I rimedi omeopatici (o anche farmaci omeopatici o prodotti omeopatici) sono i farmaci adoperati nelle cure omeopatiche che agiscono secondo la legge “SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR”, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile.
Secondo questa legge una sostanza naturale, che assunta in grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche (infinitesimali), di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato.
Ecco perché parlare delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e quindi i rimedi omeopatici devono essere scelti in base alla somiglianza tra gli effetti che producono nell’individuo sano ed i sintomi che l’individuo malato manifesta.
Processo di individualizzazione
All’interno del quadro dei sintomi occorre tenere conto non solo dei sintomi fisici ma anche delle caratteristiche individuali del malato, costituite dall’insieme delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche (metaboliche-funzionali) e psicologiche in grado di influenzarne la reattività.
Si analizzeranno quindi la costituzione, che comprende anche lo studio del temperamento laddove si includono anche le caratteristiche somatiche, il carattere e la diatesi, che rappresentano il cosiddetto terreno dell’individuo.
L’analisi di tale terreno, diverso da persona a persona, assume un notevole interesse clinico perché consente di ricavare informazioni indispensabili sulle caratteristiche del paziente e sulle sue predisposizioni patologiche, al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più “simile” a lui. Ciò permetterà di attuare sia una terapia nei confronti delle malattie in atto, rimuovendone le cause profonde, sia una a carattere preventivo particolarmente mirata nei confronti delle predisposizioni morbose. Il concetto base, di ispirazione ippocratica, è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia.
Quindi in presenza di una qualsivoglia malattia, occorre analizzare l’individuo nel suo insieme e valutarne tutti gli aspetti, non limitandosi al solo quadro dei sintomi fisici (processo di individualizzazione). E’ tale tipo di indagine e di analisi che deve condurre il medico omeopata per poter giungere alla individuazione del rimedio omeopatico più adatto all’individuo affetto da una determinata patologia.
Caratteristiche del rimedio omeopatico
Ciascun rimedio omeopatico possiede delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri e lo rendono esclusivo. Anche qui tali caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora.
La scelta del rimedio omeopatico “giusto” deve essere, quindi, fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali (vale a dire gli esiti del processo di individualizzazione) con le caratteristiche del rimedio. Solo in questo modo tra i tanti rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare la stessa patologia, si sarà individuato quello più adatto alla persona che ne è affetta.
Preparazione dei rimedi omeopatici
Le sostanze attive da cui traggono origine i rimedi omeopatici appartengono ai tre regni della natura: animale, vegetale, minerale.
Al medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, si deve il processo di preparazione dei rimedi omeopatici ancora oggi utilizzati.
Tale processo deve seguire procedimenti ben codificati, tali da garantire ai rimedi l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia.
Il processo consiste essenzialmente di due fasi: la diluizione e la dinamizzazione (o succussione). La prima fase serve per ridurre a dosi omeopatiche (infinitesimali) la sostanza attiva, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. La seconda fase, intervallata con la prima, serve per conferire al rimedio il potere omeopatico in concomitanza con la suddetta legge. Viene presa, quindi, la pianta o la sostanza minerale o la sostanza di origine animale, la si elabora preventivamente e la si diluisce, nella maggioranza dei casi, in una soluzione idroalcolica (acqua depurata + alcool etilico) con opportuna titolazione, tante volte quant’è la diluizione desiderata, pervenendo alle diluizioni decimali, contrassegnate dalla sigla D, o alle diluizioni centesimali, contrassegnate da CH (fase di diluizione). Si scuote e si percuote energicamente la provetta ad ogni diluizione (fase di dinamizzazione o succussione).
L’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, che forma il cosiddetto ceppo omeopatico, si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione i principi attivi contenuti nella sostanza stessa. Tale trattamento si differenzia a seconda della natura della materia prima utilizzata e tiene principalmente in considerazione il grado di solubilità della sostanza in acqua o in alcool. Più usualmente per le sostanze di origine vegetale, abbastanza solubili, si ricorre alla Tintura Madre, per quelle di origine minerale o animale, in genere solide non completamente solubili, si ricorre alla Triturazione con lattosio. Ovviamente, anche se meno ricorrenti, sono possibili situazioni diverse.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Quelli più utilizzati sono sotto forma di granuli, gocce, pomate, creme. Esistono anche fiale orali, globuli, compresse, capsule, ovuli, colliri, supposte, ecc.
Fasce di diluizione
A scopo puramente indicativo, e quindi con la dovuta flessibilità, è possibile distinguere schematicamente tre fasce di diluizione dei rimedi omeopatici:
Basse diluizioni: D2 – D8, 1CH – 4CH.
Medie diluizioni: D9 – D23, 5CH – 11CH.
Alte diluizioni: > D24, >12CH ove si supera il numero di Avogadro e le preparazioni non contengono alcuna molecola della sostanza originale.
