DESCRIZIONE
Lycopodium clavatum (nome italiano Licopodio) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Licopodiaceae. Cresce su suoli prevalentemente acidi e silicei, sia in zone temperate che in quelle più fredde montane di Europa, Asia, America settentrionale e Africa australe. In Italia la si trova sia nelle radure boscose che nei pascoli delle Alpi e degli Appennini fin oltre i 2000 metri.
Il nome Lycopodium deriva dal greco ed è composto da lico (cioè “lupo”) e podio (cioè “piede”), perché riferito alla somiglianza dei rami giovani a un “piede di lupo”. Il nome clavatum deriva dal latino “clava” ed è riferito alla forma delle spighe terminali, di cui alla descrizione che segue.
La pianta ha il fusto principale strisciante al suolo, raggiunge un’altezza massima di circa 1 metro ed è a crescita lentissima. Le foglie, numerosissime sul fusto e sui rami, hanno una disposizione embricata (come le tegole di un tetto). I rami fertili sono eretti, alti 10-20 cm e terminano con delle lunghe spighe di colore giallino (in genere da 1 a 3), formate da brattee ovali, con l’apice acuminato, che racchiudono gli sporangi, a forma di fagiolo, i quali a maturità si aprono lasciando cadere una polvere gialla costituita da microscopiche spore spesso aggregate a quattro a quattro. E’ questa polvere di spore, inodore e insapore, non solubile in acqua ma solubile in alcool, che si raccoglie più facilmente con l’essiccazione, a costituire la droga utile per i diversi scopi terapeutici.
La polvere delle spore di Licopodio contiene, infatti, sostanze grasse e diversi alcaloidi ai quali si attribuiscono le proprietà medicamentose della pianta. Detta anche “farina delle streghe” per l’uso che se ne è fatto sin dai tempi antichi nella medicina popolare, veniva utilizzata contro i disturbi gastrici e urinari, come sedativo, antispastico, diuretico, lassativo e per rivestire le pillole. Attualmente trova ancora impiego per uso esterno come decongestionante e calmante nelle dermatiti e nelle irritazioni cutanee in generale ed anche per l’igiene dei bambini onde evitare il contatto fra la pelle nelle pieghe profonde ed asciugare le zone macerate.
Per la sua caratteristica di essere facilmente infiammabile, la polvere di Licopodio viene impiegata per la realizzazione di fuochi d’artificio o di finte esplosioni ai fini scenografici (per questo è chiamata “zolfo vegetale”). In passato veniva adoperata per provocare i flash delle macchine fotografiche.
L’Omeopatia ne ha fatto uno dei più grandi rimedi della materia medica.
Il rimedio omeopatico Lycopodium si ottiene dalla tintura madre della polvere di spore della pianta Lycopodium clavatum e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Lycopodium è uno dei grandi rimedi costituzionali dell’omeopatia, ad azione lunga e profonda. E’ un rimedio che agisce sull’insieme della persona e sulla sua economia generale, dovendo operare su un metabolismo profondamente alterato e squilibrato, con inevitabili ripercussioni sulle reazioni complessive del soggetto, sia dal punto di vista fisico che psichico. La principale sfera d’azione del rimedio riguarda l’apparato digerente, in particolare il fegato e la sua funzionalità, che ne costituiscono il vero punto debole. Il rimedio corrisponde cioè ad una perturbazione profonda del metabolismo generale, connotata da un cattivo funzionamento del fegato e del tubo digerente, con tendenza alla steatosi epatica (fegato grasso, ossia con accumulo di trigliceridi), alla epatomegalia (aumento di volume del fegato) fino alla atrofia epatica (con conseguente grave insufficienza epatica). Ciò comporta predisposizione a dimagrimento, denutrizione (per disturbi nell’assimilazione, in particolare dei grassi), iperacidità delle secrezioni ed escrezioni, atonia gastrointestinale con flatulenza, ipercolesterolemia, iperuricemia (dovuta ad una ridotta eliminazione renale dell’acido urico), eruzioni cutanee, affezioni respiratorie e polmonari.
Per comprendere meglio le caratteristiche del rimedio è utile partire dall’analisi del suo aspetto mentale, che in fondo giustifica tutti i mali.
Il soggetto Lycopodium vive contemporaneamente, con enorme frustrazione, due condizioni emotive contrapposte: l’insicurezza e l’ambizione.
