DESCRIZIONE
L’Arnica montana è un’erba perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. E’ alta dai 20 ai 60 cm. Presenta rizoma bruno e fusto eretto, leggermente peloso, munito alla base di una rosetta di foglie ovali lanceolate, di un verde pallido, con nervature longitudinali sporgenti nella pagina inferiore. Alla sommità si trovano i fiori a capolino di un bel colore giallo-aranciato con i caratteristici petali spettinati e dal gradevole odore aromatico. I frutti sono acheni bruni, irsuti, sormontati da un ciuffo o pappo di peli bianchi o giallastri. Fiorisce in giugno – luglio. Vive esclusivamente nelle zone montane dell’Europa e dell’America, ove privilegia i terreni poveri e silicei. In Italia la si trova nei pascoli e nei prati elevati delle Alpi e degli Appennini. Sta diventando sempre più rara, soprattutto nelle regioni nordiche, a causa dell’aumento delle coltivazioni intensive. Oggi la pianta appartiene alla flora protetta.
L’Arnica è stata descritta per la prima volta nel XVI secolo dal medico e naturalista tedesco Theodorus Jacobus Von Bergzabern (1520–1590), il cui cognome venne latinizzato in Tabernamontanus, che diede alla pianta il nome attuale. E’ chiamata comunemente “starnutina” per la capacità che ha il suo odore di provocare starnuti. Dalle sue foglie si ricava il cosiddetto “tabacco di montagna”, usato dalle popolazioni montane per la pipa e come tabacco da fiuto. E’ velenosa se ingerita; a forti dosi può provocare tachicardia e paralisi. L’intera pianta contiene un glucoside dal principio amaro, l’arnicina, che ha azione simile alla canfora. I fiori ed i rizomi essiccati contengono due rispettivi oli essenziali. La pianta ha proprietà medicinali ed è adoperata come rimedio in fitoterapia ed in omeopatia. Si utilizzano i fiori che vengono raccolti durante il periodo della fioritura, scegliendo quelli appena aperti.
Il rimedio omeopatico Arnica montana si ottiene dalla Tintura Madre dei fiori della pianta omonima.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Poiché la pianta cresce sulle montagne, possiede un’affinità naturale con gli effetti delle cadute e dei traumi. Arnica montana è il rimedio traumatico per eccellenza e corrisponde agli effetti dovuti a traumi recenti e passati.
La chiave di lettura di questo rimedio omeopatico è lo sportivo, con tutti i problemi cui uno sportivo può andare incontro: disturbi muscolari, traumi, lividi, ematomi, disturbi cardiaci ed inoltre stati febbrili ed eruzioni cutanee, allorché sussiste una particolare condizione psichica. In tal caso il soggetto ha una sensazione di contusione muscolare (come se fosse stato percosso), di indolenzimento, di estrema stanchezza (come se avesse fatto uno sforzo fisico intenso e prolungato); tutto il corpo sembra rotto, a pezzi; il materasso su cui è disteso gli sembra troppo duro e si rigira continuamente alla ricerca di una posizione comoda; è depresso e misantropo, vuole essere lasciato solo, non vuole che gli si parli né che ci si avvicini poiché teme di essere toccato. Durante la notte ha insonnia ed agitazione, soprattutto dopo una fatica intensa.
Arnica montana è bisbetico, irritabile, triste, pieno di timore; solitamente è pessimista, indifferente, poco stabile nelle decisioni; è malinconico, scontroso, imbronciato, pletorico; ha carnagione colorita; è debilitato e flaccido.
Il soggetto Arnica montana ha prevalentemente una costituzione sulfurica e un temperamento sanguigno.
Nel soggetto Arnica montana i capillari tendono facilmente a rompersi ed a sanguinare nelle zone infiammate (se il soggetto tossisce, espettora muco contenente grumetti di sangue; se il suo apparato urinario è infiammato, emette urina con tracce di sangue; se lo stomaco è infiammato, il vomito contiene tracce di sangue; nelle donne sono possibili mestruazioni abbondanti).
Tutti i sintomi peggiorano con il contatto, al tatto, con una leggera pressione, con gli urti, con le scosse, con il movimento, con il freddo umido; migliorano in posizione supina con la testa bassa, con il riposo, con applicazioni calde.
Il rimedio migliora la circolazione del sangue, la respirazione, ha proprietà antidolorifiche ed antinfiammatorie. L’azione sull’apparato digerente è secondaria.
Qualsiasi rimedio per uso esterno a base di Arnica montana non deve essere utilizzato sulle lesioni della cute o sulle ferite.
