DESCRIZIONE
L’Arnica montana è un’erba perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. E’ alta dai 20 ai 60 cm. Presenta rizoma bruno e fusto eretto, leggermente peloso, munito alla base di una rosetta di foglie ovali lanceolate, di un verde pallido, con nervature longitudinali sporgenti nella pagina inferiore. Alla sommità si trovano i fiori a capolino di un bel colore giallo-aranciato con i caratteristici petali spettinati e dal gradevole odore aromatico. I frutti sono acheni bruni, irsuti, sormontati da un ciuffo o pappo di peli bianchi o giallastri. Fiorisce in giugno – luglio. Vive esclusivamente nelle zone montane dell’Europa e dell’America, ove privilegia i terreni poveri e silicei. In Italia la si trova nei pascoli e nei prati elevati delle Alpi e degli Appennini. Sta diventando sempre più rara, soprattutto nelle regioni nordiche, a causa dell’aumento delle coltivazioni intensive. Oggi la pianta appartiene alla flora protetta.
L’Arnica è stata descritta per la prima volta nel XVI secolo dal medico e naturalista tedesco Theodorus Jacobus Von Bergzabern (1520–1590), il cui cognome venne latinizzato in Tabernamontanus, che diede alla pianta il nome attuale. E’ chiamata comunemente “starnutina” per la capacità che ha il suo odore di provocare starnuti. Dalle sue foglie si ricava il cosiddetto “tabacco di montagna”, usato dalle popolazioni montane per la pipa e come tabacco da fiuto. E’ velenosa se ingerita; a forti dosi può provocare tachicardia e paralisi. L’intera pianta contiene un glucoside dal principio amaro, l’arnicina, che ha azione simile alla canfora. I fiori ed i rizomi essiccati contengono due rispettivi oli essenziali. La pianta ha proprietà medicinali ed è adoperata come rimedio in fitoterapia ed in omeopatia. Si utilizzano i fiori che vengono raccolti durante il periodo della fioritura, scegliendo quelli appena aperti.
Il rimedio omeopatico Arnica montana si ottiene dalla Tintura Madre dei fiori della pianta omonima.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Poiché la pianta cresce sulle montagne, possiede un’affinità naturale con gli effetti delle cadute e dei traumi. Arnica montana è il rimedio traumatico per eccellenza e corrisponde agli effetti dovuti a traumi recenti e passati.
La chiave di lettura di questo rimedio omeopatico è lo sportivo, con tutti i problemi cui uno sportivo può andare incontro: disturbi muscolari, traumi, lividi, ematomi, disturbi cardiaci ed inoltre stati febbrili ed eruzioni cutanee, allorché sussiste una particolare condizione psichica. In tal caso il soggetto ha una sensazione di contusione muscolare (come se fosse stato percosso), di indolenzimento, di estrema stanchezza (come se avesse fatto uno sforzo fisico intenso e prolungato); tutto il corpo sembra rotto, a pezzi; il materasso su cui è disteso gli sembra troppo duro e si rigira continuamente alla ricerca di una posizione comoda; è depresso e misantropo, vuole essere lasciato solo, non vuole che gli si parli né che ci si avvicini poiché teme di essere toccato. Durante la notte ha insonnia ed agitazione, soprattutto dopo una fatica intensa.
Arnica montana è bisbetico, irritabile, triste, pieno di timore; solitamente è pessimista, indifferente, poco stabile nelle decisioni; è malinconico, scontroso, imbronciato, pletorico; ha carnagione colorita; è debilitato e flaccido.
Il soggetto Arnica montana ha prevalentemente una costituzione sulfurica e un temperamento sanguigno.
Nel soggetto Arnica montana i capillari tendono facilmente a rompersi ed a sanguinare nelle zone infiammate (se il soggetto tossisce, espettora muco contenente grumetti di sangue; se il suo apparato urinario è infiammato, emette urina con tracce di sangue; se lo stomaco è infiammato, il vomito contiene tracce di sangue; nelle donne sono possibili mestruazioni abbondanti).
Tutti i sintomi peggiorano con il contatto, al tatto, con una leggera pressione, con gli urti, con le scosse, con il movimento, con il freddo umido; migliorano in posizione supina con la testa bassa, con il riposo, con applicazioni calde.