Vi è l’insicurezza perché non si sente adeguato, all’altezza della situazione, non crede in se stesso e non ha fiducia nelle proprie possibilità. Teme di sbagliare, di fallire, di non riuscire nei suoi intenti, di non essere in grado di fare le cose nel modo migliore e di non riuscire a farsi apprezzare o, addirittura, a farsi voler bene dalle altre persone. Ha paura di parlare in pubblico, di proporsi o di fare il primo passo, di allacciare nuovi rapporti e questo aumenta ancora l’insicurezza, l’ansia, la frustrazione ed il senso di inferiorità, che condizionano e limitano la sua vita sociale.
Vi è l’ambizione perché sogna di avere successo, di ottenere sempre il massimo, di sopravanzare gli altri, di stupire e di ammaliare il prossimo, di far nascere l’ammirazione nei propri confronti e finanche l’invidia. Ha bisogno della stima degli altri e perciò vede nella competizione, nella gara, il modo di poter prevalere e dimostrare la sua potenza, le sue capacità, le sue qualità. Poiché è intelligente capisce bene che per ottenere tutto ciò deve prepararsi con cura e senso di responsabilità, attraverso dedizione e sacrificio e per questo cerca di impegnarsi al massimo.
Il meccanismo però si inceppa nel momento in cui impatta con la caratteristica più marcata di Lycopodium e cioè con l’insicurezza. E’ proprio questa che tradisce l’ambizione e non consente di tradurla in risultati concreti ed apprezzabili. Per il soggetto Lycopodium l’insicurezza diventa un limite ancora più pesante dell’ambizione. In fondo basterebbe accontentarsi un po’ di più, di porsi delle mete o degli obiettivi meno ambiziosi, più alla propria portata, ma questo Lycopodium non lo può accettare, lui aspira sempre al massimo.
La spiegazione di questo particolare quadro psichico, contorto e contraddittorio, la si può trovare nella metafora legata alle origini della pianta, da cui il rimedio omeopatico si ottiene. Il Lycopodium in epoca remota era una pianta grande e maestosa, abituata a guardare tutti dall’alto in basso. Attualmente è una pianta strisciante al suolo, un cespuglio, con il timore di essere calpestato da chiunque. Cosicché il Lycopodium omeopatico è una persona che pur essendo piccola e timorosa, sogna e spera di diventare grande come una volta: ha la voglia di emergere e la paura di non riuscirvi, manca cioè di coraggio. Ecco quindi che tende a rodersi e per prima cosa si rode il fegato, che è appunto il simbolo del coraggio. Il fegato pertanto diventa l’organo bersaglio e sarà interessato da diverse patologie. Da qui hanno origine tutte le disfunzioni del paziente.
Lo possiamo immaginare come un tipo triste, ansioso, tendente alla depressione, facilmente irritabile, con loquacità precipitosa, dall’aspetto invecchiato, magro, a volte con l’addome prominente, dal colorito pallido tendente al giallastro, sempre stanco, freddoloso, spesso con una fame vorace, anche se si sazia ai primi bocconi, con senso di paura nell’assunzione delle responsabilità. Nello stesso tempo, come visto, è un ambizioso e pretende la perfezione fino alla pignoleria.
A questo punto siamo in grado di tracciare anche il profilo temperamentale e costituzionale di Lycopodium.
Il temperamento ha i tratti tipici sia del bilioso che del nervoso: vi è il bilioso perché dimostra di essere estremamente razionale e di avere il controllo di tutte le situazioni; vi è il nervoso perché quando perde il controllo diventa aggressivo, irritabile, violento ed inveisce contro tutto e tutti.
La costituzione è anch’essa mista ed ha le caratteristiche sia della fosforica che della fluorica: vi è la fosforica per l’estrema magrezza (anche se l’addome è prominente) e per i tratti del temperamento nervoso; vi è la fluorica, per la presenza delle ectasie venose (varici, emorroidi), dovute alla lassità dei tessuti di sostegno e per la tendenza ulcerativa a livello gastro-duodenale.
I sintomi migliorano all’aria aperta, con l’assunzione di bevande calde, dopo la mezzanotte, dopo l’emissione di gas, dopo la minzione, dopo un’attività fisica, sdraiandosi sul dorso (soprattutto la tosse), scoprendosi.
I sintomi peggiorano con il freddo intenso, con cibi o bevande fredde, con il calore, nel pomeriggio, dopo aver dormito sul fianco destro o sul lato dolente, prima delle mestruazioni e soprattutto dopo il pasto.
Il rimedio ha una spiccata lateralità destra, per cui tutto ciò che Lycopodium soffre è a destra (infatti il fegato è a destra).
I principali sinergici (complementari) sono Chelidonium, China, Iodum, Lachesis, Pulsatilla, Sulphur.
I principali antidoti per i suoi disturbi sono Aconitum, Camphora, Causticum, Chamomilla, Coffea, Graphites, Nux vomica, Pulsatilla.
