DESCRIZIONE
Il rimedio omeopatico Ignatia amara si ottiene dalla tintura dei semi del frutto della pianta Strychnos Ignatia o Fava di Sant’Ignazio, prima essiccati e poi polverizzati e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
Strychnos Ignatia è una pianta lianosa appartenente alla famiglia delle Loganiaceae, alta fino a 12-15 m, originaria delle Isole Filippine, coltivata per scopi commerciali in alcuni altri paesi del Sud-Est Asiatico, soprattutto India, Indonesia e Vietnam. La pianta è comunemente chiamata Fava di Sant’Ignazio in onore di S. Ignazio di Loyola (1491-1556, missionario basco), fondatore dell’Ordine religioso dei Gesuiti. E’ un arbusto legnoso rampicante o un piccolo albero sempreverde il cui tronco può superare i 10 cm di diametro; la corteccia è liscia di colore bruno-rossastro; i rami sono sottili, viticciosi; le foglie sono intere, opposte, ovali, ampie fino a 25 cm; i fiori sono piccoli di colore bianco-verdastro, raccolti in infiorescenze che appaiono da aprile a giugno; i frutti sono a bacca di colore giallo-arancio, ovoidali, larghi circa 10 cm, dal guscio duro, con polpa gelatinosa gialla e racchiudono molti semi (anche qualche decina) amari, brunastri, discoidali di forma irregolare, lunghi circa 2,5-3 cm, ricoperti da una sottile peluria setosa. Tali semi contengono alcuni alcaloidi ed in particolare due che hanno la maggiore concentrazione, la stricnina e la brucina, che sono molto tossici ed amari e costituiscono i due principi farmacologicamente più attivi.
Ricordiamo che gli alcaloidi sono sostanze organiche azotate di origine vegetale dotate di grande effetto farmacologico a fronte dell’assunzione di piccole dosi di sostanza (ad es. caffeina, nicotina, morfina, papaverina, cocaina, stricnina, brucina, ecc.). In quanto sostanze altamente reattive con le attività biologiche, sono tra le più studiate ed utilizzate in farmacologia. Esplicano numerose azioni sull’organismo quali quella di ipereccitabilità del sistema neuromuscolare, di penetrare facilmente la barriera emato-encefalica, di esercitare effetti depressivi o stimolanti sul sistema nervoso centrale, di interagire con vari recettori neurotrasmettitori ed altro. Hanno sapore amaro e sono solubili in alcool, ma quasi del tutto insolubili in acqua.
La stricnina, come detto, è un alcaloide molto tossico ed è una delle sostanze più amare conosciute. Si presenta come una polvere bianca, cristallina, inodore. Se si aggiunge acido nitrico o un nitrato si produce una soluzione dal colore giallo-arancio molto intenso. La stricnina si ottiene dalla farina dei semi delle piante appartenenti al genere Strychnos, in particolare della Strychnos Nux vomica (dai cui si ricava il rimedio omeopatico Nux vomica che ha notevoli somiglianze con Ignatia amara): ciò per tradizione e per la maggiore disponibilità di tale pianta, nonostante che altre, tra cui la stessa Strychnos Ignatia, ne contengano una quantità superiore.
La stricnina agisce sul sistema nervoso centrale come potente eccitante e su quello periferico ove causa il blocco di particolari terminazioni nervose. Questo comporta che ogni stimolo diventa uno spasmo. La dose mortale media per l’uomo è di 1 mg/kg. La morte sopravviene per blocco respiratorio o per esaurimento fisico.
La stricnina è stata usata come pesticida per topi ed altri animali indesiderati. Nella prima metà del secolo scorso è stata adoperata in medicina a piccole dosi come stimolante, come lassativo o come rimedio contro i disturbi dell’apparato digerente. Unitamente all’amfetamina era il dopante sportivo più usato intorno agli anni ’50-’60 dello sorso secolo. Attualmente in Italia il commercio di stricnina e dei suoi derivati è vietato.
La brucina dal punto di vista farmacologico esplica un’azione analoga alla stricnina, anche se, pur rimanendo pericolosamente tossica, è meno attiva e meno amara della stricnina. A temperatura ambiente si presenta anch’essa come una polvere bianca inodore. L’aggiunta di acido nitrico o di nitrati produce soluzioni dal colore rosso molto intenso.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Ignatia amara è un policresto omeopatico con molte reazioni psico-somatiche riconducibili a cause quali dispiaceri, collera, paura, lutti, delusioni, insuccessi, ambizioni smisurate non realizzate, esami falliti, occasioni perdute, ecc. E’ un rimedio anti-stress per eccellenza e delle grandi contraddizioni, cioè è il rimedio dell’isterismo, della nevrosi, della instabilità emotiva, della depressione, della malinconia con tendenza al pianto. Spesso diventa il rimedio delle persone che presentano la “psicologia del fallimento”, cioè di soggetti in età media o matura che hanno aspirato ad una condizione sociale più elevata senza riuscire a raggiungerla, oppure di soggetti in età più avanzata che sono terribilmente delusi dalla vita, dagli insuccessi, dal comportamento dei figli, ecc. Più in generale il rimedio trova corrispondenza in quegli individui che presentano uno stato di sofferenza psichica dovuto alle profonde delusioni verso le loro importanti aspettative oppure alla consapevolezza di essere irrimediabilmente inadeguati alle circostanze.
