DESCRIZIONE
L’Arnica montana è un’erba perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. E’ alta dai 20 ai 60 cm. Presenta rizoma bruno e fusto eretto, leggermente peloso, munito alla base di una rosetta di foglie ovali lanceolate, di un verde pallido, con nervature longitudinali sporgenti nella pagina inferiore. Alla sommità si trovano i fiori a capolino di un bel colore giallo-aranciato con i caratteristici petali spettinati e dal gradevole odore aromatico. I frutti sono acheni bruni, irsuti, sormontati da un ciuffo o pappo di peli bianchi o giallastri. Fiorisce in giugno – luglio. Vive esclusivamente nelle zone montane dell’Europa e dell’America, ove privilegia i terreni poveri e silicei. In Italia la si trova nei pascoli e nei prati elevati delle Alpi e degli Appennini. Sta diventando sempre più rara, soprattutto nelle regioni nordiche, a causa dell’aumento delle coltivazioni intensive. Oggi la pianta appartiene alla flora protetta.
L’Arnica è stata descritta per la prima volta nel XVI secolo dal medico e naturalista tedesco Theodorus Jacobus Von Bergzabern (1520–1590), il cui cognome venne latinizzato in Tabernamontanus, che diede alla pianta il nome attuale. E’ chiamata comunemente “starnutina” per la capacità che ha il suo odore di provocare starnuti. Dalle sue foglie si ricava il cosiddetto “tabacco di montagna”, usato dalle popolazioni montane per la pipa e come tabacco da fiuto. E’ velenosa se ingerita; a forti dosi può provocare tachicardia e paralisi. L’intera pianta contiene un glucoside dal principio amaro, l’arnicina, che ha azione simile alla canfora. I fiori ed i rizomi essiccati contengono due rispettivi oli essenziali. La pianta ha proprietà medicinali ed è adoperata come rimedio in fitoterapia ed in omeopatia. Si utilizzano i fiori che vengono raccolti durante il periodo della fioritura, scegliendo quelli appena aperti.
Il rimedio omeopatico Arnica montana si ottiene dalla Tintura Madre dei fiori della pianta omonima.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Poiché la pianta cresce sulle montagne, possiede un’affinità naturale con gli effetti delle cadute e dei traumi. Arnica montana è il rimedio traumatico per eccellenza e corrisponde agli effetti dovuti a traumi recenti e passati.
La chiave di lettura di questo rimedio omeopatico è lo sportivo, con tutti i problemi cui uno sportivo può andare incontro: disturbi muscolari, traumi, lividi, ematomi, disturbi cardiaci ed inoltre stati febbrili ed eruzioni cutanee, allorché sussiste una particolare condizione psichica. In tal caso il soggetto ha una sensazione di contusione muscolare (come se fosse stato percosso), di indolenzimento, di estrema stanchezza (come se avesse fatto uno sforzo fisico intenso e prolungato); tutto il corpo sembra rotto, a pezzi; il materasso su cui è disteso gli sembra troppo duro e si rigira continuamente alla ricerca di una posizione comoda; è depresso e misantropo, vuole essere lasciato solo, non vuole che gli si parli né che ci si avvicini poiché teme di essere toccato. Durante la notte ha insonnia ed agitazione, soprattutto dopo una fatica intensa.
Arnica montana è bisbetico, irritabile, triste, pieno di timore; solitamente è pessimista, indifferente, poco stabile nelle decisioni; è malinconico, scontroso, imbronciato, pletorico; ha carnagione colorita; è debilitato e flaccido.
Il soggetto Arnica montana ha prevalentemente una costituzione sulfurica e un temperamento sanguigno.
Nel soggetto Arnica montana i capillari tendono facilmente a rompersi ed a sanguinare nelle zone infiammate (se il soggetto tossisce, espettora muco contenente grumetti di sangue; se il suo apparato urinario è infiammato, emette urina con tracce di sangue; se lo stomaco è infiammato, il vomito contiene tracce di sangue; nelle donne sono possibili mestruazioni abbondanti).
Tutti i sintomi peggiorano con il contatto, al tatto, con una leggera pressione, con gli urti, con le scosse, con il movimento, con il freddo umido; migliorano in posizione supina con la testa bassa, con il riposo, con applicazioni calde.
Il rimedio migliora la circolazione del sangue, la respirazione, ha proprietà antidolorifiche ed antinfiammatorie. L’azione sull’apparato digerente è secondaria.
