DESCRIZIONE
Il rimedio omeopatico Ignatia amara si ottiene dalla tintura dei semi del frutto della pianta Strychnos Ignatia o Fava di Sant’Ignazio, prima essiccati e poi polverizzati e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
Strychnos Ignatia è una pianta lianosa appartenente alla famiglia delle Loganiaceae, alta fino a 12-15 m, originaria delle Isole Filippine, coltivata per scopi commerciali in alcuni altri paesi del Sud-Est Asiatico, soprattutto India, Indonesia e Vietnam. La pianta è comunemente chiamata Fava di Sant’Ignazio in onore di S. Ignazio di Loyola (1491-1556, missionario basco), fondatore dell’Ordine religioso dei Gesuiti. E’ un arbusto legnoso rampicante o un piccolo albero sempreverde il cui tronco può superare i 10 cm di diametro; la corteccia è liscia di colore bruno-rossastro; i rami sono sottili, viticciosi; le foglie sono intere, opposte, ovali, ampie fino a 25 cm; i fiori sono piccoli di colore bianco-verdastro, raccolti in infiorescenze che appaiono da aprile a giugno; i frutti sono a bacca di colore giallo-arancio, ovoidali, larghi circa 10 cm, dal guscio duro, con polpa gelatinosa gialla e racchiudono molti semi (anche qualche decina) amari, brunastri, discoidali di forma irregolare, lunghi circa 2,5-3 cm, ricoperti da una sottile peluria setosa. Tali semi contengono alcuni alcaloidi ed in particolare due che hanno la maggiore concentrazione, la stricnina e la brucina, che sono molto tossici ed amari e costituiscono i due principi farmacologicamente più attivi.
Ricordiamo che gli alcaloidi sono sostanze organiche azotate di origine vegetale dotate di grande effetto farmacologico a fronte dell’assunzione di piccole dosi di sostanza (ad es. caffeina, nicotina, morfina, papaverina, cocaina, stricnina, brucina, ecc.). In quanto sostanze altamente reattive con le attività biologiche, sono tra le più studiate ed utilizzate in farmacologia. Esplicano numerose azioni sull’organismo quali quella di ipereccitabilità del sistema neuromuscolare, di penetrare facilmente la barriera emato-encefalica, di esercitare effetti depressivi o stimolanti sul sistema nervoso centrale, di interagire con vari recettori neurotrasmettitori ed altro. Hanno sapore amaro e sono solubili in alcool, ma quasi del tutto insolubili in acqua.
La stricnina, come detto, è un alcaloide molto tossico ed è una delle sostanze più amare conosciute. Si presenta come una polvere bianca, cristallina, inodore. Se si aggiunge acido nitrico o un nitrato si produce una soluzione dal colore giallo-arancio molto intenso. La stricnina si ottiene dalla farina dei semi delle piante appartenenti al genere Strychnos, in particolare della Strychnos Nux vomica (dai cui si ricava il rimedio omeopatico Nux vomica che ha notevoli somiglianze con Ignatia amara): ciò per tradizione e per la maggiore disponibilità di tale pianta, nonostante che altre, tra cui la stessa Strychnos Ignatia, ne contengano una quantità superiore.
La stricnina agisce sul sistema nervoso centrale come potente eccitante e su quello periferico ove causa il blocco di particolari terminazioni nervose. Questo comporta che ogni stimolo diventa uno spasmo. La dose mortale media per l’uomo è di 1 mg/kg. La morte sopravviene per blocco respiratorio o per esaurimento fisico.
La stricnina è stata usata come pesticida per topi ed altri animali indesiderati. Nella prima metà del secolo scorso è stata adoperata in medicina a piccole dosi come stimolante, come lassativo o come rimedio contro i disturbi dell’apparato digerente. Unitamente all’amfetamina era il dopante sportivo più usato intorno agli anni ’50-’60 dello sorso secolo. Attualmente in Italia il commercio di stricnina e dei suoi derivati è vietato.
La brucina dal punto di vista farmacologico esplica un’azione analoga alla stricnina, anche se, pur rimanendo pericolosamente tossica, è meno attiva e meno amara della stricnina. A temperatura ambiente si presenta anch’essa come una polvere bianca inodore. L’aggiunta di acido nitrico o di nitrati produce soluzioni dal colore rosso molto intenso.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Ignatia amara è un policresto omeopatico con molte reazioni psico-somatiche riconducibili a cause quali dispiaceri, collera, paura, lutti, delusioni, insuccessi, ambizioni smisurate non realizzate, esami falliti, occasioni perdute, ecc. E’ un rimedio anti-stress per eccellenza e delle grandi contraddizioni, cioè è il rimedio dell’isterismo, della nevrosi, della instabilità emotiva, della depressione, della malinconia con tendenza al pianto. Spesso diventa il rimedio delle persone che presentano la “psicologia del fallimento”, cioè di soggetti in età media o matura che hanno aspirato ad una condizione sociale più elevata senza riuscire a raggiungerla, oppure di soggetti in età più avanzata che sono terribilmente delusi dalla vita, dagli insuccessi, dal comportamento dei figli, ecc. Più in generale il rimedio trova corrispondenza in quegli individui che presentano uno stato di sofferenza psichica dovuto alle profonde delusioni verso le loro importanti aspettative oppure alla consapevolezza di essere irrimediabilmente inadeguati alle circostanze.
