I rimedi omeopatici (o anche farmaci omeopatici o prodotti omeopatici) sono i farmaci adoperati nelle cure omeopatiche che agiscono secondo la legge “SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR”, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile.
Secondo questa legge una sostanza naturale, che assunta in grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche (infinitesimali), di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato.
Ecco perché parlare delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e quindi i rimedi omeopatici devono essere scelti in base alla somiglianza tra gli effetti che producono nell’individuo sano ed i sintomi che l’individuo malato manifesta.
Processo di individualizzazione
All’interno del quadro dei sintomi occorre tenere conto non solo dei sintomi fisici ma anche delle caratteristiche individuali del malato, costituite dall’insieme delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche (metaboliche-funzionali) e psicologiche in grado di influenzarne la reattività.
Si analizzeranno quindi la costituzione, che comprende anche lo studio del temperamento laddove si includono anche le caratteristiche somatiche, il carattere e la diatesi, che rappresentano il cosiddetto terreno dell’individuo.
L’analisi di tale terreno, diverso da persona a persona, assume un notevole interesse clinico perché consente di ricavare informazioni indispensabili sulle caratteristiche del paziente e sulle sue predisposizioni patologiche, al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più “simile” a lui. Ciò permetterà di attuare sia una terapia nei confronti delle malattie in atto, rimuovendone le cause profonde, sia una a carattere preventivo particolarmente mirata nei confronti delle predisposizioni morbose. Il concetto base, di ispirazione ippocratica, è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia.
Quindi in presenza di una qualsivoglia malattia, occorre analizzare l’individuo nel suo insieme e valutarne tutti gli aspetti, non limitandosi al solo quadro dei sintomi fisici (processo di individualizzazione). E’ tale tipo di indagine e di analisi che deve condurre il medico omeopata per poter giungere alla individuazione del rimedio omeopatico più adatto all’individuo affetto da una determinata patologia.
Caratteristiche del rimedio omeopatico
Ciascun rimedio omeopatico possiede delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri e lo rendono esclusivo. Anche qui tali caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora.
La scelta del rimedio omeopatico “giusto” deve essere, quindi, fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali (vale a dire gli esiti del processo di individualizzazione) con le caratteristiche del rimedio. Solo in questo modo tra i tanti rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare la stessa patologia, si sarà individuato quello più adatto alla persona che ne è affetta.
Preparazione dei rimedi omeopatici
Le sostanze attive da cui traggono origine i rimedi omeopatici appartengono ai tre regni della natura: animale, vegetale, minerale.
Al medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, si deve il processo di preparazione dei rimedi omeopatici ancora oggi utilizzati.
Tale processo deve seguire procedimenti ben codificati, tali da garantire ai rimedi l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia.
Il processo consiste essenzialmente di due fasi: la diluizione e la dinamizzazione (o succussione). La prima fase serve per ridurre a dosi omeopatiche (infinitesimali) la sostanza attiva, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. La seconda fase, intervallata con la prima, serve per conferire al rimedio il potere omeopatico in concomitanza con la suddetta legge. Viene presa, quindi, la pianta o la sostanza minerale o la sostanza di origine animale, la si elabora preventivamente e la si diluisce, nella maggioranza dei casi, in una soluzione idroalcolica (acqua depurata + alcool etilico) con opportuna titolazione, tante volte quant’è la diluizione desiderata, pervenendo alle diluizioni decimali, contrassegnate dalla sigla D, o alle diluizioni centesimali, contrassegnate da CH (fase di diluizione). Si scuote e si percuote energicamente la provetta ad ogni diluizione (fase di dinamizzazione o succussione).
L’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, che forma il cosiddetto ceppo omeopatico, si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione i principi attivi contenuti nella sostanza stessa. Tale trattamento si differenzia a seconda della natura della materia prima utilizzata e tiene principalmente in considerazione il grado di solubilità della sostanza in acqua o in alcool. Più usualmente per le sostanze di origine vegetale, abbastanza solubili, si ricorre alla Tintura Madre, per quelle di origine minerale o animale, in genere solide non completamente solubili, si ricorre alla Triturazione con lattosio. Ovviamente, anche se meno ricorrenti, sono possibili situazioni diverse.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Quelli più utilizzati sono sotto forma di granuli, gocce, pomate, creme. Esistono anche fiale orali, globuli, compresse, capsule, ovuli, colliri, supposte, ecc.