Il rimedio migliora la circolazione del sangue, la respirazione, ha proprietà antidolorifiche ed antinfiammatorie. L’azione sull’apparato digerente è secondaria.
Qualsiasi rimedio per uso esterno a base di Arnica montana non deve essere utilizzato sulle lesioni della cute o sulle ferite.
In estrema sintesi al rimedio è possibile attribuire l’etichetta: Arnica montana è lo sportivo, corrisponde cioè al Discobolo di Mirone (nota scultura realizzata da Mirone nel 455 a.c., raffigurante un atleta che sta per scagliare un disco).
USO DEL RIMEDIO
Arnica montana si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) TRAUMI: è il rimedio principe in tutti i casi di trauma sia fisico che psichico, sia recente che passato. E’ usato per i traumi fisici, quali ecchimosi (ne facilita l’assorbimento); fratture (le cicatrizza), ove si può associare a Ruta e Symphytum; contusioni; distorsioni sia della caviglia che del ginocchio, ove spesso è seguito da Rhus tox che agisce sui legamenti facilitando la guarigione; lussazioni; stati di indebolimento dovuti ad un eccessivo sforzo fisico. E’ utilizzato inoltre in tutte le conseguenze di cadute, di incidenti, di strappi muscolari, dopo un intervento chirurgico, dopo un’estrazione dentale, dopo il parto. Per quanto riguarda i traumi psichici il rimedio è usato per curare gli effetti di paure improvvise, eccessi di collera, stati di shock, dispiaceri, lutti, emozioni molto intense, spaventi. E’ utile l’associazione con Calendula officinalis per il trauma fisico e con Hypericum per il trauma psichico .
2) APP. CARDIOVASCOLARE: nei casi di eretismo cardiaco, di “cuore dell’atleta”; nei disturbi cardiaci con sensazione di costrizione, come in Cactus cui il rimedio è spesso associato, e di contusione nella regione toracica in corrispondenza del cuore; nell’ipertensione con congestione alla testa; nelle cefalee battenti; nelle vertigini con mani e piedi freddi, che si avvertono camminando. E’ utile l’associazione con Aurum, Avena sativa, Camphora, Crataegus, Ignatia, Valeriana.
Nei casi di varici, gambe pesanti, stasi venosa, fragilità capillarein genere con rossore vascolare e tendenza alle ecchimosi, epistassi ed emorragie con sensibilità alla palpazione, emorroidi. E’ utile l’associazione con Aesculus hippocastanum, Hamamelis, Paeonia, Ratanhia.
3) TESSUTO CUTANEO E SOTTOCUTANEO: nelle ecchimosi, foruncoli, acne, con eruzioni simmetriche.
4) REUMATISMO: nei casi di reumatismo sia acuto che cronico con gonfiore alle articolazioni e paura di essere toccati.
5) APP. URO-GENITALE: nelle infiammazioni della regione pelvica, urine con sangue, ipermenorrea con sangue di colore rosso intenso, emorragie post-partum ed in quelle dovute all’introduzione della spirale anticoncezionale. In alcuni casi si rivela utile l’associazione con Sepia, Aesculus hippocastanum, Paeonia, Sanguinaria.
6) OCCHI: nelle ecchimosi della congiuntiva e delle palpebre in seguito a traumi. L’associazione utile è con Symphytum.
7) STATI INFETTIVI E FEBBRILI: nella scarlattina, nell’erisipela ed in altre malattie, in particolare nella polmonite, nella febbre malarica, nella febbre tifoide. In alcuni casi di crisi malariche il rimedio si è dimostrato più efficace del chinino. E’ usato anche in molti casi di febbri adinamiche. Durante la febbre il soggetto ha viso arrossato e caldo, mentre il naso ed il resto del corpo sono freddi. Nei casi di febbre dovuti ad influenza è spesso associato a Aconitum, Apis, Bryonia, Eupatorium, perforatum, Ferrum phosphoricum, Mercurius.