Il rimedio agisce quindi prevalentemente sul sistema nervoso con importanti riflessi su tutti gli organi ed apparati. I sintomi caratteristici sono simili a quelli prodotti dall’avvelenamento da stricnina e/o da brucina, che come visto sono gli alcaloidi maggiormente contenuti nei semi della Ignatia amara da cui ha origine il rimedio. Detti alcaloidi esercitano un’azione generale eccitante sul sistema nervoso tale da diventare, a dosi elevate, di tipo convulsivante arrivando a provocare contrazioni tetaniche. Di conseguenza i sintomi fondamentali del rimedio sono gli spasmi. Poiché la sfera dell’emotività è predominante, al rimedio corrispondono una serie di complessi nervosi in grado di provocare sul piano mentale un’alterazione degli atteggiamenti dell’individuo nei confronti della vita in società e sul piano fisico un disordine delle funzioni della vita vegetativa, dovuto allo sregolamento totale del sistema nervoso autonomo involontario. Pertanto il soggetto Ignatia sarà affetto mentalmente da sofferenza psichica, da nevrosi e fisicamente da disfunzioni ai sistemi cardio-circolatorio, respiratorio, digerente, urinario, ghiandolare.
Come già accennato, l’altro importante rimedio della materia medica omeopatica che ha un’azione generale eccitante sul sistema nervoso ed i cui sintomi fondamentali sono essenzialmente spastici, è Nux vomica. Però le diverse concentrazioni di stricnina e di brucina e degli altri alcaloidi minoritari presenti, fanno sì che i due rimedi, pur avendo notevoli somiglianze, hanno patogenesi completamente differenti. In Ignatia amara, come abbiamo visto, prevale la sfera dell’emotività o meglio della instabilità emotiva, della malinconia con tendenza alle lacrime, per cui i suoi spasmi sono conseguenti ad emozioni, dispiaceri, pensieri, delusioni, ecc. In Nux vomica invece prevale la sfera dell’irritabilità per cui gli spasmi sono causati da un’irritazione, un affaticamento, una collera, ecc.
Gli spasmi di Ignatia amara, come d’altronde quelli di Nux vomica, colpiscono numerosi organi ed apparati dando luogo alle sindromi più svariate.
Tra i più frequenti troviamo gli spasmi digestivi, sia gastrici che intestinali, accompagnati da nausea e/o vomito ed a volte da emicrania e/o aerofagia. Il malato accusa dolori diffusi, difficoltà digestive, coliche addominali intermittenti, stipsi con stimoli inefficaci, evacuazioni dolorose, evacuazioni con sforzo anche di feci molli alternate a diarrea. Spesso avverte la sensazione di vuoto allo stomaco, accentuata a metà mattinata e nel pomeriggio, che lo costringe a mangiare del cibo, altrimenti collassa.
Le epatopatie di Ignatia sono dovute essenzialmente agli spasmi delle vie biliari, più che a vere e proprie disfunzioni organiche, che causano una serie di disturbi epato-digestivi molto fastidiosi.
Gli spasmi dell’apparato cardio-circolatorio provocano tachicardia e palpitazioni che impediscono al malato di dormire, inducendo ansia ed angoscia che aggravano la sua insonnia, nonché una ipertensione che varia con il suo stato di nervosismo, emorroidi pruriginose, rossore al viso, crampi ai polpacci aggravati dal movimento, raffreddamento delle estremità, ecc.
Possono essere presenti spasmi alla gola (come in Lycopodium e Mercurius) che producono sintomi del tutto analoghi a quelli del “bolo isterico” (il cosiddetto “nodo alla gola”) dei malati nevrotici, con deglutizione difficoltosa e dolente che toglie l’appetito. Anche la tosse, se presente, è spasmodica.
Le cefalee o le emicranie, che compaiono al minimo nervosismo, sono di tipo battente, pressante, con la sensazione di avere un chiodo che si conficca nella testa oppure come qualcosa che prema dentro la testa per uscire fuori.
Un altro sintomo chiave di Ignatia sono le vertigini, spesso associate all’ipertensione, che provoca nel malato la sensazione di vacillare o di cadere in avanti.
Anche l’insonnia è un sintomo chiave da interpretare per la corretta individuazione del rimedio, talché può essere non presente subito ma instaurarsi quando la nevrosi diventa più profonda.
Ma il grande sintomo chiave caratteristico di Ignatia è la paradossalità, la contraddizione degli effetti. Ad esempio è tipica la rapida alternanza di umori, spinta al punto tale da produrre riso incontrollato alternato a pianto, come pure la faringite con dolore migliorato dalla deglutizione, la febbre con sete che si avverte solo durante gli attacchi di freddo, i conati di vomito a stomaco vuoto che migliorano mangiando, la dispepsia per gli alimenti di facile digestine, i dolori che cambiano posizione o che compaiono e scompaiono improvvisamente, l’emicrania che è alleviata coricandosi sul lato dolente e così via.
