I rimedi omeopatici (o anche farmaci omeopatici o prodotti omeopatici) sono i farmaci adoperati nelle cure omeopatiche che agiscono secondo la legge “SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR”, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile.
Secondo questa legge una sostanza naturale, che assunta in grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche (infinitesimali), di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato.
Ecco perché parlare delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e quindi i rimedi omeopatici devono essere scelti in base alla somiglianza tra gli effetti che producono nell’individuo sano ed i sintomi che l’individuo malato manifesta.
Processo di individualizzazione
All’interno del quadro dei sintomi occorre tenere conto non solo dei sintomi fisici ma anche delle caratteristiche individuali del malato, costituite dall’insieme delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche (metaboliche-funzionali) e psicologiche in grado di influenzarne la reattività.
Si analizzeranno quindi la costituzione, che comprende anche lo studio del temperamento laddove si includono anche le caratteristiche somatiche, il carattere e la diatesi, che rappresentano il cosiddetto terreno dell’individuo.
L’analisi di tale terreno, diverso da persona a persona, assume un notevole interesse clinico perché consente di ricavare informazioni indispensabili sulle caratteristiche del paziente e sulle sue predisposizioni patologiche, al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più “simile” a lui. Ciò permetterà di attuare sia una terapia nei confronti delle malattie in atto, rimuovendone le cause profonde, sia una a carattere preventivo particolarmente mirata nei confronti delle predisposizioni morbose. Il concetto base, di ispirazione ippocratica, è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia.
Quindi in presenza di una qualsivoglia malattia, occorre analizzare l’individuo nel suo insieme e valutarne tutti gli aspetti, non limitandosi al solo quadro dei sintomi fisici (processo di individualizzazione). E’ tale tipo di indagine e di analisi che deve condurre il medico omeopata per poter giungere alla individuazione del rimedio omeopatico più adatto all’individuo affetto da una determinata patologia.
Caratteristiche del rimedio omeopatico
Ciascun rimedio omeopatico possiede delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri e lo rendono esclusivo. Anche qui tali caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora.
La scelta del rimedio omeopatico “giusto” deve essere, quindi, fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali (vale a dire gli esiti del processo di individualizzazione) con le caratteristiche del rimedio. Solo in questo modo tra i tanti rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare la stessa patologia, si sarà individuato quello più adatto alla persona che ne è affetta.
Preparazione dei rimedi omeopatici
Le sostanze attive da cui traggono origine i rimedi omeopatici appartengono ai tre regni della natura: animale, vegetale, minerale.
Al medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, si deve il processo di preparazione dei rimedi omeopatici ancora oggi utilizzati.
Tale processo deve seguire procedimenti ben codificati, tali da garantire ai rimedi l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia.
Il processo consiste essenzialmente di due fasi: la diluizione e la dinamizzazione (o succussione). La prima fase serve per ridurre a dosi omeopatiche (infinitesimali) la sostanza attiva, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. La seconda fase, intervallata con la prima, serve per conferire al rimedio il potere omeopatico in concomitanza con la suddetta legge. Viene presa, quindi, la pianta o la sostanza minerale o la sostanza di origine animale, la si elabora preventivamente e la si diluisce, nella maggioranza dei casi, in una soluzione idroalcolica (acqua depurata + alcool etilico) con opportuna titolazione, tante volte quant’è la diluizione desiderata, pervenendo alle diluizioni decimali, contrassegnate dalla sigla D, o alle diluizioni centesimali, contrassegnate da CH (fase di diluizione). Si scuote e si percuote energicamente la provetta ad ogni diluizione (fase di dinamizzazione o succussione).