Qualsiasi rimedio per uso esterno a base di Arnica montana non deve essere utilizzato sulle lesioni della cute o sulle ferite.
In estrema sintesi al rimedio è possibile attribuire l’etichetta: Arnica montana è lo sportivo, corrisponde cioè al Discobolo di Mirone (nota scultura realizzata da Mirone nel 455 a.c., raffigurante un atleta che sta per scagliare un disco).
USO DEL RIMEDIO
Arnica montana si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) TRAUMI: è il rimedio principe in tutti i casi di trauma sia fisico che psichico, sia recente che passato. E’ usato per i traumi fisici, quali ecchimosi (ne facilita l’assorbimento); fratture (le cicatrizza), ove si può associare a Ruta e Symphytum; contusioni; distorsioni sia della caviglia che del ginocchio, ove spesso è seguito da Rhus tox che agisce sui legamenti facilitando la guarigione; lussazioni; stati di indebolimento dovuti ad un eccessivo sforzo fisico. E’ utilizzato inoltre in tutte le conseguenze di cadute, di incidenti, di strappi muscolari, dopo un intervento chirurgico, dopo un’estrazione dentale, dopo il parto. Per quanto riguarda i traumi psichici il rimedio è usato per curare gli effetti di paure improvvise, eccessi di collera, stati di shock, dispiaceri, lutti, emozioni molto intense, spaventi. E’ utile l’associazione con Calendula officinalis per il trauma fisico e con Hypericum per il trauma psichico .
2) APP. CARDIOVASCOLARE: nei casi di eretismo cardiaco, di “cuore dell’atleta”; nei disturbi cardiaci con sensazione di costrizione, come in Cactus cui il rimedio è spesso associato, e di contusione nella regione toracica in corrispondenza del cuore; nell’ipertensione con congestione alla testa; nelle cefalee battenti; nelle vertigini con mani e piedi freddi, che si avvertono camminando. E’ utile l’associazione con Aurum, Avena sativa, Camphora, Crataegus, Ignatia, Valeriana.
Nei casi di varici, gambe pesanti, stasi venosa, fragilità capillarein genere con rossore vascolare e tendenza alle ecchimosi, epistassi ed emorragie con sensibilità alla palpazione, emorroidi. E’ utile l’associazione con Aesculus hippocastanum, Hamamelis, Paeonia, Ratanhia.
3) TESSUTO CUTANEO E SOTTOCUTANEO: nelle ecchimosi, foruncoli, acne, con eruzioni simmetriche.
4) REUMATISMO: nei casi di reumatismo sia acuto che cronico con gonfiore alle articolazioni e paura di essere toccati.
5) APP. URO-GENITALE: nelle infiammazioni della regione pelvica, urine con sangue, ipermenorrea con sangue di colore rosso intenso, emorragie post-partum ed in quelle dovute all’introduzione della spirale anticoncezionale. In alcuni casi si rivela utile l’associazione con Sepia, Aesculus hippocastanum, Paeonia, Sanguinaria.
6) OCCHI: nelle ecchimosi della congiuntiva e delle palpebre in seguito a traumi. L’associazione utile è con Symphytum.
7) STATI INFETTIVI E FEBBRILI: nella scarlattina, nell’erisipela ed in altre malattie, in particolare nella polmonite, nella febbre malarica, nella febbre tifoide. In alcuni casi di crisi malariche il rimedio si è dimostrato più efficace del chinino. E’ usato anche in molti casi di febbri adinamiche. Durante la febbre il soggetto ha viso arrossato e caldo, mentre il naso ed il resto del corpo sono freddi. Nei casi di febbre dovuti ad influenza è spesso associato a Aconitum, Apis, Bryonia, Eupatorium, perforatum, Ferrum phosphoricum, Mercurius.
8) APP. DIGERENTE: nei casi di nausea e vomito con sangue, con flatulenza maleodorante di odore solforoso. Alitosi dall’odore di uova marce. Sensazione di stomaco tirato da una corda che lo spinge verso la colonna vertebrale. Mancanza di appetito, disgusto per carne e latte, grande sete. Il rimedio è usato anche nei disturbi dovuti a mal d’auto e mal di mare, in associazione con Cocculus, Ignatia, Nux vomica, Petroleum, Tabacum.
