I rimedi omeopatici (o anche farmaci omeopatici o prodotti omeopatici) sono i farmaci adoperati nelle cure omeopatiche che agiscono secondo la legge “SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR”, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile.
Secondo questa legge una sostanza naturale, che assunta in grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche (infinitesimali), di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato.
Ecco perché parlare delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e quindi i rimedi omeopatici devono essere scelti in base alla somiglianza tra gli effetti che producono nell’individuo sano ed i sintomi che l’individuo malato manifesta.
Processo di individualizzazione
All’interno del quadro dei sintomi occorre tenere conto non solo dei sintomi fisici ma anche delle caratteristiche individuali del malato, costituite dall’insieme delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche (metaboliche-funzionali) e psicologiche in grado di influenzarne la reattività.
Si analizzeranno quindi la costituzione, che comprende anche lo studio del temperamento laddove si includono anche le caratteristiche somatiche, il carattere e la diatesi, che rappresentano il cosiddetto terreno dell’individuo.
L’analisi di tale terreno, diverso da persona a persona, assume un notevole interesse clinico perché consente di ricavare informazioni indispensabili sulle caratteristiche del paziente e sulle sue predisposizioni patologiche, al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più “simile” a lui. Ciò permetterà di attuare sia una terapia nei confronti delle malattie in atto, rimuovendone le cause profonde, sia una a carattere preventivo particolarmente mirata nei confronti delle predisposizioni morbose. Il concetto base, di ispirazione ippocratica, è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia.
Quindi in presenza di una qualsivoglia malattia, occorre analizzare l’individuo nel suo insieme e valutarne tutti gli aspetti, non limitandosi al solo quadro dei sintomi fisici (processo di individualizzazione). E’ tale tipo di indagine e di analisi che deve condurre il medico omeopata per poter giungere alla individuazione del rimedio omeopatico più adatto all’individuo affetto da una determinata patologia.
Caratteristiche del rimedio omeopatico
Ciascun rimedio omeopatico possiede delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri e lo rendono esclusivo. Anche qui tali caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora.
La scelta del rimedio omeopatico “giusto” deve essere, quindi, fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali (vale a dire gli esiti del processo di individualizzazione) con le caratteristiche del rimedio. Solo in questo modo tra i tanti rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare la stessa patologia, si sarà individuato quello più adatto alla persona che ne è affetta.
Preparazione dei rimedi omeopatici
Le sostanze attive da cui traggono origine i rimedi omeopatici appartengono ai tre regni della natura: animale, vegetale, minerale.
Al medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, si deve il processo di preparazione dei rimedi omeopatici ancora oggi utilizzati.
Tale processo deve seguire procedimenti ben codificati, tali da garantire ai rimedi l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia.
Il processo consiste essenzialmente di due fasi: la diluizione e la dinamizzazione (o succussione). La prima fase serve per ridurre a dosi omeopatiche (infinitesimali) la sostanza attiva, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. La seconda fase, intervallata con la prima, serve per conferire al rimedio il potere omeopatico in concomitanza con la suddetta legge. Viene presa, quindi, la pianta o la sostanza minerale o la sostanza di origine animale, la si elabora preventivamente e la si diluisce, nella maggioranza dei casi, in una soluzione idroalcolica (acqua depurata + alcool etilico) con opportuna titolazione, tante volte quant’è la diluizione desiderata, pervenendo alle diluizioni decimali, contrassegnate dalla sigla D, o alle diluizioni centesimali, contrassegnate da CH (fase di diluizione). Si scuote e si percuote energicamente la provetta ad ogni diluizione (fase di dinamizzazione o succussione).
L’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, che forma il cosiddetto ceppo omeopatico, si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione i principi attivi contenuti nella sostanza stessa. Tale trattamento si differenzia a seconda della natura della materia prima utilizzata e tiene principalmente in considerazione il grado di solubilità della sostanza in acqua o in alcool. Più usualmente per le sostanze di origine vegetale, abbastanza solubili, si ricorre alla Tintura Madre, per quelle di origine minerale o animale, in genere solide non completamente solubili, si ricorre alla Triturazione con lattosio. Ovviamente, anche se meno ricorrenti, sono possibili situazioni diverse.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Quelli più utilizzati sono sotto forma di granuli, gocce, pomate, creme. Esistono anche fiale orali, globuli, compresse, capsule, ovuli, colliri, supposte, ecc.
