DESCRIZIONE
L’Arnica montana è un’erba perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. E’ alta dai 20 ai 60 cm. Presenta rizoma bruno e fusto eretto, leggermente peloso, munito alla base di una rosetta di foglie ovali lanceolate, di un verde pallido, con nervature longitudinali sporgenti nella pagina inferiore. Alla sommità si trovano i fiori a capolino di un bel colore giallo-aranciato con i caratteristici petali spettinati e dal gradevole odore aromatico. I frutti sono acheni bruni, irsuti, sormontati da un ciuffo o pappo di peli bianchi o giallastri. Fiorisce in giugno – luglio. Vive esclusivamente nelle zone montane dell’Europa e dell’America, ove privilegia i terreni poveri e silicei. In Italia la si trova nei pascoli e nei prati elevati delle Alpi e degli Appennini. Sta diventando sempre più rara, soprattutto nelle regioni nordiche, a causa dell’aumento delle coltivazioni intensive. Oggi la pianta appartiene alla flora protetta.
L’Arnica è stata descritta per la prima volta nel XVI secolo dal medico e naturalista tedesco Theodorus Jacobus Von Bergzabern (1520–1590), il cui cognome venne latinizzato in Tabernamontanus, che diede alla pianta il nome attuale. E’ chiamata comunemente “starnutina” per la capacità che ha il suo odore di provocare starnuti. Dalle sue foglie si ricava il cosiddetto “tabacco di montagna”, usato dalle popolazioni montane per la pipa e come tabacco da fiuto. E’ velenosa se ingerita; a forti dosi può provocare tachicardia e paralisi. L’intera pianta contiene un glucoside dal principio amaro, l’arnicina, che ha azione simile alla canfora. I fiori ed i rizomi essiccati contengono due rispettivi oli essenziali. La pianta ha proprietà medicinali ed è adoperata come rimedio in fitoterapia ed in omeopatia. Si utilizzano i fiori che vengono raccolti durante il periodo della fioritura, scegliendo quelli appena aperti.
Il rimedio omeopatico Arnica montana si ottiene dalla Tintura Madre dei fiori della pianta omonima.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Poiché la pianta cresce sulle montagne, possiede un’affinità naturale con gli effetti delle cadute e dei traumi. Arnica montana è il rimedio traumatico per eccellenza e corrisponde agli effetti dovuti a traumi recenti e passati.
La chiave di lettura di questo rimedio omeopatico è lo sportivo, con tutti i problemi cui uno sportivo può andare incontro: disturbi muscolari, traumi, lividi, ematomi, disturbi cardiaci ed inoltre stati febbrili ed eruzioni cutanee, allorché sussiste una particolare condizione psichica. In tal caso il soggetto ha una sensazione di contusione muscolare (come se fosse stato percosso), di indolenzimento, di estrema stanchezza (come se avesse fatto uno sforzo fisico intenso e prolungato); tutto il corpo sembra rotto, a pezzi; il materasso su cui è disteso gli sembra troppo duro e si rigira continuamente alla ricerca di una posizione comoda; è depresso e misantropo, vuole essere lasciato solo, non vuole che gli si parli né che ci si avvicini poiché teme di essere toccato. Durante la notte ha insonnia ed agitazione, soprattutto dopo una fatica intensa.
Arnica montana è bisbetico, irritabile, triste, pieno di timore; solitamente è pessimista, indifferente, poco stabile nelle decisioni; è malinconico, scontroso, imbronciato, pletorico; ha carnagione colorita; è debilitato e flaccido.
Il soggetto Arnica montana ha prevalentemente una costituzione sulfurica e un temperamento sanguigno.
Nel soggetto Arnica montana i capillari tendono facilmente a rompersi ed a sanguinare nelle zone infiammate (se il soggetto tossisce, espettora muco contenente grumetti di sangue; se il suo apparato urinario è infiammato, emette urina con tracce di sangue; se lo stomaco è infiammato, il vomito contiene tracce di sangue; nelle donne sono possibili mestruazioni abbondanti).