Constateremo una certa subitaneità dell’apparizione dei sintomi, tanto nelle crisi gastriche, epatiche o cardiache, quanto in altri disturbi somatici, ma anche una certa incoordinazione motoria che causa ad es. la contrazione dei muscoli facciali quando si parla, l’incertezza dei movimenti, il tremore, come pure una spiccata ipersensibilità generale che produce reazioni esagerate ad ogni stimolo esterno (luce, rumore, odori, dolori) ed infine una grande sensazione di stanchezza (come in Kali carbonicum e Sulphur).
Il soggetto Ignatia si presenta spesso con capelli e cute scura, è un tipo che si agita, gesticola, è affrettato nel parlare, è ansioso, irrisoluto, capriccioso, esibizionista, ha un atteggiamento teatrale, ama la solitudine e generalmente è una donna (ma non esclusivamente). Il suo temperamento è nervoso – linfatico, visto che subito dopo la crisi isterica ritorna calmo e beato (proprio come il linfatico), stupendosi di quanto è successo.
La sintomatologia di Ignatia corrisponde inevitabilmente alla sua nevrosi ed alla sua ipersensibilità. I sintomi peggiorano con il freddo, di mattina, dopo il pasto, dopo un’emozione, con il movimento prolungato, prima e durante le mestruazioni, con l’uso di caffè, alcool, tabacco (difatti prova avversione per l’alcool, il tabacco o i profumi), con il rumore, la luce viva, il minimo contatto. I sintomi migliorano con il caldo moderato (il caldo intenso crea disagio), durante il pasto, con il cambiamento di posizione, premendo sul lato dolente, dopo le mestruazioni. La lateralità è destra.
Vi sono due chiavi di lettura che contraddistinguono e sintetizzano efficacemente le caratteristiche del rimedio: Ignatia amara è la donna isterica e la benzodiazepina (cioè il farmaco tradizionalmente usato nella terapia dell’ansia e dell’insonnia) omeopatica.
I principali sinergici (complementari) di Ignatia sono Aurum metallicum, Natrum muriaticum, Phosphoricum acidum
I principali antidoti (ma che aiutano la sua azione) sono Gelsemium e Phosphoricum acidum nella depressione, Belladonna, Hyosciamus niger negli spasmi, Aceticum acidum, Arnica montana, Camphora, Chamomilla, Cocculus, Coffea, Nux vomica, Pulsatilla nella generalità dei sintomi nervosi.
I principali incompatibili sono Coffea e Tabacum.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Ignatia amara si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.
1) SISTEMA NERVOSO. Ipersensibilità con umore mutevole, cangiante, paradossale. Depressione dopo un dispiacere. Emotività, isterismo, nevrosi, ansia, paure, attacchi di panico, indecisione, desiderio di solitudine, malinconia. Facile tendenza al pianto. Frequente bisogno di sospirare con sensazione di mancanza d’aria. Sonno irrequieto o insonnia.
2) TESTA. Cefalea o emicrania con congestione della testa che migliora piegandola in basso e peggiora ad ogni eccitazione, accompagnata da dolore battente, pressante, con sensazione di chiodo che si conficca in testa oppure che qualcosa prema dentro per uscire fuori. Vertigini, spesso associate a ipertensione arteriosa. Spasmi muscolari del viso o intorno alla bocca. Odontalgia dopo i pasti. Dolore alle parotidi. Gonfiore agli occhi ed alle palpebre superiori.
3) APP. DIGERENTE. Dispepsia (specie per gli alimenti di facile digestione), aerofagia, singhiozzo, nausea, vomito frequente o continuo. Vuoto e debolezza all’epigastrio. Attacchi periodici di crampi allo stomaco. Coliche addominali. Spasmi delle vie biliari. Stipsi spastica con stimoli inefficaci. Evacuazione dolorosa. Possibile diarrea. Emorroidi pruriginose che migliorano camminando. Tutti i sintomi si aggravano alla minima contrarietà, alla minima emozione.
4) APP. CARDIOVASCOLARE. Tachicardia e palpitazioni che impediscono di dormire. Dolori cardiaci. Sensazione di punzecchiamenti, di punture al cuore. Senso di soffocamento. Ipertensione arteriosa variabile con lo stato di nervosismo.
5) APP. LOCOMOTORE. Grande sensazione di stanchezza fisica (oltre che mentale). Dolori alle ossa ed alle articolazioni. Dolore intercostale migrante. Pesantezza delle gambe e dei piedi. Irrigidimento delle ginocchia. Crampi ai polpacci aggravati dal movimento. Freddo ai piedi ed alle gambe fin sopra il ginocchio. Incoordinazione motoria, incertezza dei movimenti, leggero tremore, parola esitante. Sciatica con debolezza del dorso e degli arti inferiori. .
