I rimedi omeopatici (o anche farmaci omeopatici o prodotti omeopatici) sono i farmaci adoperati nelle cure omeopatiche che agiscono secondo la legge “SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR”, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile.
Secondo questa legge una sostanza naturale, che assunta in grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche (infinitesimali), di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato.
Ecco perché parlare delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e quindi i rimedi omeopatici devono essere scelti in base alla somiglianza tra gli effetti che producono nell’individuo sano ed i sintomi che l’individuo malato manifesta.
Processo di individualizzazione
All’interno del quadro dei sintomi occorre tenere conto non solo dei sintomi fisici ma anche delle caratteristiche individuali del malato, costituite dall’insieme delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche (metaboliche-funzionali) e psicologiche in grado di influenzarne la reattività.
Si analizzeranno quindi la costituzione, che comprende anche lo studio del temperamento laddove si includono anche le caratteristiche somatiche, il carattere e la diatesi, che rappresentano il cosiddetto terreno dell’individuo.
L’analisi di tale terreno, diverso da persona a persona, assume un notevole interesse clinico perché consente di ricavare informazioni indispensabili sulle caratteristiche del paziente e sulle sue predisposizioni patologiche, al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più “simile” a lui. Ciò permetterà di attuare sia una terapia nei confronti delle malattie in atto, rimuovendone le cause profonde, sia una a carattere preventivo particolarmente mirata nei confronti delle predisposizioni morbose. Il concetto base, di ispirazione ippocratica, è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia.
Quindi in presenza di una qualsivoglia malattia, occorre analizzare l’individuo nel suo insieme e valutarne tutti gli aspetti, non limitandosi al solo quadro dei sintomi fisici (processo di individualizzazione). E’ tale tipo di indagine e di analisi che deve condurre il medico omeopata per poter giungere alla individuazione del rimedio omeopatico più adatto all’individuo affetto da una determinata patologia.
Caratteristiche del rimedio omeopatico
Ciascun rimedio omeopatico possiede delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri e lo rendono esclusivo. Anche qui tali caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora.
La scelta del rimedio omeopatico “giusto” deve essere, quindi, fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali (vale a dire gli esiti del processo di individualizzazione) con le caratteristiche del rimedio. Solo in questo modo tra i tanti rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare la stessa patologia, si sarà individuato quello più adatto alla persona che ne è affetta.
Preparazione dei rimedi omeopatici
Le sostanze attive da cui traggono origine i rimedi omeopatici appartengono ai tre regni della natura: animale, vegetale, minerale.
Al medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, si deve il processo di preparazione dei rimedi omeopatici ancora oggi utilizzati.
Tale processo deve seguire procedimenti ben codificati, tali da garantire ai rimedi l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia.
Il processo consiste essenzialmente di due fasi: la diluizione e la dinamizzazione (o succussione). La prima fase serve per ridurre a dosi omeopatiche (infinitesimali) la sostanza attiva, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. La seconda fase, intervallata con la prima, serve per conferire al rimedio il potere omeopatico in concomitanza con la suddetta legge. Viene presa, quindi, la pianta o la sostanza minerale o la sostanza di origine animale, la si elabora preventivamente e la si diluisce, nella maggioranza dei casi, in una soluzione idroalcolica (acqua depurata + alcool etilico) con opportuna titolazione, tante volte quant’è la diluizione desiderata, pervenendo alle diluizioni decimali, contrassegnate dalla sigla D, o alle diluizioni centesimali, contrassegnate da CH (fase di diluizione). Si scuote e si percuote energicamente la provetta ad ogni diluizione (fase di dinamizzazione o succussione).