Fasce di diluizione
A scopo puramente indicativo, e quindi con la dovuta flessibilità, è possibile distinguere schematicamente tre fasce di diluizione dei rimedi omeopatici:
Basse diluizioni: D2 – D8, 1CH – 4CH.
Medie diluizioni: D9 – D23, 5CH – 11CH.
Alte diluizioni: > D24, >12CH ove si supera il numero di Avogadro e le preparazioni non contengono alcuna molecola della sostanza originale.
Somministrazione dei rimedi omeopatici
Al momento della somministrazione, occorre tenere presente che i rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. I granuli non vanno toccati con le mani e si assumono o ponendoli direttamente sotto la lingua tramite il coperchio dell’apposito contenitore e lasciandoli sciogliere lentamente o si sciolgono in un poco d’acqua. In tal caso prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte il contenitore prima dell’assunzione.
Denominazione dei rimedi omeopatici
I rimedi omeopatici possono assumere le seguenti denominazioni, che aiutano a comprenderne meglio il tipo di azione.
◊ Rimedi omeopatici sinergici: si dice “sinergico” un rimedio che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie: Rimedi complementari, che sono quelli con grado di sinergia alto e Rimedi che seguono bene, che sono quelli con grado di sinergia medio e basso. I sinergici possono essere adoperati nelle cure omeopatiche che già si prevedono lunghe, come quelle per guarire completamente da un’affezione cronica. In tal caso il processo curativo va avanti per gradi ed ogni grado richiede un adattamento terapeutico particolare che avviene proprio con i sinergici.
◊ Rimedi omeopatici asinergici: si dice “asinergico” un rimedio che ha la caratteristica di controllare o annullare l’azione di un altro rimedio. I rimedi asinergici si dividono nelle seguenti due categorie:
• Rimedi omeopatici antidoti: si dice “antidoto” un rimedio che ha la proprietà di controllare l’azione del rimedio somministrato in precedenza, attenuandone o eliminandone le manifestazioni esagerate. Si ricorre al rimedio antidoto per contrastare gli effetti disturbanti del primo rimedio quando ci si trova di fronte o ad un eccesso di uso o ad un aggravamento omeopatico, del tutto naturale ma non sopportabile dal paziente, che possono entrambi tradursi in una condizione di tracollo generale, fisico e psichico. Questo in genere si verifica con le alte diluizioni. Si ricorre altresì ad un rimedio antidoto quando nel corso della terapia omeopatica compaiono nuovi sintomi fastidiosi e sgradevoli che è opportuno attenuare o eliminare. In tal caso il rimedio antidoto sarà individuato tra quelli in grado di curare questi nuovi sintomi. L’antidoto omeopatico non annulla l’azione del rimedio precedente, ma incanala correttamente le reazioni del malato e per questo ne rafforza lo stato generale.
• Rimedi omeopatici incompatibili: si dice “incompatibile” un rimedio completamente opposto ad un altro rimedio, cioè che ha una patogenesi diametralmente opposta. Un rimedio è incompatibile con un altro rimedio quando è in grado di attenuare o annullare l’azione di quest’ultimo. Pertanto è di fondamentale importanza conoscere l’incompatibile di ciascun rimedio omeopatico se la cura prescrive più rimedi. Anche alcuni alimenti possono avere tali caratteristiche. Ad es. gli incompatibili generali sono caffè, tisane di menta e di camomilla, caramelle a menta, aceto, spezie dal profumo molto forte.
◊ Rimedi omeopatici sintomatici o ad azione locale: si dice “sintomatico” o “ad azione locale” un rimedio per la cui scelta si è avuto maggiore riguardo al quadro sintomatologico, pur considerando altri fattori quali la causalità, le modalità, le concomitanze, le sensazioni del paziente ed altro. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e solitamente hanno una bassa diluizione: la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Possono essere adoperati anche per le malattie croniche, in tal caso però occorre allungare i tempi ed il periodo di somministrazione.