L’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, che forma il cosiddetto ceppo omeopatico, si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione i principi attivi contenuti nella sostanza stessa. Tale trattamento si differenzia a seconda della natura della materia prima utilizzata e tiene principalmente in considerazione il grado di solubilità della sostanza in acqua o in alcool. Più usualmente per le sostanze di origine vegetale, abbastanza solubili, si ricorre alla Tintura Madre, per quelle di origine minerale o animale, in genere solide non completamente solubili, si ricorre alla Triturazione con lattosio. Ovviamente, anche se meno ricorrenti, sono possibili situazioni diverse.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Quelli più utilizzati sono sotto forma di granuli, gocce, pomate, creme. Esistono anche fiale orali, globuli, compresse, capsule, ovuli, colliri, supposte, ecc.
Fasce di diluizione
A scopo puramente indicativo, e quindi con la dovuta flessibilità, è possibile distinguere schematicamente tre fasce di diluizione dei rimedi omeopatici:
Basse diluizioni: D2 – D8, 1CH – 4CH.
Medie diluizioni: D9 – D23, 5CH – 11CH.
Alte diluizioni: > D24, >12CH ove si supera il numero di Avogadro e le preparazioni non contengono alcuna molecola della sostanza originale.
Somministrazione dei rimedi omeopatici
Al momento della somministrazione, occorre tenere presente che i rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. I granuli non vanno toccati con le mani e si assumono o ponendoli direttamente sotto la lingua tramite il coperchio dell’apposito contenitore e lasciandoli sciogliere lentamente o si sciolgono in un poco d’acqua. In tal caso prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte il contenitore prima dell’assunzione.
Denominazione dei rimedi omeopatici
I rimedi omeopatici possono assumere le seguenti denominazioni, che aiutano a comprenderne meglio il tipo di azione.
◊ Rimedi omeopatici sinergici: si dice “sinergico” un rimedio che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie: Rimedi complementari, che sono quelli con grado di sinergia alto e Rimedi che seguono bene, che sono quelli con grado di sinergia medio e basso. I sinergici possono essere adoperati nelle cure omeopatiche che già si prevedono lunghe, come quelle per guarire completamente da un’affezione cronica. In tal caso il processo curativo va avanti per gradi ed ogni grado richiede un adattamento terapeutico particolare che avviene proprio con i sinergici.
◊ Rimedi omeopatici asinergici: si dice “asinergico” un rimedio che ha la caratteristica di controllare o annullare l’azione di un altro rimedio. I rimedi asinergici si dividono nelle seguenti due categorie:
• Rimedi omeopatici antidoti: si dice “antidoto” un rimedio che ha la proprietà di controllare l’azione del rimedio somministrato in precedenza, attenuandone o eliminandone le manifestazioni esagerate. Si ricorre al rimedio antidoto per contrastare gli effetti disturbanti del primo rimedio quando ci si trova di fronte o ad un eccesso di uso o ad un aggravamento omeopatico, del tutto naturale ma non sopportabile dal paziente, che possono entrambi tradursi in una condizione di tracollo generale, fisico e psichico. Questo in genere si verifica con le alte diluizioni. Si ricorre altresì ad un rimedio antidoto quando nel corso della terapia omeopatica compaiono nuovi sintomi fastidiosi e sgradevoli che è opportuno attenuare o eliminare. In tal caso il rimedio antidoto sarà individuato tra quelli in grado di curare questi nuovi sintomi. L’antidoto omeopatico non annulla l’azione del rimedio precedente, ma incanala correttamente le reazioni del malato e per questo ne rafforza lo stato generale.
• Rimedi omeopatici incompatibili: si dice “incompatibile” un rimedio completamente opposto ad un altro rimedio, cioè che ha una patogenesi diametralmente opposta. Un rimedio è incompatibile con un altro rimedio quando è in grado di attenuare o annullare l’azione di quest’ultimo. Pertanto è di fondamentale importanza conoscere l’incompatibile di ciascun rimedio omeopatico se la cura prescrive più rimedi. Anche alcuni alimenti possono avere tali caratteristiche. Ad es. gli incompatibili generali sono caffè, tisane di menta e di camomilla, caramelle a menta, aceto, spezie dal profumo molto forte.