Il rimedio omeopatico che ha molti sintomi in comune con Lycopodium è Pulsatilla, tanto che a volte, quando la mentalità del malato non è molto marcata, è facile confonderli. Tale analogia fa sì che Pulsatilla è l’acuto di Lycopodium, nel senso che quando Lycopodium presenta uno stato acuto, esso richiederà spesso Pulsatilla.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Lycopodium si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) APP. DIGERENTE. Epatopatie. Pressione e tensione al fegato specie dopo aver mangiato. Calcoli alla colecisti. Spasmi all’ipocondrio destro (regione addominale destra, situata lateralmente alla regione epigastrica) e coliche biliari conseguenti. Gastrite. Ulcera peptica. Disturbi digestivi. Addome gonfio postprandiale, meteorismo, flatulenza, pirosi, eruttazioni brucianti, rigurgiti, bocca secca, lingua secca e irritata, gengive gonfie e dolenti. Stipsi a volte intervallata da diarrea. Il soggetto assimila male e tende al dimagrimento, specialmente alla parte superiore del corpo. Ha falsa fame (subito si sazia). Ha avversione per pane e farinacei, mentre ha desiderio di zucchero e dolciumi
2) PSICHE. Paura, angoscia, apprensione, tristezza, malinconia, pessimismo, tendenza alla depressione, stanchezza cronica, irritabilità, irascibilità, ipersensibilità, ostinazione, mancanza di volontà. Il soggetto teme che gli possa succedere qualcosa di spiacevole, ha paura di parlare in pubblico, teme la compagnia ma anche la solitudine, è affetto da una stanchezza cronica che unita alla mancanza di volontà gli procura un’avversione per il lavoro e per qualsiasi nuova iniziativa, è smemorato, appena lo si ostacola va facilmente in collera per compensare la sua insicurezza. Nello stesso tempo è un ambizioso, nutre grandi aspirazioni, ha voglia di emergere, è un perfezionista, si sente competitivo, ha bisogno degli altri per dimostrare di essere il migliore e per questo entrerà con loro in competizione aumentando la sua solitudine.
3) APP. URINARIO. Calcolosi renale. Iperuricemia. Gotta. Ipertrofia prostatica con frequenti risvegli notturni per urinare. Possibili infezioni delle vie urinarie, specialmente cistite con ematuria. Mal di testa uremico, cioè che si presenta quando le urine si schiariscono. Altri sintomi urinari, come dolori renali e vescicali, bruciore durante la minzione, ritenzione o incontinenza urinaria, poliuria (emissione di eccessiva quantità di urine in relazione all’assunzione di liquidi) notturna.
4) PELLE. Eruzioni cutanee sia secche che trasudanti. Eczema. Verruche. Foruncoli. Ulcere. Eruzioni del cuoio capelluto. Aree di alopecia. Eruzioni eczematose dietro le orecchie. Screpolature e fissurazioni del calcagno. Pelle secca e arida (specie alle mani) ed a volte con zone indurite. Sudorazione delle mani e dei piedi.
5) OCCHI. Congiuntivite. Blefarite. Orzaiolo e calazio. Tremori dei muscoli orbicolari dell’occhio e sussulti delle palpebre.
6) APP. CIRCOLATORIO. Disturbi da cattiva circolazione. Stasi venosa nell’ambito della vena porta e delle vene delle gambe. Varici. Emorroidi.
7) APP. MUSCOLO-SCHELETRICO. Debolezza generale, emaciazione e atrofia muscolare. Artrite ed altri disturbi reumatici cronici con dolori accentuati di notte e migliorati con il movimento. Sciatica con lateralità prevalentemente destra. Atonia gastrointestinale. Lombaggine.
8) APP. RESPIRATORIO. Catarro nasale dei bambini e degli adulti, in quest’ultimo caso accompagnato da mal di testa. Faringite cronica. Tonsillite che colpisce la tonsille destra o che inizia a destra per estendersi a sinistra. Catarro naso-faringeo con possibile otite. Bronchite. Tosse secca e fastidiosa. Respirazione rumorosa ed a volte difficoltosa. Asma. Il soggetto si raffredda facilmente.
9) APP. GENITALE FEMMINILE. Cicli mestruali irregolari o assenti. Amenorrea. Dolori e infiammazioni delle ovaie, soprattutto a destra. Mucosa vaginale secca, bruciante e dolente al punto da impedire il coito.
10) APP. GENITALE MASCHILE. Mancanza di desiderio sessuale. Impotenza. Eiaculazione precoce. Prostatite.
DOSI
Nel caso 2) diluizione 30CH, 3 granuli 1 volta al dì.