9) APP. RESPIRATORIO: afonia dei cantanti, tosse influenzale o dovuta ad altra malattia dell’apparato respiratorio, tosse traumatica, tosse stizzosa e spasmodica con emottisi (emissione orale di sangue). E’ utile l’associazione con Belladonna, Cina, Coccus cacti, Cuprum, Drosera, Eupatorium, Ferrum, Gelsemium, Ipeca, Mercurius solubtilis, Rhus tox, Solidago.
DOSI
□ Nei casi 1), se i disturbi sono dovuti ad un trauma recente sono usate la basse diluizioni quale ad es. la diluizione 4CH alla dose di 4 granuli 3 volte al dì. La stessa diluizione in genere si adopera anche nelle associazioni. La cura si completa con l’uso della pomata per le applicazioni locali.
Se i disturbi sono dovuti ad un trauma remoto è preferibile una diluizione più alta quale ad es. la 15CH o la 30CH alla dose di 15 gocce al dì.
Se si tratta di un trauma psicologico si adopera la diluizione 15CH in un’unica dose di 5 granuli, che si ripete dopo 10 – 15 giorni.
Per gli interventi chirurgici si assume una dose di 3 granuli, diluizione 30CH, poche ore prima dell’intervento. Invece in convalescenza o nel post-partum o dopo un’estrazione dentale si usa la diluizione 4CH, 3 granuli ogni 2 – 3 ore.
□ Nei casi 2), 3) e 4), diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 – 15 gocce, 3 – 4 volte al dì. Si completa con la pomata per uso esterno.
□ Nel casi 5), 6) e 7), diluizione 3CH, 2 – 3 granuli o 5 – 10 gocce, 3 – 6 volte al dì.
□ Nel casi 8), se trattasi di mal d’auto o mal di mare di adulti, diluizione 3CH, 10 gocce ogni ora; se di bambini, stessa diluizione, 5 gocce ogni ora. Il trattamento è preferibile che inizi con una dose prima del viaggio. Nelle altre situazioni, diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì.
□ Nel casi 9), diluizione 4CH, 2 – 3 granuli o 5 gocce ogni 2 – 3 ore.
(*) V. Note esplicative
Nicola dice
….prendo arnica montana ch 30 x un fastidio bruciore che ho da 10 mesi..soffro di nevralgia del pudendo..una malattia rara e’ poco conosciuta..faccio bene a prendere i granuli..mattina e sera tre granuli?.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Nicola, come giustamente lei dice, la nevralgia del pudendo (neuropatia del nervo pudendo) è una malattia ancora semisconosciuta, forse perché non molto comune, che produce una variegata gamma di sintomi: innanzitutto l’intenso dolore pelvico cui possono associarsi altre manifestazioni come bruciore, formicolio, sensazione di avere un corpo estraneo nel retto, disturbi o dolore durante la minzione, nel corso della defecazione, durante i rapporti sessuali, ecc. Una caratteristica della malattia è che i dolori peggiorano stando seduti e migliorano sensibilmente o scompaiono solo stando coricati a letto in posizione supina. Lo stare in piedi apporta qualche sollievo, ma a lungo andare comporta comunque una sensazione di fastidio, spesso intollerabile. Arnica montana non è un rimedio omeopatico molto specifico per le nevralgie, piuttosto è il rimedio delle contusioni o dei traumi in generale e dei sintomi che ne derivano. I rimedi omeopatici utili a trattare le nevralgie o neuropatie sono altri, ognuno con la propria patogenesi, tra i quali quello adatto sarà il rimedio che contiene la sintomatologia somigliante a quella del paziente, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Tra i rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati troviamo: Magnesia phosphorica in primis, in particolare se il dolore è violento, si manifesta bruscamente e migliora con il caldo e/o esercitando una forte pressione sulla zona dolente; Bryonia, se il dolore è pungente, aggravato dal minimo movimento e migliorato coricandosi, con tendenziale lateralità destra; Hypericum, che è un ottimo rimedio del dolore e di tutte le conseguenze legate a traumi dei nervi, con aggravamenti da contatto e scosse; Kalmia latifolia, se il dolore, improvviso come un lampo, risale lungo il tragitto del nervo interessato; Nux vomica, se si avvertono sensazioni di crampi con marcata lateralità destra; Gnaphalium, in caso di intorpidimento e parestesie; Colocynthis, se il dolore è errante; Phytolacca decandra, se il dolore è come una scossa elettrica; Arsenicum album, se il dolore urente è migliorato dal caldo; Coffea, se è migliorato da applicazioni fredde. Relativamente alla diluizione ed alla posologia, la cui scelta è anch’essa personale e strategica per il successo della terapia, in attesa di rivolgersi ad un medico omeopata e per un intervento prevalentemente sintomatico, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni (ad es. fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 granuli possono essere sufficienti), più volte al dì (ad es. 3-6 volte), lontano dai pasti. L’alimentazione consigliata è quella ricca di vitamine, di sali minerali e di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), che combattono meglio i processi infiammatori. Il consiglio comunque, come accennato, è di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Antonella dice
Gentile dottoressa,mia sorella di 42 anni, soffre di maculopatia genetica,riscontrata 8/9 anni fa.
