DESCRIZIONE
Lycopodium clavatum (nome italiano Licopodio) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Licopodiaceae. Cresce su suoli prevalentemente acidi e silicei, sia in zone temperate che in quelle più fredde montane di Europa, Asia, America settentrionale e Africa australe. In Italia la si trova sia nelle radure boscose che nei pascoli delle Alpi e degli Appennini fin oltre i 2000 metri.
Il nome Lycopodium deriva dal greco ed è composto da lico (cioè “lupo”) e podio (cioè “piede”), perché riferito alla somiglianza dei rami giovani a un “piede di lupo”. Il nome clavatum deriva dal latino “clava” ed è riferito alla forma delle spighe terminali, di cui alla descrizione che segue.
La pianta ha il fusto principale strisciante al suolo, raggiunge un’altezza massima di circa 1 metro ed è a crescita lentissima. Le foglie, numerosissime sul fusto e sui rami, hanno una disposizione embricata (come le tegole di un tetto). I rami fertili sono eretti, alti 10-20 cm e terminano con delle lunghe spighe di colore giallino (in genere da 1 a 3), formate da brattee ovali, con l’apice acuminato, che racchiudono gli sporangi, a forma di fagiolo, i quali a maturità si aprono lasciando cadere una polvere gialla costituita da microscopiche spore spesso aggregate a quattro a quattro. E’ questa polvere di spore, inodore e insapore, non solubile in acqua ma solubile in alcool, che si raccoglie più facilmente con l’essiccazione, a costituire la droga utile per i diversi scopi terapeutici.
La polvere delle spore di Licopodio contiene, infatti, sostanze grasse e diversi alcaloidi ai quali si attribuiscono le proprietà medicamentose della pianta. Detta anche “farina delle streghe” per l’uso che se ne è fatto sin dai tempi antichi nella medicina popolare, veniva utilizzata contro i disturbi gastrici e urinari, come sedativo, antispastico, diuretico, lassativo e per rivestire le pillole. Attualmente trova ancora impiego per uso esterno come decongestionante e calmante nelle dermatiti e nelle irritazioni cutanee in generale ed anche per l’igiene dei bambini onde evitare il contatto fra la pelle nelle pieghe profonde ed asciugare le zone macerate.
Per la sua caratteristica di essere facilmente infiammabile, la polvere di Licopodio viene impiegata per la realizzazione di fuochi d’artificio o di finte esplosioni ai fini scenografici (per questo è chiamata “zolfo vegetale”). In passato veniva adoperata per provocare i flash delle macchine fotografiche.
L’Omeopatia ne ha fatto uno dei più grandi rimedi della materia medica.
Il rimedio omeopatico Lycopodium si ottiene dalla tintura madre della polvere di spore della pianta Lycopodium clavatum e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Lycopodium è uno dei grandi rimedi costituzionali dell’omeopatia, ad azione lunga e profonda. E’ un rimedio che agisce sull’insieme della persona e sulla sua economia generale, dovendo operare su un metabolismo profondamente alterato e squilibrato, con inevitabili ripercussioni sulle reazioni complessive del soggetto, sia dal punto di vista fisico che psichico. La principale sfera d’azione del rimedio riguarda l’apparato digerente, in particolare il fegato e la sua funzionalità, che ne costituiscono il vero punto debole. Il rimedio corrisponde cioè ad una perturbazione profonda del metabolismo generale, connotata da un cattivo funzionamento del fegato e del tubo digerente, con tendenza alla steatosi epatica (fegato grasso, ossia con accumulo di trigliceridi), alla epatomegalia (aumento di volume del fegato) fino alla atrofia epatica (con conseguente grave insufficienza epatica). Ciò comporta predisposizione a dimagrimento, denutrizione (per disturbi nell’assimilazione, in particolare dei grassi), iperacidità delle secrezioni ed escrezioni, atonia gastrointestinale con flatulenza, ipercolesterolemia, iperuricemia (dovuta ad una ridotta eliminazione renale dell’acido urico), eruzioni cutanee, affezioni respiratorie e polmonari.