Il rimedio agisce quindi prevalentemente sul sistema nervoso con importanti riflessi su tutti gli organi ed apparati. I sintomi caratteristici sono simili a quelli prodotti dall’avvelenamento da stricnina e/o da brucina, che come visto sono gli alcaloidi maggiormente contenuti nei semi della Ignatia amara da cui ha origine il rimedio. Detti alcaloidi esercitano un’azione generale eccitante sul sistema nervoso tale da diventare, a dosi elevate, di tipo convulsivante arrivando a provocare contrazioni tetaniche. Di conseguenza i sintomi fondamentali del rimedio sono gli spasmi. Poiché la sfera dell’emotività è predominante, al rimedio corrispondono una serie di complessi nervosi in grado di provocare sul piano mentale un’alterazione degli atteggiamenti dell’individuo nei confronti della vita in società e sul piano fisico un disordine delle funzioni della vita vegetativa, dovuto allo sregolamento totale del sistema nervoso autonomo involontario. Pertanto il soggetto Ignatia sarà affetto mentalmente da sofferenza psichica, da nevrosi e fisicamente da disfunzioni ai sistemi cardio-circolatorio, respiratorio, digerente, urinario, ghiandolare.
Come già accennato, l’altro importante rimedio della materia medica omeopatica che ha un’azione generale eccitante sul sistema nervoso ed i cui sintomi fondamentali sono essenzialmente spastici, è Nux vomica. Però le diverse concentrazioni di stricnina e di brucina e degli altri alcaloidi minoritari presenti, fanno sì che i due rimedi, pur avendo notevoli somiglianze, hanno patogenesi completamente differenti. In Ignatia amara, come abbiamo visto, prevale la sfera dell’emotività o meglio della instabilità emotiva, della malinconia con tendenza alle lacrime, per cui i suoi spasmi sono conseguenti ad emozioni, dispiaceri, pensieri, delusioni, ecc. In Nux vomica invece prevale la sfera dell’irritabilità per cui gli spasmi sono causati da un’irritazione, un affaticamento, una collera, ecc.
Gli spasmi di Ignatia amara, come d’altronde quelli di Nux vomica, colpiscono numerosi organi ed apparati dando luogo alle sindromi più svariate.
Tra i più frequenti troviamo gli spasmi digestivi, sia gastrici che intestinali, accompagnati da nausea e/o vomito ed a volte da emicrania e/o aerofagia. Il malato accusa dolori diffusi, difficoltà digestive, coliche addominali intermittenti, stipsi con stimoli inefficaci, evacuazioni dolorose, evacuazioni con sforzo anche di feci molli alternate a diarrea. Spesso avverte la sensazione di vuoto allo stomaco, accentuata a metà mattinata e nel pomeriggio, che lo costringe a mangiare del cibo, altrimenti collassa.
Le epatopatie di Ignatia sono dovute essenzialmente agli spasmi delle vie biliari, più che a vere e proprie disfunzioni organiche, che causano una serie di disturbi epato-digestivi molto fastidiosi.
Gli spasmi dell’apparato cardio-circolatorio provocano tachicardia e palpitazioni che impediscono al malato di dormire, inducendo ansia ed angoscia che aggravano la sua insonnia, nonché una ipertensione che varia con il suo stato di nervosismo, emorroidi pruriginose, rossore al viso, crampi ai polpacci aggravati dal movimento, raffreddamento delle estremità, ecc.
Possono essere presenti spasmi alla gola (come in Lycopodium e Mercurius) che producono sintomi del tutto analoghi a quelli del “bolo isterico” (il cosiddetto “nodo alla gola”) dei malati nevrotici, con deglutizione difficoltosa e dolente che toglie l’appetito. Anche la tosse, se presente, è spasmodica.
Le cefalee o le emicranie, che compaiono al minimo nervosismo, sono di tipo battente, pressante, con la sensazione di avere un chiodo che si conficca nella testa oppure come qualcosa che prema dentro la testa per uscire fuori.
Un altro sintomo chiave di Ignatia sono le vertigini, spesso associate all’ipertensione, che provoca nel malato la sensazione di vacillare o di cadere in avanti.
Anche l’insonnia è un sintomo chiave da interpretare per la corretta individuazione del rimedio, talché può essere non presente subito ma instaurarsi quando la nevrosi diventa più profonda.
Ma il grande sintomo chiave caratteristico di Ignatia è la paradossalità, la contraddizione degli effetti. Ad esempio è tipica la rapida alternanza di umori, spinta al punto tale da produrre riso incontrollato alternato a pianto, come pure la faringite con dolore migliorato dalla deglutizione, la febbre con sete che si avverte solo durante gli attacchi di freddo, i conati di vomito a stomaco vuoto che migliorano mangiando, la dispepsia per gli alimenti di facile digestine, i dolori che cambiano posizione o che compaiono e scompaiono improvvisamente, l’emicrania che è alleviata coricandosi sul lato dolente e così via.
Constateremo una certa subitaneità dell’apparizione dei sintomi, tanto nelle crisi gastriche, epatiche o cardiache, quanto in altri disturbi somatici, ma anche una certa incoordinazione motoria che causa ad es. la contrazione dei muscoli facciali quando si parla, l’incertezza dei movimenti, il tremore, come pure una spiccata ipersensibilità generale che produce reazioni esagerate ad ogni stimolo esterno (luce, rumore, odori, dolori) ed infine una grande sensazione di stanchezza (come in Kali carbonicum e Sulphur).
Il soggetto Ignatia si presenta spesso con capelli e cute scura, è un tipo che si agita, gesticola, è affrettato nel parlare, è ansioso, irrisoluto, capriccioso, esibizionista, ha un atteggiamento teatrale, ama la solitudine e generalmente è una donna (ma non esclusivamente). Il suo temperamento è nervoso – linfatico, visto che subito dopo la crisi isterica ritorna calmo e beato (proprio come il linfatico), stupendosi di quanto è successo.