Fasce di diluizione
A scopo puramente indicativo, e quindi con la dovuta flessibilità, è possibile distinguere schematicamente tre fasce di diluizione dei rimedi omeopatici:
Basse diluizioni: D2 – D8, 1CH – 4CH.
Medie diluizioni: D9 – D23, 5CH – 11CH.
Alte diluizioni: > D24, >12CH ove si supera il numero di Avogadro e le preparazioni non contengono alcuna molecola della sostanza originale.
Somministrazione dei rimedi omeopatici
Al momento della somministrazione, occorre tenere presente che i rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. I granuli non vanno toccati con le mani e si assumono o ponendoli direttamente sotto la lingua tramite il coperchio dell’apposito contenitore e lasciandoli sciogliere lentamente o si sciolgono in un poco d’acqua. In tal caso prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte il contenitore prima dell’assunzione.
Denominazione dei rimedi omeopatici
I rimedi omeopatici possono assumere le seguenti denominazioni, che aiutano a comprenderne meglio il tipo di azione.
◊ Rimedi omeopatici sinergici: si dice “sinergico” un rimedio che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie: Rimedi complementari, che sono quelli con grado di sinergia alto e Rimedi che seguono bene, che sono quelli con grado di sinergia medio e basso. I sinergici possono essere adoperati nelle cure omeopatiche che già si prevedono lunghe, come quelle per guarire completamente da un’affezione cronica. In tal caso il processo curativo va avanti per gradi ed ogni grado richiede un adattamento terapeutico particolare che avviene proprio con i sinergici.
◊ Rimedi omeopatici asinergici: si dice “asinergico” un rimedio che ha la caratteristica di controllare o annullare l’azione di un altro rimedio. I rimedi asinergici si dividono nelle seguenti due categorie:
• Rimedi omeopatici antidoti: si dice “antidoto” un rimedio che ha la proprietà di controllare l’azione del rimedio somministrato in precedenza, attenuandone o eliminandone le manifestazioni esagerate. Si ricorre al rimedio antidoto per contrastare gli effetti disturbanti del primo rimedio quando ci si trova di fronte o ad un eccesso di uso o ad un aggravamento omeopatico, del tutto naturale ma non sopportabile dal paziente, che possono entrambi tradursi in una condizione di tracollo generale, fisico e psichico. Questo in genere si verifica con le alte diluizioni. Si ricorre altresì ad un rimedio antidoto quando nel corso della terapia omeopatica compaiono nuovi sintomi fastidiosi e sgradevoli che è opportuno attenuare o eliminare. In tal caso il rimedio antidoto sarà individuato tra quelli in grado di curare questi nuovi sintomi. L’antidoto omeopatico non annulla l’azione del rimedio precedente, ma incanala correttamente le reazioni del malato e per questo ne rafforza lo stato generale.
• Rimedi omeopatici incompatibili: si dice “incompatibile” un rimedio completamente opposto ad un altro rimedio, cioè che ha una patogenesi diametralmente opposta. Un rimedio è incompatibile con un altro rimedio quando è in grado di attenuare o annullare l’azione di quest’ultimo. Pertanto è di fondamentale importanza conoscere l’incompatibile di ciascun rimedio omeopatico se la cura prescrive più rimedi. Anche alcuni alimenti possono avere tali caratteristiche. Ad es. gli incompatibili generali sono caffè, tisane di menta e di camomilla, caramelle a menta, aceto, spezie dal profumo molto forte.
◊ Rimedi omeopatici sintomatici o ad azione locale: si dice “sintomatico” o “ad azione locale” un rimedio per la cui scelta si è avuto maggiore riguardo al quadro sintomatologico, pur considerando altri fattori quali la causalità, le modalità, le concomitanze, le sensazioni del paziente ed altro. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e solitamente hanno una bassa diluizione: la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Possono essere adoperati anche per le malattie croniche, in tal caso però occorre allungare i tempi ed il periodo di somministrazione.