◊ Rimedi omeopatici sintomatici o ad azione locale: si dice “sintomatico” o “ad azione locale” un rimedio per la cui scelta si è avuto maggiore riguardo al quadro sintomatologico, pur considerando altri fattori quali la causalità, le modalità, le concomitanze, le sensazioni del paziente ed altro. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e solitamente hanno una bassa diluizione: la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Possono essere adoperati anche per le malattie croniche, in tal caso però occorre allungare i tempi ed il periodo di somministrazione.
◊ Rimedi omeopatici costituzionali o di fondo: si dice “costituzionale” un rimedio omeopatico le cui caratteristiche principali corrispondono ai caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri della costituzione del paziente. La scelta del rimedio viene fatta analizzando, oltre il quadro sintomatologico, tutte le altre manifestazioni del soggetto che consentono di individuare la sua costituzione ma anche la sua datesi, verificando quindi le sue tendenze morbose acquisite e congenite, le malattie pregresse, le modalità proprie di reazione, gli aspetti mentali ed altro. Viene osservato quindi quello che è chiamato il terreno del paziente. In genere si tratta di rimedi somministrati per curare le malattie croniche e solitamente hanno un’alta diluizione: la loro azione è più generale, più profonda, anche se non completamente sistemica, ma più lenta. Il rimedio costituzionale è pertanto un rimedio “di fondo”.
◊ Rimedio omeopatico simillimum: si dice “simillimum” un rimedio per la cui scelta si è avuto scrupoloso riguardo alla globalità delle manifestazioni del paziente, cioè oltre al quadro sintomatologico si sono analizzate tutte le altre caratteristiche individuali (somatiche, psichiche, ereditarie, acquisite, ecc.) di cui al processo di individualizzazione. Si tratta in sostanza di un rimedio altamente personalizzato, cioè simile al paziente e per questo può essere somministrato alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, fa uso proprio del simillimum.
◊ Rimedi omeopatici acuti: si dice “acuto” un rimedio in grado di curare meglio i sintomi di una malattia che inducono reazioni forti e/o improvvise, tipiche degli stati acuti, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo cronico. Il rimedio omeopatico acuto in genere ha un’azione rapida e breve e per questo nelle cure precede il suo cronico. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum. Viceversa Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis.
◊ Rimedio omeopatico cronico: si dice “cronico” un rimedio che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia quando questi hanno superato la fase acuta, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo acuto. Il rimedio omeopatico cronico in genere ha un’azione lenta e lunga e per questo nelle cure segue il suo acuto. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis. Viceversa Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum.
◊ Rimedi omeopatici policresti: si dice “policresto” un rimedio ad ampia azione, cioè un rimedio che ha un’azione generale riequilibrante utilizzabile per curare varie patologie. I policresti sono i grandi rimedi della Materia Medica Omeopatica.
Cure omeopatiche
Nelle cure omeopatiche la regola che in generale si segue è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si prescrivono rimedi omeopatici a bassa diluizione (ad azione più superficiale), mentre per le malattie allo stato cronico si assumono rimedi a media ed alta diluizione (ad azione più profonda). Più grande è la sovrapponibilità di cui in precedenza (lo ripetiamo dell’insieme dei sintomi fisici e delle altre caratteristiche individuali, con le caratteristiche del rimedio), più ci si può spingere con le diluizioni e quindi l’azione del rimedio sarà tanto più profonda.
La guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi stessi. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con un’eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico. E’ possibile inizialmente un certo peggioramento di alcuni sintomi.
Le cure omeopatiche si rifanno a diverse scuole di pensiero: la Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, prescrive un solo rimedio chiamato simillimum, capace di coprire tutti i sintomi del paziente, la Scuola Medica Omeopatica Pluralista prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra di loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo, la Scuola Medica Omeopatica Complessista prescrive più rimedi sinergici insieme, i cosiddetti complessi, di solito tutti sintomatici.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti” e per altri chiarimenti riguardanti l’omeopatia consultare gli articoli specifici della stessa sezione.