In estrema sintesi al rimedio è possibile attribuire l’etichetta: Arnica montana è lo sportivo, corrisponde cioè al Discobolo di Mirone (nota scultura realizzata da Mirone nel 455 a.c., raffigurante un atleta che sta per scagliare un disco).
USO DEL RIMEDIO
Arnica montana si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) TRAUMI: è il rimedio principe in tutti i casi di trauma sia fisico che psichico, sia recente che passato. E’ usato per i traumi fisici, quali ecchimosi (ne facilita l’assorbimento); fratture (le cicatrizza), ove si può associare a Ruta e Symphytum; contusioni; distorsioni sia della caviglia che del ginocchio, ove spesso è seguito da Rhus tox che agisce sui legamenti facilitando la guarigione; lussazioni; stati di indebolimento dovuti ad un eccessivo sforzo fisico. E’ utilizzato inoltre in tutte le conseguenze di cadute, di incidenti, di strappi muscolari, dopo un intervento chirurgico, dopo un’estrazione dentale, dopo il parto. Per quanto riguarda i traumi psichici il rimedio è usato per curare gli effetti di paure improvvise, eccessi di collera, stati di shock, dispiaceri, lutti, emozioni molto intense, spaventi. E’ utile l’associazione con Calendula officinalis per il trauma fisico e con Hypericum per il trauma psichico .
2) APP. CARDIOVASCOLARE: nei casi di eretismo cardiaco, di “cuore dell’atleta”; nei disturbi cardiaci con sensazione di costrizione, come in Cactus cui il rimedio è spesso associato, e di contusione nella regione toracica in corrispondenza del cuore; nell’ipertensione con congestione alla testa; nelle cefalee battenti; nelle vertigini con mani e piedi freddi, che si avvertono camminando. E’ utile l’associazione con Aurum, Avena sativa, Camphora, Crataegus, Ignatia, Valeriana.
Nei casi di varici, gambe pesanti, stasi venosa, fragilità capillarein genere con rossore vascolare e tendenza alle ecchimosi, epistassi ed emorragie con sensibilità alla palpazione, emorroidi. E’ utile l’associazione con Aesculus hippocastanum, Hamamelis, Paeonia, Ratanhia.
3) TESSUTO CUTANEO E SOTTOCUTANEO: nelle ecchimosi, foruncoli, acne, con eruzioni simmetriche.
4) REUMATISMO: nei casi di reumatismo sia acuto che cronico con gonfiore alle articolazioni e paura di essere toccati.
5) APP. URO-GENITALE: nelle infiammazioni della regione pelvica, urine con sangue, ipermenorrea con sangue di colore rosso intenso, emorragie post-partum ed in quelle dovute all’introduzione della spirale anticoncezionale. In alcuni casi si rivela utile l’associazione con Sepia, Aesculus hippocastanum, Paeonia, Sanguinaria.
6) OCCHI: nelle ecchimosi della congiuntiva e delle palpebre in seguito a traumi. L’associazione utile è con Symphytum.
7) STATI INFETTIVI E FEBBRILI: nella scarlattina, nell’erisipela ed in altre malattie, in particolare nella polmonite, nella febbre malarica, nella febbre tifoide. In alcuni casi di crisi malariche il rimedio si è dimostrato più efficace del chinino. E’ usato anche in molti casi di febbri adinamiche. Durante la febbre il soggetto ha viso arrossato e caldo, mentre il naso ed il resto del corpo sono freddi. Nei casi di febbre dovuti ad influenza è spesso associato a Aconitum, Apis, Bryonia, Eupatorium, perforatum, Ferrum phosphoricum, Mercurius.
8) APP. DIGERENTE: nei casi di nausea e vomito con sangue, con flatulenza maleodorante di odore solforoso. Alitosi dall’odore di uova marce. Sensazione di stomaco tirato da una corda che lo spinge verso la colonna vertebrale. Mancanza di appetito, disgusto per carne e latte, grande sete. Il rimedio è usato anche nei disturbi dovuti a mal d’auto e mal di mare, in associazione con Cocculus, Ignatia, Nux vomica, Petroleum, Tabacum.
9) APP. RESPIRATORIO: afonia dei cantanti, tosse influenzale o dovuta ad altra malattia dell’apparato respiratorio, tosse traumatica, tosse stizzosa e spasmodica con emottisi (emissione orale di sangue). E’ utile l’associazione con Belladonna, Cina, Coccus cacti, Cuprum, Drosera, Eupatorium, Ferrum, Gelsemium, Ipeca, Mercurius solubtilis, Rhus tox, Solidago.
