DESCRIZIONE
L’Arnica montana è un’erba perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. E’ alta dai 20 ai 60 cm. Presenta rizoma bruno e fusto eretto, leggermente peloso, munito alla base di una rosetta di foglie ovali lanceolate, di un verde pallido, con nervature longitudinali sporgenti nella pagina inferiore. Alla sommità si trovano i fiori a capolino di un bel colore giallo-aranciato con i caratteristici petali spettinati e dal gradevole odore aromatico. I frutti sono acheni bruni, irsuti, sormontati da un ciuffo o pappo di peli bianchi o giallastri. Fiorisce in giugno – luglio. Vive esclusivamente nelle zone montane dell’Europa e dell’America, ove privilegia i terreni poveri e silicei. In Italia la si trova nei pascoli e nei prati elevati delle Alpi e degli Appennini. Sta diventando sempre più rara, soprattutto nelle regioni nordiche, a causa dell’aumento delle coltivazioni intensive. Oggi la pianta appartiene alla flora protetta.
L’Arnica è stata descritta per la prima volta nel XVI secolo dal medico e naturalista tedesco Theodorus Jacobus Von Bergzabern (1520–1590), il cui cognome venne latinizzato in Tabernamontanus, che diede alla pianta il nome attuale. E’ chiamata comunemente “starnutina” per la capacità che ha il suo odore di provocare starnuti. Dalle sue foglie si ricava il cosiddetto “tabacco di montagna”, usato dalle popolazioni montane per la pipa e come tabacco da fiuto. E’ velenosa se ingerita; a forti dosi può provocare tachicardia e paralisi. L’intera pianta contiene un glucoside dal principio amaro, l’arnicina, che ha azione simile alla canfora. I fiori ed i rizomi essiccati contengono due rispettivi oli essenziali. La pianta ha proprietà medicinali ed è adoperata come rimedio in fitoterapia ed in omeopatia. Si utilizzano i fiori che vengono raccolti durante il periodo della fioritura, scegliendo quelli appena aperti.
Il rimedio omeopatico Arnica montana si ottiene dalla Tintura Madre dei fiori della pianta omonima.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Poiché la pianta cresce sulle montagne, possiede un’affinità naturale con gli effetti delle cadute e dei traumi. Arnica montana è il rimedio traumatico per eccellenza e corrisponde agli effetti dovuti a traumi recenti e passati.
La chiave di lettura di questo rimedio omeopatico è lo sportivo, con tutti i problemi cui uno sportivo può andare incontro: disturbi muscolari, traumi, lividi, ematomi, disturbi cardiaci ed inoltre stati febbrili ed eruzioni cutanee, allorché sussiste una particolare condizione psichica. In tal caso il soggetto ha una sensazione di contusione muscolare (come se fosse stato percosso), di indolenzimento, di estrema stanchezza (come se avesse fatto uno sforzo fisico intenso e prolungato); tutto il corpo sembra rotto, a pezzi; il materasso su cui è disteso gli sembra troppo duro e si rigira continuamente alla ricerca di una posizione comoda; è depresso e misantropo, vuole essere lasciato solo, non vuole che gli si parli né che ci si avvicini poiché teme di essere toccato. Durante la notte ha insonnia ed agitazione, soprattutto dopo una fatica intensa.
Arnica montana è bisbetico, irritabile, triste, pieno di timore; solitamente è pessimista, indifferente, poco stabile nelle decisioni; è malinconico, scontroso, imbronciato, pletorico; ha carnagione colorita; è debilitato e flaccido.
Il soggetto Arnica montana ha prevalentemente una costituzione sulfurica e un temperamento sanguigno.
Nel soggetto Arnica montana i capillari tendono facilmente a rompersi ed a sanguinare nelle zone infiammate (se il soggetto tossisce, espettora muco contenente grumetti di sangue; se il suo apparato urinario è infiammato, emette urina con tracce di sangue; se lo stomaco è infiammato, il vomito contiene tracce di sangue; nelle donne sono possibili mestruazioni abbondanti).
Tutti i sintomi peggiorano con il contatto, al tatto, con una leggera pressione, con gli urti, con le scosse, con il movimento, con il freddo umido; migliorano in posizione supina con la testa bassa, con il riposo, con applicazioni calde.