6) APP. RESPIRATORIO. Faringite con deglutizione dolente e sensazione di avere una spina in gola. Bolo isterico (sensazione di ostruzione laringo-faringea, come se una massa in gola rendesse difficile la deglutizione e la respirazione, legata allo stato di nevrosi). Tosse spasmodica che diventa più forte con la ripetizione (più si tossisce, più si ha voglia di tossire). Costrizione al torace, specialmente di notte.
7) APP. URINARIO. Stimolo urgente ed irresistibile di urinare, specie dopo aver preso caffè. A volte sensazione di bruciore nell’uretra durante la minzione. Pollachiuria.
8) APP. GENITALE FEMMINILE. Mestruazioni anticipate e abbondanti, precedute da emicrania (chiodo fisso in testa). Mestruo nero, di odore putrido, misto a grumi. Dismenorrea. Metrorragia. Spasmi uterini con dolori lancinanti che si mitigano alla pressione e coricandosi sul dorso. Leucorrea purulenta preceduta da contrazione pressoria nell’utero. Dolori nei rapporti sessuali.
9) APP. GENITALE MASCHILE. Prurito intenso ai genitali. Dolore ai testicoli, prevalentemente a quello destro, specie di sera dopo essersi coricati. Diminuzione del desiderio sessuale. Erezioni incontrollate con dolori al pube.
10) CUTE. Prurito su tutto il corpo senza motivo organico, che si attenua grattandosi. Escoriazioni varie. Orticaria con prurito violento (specie durante la febbre). Geloni.
DOSI
Nei casi 1) e 2), diluizione 9CH, 3 granuli o 8-10 gocce una volta al dì.
In tutti gli altri casi, diluizione 5CH, 3 granuli o 8-10 gocce 3-6 volte al dì.
(*) V. Note esplicative
Liliana dice
La ringrazio molto per la sua risposta.
Certo i granuli funzionano ma l’efficacia è molto più lenta. Per esempio io ho provato Sepia 30CH, 4 granuli al giorno per due settimane (prescrizione rigorosamente allopatica) senza riuscire a esprimere un giudizio sulla sua efficacia. Di recente ho preso Sepia 6CH, 2 granuli diluiti in una bottiglietta, ed è bastata una dose per farmi stare male. Ho sentito “l’effetto collaterale” dopo 12 ore (per me è sempre cosi) per diverse ore, non seguito però da nessun miglioaramento.
Secondo me è molto più difficile seguire un paziente se si segue religiosamente l’Organon. Bisognerebbe stare dietro al paziente quotidianamente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Liliana, non si tratta di seguire religiosamente l’Organon, che comunque rimane uno dei capisaldi della medicina omeopatica, ma si tratta di avvalersi delle esperienze, delle evidenze cliniche e di quant’altro riportato in letteratura da eminenti medici omeopati e da autorevoli studiosi, dall’Organon fino ai nostri giorni. Perché l’omeopatia non è rimasta ferma ai tempi di Hahnemann, anche se i suoi insegnamenti restano fondamentali, ma si è evoluta ed aggiornata, introducendo nuovi rimedi, nuove patogenesi, nuove modalità di utilizzo, moderni metodi di preparazione dei rimedi omeopatici ed aprendosi anche alle nuove bioterapie di ispirazione omeopatica. Sulle pagine di questo sito web ho avuto modo più volte di precisare che l’omeopatia sfugge ad ogni regola di carattere generale, che è una medicina che richiede un adattamento intimo al singolo caso, che qualsiasi criterio ha solo carattere orientativo ma non valore assoluto e quindi potrebbe valere per molti ma non per tutti. Per tali motivi l’omeopatia è definita la medicina che “veste su misura”, come si è solito sintetizzare. Ci sono pazienti che reagiscono male o che non reagiscono affatto alle alte diluizioni, mentre hanno guarigioni spettacolari con le diluizioni meno alte o addirittura con le basse diluizioni, ovviamente quando il rimedio scelto è quello giusto. Ciò premesso, quello che lei asserisce a proposito dell’effetto dei granuli è solo un’opinione oppure con la forma liquida lei riesce a rispettare meglio le modalità corrette di assunzione. I granuli se assunti correttamente hanno la stessa capacità terapeutica, ma come riferito nella risposta precedente non consentono di cogliere i vantaggi della forma liquida. Per quanto riguarda l’aggravamento omeopatico, quello terapeutico (consistente, ricordiamolo, nel peggioramento temporaneo dei sintomi da curare), diverso dall’aggravamento iatrogeno di cui alla risposta precedente, la situazione relativa al suo presentarsi, alla sua durata ed alla sua entità è alquanto articolata. Tutto è strettamente legato a diversi fattori individuali (come al solito in campo omeopatico), quali ad es. la reattività e sensibilità dell’organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, la profondità della patologia o del disturbo (acuto, sub-acuto, cronico), il livello d’azione terapeutica (drenaggio, lesionale, funzionale, generale, mentale, diatesico), la diluizione del rimedio (bassa, media, alta, altissima), la presenza o meno di danni tissutali, le caratteristiche intrinseche del