Somministrazione dei rimedi omeopatici
Al momento della somministrazione, occorre tenere presente che i rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. I granuli non vanno toccati con le mani e si assumono o ponendoli direttamente sotto la lingua tramite il coperchio dell’apposito contenitore e lasciandoli sciogliere lentamente o si sciolgono in un poco d’acqua. In tal caso prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte il contenitore prima dell’assunzione.
Denominazione dei rimedi omeopatici
I rimedi omeopatici possono assumere le seguenti denominazioni, che aiutano a comprenderne meglio il tipo di azione.
◊ Rimedi omeopatici sinergici: si dice “sinergico” un rimedio che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie: Rimedi complementari, che sono quelli con grado di sinergia alto e Rimedi che seguono bene, che sono quelli con grado di sinergia medio e basso. I sinergici possono essere adoperati nelle cure omeopatiche che già si prevedono lunghe, come quelle per guarire completamente da un’affezione cronica. In tal caso il processo curativo va avanti per gradi ed ogni grado richiede un adattamento terapeutico particolare che avviene proprio con i sinergici.
◊ Rimedi omeopatici asinergici: si dice “asinergico” un rimedio che ha la caratteristica di controllare o annullare l’azione di un altro rimedio. I rimedi asinergici si dividono nelle seguenti due categorie:
• Rimedi omeopatici antidoti: si dice “antidoto” un rimedio che ha la proprietà di controllare l’azione del rimedio somministrato in precedenza, attenuandone o eliminandone le manifestazioni esagerate. Si ricorre al rimedio antidoto per contrastare gli effetti disturbanti del primo rimedio quando ci si trova di fronte o ad un eccesso di uso o ad un aggravamento omeopatico, del tutto naturale ma non sopportabile dal paziente, che possono entrambi tradursi in una condizione di tracollo generale, fisico e psichico. Questo in genere si verifica con le alte diluizioni. Si ricorre altresì ad un rimedio antidoto quando nel corso della terapia omeopatica compaiono nuovi sintomi fastidiosi e sgradevoli che è opportuno attenuare o eliminare. In tal caso il rimedio antidoto sarà individuato tra quelli in grado di curare questi nuovi sintomi. L’antidoto omeopatico non annulla l’azione del rimedio precedente, ma incanala correttamente le reazioni del malato e per questo ne rafforza lo stato generale.
• Rimedi omeopatici incompatibili: si dice “incompatibile” un rimedio completamente opposto ad un altro rimedio, cioè che ha una patogenesi diametralmente opposta. Un rimedio è incompatibile con un altro rimedio quando è in grado di attenuare o annullare l’azione di quest’ultimo. Pertanto è di fondamentale importanza conoscere l’incompatibile di ciascun rimedio omeopatico se la cura prescrive più rimedi. Anche alcuni alimenti possono avere tali caratteristiche. Ad es. gli incompatibili generali sono caffè, tisane di menta e di camomilla, caramelle a menta, aceto, spezie dal profumo molto forte.
◊ Rimedi omeopatici sintomatici o ad azione locale: si dice “sintomatico” o “ad azione locale” un rimedio per la cui scelta si è avuto maggiore riguardo al quadro sintomatologico, pur considerando altri fattori quali la causalità, le modalità, le concomitanze, le sensazioni del paziente ed altro. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e solitamente hanno una bassa diluizione: la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Possono essere adoperati anche per le malattie croniche, in tal caso però occorre allungare i tempi ed il periodo di somministrazione.
◊ Rimedi omeopatici costituzionali o di fondo: si dice “costituzionale” un rimedio omeopatico le cui caratteristiche principali corrispondono ai caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri della costituzione del paziente. La scelta del rimedio viene fatta analizzando, oltre il quadro sintomatologico, tutte le altre manifestazioni del soggetto che consentono di individuare la sua costituzione ma anche la sua datesi, verificando quindi le sue tendenze morbose acquisite e congenite, le malattie pregresse, le modalità proprie di reazione, gli aspetti mentali ed altro. Viene osservato quindi quello che è chiamato il terreno del paziente. In genere si tratta di rimedi somministrati per curare le malattie croniche e solitamente hanno un’alta diluizione: la loro azione è più generale, più profonda, anche se non completamente sistemica, ma più lenta. Il rimedio costituzionale è pertanto un rimedio “di fondo”.
◊ Rimedio omeopatico simillimum: si dice “simillimum” un rimedio per la cui scelta si è avuto scrupoloso riguardo alla globalità delle manifestazioni del paziente, cioè oltre al quadro sintomatologico si sono analizzate tutte le altre caratteristiche individuali (somatiche, psichiche, ereditarie, acquisite, ecc.) di cui al processo di individualizzazione. Si tratta in sostanza di un rimedio altamente personalizzato, cioè simile al paziente e per questo può essere somministrato alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, fa uso proprio del simillimum.