◊ Rimedi omeopatici costituzionali o di fondo: si dice “costituzionale” un rimedio omeopatico le cui caratteristiche principali corrispondono ai caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri della costituzione del paziente. La scelta del rimedio viene fatta analizzando, oltre il quadro sintomatologico, tutte le altre manifestazioni del soggetto che consentono di individuare la sua costituzione ma anche la sua datesi, verificando quindi le sue tendenze morbose acquisite e congenite, le malattie pregresse, le modalità proprie di reazione, gli aspetti mentali ed altro. Viene osservato quindi quello che è chiamato il terreno del paziente. In genere si tratta di rimedi somministrati per curare le malattie croniche e solitamente hanno un’alta diluizione: la loro azione è più generale, più profonda, anche se non completamente sistemica, ma più lenta. Il rimedio costituzionale è pertanto un rimedio “di fondo”.
◊ Rimedio omeopatico simillimum: si dice “simillimum” un rimedio per la cui scelta si è avuto scrupoloso riguardo alla globalità delle manifestazioni del paziente, cioè oltre al quadro sintomatologico si sono analizzate tutte le altre caratteristiche individuali (somatiche, psichiche, ereditarie, acquisite, ecc.) di cui al processo di individualizzazione. Si tratta in sostanza di un rimedio altamente personalizzato, cioè simile al paziente e per questo può essere somministrato alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, fa uso proprio del simillimum.
◊ Rimedi omeopatici acuti: si dice “acuto” un rimedio in grado di curare meglio i sintomi di una malattia che inducono reazioni forti e/o improvvise, tipiche degli stati acuti, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo cronico. Il rimedio omeopatico acuto in genere ha un’azione rapida e breve e per questo nelle cure precede il suo cronico. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum. Viceversa Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis.
◊ Rimedio omeopatico cronico: si dice “cronico” un rimedio che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia quando questi hanno superato la fase acuta, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo acuto. Il rimedio omeopatico cronico in genere ha un’azione lenta e lunga e per questo nelle cure segue il suo acuto. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis. Viceversa Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum.
◊ Rimedi omeopatici policresti: si dice “policresto” un rimedio ad ampia azione, cioè un rimedio che ha un’azione generale riequilibrante utilizzabile per curare varie patologie. I policresti sono i grandi rimedi della Materia Medica Omeopatica.
Cure omeopatiche
Nelle cure omeopatiche la regola che in generale si segue è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si prescrivono rimedi omeopatici a bassa diluizione (ad azione più superficiale), mentre per le malattie allo stato cronico si assumono rimedi a media ed alta diluizione (ad azione più profonda). Più grande è la sovrapponibilità di cui in precedenza (lo ripetiamo dell’insieme dei sintomi fisici e delle altre caratteristiche individuali, con le caratteristiche del rimedio), più ci si può spingere con le diluizioni e quindi l’azione del rimedio sarà tanto più profonda.
La guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi stessi. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con un’eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico. E’ possibile inizialmente un certo peggioramento di alcuni sintomi.
Le cure omeopatiche si rifanno a diverse scuole di pensiero: la Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, prescrive un solo rimedio chiamato simillimum, capace di coprire tutti i sintomi del paziente, la Scuola Medica Omeopatica Pluralista prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra di loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo, la Scuola Medica Omeopatica Complessista prescrive più rimedi sinergici insieme, i cosiddetti complessi, di solito tutti sintomatici.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti” e per altri chiarimenti riguardanti l’omeopatia consultare gli articoli specifici della stessa sezione.
Nella presente sezione, per completezza e semplicità di consultazione, sono riportati in ordine alfabetico i principali rimedi omeopatici, organizzati in schede nelle quali si fornisce:
□ La DESCRIZIONE della sostanza di origine.
□ Le CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO, che come detto è opportuno riscontrare nella persona malata, secondo il citato processo di individualizzazione indispensabile per la individuazione del rimedio “giusto”.
□ L’USO DEL RIMEDIO, legato ai sintomi manifestati dal malato, che per essere meglio curati devono corrispondere e si devono associare alle caratteristiche del rimedio di cui immediatamente sopra.
□ Le DOSI relative consigliate dai medici omeopati, con l’indicazione delle diluizioni, delle quantità e dei tempi di somministrazione.
(*) V. Note esplicative
celeste dice
Gentilissima Rita buongiorno,
complimenti e grazie per il sito che ci aiuta tanto .