Per comprendere meglio le caratteristiche del rimedio è utile partire dall’analisi del suo aspetto mentale, che in fondo giustifica tutti i mali.
Il soggetto Lycopodium vive contemporaneamente, con enorme frustrazione, due condizioni emotive contrapposte: l’insicurezza e l’ambizione.
Vi è l’insicurezza perché non si sente adeguato, all’altezza della situazione, non crede in se stesso e non ha fiducia nelle proprie possibilità. Teme di sbagliare, di fallire, di non riuscire nei suoi intenti, di non essere in grado di fare le cose nel modo migliore e di non riuscire a farsi apprezzare o, addirittura, a farsi voler bene dalle altre persone. Ha paura di parlare in pubblico, di proporsi o di fare il primo passo, di allacciare nuovi rapporti e questo aumenta ancora l’insicurezza, l’ansia, la frustrazione ed il senso di inferiorità, che condizionano e limitano la sua vita sociale.
Vi è l’ambizione perché sogna di avere successo, di ottenere sempre il massimo, di sopravanzare gli altri, di stupire e di ammaliare il prossimo, di far nascere l’ammirazione nei propri confronti e finanche l’invidia. Ha bisogno della stima degli altri e perciò vede nella competizione, nella gara, il modo di poter prevalere e dimostrare la sua potenza, le sue capacità, le sue qualità. Poiché è intelligente capisce bene che per ottenere tutto ciò deve prepararsi con cura e senso di responsabilità, attraverso dedizione e sacrificio e per questo cerca di impegnarsi al massimo.
Il meccanismo però si inceppa nel momento in cui impatta con la caratteristica più marcata di Lycopodium e cioè con l’insicurezza. E’ proprio questa che tradisce l’ambizione e non consente di tradurla in risultati concreti ed apprezzabili. Per il soggetto Lycopodium l’insicurezza diventa un limite ancora più pesante dell’ambizione. In fondo basterebbe accontentarsi un po’ di più, di porsi delle mete o degli obiettivi meno ambiziosi, più alla propria portata, ma questo Lycopodium non lo può accettare, lui aspira sempre al massimo.
La spiegazione di questo particolare quadro psichico, contorto e contraddittorio, la si può trovare nella metafora legata alle origini della pianta, da cui il rimedio omeopatico si ottiene. Il Lycopodium in epoca remota era una pianta grande e maestosa, abituata a guardare tutti dall’alto in basso. Attualmente è una pianta strisciante al suolo, un cespuglio, con il timore di essere calpestato da chiunque. Cosicché il Lycopodium omeopatico è una persona che pur essendo piccola e timorosa, sogna e spera di diventare grande come una volta: ha la voglia di emergere e la paura di non riuscirvi, manca cioè di coraggio. Ecco quindi che tende a rodersi e per prima cosa si rode il fegato, che è appunto il simbolo del coraggio. Il fegato pertanto diventa l’organo bersaglio e sarà interessato da diverse patologie. Da qui hanno origine tutte le disfunzioni del paziente.
Lo possiamo immaginare come un tipo triste, ansioso, tendente alla depressione, facilmente irritabile, con loquacità precipitosa, dall’aspetto invecchiato, magro, a volte con l’addome prominente, dal colorito pallido tendente al giallastro, sempre stanco, freddoloso, spesso con una fame vorace, anche se si sazia ai primi bocconi, con senso di paura nell’assunzione delle responsabilità. Nello stesso tempo, come visto, è un ambizioso e pretende la perfezione fino alla pignoleria.
A questo punto siamo in grado di tracciare anche il profilo temperamentale e costituzionale di Lycopodium.
Il temperamento ha i tratti tipici sia del bilioso che del nervoso: vi è il bilioso perché dimostra di essere estremamente razionale e di avere il controllo di tutte le situazioni; vi è il nervoso perché quando perde il controllo diventa aggressivo, irritabile, violento ed inveisce contro tutto e tutti.