◊ Rimedi omeopatici acuti: si dice “acuto” un rimedio in grado di curare meglio i sintomi di una malattia che inducono reazioni forti e/o improvvise, tipiche degli stati acuti, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo cronico. Il rimedio omeopatico acuto in genere ha un’azione rapida e breve e per questo nelle cure precede il suo cronico. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum. Viceversa Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis.
◊ Rimedio omeopatico cronico: si dice “cronico” un rimedio che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia quando questi hanno superato la fase acuta, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo acuto. Il rimedio omeopatico cronico in genere ha un’azione lenta e lunga e per questo nelle cure segue il suo acuto. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis. Viceversa Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum.
◊ Rimedi omeopatici policresti: si dice “policresto” un rimedio ad ampia azione, cioè un rimedio che ha un’azione generale riequilibrante utilizzabile per curare varie patologie. I policresti sono i grandi rimedi della Materia Medica Omeopatica.
Cure omeopatiche
Nelle cure omeopatiche la regola che in generale si segue è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si prescrivono rimedi omeopatici a bassa diluizione (ad azione più superficiale), mentre per le malattie allo stato cronico si assumono rimedi a media ed alta diluizione (ad azione più profonda). Più grande è la sovrapponibilità di cui in precedenza (lo ripetiamo dell’insieme dei sintomi fisici e delle altre caratteristiche individuali, con le caratteristiche del rimedio), più ci si può spingere con le diluizioni e quindi l’azione del rimedio sarà tanto più profonda.
La guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi stessi. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con un’eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico. E’ possibile inizialmente un certo peggioramento di alcuni sintomi.
Le cure omeopatiche si rifanno a diverse scuole di pensiero: la Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, prescrive un solo rimedio chiamato simillimum, capace di coprire tutti i sintomi del paziente, la Scuola Medica Omeopatica Pluralista prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra di loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo, la Scuola Medica Omeopatica Complessista prescrive più rimedi sinergici insieme, i cosiddetti complessi, di solito tutti sintomatici.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti” e per altri chiarimenti riguardanti l’omeopatia consultare gli articoli specifici della stessa sezione.
Nella presente sezione, per completezza e semplicità di consultazione, sono riportati in ordine alfabetico i principali rimedi omeopatici, organizzati in schede nelle quali si fornisce:
□ La DESCRIZIONE della sostanza di origine.
□ Le CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO, che come detto è opportuno riscontrare nella persona malata, secondo il citato processo di individualizzazione indispensabile per la individuazione del rimedio “giusto”.
□ L’USO DEL RIMEDIO, legato ai sintomi manifestati dal malato, che per essere meglio curati devono corrispondere e si devono associare alle caratteristiche del rimedio di cui immediatamente sopra.
□ Le DOSI relative consigliate dai medici omeopati, con l’indicazione delle diluizioni, delle quantità e dei tempi di somministrazione.
(*) V. Note esplicative
Simona dice
Gentile dottoressa,
Sono una donna di 47 anni, sto seguendo la TOS da un anno ormai.
Ho letto che sepia in diluizione 7CH aiuta a ridurre le rughe intorno agli occhi ” zampe di gallina” . Ho letto anche che meglio se associato all’unguento graphites 5CH al 4%. Quest’ultimo non è’ più in produzione. Ho pensato di sostituirlo con graphites granuli 5CH. Secondo lei può andare bene? Ho la pelle molto secca.