Vorrei chiederle un informazione.
usiamo da 1 anno ribes nigrum 1 dh macerato glicerino,rosa canina 1 dh macerato glicerico ed echinacea ang. granuli 7ch . Mi sembra che funzionino anche bene , vogliamo proseguire. Mi puo dire per questi 3 rimedi qual e’ la soluzione migliore cioe’ se tintura madre,granuli o macerato glicerico cosi provo e probabilmente funzionera ancora meglio ?
grazie Celeste.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Celeste, Ribes nigrum M.G. D1 e Rosa canina M.G. D1 sono dei gemmoterapici (o gemmoderivati) della fitoterapia rinnovata, ossia dei macerati glicerici (M.G.) di fitocomplessi di piante medicinali ottenuti per l’azione solvente di una miscela di acqua-alcool-glicerina su gemme vegetali fresche e successiva diluizione alla prima decimale hahnemanniana (D1) in una miscela della stessa composizione, il tutto con titolazioni standard. Essi vengono scelti in base alla specifica azione terapeutica che esercitano ed al particolare tropismo che manifestano nei confronti di organi o apparati. Rispetto ai fitoterapici classici (ad es. la tintura madre), con i quali condividono lo stesso principio terapeutico, offrono il vantaggio di espletare una più netta attività di “drenaggio” (che stimola gli organi emuntori e libera l’organismo dalle tossine), di utilizzare i principi attivi delle gemme vegetali che possono essere meno presenti o mancanti nella pianta adulta e di ridurre drasticamente gli eventuali effetti collaterali della pianta di origine, grazie alla diluizione D1 dei principi attivi. Echinacea angustifolia 7CH granuli invece è un rimedio omeopatico dell’omeopatia classica, completamente diverso dai fitoterapici sia per il principio terapeutico e sia per i criteri che conducono alla sua scelta. In omeopatia i rimedi vengono scelti sulla base della somiglianza rimedio-paziente, nelle manifestazioni e nelle caratteristiche, nelle causalità e nelle modalità, cioè verificando che il quadro patogenetico del rimedio omeopatico sia sovrapponibile al quadro clinico del paziente, secondo la “legge dei simili” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico. Diversamente non si otterranno i risultati attesi. Inoltre nei rimedi omeopatici la sostanza di origine è fortemente diluita (parliamo di livelli infinitesimali, come ad es. la 7CH), molto di più che nei gemmoterapici e perciò la loro azione terapeutica non si misura sulla quantità di principio attivo contenuto bensì sul messaggio che veicolano per stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione dell’organismo. Spesso l’associazione di gemmoterapici e rimedi omeopatici risulta essere molto utile, perché i gemmoterapici con la loro azione drenante favoriscono non solo la propria attività terapeutica ma anche quella dei rimedi omeopatici. Di conseguenza, per rispondere alla sua domanda, non esiste la soluzione migliore di tipo generico, ma esiste la soluzione che porta i maggiori benefici terapeutici a quel singolo paziente. Tra l’altro se uno si trova bene con una terapia prima di cambiare dovrebbe pensarci un po’, a meno che non si nutrono delle riserve in merito. Ecco perché (ma non solo per questo) il ricorso al medico omeopata rappresenta sempre la migliore garanzia. Grazie per i complimenti e continui a visitarci. Cordiali saluti.
marina dice
Gentile Dottoressa, volevo ringraziarla per la sua risposta, mi è stata tanto di aiuto! Avevo scritto qui un paio di settimane fa del mio problema della dipendenza dai clisteri. In farmacia una dottoressa mi ha dato Nux vomica, e anche Ignatia-Heel perche sono molto nervosa. Non ho ancora acquistato Ficus carica e Vaccinum vitis consigliati da Lei ma lo farò al piu presto possibile. Dottoressa, secondo Lei è possibile che Ignatia-Heel mi causa l’ansia? Sto prendendo il rimedio da 10 giorni, ma le ultime 4 notte non dormo perche mi vengono gli attacchi di panico. Comunque aiuto l’intestino con le verdure crude, prugne e albicocche secche, non sono ancora guarita ma ho deciso di togliermi questa dipendenza dai clisteri a tutti i costi.
