DESCRIZIONE
Lycopodium clavatum (nome italiano Licopodio) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Licopodiaceae. Cresce su suoli prevalentemente acidi e silicei, sia in zone temperate che in quelle più fredde montane di Europa, Asia, America settentrionale e Africa australe. In Italia la si trova sia nelle radure boscose che nei pascoli delle Alpi e degli Appennini fin oltre i 2000 metri.
Il nome Lycopodium deriva dal greco ed è composto da lico (cioè “lupo”) e podio (cioè “piede”), perché riferito alla somiglianza dei rami giovani a un “piede di lupo”. Il nome clavatum deriva dal latino “clava” ed è riferito alla forma delle spighe terminali, di cui alla descrizione che segue.
La pianta ha il fusto principale strisciante al suolo, raggiunge un’altezza massima di circa 1 metro ed è a crescita lentissima. Le foglie, numerosissime sul fusto e sui rami, hanno una disposizione embricata (come le tegole di un tetto). I rami fertili sono eretti, alti 10-20 cm e terminano con delle lunghe spighe di colore giallino (in genere da 1 a 3), formate da brattee ovali, con l’apice acuminato, che racchiudono gli sporangi, a forma di fagiolo, i quali a maturità si aprono lasciando cadere una polvere gialla costituita da microscopiche spore spesso aggregate a quattro a quattro. E’ questa polvere di spore, inodore e insapore, non solubile in acqua ma solubile in alcool, che si raccoglie più facilmente con l’essiccazione, a costituire la droga utile per i diversi scopi terapeutici.
La polvere delle spore di Licopodio contiene, infatti, sostanze grasse e diversi alcaloidi ai quali si attribuiscono le proprietà medicamentose della pianta. Detta anche “farina delle streghe” per l’uso che se ne è fatto sin dai tempi antichi nella medicina popolare, veniva utilizzata contro i disturbi gastrici e urinari, come sedativo, antispastico, diuretico, lassativo e per rivestire le pillole. Attualmente trova ancora impiego per uso esterno come decongestionante e calmante nelle dermatiti e nelle irritazioni cutanee in generale ed anche per l’igiene dei bambini onde evitare il contatto fra la pelle nelle pieghe profonde ed asciugare le zone macerate.
Per la sua caratteristica di essere facilmente infiammabile, la polvere di Licopodio viene impiegata per la realizzazione di fuochi d’artificio o di finte esplosioni ai fini scenografici (per questo è chiamata “zolfo vegetale”). In passato veniva adoperata per provocare i flash delle macchine fotografiche.
L’Omeopatia ne ha fatto uno dei più grandi rimedi della materia medica.
Il rimedio omeopatico Lycopodium si ottiene dalla tintura madre della polvere di spore della pianta Lycopodium clavatum e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Lycopodium è uno dei grandi rimedi costituzionali dell’omeopatia, ad azione lunga e profonda. E’ un rimedio che agisce sull’insieme della persona e sulla sua economia generale, dovendo operare su un metabolismo profondamente alterato e squilibrato, con inevitabili ripercussioni sulle reazioni complessive del soggetto, sia dal punto di vista fisico che psichico. La principale sfera d’azione del rimedio riguarda l’apparato digerente, in particolare il fegato e la sua funzionalità, che ne costituiscono il vero punto debole. Il rimedio corrisponde cioè ad una perturbazione profonda del metabolismo generale, connotata da un cattivo funzionamento del fegato e del tubo digerente, con tendenza alla steatosi epatica (fegato grasso, ossia con accumulo di trigliceridi), alla epatomegalia (aumento di volume del fegato) fino alla atrofia epatica (con conseguente grave insufficienza epatica). Ciò comporta predisposizione a dimagrimento, denutrizione (per disturbi nell’assimilazione, in particolare dei grassi), iperacidità delle secrezioni ed escrezioni, atonia gastrointestinale con flatulenza, ipercolesterolemia, iperuricemia (dovuta ad una ridotta eliminazione renale dell’acido urico), eruzioni cutanee, affezioni respiratorie e polmonari.