La ringrazio molto
Simona
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Simona, non mi risulta che i prodotti da lei citati possano aiutare a ridurre le rughe ed in particolare le “zampe di gallina” intorno agli occhi. Sepia è un rimedio omeopatico che, come rilevabile dal presente articolo, risulta utile per trattare molte problematiche della pelle e diverse forme di eruzioni cutanee (eczema, herpes, vescicole, pustole, verruche, seborrea, psoriasi, erisipela, ecc.), oppure irritazioni della cute nelle pieghe delle articolazioni o crostose intorno agli occhi, ma non è specifico per le rughe. Anche Graphites non è un rimedio omeopatico indicato per le rughe, piuttosto per le affezioni della pelle come dermatiti con essudato o eruzioni eczematose sia secche che umide. La pomata o l’unguento di Graphites risulta utile per pelle secca, prurito, eczemi essudativi e cicatrici cheloidi. I rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati in caso di pelle secca, stanca e con rughe sono Alumina, Arsenicum album, Borax, Lycopodium, Petroleum, Sarsaparilla, che si differenziano in alcuni particolari. Molto sinteticamente: Alumina si adopera prevalentemente per secchezza estrema della pelle, screpolature con il freddo, sudorazione scarsa o assente; Arsenicum album per pelle secca, rugosa, incartapecorita, squamosa; Borax per pelle secca, flaccida, rugosa, malsana; Lycopodium per pelle invecchiata, rugosa, grinzosa, tendente al giallastro; Petroleum per pelle secca, rugosa, screpolata; Sarsaparilla per pelle con rughe e pieghe. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
donatella dice
Buongiorno dottoressa,sono una donna di 54 anni,da tempo ho grandissime sudorazioni ,ultimo ciclo a dicembre scorso. una mia amica mi ha consigliato il rimedio lachesis 5 ch. ne sto prendendo 2 granuli la mattina 2 la sera da 10 giorni. premesso che ho una reazione esagerata mi bastano piccolissime dosi di qualunque farmaco,infatti dopo 3 giorni avevo un sonno incredibile tale da non riuscire a stare sveglia. volevo chiederle per quanto tempo va continuato e se va bene il rimedio stesso. la sudorazione è passata cosi come pure la tachicardia e gli sbalzi di umore anzi mi sento piuttosto tranquilla al limite della malinconia. la ringrazio per il suo tempo .Donatella
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Donatella, Lachesis è indubbiamente uno dei principali rimedi omeopatici utile a trattare i disturbi psico-fisici del climaterio, a partire quindi dalle prime importanti variazioni del ciclo mestruale. È a tutti gli effetti uno dei migliori rimedi delle menopause difficili. Il fatto che stia producendo benefici apprezzabili rappresenta un dato molto confortante: vuol dire che Lachesis può considerarsi il rimedio omeopatico adatto a lei. Questo perché l’Omeopatia è una medicina molto personalizzata, non generalizzabile, che «veste su misura» come si è soliti sintetizzare, dove non esistono cure universalmente valide, ma ogni terapia è legata a quella serie di fattori e di peculiarità individuali che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Il principio terapeutico di riferimento è la Legge di Similitudine, secondo la quale un rimedio omeopatico per essere curativo deve “assomigliare al paziente”, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, ossia deve possedere un quadro patogenetico (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio è in grado di curare) combaciante con il quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. A conferma della somiglianza con Lachesis, consulti, se non l’avesse ancora fatto, l’articolo omonimo nella presente sezione del sito. Sono quattro le caratteristiche importanti che ne suggeriscono la scelta: 1. La donna Lachesis si aggrava al mattino, sia a livello psichico (si sente fortemente depressa al risveglio e durante le prime ore della giornata, mentre la sera diventa nervosissima e logorroica) e sia a livello fisico (si sente notevolmente peggio al mattino con le sue vampate di calore, le sudorazioni abbondanti, palpitazioni cardiache, cefalee più violente a sinistra, senso di soffocamento con bisogno di respirare aria fresca, mestruazioni spesso emorragiche e dolorose, ecc.). 2. La donna Lachesis non sopporta di avere il collo o la vita stretti. 3. La donna Lachesis è migliorata dal fuoriuscire di ogni tipo di flusso, in particolare delle mestruazioni. 4. La donna Lachesis ha un’accentuata lateralità sinistra. Per quanto riguarda la durata, in genere le cure omeopatiche possono continuare finché si registrano benefici e finché esistono margini di miglioramento, senza porsi dei limiti temporali particolarmente stringenti e, logicamente, si smettono alla guarigione o al raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile. Ovviamente la prescrizione a misura del suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Adriana dice
Buongiorno, mi è stato detto da una nutrizionista che potrei essere allergica al nichel. Attualmente seguo una dieta vegetariana ( quando esco) vegana (a casa) e mangio cereali quali: miglio m, saraceno, amaranto, quinta, mais ecc perché pur non essendo celiaca, sono gluten sensitivity( biopsia ho dimenticato una lesione I di Mash assimilabile a celiachia) ma le analisi sono negative. Ho letto varie Tesi, tra cui c’è anche quella che al nichel si è allergici solo per contatto e non per ingestione, lei cosa pensa al riguardo? Le chiedo questo perché dovrei non mangiare più i cereali che mangio attualmente, in quanto contengono nichel e non potrei neanche più mangiare legumi e verdure.Grazie cordiali saluti, Stella.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Adriana, l’allergia al nichel si presenta in forme e modalità abbastanza variegate, per cui le reazioni ed i sintomi possono variare da persona a persona, in base al livello di intensità dell’allergia ed alla propria soglia di sensibilità. È bene ricordare che quella al nichel è un’allergia da accumulo, per cui nelle persone più sensibili un forte accumulo di nichel nell’organismo può portare allo scatenarsi di reazioni allergiche anche se ci si sottopone a quantità minime del metallo, invece in quelle meno sensibili il livello di tolleranza è più alto. Alcune persone accusano problemi solo con il contatto della pelle con oggetti contenenti nichel. Altre invece soffrono di fastidi quando si cibano di alcuni alimenti che lo contengono. I sintomi possono essere, come detto, abbastanza diversi e tra più comuni si citano: prurito, nausea e vomito, mal di testa, stanchezza e malessere generale, insonnia, variazioni di peso corporeo, problemi respiratori, tachicardia, afte e infiammazioni della bocca, gastrite, gonfiori addominali, colite. Sarà perciò la sintomatologia a fare da rivelatrice di un’eventuale allergia al nichel e della sua entità. Associando la stessa al contatto con oggetti o all’ingestione di cibi contenenti nichel, da annotare puntualmente, sarà possibile limitare o evitare quelli che effettivamente la provocano. È opportuna la vigilanza medica. I test diagnostici per accertare un’allergia sospetta sono il prick test, il patch test ed il Recaller. Cordiali saluti.