Tutti i sintomi peggiorano con il contatto, al tatto, con una leggera pressione, con gli urti, con le scosse, con il movimento, con il freddo umido; migliorano in posizione supina con la testa bassa, con il riposo, con applicazioni calde.
Il rimedio migliora la circolazione del sangue, la respirazione, ha proprietà antidolorifiche ed antinfiammatorie. L’azione sull’apparato digerente è secondaria.
Qualsiasi rimedio per uso esterno a base di Arnica montana non deve essere utilizzato sulle lesioni della cute o sulle ferite.
In estrema sintesi al rimedio è possibile attribuire l’etichetta: Arnica montana è lo sportivo, corrisponde cioè al Discobolo di Mirone (nota scultura realizzata da Mirone nel 455 a.c., raffigurante un atleta che sta per scagliare un disco).
USO DEL RIMEDIO
Arnica montana si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) TRAUMI: è il rimedio principe in tutti i casi di trauma sia fisico che psichico, sia recente che passato. E’ usato per i traumi fisici, quali ecchimosi (ne facilita l’assorbimento); fratture (le cicatrizza), ove si può associare a Ruta e Symphytum; contusioni; distorsioni sia della caviglia che del ginocchio, ove spesso è seguito da Rhus tox che agisce sui legamenti facilitando la guarigione; lussazioni; stati di indebolimento dovuti ad un eccessivo sforzo fisico. E’ utilizzato inoltre in tutte le conseguenze di cadute, di incidenti, di strappi muscolari, dopo un intervento chirurgico, dopo un’estrazione dentale, dopo il parto. Per quanto riguarda i traumi psichici il rimedio è usato per curare gli effetti di paure improvvise, eccessi di collera, stati di shock, dispiaceri, lutti, emozioni molto intense, spaventi. E’ utile l’associazione con Calendula officinalis per il trauma fisico e con Hypericum per il trauma psichico .
2) APP. CARDIOVASCOLARE: nei casi di eretismo cardiaco, di “cuore dell’atleta”; nei disturbi cardiaci con sensazione di costrizione, come in Cactus cui il rimedio è spesso associato, e di contusione nella regione toracica in corrispondenza del cuore; nell’ipertensione con congestione alla testa; nelle cefalee battenti; nelle vertigini con mani e piedi freddi, che si avvertono camminando. E’ utile l’associazione con Aurum, Avena sativa, Camphora, Crataegus, Ignatia, Valeriana.
Nei casi di varici, gambe pesanti, stasi venosa, fragilità capillarein genere con rossore vascolare e tendenza alle ecchimosi, epistassi ed emorragie con sensibilità alla palpazione, emorroidi. E’ utile l’associazione con Aesculus hippocastanum, Hamamelis, Paeonia, Ratanhia.
3) TESSUTO CUTANEO E SOTTOCUTANEO: nelle ecchimosi, foruncoli, acne, con eruzioni simmetriche.
4) REUMATISMO: nei casi di reumatismo sia acuto che cronico con gonfiore alle articolazioni e paura di essere toccati.
5) APP. URO-GENITALE: nelle infiammazioni della regione pelvica, urine con sangue, ipermenorrea con sangue di colore rosso intenso, emorragie post-partum ed in quelle dovute all’introduzione della spirale anticoncezionale. In alcuni casi si rivela utile l’associazione con Sepia, Aesculus hippocastanum, Paeonia, Sanguinaria.
6) OCCHI: nelle ecchimosi della congiuntiva e delle palpebre in seguito a traumi. L’associazione utile è con Symphytum.
7) STATI INFETTIVI E FEBBRILI: nella scarlattina, nell’erisipela ed in altre malattie, in particolare nella polmonite, nella febbre malarica, nella febbre tifoide. In alcuni casi di crisi malariche il rimedio si è dimostrato più efficace del chinino. E’ usato anche in molti casi di febbri adinamiche. Durante la febbre il soggetto ha viso arrossato e caldo, mentre il naso ed il resto del corpo sono freddi. Nei casi di febbre dovuti ad influenza è spesso associato a Aconitum, Apis, Bryonia, Eupatorium, perforatum, Ferrum phosphoricum, Mercurius.