Non vede ai lati e sotto, oltretutto ultimamente da un occhio ha meno campo visivo.
Se ci fosse un rimedio omeopatico che rallenti il progredire della malattia,visto che, in medicina non c’è per ora nessun rimedio anche in campo chirurgico..
Lei è un soggetto nervoso ma nello stesso tempo molto fragile..
Le porgo i miei più sentiti saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Antonella, purtroppo la cura o un qualsiasi trattamento della maculopatia non rientra nelle prerogative dell’Omeopatia. Si informi bene perché nell’ambito della ricerca oculistica oggi esistono delle terapie di nuova generazione che aprono a qualche possibilità. Cordiali saluti.
Antonella dice
Salve dottoressa. Ho una bolognese di 12 anni che ogni tanto soffre di contrazione muscolare nelle zampine posteriori,diagnosi del veterinario.Quale rimedio posso usare da prevenire e rafforzare. Ultimamente non poteva camminare allora ho somministrato arnica 30ch. Granuli 5 sciolti in mezzo bicch d’acqua. Ne davo 1ml.ogni ora.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Antonella, com’è noto, l’Omeopatia applicata agli animali richiede tecniche, strategie e pratiche terapeutiche completamente differenti da quelle per l’uso umano, con ripercussioni anche sui criteri di scelta dei rimedi omeopatici, sulle diluizioni, sulle posologie, sui tempi di cura, ecc. Gli animali hanno anatomia, fisiologia e patologia generale diverse dal genere umano e ciò indispensabilmente richiede un trattamento terapeutico diverso. Di tanto si occupa l’Omeopatia Veterinaria. Sarebbe pertanto opportuno porre la domanda a un sito veterinario che tratta l’Omeopatia o direttamente a un veterinario omeopata. Ciò che posso dirle, che ovviamente riguarda l’uomo, è che Arnica montana è particolarmente indicato nelle sindromi dolorose dell’apparato osteoarticolare e muscolare di natura traumatica. Cordiali saluti.
Mariapaola dice
Gentile Dottoressa,
il mio Medico mi ha prescritto, come supporto psicologico, Arnica 30CH monodose, da assumere a giorni alterni con Ignatia amara 30CH. La Farmacista, purtroppo, mi ha consegnato la confezione da mg.4 (80 granuli circa) suggerendomi di assumere 3 granuli giornalieri. Le chiedo: è esatta questa conversione. Molte grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Mariapaola, la monodose (o tubo-dose) di un rimedio omeopatico contiene circa 200 globuli, con una massa di circa 5 mg ciascuno, 10 volte più piccoli dei granuli, per un peso complessivo di circa 1 g e costituisce, dal nome stesso, una singola dose. Essa è studiata per ottenere la migliore risposta diluizione/dose/effetto, giacché con i globuli si produce un maggiore effetto di superficie e quindi si rende massima la “superficie di scambio” tra il rimedio omeopatico e l’organismo ricevente. La particolarità della monodose sta perciò nel migliore scambio rimedio-organismo, che dovrebbe agevolare e migliorare l’assorbimento del rimedio omeopatico e quindi preservarne al massimo l’efficacia. Da questo punto di vista la monodose è insostituibile. La forma farmaceutica in granuli è costituita da circa 80 granuli, con una massa di circa 50 mg ciascuno, 10 volte più grandi dei globuli, per un peso complessivo di circa 4 g e la singola dose standard è di 3-5 granuli ad ogni assunzione. Sia la monodose in globuli e sia la singola dose in granuli (3-5 granuli), che dal punto di vista terapeutico sono equivalenti, ma non perfettamente uguali, con le differenze accennate, una volta stabilita la diluizione, vanno assunte con le stesse modalità e con la stessa tempistica della prescrizione medica. Perciò il suggerimento della farmacista non è concettualmente corretto. Il vero concetto è che in Omeopatia conta molto di più la ripetizione della somministrazione, ossia la distanza tra le assunzioni, piuttosto che la quantità della somministrazione stessa, ossia la quantità della singola dose (globuli o granuli). In conclusione, se lei non vuole rinunciare ai vantaggi della monodose e vuole osservare la forma farmaceutica prescrittale dal medico, sarebbe opportuno restituire i granuli e chiedere di procurarle la monodose. Cordiali saluti.