Nella presente sezione, per completezza e semplicità di consultazione, sono riportati in ordine alfabetico i principali rimedi omeopatici, organizzati in schede nelle quali si fornisce:
□ La DESCRIZIONE della sostanza di origine.
□ Le CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO, che come detto è opportuno riscontrare nella persona malata, secondo il citato processo di individualizzazione indispensabile per la individuazione del rimedio “giusto”.
□ L’USO DEL RIMEDIO, legato ai sintomi manifestati dal malato, che per essere meglio curati devono corrispondere e si devono associare alle caratteristiche del rimedio di cui immediatamente sopra.
□ Le DOSI relative consigliate dai medici omeopati, con l’indicazione delle diluizioni, delle quantità e dei tempi di somministrazione.
(*) V. Note esplicative
Gianni dice
Buongiorno dr.ssa Rita della Volpe.
Ho notato che tra i rimedi elencati manca il rimedio omeopatico Acidum Phosphoricum, forse perchè le caratteristiche di questo rimedio sono associate ad altro rimedio compreso nell’elenco ?
Complimenti per il grande lavoro di completezza e semplicità di consultazione per tutti i riferimenti e approfondimenti riportati per ogni rimedio elencato accessibili a tutti.
Grazie e cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gianni, tenga presente che il sito si deve confrontare con questi numeri: i rimedi omeopatici più noti sono oltre mezzo migliaio, di questi i più utilizzati sono poco più della metà, i principali policresti superano la cinquantina ed i principali rimedi ad azione locale sono un centinaio, numeri difficilmente conciliabili con lo spazio disponibile di un sito web e con la relativa praticità di navigazione, volendo mantenere un buon livello di dettaglio. È evidente quindi che bisogna operare delle scelte, dando la giusta priorità ai policresti, ma non trascurando neppure i preziosi rimedi ad azione locale, come lo è Phosphoricum acidum. Fermo restando ciò, il sito continua ad essere oggetto di implementazioni. Ricordiamo che i policresti sono i rimedi omeopatici d’azione generale, che posseggono un’azione profonda e polivalente; essi intervengono nel trattamento di un gran numero di patologie, all’apparenza molto diverse tra loro, ma tutte in relazione con il concetto di diatesi. I rimedi omeopatici ad azione locale intervengono in patologie ben determinate o su sintomi ben particolari. La ringrazio per i complimenti. Cordiali saluti.
Sabrina dice
Buonasera dott.ssa vorrei chiederle se i rimedi costituzionali Sepia, Pulsatilla, Natrum Muriaticum e Licopodium possono coesistere, se sono sinergici. Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, i rimedi omeopatici citati hanno tutti tra di loro un certo grado di sinergia e non sono vicendevolmente incompatibili. Cordiali saluti.
Eleonora dice
Buongiorno, a seguito di una cura omeopatica mi trovo in una situazione molto spiacevole e vorrei avere il suo parere perché la reputo molto preparata a riguardo.
Su consiglio del mio omeopata, per curare una gastrite, ho assunto 3 monodosi di nux vomica 30 ch a distanza di una settimana una dall’altra. Non vedendo né miglioramenti né peggioramenti, a distanza di un mese, provo nux vomica homaccord per qualche giorno. Ho iniziato a stare malissimo con altri bruttissimi sintomi mai sperimentati prima, alcuni dei quali continuano ancora adesso a distanza di diversi mesi. In particolare ho completamente perso l’appetito e ho un senso di pesantezza sul plesso solare indescrivibile, come una morsa costante che stringe. A volte quella zona diventa molto dolorosa. Mangiare è una tortura.
Vorrei sapere se è possibile che questi rimedi mi abbiano causato danni a lungo termine o addirittura irreversibili? Dopo vari mesi l’appetito (ovvero il brontolio di stomaco a digiuno) non accenna a tornare e sono molto preoccupata.