rimedio, ecc. In linea del tutto generale e in estrema sintesi, fermo restando che la diversa reattività del singolo organismo potrebbe fare l’eccezione, quando il rimedio omeopatico è ben scelto (nella condizione ideale il “simillimum”), nelle malattie acute l’aggravamento omeopatico è quasi immediato e di breve durata, invece nelle malattie croniche l’aggravamento si manifesta comunque più tardi, ma da più precocemente a più tardivamente con il crescere della diluizione. L’esistenza dei danni tissutali rende poi l’aggravamento proporzionalmente più severo. Nel suo caso non è escluso che l’aggravamento, per come si è presentato, abbia risentito della precedente assunzione della 30CH proprio verso la fine del tempo medio che una tale diluizione impiega per incominciare ad agire. Tale aggravamento omeopatico comunque scompare progressivamente senza lasciare alcuna conseguenza per lasciare il posto ai miglioramenti. Ora se, a differenza di quanto da lei riferito nel commento precedente, all’aggravamento omeopatico terapeutico non ha fatto seguito alcun miglioramento, si può solo ritenere che la diluizione del rimedio non è quella giusta, ossia non è quella più attiva per produrre l’effetto curativo. Se invece si è trattato di aggravamento iatrogeno (nuovi sintomi del rimedio), anch’esso temporaneo ma non terapeutico, allora probabilmente, sempre in assenza di miglioramenti, bisognerà mettere in discussione la scelta del rimedio omeopatico e quindi procedere ad una nuova ricerca repertoriale ed all’eventuale diagnosi differenziale. Cordiali saluti.
Liliana dice
Gentile Dr.ssa,
di recente ho letto sul sito del Dr Luc che dobbiamo evitare gli omeopati che prescrivono i rimedi omeopatici in forma secca, ovvero i granuli da sciogliere in bocca. Secondo il Dr Luc i rimedi omeopatici vanno sempre diluiti in acqua per sentirne l’efficacia. Io ho fatto la prova e il rimedio che non sentivo se sciolto in bocca l’ho decisamente sentito con un sorso di acqua con il rimedio dentro. Inizialmente ho avuto un forte aggravamento (da evitare assolutamente) per poi però trovare giovamento. L’errore che ho fatto è stato di usare il 30c anzichè una diluizione più bassa, per es. 6c. Perchè questa tecnica non viene usata in Italia?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Liliana, la tecnica da lei citata è adoperata anche in Italia e suggerita da molti medici omeopati. Il sistema, adoperato dai Maestri del passato, consiste nel lasciar sciogliere alcuni granuli (3 sono sufficienti) in mezzo bicchiere d’acqua e poi berne un sorso nel numero di volte giornaliero prescritto. Si rabbocca di volta in volta l’acqua che viene bevuta, allo scopo di aumentare leggermente la diluizione della soluzione e quindi la sua potenza terapeutica, come raccomandava Hahnemann, per evitare qualsiasi effetto iatrogeno. Se non si effettua il rabbocco, la soluzione, prima di ogni assunzione, o deve essere travasata rapidamente più volte (minimo 20 volte) da un bicchiere all’altro, oppure deve essere scossa energicamente più volte (minimo 10 volte) ed in quest’ultimo caso occorre una bottiglietta. Ciò sempre allo scopo di aumentare ad ogni assunzione la potenza terapeutica della soluzione, aumentando in tal caso la dinamizzazione. E’ questo il grande vantaggio del rimedio omeopatico in forma liquida, cioè di poter ripetere relativamente spesso il rimedio anche nel corso delle affezioni croniche senza andare incontro al rischio dell’aggravamento iatrogeno (consistente, ricordiamolo, nella comparizione temporanea di nuovi sintomi contenuti nel rimedio come sviluppo del suo potere patogeno). I granuli assunti così come sono per via sublinguale, lasciati sciogliere lentamente lontano dai pasti, mantengono comunque inalterata la loro efficacia terapeutica e non credo che bisogna arrivare ad evitare i medici omeopati che li prescrivono. Credo invece, molto più semplicemente, che bisognerebbe evitare ogni forma di estremismo e di radicalismo, perché la storia dell’umanità è piena di abbagli di tal genere. Non a caso gli Antichi affermavano che “in medio stat virtus”, a meno che non vengano prodotti studi scientifici, autorevoli e indipendenti, che sostengano validamente la posizione assunta. D’altro canto se milioni di persone si curano con i granuli omeopatici, ottenendone i benefici previsti, qualcosa di buono e di valido ci dovrà pure essere. Cordiali saluti.
cinthia dice
Gentilissima Dott.ssa La ringrazio per la risposta. Ho visitato il sito che mi ha consigliato ma da sola non prenderei mai l’iniziativa di scegliere un rimedio.
Sono stata seguita da un omeopata per circa due anni, trovandomi molto bene con la cura ma per problemi diciamo ” di incomprensione” ho cambiato medico, rivolgendomi ad un altro dello stesso centro e da due settimane ho iniziato la nuova cura.