La costituzione è anch’essa mista ed ha le caratteristiche sia della fosforica che della fluorica: vi è la fosforica per l’estrema magrezza (anche se l’addome è prominente) e per i tratti del temperamento nervoso; vi è la fluorica, per la presenza delle ectasie venose (varici, emorroidi), dovute alla lassità dei tessuti di sostegno e per la tendenza ulcerativa a livello gastro-duodenale.
I sintomi migliorano all’aria aperta, con l’assunzione di bevande calde, dopo la mezzanotte, dopo l’emissione di gas, dopo la minzione, dopo un’attività fisica, sdraiandosi sul dorso (soprattutto la tosse), scoprendosi.
I sintomi peggiorano con il freddo intenso, con cibi o bevande fredde, con il calore, nel pomeriggio, dopo aver dormito sul fianco destro o sul lato dolente, prima delle mestruazioni e soprattutto dopo il pasto.
Il rimedio ha una spiccata lateralità destra, per cui tutto ciò che Lycopodium soffre è a destra (infatti il fegato è a destra).
I principali sinergici (complementari) sono Chelidonium, China, Iodum, Lachesis, Pulsatilla, Sulphur.
I principali antidoti per i suoi disturbi sono Aconitum, Camphora, Causticum, Chamomilla, Coffea, Graphites, Nux vomica, Pulsatilla.
Il rimedio omeopatico che ha molti sintomi in comune con Lycopodium è Pulsatilla, tanto che a volte, quando la mentalità del malato non è molto marcata, è facile confonderli. Tale analogia fa sì che Pulsatilla è l’acuto di Lycopodium, nel senso che quando Lycopodium presenta uno stato acuto, esso richiederà spesso Pulsatilla.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Lycopodium si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) APP. DIGERENTE. Epatopatie. Pressione e tensione al fegato specie dopo aver mangiato. Calcoli alla colecisti. Spasmi all’ipocondrio destro (regione addominale destra, situata lateralmente alla regione epigastrica) e coliche biliari conseguenti. Gastrite. Ulcera peptica. Disturbi digestivi. Addome gonfio postprandiale, meteorismo, flatulenza, pirosi, eruttazioni brucianti, rigurgiti, bocca secca, lingua secca e irritata, gengive gonfie e dolenti. Stipsi a volte intervallata da diarrea. Il soggetto assimila male e tende al dimagrimento, specialmente alla parte superiore del corpo. Ha falsa fame (subito si sazia). Ha avversione per pane e farinacei, mentre ha desiderio di zucchero e dolciumi
2) PSICHE. Paura, angoscia, apprensione, tristezza, malinconia, pessimismo, tendenza alla depressione, stanchezza cronica, irritabilità, irascibilità, ipersensibilità, ostinazione, mancanza di volontà. Il soggetto teme che gli possa succedere qualcosa di spiacevole, ha paura di parlare in pubblico, teme la compagnia ma anche la solitudine, è affetto da una stanchezza cronica che unita alla mancanza di volontà gli procura un’avversione per il lavoro e per qualsiasi nuova iniziativa, è smemorato, appena lo si ostacola va facilmente in collera per compensare la sua insicurezza. Nello stesso tempo è un ambizioso, nutre grandi aspirazioni, ha voglia di emergere, è un perfezionista, si sente competitivo, ha bisogno degli altri per dimostrare di essere il migliore e per questo entrerà con loro in competizione aumentando la sua solitudine.
3) APP. URINARIO. Calcolosi renale. Iperuricemia. Gotta. Ipertrofia prostatica con frequenti risvegli notturni per urinare. Possibili infezioni delle vie urinarie, specialmente cistite con ematuria. Mal di testa uremico, cioè che si presenta quando le urine si schiariscono. Altri sintomi urinari, come dolori renali e vescicali, bruciore durante la minzione, ritenzione o incontinenza urinaria, poliuria (emissione di eccessiva quantità di urine in relazione all’assunzione di liquidi) notturna.