DOSI
□ Nei casi 1), se i disturbi sono dovuti ad un trauma recente sono usate la basse diluizioni quale ad es. la diluizione 4CH alla dose di 4 granuli 3 volte al dì. La stessa diluizione in genere si adopera anche nelle associazioni. La cura si completa con l’uso della pomata per le applicazioni locali.
Se i disturbi sono dovuti ad un trauma remoto è preferibile una diluizione più alta quale ad es. la 15CH o la 30CH alla dose di 15 gocce al dì.
Se si tratta di un trauma psicologico si adopera la diluizione 15CH in un’unica dose di 5 granuli, che si ripete dopo 10 – 15 giorni.
Per gli interventi chirurgici si assume una dose di 3 granuli, diluizione 30CH, poche ore prima dell’intervento. Invece in convalescenza o nel post-partum o dopo un’estrazione dentale si usa la diluizione 4CH, 3 granuli ogni 2 – 3 ore.
□ Nei casi 2), 3) e 4), diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 – 15 gocce, 3 – 4 volte al dì. Si completa con la pomata per uso esterno.
□ Nel casi 5), 6) e 7), diluizione 3CH, 2 – 3 granuli o 5 – 10 gocce, 3 – 6 volte al dì.
□ Nel casi 8), se trattasi di mal d’auto o mal di mare di adulti, diluizione 3CH, 10 gocce ogni ora; se di bambini, stessa diluizione, 5 gocce ogni ora. Il trattamento è preferibile che inizi con una dose prima del viaggio. Nelle altre situazioni, diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì.
□ Nel casi 9), diluizione 4CH, 2 – 3 granuli o 5 gocce ogni 2 – 3 ore.
(*) V. Note esplicative
Marisa dice
Gentile dottoressa mia giglia in previsione di estrazione del dente del giudizio di domani oghi hs assunto uns dose unica 200ch di arnica. È sufficiente x protggerla x l intervento di domani o deve aggiungere dei granuli? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marisa, quanto fatto potrebbe bastare, atteso che un’alta diluizione come la 200CH ha una copertura terapeutica di circa un mese e quindi dovrebbe aiutare anche nel post-intervento. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Vanda dice
ho subito tre mesi un intervento di decompressione con artrodesi alle vertebre L3 L4 L5:
faccio fatica a riprendermi e ho dolore. Vorrei evitare di prendere continuamente antidolorifici.
Ho in casa arnica 6 ch Lei ritiene che mi possa aiutare?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Vanda, Arnica montana è il rimedio omeopatico per eccellenza di tutti i tipi di traumi, sia fisici che psichici, per cui viene spesso prescritto nel post-operatorio per l’attività antinfiammatoria, antidolorifica e riabilitante. Pertanto, se lei si riconosce nelle caratteristiche del rimedio, come rilevabili dal presente articolo, a maggior ragione Arnica può considerarsi adatto. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Se vuole conoscere i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso adoperati nei disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare, tra cui Arnica montana, consulti l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Per un intervento prevalentemente sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, spesso ci si orienta verso le basse o le medio-basse diluizioni (ad es. fino a 9CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì (ad es. 2-3 volte), lontano dai pasti. Ovviamente, come appena accennato, la prescrizione appropriata al caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Maria dice
Buongiorno,
3 giorni fa mio figlio di 5 anni ha subito l’asportazione chirurgica delle tonsille e adenoidi. Il mio medico omeopata mi ha prescritto l’arnica 6ch, 10 granuli diluiti in mezzo litro d’acqua da bere a piccoli sorsi durante la giornata per almeno due-tre giorni. Secondo la legge della Similitudine ritrovo in questo periodo la sintomatologia somigliante. L’utilizzo dell’arnica influisce anche a livello emotivo?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, Arnica montana è per eccellenza il rimedio omeopatico di tutti i tipi di traumi, sia fisici che psichici, per cui agisce anche sulla componente psicologica. I relativi sintomi-guida sono: debolezza estrema che arriva fino alla prostrazione, depressione nervosa, tristezza, desiderio di star soli, senso di fastidio per gli altri, indifferenza per tutto (non per misantropia ma per fatica), insonnia, eretismo cardiaco, tutto il corpo sembra indolenzito come se fosse coperto da contusioni, dopo uno spavento, un trauma, una gran fatica, un dispiacere, una preoccupazione. Le modalità generali sono di aggravamento per ogni minimo contatto, con il riposo, con il movimento, con il vino, con il freddo umido e di miglioramento stando sdraiati con la testa bassa (anche se il letto sembra duro). Se ci si riconosce sostanzialmente in tali caratteristiche, allora Arnica può essere di aiuto anche sul piano emotivo. Cordiali saluti.