monica dice
gentilissima dottoressa la ringrazio infinitamente dell’esaustiva risposta (non potevo chiedere dimeglio) :-) Vorrei sapere se fosse possibile un contatto privato per avere una consulenza personale privata .graziemille attendo fiduciosa
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Monica, come potrà rilevare nella sezione del sito “Chi sono”, non sono un medico bensì una biologa appassionata e studiosa di Omeopatia, che con questo sito web cerca di fornire un’informazione chiara, comprensibile, oggettiva, responsabile e disinteressata su ciò che il mondo dell’Omeopatia e del Naturale può fare per la nostra salute e il nostro benessere. Anche attraverso le risposte ai commenti cerco di offrire notizie e spunti utili, delucidazioni e riflessioni, ragionamenti e chiavi di lettura, sia agli interessati che agli altri visitatori, ma il medico rimane sempre la figura centrale di riferimento imprescindibile e insostituibile, cui consiglio sempre di rivolgersi per la diagnosi e la prescrizione. Cordiali saluti.
monica dice
Grazie lostesso ,peccato ,ci avrei tenuto . Me ne approfitto ancora ,cosa ne pensa di questa posologia :’antimonium crudum 30 CH,due o tre granuli sotto la lingua al mattino appena svegli, per tre settimane. poi solo una volta a settimana.Ed inoltre mi piacerebbe il suopensiero sui sali schussler per i lipomi. Grazie ancora èdavvero molto gentile
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Monica, è bene ricordare che in Omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è personale, non generalizzabile, in quanto legata a quella serie di fattori e di peculiarità individuali che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. In altre parole una cura omeopatica si deve associare alla singola persona ed al suo quadro clinico. Quando un medico omeopata prescrive una terapia, la studia per quello specifico paziente, che presenta un suo particolare modo di essere e di manifestare i propri sintomi. In particolare, la diluizione e la posologia vanno scelte in base alla reattività e sensibilità del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, all’entità e profondità dell’affezione, al livello d’azione terapeutica necessario, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente. Fermo restando ciò, quanto da lei prospettato può trovare prescrizione. Per quanto riguarda i lipomi, premesso che nessun rimedio può fare miracoli, i cultori della Biochimica di Schussler sostengono che l’uso di alcuni sali può riuscire a fermarne la crescita, ridurne le dimensioni o determinarne la scomparsa. Senza escludere niente, io andrei un po’ più cauta. Cordiali saluti.
monica dice
buongiorno dottoressa ,vorrei una terapia omeopatica per il controllo della fame nervosa ,velocizzare il metablismo e quindi dimagrire ,so dell’antimonium crudum 30ch ,vorre ila posologia inoltre se posso abbinare tè verde e aloe vera .Attendo fiduciosa tutti i suoi consigli grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Monica, quasi sempre alla base di una fame incontrollata ci sono disagi psicologici per combattere i quali ci si riversa negli eccessi alimentari, dove il cibo viene considerato un “bene rifugio” in grado di produrre illusoriamente gratificazione e di sopperire alle mancanze della propria vita. Se poi l’iperalimentazione comporta un aumento di peso, ciò aggrava ulteriormente la già sofferente condizione psichica, con possibili ulteriori riflessi sul mangiare. Il fenomeno è comunemente noto come “fame nervosa”. Perciò se si riesce ad allentare la tensione psichica, con l’aiuto di una cura omeopatica, si rende progressivamente vano anche il bisogno di divagare con il cibo e quindi si riduce il desiderio irresistibile di mangiare oltre il necessario. L’altro fronte su cui agire è cercare di contrastare e limitare il rallentamento fisiologico del metabolismo, dovuto all’età o alle modificazioni introdotte dalla menopausa, e ciò lo si può fare combinando sinergicamente la cura omeopatica, l’alimentazione e l’attività fisica. I rimedi omeopatici in grado di fornire un aiuto esistono e sono anche tanti, diversi tra loro nella patogenesi, tra cui, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, occorrerà individuare il rimedio (o i rimedi) che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, potrebbero essere presi in considerazione rimedi omeopatici come Antimonium crudum (attacchi di fame), Nux vomica (eccessi alimentari), Lycopodium (fame vorace, metabolismo lento con disturbi digestivi e sofferenza epatica), Sulphur (metabolismo lento), Kali phosphoricum (fame che ricomincia poco dopo aver mangiato), Hepar sulphur (ritenzione idrica, metabolismo lento e insufficienza del sistema linfatico), Natrum sulphuricum (metabolismo degli zuccheri), Graphites (metabolismo dei grassi), Ignatia amara o Argentum nitricum o Gelsemium o Coffea cruda o Capsicum (fame nervosa). Per quanto riguarda la diluizione e la posologia, la cui scelta è anch’essa personale e strategica per il successo della terapia, in attesa di rivolgersi ad un medico omeopata e per un primo intervento fra il sintomatico ed il funzionale, spesso ci si orienta verso le medio-basse diluizioni (ad es. 9CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì (ad es. 2-3 volte), lontano dai pasti. Inoltre, è molto probabile che occorrerà associare una cura omeopatica di fondo, che possa fungere da intervento strutturale per un ulteriore stimolo a raggiungere la condizione di forma ottimale, sia corporea che mentale, e soprattutto per mantenerla nel tempo, agendo sul “terreno” legato al patrimonio genetico e comportamentale, con l’adozione di rimedi omeopatici suggeriti dalla costituzione e dalla diatesi, a diluizione più elevata. Ovviamente, come già accennato, occorrerà anche avviare un percorso di miglioramento del proprio stile di vita, con particolare riguardo all’attività fisica ed alla rieducazione alimentare. Ad esempio potrebbe essere utile masticare lentamente e consumare cibi ad alto indice di sazietà, come quelli con molta acqua e fibre, quali frutta e verdura, legumi, cereali integrali, ecc., che garantiscono anche la regolarità delle funzioni intestinali, indispensabile per il dimagrimento. Altri prodotti possono essere utilizzati lontano dall’uso dei rimedi omeopatici, in particolare il tè verde che contiene caffeina. Concludendo, se lei intende avvalersi dell’Omeopatia, con concrete possibilità di successo, il consiglio è di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Fulvia dice
Buongiorno Dottoressa,
sto cercando Pulsatilla 1M, ma le farmacie italiane non conoscono questa diluizione. Mi hanno proposto Pulsatilla MK. Mi può dire se è la stessa cosa?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Fulvia, la 1M dovrebbe essere la MCH, ossia la 1000CH, che è un’altissima diluizione centesimale preparata con il metodo hahnemanniano. La MK è anch’essa un’altissima diluizione centesimale, preparata però con il metodo korsakoviano. Per maggiori informazioni consulti l’articolo “Diluizioni omeopatiche D, CH, K, LM” nella sezione del sito “Approfondimenti”. I due rimedi omeopatici sono diversi, anche se molto simili, proprio perché sono diversi i rispettivi metodi di preparazione. La differenza sostanziale sta nella diluizione effettiva della sostanza di origine (la tintura madre della pianta Anemone Pulsatilla), che a parità dei passaggi di diluizione (ossia a parità di cifra numerica) è molto più spinta nelle CH, oltre ad essere più precisa. Invece la dinamizzazione dei due rimedi omeopatici è la stessa. Considerato quindi che dal punto di vista clinico la dinamizzazione assume un ruolo prevalente (è quella che conferisce il noto “quid energetico”, che costituisce la base di azione del rimedio omeopatico), una MCH e una MK sono abbastanza vicine e perciò in buona misura equivalenti. Cordiali saluti.
Paolo dice
Buongiorno dottoressa,
potrebbe indicarmi uno o più testi divulgativi (non sono medico) sulla Omeopatia?
Mi rendo conto che l’argomento è vastissimo ma, aldilà della ragion pratica che mi ha indotto a ricercare e trovare nel suo blog una risposta efficace per alcune esigenze familiari (ho tre figli in giovane età) vi è tuttavia una “ragion pura” che mi induce ad approfondire la conoscenza di questa branca della scienza medica.
Ritengo inoltre che, fermo restando il consulto e la diagnosi del proprio medico curante, una maggiore dimistichezza con i principì fondamentali certo mi aiuterebbero a comprendere e gestire con maggiore consapevolezza le varie situazioni che, temo, non mancheranno di ripresentarsi.
Grazie e complimenti per la serietà e la costanza con cui conduce questa attività.
Paolo Verna
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Paolo, sulla base delle esigenze espresse potrei suggerirle due testi, abbastanza recenti, precisamente:
1) “LA METODOLOGIA DI HAHNEMANN. Testo di Omeopatia Classica”, Autore: Luc De Schepper, Editore: Salus Infirmorum.
2) “Omeopatia per la famiglia”, Autori: R. Ullman e J. Reichenberg Ullman, Editore: Red Edizioni.
Grazie per gli apprezzamenti. Cordiali saluti.
