, l’unico in grado di prescrivere la terapia più adatta a suo figlio e di seguirlo adeguatamente durante la cura per gli eventuali adattamenti. Cordiali saluti.
armando dice
A volte nelle cure omeopatiche si parla di effetto placebo. Ci sono studi scientifici a riguardo sulla validità dell’ omeopatia? Preciso che attualmente sono in cura con lycopodium 3 LM. Grazie dottoressa.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Armando, è una questione vecchia che ogni tanto tirano in ballo i detrattori dell’omeopatia che maliziosamente si ostinano a non voler riconoscere a questa medicina la capacità di curare, di guarire e di farlo in maniera dolce e senza effetti collaterali (intesi questi nel senso tradizionale del termine). In verità la cultura sta un po’ cambiando e sono sempre di più i medici della medicina tradizionale che prescrivono farmaci omeopatici oppure rimandano i pazienti a un loro collega omeopata. Perché è proprio così, la medicina omeopatica è esercitata da medici, ossia da professionisti laureati in Medicina e Chirurgia, iscritti all’Ordine dei Medici ed iscritti a uno dei Registri accreditati dei Medici Omeopati. Ciò costituisce già una prima garanzia pregnante di scientificità. Ritornando all’effetto placebo è impossibile che ad esso si possano attribuire le capacità terapeutiche della medicina omeopatica, perché un eventuale effetto placebo sarebbe connotato da soggettività, aleatorietà, imprevedibilità, casualità e non sarebbe invece connotato da ripetitività, oggettività e applicabilità su vasta scala. Sono invece questi i requisiti scientifici che possiede la medicina omeopatica. La riprova incontestabile è che l’omeopatia funziona anche sui neonati e sui bambini e qui non si può certamente parlare di effetto placebo. L’omeopatia è la prima medicina dell’era moderna che valorizza la connessione corpo-mente (ovviamente con un significato diverso), in una visione olistica che considera la malattia inserita in un contesto articolato e complesso qual è l’organismo umano, che possiede la sua psiche, le sue emozioni, il suo ambiente, il suo stile di vita, la sua ereditarietà, la sua costituzione, il suo temperamento, ecc. ecc. L’omeopatia pone cioè al centro della terapia il malato piuttosto che la malattia e la malattia viene inquadrata nella sua specificità, propria del terreno del paziente, e nella sua dinamica evolutiva legata a passato-presente-futuro. Tale impostazione è oramai accettata e riconosciuta anche dalla medicina tradizionale e quindi dalla comunità scientifica internazionale. Sono tantissimi gli autorevoli medici e studiosi delle costituzioni umane che si rifanno a questo concetto, riconoscendo all’omeopatia l’intuizione di essere “la medicina del malato più che della malattia” e quindi di condurre lo studio preventivo del malato, delle sue caratteristiche morfologiche, fisiologiche e psicologiche e conseguentemente delle sue predisposizioni patologiche, alla ricerca di una terapia singola e personalizzata che possa agire a livello globale e sistemico. L’omeopatia, com’è noto, fonda il suo principio terapeutico sulla “legge di similitudine”, ossia “similia similibus curantur”, il simile viene curato dal simile, che è una legge antichissima risalente ad Ippocrate (com’è noto, il medico greco antico vissuto tra il V e IV secolo a.c.), considerato il padre della medicina. Tale legge trova applicazione anche nella medicina tradizionale, si pensi ad es. ai vaccini, ai farmaci desensibilizzanti delle allergie, ecc. Gli studi scientifici per dimostrare l’obiettiva efficacia terapeutica dell’omeopatia sono tanti, però manca ancora un pezzetto di strada da fare, per cui effettivamente ad oggi non sono completamente chiari i meccanismi terapeutici con cui agiscono i rimedi omeopatici, dove com’è noto la sostanza di origine è fortemente diluita. Si dovrebbero incentivare e finanziare attività di ricerca medico-scientifica che nessuna potente azienda farmaceutica ha interessi a fare. Però qualcosa comunque si muove. Ad esempio la legge di Arndt-Shulz, tanto avversata dalla comunità scientifica internazionale e da essa poi riconosciuta in tempi abbastanza recenti, apre qualche scenario di possibile spiegazione. Infatti tale legge dimostra che molte sostanze nell’interagire con gli organismi biologici possono esercitare effetti opposti a seconda della loro dose: un’azione di stimolazione (terapeutica) a dosi deboli e di inibizione (patologica) a dosi forti. I rimedi omeopatici, come detto prima, utilizzano proprio sostanze fortemente diluite e sembrano interpretare proprio un tale fenomeno e probabilmente anche qualcosa di più. Invece le evidenze cliniche sulle capacità di guarigione della medicina omeopatica sono tantissime e molto ben documentate. La letteratura omeopatica ne è piena e ciò è riconosciuto anche dal mondo scientifico. Però la medicina omeopatica per essere veramente curativa deve vedere la corretta applicazione della “legge di similitudine”, senza la quale ogni tentativo si traduce in un insuccesso. Molte persone o perché i farmaci omeopatici non sono sottoposti all’obbligo della prescrizione medica o perché sanno che non ci sono effetti collaterali o perché si fanno influenzare dalle esperienze altrui (che in omeopatia non sono esportabili) non ricorrono al medico omeopata e si avventurano in auto-prescrizioni che il più delle volte, nella migliore delle ipotesi, portano al fallimento senza conseguenze. Concludendo viene spontaneo fare un’ultima considerazione: se l’omeopatia vive da 200 anni, curando e guarendo milioni di persone, qualcosa di buono l’avrà pure fatto, altrimenti sarebbe scomparsa completamente. Cordiali saluti.