La sintomatologia di Ignatia corrisponde inevitabilmente alla sua nevrosi ed alla sua ipersensibilità. I sintomi peggiorano con il freddo, di mattina, dopo il pasto, dopo un’emozione, con il movimento prolungato, prima e durante le mestruazioni, con l’uso di caffè, alcool, tabacco (difatti prova avversione per l’alcool, il tabacco o i profumi), con il rumore, la luce viva, il minimo contatto. I sintomi migliorano con il caldo moderato (il caldo intenso crea disagio), durante il pasto, con il cambiamento di posizione, premendo sul lato dolente, dopo le mestruazioni. La lateralità è destra.
Vi sono due chiavi di lettura che contraddistinguono e sintetizzano efficacemente le caratteristiche del rimedio: Ignatia amara è la donna isterica e la benzodiazepina (cioè il farmaco tradizionalmente usato nella terapia dell’ansia e dell’insonnia) omeopatica.
I principali sinergici (complementari) di Ignatia sono Aurum metallicum, Natrum muriaticum, Phosphoricum acidum
I principali antidoti (ma che aiutano la sua azione) sono Gelsemium e Phosphoricum acidum nella depressione, Belladonna, Hyosciamus niger negli spasmi, Aceticum acidum, Arnica montana, Camphora, Chamomilla, Cocculus, Coffea, Nux vomica, Pulsatilla nella generalità dei sintomi nervosi.
I principali incompatibili sono Coffea e Tabacum.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Ignatia amara si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.
1) SISTEMA NERVOSO. Ipersensibilità con umore mutevole, cangiante, paradossale. Depressione dopo un dispiacere. Emotività, isterismo, nevrosi, ansia, paure, attacchi di panico, indecisione, desiderio di solitudine, malinconia. Facile tendenza al pianto. Frequente bisogno di sospirare con sensazione di mancanza d’aria. Sonno irrequieto o insonnia.
2) TESTA. Cefalea o emicrania con congestione della testa che migliora piegandola in basso e peggiora ad ogni eccitazione, accompagnata da dolore battente, pressante, con sensazione di chiodo che si conficca in testa oppure che qualcosa prema dentro per uscire fuori. Vertigini, spesso associate a ipertensione arteriosa. Spasmi muscolari del viso o intorno alla bocca. Odontalgia dopo i pasti. Dolore alle parotidi. Gonfiore agli occhi ed alle palpebre superiori.
3) APP. DIGERENTE. Dispepsia (specie per gli alimenti di facile digestione), aerofagia, singhiozzo, nausea, vomito frequente o continuo. Vuoto e debolezza all’epigastrio. Attacchi periodici di crampi allo stomaco. Coliche addominali. Spasmi delle vie biliari. Stipsi spastica con stimoli inefficaci. Evacuazione dolorosa. Possibile diarrea. Emorroidi pruriginose che migliorano camminando. Tutti i sintomi si aggravano alla minima contrarietà, alla minima emozione.
4) APP. CARDIOVASCOLARE. Tachicardia e palpitazioni che impediscono di dormire. Dolori cardiaci. Sensazione di punzecchiamenti, di punture al cuore. Senso di soffocamento. Ipertensione arteriosa variabile con lo stato di nervosismo.
5) APP. LOCOMOTORE. Grande sensazione di stanchezza fisica (oltre che mentale). Dolori alle ossa ed alle articolazioni. Dolore intercostale migrante. Pesantezza delle gambe e dei piedi. Irrigidimento delle ginocchia. Crampi ai polpacci aggravati dal movimento. Freddo ai piedi ed alle gambe fin sopra il ginocchio. Incoordinazione motoria, incertezza dei movimenti, leggero tremore, parola esitante. Sciatica con debolezza del dorso e degli arti inferiori. .
6) APP. RESPIRATORIO. Faringite con deglutizione dolente e sensazione di avere una spina in gola. Bolo isterico (sensazione di ostruzione laringo-faringea, come se una massa in gola rendesse difficile la deglutizione e la respirazione, legata allo stato di nevrosi). Tosse spasmodica che diventa più forte con la ripetizione (più si tossisce, più si ha voglia di tossire). Costrizione al torace, specialmente di notte.
7) APP. URINARIO. Stimolo urgente ed irresistibile di urinare, specie dopo aver preso caffè. A volte sensazione di bruciore nell’uretra durante la minzione. Pollachiuria.
8) APP. GENITALE FEMMINILE. Mestruazioni anticipate e abbondanti, precedute da emicrania (chiodo fisso in testa). Mestruo nero, di odore putrido, misto a grumi. Dismenorrea. Metrorragia. Spasmi uterini con dolori lancinanti che si mitigano alla pressione e coricandosi sul dorso. Leucorrea purulenta preceduta da contrazione pressoria nell’utero. Dolori nei rapporti sessuali.
9) APP. GENITALE MASCHILE. Prurito intenso ai genitali. Dolore ai testicoli, prevalentemente a quello destro, specie di sera dopo essersi coricati. Diminuzione del desiderio sessuale. Erezioni incontrollate con dolori al pube.
10) CUTE. Prurito su tutto il corpo senza motivo organico, che si attenua grattandosi. Escoriazioni varie. Orticaria con prurito violento (specie durante la febbre). Geloni.
DOSI
Nei casi 1) e 2), diluizione 9CH, 3 granuli o 8-10 gocce una volta al dì.
In tutti gli altri casi, diluizione 5CH, 3 granuli o 8-10 gocce 3-6 volte al dì.