Per comprendere meglio le caratteristiche del rimedio è utile partire dall’analisi del suo aspetto mentale, che in fondo giustifica tutti i mali.
Il soggetto Lycopodium vive contemporaneamente, con enorme frustrazione, due condizioni emotive contrapposte: l’insicurezza e l’ambizione.
Vi è l’insicurezza perché non si sente adeguato, all’altezza della situazione, non crede in se stesso e non ha fiducia nelle proprie possibilità. Teme di sbagliare, di fallire, di non riuscire nei suoi intenti, di non essere in grado di fare le cose nel modo migliore e di non riuscire a farsi apprezzare o, addirittura, a farsi voler bene dalle altre persone. Ha paura di parlare in pubblico, di proporsi o di fare il primo passo, di allacciare nuovi rapporti e questo aumenta ancora l’insicurezza, l’ansia, la frustrazione ed il senso di inferiorità, che condizionano e limitano la sua vita sociale.
Vi è l’ambizione perché sogna di avere successo, di ottenere sempre il massimo, di sopravanzare gli altri, di stupire e di ammaliare il prossimo, di far nascere l’ammirazione nei propri confronti e finanche l’invidia. Ha bisogno della stima degli altri e perciò vede nella competizione, nella gara, il modo di poter prevalere e dimostrare la sua potenza, le sue capacità, le sue qualità. Poiché è intelligente capisce bene che per ottenere tutto ciò deve prepararsi con cura e senso di responsabilità, attraverso dedizione e sacrificio e per questo cerca di impegnarsi al massimo.
Il meccanismo però si inceppa nel momento in cui impatta con la caratteristica più marcata di Lycopodium e cioè con l’insicurezza. E’ proprio questa che tradisce l’ambizione e non consente di tradurla in risultati concreti ed apprezzabili. Per il soggetto Lycopodium l’insicurezza diventa un limite ancora più pesante dell’ambizione. In fondo basterebbe accontentarsi un po’ di più, di porsi delle mete o degli obiettivi meno ambiziosi, più alla propria portata, ma questo Lycopodium non lo può accettare, lui aspira sempre al massimo.
La spiegazione di questo particolare quadro psichico, contorto e contraddittorio, la si può trovare nella metafora legata alle origini della pianta, da cui il rimedio omeopatico si ottiene. Il Lycopodium in epoca remota era una pianta grande e maestosa, abituata a guardare tutti dall’alto in basso. Attualmente è una pianta strisciante al suolo, un cespuglio, con il timore di essere calpestato da chiunque. Cosicché il Lycopodium omeopatico è una persona che pur essendo piccola e timorosa, sogna e spera di diventare grande come una volta: ha la voglia di emergere e la paura di non riuscirvi, manca cioè di coraggio. Ecco quindi che tende a rodersi e per prima cosa si rode il fegato, che è appunto il simbolo del coraggio. Il fegato pertanto diventa l’organo bersaglio e sarà interessato da diverse patologie. Da qui hanno origine tutte le disfunzioni del paziente.
Lo possiamo immaginare come un tipo triste, ansioso, tendente alla depressione, facilmente irritabile, con loquacità precipitosa, dall’aspetto invecchiato, magro, a volte con l’addome prominente, dal colorito pallido tendente al giallastro, sempre stanco, freddoloso, spesso con una fame vorace, anche se si sazia ai primi bocconi, con senso di paura nell’assunzione delle responsabilità. Nello stesso tempo, come visto, è un ambizioso e pretende la perfezione fino alla pignoleria.
A questo punto siamo in grado di tracciare anche il profilo temperamentale e costituzionale di Lycopodium.
Il temperamento ha i tratti tipici sia del bilioso che del nervoso: vi è il bilioso perché dimostra di essere estremamente razionale e di avere il controllo di tutte le situazioni; vi è il nervoso perché quando perde il controllo diventa aggressivo, irritabile, violento ed inveisce contro tutto e tutti.
La costituzione è anch’essa mista ed ha le caratteristiche sia della fosforica che della fluorica: vi è la fosforica per l’estrema magrezza (anche se l’addome è prominente) e per i tratti del temperamento nervoso; vi è la fluorica, per la presenza delle ectasie venose (varici, emorroidi), dovute alla lassità dei tessuti di sostegno e per la tendenza ulcerativa a livello gastro-duodenale.