Il rimedio migliora la circolazione del sangue, la respirazione, ha proprietà antidolorifiche ed antinfiammatorie. L’azione sull’apparato digerente è secondaria.
Qualsiasi rimedio per uso esterno a base di Arnica montana non deve essere utilizzato sulle lesioni della cute o sulle ferite.
In estrema sintesi al rimedio è possibile attribuire l’etichetta: Arnica montana è lo sportivo, corrisponde cioè al Discobolo di Mirone (nota scultura realizzata da Mirone nel 455 a.c., raffigurante un atleta che sta per scagliare un disco).
USO DEL RIMEDIO
Arnica montana si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) TRAUMI: è il rimedio principe in tutti i casi di trauma sia fisico che psichico, sia recente che passato. E’ usato per i traumi fisici, quali ecchimosi (ne facilita l’assorbimento); fratture (le cicatrizza), ove si può associare a Ruta e Symphytum; contusioni; distorsioni sia della caviglia che del ginocchio, ove spesso è seguito da Rhus tox che agisce sui legamenti facilitando la guarigione; lussazioni; stati di indebolimento dovuti ad un eccessivo sforzo fisico. E’ utilizzato inoltre in tutte le conseguenze di cadute, di incidenti, di strappi muscolari, dopo un intervento chirurgico, dopo un’estrazione dentale, dopo il parto. Per quanto riguarda i traumi psichici il rimedio è usato per curare gli effetti di paure improvvise, eccessi di collera, stati di shock, dispiaceri, lutti, emozioni molto intense, spaventi. E’ utile l’associazione con Calendula officinalis per il trauma fisico e con Hypericum per il trauma psichico .
2) APP. CARDIOVASCOLARE: nei casi di eretismo cardiaco, di “cuore dell’atleta”; nei disturbi cardiaci con sensazione di costrizione, come in Cactus cui il rimedio è spesso associato, e di contusione nella regione toracica in corrispondenza del cuore; nell’ipertensione con congestione alla testa; nelle cefalee battenti; nelle vertigini con mani e piedi freddi, che si avvertono camminando. E’ utile l’associazione con Aurum, Avena sativa, Camphora, Crataegus, Ignatia, Valeriana.
Nei casi di varici, gambe pesanti, stasi venosa, fragilità capillarein genere con rossore vascolare e tendenza alle ecchimosi, epistassi ed emorragie con sensibilità alla palpazione, emorroidi. E’ utile l’associazione con Aesculus hippocastanum, Hamamelis, Paeonia, Ratanhia.
3) TESSUTO CUTANEO E SOTTOCUTANEO: nelle ecchimosi, foruncoli, acne, con eruzioni simmetriche.
4) REUMATISMO: nei casi di reumatismo sia acuto che cronico con gonfiore alle articolazioni e paura di essere toccati.
5) APP. URO-GENITALE: nelle infiammazioni della regione pelvica, urine con sangue, ipermenorrea con sangue di colore rosso intenso, emorragie post-partum ed in quelle dovute all’introduzione della spirale anticoncezionale. In alcuni casi si rivela utile l’associazione con Sepia, Aesculus hippocastanum, Paeonia, Sanguinaria.
6) OCCHI: nelle ecchimosi della congiuntiva e delle palpebre in seguito a traumi. L’associazione utile è con Symphytum.
7) STATI INFETTIVI E FEBBRILI: nella scarlattina, nell’erisipela ed in altre malattie, in particolare nella polmonite, nella febbre malarica, nella febbre tifoide. In alcuni casi di crisi malariche il rimedio si è dimostrato più efficace del chinino. E’ usato anche in molti casi di febbri adinamiche. Durante la febbre il soggetto ha viso arrossato e caldo, mentre il naso ed il resto del corpo sono freddi. Nei casi di febbre dovuti ad influenza è spesso associato a Aconitum, Apis, Bryonia, Eupatorium, perforatum, Ferrum phosphoricum, Mercurius.