8) APP. DIGERENTE: nei casi di nausea e vomito con sangue, con flatulenza maleodorante di odore solforoso. Alitosi dall’odore di uova marce. Sensazione di stomaco tirato da una corda che lo spinge verso la colonna vertebrale. Mancanza di appetito, disgusto per carne e latte, grande sete. Il rimedio è usato anche nei disturbi dovuti a mal d’auto e mal di mare, in associazione con Cocculus, Ignatia, Nux vomica, Petroleum, Tabacum.
9) APP. RESPIRATORIO: afonia dei cantanti, tosse influenzale o dovuta ad altra malattia dell’apparato respiratorio, tosse traumatica, tosse stizzosa e spasmodica con emottisi (emissione orale di sangue). E’ utile l’associazione con Belladonna, Cina, Coccus cacti, Cuprum, Drosera, Eupatorium, Ferrum, Gelsemium, Ipeca, Mercurius solubtilis, Rhus tox, Solidago.
DOSI
□ Nei casi 1), se i disturbi sono dovuti ad un trauma recente sono usate la basse diluizioni quale ad es. la diluizione 4CH alla dose di 4 granuli 3 volte al dì. La stessa diluizione in genere si adopera anche nelle associazioni. La cura si completa con l’uso della pomata per le applicazioni locali.
Se i disturbi sono dovuti ad un trauma remoto è preferibile una diluizione più alta quale ad es. la 15CH o la 30CH alla dose di 15 gocce al dì.
Se si tratta di un trauma psicologico si adopera la diluizione 15CH in un’unica dose di 5 granuli, che si ripete dopo 10 – 15 giorni.
Per gli interventi chirurgici si assume una dose di 3 granuli, diluizione 30CH, poche ore prima dell’intervento. Invece in convalescenza o nel post-partum o dopo un’estrazione dentale si usa la diluizione 4CH, 3 granuli ogni 2 – 3 ore.
□ Nei casi 2), 3) e 4), diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 – 15 gocce, 3 – 4 volte al dì. Si completa con la pomata per uso esterno.
□ Nel casi 5), 6) e 7), diluizione 3CH, 2 – 3 granuli o 5 – 10 gocce, 3 – 6 volte al dì.
□ Nel casi 8), se trattasi di mal d’auto o mal di mare di adulti, diluizione 3CH, 10 gocce ogni ora; se di bambini, stessa diluizione, 5 gocce ogni ora. Il trattamento è preferibile che inizi con una dose prima del viaggio. Nelle altre situazioni, diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì.
□ Nel casi 9), diluizione 4CH, 2 – 3 granuli o 5 gocce ogni 2 – 3 ore.
(*) V. Note esplicative
Chiara dice
Buongiorno,mi si è improvvisamente aperta un’ ulcera(‘piccolissima) su ginocchio operato 9 anni fa ai legamenti e su cui erano state applicate cambre…Non vi ho dato peso ma alla fine é risultato essere causata da batterio ( serratia marcescens). Non so come possa averlo preso e comunque ho una salute di ferro e mai avuto episodio febbrili o altre infiammazioni. Mi hanno operato 15 giorni fa e mi han tolto la cambra che secondo i medici ha ” attirato ” il batterio che comunque avevo già in corpo,oltre alle altre cambre non ” infette” .Sto prendendo antibiotico( non prendo nessuna medicina da secoli!!) ma la ferita( bruttissima con dei punti di sutura molto evidenti) fa fatica a rimarginarsi. Le chiedo un consiglio per diversi aspetti:come contribuire ad abbattere batterio, come contrastare effetti collaterali antibiotici, come migliorare aspetto ferita ( anche relativamente a futura cicatrice
Grazie!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Chiara, relativamente all’Omeopatia, i rimedi che vengono più spesso utilizzati per trattare una ferita, accelerarne la cicatrizzazione e quindi la guarigione, evitando il rischio di una possibile complicanza, sono Arnica montana, Hypericum e Ledum palustre. Arnica montana si adopera prevalentemente in caso di ferita con ecchimosi, Hypericum in caso di ferita in area riccamente innervata, Ledum palustre in caso di ferita con gonfiore e spiccato arrossamento nella zona colpita. Per disintossicare l’organismo e limitare gli effetti iatrogeni dovuti all’uso o abuso di farmaci e sostanze vengono utilizzati rimedi omeopatici come Nux vomica o Sulphur. Relativamente alla Fitoterapia, possono risultare utili le applicazioni locali con una crema alla Calendula o con la tintura della stessa pianta, diluita in acqua sterilizzata previa bollitura, per un’azione lenitiva, calmante, antisettica, antinfiammatoria, cicatrizzante, ecc. Sempre a titolo informativo, sono diverse le piante che sviluppano al loro interno vari principi attivi che conferiscono alle stesse la capacità di risultare dei veri e propri “antibiotici naturali”, o più in generale degli antisettici e antimicrobici, oltre a mantenere un’azione antinfiammatoria. Tra le più note e utilizzate si citano Echinacea, Idraste, Achillea, Calendula, Timo, Aloe vera, Aglio, Propoli, chiodi di Garofano, semi di Pompelmo, disponibili in vari formati erboristici. Ovviamente si tratta di preparati da assumere sempre su parere medico. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, che possa essere di supporto e che possa rafforzare le difese del sistema immunitario, come, ad esempio, limitare l’assunzione degli zuccheri semplici e dei grassi saturi, privilegiare i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B5, B12, C, E), di beta-carotene, di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). Se lei intende avvalersi dell’Omeopatia e del Naturale, le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Flora dice
Buona sera dottore.sa
Ho 48 anni e da 14 sono in cura per l’artrite reumatoide. Assumo cortisone ed arava calcio e molte volte per diminuire i dolori prendo antidolorifici.
Sono comunque molto attiva e non mi abbatto facilmente anche se a volte sono limitata soprattutto nell’attività fisica.
Chiedevo se potevo assumere arnica in globuli e con che dosaggio
Ringrazio.
Flora
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Flora, in Omeopatia tutte le entità terapeutiche (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) sono molto personali, non sempre generalizzabili, in quanto legate a quelle peculiarità che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Se lei si riconosce nelle caratteristiche e nella sintomatologia di Arnica montana, ampiamente rilevabili dal presente articolo, allora il rimedio può considerarsi adatto. Per una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono utilizzati nei disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare, consulti l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Come primo approccio, per un intervento sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni (ad es. quelle fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì (spesso da 3 a 6), lontano dai pasti. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita, al quale sarà opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.
Maria dice
Buona sera,
ho kia figlia di tre anni che ogni tanto manifesta di mal di gambe, più che altro le ginicchia,le giunture, penso sia la crescita. L’arnica montana potrebbe andare bene? quanti globuli al giorno?
Per una grossa operazione ai denti ( ricostruzione osso ) l’arnica montana andrebbe anche bene,quanti ch e globuli al giorno? anche prima dell’operazione ? grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, com’è rilevabile dal presente articolo, Arnica montana è il rimedio omeopatico per tutti i tipi di traumi, sia fisici che psichici (sforzi eccessivi, strappi, caduta, lesioni, trauma contusivo-distorsivo, interventi chirurgici, shock, spaventi, preoccupazioni eccessive legate all’evento traumatico, arrabbiature, ecc.). Quindi per l’intervento ai denti potrebbe essere adatto. In tal caso per un’azione sintomatica e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse o le medio-basse diluizioni (quelle ad es. fino a 9CH) che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì secondo necessità (ad es. fino a 2-3 volte), lontano dai pasti. Un protocollo terapeutico che viene adottato, inevitabilmente generico ed impersonale, mentre l’Omeopatia richiede che esso sia dettato dal caso personale, è di utilizzare il rimedio qualche giorno prima dell’intervento e per qualche settimana dallo stesso. Per quanto riguarda i dolori della crescita, che com’è noto tendono a risolversi spontaneamente con il passare del tempo, i rimedi omeopatici più specifici sono altri, a cominciare da Calcarea phosphorica, che è tra i più utilizzati, oppure Calcarea carbonica o Cuprum metallicum. Calcarea phosphorica si adopera prevalentemente se le modalità generali sono di aggravamento con i cambiamenti meteorologici e di miglioramento con il clima caldo e secco o con il distendersi; Calcarea carbonica in caso di aggravamento con il clima freddo e umido e con l’esercizio fisico e di miglioramento con il clima secco e con il massaggio; Cuprum metallicum di aggravamento con il movimento e di miglioramento con lo stendersi. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio adatto sarà quello che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Però sull’opportunità d’uso di un rimedio, sulla diluizione e sulla posologia conseguente, come accennato, sarebbe opportuno che si esprimesse un medico omeopata, data anche la tenera età della bimba. Cordiali saluti.