Una cura omeopatica sbagliata può avere ripercussioni a lungo termine oppure dopo un pó di tempo il corpo smaltisce le sostanze e anche i relativi sintomi negativi? Lycopodium che è contenuto nell’homaccord ho letto che si usa anche per trattare inappetenza. Nel mio caso invece sembra che mi sia venuta! È possibile? Se si, quanto dura l’effetto?
In alternativa dovrò pensare che la causa sia una somatizzazione ansiosa a livello dello stomaco anche se mi sembra molto strano…
Davvero sono molto preoccupata, io che pensavo che l’omeopatia non avesse effetti collaterali…e invece! Sto vivendo il periodo più brutto della mia vita. Ovviamente sia l’omeopata che la farmacia dove mi rifornisco negano la correlazione.
La ringrazio in anticipo per la riposta.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Eleonora, Nux vomica è un rimedio omeopatico unitario dell’Omeopatia classica, invece Nux vomica Homaccord è un rimedio complesso in preparazione omeopatica dell’Omotossicologia, la quale pur avendo diversi punti di contatto con l’Omeopatia classica, cui si ispira (in particolare alla scuola complessista), adotta orientamenti terapeutici, rimedi e criteri di scelta degli stessi completamente differenti. Tale complesso è una formulazione costituita da diversi rimedi omeopatici unitari (Nux vomica, Bryonia, Lycopodium, Colocynthis), ognuno presente in più diluizioni, precisamente in diluizioni a scalare (basse, medie, alte): basse diluizioni per il tropismo tissutale, medie diluizioni per il tropismo organico e metabolico, alte diluizioni per gli aspetti psichici e comportamentali. Troverebbe quindi indicazione per tutti i disordini funzionali nel tratto gastro-intestinale e nella regione epatica, per il meteorismo, per i disturbi dopo abusi di sostanze (alcool, caffè, nicotina, ecc.). Il complesso non dovrebbe essere responsabile dei nuovi disturbi che lei avverte: in genere nei preparati Homaccord la conseguente azione a cascata evita l’aggravamento omeopatico. C’è però un’altra eventualità da considerare: quando si utilizza una terapia omotossicologica si può andare incontro alla cosiddetta “vicariazione regressiva”, ossia a un ricomparire temporaneo di sintomi pregressi, di vecchia data, di cui si è sofferto per lunghi periodi in precedenza. Se così fosse, ma lei sembrerebbe escluderlo, allora ciò starebbe ad indicare la normale reazione dell’organismo alla terapia omotossicologica e quindi bisogna solo attendere che il fenomeno si esaurisca spontaneamente. Se invece non fosse così, allora verosimilmente si tratta di un fenomeno completamente estraneo che richiede un consulto medico. Le consiglio pertanto di ricontattare un medico omeopata che, previa visita, potrà prescriverle la terapia giusta sulla base della nuova sintomatologia. Cordiali saluti.
Fabio dice
Gentile Dottoressa, volevo chiederle se usando rimedi omeopatici alla diluizione decimale possono anch’essi produrre aggravamento omeopatico. In particolare mi riferisco ai rimedi Heel della Guna (nux vomica e ignatia) nei quali vengono impiegate anche più sostanze. Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, tutte le diluizioni dei rimedi unitari dell’Omeopatia classica possono dar luogo all’aggravamento omeopatico, quindi anche le diluizioni decimali D. Queste ultime però in genere hanno un impatto meno problematico: infatti la loro azione terapeutica è più morbida e modulata, per cui normalmente vengono prescritte a pazienti sensibili. Fanno anche un po’ eccezione le diluizioni cinquantamillesimali LM, che in forza della loro dispersione e del tipo di preparazione permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di scongiurare o di ridurre sensibilmente l’entità dell’aggravamento omeopatico. Dobbiamo però tener presente che l’aggravamento omeopatico, il quale non sempre si verifica, è di natura transitoria ed una volta passato non lascia alcuna conseguenza. Anche se a volte fastidioso, va accolto favorevolmente, in quanto rappresenta la reazione positiva dell’organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, ossia rappresenta l’efficacia dell’azione terapeutica del rimedio. Esistono comunque diverse possibilità per attenuarlo o per evitarlo preventivamente. Consulti al riguardo l’articolo “Aggravamento omeopatico” nella sezione del sito “Approfondimenti”. Altri rimedi omeopatici, o per meglio dire altri rimedi in preparazione omeopatica in grado di superare l’aggravamento omeopatico sono alcuni tipi dell’Omotossicologia, la quale, lo ricordiamo, pur avendo diversi punti di contatto con l’Omeopatia, cui si ispira (in particolare alla scuola complessista), adotta orientamenti terapeutici, rimedi e criteri di scelta degli stessi completamente differenti. I rimedi in questione sono quelli che utilizzano nello stesso complesso le diluizioni a scalare: basse diluizioni per il tropismo tissutale, medie diluizioni per il tropismo organico e metabolico, alte diluizioni per gli aspetti psico-comportamentali. Si tratta cioè di rimedi del tipo Injeel, che sono dei preparati unitari a diluizione scalare, oppure del tipo Homaccord, che sono dei preparati composti con più diluizioni a scalare. L’azione a cascata di questi preparati evita l’aggravamento omeopatico. Cordiali saluti.