8) APP. DIGERENTE: nei casi di nausea e vomito con sangue, con flatulenza maleodorante di odore solforoso. Alitosi dall’odore di uova marce. Sensazione di stomaco tirato da una corda che lo spinge verso la colonna vertebrale. Mancanza di appetito, disgusto per carne e latte, grande sete. Il rimedio è usato anche nei disturbi dovuti a mal d’auto e mal di mare, in associazione con Cocculus, Ignatia, Nux vomica, Petroleum, Tabacum.
9) APP. RESPIRATORIO: afonia dei cantanti, tosse influenzale o dovuta ad altra malattia dell’apparato respiratorio, tosse traumatica, tosse stizzosa e spasmodica con emottisi (emissione orale di sangue). E’ utile l’associazione con Belladonna, Cina, Coccus cacti, Cuprum, Drosera, Eupatorium, Ferrum, Gelsemium, Ipeca, Mercurius solubtilis, Rhus tox, Solidago.
DOSI
□ Nei casi 1), se i disturbi sono dovuti ad un trauma recente sono usate la basse diluizioni quale ad es. la diluizione 4CH alla dose di 4 granuli 3 volte al dì. La stessa diluizione in genere si adopera anche nelle associazioni. La cura si completa con l’uso della pomata per le applicazioni locali.
Se i disturbi sono dovuti ad un trauma remoto è preferibile una diluizione più alta quale ad es. la 15CH o la 30CH alla dose di 15 gocce al dì.
Se si tratta di un trauma psicologico si adopera la diluizione 15CH in un’unica dose di 5 granuli, che si ripete dopo 10 – 15 giorni.
Per gli interventi chirurgici si assume una dose di 3 granuli, diluizione 30CH, poche ore prima dell’intervento. Invece in convalescenza o nel post-partum o dopo un’estrazione dentale si usa la diluizione 4CH, 3 granuli ogni 2 – 3 ore.
□ Nei casi 2), 3) e 4), diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 – 15 gocce, 3 – 4 volte al dì. Si completa con la pomata per uso esterno.
□ Nel casi 5), 6) e 7), diluizione 3CH, 2 – 3 granuli o 5 – 10 gocce, 3 – 6 volte al dì.
□ Nel casi 8), se trattasi di mal d’auto o mal di mare di adulti, diluizione 3CH, 10 gocce ogni ora; se di bambini, stessa diluizione, 5 gocce ogni ora. Il trattamento è preferibile che inizi con una dose prima del viaggio. Nelle altre situazioni, diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì.
□ Nel casi 9), diluizione 4CH, 2 – 3 granuli o 5 gocce ogni 2 – 3 ore.
(*) V. Note esplicative
Gloria dice
Buongiorno dott.ssa, Le scrivo perché da anni non risolvo il mio problema con i rimedi farmaceutici Non omeopatici. Ho dolore alle gambe soprattutto dopo allenamenti (ballo agonistico) che non mi fanno dormire la notte. I sintomi sono: formicolii, bruciore, crampi, pesantezza, freddo). Anche nella vita normale evito di camminare perché mi affatico ed in piedi resisto non + di due ore. Le faccio presente che in 5 anni ho fatto tutti gli esami possibili e immaginabili e i risultati sono tutti negativi. La ringrazio anticipatamente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Gloria, i disturbi che lei avverte alle gambe sono dei sintomi generali che possono avere diverse cause e come prima cosa verrebbe da pensare ad una insufficienza circolatoria, ma avendo escluso ogni patologia le stesse andrebbero ricercate nello stile di vita e nell’alimentazione. Ad esempio bisognerebbe evitare i tacchi alti per periodi prolungati, di indossare indumenti che provocano costrizione agli arti inferiori, di rimanere a lungo in piedi, di tenere le posture sbagliate o le cattive posizioni a letto, gli affaticamenti muscolari, l’esposizione diretta al sole o a fonti di calore come saune o bagni caldi, il fumo e l’alcool, ecc. Per quanto riguarda l’alimentazione occorrerebbe seguire una dieta equilibrata che privilegi le fonti di vitamine e di sali minerali (in particolare magnesio, ma anche potassio, calcio e sodio) e che introduca molta acqua per scongiurare gli squilibri nello stato di idratazione. Venendo ai rimedi omeopatici, quelli che potrebbero essere utili sono diversi e tra i più utilizzati troviamo Arnica montana, Rhus toxicodendron, Magnesia carbonica, Zincum, Rhododendron, Arsenicum album, Secale cornuta ed altri. Ovviamente, così come richiede l’omeopatia, i risultati migliori verranno dal rimedio con il quale si ravvisano più somiglianze, sia dal punto di vista fisiologico che da quello psicologico. Cordiali saluti.