4) PELLE. Eruzioni cutanee sia secche che trasudanti. Eczema. Verruche. Foruncoli. Ulcere. Eruzioni del cuoio capelluto. Aree di alopecia. Eruzioni eczematose dietro le orecchie. Screpolature e fissurazioni del calcagno. Pelle secca e arida (specie alle mani) ed a volte con zone indurite. Sudorazione delle mani e dei piedi.
5) OCCHI. Congiuntivite. Blefarite. Orzaiolo e calazio. Tremori dei muscoli orbicolari dell’occhio e sussulti delle palpebre.
6) APP. CIRCOLATORIO. Disturbi da cattiva circolazione. Stasi venosa nell’ambito della vena porta e delle vene delle gambe. Varici. Emorroidi.
7) APP. MUSCOLO-SCHELETRICO. Debolezza generale, emaciazione e atrofia muscolare. Artrite ed altri disturbi reumatici cronici con dolori accentuati di notte e migliorati con il movimento. Sciatica con lateralità prevalentemente destra. Atonia gastrointestinale. Lombaggine.
8) APP. RESPIRATORIO. Catarro nasale dei bambini e degli adulti, in quest’ultimo caso accompagnato da mal di testa. Faringite cronica. Tonsillite che colpisce la tonsille destra o che inizia a destra per estendersi a sinistra. Catarro naso-faringeo con possibile otite. Bronchite. Tosse secca e fastidiosa. Respirazione rumorosa ed a volte difficoltosa. Asma. Il soggetto si raffredda facilmente.
9) APP. GENITALE FEMMINILE. Cicli mestruali irregolari o assenti. Amenorrea. Dolori e infiammazioni delle ovaie, soprattutto a destra. Mucosa vaginale secca, bruciante e dolente al punto da impedire il coito.
10) APP. GENITALE MASCHILE. Mancanza di desiderio sessuale. Impotenza. Eiaculazione precoce. Prostatite.
DOSI
Nel caso 2) diluizione 30CH, 3 granuli 1 volta al dì.
Nel caso 4) diluizione 7CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei casi 9) e 10) diluizione 9CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei restanti casi diluizione 5CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.
Qualsiasi terapia ed a maggior ragione quella che prevede l’impiego di rimedi ad alta diluizione, la cui azione è più profonda per curare gli stati cronici o i malesseri psichici, deve essere prescritta dal medico omeopata.
(*) V. Note esplicative
Michele dice
Buongiorno vorrei sapere se il lycopodium può essere usato per il trattamento della lingua villosa, premetto che da più di un anno le terapie usuali non hanno dato risultato.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Michele, Lycopodium è un rimedio omeopatico che potrebbe essere adatto per il trattamento della lingua villosa, considerato che nella patogenesi contiene diversi sintomi riconducibili ad un’irritazione della superficie della lingua, tra cui anche quelli del disturbo in parola, come ad es. lingua nera e lesionata, ruvida, con papille sollevate, alzate, allungate. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, i risultati saranno tanto migliori quanto più il paziente assomiglia al rimedio, nelle caratteristiche e nella sintomatologia. Ovviamente sarebbe meglio rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
Sara dice
Salve, sono una ragazza di 21 anni, soffro di steatosi epatica a chiazze e da analisi del sangue recenti ho il colesterolo dld alto mentre il colesterolo hdl basso. Sto seguendo una dieta bilanciata e vorrei associarvi un aiuto omeopatico. La mia domanda è: il Lycopodium si può prendere per abbassare il colesterolo ldl? Potrebbe fare un effetto combinato per aiutare il fegato? E se nel caso, che diluizione e frequenza devo prendere?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sara, Lycopodium è un importante rimedio omeopatico in grado di sostenere o di proteggere il fegato e di trattare l’ipercolesterolemia, a condizione però che lei si riconosca nelle caratteristiche del rimedio, ampiamente rilevabili dal presente articolo. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico e quanto maggiore è detta somiglianza tanto migliori saranno i risultati. A titolo informativo, tra gli altri rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nell’ipercolesterolemia troviamo Aurum metallicum, Baryta carbonica, Kali carbonicum, Sulphur. Per quanto riguarda la diluizione e la posologia, queste, come tutte le entità terapeutiche omeopatiche, sono molto personali, non generalizzabili, in quanto legate alle peculiarità individuali del paziente, in particolare alla reattività dell’organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, al livello d’intervento terapeutico necessario, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente. Come primo approccio e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, generalmente ci si orienta verso le basse diluizioni (quelle ad es. fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose più volte al dì, lontano dai pasti, salvo diversa prescrizione medica. Sempre a titolo informativo, in diversi casi vengono adoperati, in associazione alla cura omeopatica o da soli, dei gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, quali ad es. Fagus sylvatica M.G. D1, Fraxinus excelsior M.G. D1, Juniperus communis M.G. D1, Olea europaea M.G. D1, Prunus amygalus M.G. D1. La Fitoterapia classica offre anch’essa diversi preparati a base di piante come Aglio, Carciofo, Cardo mariano, Policosanoli, Tarassaco, ecc., da utilizzare sempre previa approvazione medica. Come lei certamente saprà, oltre l’alimentazione, anche l’attività fisica risulta essere particolarmente benefica. Il consiglio comunque è di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia adatta al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Lia dice
Salve, Vi scrivo per un’informazione.
Ho un amico che si occupa di omeopatia e mi ha dato lycopodium 30 e 18 da prendere.
Ho dimenticato le dosi da prendere e quante volte al giorno, ma purtroppo non ho più modo di contattare questo mio amico per vari motivi.
Potrebbe spiegarmi come devo procedere e se devo fare qualcosa di altro prima di assumerli (es: scuotere il boccettino)?
La ringrazio!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lia, in Omeopatia tutte le entità terapeutiche (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) sono molto personali, non generalizzabili, in quanto legate agli aspetti individuali del paziente, cioè a quelle peculiarità che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Per un’informativa sulle diluizioni, sui loro tempi di copertura terapeutica (al termine dei quali di norma viene ripetuta la somministrazione del rimedio) e sullo scuotimento del contenitore, la invito a consultare l’articolo “Diluizioni omeopatiche D, CH, K, LM” nella sezione del sito “Approfondimenti”. La 30 e la 18 che lei cita sono probabilmente le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane 30LM e 18LM, le quali sono diluizioni medio-alte che hanno una durata terapeutica di circa 2-3 settimane e quindi andrebbero ripetute con tale lasso di tempo. Però, per la loro particolarità, possono essere ripetute anche a distanze più ravvicinate. Ovviamente sarebbe meglio che la terapia adatta al suo caso specifico la prescrivesse un medico omeopata e non un amico. Cordiali saluti.
INES dice
BUONGIORNO SONO ANGELA VORREI SAPERE SE IL LYCOPODIUM 9CH,TOGLIE LA VOGLIA DI BERE PRIMA DEI PASTI ,GRAZIE .O COSA SI PUO PRENDERE ? GRAZIE
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ines o Angela, il rimedio omeopatico giusto non si sceglie esclusivamente in base ad un sintomo secondario, come la voglia di bere prima dei pasti, in particolare se questa trova giustificazione in qualche condizione, patologica o non patologica (ambientale, circostanziale, ecc.), ma occorre considerare la persona nella sua globalità, sia sul piano fisico che su quello psichico. Il sintomo secondario ha un livello gerarchico più basso e quindi si utilizza solo per confortare la scelta del rimedio. Lycopodium è un rimedio omeopatico che presenta una sete frequente di piccole quantità d’acqua, oppure una sete notturna od anche un’assenza di sete. I rimedi omeopatici che presentano la sete prima o lontano dai pasti sono diversi e tra essi si citano Aloe socotrina, Ammonium carbonicum, Arsenicum album, Bryonia, Calcarea carbonica, China, Coccus cacti, Lachesis, Mercurius, Natrum carbonicum, Nitricum acidum, Phosphorus, Psorinum, Silicea, Sulphur, Veratrum album. Sarebbe meglio affidarsi alla competenza di un medico omeopata, che con la visita potrà approfondire le cause della sete prima dei pasti e prescrivere la terapia adatta al suo caso specifico. Cordiali saluti.