L’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, che forma il cosiddetto ceppo omeopatico, si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione i principi attivi contenuti nella sostanza stessa. Tale trattamento si differenzia a seconda della natura della materia prima utilizzata e tiene principalmente in considerazione il grado di solubilità della sostanza in acqua o in alcool. Più usualmente per le sostanze di origine vegetale, abbastanza solubili, si ricorre alla Tintura Madre, per quelle di origine minerale o animale, in genere solide non completamente solubili, si ricorre alla Triturazione con lattosio. Ovviamente, anche se meno ricorrenti, sono possibili situazioni diverse.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Quelli più utilizzati sono sotto forma di granuli, gocce, pomate, creme. Esistono anche fiale orali, globuli, compresse, capsule, ovuli, colliri, supposte, ecc.
Fasce di diluizione
A scopo puramente indicativo, e quindi con la dovuta flessibilità, è possibile distinguere schematicamente tre fasce di diluizione dei rimedi omeopatici:
Basse diluizioni: D2 – D8, 1CH – 4CH.
Medie diluizioni: D9 – D23, 5CH – 11CH.
Alte diluizioni: > D24, >12CH ove si supera il numero di Avogadro e le preparazioni non contengono alcuna molecola della sostanza originale.
Somministrazione dei rimedi omeopatici
Al momento della somministrazione, occorre tenere presente che i rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. I granuli non vanno toccati con le mani e si assumono o ponendoli direttamente sotto la lingua tramite il coperchio dell’apposito contenitore e lasciandoli sciogliere lentamente o si sciolgono in un poco d’acqua. In tal caso prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte il contenitore prima dell’assunzione.
Denominazione dei rimedi omeopatici
I rimedi omeopatici possono assumere le seguenti denominazioni, che aiutano a comprenderne meglio il tipo di azione.
◊ Rimedi omeopatici sinergici: si dice “sinergico” un rimedio che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie: Rimedi complementari, che sono quelli con grado di sinergia alto e Rimedi che seguono bene, che sono quelli con grado di sinergia medio e basso. I sinergici possono essere adoperati nelle cure omeopatiche che già si prevedono lunghe, come quelle per guarire completamente da un’affezione cronica. In tal caso il processo curativo va avanti per gradi ed ogni grado richiede un adattamento terapeutico particolare che avviene proprio con i sinergici.
◊ Rimedi omeopatici asinergici: si dice “asinergico” un rimedio che ha la caratteristica di controllare o annullare l’azione di un altro rimedio. I rimedi asinergici si dividono nelle seguenti due categorie:
• Rimedi omeopatici antidoti: si dice “antidoto” un rimedio che ha la proprietà di controllare l’azione del rimedio somministrato in precedenza, attenuandone o eliminandone le manifestazioni esagerate. Si ricorre al rimedio antidoto per contrastare gli effetti disturbanti del primo rimedio quando ci si trova di fronte o ad un eccesso di uso o ad un aggravamento omeopatico, del tutto naturale ma non sopportabile dal paziente, che possono entrambi tradursi in una condizione di tracollo generale, fisico e psichico. Questo in genere si verifica con le alte diluizioni. Si ricorre altresì ad un rimedio antidoto quando nel corso della terapia omeopatica compaiono nuovi sintomi fastidiosi e sgradevoli che è opportuno attenuare o eliminare. In tal caso il rimedio antidoto sarà individuato tra quelli in grado di curare questi nuovi sintomi. L’antidoto omeopatico non annulla l’azione del rimedio precedente, ma incanala correttamente le reazioni del malato e per questo ne rafforza lo stato generale.
• Rimedi omeopatici incompatibili: si dice “incompatibile” un rimedio completamente opposto ad un altro rimedio, cioè che ha una patogenesi diametralmente opposta. Un rimedio è incompatibile con un altro rimedio quando è in grado di attenuare o annullare l’azione di quest’ultimo. Pertanto è di fondamentale importanza conoscere l’incompatibile di ciascun rimedio omeopatico se la cura prescrive più rimedi. Anche alcuni alimenti possono avere tali caratteristiche. Ad es. gli incompatibili generali sono caffè, tisane di menta e di camomilla, caramelle a menta, aceto, spezie dal profumo molto forte.