I sintomi migliorano all’aria aperta, con l’assunzione di bevande calde, dopo la mezzanotte, dopo l’emissione di gas, dopo la minzione, dopo un’attività fisica, sdraiandosi sul dorso (soprattutto la tosse), scoprendosi.
I sintomi peggiorano con il freddo intenso, con cibi o bevande fredde, con il calore, nel pomeriggio, dopo aver dormito sul fianco destro o sul lato dolente, prima delle mestruazioni e soprattutto dopo il pasto.
Il rimedio ha una spiccata lateralità destra, per cui tutto ciò che Lycopodium soffre è a destra (infatti il fegato è a destra).
I principali sinergici (complementari) sono Chelidonium, China, Iodum, Lachesis, Pulsatilla, Sulphur.
I principali antidoti per i suoi disturbi sono Aconitum, Camphora, Causticum, Chamomilla, Coffea, Graphites, Nux vomica, Pulsatilla.
Il rimedio omeopatico che ha molti sintomi in comune con Lycopodium è Pulsatilla, tanto che a volte, quando la mentalità del malato non è molto marcata, è facile confonderli. Tale analogia fa sì che Pulsatilla è l’acuto di Lycopodium, nel senso che quando Lycopodium presenta uno stato acuto, esso richiederà spesso Pulsatilla.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Lycopodium si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) APP. DIGERENTE. Epatopatie. Pressione e tensione al fegato specie dopo aver mangiato. Calcoli alla colecisti. Spasmi all’ipocondrio destro (regione addominale destra, situata lateralmente alla regione epigastrica) e coliche biliari conseguenti. Gastrite. Ulcera peptica. Disturbi digestivi. Addome gonfio postprandiale, meteorismo, flatulenza, pirosi, eruttazioni brucianti, rigurgiti, bocca secca, lingua secca e irritata, gengive gonfie e dolenti. Stipsi a volte intervallata da diarrea. Il soggetto assimila male e tende al dimagrimento, specialmente alla parte superiore del corpo. Ha falsa fame (subito si sazia). Ha avversione per pane e farinacei, mentre ha desiderio di zucchero e dolciumi
2) PSICHE. Paura, angoscia, apprensione, tristezza, malinconia, pessimismo, tendenza alla depressione, stanchezza cronica, irritabilità, irascibilità, ipersensibilità, ostinazione, mancanza di volontà. Il soggetto teme che gli possa succedere qualcosa di spiacevole, ha paura di parlare in pubblico, teme la compagnia ma anche la solitudine, è affetto da una stanchezza cronica che unita alla mancanza di volontà gli procura un’avversione per il lavoro e per qualsiasi nuova iniziativa, è smemorato, appena lo si ostacola va facilmente in collera per compensare la sua insicurezza. Nello stesso tempo è un ambizioso, nutre grandi aspirazioni, ha voglia di emergere, è un perfezionista, si sente competitivo, ha bisogno degli altri per dimostrare di essere il migliore e per questo entrerà con loro in competizione aumentando la sua solitudine.
3) APP. URINARIO. Calcolosi renale. Iperuricemia. Gotta. Ipertrofia prostatica con frequenti risvegli notturni per urinare. Possibili infezioni delle vie urinarie, specialmente cistite con ematuria. Mal di testa uremico, cioè che si presenta quando le urine si schiariscono. Altri sintomi urinari, come dolori renali e vescicali, bruciore durante la minzione, ritenzione o incontinenza urinaria, poliuria (emissione di eccessiva quantità di urine in relazione all’assunzione di liquidi) notturna.
4) PELLE. Eruzioni cutanee sia secche che trasudanti. Eczema. Verruche. Foruncoli. Ulcere. Eruzioni del cuoio capelluto. Aree di alopecia. Eruzioni eczematose dietro le orecchie. Screpolature e fissurazioni del calcagno. Pelle secca e arida (specie alle mani) ed a volte con zone indurite. Sudorazione delle mani e dei piedi.