Fabrizio dice
Buongiorno dottoressa,
tempo fa il medico mi aveva prescritto delle gocce di arnica montana da 200k in gocce, come rimedio per la lombosciatalgia. Allo stato attuale la situazione è ancora la stessa , col tempo mi hanno diagnosticato una riduzione dello spazio discale L5-S1 il che comporta un continuo fastidio sul lato sx. Purtroppo con il lavoro che faccio non è possibile fermarmi. Siccome il problema persiste, vorrei ricominciare il ciclo ma non ricordo più il dosaggio ,il medico che me le aveva prescritte non c’è più, potrebbe darmi un aiuto? Non voglio continuare con cicli di punture al cortisone… Tenga presente se Le può servire, che ho 46 anni sono alto 1,70 e peso 70 kg.
Grazie
cordiali saluti Fabrizio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabrizio, Arnica montana è un importantissimo rimedio omeopatico ed è solo uno dei tanti utili a trattare una lombosciatalgia, in particolare se dovuta ad un evento traumatico (sforzo eccessivo, strappi, caduta, lesioni, trauma contusivo-distorsivo, danneggiamento traumatico del nervo sciatico, ecc.). Occorre tenere presente che un rimedio omeopatico per essere curativo deve assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, ossia deve possedere un quadro patogenetico (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio è in grado di curare) che combaci con il quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Bisognerà quindi considerare la tipologia dei dolori, le causalità, le modalità di manifestazione, la loro localizzazione precisa, i sintomi concomitanti, le circostanze di aggravamento o di miglioramento, le sensazioni, i riflessi psicologici, ecc. Arnica è un rimedio omeopatico che si utilizza prevalentemente in caso di traumi, come già detto, dove il paziente desidera essere lasciato in pace ed insiste nel dire che va tutto bene, dove le modalità generali sono di aggravamento con il tocco, con gli sforzi eccessivi, con il freddo umido e di miglioramento stando distesi con la testa in basso. Per una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso adoperati nei disturbi dolorosi dell’apparato muscolo-scheletrico, tra cui Arnica montana, la invito a consultare l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. La 200K è una diluizione alta che ha un’azione terapeutica profonda e sistemica e che è consigliabile utilizzare quando esiste un buon grado di somiglianza rimedio-paziente. Come tutte le diluizioni alte, di solito richiede una sola somministrazione (per questo è preferibile la monodose in globuli) ed eventualmente si ripete solo se i sintomi si ripresentano in forma grave, mantenendo tuttavia una certa distanza tra le assunzioni. Ciò a meno di casi specifici legati alla situazione individuale del paziente e quindi secondo prescrizione medica. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita saprà prescrivere la terapia giusta per lei. Cordiali saluti.
Maddalena dice
Salve, ho partorito 10 giorni fa e mi è stata consigliata arnica CH per l’ematoma alla zona pelvica ancora dolorante, ma non ho annotato il dosaggio. Ho in casa arnica 6CH come devo utilizzarla? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maddalena, com’è noto, in Omeopatia tutte le entità terapeutiche (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) sono molto personali, non sempre generalizzabili, in quanto legate a quelle peculiarità che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Come primo approccio, per un intervento sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni, qual è una 6CH, che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì (spesso da 3 a 6), lontano dai pasti. Cordiali saluti.
Emanuele dice
Salve, ho avuto 3 mesi fà la rottura della tibia (plesso tibiale dx).
A distanza di 3 mesi continuo ad avere un certo gonfiore al polpaccio ed al ginocchio. Inoltre il camminare mi provoca ancora un certo dolore, creandomi problemi nella riabilitazione.