Nel caso 4) diluizione 7CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei casi 9) e 10) diluizione 9CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei restanti casi diluizione 5CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.
Qualsiasi terapia ed a maggior ragione quella che prevede l’impiego di rimedi ad alta diluizione, la cui azione è più profonda per curare gli stati cronici o i malesseri psichici, deve essere prescritta dal medico omeopata.
(*) V. Note esplicative
Gian Paolo dice
Gentile dottoressa, per cominciare la ringrazio di queste preziose pagine piene di consigli utilissimi.
Mi ritrovo perfettamente, purtroppo, nel profilo psichico e nei disturbi di Lycopodium. Fegato e intestino sono il mio punto debole, così come la depressione strisciante che mi avvolge quando nel lavoro sono di fronte a dei compiti “troppo ambiziosi”.
Sto prendendo la 30ch da qualche giorno, continuerò fino a completare una settimana.
Vorrei sapere da lei se e quando potrò ripetere questa posologia e se è il caso (data la forte corrispondenza degli aspetti psichici) di passare in seguito a diluizioni più alte.
Grazie ancora e cordiali saluti
Gian Paolo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gian Paolo, in campo omeopatico è sempre molto difficile, se non addirittura impossibile, dare delle risposte precise, che invece solo la visita medica omeopatica è in grado di fare. Ad esempio, relativamente alla diluizione, è vero che per elevarla, e quindi per agire più in profondità andando a toccare in maniera più incisiva anche la componente psicologica, occorre un buon grado di somiglianza rimedio-paziente, ma per determinare con esattezza su quale valore attestarsi bisogna confrontarsi con il singolo caso e con il singolo organismo. Occorre cioè tenere presente che l’attività clinica delle diluizioni omeopatiche è strettamente legata alla sensibilità ed alla reattività individuale del paziente ed anche le relative posologie seguono le stesse vicissitudini. Esistono comunque delle regole di riferimento, valide nella maggioranza dei casi, ma esse non hanno valore assoluto, per cui bisogna sempre verificarle sul caso in esame. Ci sono pazienti che reagiscono male o che non reagiscono affatto alle alte diluizioni, mentre hanno guarigioni spettacolari con le diluizioni meno alte o addirittura con le basse diluizioni, anche relativamente agli aspetti psichici. Ciò conferma il concetto che l’omeopatia è “la medicina che veste su misura”, come si è solito dire, che sfugge a qualsiasi regola di carattere generale e che richiede un adattamento intimo al singolo caso. Perciò è il comportamento dell’organismo durante la cura che deve dare le risposte. In pratica, nell’ipotesi che il rimedio sia stato scelto correttamente, se la diluizione che si adotta produce effetti terapeutici positivi e percepibili, sia a livello fisico che a livello psichico, allora è preferibile non cambiare. Se invece si verifica uno stallo o non si registrano più progressi significativi, generalmente si passa a una diluizione superiore. Così si può procedere per le analoghe situazioni future, aumentando quindi progressivamente la diluizione e verificandone ogni volta gli esiti. Ovviamente la competenza e l’esperienza del medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi, rappresenta la migliore forma di garanzia. Grazie per gli apprezzamenti. Cordiali saluti.
sabina dice
Buongiorno , mi chiamo Sabina volevo sapere innanzitutto se lycopodium va bene anche per i diabetici (ho mia figlia di 10 anni che è diabetica)e poi se va anche bene per perdere peso visto che mi ritrovo un pò di chili in più. Aspetto sue notizie saluti . Sabina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabina, l’omeopatia può riuscire nel contrasto al diabete ma solo come coadiuvante, per cui l’eventuale terapia con farmaci tradizionali non può essere completamente abbandonata. I rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati sono Bryonia, Cuprum arsenicosum, Iris versicolor, Kreosotum, Natrum muriaticum, Phosphorus, Phosphoric acidum, Secale cornutum, Sulphur, Syzygium, ecc. Lycopodium potrebbe essere adatto in caso di diabete che si accompagna a insufficienza epatica. Invece Lycopodium è uno dei principali rimedi omeopatici che viene utilizzato per aiutare a perdere il peso superfluo. Tra gli altri rimedi per dimagrire troviamo Antimonium crudum, Belladonna, Calcarea carbonica, Carbo vegetabilis, Graphites, Ignatia amara, Kalium chloratum, Phytolacca decandra, Sulphur, Thuya, ecc. Ovviamente bisognerà potersi aiutare anche con un’alimentazione appropriata e un corretto stile di vita. In entrambi i casi, nel rispetto della “legge dei simili” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) che assomiglia di più a sé stessi produrrà i risultati migliori. Sarebbe comunque consigliabile ed anche opportuno che le terapie ad hoc le prescrivesse un medico omeopata. Cordiali saluti.