5) OCCHI. Congiuntivite. Blefarite. Orzaiolo e calazio. Tremori dei muscoli orbicolari dell’occhio e sussulti delle palpebre.
6) APP. CIRCOLATORIO. Disturbi da cattiva circolazione. Stasi venosa nell’ambito della vena porta e delle vene delle gambe. Varici. Emorroidi.
7) APP. MUSCOLO-SCHELETRICO. Debolezza generale, emaciazione e atrofia muscolare. Artrite ed altri disturbi reumatici cronici con dolori accentuati di notte e migliorati con il movimento. Sciatica con lateralità prevalentemente destra. Atonia gastrointestinale. Lombaggine.
8) APP. RESPIRATORIO. Catarro nasale dei bambini e degli adulti, in quest’ultimo caso accompagnato da mal di testa. Faringite cronica. Tonsillite che colpisce la tonsille destra o che inizia a destra per estendersi a sinistra. Catarro naso-faringeo con possibile otite. Bronchite. Tosse secca e fastidiosa. Respirazione rumorosa ed a volte difficoltosa. Asma. Il soggetto si raffredda facilmente.
9) APP. GENITALE FEMMINILE. Cicli mestruali irregolari o assenti. Amenorrea. Dolori e infiammazioni delle ovaie, soprattutto a destra. Mucosa vaginale secca, bruciante e dolente al punto da impedire il coito.
10) APP. GENITALE MASCHILE. Mancanza di desiderio sessuale. Impotenza. Eiaculazione precoce. Prostatite.
DOSI
Nel caso 2) diluizione 30CH, 3 granuli 1 volta al dì.
Nel caso 4) diluizione 7CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei casi 9) e 10) diluizione 9CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei restanti casi diluizione 5CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.
Qualsiasi terapia ed a maggior ragione quella che prevede l’impiego di rimedi ad alta diluizione, la cui azione è più profonda per curare gli stati cronici o i malesseri psichici, deve essere prescritta dal medico omeopata.
(*) V. Note esplicative
iosè maria dice
Buongiorno vorrei sapere quando si usa il lycopodium cmk in dose unica ? per quali motivi specifici
grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Iosè Maria, ciascun rimedio omeopatico, indipendentemente dalla diluizione, è in grado di trattare la sintomatologia contenuta nella propria patogenesi (il cosiddetto quadro patogenetico), che pertanto deve potersi riscontrare nel paziente, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Ad esempio, nel caso di Lycopodium si tratta della sintomatologia riepilogata nel paragrafo “Uso del rimedio” ai punti da 1 a 10. Le altissime diluizioni, come la CMK (o 100.000K) in monodose da lei citata, per la loro azione profonda, in genere si rivelano maggiormente adatte al mentale, alla componente psicologica, alla cura della diatesi ed alla modifica del terreno del paziente, mantenendo tuttavia la copertura anche su tutto il resto. Comunque sia, la regola fondamentale, dalla quale non si può assolutamente prescindere, come accennato all’inizio, consiste nella corretta applicazione della Legge di Similitudine, su cui, com’è noto, l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, così traducibile: un rimedio omeopatico per essere curativo deve “assomigliare al paziente”, ossia deve possedere un quadro patogenetico che possa sovrapporsi al quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. Assodato ciò, la scelta della diluizione viene effettuata seguendo in prima analisi il criterio esposto precedentemente, che può orientare il medico omeopata, ma in seconda analisi tenendo anche conto di diversi fattori individuali, quali ad es. la sensibilità e reattività del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, la profondità e cronicità della patologia o del disturbo, il livello d’intervento terapeutico necessario, nonché il grado di somiglianza rimedio-paziente. Consulti l’articolo “Diluizioni omeopatiche D, CH, K, LM” nella sezione del sito “Approfondimenti”. Cordiali saluti.