paolo dice
buonasera volevo una delucidazione, uno degli antidoti cè graphites , leggendo il profilo di graphites cè messo che lycopodium ne è sinergico, possono essere sia sinegico che antidotto? grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Paolo, si, è possibile: due rimedi omeopatici possano essere uno sinergico dell’altro e contemporaneamente uno antidoto dell’altro. Però tali proprietà vanno lette ed interpretate correttamente. Innanzitutto occorre considerare che potrebbe non valere il contrario, nel senso che se il rimedio A, assunto come rimedio principale, ha per sinergico il rimedio B, non è detto che il rimedio B, assunto come rimedio principale, abbia per sinergico il rimedio A, ma ne avrà degli altri. Ricordiamo che dicesi “sinergico” un rimedio omeopatico che agisce completando, rafforzando o prolungando l’azione del rimedio che lo precede (il rimedio principale), relativamente ad alcuni aspetti e/o sintomi specifici. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie, ossia in rimedi “complementari”, che sono quelli con forte grado di sinergia ed in rimedi “che seguono bene”, che sono quelli con più basso grado di sinergia. Nel nostro caso Lycopodium è un complementare di Graphites, ma Graphites non è un complementare di Lycopodium. Graphites è invece un antidoto di Lycopodium (non viceversa) e ciò non rappresenta una contraddizione. Infatti dobbiamo ricordare che l’antidoto omeopatico svolge un ruolo profondamente diverso da quello che si intende nel linguaggio corrente o nella medicina tradizionale, nel senso che esso non è il controveleno, per cui non annulla l’azione del rimedio principale ma la sostiene e la indirizza più correttamente. Quindi l’antidoto omeopatico può aiutare l’azione del rimedio principale nel combattere alcuni sintomi specifici, per cui è un suo alleato nelle fasi acute. Infatti nelle manifestazioni acute (come ad esempio durante l’aggravamento omeopatico) il rimedio omeopatico antidoto, se associato al rimedio omeopatico principale, potrà favorire l’attenuazione o l’eliminazione dei sintomi disturbanti per i quali il rimedio è un antidoto del rimedio principale. Anche per gli antidoti vale il discorso fatto in precedenza sull’esistenza o meno della reciprocità. Ad esempio il rimedio A (il principale) può avere come antidoto il rimedio B, ma non essere un antidoto del rimedio B. È ancora questo il caso di Lycopodium e Graphites. Altro discorso è da farsi per gli “incompatibili”, che sono rimedi omeopatici del tutto opposti ad altri rimedi, ossia che hanno patogenesi diametralmente opposte. Sono rimedi in grado di annullare o attenuare l’azione di altri rimedi omeopatici, per cui la loro associazione è assolutamente controindicata. Cordiali saluti.
Michela dice
Buonasera,il mio omeopata li scorso anno mi ha prescritto lycopodium clavatum cure 6k-mk,composto da dosaggi crescenti per la durata di un mese. Sono stata molto bene per un lungo periodo,ora,causa credo periodo molto stressante,avverto di nuovo tutta la sintomatologia per cui mi era stato prescritto. L’omeopata è in ferie per due settimane,secondo lei potrei assumere di nuovo il rimedio senza problemi data la sintomatologia già avuta?grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, se la cura omeopatica nel recente passato ha avuto esito positivo, in mancanza di altre indicazioni e in presenza della stessa sintomatologia, ragionevolmente la stessa può essere ripetuta. Appena possibile però contatti il medico omeopata perché non si può escludere che, pur confermando il rimedio, possa ritenersi necessaria una diversa scala di diluizioni. Cordiali saluti.
anna dice
Buonasera dott.ssa , sono la mamma di un ragazzino di 14 anni con lieve ritardo cognitivo con tratti autistici.E’ un bimbo ansioso, che non ha motivazione (non vuol far nulla),e’ oppositivo e provocatorio, ha instabilita’ emotiva (un attimo allegro e un attimo dopo si incupisce),non guarda la tv…. La mia omeopata ha consigliato Hyoscyamus niger 1 MK.