(*) V. Note esplicative
Clarice dice
Gentile dott.ssa della Volpe,
sono psicoterapeuta e psicofarmacologa, con consolidata preparazione, lunga esperienza e favorevole orientamento all’uso clinico di psicoattivi allopatici.
Malgrado questo, mi è capitato di rimanere stupita dagli incontestabili benefici terapeutici che Ignatia amara 30 lm sta apportando ad una mia peziente con disturbo dell’umore ansioso-depressivo di grado grave.
Il mio dubbio è relativo all’assunzione del rimedio, che la paziente ha rimodulato motu proprio, rifiutando di consultare con conveniente cadenza l’omeopata che l’ha in cura, il quale le aveva prescritto una monodose/settimana.
La mia paziente, invece, autonomamente ha optato per una somministrazione in forma di gocce, posologia 4 gtt/almeno 6 vv-die, che a detta della paziente equivale a un uso al bisogno, il quale a sua volta pare sembri giovarle.
Ho il timore però che una simile modalità d’utilizzo non abbia un razionale preciso, ma solo una disposizione psicologica a cui è peraltro sottostante una patologia dell’umore: insomma, prendere 4 gocce almeno 6 volte al giorno può costituire sul medio/lungo terminea un nocumento per la mia paziente?
Fermo restando che continuerò a insistere con la paziente stessa per un pronto consulto con l’omeopata curante, chiederei intanto a lei, per mia maggiore e più completa informazione ai fini di un’ottimale strategia terapeutica, un suo cortese parere riguardo le scelte soprariportate di assunzione del rimedio effettuate in autonomia dalla mia paziente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile dott.ssa Clarice, se gli effetti terapeutici sono positivi evidentemente ha ragione l’organismo della sua paziente, in abbinamento all’uso della diluizione LM. Infatti le diluizioni cinquantamillesimali LM, preconizzate proprio da Hahnemann nelle VI e ultima edizione dell’Organon, sono delle diluizioni medio-alte molto particolari che proteggono abbastanza sia dall’aggravamento omeopatico (quello terapeutico, consistente in un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare che potrebbe presentarsi all’inizio della terapia) e sia dall’aggravamento iatrogeno (consistente nella comparsa di nuovi sintomi contenuti nel rimedio, come sviluppo del suo potere patogeno). Questo perché le LM, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto del rimedio omeopatico e quindi di evitare o di ridurre significativamente l’entità degli aggravamenti di cui in precedenza. Mentre però l’aggravamento omeopatico, abbastanza inevitabile (ma controllabile), è di tipo terapeutico, vale a dire che sta ad indicare la corretta azione del rimedio in un percorso terapeutico favorevole, al contrario l’aggravamento iatrogeno è soltanto disturbante, a volte dannoso e quindi rende più tortuoso il percorso della guarigione. L’aggravamento iatrogeno si verifica quando nel corso di una malattia cronica, trattata quasi sempre con le medie e le alte diluizioni, il rimedio omeopatico viene ripetuto a distanze ravvicinate ignorando completamente i tempi di entrata in azione e di copertura terapeutica del rimedio stesso. Ma abbiamo detto che tale aggravamento, che è quello che preoccupa di più, con le diluizioni LM è abbastanza scongiurato. Inoltre bisogna ancora aggiungere che l’attività clinica delle diluizioni omeopatiche è strettamente legata alla sensibilità ed alla reattività individuale del paziente ed anche la relativa posologia segue le stesse vicissitudini. Il concetto è che l’omeopatia è una medicina con una personalizzazione molto spinta, è “la medicina che veste su misura”, come si è solito dire, che sfugge a qualsiasi regola di carattere generale e che richiede un adattamento intimo al singolo caso in esame. Il medico omeopata curante, che conosce molto bene questi aspetti e le peculiarità della paziente, alla luce dei risultati conseguiti sarà in grado di valutare l’operato della stessa, a contestualizzarlo ed a suggerire gli atteggiamenti terapeutici da tenere per il futuro. Cordiali saluti.