Mi ha lasciato lachesis cambiandomi solo la diluizione, 6lm. mi ha tolto la thuia sostituendomela con l’ignazia 6lm e mi ha tolto anche il calcium carbonicum.
Per quanto riguarda l’efexor già l’ho scalato ma arrivato ad un quarto di compressa non ne posso fare a meno. Un vecchio medico anni fa mi disse che non riuscivo a toglierlo perchè mi teneva addormentati i muscoli cervicali che ovviamente sono infiammatissimi e infatti mi diede il gelsemium xmk. L’ultimo medico me lo tolse e cominciò a curarmi con altri rimedi.
Tutti mettono in secondo piano la necessità di togliere l’efexor forse non credendo al fatto che quando prendo gli psicofarmaci posso fare tutte le diete del mondo senza perdere più di due tre chili!!!
Le scriVo per chiedere se Lei è a conoscenza di un rimedio atto a sostituire la molecola dell’efexor.
La ringrazio anticipatamente. Cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cinthia, credo di avere già risposto alla sua domanda e cioè, ripeto, l’omeopatia è in grado di curare il disturbo borderline di personalità consentendo la dismissione graduale dell’antidepressivo di sintesi fino al suo definitivo abbandono, a condizione però che si individui la terapia “giusta” per l’individuo-paziente (rimedi, diluizioni, posologie, tempi di cura). Nella risposta precedente le ho citato l’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” della sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, non certamente per spingerla a scegliere un rimedio, cosa che non faccio mai, ma esclusivamente per informarla sui principali rimedi che l’omeopatia e le bioterapie collegabili possono offrire per la cura delle varie sofferenze psichiche e ciò sia per cultura personale e sia per sostenere meglio un eventuale dialogo con il medico omeopata. Due settimane di cura sono un tempo troppo breve per incominciare a vedere degli effetti terapeutici significativi e per incominciare a fare i primi bilanci. Metta in conto che quando è in gioco la componente psicologica i tempi di guarigione sono sempre abbastanza lunghi, come del resto lo sono con qualsiasi altro tipo di medicina. Tenga informato il medico omeopata sull’andamento della cura e gli chieda di indicarle, non appena la terapia omeopatica sortisce gli effetti ritenuti sufficienti, le modalità di ulteriore riduzione dell’Efexor. Cordiali saluti.
Chiara dice
Salve dott.ssa…. ho acquistato ignatia amara 15 ch sotto consiglio di un omeopata… mi ha detto di prendere 3 granuli 2 volte al dì..oggi ho iniziato però li ho presi a distanza di 3 ore uno dall’altra.. mi sono sentita dopo la seconda razione le labbra intorpidite ed è partito un accenno di ansia /panico come ho di solito e non so come mai… è un effetto collaterale? specifico che dall’omeopata vado per problemi alla schiena e al braccio sinistro che mi fa sempre male ma non ho mai detto che ogni tanto soffro di attacchi di panico con paura di morire improvvisamente purtroppo…
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Chiara, potrebbe trattarsi del temporaneo aggravamento omeopatico/iatrogeno, atteso che Ignatia amara è anche uno dei principali rimedi omeopatici che viene adoperato nei disturbi emotivi o psichici (con l’occasione si legga l’articolo “Aggravamento omeopatico” nella sezione del sito “Approfondimenti”). Se così fosse, i sintomi dovrebbero gradualmente scomparire senza lasciare alcuna conseguenza, altrimenti si tratta di un fenomeno completamente estraneo e quindi non associabile all’utilizzo del rimedio omeopatico. In ogni caso sarebbe opportuno informare il medico omeopata. Cordiali saluti.
cinthia dice
Gentile Dott.ssa, il mio problema riguarda il sistema nervoso. diagnosticatomi il disturbo borderline, per anni ho assunto antidepressivi, neurolettici e ansiolitici mettendo su quasi 20 chili.
da un paio di anni mi curo con l’omeopatia e sono riuscita ad eliminare quasi tutto tranne un anidepressivo che si chiama Efexor. non rieco a toglierlo perche se solo dimentico di prenderlo un giorno, mi si addormenta tutto il viso, ho delle fortissime vertigini e addirittura ho difficoltà nella vista nelle percezioni in generale.
da qualche giorno, assumo lachesis 6lm e ignatia 6 lm ma di cercare di togliere questo efexor non se ne parla. come mai risulta così difficile?
Sono sicura che eliminando questo medicinale riuscirei a perdere i chili in eccesso perchè già ci sono passata e infatti, senza neanche seguire diete ipocaloriche, nel giro di un anno persi una quindicina di chili.
Dunque Dott.ssa sono quasi tre anni che uso rimedi omeopatici, sono molto soddisfatta ma lo sarei ancora di più se riuscissi ad eliminare questo maledetto efexor e se riuscissi anche a riprendere la mia linea. ma per il momento non c’è Medico che riesca a sostituirlo con qualche rimedio. Lei cosa ne pensa?