Daniela dice
La ringrazio D-SSA RITA DELLA VOLPE! Come sarebbe Bello il Mondo se tutti avessero la Sua gentilleza e generosita! Che l’Universo la ricambia dandoli Salute e Felicita!Un cordiale saluto e un abbraccio virtuale di cuore!❤
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Daniela, grazie per gli apprezzamenti. Seguiti a visitare il sito che è in continuo aggiornamento e dove potrà quindi trovare nuove ed interessanti pubblicazioni, comprese le risposte ai commenti dei visitatori. Cordiali saluti.
sabrina dice
Buongiorno Dottoressa, che rimedi omeopatici si possono usare per tenere sotto controllo la glicemia, mio padre l’ha un pochino alta,non tantissimo ma vorrebbe stabilizzarla grazie Sabrina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, le posso elencare i principali rimedi omeopatici che possono essere utilizzati come coadiuvanti, quindi non da soli come farmaci, per controllare l’iperglicemia: Bryonia, Cuprum arsenicosum, Kreosotum, Natrum muriaticum, Phosphorus, Phosphoricum acidum, Secale, Sulphur, Syzygium. Nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio maggiormente adatto sarà quello che assomiglia di più al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia. Ovviamente occorrerà mettere in atto anche altri tipi di intervento, quali la corretta alimentazione, l’attività fisica e lo stile di vita in generale. Le consiglio comunque di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere ciò che è necessario per suo padre. Cordiali saluti.
Camilla dice
Cara dottoressa , le chiedo se mi puo’ dire quanti rimedi omeopatici si possono prendere contemporaneamente ?? Se sono piu’ di uno bisogna comunque prenderli distanziati o si possono prendere nello stesso momento ?
Grazie e cari saluti Camilla
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Camilla, non c’è un limite teorico nel numero dei rimedi omeopatici da assumere, però è sempre opportuno non eccedere e selezionare solo quelli che contemplano i sintomi più significativi, quelli più disturbanti. Qualora i rimedi in questione siano più di uno, è preferibile alternarli nelle assunzioni. Cordiali saluti.
Fabio dice
Gentile dottoressa, cosa ne pensa delle Quintessenze e Rimedi Spagirici? Ho assunto per qualche mese polyporus cps per problematiche renali, mi hanno però consigliato polyporus gtt preparato da un laboratorio che, appunto, prepara Quintessenze e Rimedi Spagirici. Cosa cambierebbe se mi decidessi in tal senso? La ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, mi dispiace, ma la mia conoscenza sommaria della disciplina non mi consente di esprimere un giudizio in merito. Comunque i cultori della Spagiria, che rappresenterebbe un ponte tra la Fitoterapia e l’Omeopatia, sostengono che essa unisce i vantaggi di questi due sistemi terapeutici. Ovviamente servirebbero anche le evidenze cliniche. Cordiali saluti.
laura dice
Gentile Dr.ssa, possibile non esista un rimedio per lenire i fastidi procurati da ernia iatale: reflusso gastroesofageo, iperacidità, eruttazioni, bruciori, gonfiore,indigestione ed talvolta tachicardia parossistica sopraventricolare. Un vero inferno.