cosetta dice
Salve Dottoressa, ho trovato l’articolo su Ignatia molto interessante e vorrei esporle il mio quesito. Ho 48 anni, a gennaio ho avuto una mestruazione emorragica durata ben 20 gg, mi sono rivolta alla mia ginecologa dal momento che ho anche un mioma uterino di circa 7cm di diametro. Premesso che secondo lei dovrei essere in fase di premenopausa, mi ha consigliato di assumere un progestinico per regolarizzare il ciclo e non incorrere in peggioramenti dell’anemia(emoglobina 9,6). Nel mio caso, avendo parlato un po’, mi ha consigliato per il mio stato d’animo(che rispecchia la maggior parte dei punti citati nell’articolo) di assumere IGNATIA INTEGRATO 200 CH tubodose in globuli (OTI) ogni 5gg. Il rimedio lo sto assumendo da circa un mese, e mi sento meglio, ma vorrei domandarle secondo lei se la posologia è giusta. Sono una persona molto emotiva con facile pianto,pesantezza e senso di soffocamento al petto quando mi sento particolarmente agitata,mi manca l’aria quando mi sento impotente. Disoccupata da 4 anni,ho sempre lavorato da quando avevo 19 anni,non riesco a reinserirmi nel lavoro(faccio pulizie presso una famiglia), insoddisfatta economicamente,madre di 3 figli(meravigliosi),compagno egoista e poco sensibile, mi fa pesare e sentire di peso, costringendomi a dover chiedere sempre…18 anni fa divorzio,nello stesso anno perdita di mio babbo a 58 anni a cui ero legatissima…susseguirsi di cambiamenti di lavoro sempre dovuti alla crisi…vita familiare non serena. La mia prima figlia di 18 anni è del mio matrimonio precedente, da 15 anni ho questa nuova vita e 2 figli col mio attuale compagno,il mio senso di frustrazione è alle stelle, perchè la mia maggiorenne non va d’accordo col mio compagno, che dimostra astio nei suoi confronti, anche se la conosce da quando aveva 3 anni(il vero padre non la cerca, è assente da anni…). Mi scuso per le tante informazioni tutte insieme. Cosa succede se per esempio io assumo il tubo dose al bisogno? Tipo dopo una arrabbiatura o altro e non sono passati 5 gg dall’altra assunzione? Grazie per la gentile risposta, la saluto cordialmente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cosetta, è difficile darle una risposta precisa perché l’omeopatia è una medicina a carattere molto personale e quindi ogni entità terapeutica è influenzata dalla sensibilità e dalla reattività del singolo organismo sotto lo stimolo del rimedio omeopatico. Il fatto che lei stia ottenendo dei benefici da un tempo relativamente breve è un ottimo segnale, sia in termini della corretta individuazione del rimedio e sia probabilmente anche della diluizione. Tenga comunque presente che quando si ha a che fare con i disturbi emotivi i tempi di cura sono sempre abbastanza lunghi. La 200CH è una diluizione alta che ha un tempo di copertura terapeutico che supera abbondantemente la settimana, per cui generalmente non è opportuno ripeterla a distanze inferiori. Ha anche un tempo di azione dello stesso ordine di grandezza e quindi non sortirebbe alcuno effetto nei confronti di un evento estemporaneo di breve durata, non potendo fornire una risposta immediata. Una somministrazione ogni 5 giorni è già una terapia di attacco che non è consigliabile forzare ulteriormente. Però lei comunque si trova sotto la copertura terapeutica di Ignatia, contenuta nel complesso, che si consoliderà sempre di più con il tempo e ciò la dovrebbe proteggere abbastanza dagli effetti di un’arrabbiatura o di un altro trauma emotivo. Ne parli anche con la ginecologa. Cordiali saluti.
antonietta dice
Salve dottoressa siccome soffro da anni di attacchi d ansia e panico mi sono rivolta ad una psicologa che mi ha consigliato una psichiatra per un supporto farmacologico la domanda che volevo farle posso sostituire con l omeopatia?l omeopatia agisce sul cervello?e un ultima domanda c’è qualche rimedio che può alzarmi il livello di serotonina? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Antonietta, l’omeopatia può essere in grado di curare l’ansia e gli attacchi di panico, disponendo di una ricchezza di rimedi e di patogenesi capaci di trattare qualsiasi disturbo psichico, a condizione però che si individui la cura giusta e la giusta strategia terapeutica. Ciò deve avvenire nel rigoroso rispetto della “legge dei simili” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, secondo la quale il rimedio omeopatico curativo sarà solo quello che contiene un quadro patogenetico sovrapponibile al quadro clinico del paziente. L’omeopatia agisce a livello dell’intero organismo, in modo complessivo e sistemico, giacché la sua azione terapeutica è rivolta unicamente a stimolare ed incanalare correttamente la capacità naturale di guarigione, andando a ripristinare l’efficienza e la funzionalità dei sistemi di difesa e di regolazione generale dell’organismo (sistema nervoso, sistema immunitario, sistema endocrino). Di conseguenza non esiste un rimedio omeopatico che specificamente innalza il livello di serotonina nel sangue, ma esiste il rimedio omeopatico che, qualora scelto oculatamente per il singolo paziente, è in grado innanzitutto di curare e se richiesto dalla situazione clinica o dalla guarigione anche di alzare la serotonina. Cordiali saluti.
Umberto dice
Gentile d.essa La ringrazio x i suggerimenti datomi e che già attuo,in effetti ho difficoltà a trovare un guanciale che mi trovi bene,però avendone già acquistati4compreso1 ortopedico però senza successo non me la sento di acquistarne ancora altrimenti devo mettere la bancarella x rivenderli,no scherzi a parte qualcuno mi ha detto che può essere che avendo un alimentazione esclusivamente vegetariana potrebbe essere una causa x crampi e difficoltà alla addormentarmi,anche se x la difficoltà ad addormentarmi escludo sia causa alimentazione poiché ne soffro dal 1993 in seguito ad intervento a cuore aperto ed infatti e da allora che han cominciato a prescrivermi benzodiapezine ed aumentarmi dosaggio man mano che il dosaggio che prendevo non era sufficiente a farmi addormentare(sfortunata,medico incosciente)giunto prescrivermi 4cp halcion250mg a sera ora ho mandato al diavolo questo medico;come dicevo secondo Lei alim totalmente vegetali può essere causa?La La ringrazio e saluto cordialmente.dina55