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cinthia, l’omeopatia è una medicina tanto meravigliosa quanto difficile, nel senso che gli effetti terapeutici desiderati sono conseguibili solo se si individua con la dovuta precisione il rimedio (o i rimedi) che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che a livello psichico. Ciò nel rispetto della “legge di similitudine” su cui, com’è noto, l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico. Fatto ciò è possibile ridurre gradualmente l’antidepressivo fino alla sua completa abolizione. Pertanto se Lachesis e Ignatia amara le sono stati prescritti da un medico omeopata sarebbe opportuno informarlo di quanto accade per dargli la possibilità di intervenire. Se non fosse così le consiglio di rivolgersi ad un tale professionista che con la visita medica omeopatica è l’unico in grado di prescrivere la terapia giusta per lei, decidendo il rimedio (o i rimedi) somigliante, la relativa diluizione (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), la posologia, i tempi di cura, le modalità di scalaggio dell’antidepressivo, l’uso di eventuali bioterapici di supporto, gli eventuali successivi adattamenti in corso d’opera, ecc. Anche perché Lachesis e Ignatia amara sono così diversi nei profili psicologici che difficilmente possono entrambi riscontrarsi nello stesso soggetto. Se vuole avere una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati nei disturbi emotivi, tra cui il disturbo borderline di personalità, la invito a consultare l’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Cordiali saluti.
rosaria dice
Salve Dottoressa, ho una tosse che mi sta letteralmente portando alla disperazione. Sono 12 anni che ne soffro….nessun problema di salute legato alla tosse, ho provato tutti i farmaci possibili, visite pneumologiche, esami di tutti i tipi….ma oggi ancora tossisco. La tosse è secca, la notte quasi mai tossisco, e da come dice il pneumologo è delle vie alte…mi si attenua un pò se prendo gli anti infiammatori..ma non posso prenderli per tutta la vita anche perchè soffro di esofagite (possibile causa della tosse?) che cmq prendo farmaci per questo problema…l’unica cosa che ancora non provo sono i rimedi omeopatici…magari potrebbero essere la mia salvezza….nell’attesa ringrazio e saluto cordialmente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rosaria, se lei soffre di esofagite è abbastanza possibile che la sua tosse sia dovuta proprio all’infiammazione cronica della mucosa dell’esofago, molto probabilmente causata dalla risalita dei succhi gastrici provenienti dallo stomaco, cioè da reflusso gastroesofageo. Gli indizi ci sono tutti: la tosse secca cronica, la sua attenuazione con gli antinfiammatori, l’esclusione di patologie a carico dell’apparato respiratorio. Le altre cause cui pensare potrebbero essere qualche forma di allergia o alcune tipologie di farmaci. In subordine, non si può neanche escludere che la tosse possa essere di natura psicogena (la cosiddetta “tosse nervosa”), come reazione a condizioni che vanno a toccare significativamente il piano emotivo. Sarebbe perciò importante porre una diagnosi precisa che consentirebbe di mettere in atto le cure appropriate ad eliminare stabilmente la causa della tosse e di conoscere i risultati ottenibili con la cura omeopatica. Ciò premesso, i principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente adoperati per trattare la tosse sono consultabili all’articolo “Tosse” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello che contempla la sintomatologia più somigliante, a seconda delle caratteristiche della tosse, delle sensazioni che provoca, dei sintomi concomitanti, delle circostanze di aggravamento e di miglioramento. Ad esempio tra i rimedi omeopatici che presentano una tosse secca diurna troviamo Belladonna, Bromum, Bryonia, Cuprum metallicum, Iodum, Kalium bichromicum, Phosphorus, Sticta pulmonaria. Sarebbe però opportuno che la terapia più adatta a lei la prescrivesse un medico omeopata, che con la visita medica omeopatica sarà in grado di individuare il rimedio (o i rimedi) meglio somigliante, la diluizione relativa (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), la posologia, i tempi di cura, ecc. Cordiali saluti.
nico dice
Grazie per la risposta. So bene che curarsi con l’omeopatia è come cucirsi un vestito su misura,il problema rimane quello che non tutti i medici la praticano e la conoscono per bene. Ho pagato sulla mia pelle l’inefficacia per le sbagliate diluizioni e per l’infinito cambio e scambio dei rimedi. Circa 10 anni fa incontrai un’anziana omeopata unicista pediatra che mi azzecco’ la cura ma dopo qualche anno ahimè passò a miglior vita. Quindi adesso mi trovo al punto di partenza. Mi interesserebbe sapere dove e come contattarla per discuterne di persona e magari trovare le giuste soluzioni. Io sono di Taranto. Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Nico, come potrà rilevare nella sezione del sito “Chi sono”, non sono un medico bensì una biologa appassionata e studiosa di omeopatia che cerca di fornire con il presente sito web un’informazione chiara, comprensibile, oggettiva, disinteressata e responsabile su ciò che l’omeopatia e i rimedi naturali possono fare per la nostra salute e il nostro benessere. Anche attraverso le risposte ai commenti cerco di offrire notizie e spunti utili, ragionamenti e chiavi di lettura, sia agli interessati che agli altri visitatori, ma il medico rimane sempre la figura centrale di riferimento imprescindibile e insostituibile. Se non ha riferimenti potrebbe fare una ricerca in rete relativamente a siti sicuri e ad associazioni omeopatiche accreditate, molte delle quali hanno un’organizzazione sul territorio nazionale, oppure rivolgersi ad una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per essere indirizzato verso un bravo medico omeopata che sicuramente esisterà nella sua zona. Cordiali saluti.