◊ Rimedi omeopatici costituzionali o di fondo: si dice “costituzionale” un rimedio omeopatico le cui caratteristiche principali corrispondono ai caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri della costituzione del paziente. La scelta del rimedio viene fatta analizzando, oltre il quadro sintomatologico, tutte le altre manifestazioni del soggetto che consentono di individuare la sua costituzione ma anche la sua datesi, verificando quindi le sue tendenze morbose acquisite e congenite, le malattie pregresse, le modalità proprie di reazione, gli aspetti mentali ed altro. Viene osservato quindi quello che è chiamato il terreno del paziente. In genere si tratta di rimedi somministrati per curare le malattie croniche e solitamente hanno un’alta diluizione: la loro azione è più generale, più profonda, anche se non completamente sistemica, ma più lenta. Il rimedio costituzionale è pertanto un rimedio “di fondo”.
◊ Rimedio omeopatico simillimum: si dice “simillimum” un rimedio per la cui scelta si è avuto scrupoloso riguardo alla globalità delle manifestazioni del paziente, cioè oltre al quadro sintomatologico si sono analizzate tutte le altre caratteristiche individuali (somatiche, psichiche, ereditarie, acquisite, ecc.) di cui al processo di individualizzazione. Si tratta in sostanza di un rimedio altamente personalizzato, cioè simile al paziente e per questo può essere somministrato alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, fa uso proprio del simillimum.
◊ Rimedi omeopatici acuti: si dice “acuto” un rimedio in grado di curare meglio i sintomi di una malattia che inducono reazioni forti e/o improvvise, tipiche degli stati acuti, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo cronico. Il rimedio omeopatico acuto in genere ha un’azione rapida e breve e per questo nelle cure precede il suo cronico. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum. Viceversa Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis.
◊ Rimedio omeopatico cronico: si dice “cronico” un rimedio che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia quando questi hanno superato la fase acuta, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo acuto. Il rimedio omeopatico cronico in genere ha un’azione lenta e lunga e per questo nelle cure segue il suo acuto. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis. Viceversa Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum.
◊ Rimedi omeopatici policresti: si dice “policresto” un rimedio ad ampia azione, cioè un rimedio che ha un’azione generale riequilibrante utilizzabile per curare varie patologie. I policresti sono i grandi rimedi della Materia Medica Omeopatica.
Cure omeopatiche
Nelle cure omeopatiche la regola che in generale si segue è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si prescrivono rimedi omeopatici a bassa diluizione (ad azione più superficiale), mentre per le malattie allo stato cronico si assumono rimedi a media ed alta diluizione (ad azione più profonda). Più grande è la sovrapponibilità di cui in precedenza (lo ripetiamo dell’insieme dei sintomi fisici e delle altre caratteristiche individuali, con le caratteristiche del rimedio), più ci si può spingere con le diluizioni e quindi l’azione del rimedio sarà tanto più profonda.
La guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi stessi. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con un’eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico. E’ possibile inizialmente un certo peggioramento di alcuni sintomi.
Le cure omeopatiche si rifanno a diverse scuole di pensiero: la Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, prescrive un solo rimedio chiamato simillimum, capace di coprire tutti i sintomi del paziente, la Scuola Medica Omeopatica Pluralista prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra di loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo, la Scuola Medica Omeopatica Complessista prescrive più rimedi sinergici insieme, i cosiddetti complessi, di solito tutti sintomatici.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti” e per altri chiarimenti riguardanti l’omeopatia consultare gli articoli specifici della stessa sezione.
Nella presente sezione, per completezza e semplicità di consultazione, sono riportati in ordine alfabetico i principali rimedi omeopatici, organizzati in schede nelle quali si fornisce:
□ La DESCRIZIONE della sostanza di origine.
□ Le CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO, che come detto è opportuno riscontrare nella persona malata, secondo il citato processo di individualizzazione indispensabile per la individuazione del rimedio “giusto”.
□ L’USO DEL RIMEDIO, legato ai sintomi manifestati dal malato, che per essere meglio curati devono corrispondere e si devono associare alle caratteristiche del rimedio di cui immediatamente sopra.
□ Le DOSI relative consigliate dai medici omeopati, con l’indicazione delle diluizioni, delle quantità e dei tempi di somministrazione.
(*) V. Note esplicative
Fabio dice
Gentile dottoressa, approfondisco un discorso in parte già affrontato in precedenza. La mia domanda è questa: potrebbe l’omeopatia aiutare mio padre (87 anni) che soffre di poliposi vescicale recidivante per cui ogni 2,3 anni e costretto a subire un intervento. Mio padre è anche cardiopatico e diabetico ed ha altre problematiche inerenti alla sua età. Mi chiedevo quindi se un’eventuale cura omeopatica, atta a scongiurare la poliposi recidivante, potrebbe essere compatibile con le medicine che già prende e da cui la persona difficilmente sarebbe disposto a discostarsi.