Elisa dice
Buonasera, soffro spesso di mal di testa dovuto a diverse cause (stress, ereditarietà, cervicale, ecc…). Ultimamente il dolore colpisce spesso gli occhi dandomi una sensazione pulsante. Per alleviare il dolore uso un forte antidolorifico che mi causa problemi allo stomaco. Il farmacista mi ha consigliato di prendere l’arnica: potrebbe aiutare ad alleviare questo frequento attacchi?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elisa, com’è rilevabile dal presente articolo, Arnica montana è un rimedio omeopatico con importanti attività analgesiche, antinfiammatorie e riabilitanti, divenendo il rimedio di eccellenza per tutti i tipi di traumi, sia fisici che psichici e perciò viene prescritto per i dolori in qualsiasi sede, gli indolenzimenti, la sensazione di contusioni e per i pazienti depressi fisicamente e moralmente. La cefalea che Arnica riesce a trattare è caratterizzata da dolori pressanti e penetranti in testa, soprattutto in fronte, da fitte in testa, soprattutto nelle tempie e nella fronte, da dolore crampiforme come se ci fosse un chiodo nel cervello o che lo stesso fosse contratto, da dolori in testa sopra un occhio, da pesantezza e debolezza della testa, da dolori di testa che si manifestano o si aggravano camminando, salendo, meditando, leggendo e anche dopo i pasti. La caratteristica abbastanza comune a tutti questi mal di testa è la sensazione che i tegumenti siano retratti, il miglioramento distendendosi con la testa bassa ed il peggioramento con il movimento. Se lei si riconosce nei tratti psico-fisici del rimedio, in quelli principali, ampiamente rilevabili dal presente articolo e qui appena richiamati relativamente alla sintomatologia specifica della cefalea, allora Arnica montana può considerarsi adatto, altrimenti occorrerà individuare un altro rimedio omeopatico maggiormente somigliante. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Per alleviare una cefalea potrebbe essere utile anche qualche preparato di natura vegetale, come quelli di cui all’articolo “Addio mal di testa” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Per un pronto intervento possono risultare altresì valide alcune manovre e accorgimenti, quali: avvolgere un panno umido e freddo intorno alla testa o applicare un impacco di ghiaccio tenendo mani e piedi in acqua ben calda; premere in profondità i due punti sotto l’occipite, sulla parte posteriore del cranio, a circa 5 cm dal centro, allentando la pressione con il diminuire del dolore; massaggiare il cuoio capelluto e i punti del collo e delle spalle da cui eventualmente si dirama il dolore; fare un bagno caldo; respirare a fondo, lentamente; stendersi in una stanza buia e silenziosa; ascoltare una musica dolce e rilassante. Cordiali saluti.
Giovanna dice
Dopo quante ore agisce l’arnica? Soprattutto se ho un blocco alla schiena gia in atto da diversi giorni??
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giovanna, i tempi di entrata in azione di un rimedio omeopatico dipendono essenzialmente dalla diluizione e dalla sensibilità e reattività del singolo organismo. Le basse diluizioni (es. fino a 7CH) agiscono in tempi abbastanza brevi (generalmente qualche ora od anche meno), le medie diluizioni (es. da 9CH a 30CH) abbisognano di qualche giorno per agire, le alte diluizioni (es. da 200CH a salire) impiegano diversi giorni per esprimere la loro efficacia. In tutto ciò la sensibilità e la reattività dell’organismo allo stimolo del rimedio omeopatico possono fare qualche differenza. In genere, in presenza di patologie a rapida evoluzione (situazioni acute), per le quali sono da preferire le basse diluizioni, se non si verifica alcun miglioramento dopo aver effettuato almeno tre somministrazioni in dodici ore, probabilmente la scelta del rimedio non è quella giusta. In presenza di patologie a lenta evoluzione (situazioni sub-acute e croniche), per le quali sono preferibili le medie o le alte diluizioni, è opportuno attendere di più, anche alcuni giorni come visto. Quindi, una volta che sono trascorsi i tempi d’intervento del rimedio ed i miglioramenti non accennano a manifestarsi, occorrerà pensare di cambiare rimedio omeopatico, cercandone un altro maggiormente somigliante. Cordiali saluti.