Fabio dice
Gentile Dottoressa, le ho già scritto qualche volta per dei consigli, in particolar modo per mio padre ultraottantenne che soffre di poliposi vescicale recidivante. Volevo il suo consiglio sull’uso di Galium, magari usato a cicli, per cercare di evitare le recidive.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, Galium è un rimedio omeopatico che ha tra le indicazioni cliniche varie forme di irritabilità della vescica, calcolosi e renella, gonfiori scrofolosi e ulcere. Per suo padre sarebbe meglio, come già suggeritole in occasioni precedenti, affidarsi alla visita e quindi alla competenza di un medico omeopata. Cordiali saluti.
Fabio dice
Gentile Dottoressa, le parlo molto francamente, in effetti mi sono rivolto a due suoi colleghi di provata professionalità ma il primo mi ha detto che data l’età di mio padre (88enne non allettato ma non autosufficiente), e l’intossicazione di farmaci a cui è stato sottoposto per anni l’organismo, l’omeopatia avrebbe potuto fare ben poco. Il secondo, anche lui stimato professionista, lo ha avuto in cura a distanza per 3 mesi e seppur a tratti avessi notato un miglioramento psicofisico (molto discontinuo) la poliposi vescicale non ha avuto alcun miglioramento, anzi l’ematuria nelle urine ha iniziato man mano e mese dopo mese ad aumentare e il suo stato generale parallelamente a peggiorare indipendendemente dai valori dell’emoglobina che pure nello stato avanzato del problema tende a scendere a causa della macroematuria nelle urine. Attualmente non sono più in contatto con il medico omeopata.
… «omissis» …
Alla luce di quanto detto ritiene l’uso di Galium Heel utile? Laurucerarisus 5 ch, sempre come rimedio sintomatico, potrebbe attualmente aiutare? La ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, Galium Heel è un rimedio omotossicologico complesso che ha come indicazioni cliniche l’attivazione delle difese non specifiche dell’organismo, specie nelle malattie croniche. Laurocerasus è un rimedio omeopatico che ha come organospecificità il sistema nervoso centrale, il centro respiratorio, il cuore e la muscolatura liscia, per cui risulta indicato in caso di insufficienza cardiaca cronica, cianosi, dispnea, tosse da congestione, dolori nevralgici, cefalee, spasmi della muscolatura liscia, della vescica e dell’apparato gastrointestinale. Se un medico omeopata si trova d’accordo, un rimedio omeopatico che potrebbe essere preso in considerazione è Carbo vegetabilis, che sul piano generale è il rimedio degli stati gravi, quando sembrano esauriti tutti gli strumenti terapeutici, dove si riscontra una perdita di energia vitale, debolezza estrema, deperimento, respiro sempre più difficoltoso, faccia pallida e cianotica, frequenti emorragie, ecc. Cordiali saluti.
Fabio dice
Gent.ma Dottoressa, a proposito di Carbo vegetabilis, in un affezione recidivante, come quella della poliposi vescicale, che diluizione si potrebbe tentare di usare? Avrebbe senso ricorrere ad una 5 ch + una 30 ch insieme per tentare di contrastare sia il fenomeno acuto sia, alla lunga, per cercare di riequilibrare il terreno del paziente?
Se la cosa avrebbe senso credo che non vi siano problemi a sciogliere e dinamizzare entrambi i granuli in soluzione idroalcolica, giusto? Cordialmente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, la prudenza suggerirebbe, data anche l’età e lo stato di salute generale di suo padre, di iniziare con le basse diluizioni, che hanno un’azione più superficiale e quindi impegnano meno l’organismo nella risposta allo stimolo del rimedio omeopatico. Se si producono effetti positivi o comunque non negativi, si può salire gradualmente con la diluizione, verificandone di volta in volta i risultati. Ovviamente vale sempre il consiglio di affidarsi alle mani esperte di un bravo medico omeopata. Cordiali saluti.