Patrizia dice
Buongiorno dottoressa, volevo chiedere alcuni consigli per mia mamma che ha molti dolori articolari. Mia mamma soffre di fibrosi polmonare ed è in ossigenoterapia da sforzo e in cura cortisonica. Usa arnica in pomata da mettere localmente sulle parti dolenti. Volevo sapere se per lei sarebbe indicata anche arnica da assumere per bocca, e se non ha controindicazioni con le terapie in corso. Grazie per la gentile risposta. Cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Patrizia, in genere l’assunzione di alcuni farmaci tradizionali, tra cui i cortisonici, potrebbe condizionare od annullare l’effetto dei rimedi omeopatici avendo i primi un meccanismo d’azione opposto al principio omeopatico. Ciò si verifica soprattutto quando i farmaci vengono utilizzati per curare la stessa patologia. Si richiede comunque il parere del medico. Per un ricorso a rimedi naturali dell’antica tradizione di origine vegetale, la invito a consultare l’articolo “Stop reumatismi-nevralgie-ecc.” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Cordiali saluti.
Cinzia dice
Buonasera dottoressa, spero ke almeno lei mi possa aiutare. Soffro di una forte uretrite da quasi 30 anni. Ora ne ho 40. Ho preso tanti antibiotici… Fatti tutti gli esami ..(ovviamente sempre tutti negativi).consultati urologi..ginecologi…e infettivologo.. Sono venuta a conoscenza Dell ‘arnica… Pensa possa aiutarmi?? In che posologia??
La ringrazio anticipatamente…
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cinzia, se la sua uretrite è di origine traumatica e non infettiva, come invece solitamente avviene, allora Arnica montana potrebbe essere il rimedio omeopatico più appropriato. Solo a carattere orientativo, in attesa di consultare un omeopata, può prendere a riferimento la diluizione 5CH, che è tra le più utilizzate a livello sintomatico, in ragione di 3 granuli 3-6 volte al dì. Non è escluso però, trattandosi di una patologia cronica, che possa essere necessaria una cura di fondo e di terreno con le alte diluizioni che necessariamente deve prescrivere il medico omeopata, il quale potrà ricorrere anche a rimedi costituzionali diversi. Cordiali saluti.
Roberto dice
La mia tipologia sarebbe da quanto mi disse l’omeopata parecchi anni fa Lycopodium (che psicologicamente magari mi corrisponde pure bene).
Devo però dire che non ho mai notato alcun effetto particolare nella assunzione del Lycopodium. Di mia iniziativa con il tempo ho provato anche Sulphur e Byronia (traumi sportivi, cisti) ma anche in questo caso non ho mai notato alcun effetto.
Stranamente invece, quando ho provato a prendere arnica (di solito la 6ch o 9ch) ha avuto invariabilmente effetti sensibili (non risolutivi, ma sensibili, insomma non effetti placebo).
Come può accadere questo? Va bene che pare avere effetto sui traumi e va bene che ho preso dosaggi alti (9ch e 6ch di solito bastano due granuli una volta sola e funge!) ma non mi risulta che esiste un tipo omeopatico “arnica”. O sì? Profili di un tipo “arnica” online non ne ho mai trovato mentre Lycopodium parecchi. Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Roberto, ogni rimedio omeopatico possiede un profilo, che è l’insieme delle caratteristiche, inclusa la patogenesi, che lo distinguono dagli altri e che pertanto lo rendono esclusivo. Le caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisiologici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora. Quindi anche Arnica montana possiede il suo profilo che corrisponde ad un ben preciso tipo omeopatico. Ciò è riportato, come avrà modo di rilevare, all’interno del paragrafo “Caratteristiche del rimedio” del presente articolo. Ora anche se l’omeopata parecchi anni fa l’ha individuata come un tipo Lycopodium, è possibile che lei abbia qualche somiglianza, pur se marginale, con il tipo Arnica, o quanto meno che la sintomatologia per la quale ha assunto il rimedio corrisponde abbastanza con quella propria di Arnica, ad es. per qualche trauma. Ciò è confermato dal fatto che la somministrazione di pochi granuli di una medio-bassa diluizione, quali sono la 6 e la 9CH, hanno comportato una reattività positiva. Infatti con le basse e le medie diluizioni ci si può limitare a verificare soltanto che la propria sintomatologia faccia parte di quella del rimedio e tralasciare tutto il resto. Ovviamente se la somiglianza si ferma alla sintomatologia, il rimedio omeopatico a bassa o media diluizione potrà curare soltanto i sintomi. Questo è il motivo per cui quando i rimedi omeopatici vengono scelti seguendo unicamente tale criterio, vengono denominati “sintomatici”. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Cordiali saluti.