armando dice
Il mio omeopata dopo vari rimedi (natrun carbonicum, natrunm muriaticum, arsenicum album)
mi ha consigliato lycopodium 2 LM per superare le mie ansie-paure. L’omeopata mi diche sempre di aumentare il rimedio di una gradazione alla volta esempio dal nr. 2 al nr. 3, chiedo alla dottoressa si può amentare di più unitià il rimedio per favorire la guarigione, o c’è il rischio in questo caso di un aggravamento omeopatico molto sensibile se aumenti troppo il rimedio?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Armando, le cinquantamillesimali LM sono diluizioni omeopatiche medio-alte ad azione già abbastanza profonda e sistemica, che mettono abbastanza al riparo sia dall’entità dell’aggravamento omeopatico (quello terapeutico, consistente in un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare) e sia dall’entità dell’aggravamento iatrogeno (consistente nella comparsa di nuovi sintomi contenuti nel rimedio, come sviluppo del suo potere patogeno). Questo perché le LM, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto del rimedio omeopatico e quindi di ridurre l’entità degli aggravamenti di cui in precedenza. Mentre però l’aggravamento omeopatico, abbastanza inevitabile (ma controllabile), è di tipo terapeutico, vale a dire che sta ad indicare la corretta azione del rimedio in un percorso terapeutico favorevole, al contrario l’aggravamento iatrogeno è soltanto disturbante e quindi rende più tortuoso il percorso della guarigione. L’aggravamento iatrogeno si verifica quando nel corso di una malattia cronica, trattata quasi sempre con le medie e le alte diluizioni, il rimedio omeopatico viene ripetuto a distanze ravvicinate ignorando completamente i tempi di entrata in azione e di copertura terapeutica del rimedio stesso. Ciò è conseguenza delle somministrazioni con eccessiva frequenza del rimedio alla stessa diluizione (leggi potenza). Per ovviare a tale inconveniente si adotta l’accortezza di scuotere energicamente il flacone contenente il rimedio, quando è in forma liquida, prima di ogni assunzione in modo da aumentarne ogni volta la potenza, oppure di assumere il rimedio a potenze via via superiori già precostituite, come nelle serie progressivamente numerate che sono state potenziate preventivamente (mantenendo la stessa diluizione ed aumentando la dinamizzazione, come di solito avviene, oppure aumentando leggermente la diluizione). Le confezioni vanno quindi assunte rispettando l’ordine numerico. Analogo risultato si ottiene aumentando di una unità alla volta la diluizione (potenza) del rimedio omeopatico. In conclusione le serie numerate delle LM (od altri modi per aumentare progressivamente la potenza del rimedio) servono prevalentemente per evitare l’effetto iatrogeno del rimedio omeopatico e modificano poco il livello di azione terapeutica, per cui non favorirebbero o anticiperebbero la guarigione. Pertanto farebbe bene ad osservare le prescrizioni del medico omeopata. Cordiali saluti.
gino dice
Salve dott.ssa Della Rita, sono un uomo di 75 anni, soffro di gotta, ho problemi di valori alti di acido urico nel sangue (l’ultima analisi del sangue era a 7,4), per questo prendo un farmaco allopatico denominato ALLOPURINOLO; prendo 10 compresse da 300 mg al mese.
Vorrei sapere se c’è un rimedio omeopatico complesso che può sostituire validamente il farmaco allopatico, e mi consenta ugualmente di tenere sotto controllo l’acido urico nel sangue.