Inutile dire che (vista l’età…) anche l’approccio alla visita potrebbe lasciarlo perplesso e anche non essendo di indole violenta non so fino a che punto sarebbe collaborativo e potrebbe capire l’iter di una visita omeopatica…! Io che sono suo figlio potrei affiancarlo durante la visita per far meglio comprendere al medico alcuni lati del suo carattere? Il medico accetterebbe? Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, l’omeopatia se correttamente applicata all’individuo-paziente può essere in grado di curare e di guarire o in ogni caso per la poliposi vescicale di suo padre ottantasettenne di ottenere dei buoni risultati. Per quanto riguarda la compatibilità con gli altri farmaci, laddove questi siano irrinunciabili, sarà il medico omeopata a stabilire le condizioni migliori per la loro convivenza con la cura omeopatica. Non credo che potrà incontrare difficoltà ad assistere alla visita medica omeopatica, come spesso succede per qualsiasi visita medica, anzi il medico sicuramente apprezzerà il suo contributo senza però interferire. Cordiali saluti.
Giuliana dice
Gent.ma Dr.ssa
purtroppo, non avendo nessuna conoscenza in questo campo, per la scelta del medico omeopata mi sono rivolta ad una mia amica.
Lei avrebbe da indicarmi un medico omeopata che può aiutarmi a risolvere il problema ? Io vivo ad Oristano e non so proprio a chi rivolgermi. Grazie
Cordialmente
Giuliana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giuliana, mi dispiace non poterla direttamente aiutare, se non ha altri riferimenti potrebbe fare una ricerca in rete relativamente a siti sicuri e ad associazioni omeopatiche accreditate, molte delle quali hanno un’organizzazione sul territorio nazionale, oppure rivolgersi ad una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per essere indirizzata verso un bravo medico omeopata che sicuramente esisterà nella sua zona. Cordiali saluti.
GIULIANA dice
Gentile dr.ssa
Ringrazio per i suggerimenti che mi ha dato riguardo al mio problema di osteporosi ( le ho scritto un messaggio il 30 aprile) . Sono andata da un medico Osteopata che mi ha sottoposta ad un esame EAVI dal quale è risultata una intolleranza alle proteine del latte vacino+ Griglia di Hartmann
Mi ha prescritto una dieta senza PLV e come terapia: Osso Minerale GSM 1 misurino al giorno in acqua- cicli di 3 mesi.
Le confesso che sono un pò frastornata e ho timore di continuare a sbagliare. Vorrei avere un suo cortese parere in merito alla terapia e all’esame fatto. Grazie mille
Giuiana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giuliana, nella riposta precedente abbiamo fatto delle considerazioni relative al mondo dell’omeopatia (e delle bioterapie), che è una medicina che effettivamente cura e guarisce, come dimostrato dalle numerose evidenze cliniche ben documentate. Lei invece ha fatto una scelta diversa rivolgendosi ad un osteopata che si avvale della teoria delle geopatie attribuibili all’esistenza della cosiddetta “griglia o rete di Hartmann”, in corrispondenza della quale, soprattutto nei nodi, si verificherebbe l’emissione di particolari radiazioni negative per gli organismi viventi. E’ una teoria molto affascinante che non conosco, per cui preferisco non esprimermi in merito, anche se le perplessità espresse in merito da più parti sono tante. Lo stesso dicasi per il test di diagnostica delle intolleranze alimentari con apparecchi EAV, che è molto discusso e discutibile. Che io sappia, mentre per le allergie alimentari i test diagnostici oramai sono abbastanza validi e sicuri, per le intolleranze alimentari i test disponibili lasciano ancora qualche perplessità diagnostica, dimostrandosi in molti casi imprecisi e non del tutto attendibili. Ma se stiamo parlando di intolleranze alimentari verso alcune tipologie di cibi, il miglior test è costituito proprio dal paziente che potrà individuare quel particolare cibo non tollerato quando solo a seguito della sua assunzione si presentano i sintomi fastidiosi. Anche la terapia prescritta non la conosco e quindi non posso fornire alcun giudizio. Cordiali saluti.