Grazie ancora tanto,
Cordiali saluti,
Marina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marina, Ignatia Heel non è un rimedio omeopatico classico bensì è un antiomotossico, ossia un rimedio che appartiene all’omotossicologia, la quale pur avendo diversi punti di contatto con l’omeopatia, alla quale si ispira, ha però dei principi terapeutici e di scelta dei rimedi completamente differenti. In particolare è un rimedio complesso o composto semplice, costituito cioè da un mix di rimedi omeopatici sinergici a bassa diluizione, tra cui Ignatia amara, che risulterebbe indicato per disordini psicosomatici e nevrosi climaterica. E’ possibile che l’intensificazione dell’ansia sia l’effetto del temporaneo aggravamento omeopatico dovuto all’assunzione di Ignatia Heel, anche se i rimedi complessi rendono abbastanza indecifrabile ogni situazione, oppure dovuto all’assunzione di Nux vomica. Se dovesse trattarsi di aggravamento omeopatico i nuovi sintomi, che in genere non sono mai molto intensi, dovrebbero gradualmente diminuire fino a scomparire in un tempo ragionevolmente breve, difficile da valutare, ma che generalmente può andare da qualche giorno ad alcuni giorni. Potrebbe essere opportuno diradare le somministrazioni di Ignatia Heel o sospenderle per vedere come va. Se i sintomi dell’ansia non si dovessero calmare, si potrebbe fare la stessa cosa con Nux vomica. Una volta che il tutto è passato si può ritornare alle somministrazioni normali. Sarebbe comunque opportuno prendere l’abitudine di assumere, soprattutto la sera, una tisana rilassante a base di camomilla, melissa, valeriana, passiflora, che sono tra le erbe più efficaci e più adoperate. Per quanto riguarda la stitichezza o l’intestino pigro le riepilogo di seguito gli alimenti maggiormente consigliati, in ordine alfabetico: albicocca, alghe, anguria, arachidi, arancia, asparagi, avena, barbabietola, bietola, broccoli, brodo, carciofo, carota, cavolo, ciliegia, cipolla, crusca, fagioli, farro, fico, finocchio, fragola, kiwi, lampone, lattuga, lenticchie, lievito di birra, mandorle, mela (meglio con la buccia ben lavata), melanzana, melone, mirtilli, more, nocciole, noci, olio extravergine di oliva, pane integrale, patata, peperone, pera, pesca, piselli, polline, pomodoro, porro, prugna, riso integrale, sedano, segale, semi di lino, spinaci, tamarindo, tarassaco, uva, zucca, zucchine, zuppa di verdura. Si ricordi anche di bere molta acqua, preferibilmente lontano dai pasti e di berne un bel bicchiere la mattina al risveglio. Anche l’esercizio fisico è consigliabile per migliorare il tono muscolare e quindi facilitare la peristalsi intestinale. Cordiali saluti.
Silvana dice
Complimenti! Le vostre pagini sono davvero utili e interessanti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvana, grazie per gli apprezzamenti e continui a visitare il sito dove potrà trovare sempre delle nuove ed interessanti pubblicazioni, commenti e risposte compresi. Cordiali saluti.
marina dice
Buonasera, volevo chiedere di una cosa importante per me. Non sono italiana, scusate per gli errori. Ho un problema da tantissimi anni, sono dipendente dai clisteri, non riesco ad andare in bagno senza quelli. Non sono stitica, ogni mattina dovrei evacuare ma oramai l’intestino non si muove proprio senza uno o due clisteri da due litri. Sono disperata. È cominciato tutto come un problema psicologico, sono abbastanza nervosa e non riuscivo a rilassarmi perche magari non ero a casa mia e dovevo usare un bagno pubblico. Adesso, dopo tanti anni, è diventato anche un problema fisiologico, perche non sento assolutamente lo stimolo per andare in bagno. Ogni mattina mi fa male la pancia ma posso stare sul water anche 2 ore e non succede niente se non mi faccio uno o due clisteri. Ultimamente ho la pancia sempre gonfia, mi pare di avere dolicocolon. Cosa posso fare per rimettere in moto l’intertino e liberarmi dai clisteri? Grazie tanto di cuore…..