maria dice
Gentile Dottoressa, insieme ad altri composti omeopatici mi è stato prescritto sulfur 200 ch (globuli) mezzo tubetto a lunedì alterni per 4 settimane, ma purtroppo mi è stato consegnato hepar sulfur 200 ch in granuli. Sono in qualche modo equivalenti? e se si, mezzo tubetto di globuli a quanti granuli corrisponde?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, Sulphur ed Hepar sulphur sono due rimedi omeopatici completamente differenti e per niente equivalenti, per cui se vuole rispettare la prescrizione non deve assolutamente sostituire il primo con il secondo. Inoltre non è possibile stabilire alcuna corrispondenza o equivalenza tra globuli e granuli: i globuli sono in tubo monodose ed hanno diluizioni omeopatiche medie o alte; i granuli si assumono in un certo numero più volte e prevedono tutte le diluizioni, ma solitamente le basse e le medie. Cordiali saluti.
Antonella dice
Gentile Dottoressa , buona sera. Ho 58 anni e per lavoro guido un taxi. Da circa 6-7 mesi soffro di infiammazione al tendine d’Achille della gamba destra. Il tendine si è gonfiato procurando dolore intenso al punto di non poter camminare e quando cammino si gonfia anche la caviglia.Ho assunto antinfiammatori ma senza successo, da un paio di giorni assumo Arnica montana 5ch 3 granuli ogni tre ore, può andare bene come trattamento o mi può consigliare qualcosa di più specifico? La ringrazio molto per la sua disponibilità.
Antonella
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Antonella, trattandosi evidentemente di un trauma, legato probabilmente al suo lavoro, il rimedio omeopatico per eccellenza più utilizzato è proprio Arnica montana. Dovendo agire a livello sintomatico vanno bene le diluizioni basse, come la 5CH che lei utilizza ed anche la posologia potrebbe essere corretta. Quando sono interessati anche i tendini e/o i legamenti spesso ad Arnica si associa Ruta graveolens oppure Ledum palustre, che sono suoi rimedi omeopatici complementari, sempre alla 5CH. In tal caso Arnica si alterna a uno di loro e si possono allungare i tempi di somministrazione di pari passo con i miglioramenti. Ad integrazione possono essere utili le applicazioni locali con la pomata Arnica compositum. La parola però spetta sempre al medico. Cordiali saluti.
ferruccio dice
Gentilissima Dott.Rita Della Volpe,buongiorno avrei bisogno di un suo consiglio e parere medico.Da almeno sei mesi soffro di un disturbo molto fastidioso alla spalla dx. sono andato dal mio medico di base e mi ha consigliato una risonanza magnetica. fatta questa mi hanno riscontrato un artrosi acromion claveari. ormai di notte non riesco piu a dormire dal dolore,e mi svegio ripetutamente. siccome non voglio usare cure CHIMICHE tradizionali, ho pensato a cure naturali. sono arrivato per caso sul vostro molto interessante sito e leggendo ,ho visto che per il mio problema esiste la pianta ARNICA MONTANA ,pero’ non ho capito bene se e’propio quella giusta visto che e’ adoperata per guarire anche molti altri disturbi. la ringrazio molto per l’aiuto grazie e distinti saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Ferruccio, i rimedi omeopatici più comunemente utilizzati nei disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, come le artrosi, sono Arnica montana, se l’articolazione è gonfia e si ha paura di essere toccati, Belladonna, se vi è l’infiammazione ed i dolori peggiorano con il contatto e migliorano con il riposo, Bryonia, se il dolore peggiora con il movimento e migliora con la pressione, Rhus toxicodendron, se il dolore peggiora con il riposo e migliora con il movimento e/o con il calore, Hypericum, se il dolore peggiora con il movimento e/o con il freddo e migliora coricandosi sul lato dolente. (Si legga gli articoli omonimi nella stessa sezione del sito). Molte volte Arnica montana si associa con Rhus toxicodendron e/o con Hypericum, così come Belladonna con Bryonia. Le diluizioni più consigliate sono le basse, quale ad es. la 5CH, alla dose di 3 granuli 3-6 volte al dì, alternando i rimedi in caso di associazione. Sono utili anche le applicazioni locali di pomata Arnica compositum o Artiglio del diavolo. Cordiali saluti.