Mi hanno parlato di cristalli di arnica, ma non ci ho capito molto su dosaggi e posologia. Non vorrei continuare a imbottirmi fi farmaci che a lungo andare mi provocano disturbi allo stomaco. Secondo lei è indicata l’assunzione di questi cristalli per il mio problema. Solo cristalli (mai visti prima, se gentilmente mi può indicare il modo d’uso e le dosi), o devo aggiungere qualche altro prodotto per il problema del gonfiore e della ritenzione di liquidi nel ginocchio.
Grazie per la sua attenzione.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Emanuele, non si tratta di cristalli bensì di granuli, che sono piccole sfere di saccarosio e lattosio impregnate con il rimedio omeopatico alla diluizione prevista (numero seguito da D o CH). Vanno assunti per via sublinguale, lasciandoli cioè sciogliere lentamente sotto la lingua, nel numero di volte giornaliero necessario, lontano dai pasti, secondo prescrizione medica. È utile però precisare che l’Omeopatia non è la medicina per la cura di una patologia o un disturbo in generale, ma è la medicina per la cura di una persona che ha un determinato quadro clinico, sia fisico che psichico. È perciò una medicina molto personale, non sempre generalizzabile, per la quale non esistono cure standardizzate o protocolli terapeutici universalmente validi, ma il tutto è strettamente individuale. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Premesso ciò, indubbiamente Arnica montana è il principale rimedio omeopatico per trattare tutti i tipi di traumi e quindi anche le fratture e sintomi concomitanti. Quando, anche dopo molto tempo, le fratture non sono ancora completamente guarite, un rimedio omeopatico da poter prendere in considerazione è Calcarea phosphorica. Come primo approccio, per un intervento sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni (ad esempio quelle fino a 7CH), che solitamente si utilizzano più volte al dì, in ragione di pochi granuli pro-dose (3 sono sufficienti). Anche le applicazioni locali di pomate erboristiche a base di Arnica o Artiglio del diavolo possono fornire un valido contributo, grazie all’azione antinfiammatoria e analgesica. Le consiglio comunque di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Gloria dice
Gentile dottoressa,
Sono una donna ormai al 9 mese di gravidanza che soffre di emorroidi interne, che provocano solo fastidio, in quanto non sanguinanti e senza prurito. Il problema mi è sorto con il parto della precedente gravidanza e ora mi è ricomparso, probabilmente solo a causa del peso della pancia…mi potrebbe indicare una cura a cui poter affidarmi per risolverle e non arrivare al parto aggravando la situazione? Grazie per la disponibilità. Gloria
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Gloria, i rimedi omeopatici utili a trattare le emorroidi sono numerosi, diversi per patogenesi, tra i quali occorrerà individuare quello che più di altri assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Tra i rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati in caso di emorroidi troviamo Aesculus hippocastanum, Muriaticum acidum, Hamamelis virginiana, Pulsatilla, Aloe socotrina, Lachesis, Ratanhia ed altri. Ad esempio, a titolo esclusivamente informativo, tra questi nella fattispecie potrebbero essere presi in considerazione: Aesculus hippocastanum, ove le emorroidi sanguinano raramente o non sanguinano affatto, sono brucianti e poco dolorose, danno una sensazione di pienezza rettale ed i disturbi migliorano con le applicazioni fredde; Muriaticum acidum, al contrario i disturbi migliorano con le applicazioni calde; Ratanhia, se il dolore si presenta soprattutto dopo l’evacuazione. Sempre a titolo informativo, sappia che in diversi casi viene adoperato, in associazione alla cura omeopatica o in esclusiva, qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra l’Omeopatia e la Fitoterapia classica), in gocce, come ad es. Aesculus hippocastanum M.G. D1 che è particolarmente indicato per le emorroidi e per le varici, in quanto migliora la circolazione venosa periferica e combatte la fragilità capillare, oppure Sorbus domestica M.G. D1 che è indicato nelle turbe della circolazione venosa in generale e nelle emorroidi o varici in particolare. Per quanto riguarda la Fitoterapia classica, dia un’occhiata all’articolo “Emorroidi e vene varicose ko” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove i preparati, come del resto tutti i fitoterapici, soprattutto in uso interno, è opportuno che siano utilizzati dietro approvazione medica. In moltissimi casi per la decongestione e la cura delle emorroidi si dimostrano particolarmente efficaci le applicazioni locali di una pomata fitoterapica a base del mix di piante come Hamamelis virginiana, Aesculus hippocastanum, Paeonia, Ratanhia. Le consiglio però di non fare da sola, anche per il suo stato di gravidanza, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico, spettando a lui la decisione se ricorrere all’Omeopatia e/o alla Gemmoterapia o alla Fitoterapia. Cordiali saluti.