◊ Rimedi omeopatici sintomatici o ad azione locale: si dice “sintomatico” o “ad azione locale” un rimedio per la cui scelta si è avuto maggiore riguardo al quadro sintomatologico, pur considerando altri fattori quali la causalità, le modalità, le concomitanze, le sensazioni del paziente ed altro. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e solitamente hanno una bassa diluizione: la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Possono essere adoperati anche per le malattie croniche, in tal caso però occorre allungare i tempi ed il periodo di somministrazione.
◊ Rimedi omeopatici costituzionali o di fondo: si dice “costituzionale” un rimedio omeopatico le cui caratteristiche principali corrispondono ai caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri della costituzione del paziente. La scelta del rimedio viene fatta analizzando, oltre il quadro sintomatologico, tutte le altre manifestazioni del soggetto che consentono di individuare la sua costituzione ma anche la sua datesi, verificando quindi le sue tendenze morbose acquisite e congenite, le malattie pregresse, le modalità proprie di reazione, gli aspetti mentali ed altro. Viene osservato quindi quello che è chiamato il terreno del paziente. In genere si tratta di rimedi somministrati per curare le malattie croniche e solitamente hanno un’alta diluizione: la loro azione è più generale, più profonda, anche se non completamente sistemica, ma più lenta. Il rimedio costituzionale è pertanto un rimedio “di fondo”.
◊ Rimedio omeopatico simillimum: si dice “simillimum” un rimedio per la cui scelta si è avuto scrupoloso riguardo alla globalità delle manifestazioni del paziente, cioè oltre al quadro sintomatologico si sono analizzate tutte le altre caratteristiche individuali (somatiche, psichiche, ereditarie, acquisite, ecc.) di cui al processo di individualizzazione. Si tratta in sostanza di un rimedio altamente personalizzato, cioè simile al paziente e per questo può essere somministrato alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, fa uso proprio del simillimum.
◊ Rimedi omeopatici acuti: si dice “acuto” un rimedio in grado di curare meglio i sintomi di una malattia che inducono reazioni forti e/o improvvise, tipiche degli stati acuti, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo cronico. Il rimedio omeopatico acuto in genere ha un’azione rapida e breve e per questo nelle cure precede il suo cronico. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum. Viceversa Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis.
◊ Rimedio omeopatico cronico: si dice “cronico” un rimedio che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia quando questi hanno superato la fase acuta, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo acuto. Il rimedio omeopatico cronico in genere ha un’azione lenta e lunga e per questo nelle cure segue il suo acuto. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis. Viceversa Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum.
◊ Rimedi omeopatici policresti: si dice “policresto” un rimedio ad ampia azione, cioè un rimedio che ha un’azione generale riequilibrante utilizzabile per curare varie patologie. I policresti sono i grandi rimedi della Materia Medica Omeopatica.
Cure omeopatiche
Nelle cure omeopatiche la regola che in generale si segue è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si prescrivono rimedi omeopatici a bassa diluizione (ad azione più superficiale), mentre per le malattie allo stato cronico si assumono rimedi a media ed alta diluizione (ad azione più profonda). Più grande è la sovrapponibilità di cui in precedenza (lo ripetiamo dell’insieme dei sintomi fisici e delle altre caratteristiche individuali, con le caratteristiche del rimedio), più ci si può spingere con le diluizioni e quindi l’azione del rimedio sarà tanto più profonda.
La guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi stessi. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con un’eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico. E’ possibile inizialmente un certo peggioramento di alcuni sintomi.
Le cure omeopatiche si rifanno a diverse scuole di pensiero: la Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, prescrive un solo rimedio chiamato simillimum, capace di coprire tutti i sintomi del paziente, la Scuola Medica Omeopatica Pluralista prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra di loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo, la Scuola Medica Omeopatica Complessista prescrive più rimedi sinergici insieme, i cosiddetti complessi, di solito tutti sintomatici.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti” e per altri chiarimenti riguardanti l’omeopatia consultare gli articoli specifici della stessa sezione.