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marina, sarebbe importante stabilire se l’assenza dello stimolo a defecare è dovuta ad una insufficiente peristalsi intestinale (il cosiddetto intestino pigro), che comporta un rallentamento del transito intestinale, oppure ad altro. Sicuramente i clisteri, ai quali lei è costretta a ricorre, rendono l’intestino sempre più pigro, perché si è oramai disabituato a fare da solo, per cui è probabile che la problematica da psicologica si sia trasformata in fisiologica. Sarebbe però importante che ciò lo stabilisse un medico. Relativamente all’omeopatia i rimedi omeopatici adatti per l’intestino pigro potrebbero essere: Alumina per la defecazione difficile dovuta a mancanza di peristalsi dell’intestino; Opium in caso di atonia intestinale senza alcun stimolo; Graphites in caso di cronicizzazione con assenza di stimolo; Plumbum in caso di dolore addominale o spasmi dolorosi; Hydrastis per mancanza di defecazione dovuta ad abusi di lassativi; Magnesia carbonica per atonia intestinale e spasmi; Sulphur come rimedio di fondo ed anche se ci sono emorroidi; Nux vomica per mal di pancia senza riuscire a defecare, ecc. Il rimedio omeopatico che assomiglia di più sarà in grado di produrre i migliori risultati. Potrebbero essere utili anche dei rimedi gemmoterapici, disponibili in erboristeria, come Ficus carica (Fico) M.G. D1, per ristabilire una fisiologica peristalsi intestinale e Vaccinum vitis idaea (Mirtillo rosso) M.G. D1, per completare la piena regolarizzazione della funzionalità intestinale. L’articolo “Mai più stitichezza” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, che la invito a consultare, riporta diversi preparati fitoterapici (e consigli) molto validi per contrastare la stitichezza e contribuire a regolarizzare le funzioni intestinali. In molti casi si è dimostrato utile il succo di Aloe vera, da reperire eventualmente in erboristeria. Il consiglio comunque, ripeto, è rivolgersi ad un medico, che potrebbe essere un medico omeopata se volesse seguire la strada dell’omeopatia e dei rimedi naturali. Complimenti per l’ottimo italiano. Cordiali saluti.
antonio dice
Gentile drssa della Volpe, La ringrazio per l’immediata risposta. Qualora non riuscissi a convincere mio figlio ad assumere i granuli di Cina 5H (si tratta di un soggetto non collaborativo, purtroppo : se non vuole una cosa non c’è santo che tenga),Le chiedo se esistono delle gocce da mettere in un poco d’acqua, al posto dei granuli di Cina 5H.Grazie. Saluti. Antonio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Antonio, potrebbe acquistare la forma liquida dello stesso rimedio omeopatico, rispettandone la diluizione. A questo punto le gocce, senza la necessità di doverle mettere in acqua, possono essere assunte direttamente sotto la lingua. Cordiali saluti.
antonio dice
Buona sera drssa Della Volpe. Ho un figlio affetto da autismo infantile di 19 anni.E’ rigidissimo, ripetitivo, tende al disturbo ossessivo compulsivo, ha stati d’ansia, nervosismo,agitazione,aggressività. Gli psicotici praticamente non incidono per niente sui meccanismi del suo disturbo ( a parte la sonnolenza diurna che è umiliante per lui). Su consiglio medico devo somministrargli degli omeopatici, tipo granuli come Cina 5C. Non riesco a farglieli assumere direttamente per bocca. Posso scioglierli in un pò d’acqua per fregarlo ?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Antonio, i granuli possono essere lasciati sciogliere in un poco d’acqua, preferibilmente non di rubinetto che è clorata e quindi si può bere il sorsetto cercando di trattenerlo il più possibile in bocca per migliorare l’assorbimento tramite la mucosa sublinguale ed in subordine quella della bocca. Com’è noto le assunzioni devono avvenire lontano dai pasti, circa mezz’ora prima e un’ora e mezza dopo e lontano dall’uso di sostanze fortemente aromatiche, come menta, dentifricio, caffè, ecc. Cordiali saluti.