Franca dice
Buonasera, sto assumendo da circa un mese l’Arnica montana MK , 5 granuli due volte al giorno, per contrastare dolori osteoarticolari. Vorrei sapere se è meglio diminuire gradualmente l’assunzione dei granuli, quando si decide di terminare la cura.
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Franca, il criterio di carattere generale che si segue è di aumentare progressivamente la distanza tra le assunzioni del rimedio omeopatico di pari passo con i miglioramenti, fino ad arrivare alla sua sospensione quando, ovviamente, si perviene alla guarigione o quando si raggiunge un risultato soddisfacente e stabile. In condizioni diverse il rimedio omeopatico si può smettere quando si vuole, in quanto non genera assuefazione, anzi in assenza di benefici è opportuno farlo subito. Cordiali saluti.
Francesca dice
Buonasera mi piacerebbe sapere che diluizione e che dosaggio assumere del rimedio arnica montana la settimana prima di sottopormi a biostimolazione del viso visto che spesso mi ritrovo con brutti lividi che durano anche una settimana. Vorrei anche sapere se sia controindicata per lo stesso motivo l’assunzione di centella asiatica e boswellia i giorni che precedono il trattamento. Molte grazie
Francesca
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Francesca, è utile precisare che l’Omeopatia è una medicina molto personale, non generalizzabile, che “veste su misura” come si è soliti sintetizzare, che non ha cure standardizzate o protocolli terapeutici universalmente validi, ma ogni terapia (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è strettamente legata al singolo caso individuale. Il principio terapeutico di riferimento, com’è noto, è la Legge di Similitudine, secondo la quale un rimedio omeopatico per essere curativo deve assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Arnica montana è certamente uno dei migliori rimedi omeopatici utile a superare tutti i tipi di traumi, sia fisici che psichici, tant’è che viene frequentemente prescritto prima e dopo gli interventi chirurgici. Perciò in tali situazioni Arnica può essere facilmente un rimedio adatto, in quanto è possibile riscontrare diverse somiglianze. La diluizione va scelta in base alla reattività e sensibilità del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, all’entità e profondità del trauma, al livello d’azione terapeutica necessario, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente. La posologia diventa una conseguenza. Come primo approccio, per un intervento prevalentemente sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, spesso ci si orienta verso le basse o medio-basse diluizioni (ad es. fino a 9CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì (ad es. 2-3 volte), lontano dai pasti. Una possibile cura potrebbe prevedere l’impiego di Arnica da tre giorni a una settimana prima dell’intervento e per una settimana circa dopo l’intervento. L’alimentazione consigliata è quella ricca di vitamine, di sali minerali (frutta, verdura, cereali integrali) e di acidi grassi polinsaturi omega-3 (pesce azzurro, salmone), che combattono meglio i processi infiammatori. Per quanto riguarda i fitoterapici Centella asiatica e Boswellia, il concetto è che i rimedi omeopatici e gli altri prodotti con principio terapeutico differente possono essere incompatibili quando in particolare servono a curare la stessa patologia o lo stesso disturbo, per cui in tal caso andrebbe evitato il loro utilizzo contemporaneo. Nell’uso congiunto è però il rimedio omeopatico a poter soffrire la presenza di un altro prodotto e quindi a vedere inficiare la propria efficacia, sempre che, ripeto, entrambi vengano adoperati per la stessa indicazione clinica. Comunque sia, non può mai avvenire il contrario, nel senso che i rimedi omeopatici non sono in grado di interferire con altri prodotti e perciò non ne modificano assolutamente l’azione. Riepilogando, se l’indicazione clinica non è la stessa, i rimedi omeopatici e gli altri prodotti terapeutici possono tranquillamente convivere. In condizioni diverse va comunque detto che i fitoterapici sono generalmente più tollerabili di molte tipologie di farmaci tradizionali. Ovviamente, come accennato, la prescrizione appropriata al caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Irene dice
Buongiorno
io soffro di couperose sul naso e zigomi, pelle grassa con punti neri e segni di acne pregressa (48 anni) .