Stefania dice
Buongiorno dott.ssa,
tra qualche giorno dovrò fare l estrazione di un dente, per poi nei prossimi mesi fare l innesto Dell osso del seno mascellare e piu avanti fare l impianto, in casa ho due flaconcini di arnica montana 200 k e un flacone di Staphysagria 7 ch.. Mi può dare gentilmente indicazioni su quando prenderli? Poi volevo sapere cê differenza tra il 200 ch e il 200 k ? Grazie mille per la disponibilità
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Stefania, in genere in una situazione come la sua i due rimedi omeopatici, cioè Arnica montana e Staphysagria che sono dei complementari, vengono utilizzati per qualche giorno prima dell’intervento e successivamente per qualche settimana dopo l’intervento. Le diluizioni CH (hahnemanniana) e K (korsakoviana), pur essendo entrambe centesimali, hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Molti Autori, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le due tipologie di diluizione, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni del caso, si può dire che approssimativamente la diluizione 200K corrisponde alla 7CH. Cordiali saluti.
Fabio dice
Gentile Dottoressa, su di un sito che si occupa di omeopatia viene asserito, tra affermazioni secondo me un pò contraddittorie, che
“il numero che troviamo prima di ogni rimedio omeopatico, es. 5 ch, indica la dinamizzazione ossia la potenza del rimedio”.
Per quel che ne so io invece indica, in questo caso, il quinto passaggio della diluzione centesimale hahnemanniana. Per quanto riguarda la dinamizzazione è ovvio che questa essendo effettuata ad ogni passaggio viene potenziata al crescere del numero, ma il numero indica la diluizione e non la dinamizzazione.
Mi conferma tutto ciò?
La ringrazio. Fabio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, in effetti ha ragione lei, anche se a volte nel linguaggio comune si tende, per brevità, ad identificare la diluizione con la potenza. In realtà entrambe le fasi concorrono a formare la potenza di un rimedio omeopatico, cioè sia la diluizione che la dinamizzazione ad ogni passaggio della prima. Infatti queste due operazioni consentono di conferire al rimedio omeopatico il potere energetico in grado di produrre la reazione dell’organismo sotto lo stimolo del rimedio stesso. Per maggiori informazioni si legga l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”. Cordiali saluti.
zaira dice
buongiorno dott.ssa mi sottoporrò a filler e mi è stato prescrito arnica monodose 1conf/dia x i 7 giorni precedenti + pomata arnica x 2 gg, prima del trattamento – la confezione monodose è quella da 200ch? ma non eccesivo x 7gg? consiglierebbe altra diluzione e posologia? la ringrazio per la sua disponibilità e per l’utilità di questo suo sito – cordialità zaira
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Zaira, salvo diversa prescrizione medica, poiché nel suo caso occorre agire a livello sintomatico potrebbe essere più appropriato utilizzare Arnica montana a bassa diluizione, ad es. la 5CH, in genere qualche giorno prima dell’intervento, 3 granuli 3 volte al dì e due settimane dopo, 3 granuli anche ogni 2-3 ore. La monodose 200CH, essendo una diluizione alta, può essere prescritta, ripeto, solo dal medico omeopata considerata l’azione profonda che ha sull’organismo e quindi se non è individualizzata può produrre spiacevoli inconvenienti. Cordiali saluti.