Ad oggi siamo al 4° giorno di somministrazione ma ancora non ho visto miglioramenti.
Lei cosa mi consiglia?…
Buona serata
Anna
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, se la dottoressa omeopata ha prescritto Hyoscyamus niger 1MK è perché ha fatto le proprie valutazioni e quindi ha potuto stabilire che il rimedio omeopatico è il più adatto alla situazione di suo figlio. Quattro giorni sono un tempo troppo breve per incominciare a vedere i primi risultati o per fare i primi bilanci, perché quando sono in gioco gli aspetti mentali, emotivi e comportamentali i tempi di cura non sono mai brevi, come non lo sono brevi con qualsiasi altro tipo di medicina e perciò gli effetti terapeutici di maggior rilievo potranno essere ravvisati nel medio-lungo periodo. Informi periodicamente l’omeopata di come evolvono le cose, per darle la possibilità di valutare ogni contingenza. Cordiali saluti.
pietro dice
io intendevo nux vomica composto della ditta OTI IN DILUIZIONE C che è uguale a nux vomica homaccord della heel
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Pietro, in tal caso i due complessi sono effettivamente molto simili, anche se le due Case farmaceutiche utilizzano sistemi di preparazione diversi, a partire ad esempio dalle diluizioni: la OTI adopera le CH mentre la HEEL adopera le D. Inoltre la HEEL esegue l’ultima dinamizzazione mantenendo separati due gruppi di diluizioni dei rimedi omeopatici componenti. Comunque i due omotossicologici presenterebbero indicazioni terapeutiche abbastanza eguali. Cordiali saluti.
pietro dice
BUONA SERA DOTTORESSA ,STò PRENDENDO MATTINA E SERA TABACUM 30 CH PER DISINTOSSICARMI DAL FUMO,SU CONSIGLIO DELLA FARMACISTA COME DISINTOSSICANTE HO ABBINATO NUX VOMICA COMPOSTO CHE CONTIENE LYCOPODIO E NUX VOMICA CHE SONO ANTIDOTI DI TABACUM è POSSIBILE COMUNQUE UNA SOMMINISTRZIONE CONTEMPORANEA EFFICACE?
GRAZIE
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Pietro, intanto, giusto per informarla, Nux vomica compositum, pur essendo in preparazione omeopatica, non è un rimedio dell’Omeopatia classica bensì dell’Omotossicologia, che nonostante abbia diversi punti di contatto con l’Omeopatia, alla quale si ispira, adotta orientamenti terapeutici, rimedi e criteri di scelta degli stessi completamente differenti. Il rimedio è pertanto un omotossicologico (o antiomotossico), è un rimedio complesso, costituito cioè da un mix selezionato di omeoterapici in basse diluizioni decimali, scelti per sinergismo, complementarietà e completezza d’azione terapeutica. L’Omeopatia classica, quella propriamente detta, invece fa uso esclusivamente di rimedi unitari, come lo è per l’appunto Tabacum. Però i rimedi unitari vengono adoperati anche dall’Omotossicologia, ove spesso risultano decisivi per la piena guarigione, segnando il punto d’incontro finale tra due medicine. Nux vomica compositum risulterebbe indicato per patologie gastriche e intestinali, spasmi gastrici e intestinali, gastrite, disturbi della milza, stasi epatica, gastrica e intestinale con senso di pienezza e meteorismo. Quindi il complesso non sembrerebbe specificamente adatto per il tabagismo, anche se indirettamente un contributo lo potrebbe fornire. Rimanendo ancora nell’ambito dei rimedi complessi dell’Omotossicologia, un omotossicologico che potrebbe essere più specifico per gli effetti del fumo di tabacco è Nux vomica Homaccord. Ma potrebbe essere indicato proprio il rimedio unitario Nux vomica, che è il disintossicante omeopatico per eccellenza. Per quanto riguarda gli antidoti, Tabacum è antidotato da Nux vomica per il gusto cattivo in bocca al mattino e da Lycopodium per l’impotenza. Però, è bene precisare, che l’antidoto omeopatico svolge un ruolo profondamente diverso da quello che si