Fabio dice
Egregia Dottoressa, sono alla ricerca di un nuovo e bravo medico omeopata che si occupi di mio padre ma le assicuro che la ricerca non è facile. Parlo anche come esperienza mia diretta personale che svariati anni fa mi portò da uno studio all’altro (con dispendio di energia e non solo…) prima di ottenere risultati tangibili. Ho provato, sotto mia responsabilità, a somministrargli carbo vegetabilis 5 ch, ma dopo un paio di giorni molto promettenti in cui rispondeva bene psicofisicamente – infatti sono passato alla 30ch – c’è stata un regressione e un peggioramento per cui ho dovuto abbandonare il rimedio…
In un precedente post ho dimenticato di dirle che l’anno scorso avevo contattato anche un altro medico il quale, molto onestamente, senza nemmeno chiedermi l’onorario mi aveva consigliato di provare con il solo Teucrium Marum Verum, che nel suo caso personale gli aveva risolto una poliposi nasale. Mi consigliò di iniziare con una 5 ch e poi man mano a salire. Però anche lui mi aveva avvertito che in una persona anziana dedita da anni a farmaci allopatici l’omeopatia non sempre fornisce risultati. Purtroppo però non ebbi il tempo di provare con assiduità tale rimedio in quanto dopo poco ricoverai d’urgenza mio padre perchè il polipo vescicale era già 3 cm. e sanguinava abbondantemente. Qual’è il suo pensiero riguardo al rimedio prima citato? Le volevo intanto anche chiedere il suo parere sul Vidatox 30ch, versione omeopatica dell’Escozul che sembra fornire qualche speranza nel trattamento di alcune forme cancerose. Cordialmente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, quando si parlava di salire gradualmente con la diluizione, significa passare da una 5 CH a una 7 CH, poi a 9 CH, a 15CH, a 30CH …, verificandone ogni volta i risultati. Per quanto riguarda il resto, insisto nel ripetere che il rimedio giusto per suo padre lo dovrà prescrivere un bravo medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Sara dice
Buonasera dottoressa, facendo una ricerca in rete per trovare un rimedio non farmacologico per il catarro tubarico, ho trovato che possono essere d’aiuto queste sostanze:
– Kalium Muriatum
– Kalium Bichromicum
– Ignatia Amara
– Ferrum Phosphoricum
Vorrei sapere se concorda, e come abbinare tra loro questi rimedi (nella diluizione 5CH per un adulto).
Grazie mille per l’aiuto e cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sara, i rimedi omeopatici “potenzialmente” idonei a trattare il catarro tubarico (che, com’è noto, è un accumulo di catarro nell’orecchio medio, più precisamente nella tuba di Eustacchio e conseguentemente nella comunicante cassa timpanica) sono consultabili all’articolo “Raffreddore e Rinite allergica” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ho adoperato l’avverbio “potenzialmente” per sottolineare un concetto fondamentale in Omeopatia e cioè che un rimedio omeopatico per essere curativo deve assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, ossia deve possedere un quadro patogenetico (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio è in grado di curare) che combaci con il quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Ad esempio, a titolo esclusivamente informativo, i rimedi omeopatici da prendere in considerazione per il catarro tubarico possono essere Ammonium carbonicum, Antimonium tartaricum, Baryta carbonica, Camphora, Ferrum phosphoricum, Kali bichromicum, Pulsatilla, Sambucus nigra, Sulphur. Anche Kali muriaticum potrebbe essere un rimedio omeopatico adatto, in particolare quando sono presenti mucosità biancastre, spesse, vischiose, aderenti e di difficile espulsione, dolori frontali, tuba di Eustacchio che si ottura soffiandosi il naso, infiammazione degli orecchi con ostruzione di detta tuba, ecc. Ignatia amara invece non è un rimedio particolarmente specifico per tali problematiche. Risulta utile adoperare più rimedi omeopatici solo quando con un unico rimedio non si riesce a coprire l’intero quadro clinico del paziente o la maggior parte di esso. In tal caso i rimedi possono essere assunti alternandoli tra loro. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Stellina dice
Buona sera dottoressa o un bimbo di tre anni e mezzo che non parla siamo ancora in attesa di arcettamenti…….facciamo terapia aba da quasi un’anno e a iniziato a ripetere qualche parolina…….in più a il vizio di muovere le manine nei momenti che non fa nulla……..in più sono dieci giorni un po’ nervosetto……..che costituzionale potrei dargli per aiutarlo…….
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Stellina, i sintomi del suo bambino da lei descritti sono contenuti, in misura più o meno variabile, nelle patogenesi di diversi rimedi omeopatici. Ovviamente sarebbe opportuno effettuare una mirata gerarchizzazione di tali sintomi, dando priorità a quelli maggiormente significativi, che, unitamente agli altri approfondimenti di tipo psico-fisico, possa rendere possibile l’individuazione di un unico rimedio omeopatico o di limitarne adeguatamente il numero. Ad esempio, per i bambini che presentano un ritardo nel parlare, il rimedio omeopatico che viene spesso prescritto è Natrum muriaticum. Più generalmente, in caso di ritardo intellettivo e cognitivo, il rimedio omeopatico diventa Baryta carbonica che è ottimo per le problematiche dei bambini che hanno uno sviluppo anomalo, in ritardo, con buone possibilità di migliorare lo stato generale del paziente e quindi di facilitare il compito ai rieducatori specializzati. Per i bambini agitati, che hanno bisogno di muovere le mani, un rimedio omeopatico adatto potrebbe essere Kali bromatum. Invece per i bambini nervosi, agitati, iperattivi e capricciosi, il rimedio omeopatico per eccellenza è Chamomilla o Calcarea phosphorica in assenza di capricci. Le consiglio pertanto di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al caso specifico del suo bambino, in sinergia con l’intervento ABA in atto. Cordiali saluti.