Nella presente sezione, per completezza e semplicità di consultazione, sono riportati in ordine alfabetico i principali rimedi omeopatici, organizzati in schede nelle quali si fornisce:
□ La DESCRIZIONE della sostanza di origine.
□ Le CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO, che come detto è opportuno riscontrare nella persona malata, secondo il citato processo di individualizzazione indispensabile per la individuazione del rimedio “giusto”.
□ L’USO DEL RIMEDIO, legato ai sintomi manifestati dal malato, che per essere meglio curati devono corrispondere e si devono associare alle caratteristiche del rimedio di cui immediatamente sopra.
□ Le DOSI relative consigliate dai medici omeopati, con l’indicazione delle diluizioni, delle quantità e dei tempi di somministrazione.
(*) V. Note esplicative
fabrizia dice
Buonasera,per lieve metrorragia dovuta a fibromi uterini e premenopausa, ho letto che potrebbe giovarmi la t.m di achillea. Mi chiedo per quanto tempo eventualmente si deve assumere? Fino a cessazione del disturbo o per un mese o per sempre? L`omeopata mi sta facendo assumere globuli di tormentilla, 10 mattina e 10 sera o all’occorrenza. Grazie, Fabrizia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Fabrizia, prima di pensare di introdurre un altro rimedio sarebbe opportuno che lei si confrontasse con il medico omeopata, per chiedere il suo parere e la sua approvazione, altrimenti si perde il controllo della situazione. In realtà il rimedio prescrittole dall’omeopata, cioè Tormentilla compositum, non è né un fitoterapico e né un rimedio omeopatico dell’omeopatia classica, bensì è un antiomotossico, ossia un rimedio che appartiene all’omotossicologia, che pur avendo diversi punti di contatto con l’omeopatia, alla quale si ispira, ha però dei principi terapeutici e di scelta dei rimedi completamente differenti. In particolare è un rimedio complesso costituito da un mix di rimedi omeopatici o di omeoterapici sinergici a bassa diluizione, che sarebbe indicato per le emorragie di ogni genere, tra cui l’ipermenorrea che a sua volta comprende la metrorragia. Tali tipologie di complessi hanno un’azione rapida ma non profonda, quindi adatti nei casi acuti ed in genere vanno utilizzati per un breve periodo, così come si risolve la fase acuta. Nella cronicizzazione della malattia solitamente vengono affiancati o sostituiti da rimedi di sostegno ad azione trofica più profonda, in diluizioni più elevate. Se a distanza di 6 mesi dall’ultimo suo commento, lei non ha ricevuto alcun beneficio o risultati soddisfacenti sarebbe il caso di chiederne ragione al medico omeopata che le ha prescritto Tormentilla compositum, perché è trascorso fin troppo tempo per il tipo di azione che questo prodotto avrebbe dovuto espletare. La TM (tintura madre) di Achillea è un fitoterapico che ha, tra l’altro, importanti proprietà astringenti (analoghe alla TM di Tormentilla) tali da renderla adatta nelle emorragie e perciò nella regolarizzazione delle mestruazioni. Per ulteriori informazioni dia un’occhiata all’articolo “Achillea – Agrimonia” nella sezione del sito “Tinture madri”. Cordiali saluti.
giada 81 dice
oppure assumo direttamente ficus carica?
grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giada, le ho fornito degli spunti per farla più facilmente orientare ed alcune informazioni su ciò che l’omeopatia e più in generale la bioterapia possono offrire, come sempre faccio su queste pagine, ma una cura omeopatica o bioterapica la può prescrivere solo un medico omeopata, trattandosi comunque di farmaci, che tra l’altro rispondono a criteri di scelta particolari. Relativamente a Nux vomica, come già spiegato nella risposta precedente, se lei trova molte somiglianze con la sintomatologia e le caratteristiche del rimedio, allora i risultati arriveranno, altrimenti occorrerà individuarne un altro più somigliante. I rimedi omeopatici vanno assunti rispettando gli intervalli prestabiliti e lontano dai pasti, ossia una mezz’ora prima e un’ora e mezza dopo. Si ricordi degli altri spunti contenuti nella risposta precedente e del consiglio di rivolgersi ad un omeopata. Cordiali saluti.