Galina dice
Buon giorno, mi può dire gentilmente per la tosse quale numero prendere di lycopodium clavatum. Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Galina, anche se la diluizione di un rimedio omeopatico, rappresentata dalla cifra numerica, è individuale, non sempre generalizzabile, per un intervento prevalentemente sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni (ad es. quelle fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di 3-5 granuli pro-dose, più volte al dì (ad es. 3-6 volte), lontano dai pasti. Se vuole conoscere i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso adoperati, con le relative sintomatologie di copertura, consulti l’articolo “Tosse” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente, come accennato, la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
adriana dice
salve
non riocrdo il dosaggio per il lyocodium clavatum 2L/M che somministravo al mio gatto per problemi di fegato.
pesa 3,7 kg e ha 9 anni. qualcuno può aiutarmi? non ricordo quante gocce, in quanta acqua e quante volte al giorno.
grazie mille
adriana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Adriana, fermo restando la premessa contenuta nella risposta precedente sulla pagina “Diluizioni omeopatiche D, CH, K, LM” della sezione del sito “Approfondimenti”, in merito all’uso dell’Omeopatia in Veterinaria, la 2LM, essendo una bassa diluizione, può essere utilizzata più volte al dì (ad es. 3-6 volte), in ragione di 10-15 gocce pro-dose, sciolte in un poco d’acqua. Cordiali saluti.
Orsola dice
Buongiorno,
io e anche i miei figli di 10 anni, soffriamo di Herpes da stress e stanchezza e i bambini oltre a quelo anche di problemi di verruche di vario tipo. Abbiamo provato veramente di tutto con scarsissimi risultati. Un nostro amico di famiglia ci ha indicato il Lycopodium come possibile rimedio.
Vorrei un Vostro gradito parere. Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Orsola, com’è noto, sia l’herpes simplex che le verruche sono manifestazioni favorite da un deficit delle difese immunitarie. Pertanto la prima prevenzione consiste nel rafforzare il sistema immunitario e ciò lo si può fare cominciando dall’alimentazione, che deve essere sana ed equilibrata, orientata anche ad abbassare l’infiammazione e lo stress ossidativo, riducendo quindi il consumo degli zuccheri semplici e dei grassi saturi (grassi idrogenati in particolare) e privilegiando i cibi ricchi di vitamine (in particolare A/betacarotene, gruppo B, C, D, E), minerali (in particolare calcio, magnesio, zinco), acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), cereali integrali, prebiotici e probiotici. Per quanto riguarda l’herpes, i rimedi omeopatici che vengono comunemente utilizzati sono: Rhus toxicodendron (herpes labiale o genitale estremamente doloroso e pruriginoso, con vescicole a capocchia di spillo, su fondo arrossato, talvolta scatenato da sforzo eccessivo o da tempo freddo e umido), Apis (particolarmente indicato nella fase iniziale dell’herpes, con senso di pizzicore, lieve tumefazione, arrossamento), Cantharis (herpes labiale bolloso che può comparire dopo esposizione prolungata al sole e che migliora con le applicazioni fredde), Arsenicum album (herpes con bruciore intenso in pazienti ansiosi, irrequieti e freddolosi), Hepar sulphur (in soggetti molto freddolosi con sensibilità sproporzionata al dolore dell’herpes), Lycopodium (herpes umido, bruciante, doloroso, pruriginoso, corrosivo, con croste, farinoso, talvolta sanguinante). In caso di herpes simplex recidivante il rimedio omeopatico più spesso utilizzato per il trattamento di fondo è Natrum muriaticum, in particolare quando l’herpes è scatenato dall’esposizione al sole, da affaticamento e da stress, in soggetti predisposti, emotivamente sensibili, oppure Sepia in caso di herpes labiale con screpolature o che si manifesta durante il mestruo. Relativamente alla Fitoterapia, possono essere altresì utili le applicazioni locali con la tintura madre di Calendula (una parte sciolta in tre parti di acqua). Per quanto riguarda le verruche, il primo rimedio omeopatico da prendere in considerazione è Thuya, in particolare quando la verruca ha uno o più dei seguenti aspetti: molle, molto grossa, rossastra o molto scura, frastagliata o dentellata, con cattivo odore. Tra gli altri rimedi omeopatici troviamo: Antimonium crudum (verruche plantari, verruche cornee, dure), Causticum (verruche sottoungueali, verruche che sanguinano facilmente), Dulcamara (verruche piane, al dorso delle mani o alle spalle), Nitricum acidum (verruche plantari, verruche di colore giallo-oro, facilmente sanguinanti, dolenti), Staphysagria (verruche a cavolfiore, che dolgono se toccate), Lycopodium (verruche in soggetti intellettualmente vivi e fisicamente deboli, verruche agli organi genitali, specie maschili, verruche brucianti, dentellate, frastagliate, peduncolate, dolorose, disseccate, vizze, talvolta sanguinanti). Relativamente alla Fitoterapia, dia un’occhiata all’articolo “Liberi da calli, verruche, geloni” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Ovviamente le prescrizioni a misura dei casi specifici le può garantire solo un medico omeopata con le visite. Cordiali saluti.