Grazie mille!!!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gino, com’è noto, la gotta è una patologia caratterizzata da elevati livelli di uricemia nel sangue, dovuti ad un aumento di produzione di acido urico e/o ad una insufficiente espulsione dello stesso con le urine. Depositi di cristalli di acido urico si formano nei tessuti periarticolari provocando infiammazioni molto dolorose delle articolazioni che possono evolvere in artrite cronica. Di conseguenza tutti i rimedi omeopatici che hanno un’importante azione elettiva sull’apparato osteoarticolare sono adatti per la gotta e di riflesso per l’iperuricemia, oltre che per i reumatismi in generale. Nell’articolo “Reumatismi” della sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, che la invito a consultare, sono riportati i principali rimedi omeopatici a ciò preposti, tra cui il rimedio (o i rimedi) più adatto risulterà quello che contiene una sintomatologia più somigliante alla propria, nel rispetto della “legge dei simili” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico. Tenuto conto che generalmente la gotta comporta sintomi come dolori articolari intermittenti associati a gonfiore, rossore e calore, i rimedi omeopatici più specifici potrebbero essere Apis, Arsenicum album, Belladonna, Bryonia, Ledum palustre, Nux vomica, Phytolacca decandra, Rhododendron, Rhus toxicodendron. Anche Lycopodium potrebbe essere un rimedio omeopatico adatto, considerato che possiede un’azione specifica per abbassare l’iperuricemia, che nel rimedio si presenta moderata. In diversi casi vengono associati dei gemmoterapici della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), in gocce, come: Fraxinus excelsior (Frassino) gemme M.G. D1 che possiede attività diuretica e regolarizza l’uricemia, per cui è particolarmente indicato nella gotta acuta e cronica; Betula pubescens (Betulla pelosa) giovani radici M.G. D1 che favorisce la diuresi e diminuisce i livelli di uricemia; Betula verrucosa (Betulla bianca) linfa M.G. D1 che ha proprietà diuretiche e depurative, atte ad eliminare l’acido urico. Anche la fitoterapia classica potrebbe fornire il suo contributo con, ad esempio, la tintura madre di Ortica che è un valido rimedio per l’iperuricemia e per la gotta. Per quanto riguarda i rimedi omeopatici complessi, costituiti cioè da un mix selezionato di vari rimedi, quelli che sarebbero indicati per l’iperuricemia sono tantissimi ed ogni casa farmaceutica ne produce diversi a seconda del tipo di contributo terapeutico utilizzato per abbassare la quantità di acido urico nel sangue. I rimedi complessi fanno capo essenzialmente a tre tipologie di base: i composti semplici (patologie acute su base infiammatoria), gli homaccord (patologie psicosomatiche) e i compositum (patologie funzionali o patologie d’organo). Se è interessato potrebbe chiedere in farmacia, meglio se dotata di un bravo farmacista omeopata. Sappia però che tali prodotti non sono rimedi che appartengono all’omeopatia classica, bensì sono degli antiomotossici, ossia rimedi dell’omotossicologia, che pur avendo diversi punti di contatto con l’omeopatia, alla quale si ispira, ha però degli orientamenti terapeutici e dei criteri di scelta dei rimedi completamente differenti. Le consiglio comunque di non fare da solo, di ritenere tutto quanto detto finora solo di carattere informativo e quindi di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà trovare la terapia più adatta a lei e saprà stabilire le modalità di dismissione dell’allopurinolo. Cordiali saluti.
Enri dice
Salve,
Sono un ragazzo che pratico sport quotidiano però nonostante ciò non riesco a dimagrire ed avere un fisico asciutto e definito. La mia dieta e già seguita da un esperto. Ho muscoli poco sviluppati e con difficoltà ad ingrossare e svilupparsi definiti. Ho grasso sottocutaneo da eliminare. Sono facilmente intossicano le con alimentazione.
Quello che per favore le chiedo è:
Per disintossicai dalle tossine
– aiutarmi a dimagrire eliminando grasso sottocutaneo che ricopre addominali e muscoli
– aiutarmi ad incrementare muscoli tramite esercizio fisico.
Che rimedi omeopatici può consigliarmi?
Grazie
Saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Enri, dobbiamo premettere che l’omeopatia può aiutare a dimagrire, o per meglio dire a perdere il peso superfluo, facendo uso di rimedi che però non sono dei dimagranti nel senso classico del termine, in grado cioè di inibire l’assimilazione del cibo, ma di rimedi che agiscono in maniera complessiva e sistemica, coinvolgendo l’intero organismo, ottimizzando le prestazioni di tutto il corpo, potendo intervenire a livello metabolico e gastro-intestinale ed agendo anche sull’aspetto motivazionale. In ogni caso, poiché il rimedio miracoloso non esiste, l’omeopatia da sola non basta, per cui molto probabilmente il recupero della sua forma richiede l’adozione di una terapia multidisciplinare, fatta di diversi interventi sinergici e convergenti, non solo di tipo farmacologico. Si parte innanzitutto dall’alimentazione, ma questa lei la sta già curando con l’esperto dietologo. L’attività fisica e sportiva è certamente importante, ma essa deve essere orientata ad aumentare il tono muscolare che aiuta sensibilmente a bruciare più calorie e quindi ad accelerare il metabolismo onde bruciare i grassi superflui e dimagrire. A tale scopo è consigliabile un’attività mista, caratterizzata da un lavoro ad alta intensità (pesi, macchine a corpo libero, ecc.) seguito da un’attività aerobica (corsa, ciclismo, nuoto, ecc.). Per quanto riguarda il mondo vegetale, a piante come zenzero, ginseng e curcuma, che hanno proprietà adattogene, si attribuisce anche la capacità di stimolare il metabolismo. Venendo ai rimedi omeopatici che potrebbero aiutare a dimagrire essi sono numerosi e diversi per caratteristiche e tra i principali si citano Antimonium crudum, Belladonna, Calcarea carbonica, Carbo vegetabilis, Graphites, Ignatia amara, Kalium chloratum, Lycopodium, Phytolacca decandra, Sulphur. Ovviamente, nel rispetto della “legge dei simili” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio che assomiglia di più produrrà i migliori risultati. Infine per disintossicare l’organismo risultano molto validi diversi preparati fitoterapici dalle proprietà depurative e diuretiche, quali ad esempio quelli consultabili all’articolo “Ok con depurativi e diuretici” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Sul versante omeopatico Nux vomica è il rimedio per eccellenza che viene utilizzato come disintossicante e per liberare l’organismo dall’effetto di farmaci o di altre sostanze. Il consiglio comunque è di rivolgersi ad un medico omeopata, che potrà individuare la terapia più adatta a lei, con la dovuta precisione e sicurezza. Cordiali saluti.