giada 81 dice
Quindi se assumo nux vomica posso migliorare la mia digestione? quando
va assunta prima o dopo i pasti. ?
giada 81 dice
Buongiorno dott.ssa da diverso tempo appena finisco di mangiare subito la mia pancia si gonfia e ho difficoltà digestive. quando mi veglio la mattina mi sento gonfia e sono stitica. quale rimedio omeopatico posso utilizzare!?almeno spero che risolvo. datemi un consiglio ne ho proprio bisogno! !!!
poi quando mi sento gonfia posso avere anche 2 chili in più. nn so cosa fare.
anche le verdure e frutta quando la mangio mi gonfiano uffiii…. la pancia lievita cosi tanto che sembro incinta di 4 mesi è imbarazzante e troppo brutto
mi consiglia qualche rimedio da assumere prima o dopo i pasti …
sono disperata. sento il mio metabolismo lentissimo e bloccato
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giada, la invito a consultare l’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che hanno un’azione elettiva sull’apparato gastroenterico e quindi utili a trattare diverse disfunzioni e disturbi, tra cui quelli da lei sofferti. Ovviamente, così come richiede l’omeopatia con la “legge dei simili”, gli effetti terapeutici desiderati si otterranno solo con il rimedio (o i rimedi) che assomiglia al paziente, nella sintomatologia e nelle caratteristiche, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Il grande rimedio omeopatico del digerente è Nux vomica, che è il rimedio più prescritto in assoluto, che presenta un netto aggravamento subito dopo il pasto e dopo eccessi alimentari. Inoltre essendo policresto, cioè un rimedio ad “azione generale” con attività profonda e polivalente, potrà essere in grado di trattare numerosissimi disturbi, anche di natura psicosomatica e in altre sedi. Alla cura omeopatica potrebbe essere utile associare qualche rimedio gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati gligerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che, oltre ad avere proprie attività terapeutiche, espletano anche un’importante azione di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori, liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo all’azione della cura omeopatica o di qualsiasi altra terapia. Nel caso specifico, per migliorare le funzioni digestive e combattere il gonfiore addominale, si potrebbe ricorrere a gemmoterapici come: Ficus carica (Fico) M.G. D1, che ha un’importante azione su molti disturbi del digerente, come la normalizzazione dei succhi gastrici, un’azione cicatrizzante sulla mucosa, il ristabilire una fisiologica peristalsi intestinale, ecc., per cui è indicato in caso di dispepsia, gastrite, aerofagia, eruttazioni, meteorismo, gonfiore addominale, ulcere, colite, colon irritabile ed altro; Vaccinum vitis idaea (Mirtillo rosso) M.G. D1, che è un ottimo normalizzatore della funzionalità intestinale e quindi particolarmente utile alla regolarizzazione del transito intestinale, per cui è indicato in caso di alterazioni dell’alvo (diarrea o stitichezza), meteorismo, gonfiore addominale, colite, colon irritabile ed altro. Ovviamente bisognerà aiutarsi anche con un’alimentazione adeguata, che deve essere semplice e sana, evitando le pietanze eccessivamente condite o pesanti, privilegiando i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, C, E e del gruppo B), limitando gli alimenti che ritardano lo svuotamento dello stomaco (cibi ricchi di grassi, cioccolato, insaccati, fritture, ecc.), riducendo il consumo di alcool, caffè, tè e spezie piccanti, abolendo le bevande gassate, ecc. Sarebbe altresì importante consumare i cibi senza fretta, masticando lentamente e a lungo, non masticare chewingum, ridurre l’eventuale sovrappeso, evitare l’uso di cinture o abiti troppo stretti in vita che possano aumentare la pressione addominale, inserire nella dieta finocchio e mela che contrastano efficacemente il gonfiore addominale ed aiutano la digestione e bere molta acqua per favorire l’eliminazione delle tossine e dei liquidi in eccesso. Inoltre potrebbe essere utile assumere qualche tisana a base di erbe a spiccata azione carminativa e anti-dispeptica, come ad es. le tisane di semi di finocchio, di anice, di zenzero, di melissa ed altre. Sarebbe anche opportuno evitare la sedentarietà che è una delle cause del senso di pienezza e di gonfiore addominale. Dia anche un’occhiata agli articoli “Digestione facile” e “Digestione senza tante arie” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici dell’antica tradizione molto validi a contrastare le problematiche digestive. Sarebbe però meglio ed anche opportuno affidarsi alla competenza di un medico omeopata. Cordiali saluti.