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Dina con commento a nome Umberto, l’alimentazione, spesso trascurata nella terapia dell’insonnia, assume anch’essa un ruolo importante sia per quantità che per qualità. Infatti l’insonnia è peggiorata dalla cattiva digestione o da una digestione appesantita, per cui è buona norma che il pasto serale sia maggiormente contenuto, ma comunque adeguato alle proprie necessità e che sia costituito da alimenti più digeribili. Ho detto “adeguato alle proprie necessità”, perché anche il digiuno o un’alimentazione insufficiente è causa d’insonnia. Va ancora osservato che l’equilibrio nutrizionale mette abbastanza al riparo dal rischio d’insonnia, perché gli ormoni che facilitano il sonno, ossia la serotonina e la melatonina, necessitano del giusto apporto di triptofano, di carboidrati complessi, di vitamine (in particolare B1 e B6) e di sali minerali (in particolare calcio e magnesio). Il triptofano, che è un precursore della serotonina (quest’ultima a sua volta è un precursore della melatonina), è contenuto maggiormente negli alimenti di origine animale, come carni, uova, latte e derivati, yogurt, ma anche in semi di soia, semi di sesamo, semi di girasole, patate, banane, riso, cereali integrali, verdure a foglia verde, noci, mandorle, arachidi, ecc. I carboidrati complessi sono contenuti principalmente nei cereali e derivati (pasta, pane, mais, orzo, riso, segale, ecc.) e nei tuberi (patate). La vitamina B1 (o tiamina) è contenuta soprattutto in germe e crusca di frumento, soia, noci, lievito di birra, pistacchi, grano saraceno, piselli, avena, fagiolini, fagioli, fave, ecc. La vitamina B6 (o piridossina) è contenuta principalmente in legumi (piselli, soia, lenticchie), patate, cereali integrali e derivati, verdura a foglia verde, ortaggi (cavoli, carote, fagiolini), uova, frutta fresca (meloni, banane, avocado), castagne, frutta secca (mandorle, pistacchi, nocciole), erbe aromatiche (salvia, alloro, menta), ecc. Gli alimenti più ricchi di calcio sono latte e derivati, erbe aromatiche, legumi, verdure, frutta secca e oleosa, cereali e derivati, ecc. Gli alimenti più ricchi di magnesio sono cereali integrali, verdure a foglia verde, frutta secca, kiwi, banane, uva, patate, legumi, ecc. Inoltre andrebbero evitati o limitati gli alimenti sfavorenti il sonno come tè, caffè, cacao, alcool, carboidrati semplici, ecc. Infine possono aiutare a conciliare il sonno le tisane di melissa, tiglio, escolzia, passiflora, biancospino, foglie d’arancio, camomilla, ecc., da assumere specialmente la sera prima di andare a letto. Cordiali saluti.
bertilla dice
Gent.ma dott.sa
non era mia intenzione criticare l’omeopatia, io e da anni che la uso e mi sono trovata benissimo
forse nel momento in cui ho scritto ero un’attimo tesa, sono in ansia per un mio caro e caduto in depressione ,prende un sacco di psicofarmaci e mi creda e un ragazzo che non ha mai preso certi farmaci si e sempre curato anche lui con l’omeopatia il problema e che non trovo risultati se non che e sempre peggio .Le chiedo un consiglio le posso dare la serotonina? ho letto che e miracolosa attendo con ansia una risposta la prego di perdonarmi se sono stata scortese non era mia intenzione la saluto cordialmenta e grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Bertilla, come ho suggerito nella risposta precedente, il consiglio è di rivolgersi ad un bravo medico omeopata, perché i disturbi psichici non si risolvono con l’automedicazione, con il “fai da te”, con gli interventi occasionali, ma essi richiedono una cura estremamente personalizzata ed una strategia terapeutica molto raffinata. Ciò lo si effettua solo con un esame ed uno studio approfonditi del paziente, del suo quadro clinico, delle sue caratteristiche morfologiche, fisiologiche, psicologiche e di tutte quelle peculiarità che rendono il soggetto unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo (costituzione, temperamento, carattere, ereditarietà, familiarità, sintomatologia, sensazioni, stile di vita, alimentazione, ambiente, lavoro, relazioni sociali, ecc. ecc.). Si individueranno quindi i rimedi omeopatici, le diluizioni, le posologie, gli eventuali omeoterapici sinergici o complementari, gli eventuali bioterapici di supporto, gli eventuali oligoelementi gluconati, gli eventuali fitoterapici e quant’altro dovesse occorrere. E’ facile rendersi conto che un “lavoro” del genere lo può svolgere solo un medico omeopata, il quale dovrà anche stabilire le modalità di riduzione graduale degli psicofarmaci fino al loro definitivo abbandono e dovrà monitorare i segnali provenienti dal campo durante la terapia per apportare gli eventuali adattamenti. Senza il medico omeopata si va avanti per tentativi, sui consigli altrui, su quello che si legge in giro, senza poter mai risolvere definitivamente il problema ed anzi con il rischio di ingenerare azioni controproducenti. Ad esempio, relativamente alla serotonina, l’integrazione esterna di tale neurotrasmettitore si giustifica solo se esiste un effettivo calo dei suoi livelli nel sangue e quindi che i disturbi siano attribuibili proprio a detta carenza. In caso contrario un eccesso di serotonina può comportare alterazioni e disfunzioni molto serie e dannose, andando da un’eccessiva sonnolenza continua (letargia) ad una vera e propria “sindrome serotoninergica”, quest’ultima caratterizzata da moltissimi sintomi fisici e psichici che sicuramente andrebbero a peggiorare una situazione già difficile. Se quindi l’integrazione di serotonina dovesse rendersi necessaria, essa andrebbe fatta esclusivamente sotto la supervisione medica. Nel concludere mi sento di rinnovare il consiglio di ricorrere ad un bravo medico omeopata, se si vogliono avere delle concrete possibilità di superare i propri disturbi psichici e fisici. Cordiali saluti.