simona dice
Gentile Dott.sa, mi chiamo Simona ho un bimbo di 6 anni e mezzo e da 2 anni dopo una biopsia si è venuti a conoscenza che e’ affetto da LICHEN STRIATUS in modo lineare con papulle dal ginocchio alla caviglia Abbiamo provato cortisonici, antistaminici ma nessun risultato definitivo. Mi chiedo, poiché è una neurodermatite autoimmune, esiste una cura omeopatica? Le chiedo un consiglio, non trovo un Omeopata con vera esperienza del caso. Tra l altro iniziano a manifestarsi anche nell altra gamba, grazie di cuore
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Simona, come lei sa il Lichen Striatus è una malattia cutanea benigna a carattere infiammatorio ed evoluzione autolimitante, cioè che tende a risolversi in modo spontaneo. Infatti di solito compare improvvisamente, si sviluppa nel giro di pochi giorni o settimane e scompare spontaneamente nell’arco di qualche mese, ma può durare anche qualche anno. L’origine della malattia è sconosciuta. Colpisce prevalentemente i bambini e gli adolescenti, può essere bilaterale, non è soggetta a cronicità e recidive, non lascia conseguenze, potrebbe solo lasciare una colorazione più chiara sulla pelle che si attenua nel tempo e spesso scompare del tutto. L’omeopatia dispone di rimedi che potrebbero apportare benefici a livello sintomatico. Diversi casi sono stati trattati con rimedi omeopatici come Mercurius corrosivus, Sulfur iodatum, Aurum muriaticum natronatum, Berberis vulgaris, Arsenicum album, anche in associazione. La fitoterapia potrebbe fornire anch’essa un contributo con l’utilizzo, ad esempio, per uso topico del gel di Aloe vera o di una crema a base di Calendula. Si ritiene utile una dieta alimentare semplice, povera di sale, privilegiando cibi ricchi di vitamine, soprattutto vitamine A, B1, B3, C, E (lievito di birra, frutta e verdura, ecc.), nonché lavare la pelle con un sapone leggermente acido. A migliore garanzia sarebbe preferibile rivolgersi ad un medico omeopata, per la qual cosa potrebbe provare ad allargare le sue ricerche per trovarne uno bravo ed esperto. Cordiali saluti.
chiara dice
Gentile dott.ssa esiste un rimedio omeopatico per il metabolismo lentissimo cheho. Accumulo subito grasso alle cosce e pancia. Sto attenta all alimentare però appena mangio un po di piu è fatta ,… aumento anche 4 chili in2 giorni come possofare ?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Chiara, i rimedi omeopatici che possono aiutare a perdere peso esistono e sono anche tanti, invece quello che non esiste in omeopatia è il rimedio che va bene per tutti, cioè che può essere utilizzato da tutti coloro che sono affetti da una determinata problematica o patologia, come accade nella medicina tradizionale. Nella medicina omeopatica il rimedio curativo deve essere individuato in base alla migliore somiglianza psico-fisica con il paziente, altrimenti i risultati non saranno quelli desiderati. Se lei fisicamente si ritrova nella costituzione carbonica (brachitipo, con tendenza a prendere peso, metabolismo rallentato, ritenzione idrica, lento, pigro, flemmatico, che ama mangiare e che tende a condurre una vita di routine), oppure in una costituzione che ha una prevalente componente carbonica, allora i più importanti rimedi omeopatici che potrebbero aiutarla a dimagrire sono Calcarea carbonica e Graphites. I due rimedi, pur presentando moltissime analogie, presentano qualche differenza che potrebbe maggiormente orientare la scelta. In estrema sintesi, Calcarea carbonica è il rimedio prototipo per tutti i carbonici, in grado di risolvere diverse patologie o disfunzioni legate al metabolismo rallentato e alla carenza di assorbimento del calcio, invece Graphites è anche il rimedio della pelle, in grado quindi di risolvere diverse affezioni cutanee e per un soggetto estremamente freddoloso. A titolo informativo, tra gli altri rimedi omeopatici potenzialmente utili a far perdere il peso superfluo troviamo Antimonium crudum, Belladonna, Carbo vegetabilis, Ignatia amara, Kalium chloratum, Lycopodium, Phytolacca decandra, Sulphur, ecc. Ovviamente l’omeopatia da sola potrebbe non bastare, per cui occorrerà avviare anche un percorso di rieducazione alimentare e di miglioramento del proprio stile di vita. Ad esempio potrebbe essere molto utile masticare lentamente e consumare alimenti nutrienti ma poco energetici e ad alto indice di sazietà, come cibi con molta acqua e fibre, quali frutta e verdura, legumi, cereali integrali, ecc., che garantiscono anche la regolarità delle funzioni intestinali indispensabile per il dimagrimento, rinunciare alle bevande zuccherate, agli alcolici, ai dolciumi, ecc. Sarebbe altresì opportuno evitare la sedentarietà e tenere un’attività fisica regolare e continuativa, introducendo anche tanti piccoli cambiamenti che possono sembrare insignificanti ma che alla lunga producono i loro effetti benefici, come ad esempio andare a piedi evitando il più possibile l’automobile, fare le scale invece di prendere l’ascensore, ecc. ecc. Sarebbe comunque sempre meglio rivolgersi ad un medico omeopata, per la garanzia di vedersi prescritta una terapia legata strettamente al proprio caso ed alla propria persona. Cordiali saluti.