Anna dice
Buona sera. Sono affetta da connettivite indifferenziata e da 3 anni e mezzo assumo ogni sera una compressa di plaquenil. Il reumatologo mi ha consigliato di assumere cortisone nei periodi in cui i dolori muscolari e articolari sono più forti. Io cerco di non prenderlo e così mi ritrovo a sopportare. Un’amica mi ha consigliato di assumere arnica 200 una volta al mese. Dice che mi aiuterà molto e che è compatibile con il farmaco che uso. Posso prenderla serenamente? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, Arnica montana è uno dei più importanti rimedi omeopatici che viene prescritto per i dolori muscolari e articolari, avendo attività analgesica, antinfiammatoria e riabilitante. Per una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nelle sindromi dolorose dell’apparato osteoarticolare e muscolare, consulti l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ciò potrà consentirle di avere maggiore conferma della somiglianza tra la sua sintomatologia e quella contenuta nel rimedio, oppure di poterla meglio ravvisare in un altro rimedio omeopatico. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, un rimedio omeopatico per essere curativo deve assomigliare al paziente, ossia deve rispecchiare la globalità dei sintomi del paziente e le relative modalità di manifestazione, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. La 200CH è una diluizione alta, ad azione profonda e sistemica, che è opportuno adoperare quando esiste un buon grado di somiglianza rimedio-paziente. Come tutte le alte diluizioni richiede di solito un’unica somministrazione o somministrazioni sufficientemente distanziate se i sintomi si ripresentano. I rimedi omeopatici sono sicuri in qualsiasi condizione, non avendo controindicazioni o effetti collaterali e non interferiscono mai con i farmaci tradizionali. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Gianfranco dice
Soffro di sofferenza muscolare a gli arti inferiori.Mi dicono che sia un problema di depressione. Sono un po’ giu. Il dottore omeopatico mi ha prescritto arnica1000 ch. Dose unica. Volevo sapere cosa prendere al bisogno quando ho questo disturbi. Se ripetere l’arnica oppure qualcos’altro. Il problema della sofferenza muscolare c’è quasi sempre. Grazie spero in un aiuto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gianfranco, Arnica montana è un importante rimedio omeopatico che viene prescritto per i dolori muscolari in qualsiasi sede, per gli indolenzimenti e la sensazione di contusioni e per i pazienti depressi fisicamente e moralmente. Da solo dovrebbe bastare, come opportunamente valutato dal suo medico omeopata. Le alte diluizioni, qual è una 1000CH, richiedono di solito un’unica somministrazione. Si ripete solo se i sintomi si ripresentano in forma grave, mantenendo tuttavia una certa distanza tra le assunzioni. Ovviamente il suo medico omeopata potrà meglio ragguagliarla in merito. Cordiali saluti.
Carmine dice
Gentile dr.ssa,
sono uno sportivo e giocando a tennis ho dolore circa ad un centimetro sotto il gomito,
il farmacista mi ha consigliato due granuli di Arnica 30CH (uno mattina uno sera),
lei crede che sia la giusta posologia?
Cordiali Saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Carmine, in Omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è molto personale, non sempre generalizzabile, in quanto legata a quella serie di fattori e di peculiarità individuali che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. In altre parole una cura omeopatica si deve associare alla singola persona ed al suo quadro clinico. Comunque, la posologia in parola rientra tra quelle che vengono prescritte in situazioni similari. Cordiali saluti.
Francesca dice
Buongiorno,
Il 9 settembre mi sono sottoposta ad un intervento di settoplastica, la punta risulta ancora gonfia mi guardo perennemente allo specchio e non mi piace per niente. Questo medicinale può aiutarmi per ridurre il gonfiore e per facilitare la guarigione? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Francesca, Arnica montana è il rimedio omeopatico che viene spesso prescritto nel post-operatorio, essendo adatto per qualsiasi tipo di trauma, sia fisico che psichico. Infatti esercita un’azione antinfiammatoria, cicatrizzante e riabilitante, per cui è in grado di facilitare il processo riparativo e di attenuare lo shock operatorio. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.