Quindi una pelle sempre arrossata inoltre sul collo ai lati e sul decoltè mi è stata diagnosticata una poliodermia di civatte, con sfondo di capillari, Secondo lei per diminuire il rossore l’arnica potrebbe andata bene?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Irene, Arnica montana è un ottimo rimedio omeopatico ad attività antinfiammatoria soprattutto per eventi di origine traumatica. Però, se lei si riconosce nelle caratteristiche psico-fisiche del rimedio, ampiamente rilevabili dal presente articolo, allora Arnica potrebbe essere di aiuto sul piano generale e quindi in grado di stimolare un effetto secondario contrastante il rossore. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. I rimedi omeopatici che vengono solitamente prescritti per il trattamento della couperose o rosacea e quindi anche della poichilodermia di Civatte, con le tipiche manifestazioni come eritrosi (arrossamento intenso della cute) e teleangectasie (capillari visibili), sono altri, precisamente Abrotanum, Agaricus muscarius, Arsenicum album, Carbo animalis, Causticum, Eugenia jambosa, Graphites, Nux vomica, Rhus toxicodendron. I sintomi-chiave che possono fare da guida per la scelta del rimedio adatto sono, molto sinteticamente, i seguenti: pelle grassa e rugosa, Abrotanum; prurito, rossore e bruciore come i geloni, a volte pulsazioni alle guance, Agaricus muscarius; bruciore intenso, a volte gonfiori e papule, soprattutto al mattino, Arsenicum album; gonfiore rosso e doloroso, Carbo animalis; pustole rosse, gonfiore di zigomi e/o guance con dolori pulsanti, Causticum; sensibilità dolorosa, aggravamento durante le mestruazioni, Eugenia jambosa; pelle ruvida e grassa, gonfiori, eruzione erisipelatosa che si diffonde a raggiera, sensazione di bruciore nella parte interna del naso, Graphites; tensione con gonfiore, piccole pustole o puntine come da abuso di alcool, Nux vomica; esantema o infiammazione erisipelatosa con gonfiore, fitte tensive e formicolio urente, Rhus toxicodendron. Sempre a titolo informatico, in diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come ad es. Junglas regia M.G. D1 che è particolarmente indicato per la rosacea e per tutte le dermatosi pustolose. Anche la Fitoterapia classica propone diversi preparati a base di piante come Agrimonia, Amamelide, Centella asiatica, Edera, Ippocastano, Mirtillo, Rosa canina, Vite rossa, ecc. Sarebbe altresì importante adottare alcuni accorgimenti, quali ad es. usare detergenti privi di sapone o molto delicati, lavarsi con acqua tiepida, evitare le temperature estreme, non esporre il viso troppo tempo al sole, non strofinare o toccare la pelle, incrementare il consumo di cibi ricchi di vitamine del gruppo B, evitare gli alcolici, i cibi piccanti o speziati ed i cibi troppo caldi. Anche lo stress emotivo sarebbe da evitare perché è uno dei fattori scatenanti. Le consiglio comunque di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita saprà prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Roberto dice
Buongiorno. Mio figlio Filippo di quasi tre anni soffre di epistassi. Tipicamente dalla narice destra. Se ho interpretato correttamente potrebbe andare bene Arnica Montana 4CH (3 opercoli 2 volte al giorno?) e Arnica Montana in gel direttamente sulla mocosa – una volta che il fenomeno si è concluso. E’ corretto? Ha ulteriori consigli da darmi? La ringrazio anticipatamente. Roberto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Roberto, com’è noto, l’epistassi può essere abbastanza frequente in età pediatrica e può essere dovuta, una volta esclusa ogni condizione patologica cronica, a infezioni del naso e dei seni paranasali, a secchezza e screpolature delle mucose nasali, a rottura dei vasi sanguigni o a traumi. L’emissione di sangue si può presentare saltuariamente e può durare più o meno a lungo. Nei casi più banali si tamponerà semplicemente con cotone senza medicamenti per uso locale. Le altre misure sono abbastanza note, come ad es. premere le narici con il pollice e l’indice per alcuni minuti, non sdraiare il soggetto con la testa all’indietro, mettere un cubetto di ghiaccio alla radice del naso, fare un impacco freddo sul naso, ecc. In caso di emorragia occorrerà, ovviamente, recarsi senza indugio al pronto soccorso. I rimedi omeopatici utili a trattare un’epistassi sono diversi, ma tra i più adoperati troviamo Arnica montana, China, Millefolium, Phosphorus. Arnica si utilizza tipicamente quando il sangue dal naso viene causato da un trauma, un colpo o da un evento procurato; China se al sanguinamento è associata anche astenia; Millefolium nei sanguinamenti abituali, il più delle volte alternato con China; Phosphorus in caso di sanguinamento facile (non appena il naso viene toccato), frequente e spesso serale. Come primo approccio e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni (ad es. fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 granuli possono essere sufficienti), più volte al dì (ad es. 3-6 volte o anche più nella fase acuta), lontano dai pasti. Le epistassi croniche ricorrenti in genere richiedono un trattamento omeopatico costituzionale. La pomata all’Arnica dovrebbe essere omeopatica e non fitoterapica, che invece è controindicata, ma nei sanguinamenti è sempre meglio evitare. Altri rimedi che vengono impiegati, nell’ambito dei fitoterapici, allo scopo di fermare il sanguinamento ed esercitare un’attività vasocostrittrice ed emostatica, sono un tampone di cotone imbevuto nel succo di ortica o di piantaggine od anche nel succo fresco di limone. Le consiglio comunque di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al caso specifico del suo bambino. Cordiali saluti.