Massimiliano dice
Buongiorno Dottoressa,
Gradirei sapere se il Causticum e l’Ignatia Amara sono neutri, sinergici od eventualmente incompatibili tra loro. Al momento il Causticum viene utilizzato alla diluizione 1000 c. Ringrazio anticipatamente per l’attenzione. Massimiliano
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Massimiliano, Causticum e Ignatia amara sono due rimedi omeopatici sinergici, però con grado di sinergia basso, per cui Causticum “segue bene” Ignatia amara oppure può essere con esso alternato. Cordiali saluti.
marina dice
La ringrazio molto, dottoressa. A tal proposito allora mi sorge un altro dubbio: nelle crisi di vomito e vertigini acute, è solita fare un’iniezione di Voltaren, data l’entità dei sintomi:assumendo artiglio del diavolo ed eventualmente altri fitoterapici si può andare incontro a qualche conseguenza spiacevole?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marina, credo di averle già risposto: generalmente, con le dovute eccezioni, i fitoterapici ed i farmaci tradizionali possono coesistere senza creare interferenze reciproche o conseguenze. Ripeto, però, per il caso specifico e considerata l’età della mamma, inevitabilmente con diversi acciacchi, sarebbe opportuno chiedere conferma al medico che ha prescritto la terapia. Cordiali saluti.
marina dice
Gentile Dottoressa, le scrivo per chiarirmi un dubbio.A mia madre ottantenne, che presenta un’artrosi cervicale grave che le da’ problemi frequenti di vertigini, nausea e vomito, e persino mancamenti dovuti a compressione di un’arteria, è stato prescritto il rimedio omeopatico arnica 5CH e un fitoterapico, Cronidol forte, a base di artiglio del diavolo e boswellia. Lei assume i seguenti farmaci: Lobivon betabloccante 5 mg., Cardioaspirina 100mg., Armolipid Plus, Dibase Vit.D,e all’occasione Voltaren. Esistono controindicazioni da interazione? Ringraziando sin d’ora, la saluto cordialmente.
Marina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marina, in linea di principio, con tutte le eccezioni del caso, il criterio da seguire è il seguente: i rimedi omeopatici ed i fitoterapici generalmente convivono bene, come pure convivono bene i fitoterapici ed i farmaci tradizionali. Invece l’utilizzo congiunto di un rimedio omeopatico e di un farmaco tradizionale è da evitare solo se entrambi servono a curare la stessa patologia, perché a soffrirne potrebbe essere il rimedio omeopatico che ha un principio terapeutico praticamente opposto a quello del farmaco tradizionale. Quindi se non ricorre tale condizione l’uso non è controindicato. Però per il caso specifico sarebbe meglio acquisire il parere del medico omeopata che ha prescritto la cura. Cordiali saluti.
Ellis dice
Gentile Dott.ssa, da tempo cerco qualche testo di materia medica omeopatica in italiano o francese (che leggo bene) ma avendo capito che il materiale è vastissimo non so orientarmi tra tutti gli studi che sono stati scritti. Potrebbe cortesemente darmi qualche suggerimento per un acquisto che possa essere al contempo abbastanza completo ma in un solo volume? Grazie in anticipo per l’attenzione, e per tutte le informazioni presenti sul suo sito.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ellis, sulla base delle esigenze espresse potrei suggerirle due testi abbastanza completi, anche relativamente recenti, di altrettanti prestigiosi autori e precisamente:
1) “La materia medica omeopatica clinica e associazioni bioterapiche”, Autore Max Tétau, Ed. Nuova Ipsa Editore – Palermo (potrebbe essere disponibile anche la versione originale in francese).