intende nel linguaggio corrente o nella medicina tradizionale, nel senso che non è un controveleno, per cui non annulla l’azione del rimedio principale ma la sostiene e la indirizza più correttamente. Quindi l’antidoto omeopatico può aiutare l’azione del rimedio principale nel combattere alcuni sintomi specifici, per cui è un suo alleato nelle manifestazioni acute. Infatti nei casi acuti il rimedio omeopatico antidoto, se associato al rimedio omeopatico principale, potrà favorire l’attenuazione o l’eliminazione dei sintomi disturbanti per i quali il rimedio è un antidoto del rimedio principale. Altro discorso è da farsi per gli incompatibili, che sono rimedi omeopatici del tutto opposti ad altri rimedi, ossia che hanno patogenesi diametralmente opposte. Sono rimedi in grado di annullare o attenuare l’azione di altri rimedi omeopatici, per cui la loro somministrazione congiunta è controindicata. Comunque per qualsiasi terapia omeopatica sarebbe opportuno affidarsi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
angelo dice
Gentilissima dott.Della Volpe ,vorrei sapere se Lei riceve nel suo studio ,o puo consigliarmi un medico omeopata ,io abito in provincia di milano.Soffro da anni di acufeni e psoriasi vorrei prendere lycopodium,ma sotto controllo di un medico.Cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Angelo, come potrà rilevare nella sezione del sito “Chi sono”, non sono un medico bensì una biologa appassionata e studiosa di Omeopatia che cerca di fornire con il presente sito web un’informazione chiara, comprensibile, oggettiva, responsabile e disinteressata su ciò che l’Omeopatia e i rimedi naturali possono fare per la nostra salute e il nostro benessere. Anche attraverso le risposte ai commenti cerco di offrire notizie e spunti utili, ragionamenti e chiavi di lettura, sia agli interessati che agli altri visitatori, ma il medico rimane sempre la figura centrale di riferimento imprescindibile e insostituibile, cui consiglio sempre di rivolgersi. Se non ha alcun riferimento potrebbe fare una ricerca in rete relativamente a siti sicuri e ad associazioni omeopatiche accreditate, molte delle quali hanno un’organizzazione sul territorio nazionale, oppure rivolgersi ad una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per essere indirizzato verso un bravo medico omeopata che sicuramente esisterà nella sua zona. Cordiali saluti.
Claudio dice
Salve dottoressa, il licopodio è certamente un mio rimedio costituzionale, e il mio omeopata me lo ha prescritto già 2 volte in dluizione 30ch, 3 granuli al dì per due mesi… con buoni risultati… lei pensa che questa diluizione vada bene anche quando i problemi sono principalmente all’apparato digerente, per quanto indubbiamente legati a un momento di debolezza psichica? secondo lei è possibile che smettendo di prenderlo dopo due mesi si avverta quasi subito un peggioramento? grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Claudio, la risposta alle sue domande le è stata già fornita precedentemente su questa pagina. Ripeto, quando il rimedio è ben scelto, ossia quando esiste la somiglianza rimedio-paziente, la 30CH, che si adopera prioritariamente per i casi sub-acuti e cronici, per il funzionale e per i sintomi generali, ha effetto anche sui sintomi acuti e sulla componente psicologica. E’ una diluizione di un buon compromesso, che contempera diverse esigenze. Se a distanza di due mesi viene accusato un peggioramento, evidentemente, vuol dire che la cura precedente o non ha prodotto la guarigione completa e definitiva, pur con buoni risultati, oppure è stata smessa prima che ciò avvenisse. Sarebbe pertanto opportuno che lei riprendesse i contatti con il medico omeopata dell’anno scorso o che se ne cercasse un altro. Cordiali saluti.