Adriana dice
Gentile dottoressa sto facendo la chemioterapia e sono già due volte che ho grossi problemi con le vene che sono diventate fragili e difficili da trovare.anche oggi mi hanno bucato 4volte prima di trovare la vena giusta!!!!!!mi hanno consigliato di fare massaggi con un gel a base di arnica vorrei sapere se ci sono cure omeopatiche specifiche per migliorare la situazione delle mie vene troppo stressate da medicine e perforazioni.la ringrazio anticipatamente. Adriana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Adriana, il gel a base di Arnica è adatto per i traumi fisici, per le lesioni di qualsiasi tipo a carico dell’apparato di sostegno e locomotore (storte, contusioni, distorsioni, lussazioni, ematomi, fratture ossee, ecc.) e quindi per aiutare a riparare i danni già avvenuti. Per la prevenzione si dimostrano valide creme o pomate a base di Amamelide, Ippocastano, Centella asiatica, Vite rossa, Rusco, Calendula, Mirtillo nero, ecc. Per quanto riguarda l’Omeopatia, tra i rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati per combattere la fragilità venosa e capillare troviamo Aesculus hippocastanum, Aloe socotrina, Calcarea fluorica, Fluoricum acidum, Hamamelis virginiana, Lachesis, Muriaticum acidum, Pulsatilla, Ratanhia, Sepia, ecc. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che più di altri assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Sempre a titolo informativo, sappia che in diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come Aesculus hippocastanum M.G. D1 che è un flebotonico con spiccato tropismo per i vasi venosi e/o Sorbus domestica M.G. D1 che è un regolatore della circolazione venosa ed è un tonico delle pareti venose e capillari. Le consiglio comunque di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Erika dice
Gentile Dottoressa,
scrivo a nome di mia madre (46 anni) che da tempo soffre di dolori cervicali frequenti. Ha fatto una cura con antiinfiammatori, ma l’effetto rebound è stato devastante. Ha usato anche cerotti termici ma non sempre trova benefici. In seguito ad alcuni esami è emerso che a livello cervicale, la cartilagine è minima o del tutto assente ed è questa la causa del suo dolore ormai quotidiano. L’unica soluzione è l’operazione ma non è del tutto consigliata. Le ho consigliato di iniziare una cura con l’arnica montana e leggendo questo articolo ho visto che consigliate le compresse 4CH da prendere 3-4 volte al giorno. Cosa mi potrebbe consigliare Lei come terapia da accostare all’arnica?
Ha anche fatto una cura con l’artiglio del diavolo, ma ha riscontrato dolori a livello dell’alluce valgo (presente su entrambi i piedi). Da tenere presente che soffre anche di vene varicose.
Ho pensato anche ad una terapia con valeriana per limitare lo stress lavorativo ed avere un effetto denervante, ma non so se sia una buona idea.