SILVIA dice
Grazie per la risposta dottoressa, quindi l’omeopatia potrà con il tempo aiutarmi ancora allo scalaggio del Minias? Sto prendendo tutto da due settimane, da quando ho iniziato lo scalaggio. Posso continuare? Costano molto. Spero di si. Sono disperata. Devo riuscire. Un abbraccio affettuoso. Se può mi suggerisca altri rimedi SILVIA
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, nel rispetto dei contenuti della risposta precedente, l’omeopatia può senz’altro riuscire nello scalaggio del farmaco benzodiazepinico fino al suo completo abbandono. Ho cercato però di spiegare che tale “lavoro” lo può svolgere, con la dovuta precisione e sicurezza, solo un medico omeopata al quale le consiglio di rivolgersi se vuole avere delle concrete possibilità di superare i suoi disturbi emotivi e del sonno. Il medico omeopata potrà inoltre valutare ancora meglio se la cura suggerita dal farmacista è la più adatta per lei. Poiché alla base dell’insonnia o dei disturbi del sonno c’è quasi sempre una sofferenza emotiva o nervosa, più o meno forte, più o meno ripetitiva, dovuta a varie cause quali ad es. superlavoro, stress, ansie, dispiaceri, abuso di eccitanti, ecc., a titolo d’informazione, si legga l’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Per quanto riguarda specificamente l’insonnia potrebbe essere importante adottare anche alcuni accorgimenti di sicuro giovamento. La sera consumare un pasto leggero, limitando i cibi grassi, le salse, i farinacei che appesantiscono la digestione. Evitare comunque di coricarsi subito dopo mangiato, se possibile camminare almeno per un quarto d’ora – mezz’ora, oppure praticare un esercizio fisico leggero, ascoltare della musica rilassante (ad es. classica, romantica), o fare una lettura distensiva (evitando quelle eccitanti o angoscianti), evitare le discussioni e le dispute familiari, non rinviare l’andata a letto se si avverte un principio di sonnolenza. Integrare al pasto della sera gli alimenti che esercitano un’azione sedativa, come aglio, cipolle, scalogni, basilico, avena, cavolo, zucca, maggiorana, lattuga, melissa, mela, albicocche, pesche, miele. Preferire sempre un’alimentazione con cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B1, B2, C, D, E), con un buon contenuto di fibre e di sali minerali e abolire le sostanze eccitanti come tè, caffè, tabacco. Prendere l’abitudine di bere la sera, prima di andare a letto, una tisana di foglie d’arancio o di tiglio o di passiflora, oppure una tazza di latte caldo. Controllare anche alcuni fattori nella camera da letto, come ad es. la temperatura, la rumorosità, l’idoneità del letto, del materasso, del cuscino, delle coperte, del pigiama. Anche la posizione del corpo nel letto potrebbe avere la sua importanza. Infine dia un’occhiata all’articolo “Per riposare meglio” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici dell’antica tradizione molto utili per una regolarizzazione del sonno sia in quantità che in qualità. Cordiali saluti.
bertilla dice
Il disturbo di bipolarità, come può essere curato? Si può controllare,quali tipi di farmaci tradizionali si possono prendere prendo depakin crono 300 e tante altre porcherie e il problema sussiste ho provato di tutto anche con omeopatia, usando i protocolli non si arriva a niente ogni indivio e un soggetto a se quindi anche il farmaco deve essere personalizzato se no a cosaserve NIENTE
CORDIALITA
BERTILLA
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Bertilla, non ho ben compreso che cosa intende chiedere con questo commento e se intende chiedere qualcosa. Comunque se vuole provare a trattare seriamente il suo disturbo bipolare con l’omeopatia, le consiglio di rivolgersi ad un bravo medico omeopata, possibilmente con una buona esperienza in materia. Se qualcosa non ha funzionato per lei non è colpa dell’omeopatia ma di una sua non corretta applicazione e quindi di una cura non appropriata. Cordiali saluti.
SILVIA dice
Gentile dottoressa, dopo anni di dolori e malattie mie e familiari e poi lutti, ho preso Minias gocce fino ad arrivare a 90. Ora ne prendo 15 con tutti gli effetti collaterali del caso. Il farmacista mi ha consigliato Ignatia 200 ch datif PC e Homeogene 46. In più litio oligoelementi, cobalto e rame oro argento. Prendo tutto questo da due settimane per aiutarmi con lo scalaggio di quelle maledette gocce. Voglio riuscirci. Ho letto pero’ tra le sue risposte che l’omeopatia non fa effetto se si prendono farmaci tradizionali. Sarà gentilissima se può darmi qualche consiglio per poter eliminare definitivamente con l’aiuto dell’omeopatia quel farmaco. La ringrazio e complimenti!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, l’uso congiunto di farmaci tradizionali e di rimedi omeopatici, soprattutto quando servono per curare la stessa malattia, non è controindicato in assoluto, ma la loro convivenza, laddove è possibile, dovrebbe essere limitata al massimo per non correre il rischio che i farmaci tradizionali possano inficiare, limitare o condizionare l’azione terapeutica dei rimedi omeopatici (ma non il viceversa). Questo perché in genere una cura omeopatica preferisce operare in un organismo quanto più possibile privo di “rumore di fondo”, senza subire eventuali interferenze, onde veicolare correttamente la bio-informazione contenuta nei rimedi. Però a tale condizione bisognerà arrivarci con la dovuta gradualità, per evitare che si creino dei vuoti terapeutici o dei periodi di non adeguata copertura terapeutica. Di conseguenza non è mai opportuno interrompere bruscamente una cura di medicina tradizionale per passare ad una cura di medicina omeopatica. Bisogna cioè dare tempo alla cura omeopatica di agire e di incominciare a produrre i primi effetti, pur con l’eventuale condizionamento di cui in precedenza, per poi gradualmente diminuire il dosaggio dei farmaci tradizionali fino al loro completo abbandono, verificando a mano a mano che la cura omeopatica diventi sempre più protagonista e che possa continuare da sola. E’ questo il “lavoro” che svolge il medico omeopata, il quale raccogliendo, monitorando e interpretando i segnali che provengono dal campo durante la terapia, può essere in grado di stabilire le modalità della dismissione con la dovuta precisione e sicurezza. Ovviamente da tutto questo discorso sono esclusi i farmaci tradizionali “salvavita” che dovranno necessariamente convivere con i rimedi omeopatici: in tal caso sarà ancora l’abilità del medico omeopata a rendere questa associazione la più compatibile possibile. Grazie per i complimenti. Cordiali saluti.