Marco dice
Salve , quando dice che si può assumere il rimedio esempio 9ch per 3 volte al dì , per quanti giorni bisogna andare avanti per rendere la cura efficace? Fino alla piena scomparsa dei sintomi?
Grazie mille saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, generalmente una cura omeopatica continua a praticarsi finché si registrano benefici e finché esistono margini di miglioramento, senza porsi dei limiti temporali particolarmente stringenti ed ovviamente si smette alla guarigione completa o al raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile, con la perdurante scomparsa dei sintomi disturbanti. Cordiali saluti.
Marco dice
Grazie mille dottoressa. Sto assumendo lycopodium 6ch tre globuli tre volte al giorno poiché presento un problema di prostata congesta così mi ha diagnosticato il medico curante dopo avere analizzato i miei sintomi:sensazione di minzione costante anche dopo aver urinato e ingrossamento è fastidio sotto lo scroto . Mi conferma l’utilità del rimedio ?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, Lycopodium è uno dei rimedi omeopatici che trova indicazione nella congestione prostatica o prostatite cronica, anche se non è tra quelli più comunemente utilizzati. Pertanto, se il rimedio le è stato prescritto da un medico omeopata può stare tranquillo che sarà il più adatto al suo caso specifico, atteso che il medico certamente l’avrà scelto sul massimo grado di similitudine. Tra gli altri rimedi omeopatici più spesso adoperati troviamo: Aloe socotrina, Argentum nitricum, Belladonna, Cannabis indica, Cannabis sativa, Chimaphila umbellata, Conium maculatum, Digitalis, Ferrum picricum, Medorrhinum, Mercurius dulcis, Pareira brava, Sabal serrulata, Selenium, Staphysagria, Thuya. Come le sarà noto, un adeguato stile di vita può prevenire il disturbo, attenuare i sintomi fastidiosi ed evitare le recidive. L’alimentazione dovrà essere semplice e sana, poco salata, ricca di vitamine A, B2, C, E, povera di grassi saturi, spezie piccanti e alcool e con più cibi contenenti zinco (semi di zucca, germe di grano, cereali integrali, semi di girasole, ecc.), quercitina (cipolle, broccoli, sedano, capperi, olive, camomilla, tè, mele, arance, mandarini, clementine, uva rossa, mirtilli, amarene, ecc.), acidi grassi polinsaturi omega-3 (pesce azzurro, salmone, ecc.), soia e bere molta acqua. Inoltre è bene evitare di stare troppo tempo seduti ed è consigliabile praticare attività sportive moderate, escludendo quelle che possono causare traumi alla zona pelvica e perianale, come ad es. il ciclismo. Infine un’attività sessuale regolare, evitando eccessi e rinunce, costituisce un’altrettanta valida forma di prevenzione. Ovviamente, se non l’avesse fatto, le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
Nilo dice
Salve, avevo postato già in altro loco le seguenti considerazioni, ed al momento aggiungo che il mio “profilo” dovrebbe essere proprio il Lycopodium, anche se con la formulazione 30 ch 5 granuli al giorno, non ho ancora rinvenuto miglioramenti. Pertanto, vorrei sapere se potreste indicarmi complessi omeopatici in grado di risolvere forme di distonie neurovegetative (midriasi occhio dx, ingrigimento pilifero accentuato da un solo lato del corpo, sentire se stesso solo nella parte sx del corpo), nonché alcune forme di neuropatie localizzate nelle mani, nella vescicola seminale dx (perennemente infiammata) e