2) “Keynotes of Materia Medica”, Autore Henry Clary Allen, traduzione di Pietro Federico, Ed. Ce.M.O.N. – Napoli.
Cordiali saluti.
mac dice
Complimenti per il sito dottoressa,
Le scrivoperche e da un po di tempo che soffro di gelosia smisurata per la mia compagna,, della quale non mi riconosco per niente come geloso, oltre a questo sono diffidente aggressivo, sempre sulla difenziva,malumore la mattina e con iperattivita di pensiero negativi quasi ossessivi sulla compagna…
che rimedi omeopatici mi consiglia?
Grazie e buona giornata
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Mac, il grande rimedio omeopatico per la gelosia smisurata, morbosa ed ossessiva è Lachesis. L’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” della sezione del sito “Affezioni-Rimedi, che la invito a consultare, riporta sinteticamente i profili psicologici e le principali caratteristiche dei rimedi omeopatici più importanti, tra cui Lachesis, oltre diverse informazioni che la potrebbero interessare. Potrà quindi verificare se ci sono sufficienti somiglianze con il rimedio, che, com’è noto, sono indispensabili per poter ottenere dei risultati positivi. Altri rimedi omeopatici potenzialmente validi sono Apis, Hyosciamus niger, Ignatia amara e Nux vomica. Ovviamente la scelta, con la relativa terapia, sarebbe meglio che la facesse un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Per vincere completamente la gelosia, come del resto già se ne è reso conto, ci deve mettere anche qualcosa di proprio e non affidarsi unicamente all’omeopatia, che comunque è in grado di aiutarla, convincendosi del fatto che una gelosia smisurata diventa un sentimento negativo che non porta da nessuna parte, anzi potrebbe inesorabilmente logorare il rapporto di coppia, oltre a rendere difficile la propria vita. Grazie per i complimenti. Cordiali saluti.
paola dice
cara dottoressa ho un problema con la ia bimba questestate le sono spuntate delle verruche piane sul viso che abbiamo tolto con il laser ma vorrei togliere la causa non l effetto e rivolgendomi al mio pediatra di ha prescritto un prodotto omeopatico engistol compresse ma ho anche sentito parlare di questa thuja 9ch potrei associarla per prevenire queste verruche la ringrazio anticipatamente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, Engystol è un rimedio complesso, costituito cioè da un mix di rimedi omeopatici in diluizioni decimali, opportunamente associati, che non appartiene al mondo dell’omeopatia classica, bensì al mondo dei “rimedi omeopatici di risonanza”, che pur avendo diversi punti di contatto con l’omeopatia classica, alla quale si ispira, ha però dei principi terapeutici e di scelta dei rimedi alquanto differenti. Sarebbe un rimedio ad ampio spettro, utile in particolare per la profilassi delle malattie da raffreddamento e dell’influenza, rafforzamento delle difese immunitarie, prevenzione e cura delle sindromi allergiche, trattamento delle infezioni virali di diversa eziologia, tra cui anche le verruche. Il rimedio per come si presenta dovrebbe essere completo e non dovrebbe richiedere altro. Indubbiamente Thuya è uno dei migliori rimedi omeopatici di fondo per la prevenzione ed il trattamento delle verruche, essendo il capostipite della diatesi hahnemanniana detta “sicosi” (più recentemente chiamata “reticoloendoteliosi” cronica o “reticolosi”), che comporta la predisposizione alla formazione localizzata di escrescenze benigne, come appunto sono le verruche sulla pelle. Ma si tratta di un rimedio omeopatico unitario classico, per cui forse non sarebbe il caso di effettuare una terapia mista, a meno che non sia d’accordo il pediatra. Cordiali saluti.