andrea dice
Grazie dottoressa per la esaustiva risposta. Aggiungo che con altri rimedi usati come fai da te in passato, non mi avevano mai dato disturbi simili, sopratutto Argentum Nitricum che ora però non riesco più a tollerare sempre per lo stesso motivo di Lycopodium. Un’altro omeopata mi aveva prescritto invece Arsenicum Album però senza grandi risultati. L’omeopata che invece mi prescrisse Lycopodium senza indulgi nella scelta, di fronte a questa ipersensibilità non ha saputo darmi una soluzione, tra l’altro mi disse che le diluzioni LM non le usava per sua scelta limitandosi alle diluzioni 1000-10000-50000 k. La cosa quindi che trovo ora difficile è trovare un bravo omeopata.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Andrea, deve provare a trovare un bravo ed esperto medico omeopata, che sicuramente esisterà nella sua zona, perché la soluzione per lei esiste. Tra l’altro le MK, 10MK e 50MK, essendo delle diluizioni altissime, potrebbero esasperare ancora di più i fenomeni descritti nella risposta precedente. Cordiali saluti.
andrea dice
Gentile Dottoressa,
mi ritrovo molto nel rimedio Lycopodium, tra l’altro prescritto anche da un medico omeopata senza incertezze in merito. Trovo però diversi problemi di tollerabilità del rimedio perché acutizza molto i sintomi negativi quali tensione al collo con mal di testa, iperattivo con difficoltà a dormire bene di notte, ansietà . Di positivo trovo maggior sicurezza, miglioramento del tono generale.
Ho provato diluzioni dalla 12 dh alla 5lm e mi basta un solo granulo o goccia per sentirne gli effetti per alcuni giorni. Cosa mi consiglia? Grazie anticipatamente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Andrea, da quanto descritto non si può escludere che lei abbia una suscettibilità estrema nei confronti dei rimedi omeopatici o solo per alcuni di essi, tra cui Lycopodium. Il fenomeno è noto con il termine “idiosincrasia”, che in campo omeopatico intende descrivere un soggetto che presenta una ipersensibilità, una reazione eccessiva e/o violenta verso uno o più rimedi omeopatici. Però le diluizioni LM dovrebbero mettere abbastanza al riparo da ciò, in quanto sono state concepite proprio per eliminare o ridurre ai minimi termini sia l’aggravamento omeopatico che l’eventuale effetto iatrogeno (è questo che sembra maggiormente interessarla), dovuti alla somministrazione del rimedio omeopatico. Il fatto che Lycopodium le comporti “maggior sicurezza, miglioramento del tono generale”, confermerebbe la scelta giusta del rimedio, perché per comprendere la qualità di una cura omeopatica bisogna saper distinguere tra lo stato di salute generale e lo stato dei sintomi locali. Si può parlare di cura appropriata solo quando lo stato di salute generale, che comprende i sintomi generali e la sensazione di percezione interna della propria salute, fin dall’inizio della terapia incomincia progressivamente a migliorare, al di là di quello che può succedere nella fase interlocutoria ai sintomi locali. Questi ultimi, qualora dovessero transitoriamente peggiorare o per il terapeutico aggravamento omeopatico (esaltazione dei sintomi da curare) o per l’aggravamento iatrogeno (comparsa di sintomi nuovi contenuti nel rimedio come sviluppo del suo potere patogenetico), sono destinati comunque a migliorare, nelle condizioni ipotizzate di cura appropriata (rimedio e diluizione giusti) e quindi di percorso terapeutico favorevole. Le consiglio perciò di rivolgersi ad un medico omeopata, il quale potrà stabilire se confermare Lycopodium e, se anche le diluizioni LM le dovessero procurare i sintomi disturbanti in parola, potrà decidere di accompagnare il rimedio ad altri rimedi omeopatici scelti sulla base dei nuovi sintomi, cioè quei rimedi che per tali sintomi rappresentano gli antidoti omeopatici di Lycopodium. Cordiali saluti.
gaetano dice
Ringrazio la Dottoressa per la esaustiva risposta data. Sarebbe cosi gentile da dirmi quanti granuli alla 7ch di cholesterinum devo assumere e per quanto tempo.