Esiste almeno un rimedio che stronchi rapidamente la tachicardia.
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Laura, i principali rimedi omeopatici che possono essere utili in caso di ernia iatale sono consultabili all’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Il rimedio adatto va selezionato in base ai sintomi del paziente, variabili da individuo a individuo e da caso a caso, come ad es. gastralgia, bruciori, rigurgiti acidi, eruttazioni, reflusso gastroesofageo, esofagite, angina di gola, disfonia, tosse, oppressione toracica, cambiamento del ritmo cardiaco, dispnea, ecc. La tachicardia, spesso notturna, quando è connessa all’ernia iatale, risulta essenzialmente un disturbo di origine nervosa, che quindi si manifesta in soggetti particolarmente ansiosi, in concomitanza della fuoriuscita di parte del contenuto dello stomaco nell’esofago, ossia del reflusso gastrico. I rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere Argentum nitricum, Arsenicum album, Calcarea carbonica, Carbo vegetabilis, Chamomilla, China, Ignatia amara, Iris versicolor, Kalium carbonicum, Lycopodium, Nux vomica, Phosphoricum acidum, Phosphorus, Robinia pseudoacacia, Sanguinaria, Sulphuricum acidum. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio che rispecchia meglio la globalità dei sintomi del paziente e le relative modalità di manifestazione potrà risultare adatto. Esistono anche diverse piante che possono essere utili per sconfiggere il reflusso, come ad es. gel di Aloe vera, semi di Pompelmo, gambo di Ananas, Liquirizia, Rabarbaro, Boswellia, Malva ed altre. Diventa altresì importante adottare un’alimentazione adeguata, semplice e sana, evitando le pietanze eccessivamente condite o pesanti, privilegiando i cibi ricchi di vitamine (in particolare vitamine A, gruppo B, C, E), limitando gli alimenti che ritardano lo svuotamento dello stomaco (cibi ricchi di grassi, cioccolato, insaccati, fritture, ecc.), riducendo il consumo di caffeina (presente in molte bibite), alcool e spezie piccanti, abolendo le bevande gassate, masticando lentamente e a lungo, consumando pasti moderati, ecc. Inoltre sarebbe utile ridurre l’eventuale sovrappeso, evitare l’uso di cinture o abiti troppo stretti in vita che possono aumentare la pressione addominale, dormire con la testa sollevata, ecc. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Sabrina dice
Buongiorno dottoressa ,mia mamma soffre di otosclerosi all’orecchio dx e mi hanno detto che purtroppo è una condizione ereditaria,le chiedo quindi quale dei rimedi costituzionali policresti può corrispondere a tale patologia? Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, può essere di aiuto il policresto omeopatico che rappresenta meglio la costituzione e la diatesi di sua madre, per alleviare, per rallentare, ma certamente non per risolvere: ad es. Phosphorus (costituzione fosforica, diatesi tubercolinica), Silicea (c. fosfo-fluorica, d. sicotica-tubercolinica), Graphites (c. carbonica, d. psorica), Aurum metallicum (c. carbo-fluorica, d. luesinica), Thuya (c. carbo-fluorica, d. sicotica-luesinica). A livello sintomatico possono essere adottati i rimedi omeopatici che contemplano nella patogenesi la sintomatologia preminente (ipoacusia, vertigini, acufeni, disturbi dell’equilibrio, ecc.), sempre per un sollievo: tra questi ad es. Acidum formicicum, Cupressus, Cocculus, Bryonia, Conium, Natrum salicylicum, Chininum sulphuricum, Glonoinum, Tabacum, Secale cornutum… Ovviamente, come lei sa, la prescrizione giusta per sua madre la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.