giada 81 dice
Ciao dottoressa sono manuela le scrivo perché ho un problema sono stitica vado di rado in bagno può passare anche una settimana . Mo consoglia un prodotto omeopatico? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Manuela a nome Giada, i rimedi omeopatici utili a trattare la stitichezza dovuta all’intestino pigro sono tantissimi, tra cui, così come richiede l’omeopatia con la “legge dei simili”, occorrerà individuare il rimedio (o i rimedi) che assomiglia di più al paziente, nelle manifestazioni e nelle caratteristiche, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio tra i rimedi omeopatici più adoperati si citano: Alumina per la defecazione difficile dovuta a mancanza di peristalsi dell’intestino, Opium per stipsi con atonia senza alcun stimolo, Lycopodium per stipsi che deriva da scarsa produzione biliare, Graphites in caso di stipsi abituale con assenza di stimolo, Plumbum per stipsi dolorosa con spasmi e feci durissime, Hydrastis nella stipsi da abusi di lassativi, Magnesia carbonica per stipsi con atonia intestinale e frequenti spasmi dolorosi, Sulphur come rimedio di fondo per molti stitici cronici e spesso anche con emorroidi, Nux vomica per stipsi con mal di pancia senza riuscire a defecare, ecc. Inoltre potrebbe essere utile abbinare alcuni rimedi gemmoterapici della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che, oltre ad avere delle proprie attività terapeutiche, espletano anche un’importante azione di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori (tra cui l’intestino), liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo all’azione della cura omeopatica o di qualsiasi altra terapia. Nel caso specifico, ad esempio, si potrebbe ricorrere a gemmoterapici come Ficus carica (Fico) M.G. D1, per ristabilire una fisiologica peristalsi intestinale e Vaccinum vitis idaea (Mirtillo rosso) M.G. D1, per completare la piena regolarizzazione della funzionalità intestinale. Anche la fitoterapia classica potrebbe fornire il suo contributo con diversi preparati, quali ad esempio quelli dell’articolo “Mai più stitichezza” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, che la invito a consultare, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici (e consigli) dell’antica tradizione molto validi a contrastare la stitichezza ed a regolarizzare le funzioni intestinali. Il succo di Aloe vera, da reperire eventualmente in erboristeria, è risultato efficace in molti casi. Ovviamente a migliore garanzia sarebbe opportuno rivolgersi ad un medico omeopata, per la prescrizione di una terapia strettamente personale. Cordiali saluti.
fabrizia dice
La ringrazio. Pensavo di poter ” rafforzare” , in realtà va meglio..anche se le situazioni che mi portano ad avere questa menorragia non sempre riesco a gestirle per cui mi rendo conto che se da una parte il lavoro dell: omeopatia r’ lungo io faccio un passo avanti e due indietro…Comunque per buttarla sul ridere, di fianco all’erboristeria c’e’ un’armeria. Mi sa che poter fare prima! Grazie ancora e alla prossima!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Fabrizia, non deve assolutamente scoraggiarsi e lasciarsi andare, perché il percorso di cura anche se lungo e laborioso alla fine dovrà produrre i suoi effetti. Il suggerimento era quello di non prendere iniziative personali senza concordarle con il medico omeopata. Quindi se lei è ancora in cura con il medico omeopata che le ha prescritto Tormentilla compositum, se non l’avesse ancora fatto, sarebbe opportuno che lo informasse della situazione attuale e di come si è arrivati alla stessa, per dargli la possibilità di elaborare la strategia terapeutica che possa tenere conto anche della causa della sua ipermenorrea, legata verosimilmente ai fibromi uterini, senza neppure trascurare la sua condizione emotiva. L’omeopatia o le bioterapie offrono delle valide soluzioni a riguardo ed il loro successo potrebbe essere favorito dal fatto che generalmente dopo i 50 anni, età della menopausa per molte donne, i fibromi dell’utero tendono a regredire o addirittura a scomparire. Abbia quindi fiducia che una soluzione positiva per lei esiste. Sarebbe comunque consigliabile adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, con poco o senza sale, non irritante e ricca di vitamine, in particolare vitamine A, B1 e C, come pure controllare il funzionamento dell’intestino ed evitare gli esercizi fisici violenti. Cordiali saluti.