Fiducioso di una sua risposta ringrazio e saluto.
Colesterolo tot. 250; LDL.200; HDL.35; Trigliceridi 135.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gaetano, le ho solo fornito degli spunti e delle chiavi di lettura per interpretare meglio la situazione, informandola di ciò che l’omeopatia e le altre naturali possono offrire. Come già suggeritole sarebbe comunque opportuno rivolgersi ad un medico omeopata, che rappresenta sempre la migliore garanzia, per evitare di correre dei rischi inutili facendo da solo. Solo a titolo informativo, le preciso che gli organoterapici solitamente sono disponibili in supposte o in fiale orali e la posologia generalmente utilizzata è di 1 supposta o 1 fiala orale 3 volte a settimana. Tenga però presente (e ritorniamo al discorso del medico omeopata) che l’attività clinica degli organoterapici può cambiare in funzione della sensibilità individuale del paziente, potendo richiedere una modifica della diluizione e/o della posologia. Cordiali saluti.
gaetano dice
Salve Dottoressa vorrei assumere lycopodium 5ch granuli 3 vole al di per abbassare il colesterolo (tot.250) trigliceridi nella norma. assumo sintrom 2mg l’associazione dei due va a modificare INR?ringrazio e saluto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gaetano, il valore del colesterolo totale è effettivamente alto e quindi andrebbe senz’altro abbassato. Però sarebbe da monitorare anche il rapporto tra le HDL (lipoproteine ad alta densità, il cosiddetto “colesterolo buono”) e le LDL (lipoproteine a bassa densità, il cosiddetto “colesterolo cattivo”), rispetto al valore del colesterolo totale (HDL + LDL). In genere il valore delle HDL non dovrebbe essere inferiore al 30% del valore del colesterolo totale, oppure l’indice di rischio cardiovascolare, cioè il rapporto tra il colesterolo totale e le HDL, non deve essere superiore a 5. Ma sicuramente ciò sarà stato valutato dal medico che la tiene in cura. E’ una buona cosa che la trigliceridemia sia a valori normali. Per l’ipercolesterolemia spesso viene prescritto l’organoterapico Cholesterinum alla 7CH, che è una diluizione regolatrice, eventualmente associato a Lycopodium omeopatico. Non dovrebbe esserci alcuna influenza sul tempo di protrombina, espresso con PT o con INR. Altri rimedi omeopatici utili potrebbero essere Nux vomica, Kali carbonicum, Aurum metallicum, Baryta carbonica, Sulphur. La fitoterapia rinnovata propone diversi gemmoterapici, quali Olea europaea (Olivo), Prunus amygalus (Mandorlo), Fraxinus excelsior (Frassino), Fagus sylvatica (Faggio), Acer campestre (Acero campestre), Juniperus communis (Ginepro), in gocce, tutti M.G. D1. La fitoterapia classica offre anch’essa vari preparati come gli estratti o le tinture di Tarassaco, Carciofo, Aglio, Policosanoli, ecc. Ovviamente bisognerà aiutarsi anche con l’alimentazione e lo stile di vita. Sarebbe perciò opportuno adottare un regime alimentare con cibi poveri di colesterolo e praticare un’adeguata attività fisica. Il consiglio però è di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata che, valutando anche il quadro clinico generale, potrà prescrivere la terapia più appropriata al caso specifico, tenendo altresì conto dell’assunzione del farmaco anticoagulante. Cordiali saluti.
Bruna dice
Un altra domanda io ora diminuirò lycopodium 30 CH a una volta al dì , dato che mi è stato dato una goccia di licopodyum 42 km x tre mesi e i fiori australiani BillyGoat Plum , Five Comers . Macro arpa in unica soluzione 7 gocce sulla lingua 4 volte al dì x tre mesi volevo chiederle se anche questi può essere troppo x il problema che ho la ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Bruna, se la terapia le è stata prescritta da un medico omeopata, sarebbe opportuno, come già suggeritole, di rivolgersi a lui per gli aggiustamenti del caso. I fiori australiani, a detta dei cultori di tale floriterapia, non dovrebbero avere controindicazioni. Cordiali saluti.