Alessandro dice
Salve, sto usando lycopodium per la timidezza e l’ eiaculazione precoce diluzione di 30LM da 30 giorni circa e dovrei prenderlo fino al 70esimo giorno. Per ora sento leggeri miglioramenti ma non forti come vorrei e a volte non li percepisco nemmeno piu. In generale questi rimedi quando dovrebbero funzionare? È possibile avvertire miglioramenti piu forti verso la fine della cura? Mi faccia sapere, perchè sono ci tengo molto alla guarigione che ci soffro da sempre. Cordiali saluti alessandro
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Alessandro, la tempistica di guarigione di una cura omeopatica, come del resto qualsiasi altro parametro terapeutico in omeopatia, è molto personale, non generalizzabile, determinabile con sufficiente precisione solo con la visita medica omeopatica e con il monitoraggio durante la terapia. Infatti la tempistica in parola dipende essenzialmente dalla reattività e sensibilità individuale del paziente allo stimolo del rimedio omeopatico e dal grado di profondità della patologia o del disturbo. Sicuramente i casi cronici richiedono dei tempi di gran lunga superiori a quelli dei casi acuti. Comunque quando è in gioco la componente psicologica o psicosomatica i tempi di guarigione sono sempre abbastanza lunghi. Inoltre la tempistica è anche influenzata dalle caratteristiche proprie del rimedio omeopatico e se trattasi o meno del “simillimum” (il rimedio omeopatico che assomiglia in tutto e per tutto al paziente). Ci sono rimedi omeopatici che hanno intrinsecamente dei tempi di azione più lunghi, tra cui proprio Lycopodium ed altri invece che agiscono prima. Comunque sarebbe opportuno chiedere i lumi del caso al medico omeopata che le ha prescritto la cura. Cordiali saluti.
Loretta dice
Buonasera, soffro di insonnia (mi addormento subito ma mi sveglio dopo due, massimo tre ore) da molti anni… non voglio usare sonniferi perchè mi fanno dormire al massimo 5 ore e mi lasciano depressa tutto il giorno.. cosa potrei usare di omeopatico?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Loretta, è utile precisare che un rimedio omeopatico per essere curativo deve assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ciò nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico. I rimedi omeopatici utili a vincere l’insonnia sono numerosissimi e tutti con patogenesi diverse, però, ripeto, solo quello che rispecchia la globalità dei sintomi del paziente riuscirà a produrre gli effetti terapeutici desiderati. Risulta pertanto indispensabile rivolgersi ad un medico omeopata. In diversi casi si ricorre anche a dei gemmoterapici della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali alla prima diluizione decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la fitoterapia classica e l’omeopatia), in gocce, come ad es. Tilia tormentosa M.G. D1 che è un regolatore del sistema nervoso, un ottimo tranquillante, indicato per vari stati di eccitabilità nervosa, ansia, stress, nervosismo, nevrosi varie, insonnia. Per contrastare l’insonnia potrebbe essere importante adottare anche alcuni accorgimenti di sicuro giovamento. La sera consumare un pasto leggero, limitando i cibi grassi, le salse, i farinacei che appesantiscono la digestione. Evitare comunque di coricarsi subito dopo mangiato, se possibile camminare almeno per un quarto d’ora–mezz’ora, oppure praticare un esercizio fisico leggero, ascoltare della musica rilassante (ad es. classica, romantica), o fare una lettura distensiva (evitando quelle eccitanti o angoscianti), evitare le discussioni e le dispute familiari, non rinviare l’andata a letto se si avverte un principio di sonnolenza. Integrare al pasto della sera gli alimenti che esercitano un’azione sedativa, come aglio, cipolle, scalogni, basilico, avena, cavolo, zucca, maggiorana, lattuga, melissa, mela, albicocche, pesche, miele. Preferire sempre un’alimentazione con cibi ricchi di vitamine, con un buon contenuto di fibre e di sali minerali e abolire le sostanze eccitanti come tè, caffè, tabacco. Prendere l’abitudine di bere la sera, prima di andare a letto, una tisana di foglie d’arancio o di tiglio o di passiflora o di melissa o di escolzia o di biancospino o di camomilla, ecc., oppure una tazza di latte caldo. Controllare anche alcuni fattori nella camera da letto, come ad es. la temperatura, la rumorosità, l’idoneità del letto, del materasso, del cuscino, delle coperte, del pigiama. Anche la posizione del corpo nel letto potrebbe avere la sua importanza. Ritornando all’alimentazione, spesso trascurata nella terapia dell’insonnia, essa assume un ruolo importante sia per quantità che per qualità. Va infatti osservato che l’equilibrio nutrizionale mette abbastanza al riparo dal rischio d’insonnia, perché gli ormoni che facilitano il sonno, ossia la serotonina e la melatonina, necessitano del giusto apporto di triptofano, di carboidrati complessi, di vitamine (in particolare B1 e B6) e di sali minerali (in particolare calcio e magnesio). Il triptofano, che è un precursore della serotonina (quest’ultima a sua volta è un precursore della melatonina), è contenuto maggiormente negli alimenti di origine animale, come carni, uova, latte e derivati, yogurt, ma anche in semi di soia, semi di sesamo, semi di girasole, patate, banane, riso, cereali integrali, verdure a foglia verde, noci, mandorle, arachidi, ecc. Infine dia un’occhiata all’articolo “Per riposare meglio” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici dell’antica tradizione molto utili per una regolarizzazione del sonno sia in quantità che in qualità. Cordiali saluti.