Micol dice
Dottoressa buongiorno, insegno fitness in palestra, ho problemi di cervicalgia, spalle ed infiammazioni al nervo sciatico.
La naturopata che mi segue, mi ha consigliato l’assunzione di Arnica 15 ch 3 granuli, 5 volte al giorno.
Non ha pero’ specificato per quanto tempo devo assumerla.
La ringrazio per la risposta
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Micol, in genere le cure omeopatiche possono continuare finché si registrano benefici, senza porsi dei limiti temporali particolarmente stringenti ed ovviamente si smettono alla guarigione o al raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile. Ciò a meno di casi specifici legati alla situazione individuale del paziente e quindi secondo prescrizione medica. Cordiali saluti.
Vincenza dice
Gentile dottoressa, in seguito ad una escursione in montagna mia figlia, tre giorni fa, ha assunto una dose unica di arnica 1MK : il dolore al ginocchio nel camminare,estendere e flettere la gamba è migliorato notevolmente, è rimasto un leggero risentimento. Vorrei sapere se è utile prendere contemporaneamente anche arnica 30ch, oppure qualche altro rimedio,oppure lasciar ” lavorare” solamente la dose unica, tenga presente che localmente sta applicando anche la pomata all’arnica. Grazie per la disponibilità. Vincenza
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Vincenza, una 1MK, come tutte le alte diluizioni, richiede di solito un’unica somministrazione (per questo motivo è preferibile adoperare la monodose, o tubo-dose, come è stato fatto), che si ripete solo se i sintomi si ripresentano in forma grave, mantenendo tuttavia una certa distanza tra le assunzioni. Quindi finché si continuano a registrare miglioramenti non dovrebbe occorrere altro, potendo bastare quanto già fatto e continuando ad adoperare la pomata all’Arnica che è un ottimo coadiuvante. Altri due rimedi omeopatici che eventualmente possono essere affiancati ad Arnica montana quando si proviene da episodi recenti sono Bryonia e Ledum palustre. La panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare è consultabile all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Marta dice
Buongiorno, a seguito di un intervento otorinolaringoiatrico 9 mesi fa e di una revisione per complicanze 2 mesi fa mi ritrovo ancora con un punto della mucosa paranasale (vicino allo sbocco del seno mascellare destro) con una flogosi granulomatosa che mi provoca parecchio dolore sia quando il medico mi visita dentro che normalmente. L’arnica potrebbe fare al caso mio per aiutare a sfiammare più velocemente? Se si in che dosi? Grazie mille. Marta
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marta, Arnica montana è il principale rimedio omeopatico di qualsiasi tipo di trauma, per cui è spesso utilizzato anche nel post-operatorio. È un ottimo rimedio ad azione generale antinfiammatoria, antidolorifica e cardiocircolatoria. Ovviamente gli effetti terapeutici saranno tanto migliori quanto più il paziente si riconosce nelle caratteristiche del rimedio, come rilevabili dal presente articolo. Per un’azione locale più specifica, i rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere quelli di cui all’articolo “Sinusite” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio adatto sarà quello che contiene la sintomatologia somigliante a quella del paziente. Come primo approccio, per un intervento prevalentemente sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere si ricorre alle basse o medio-basse diluizioni (ad es. quelle fino a 9CH), le quali solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì secondo necessità (ad es. fino a 2-3 volte), lontano dai pasti. Ciò a meno di casi specifici legati alla situazione individuale del paziente e quindi secondo prescrizione medica. Le consiglio pertanto di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.