Grazie per la risposta e disponibilità.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Erika, non si tratta di compresse bensì di granuli, che sono piccole sfere di saccarosio e lattosio impregnate con il rimedio omeopatico alla diluizione prevista (numero seguito da CH). Vanno assunti per via sublinguale, lasciandoli cioè sciogliere lentamente sotto la lingua (3 granuli sono sufficienti), nel numero di volte giornaliero necessario, lontano dai pasti, secondo prescrizione medica. Tenga però presente che i valori dei parametri terapeutici (diluizioni e posologie in particolare) riportati in questo articolo, come in altre parti del sito, non sono consigliati, perché non lo potrebbero essere dal momento che sono inevitabilmente generici, non personalizzati, sono quelli maggiormente citati in letteratura per le situazioni impersonali e quindi hanno solo un carattere conoscitivo, mentre essi, così come richiede la buona pratica omeopatica, devono essere a misura del singolo caso. Come primo approccio, per un intervento sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni (ad esempio quelle fino a 7CH), che solitamente si assumono più volte al dì. Per una panoramica dei principali rimedi omeopatici, oltre a gemmoterapici e organoterapici, che vengono più spesso utilizzati nei disturbi dolorosi dell’apparato osteo-articolare, tra cui lo stesso Arnica montana, consulti l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ad esempio, in caso di cervicalgia i rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere Arnica montana, Belladonna, Bryonia, Chamomilla, Ferrum phosphoricum, Hypericum, Rhus toxicodendron, Ruta graveolens. Nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che contiene la sintomatologia più somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Bisognerà quindi prestare attenzione alla tipologia dei dolori, alle loro modalità di manifestazione, alla loro localizzazione precisa, ai sintomi concomitanti, alle circostanze di aggravamento o di miglioramento, alle sensazioni, alle percezioni, ai riflessi psicologici, ecc. A titolo sempre informativo, come riportato nel citato articolo, in diversi casi vengono utilizzati, meglio se in associazione alla cura omeopatica ma anche in esclusiva, dei gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come ad es. la triade Pinus montana M.G. D1, Ribes nigrum M.G. D1 e Vitis vinifera M.G. D1. Relativamente alla Fitoterapia classica, sono diversi i preparati che potrebbero fornire il loro contributo, come ad es. quelli di cui all’articolo “Sollievo per lombalgie e coliche” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, che sono utili anche per una cervicalgia. Il consiglio comunque è di non fare da sole ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al caso specifico di sua madre, spettando a lui la decisione se avvalersi dell’Omeopatia e/o della Gemmoterapia o della Fitoterapia. Cordiali saluti.
Giampaolo dice
Gentile dottoressa,
Soffro di disturbi muscolari in particolare agli arti inferiori e, da mesi, di tendinite al tendine d’Achille destro (confermata da risonanza magnetica, curata con infiltrazioni e e cortisone senza risultati apprezzabili). Rigidità muscolare, tensioni con ansia ( causata dal persistere dei dolori) ed anche preoccupazione per questi disturbi con momenti di paura e alternanza di nervosismo e pessimismo. In passato ho subito intervento di ernia discale L5/S1. Prendo pastiglia per ipertensione. In passato per simili disturbi mi fu prescritto Arsenicum album LM30 gocce ed Arnica D4 gocce. Questi rimedi possono essere efficaci anche ora? Grazie per la risposta. Giampaolo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giampaolo, se il suo quadro clinico è rimasto invariato rispetto all’epoca della prescrizione di Arsenicum album e Arnica montana, allora i due rimedi omeopatici possono considerarsi ancora adatti. Per una panoramica dei principali rimedi omeopatici, oltre a gemmoterapici e organoterapici, che vengono più spesso utilizzati nelle sindromi dolorose dell’apparato osteoarticolare, tra cui anche Arsenicum album e Arnica montana, consulti l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che contiene la sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, a titolo esclusivamente informativo, un rimedio omeopatico come Phytolacca decandra potrebbe essere di aiuto, sia perché ha la stessa localizzazione del dolore e sia perché, in linea più generale, è un ottimo rimedio dei dolori che colpiscono qualsiasi articolazione. Lo stesso Arnica montana rimane un ottimo rimedio per tutti i tipi di traumi, sia fisici che psichici. Quando sono interessati tendini e legamenti frequentemente vengono presi in considerazione rimedi omeopatici come Rhus toxicodendron o Ruta graveolens. Relativamente ai fitoterapici possono essere valide le applicazioni locali di una pomata a base di Arnica o di Artiglio del diavolo, per una pronta azione antinfiammatoria e analgesica. Le consiglio comunque di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata, o riprendendo i contatti con quello precedente o cercandone un altro, per la prescrizione della terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.