in un tremolio, durante alcuni momenti della giornata, della palpebra sx che dura ormai da un anno. Sinora, ho utilizzato oligosyn n. 3 hering, col risultato di farmi sentire benissimo, ergo di buon umore e reattivo nel momento dell’assunzione per la durata di circa 7 ore: velocizzando le capacità apprenditive, di pensiero e di lettura come mai fatto prima; tuttavia persistono ancora i problemi di cui testé. Ho provato poi con l’oligosyn n. 4 ma sono stato malissimo per 24h: non riuscivo a connettere e capire anche frasi semplici: è stata una sensazione orrenda: alla faccia di chi dice che l’omeopatia è acqua fresca; per fortuna è tutto svanito dopo le 24h. Effetti negativi si sono verficati anche con l’oligosyn n. 2: sensazioni di forte vasocostrizione alla testa e ai lobi forntali. Inoltre, ho provato anche con l’ignatia, sia singolarmente che in varie combinazioni tipo i curasyn con le relative numerazioni, nonchè con gli speculari sinergyplus sempre della hering: ma era come se non avessi preso nulla. In ultimo, ho provato senza alcun giovamento la tilia tomentosa a gocce.
RingraziandoVi anticipatamente,
cordiali saluti
Nilo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Nilo, sarebbe necessario che lei prendesse in esame l’opportunità di rivolgersi ad un medico omeopata, che visitandola ed esaminando l’intero quadro clinico, sia a livello fisico che psichico, sarà in grado di prescrivere la terapia meglio appropriata al suo caso specifico, spesso articolata e composita, nonché di seguirla durante il trattamento. È questo il consiglio più saggio ed utile che le si può dare. Difficilmente con l’autoprescrizione potrà venirne completamente a capo, atteso che la distonia neuro-vegetativa (o vago-simpatica), che comporta una modificazione funzionale del sistema simpatico e parasimpatico, si traduce in una serie di disturbi funzionali dalle forme assai varie, tipo quelli da lei descritti, con implicazioni fisiche e psichiche dai rapporti reciproci poco precisi. La cura quindi è quasi sempre lunga e laboriosa, può richiedere più di un passaggio per la risoluzione del problema, può andare avanti per gradi, dove ciascun grado può richiedere un suo particolare adattamento terapeutico. La cura necessita quindi di una vera e propria strategia terapeutica, con l’adozione di piani terapeutici specifici e spesso l’uso di rimedi di diversa natura e provenienza. Infatti i rimedi che vengono utilizzati nelle distonie neuro-vegetative, in relazione al caso specifico ed all’esperienza del medico omeopata, possono essere rimedi omeopatici unitari, complessi omotossicologici, oligoterapici, bioterapici in preparazione omeopatica. A titolo esclusivamente informativo e non sostitutivo di una prescrizione medica ad hoc, i rimedi omeopatici unitari cui spesso si ricorre sono Avena sativa, Belladonna, Chininum arsenicosum, Lachesis, Lycopus virginicus, Veratrum album. Un complesso omotossicologico talvolta impiegato è Lehning L72. Un complesso di oligoelementi può essere l’abbinamento Manganese-Cobalto. Tra i bioterapici troviamo Glauconie D8, Corteccia cerebrale 7CH, Bulbo rachidiano 9CH, Diencefalo 7CH. Il medico saprà cosa è meglio per lei, per cui, ripeto, le sconsiglio di fare da solo. Cordiali saluti.
Mario dice
Gentile Dottoressa la posologia di licopodium in gocce può andare bene 5 gocce in mezzo litro di acqua a giorni alterni x il fegato?