Lindy dice
Buongiorno,
il rimedio ipeca è un antidoto del lachesis o va in contrapposizione?
Grazie!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lindy, Ipeca e Lachesis sono due rimedi omeopatici che non hanno tra loro alcuna relazione. Perciò Ipeca, nei confronti di Lachesis, non è un antidoto, non è un sinergico o un complementare, non è un incompatibile, e viceversa. L’unica cosa che hanno in comune i due rimedi è che i dolori si spostano da sinistra a destra. Cordiali saluti.
roberto dice
cara Dr.ssa della Volpe.
sono di nuovo Roberto in cura con Sorafenib per ca rene.
Da giorni l’intestino mi tormenta con diarrea e dolori di ventre,ho sospeso i farmaci e preso Imodium ( di malavoglia) e un prodotto ( classificato integratore) che si chiama Biotrap e che dovrebbe fare qualcosa…..
per quanto alle sue competenze le chiedo un consiglio….
grazie,vorrei ricambiare ma non saprei come, le manderò un affettuoso sorriso
roberto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Roberto, dia un’occhiata all’articolo “Fermiamo la diarrea” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici molto validi per contrastare la diarrea e per regolarizzare le funzioni intestinali. Durante la fase acuta è opportuno assumere un’abbondante quantità di liquidi, a dosi moderate e frequenti, come succhi di mela e di carota (molto diluiti) e/o acqua di cottura degli stessi vegetali. Superata tale fase si può iniziare a reintrodurre alimenti solidi, dando precedenza a mele, carote, riso non integrale ben cotto, yogurt. Sarebbe però sempre opportuno acquisire un parere medico. Grazie per l’affettuoso sorriso che ricambio. Cordiali saluti.
Erica dice
Buonasera,
Volevo sapere se esiste un rimedio per l’asma che posso prendere anche in gravidanza al 6 mese.
Grazie mille.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Erica, i principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati in caso d’asma sono consultabili all’articolo “Asma” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto risulterà quello che contempla la sintomatologia più somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. I rimedi omeopatici sono abbastanza sicuri in generale e quindi anche in gravidanza, non avendo controindicazioni od effetti collaterali, intesi questi nel senso tradizionale del termine, in quanto non contengono sostanze a livello ponderale ma solo a livello infinitesimale e la loro azione consiste unicamente nello stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione dell’organismo. Questo però non significa che possono essere assunti senza cautela e senza prescrizione medica, perché se si dovesse assumere un rimedio sbagliato e/o una diluizione sbagliata e/o una posologia sbagliata si potrebbe andare incontro ad inconvenienti abbastanza seri e fastidiosi. Sarebbe pertanto opportuno, per il caso specifico, affidarsi alla competenza di un medico omeopata. Cordiali saluti.
Barbara dice
Buongiorno Dott.ssa , dovrei prendere per prevenzione osteoporosi (prendo cortisone e problemi reumatici e sono da poco in menopausa) un bifosfonato prendo già’ Vit. D3 , ho visto POROSE FEE e R34 DR. RECKEWEG secondo lei possono andare bene o se no cosa mi consiglia ?