anna dice
Salve dottoressa io spesse volte o un ansiA dallo stomaco e mi porta il respiro corto il mio psicologo non ritenuto opportuno darmi gli antidepressivi cosa posso usare grazie dì cuore
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, i principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati nei disturbi emotivi sono consultabili all’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello più somigliante al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, nelle causalità e nelle modalità delle manifestazioni, sia dal punto di vista fisico che, soprattutto, dal punto di vista psichico e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Sarebbe però opportuno che un “lavoro” del genere lo svolgesse un medico omeopata, che con la visita medica omeopatica sarà in grado di prescrivere la terapia più appropriata al caso specifico, decidendo il rimedio somigliante, la relativa diluizione (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), la posologia, i tempi di cura, gli eventuali successivi adattamenti in corso d’opera, ecc. Cordiali saluti.
nico dice
A tutto questo si aggiunge cefalea a grappolo sonnolenza e eccessiva stanchezza diurna
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Nico, lei che è vicino al mondo dell’omeopatia e ne ha potuto apprezzare negli anni i benefici, sa bene che stiamo parlando di una medicina con una personalizzazione molto spinta, che “veste su misura”, come si è solito sintetizzare, che non ha cure standardizzate che vanno bene per tutti, che per ogni paziente richiede facilmente una terapia diversa da quella di un altro, quand’anche entrambi affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Dobbiamo cioè tenere sempre presente che l’omeopatia è la medicina per la cura di una persona con una determinata sintomatologia e non per un disturbo o una disfunzione o una malattia in generale. L’omeopatia, com’è noto, fonda il suo principio terapeutico sulla “legge di similitudine”, secondo la quale i rimedi omeopatici per essere curativi devono assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno gli effetti terapeutici. La somiglianza deve riguardare non solo il sintomi comuni della patologia o del disturbo (nella fattispecie ad es. ansia, depressione, extrasistole, ipertensione, ipercolesterolemia, cefalea a grappolo, sonnolenza, stanchezza), ma anche (e forse soprattutto) i sintomi caratteristici individuali, quali ad es. sensazioni, percezioni, causalità e modalità delle manifestazioni, localizzazione precisa dei disturbi, sintomi concomitanti, circostanze di aggravamento e di miglioramento, riflessi psicologici, ecc. Il medico omeopata con la visita medica omeopatica sarà in grado perciò di pervenire alla prescrizione della terapia più adatta all’individuo-paziente, decidendo il rimedio (o i rimedi) somigliante, la relativa diluizione (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), la posologia, i tempi di cura, le condizioni di compatibilità con altri farmaci, gli eventuali adattamenti in corso d’opera, ecc. Ciò si rende a maggior ragione indispensabile in presenza di un quadro clinico articolato come il suo. Pertanto, se vuole avere delle concrete possibilità di potersi curare con l’omeopatia, le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
nico dice
Gentile d.ssa sono un grande estimatore della medicina omeopatica. Ho avuto modo negli anni di trovare sollievo da alcuni malanni con la omeopatia che con la medicina tradizionale non riuscivo. Ora mi pare di essere in un vicolo cieco perché ci sono troppi sintomi tutti insieme : ansia umore giù extrasisole ipertensione ipercolesterolemia che nonostante i farmaci non controllo alla grande. Cosa mi consiglia?
france dice
Si puo usare anche in gravidanza al posto di psicofarmaci classici?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile France, i rimedi omeopatici sono abbastanza sicuri in qualsiasi condizione e quindi anche in gravidanza, però per il caso specifico sarebbe comunque opportuno acquisire un parere medico. Nel momento in cui si individua il rimedio omeopatico giusto, quello cioè che assomiglia in tutto e per tutto al paziente, nelle caratteristiche e nel quadro clinico, nelle causalità e nelle modalità sintomatiche, sia dal punto di vista fisico che psichico, allora esso può sostituire, con la dovuta gradualità, gli psicofarmaci tradizionali. Però, attenzione, bisogna essere certi che il rimedio omeopatico sia quello giusto ed anche che la diluizione sia quella giusta (scelta anche questa strategica per il successo della terapia), altrimenti con la sostituzione si corre il rischio di rimanere senza copertura terapeutica. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un medico omeopata, che saprà prescrivere la terapia più adatta a lei e definire le modalità di convivenza temporanea della stessa con gli psicofarmaci a scalare. Cordiali saluti.