dina dice
Complesso ignatia soluzione un cucchiaino in acqua mattino e sera per diminuire gradualmente benzodiapezine e e quindi disintossicarsi secondo lei è il rimedio giusto?e le dosi sono sufficienti quali reazioni devo aspettar
Aspettarmi con questo rimedio?la ringrazio dina55
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Dina, i rimedi complessi che contengono Ignatia amara sono diversi ed ogni azienda farmaceutica produce i propri in base al tipo di contributo terapeutico che deve essere utilizzato. Innanzitutto è bene precisare che i rimedi complessi, costituiti cioè da un mix selezionato di vari rimedi omeopatici o di sostanze omeopatizzate, non appartengono all’omeopatia classica, bensì sono degli antiomotossici, ossia sono rimedi dell’omotossicologia, che pur avendo diversi punti di contatto con l’omeopatia, alla quale si ispira, ha però degli orientamenti terapeutici e dei criteri di scelta dei rimedi completamente differenti. I rimedi complessi fanno capo essenzialmente a tre tipologie di base: i composti semplici (patologie acute su base infiammatoria), gli homaccord (patologie psicosomatiche) e i compositum (patologie funzionali o patologie d’organo). Altra cosa è il rimedio omeopatico unitario Ignatia amara dell’omeopatia classica, nel quale lei afferma di riconoscersi abbastanza. In tal caso infatti la scelta del rimedio viene fatta basandosi sulla somiglianza rimedio-paziente, sulla sovrapponibilità tra il quadro patogenetico del rimedio ed il quadro clinico del paziente, sia dal punto di vista fisico che dal punto di psichico. Invece in omotossicologia il rimedio complesso viene essenzialmente scelto in base allo stadio di avanzamento della patologia, inquadrabile nella relativa “tavola delle omotossicosi” che divide la malattia in sei fasi, dal fisiologico al patologico. Se il rimedio complesso e la relativa posologia sono o no giusti per lei, lo si potrà sapere solo con la prova dei fatti. Ecco perché è sempre opportuno non raccogliere i consigli ma rivolgersi ad un medico omeopata, innanzitutto perché è un medico e poi perché l’omeopatia è una medicina molto personalizzata che quasi sempre richiede una terapia diversa da individuo a individuo, pur se affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Tra l’altro il medico omeopata potrà anche stabilire le modalità di dismissione dello psicofarmaco a base di benzodiazepine. Per quanto riguarda specificamente l’insonnia potrebbe essere importante adottare alcuni accorgimenti di sicuro giovamento. La sera consumare un pasto leggero, limitando i cibi grassi, le salse, i farinacei che appesantiscono la digestione. Evitare comunque di coricarsi subito dopo mangiato, se possibile camminare almeno per un quarto d’ora – mezz’ora, oppure praticare un esercizio fisico leggero, ascoltare della musica rilassante (ad es. classica, romantica), o fare una lettura distensiva (evitando quelle eccitanti o angoscianti), evitare le discussioni e le dispute familiari, non rinviare l’andata a letto se si avverte un principio di sonnolenza. Integrare al pasto della sera gli alimenti che esercitano un’azione sedativa, come aglio, cipolle, scalogni, basilico, avena, cavolo, zucca, maggiorana, lattuga, melissa, mela, albicocche, pesche, miele. Preferire sempre un’alimentazione con cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B1, B2, C, D, E), con un buon contenuto di fibre e di sali minerali e abolire le sostanze eccitanti come tè, caffè, tabacco. Prendere l’abitudine di bere la sera, prima di andare a letto, una tisana di foglie d’arancio o di tiglio o di passiflora, oppure una tazza di latte caldo. Controllare anche alcuni fattori nella camera da letto, come ad es. la temperatura, la rumorosità, l’idoneità del letto, del materasso, del cuscino, delle coperte, del pigiama. Anche la posizione del corpo nel letto potrebbe avere la sua importanza. Infine dia un’occhiata all’articolo “Per riposare meglio” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici dell’antica tradizione molto utili per una regolarizzazione del sonno sia in quantità che in qualità. Cordiali saluti.
dina dice
Gentile essa mi è stato consigliato la soluzione complesso ignatia 1cucchiaino in un poco di acqua mattina e sera come rimedio che mi dovrebbe servire gradualmente ad eliminare le 2compresse di benzodiapezina che prendo alla sera per dormire diversamente non chiudo occhio e con le due CP dormo solo 4\5ore al massimo quindi ignatia dovrebbe aiutarmi a disintossicarsi dalle benzodiapezine secondo lei è il rimedio giusto?la dose consigliata è giusta?e poi mi riconosco abbastanza in tanti punti ansia crampi arti sup e inferiori fatto esami dei minerali sono tutti nei valori fatto le biografie idem nei valori giusti il neurologo dice che brancola nel buio e fatto risonanza al cranio che ha documentato modesta assimetria dei corni temporali prevalenza dx, in presenza di aspetto globoso della testa dell ippocampo di SN senza alterazioni del parenchima encefalico.