Grazie infinite saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Mario, occorre sempre tenere presente che anche le altre entità terapeutiche omeopatiche, quali diluizione e posologia, sono abbastanza individuali, non sempre sono generalizzabili, in quanto essenzialmente legate alla reattività e sensibilità del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, all’entità e profondità del disturbo, al livello d’intervento necessario, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente. Tuttavia nella maggioranza dei casi la singola dose di un rimedio omeopatico in forma liquida è di 10-15 gocce (che corrisponde all’incirca a 3-5 granuli), che si assumono per via sub-linguale o direttamente o in mezzo bicchiere d’acqua. La frequenza delle somministrazioni dipende dalla diluizione del rimedio: ad esempio per le basse diluizioni è di 3-6 assunzioni al dì, per le medie diluizioni va da una volta al dì a una volta a settimana, per le alte diluizioni anche una sola volta. Ovviamente la prescrizione ad hoc la può garantire solo un medico omeopata con l’esame del caso specifico. Cordiali saluti.
Silva dice
Ho una cheratosi attinica in viso e mi è stato consigliato il Lycopodium clavatum ch30 2/3 volte al giorno per 2 settimane circa. Pur curandomi da sempre con l’omepatia non conoscevo bene questo medicinale,
Leggendo però il suo articolo mi sembra adatto. Cosa mi dice?
Grazie del consiglio
cordiali saluti
Silva
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silva, Lycopodium è un rimedio omeopatico che può trovare indicazione nel trattamento di una cheratosi attinica. Per conoscere altri rimedi omeopatici potenzialmente idonei consulti l’articolo “Dermatite, Eczema, Dermatosi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, al paragrafo “Dermatite con squame”. Ovviamente si richiede la sorveglianza medica. Cordiali saluti.
laura dice
Buongiorno, mi è stato prescritto il Lycopodium con una somministrazione con iniziezioni due volte a settimana, ho problemi a trovare chi mi faccia le iniezioni ma la dottoressa ha detto che era l’unico modo. Ora vedo che ci sono altre forme per assumerlo , mi può dare un consiglio ? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Laura, in genere le fiale iniettabili di un rimedio omeopatico sono anche bevibili, senza clamorosi riflessi sull’efficacia, ma con un possibile allungamento dei tempi di cura. Altrimenti occorrerà riferirsi alle altre forme farmaceutiche, quali i granuli (disponibili in tutte le diluizioni), i globuli in monodose (disponibili nelle diluizioni medie e alte), le gocce (disponibili nelle diluizioni basse). Ovviamente prima di cambiare acquisisca il parere della dottoressa. Cordiali saluti.
Cristina dice
Buongiorno,
mi rispecchio esattamente in tutto quanto esposto riguardo al Lycopodium, solo invece di essere di tendenza magra, sono sovrappeso, ma sia la personalità, insicura, ma ambiziosa, preparata, ma mai sicura di me stessa, disturbi al fegato (steatosi) (alla spalla destra, dolore alla zona del rene destro, anche se non c’è nulla da esami sangue ed ecografia.
ma ho soprattutto un gran meteorismo, e la pancia gonfia e prominente, un fastidio (anche dolore spesso e volentieri) che mi sta molto disturbando, perchè quando parlo a volte dopo aver mangiato sento in continuazione il bisogno di digerire.
in questi casi , secondo lei è consigliabile prendere il Lycopodium? ed in quale dose?
grazie mille e buona giornata
Cristina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cristina, è alquanto difficile che la somiglianza con un rimedio omeopatico sia totale, l’importante è che trovino riscontro le manifestazioni cliniche più significative e disturbanti. Ai fini strettamente terapeutici è sempre la patogenesi del rimedio ad avere la priorità, quella che detta legge e non gli aspetti costituzionali o il biotipo omeopatico. In tali condizioni Lycopodium può rivelarsi un rimedio adatto. Per quanto riguarda la diluizione e la posologia, che come tutte le altre entità terapeutiche omeopatiche sono comunque personali, non sempre generalizzabili, per un intervento tra il sintomatico e il funzionale e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, solitamente ci si orienta verso le medio-basse diluizioni (ad es. 9CH), che si utilizzano in ragione di 3-5 granuli pro-dose più volte al dì (ad es. 2-3 volte), lontano dai pasti. Ovviamente, come accennato, la prescrizione giusta per lei la può garantire solo la visita di un medico omeopata, al quale sarà opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.