Vorrei chiederle se esiste qualcosa in omeopatia per allievare la secchezza di occhi e bocca , la ringrazio , Buona Domenica
Barbara
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Barbara, Porose Fee è un fitoembrioestratto, cioè è un macerato-madre di un complesso di gemme vegetali in una soluzione di acqua-alcool-glicerina ed è un fitoterapico di nuova generazione in grado di regolare la disfunzione organica mediante i principi embrionali dei vegetali. R 34 è un omotossicologico (o antiomotossico), un rimedio dell’omotossicologia, più precisamente è un altro rimedio complesso costituito da un mix di rimedi omeopatici unitari sinergici a bassa diluizione, scelti per l’affinità del tropismo tissutale specifico e sarebbe indicato per i disturbi del metabolismo del calcio e per varie patologie ossee, tra cui l’osteoporosi. Nelle malattie croniche tali complessi vengono solitamente affiancati, o sostituiti dopo un certo periodo, da rimedi di sostegno ad azione trofica più profonda. Anche l’omeopatia classica dispone di diversi rimedi in grado di trattare sia l’osteoporosi che la secchezza di occhi e bocca, però in tal caso si impone la scelta “giusta” del rimedio omeopatico nel rispetto della “legge di similitudine”, cioè la scelta del rimedio che assomiglia al paziente nel quadro sintomatico e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno gli effetti terapeutici. La somiglianza sintomatologica deve riguardare non solo il sintomi comuni della patologia o del disturbo (ad es. nella fattispecie l’osteoporosi o la secchezza di occhi e bocca), ma soprattutto i sintomi caratteristici individuali che si accompagnano, quali ad es. sensazioni, percezioni, modalità delle manifestazioni, localizzazione precisa dei disturbi, sintomi concomitanti, circostanze di aggravamento e di miglioramento, riflessi psicologici, ecc. Relativamente all’osteoporosi i rimedi omeopatici che generalmente vengono utilizzati sono Argentum metallicum, Cocculus, Fluoricum acidum, Mercurius, Mercurius corrosivus, Mezereum, Natrum silicofluoricum, Phosphorus, Phytolacca, Radium bromatum, Sarsaparilla, Theridion. Alla cura omeopatica spesso vengono associati, oppure utilizzati da soli, dei rimedi gemmoterapici (o gemmoderivati), che sono anch’essi dei fitoterapici di nuova generazione che utilizzano ancora la macerazione acqua-alcool-glicerina di gemme vegetali, però di una sola pianta ed inoltre il macerato glicerico (M.G.) è diluito nella stessa soluzione alla prima decimale hahnemanniana (D1). Si tratta in pratica di rimedi che si pongono a cavallo tra la fitoterapia e l’omeopatia, con il vantaggio che la diluizione D1 dei principi attivi li rende praticamente privi di effetti collaterali. Per l’osteoporosi i gemmoterapici che vengono adoperati sono Abies pectinata M.G. D1, Pinus montana M.G. D1 (specifico per l’osteoporosi post-menopausa), Rubus fructicosus M.G. D1. Come lei sa è molto importante una dieta alimentare sana ed equilibrata, ricca di calcio (ad es. latte, formaggi, yogurt, pesce azzurro, cavolo, legumi, sesamo, noci, mandorle, ecc.) e di vitamina D, in particolare del calciferolo o vitamina D3 (ad es. uova, salmone, burro, latte, ecc.). Inoltre è altresì importante un’adeguata esposizione al sole, per la sintesi cutanea di detta vitamina, e una regolare attività fisica che se praticata all’aperto coniuga entrambe le esigenze. Per quanto riguarda la secchezza di occhi e bocca, i rimedi omeopatici che vengono spesso utilizzati sono Aconitum, Alumina, Arsenicum album, Baryta carbonica, Belladonna, Bryonia, Carbo vegetabilis, Chamomilla, China, Kali bichromicum, Lachesis, Lycopodium, Mercurius, Mezereum, Nux moschata, Opium, Phosphorus, Pulsatilla, Rhus toxicodendron, Sepia, Silicea, Sulphur, Veratrum album, Zincum metallicum. Sarebbe pertanto opportuno che l’individuazione della terapia più adatta al suo caso ed alla sua persona la effettuasse un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.
roberto dice
paziente con ca rene metastatico in cura con Sorafenib, mi propongono agaricus per il sistema immunitario,proposte ce ne sono tante….
grazie della sua gentile risposta
roberto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Roberto, tutti i rimedi omeopatici, se scelti nel rispetto della “legge di similitudine”, sono in grado di rafforzare le difese del sistema immunitario, tra cui anche Agaricus muscarius. Cordiali saluti.