8) APP. DIGERENTE: nei casi di nausea e vomito con sangue, con flatulenza maleodorante di odore solforoso. Alitosi dall’odore di uova marce. Sensazione di stomaco tirato da una corda che lo spinge verso la colonna vertebrale. Mancanza di appetito, disgusto per carne e latte, grande sete. Il rimedio è usato anche nei disturbi dovuti a mal d’auto e mal di mare, in associazione con Cocculus, Ignatia, Nux vomica, Petroleum, Tabacum.
9) APP. RESPIRATORIO: afonia dei cantanti, tosse influenzale o dovuta ad altra malattia dell’apparato respiratorio, tosse traumatica, tosse stizzosa e spasmodica con emottisi (emissione orale di sangue). E’ utile l’associazione con Belladonna, Cina, Coccus cacti, Cuprum, Drosera, Eupatorium, Ferrum, Gelsemium, Ipeca, Mercurius solubtilis, Rhus tox, Solidago.
DOSI
□ Nei casi 1), se i disturbi sono dovuti ad un trauma recente sono usate la basse diluizioni quale ad es. la diluizione 4CH alla dose di 4 granuli 3 volte al dì. La stessa diluizione in genere si adopera anche nelle associazioni. La cura si completa con l’uso della pomata per le applicazioni locali.
Se i disturbi sono dovuti ad un trauma remoto è preferibile una diluizione più alta quale ad es. la 15CH o la 30CH alla dose di 15 gocce al dì.
Se si tratta di un trauma psicologico si adopera la diluizione 15CH in un’unica dose di 5 granuli, che si ripete dopo 10 – 15 giorni.
Per gli interventi chirurgici si assume una dose di 3 granuli, diluizione 30CH, poche ore prima dell’intervento. Invece in convalescenza o nel post-partum o dopo un’estrazione dentale si usa la diluizione 4CH, 3 granuli ogni 2 – 3 ore.
□ Nei casi 2), 3) e 4), diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 – 15 gocce, 3 – 4 volte al dì. Si completa con la pomata per uso esterno.
□ Nel casi 5), 6) e 7), diluizione 3CH, 2 – 3 granuli o 5 – 10 gocce, 3 – 6 volte al dì.
□ Nel casi 8), se trattasi di mal d’auto o mal di mare di adulti, diluizione 3CH, 10 gocce ogni ora; se di bambini, stessa diluizione, 5 gocce ogni ora. Il trattamento è preferibile che inizi con una dose prima del viaggio. Nelle altre situazioni, diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì.
□ Nel casi 9), diluizione 4CH, 2 – 3 granuli o 5 gocce ogni 2 – 3 ore.
(*) V. Note esplicative
mary dice
Gent.ma Dott.ssa volevo chiederle un consiglio per mia madre. Ha l’artrosi alle ginocchia e si lamenta per un forte dolore oltre al fatto che zoppica vistosamente. Ha effettuato più volte le infiltrazioni e ha fatto dei cicli di fanghi ma con scarsi risultati.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Mary, relativamente all’omeopatia la invito a consultare l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici per i disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare, tra i quali individuare il rimedio (o i rimedi) che contempla una sintomatologia quanto più somigliante a quella di sua madre, nel rispetto della “legge dei simili”. Tenga comunque presente che il grande rimedio omeopatico dell’artrosi è Rhus toxicodendron, che, in molte occasioni, alternato a Bryonia produce i migliori risultati. Relativamente alla fitoterapia dia un’occhiata all’articolo “Stop reumatismi-nevralgie-ecc.” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici dell’antica tradizione che possono essere molto validi per apportare sollievo e beneficio. Le due terapie, quella omeopatica e quella fitoterapica, possono anche coesistere. Ovviamente sarebbe opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
gabry dice
Buon giorno,vorrei un consigli.. ho un dolore al polso è un po gonfio..ho fatto la visita dal dott.e mi ha detto che è un problema di legamenti..ha detto che non è frattura una amica mi ha consigliato sia l’arnica che la ruta…vorrei sapere una sua opinione.grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Gabry, in genere quando sono interessati legamenti e/o tendini ad Arnica montana, che è il rimedio omeopatico dei traumi per eccellenza, viene spesso associato Ruta graveolens, in somministrazione congiunta o alternata. Dia anche un’occhiata all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici utilizzati nei disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare. Potrebbero essere anche utili applicazioni locali con una pomata fitoterapica all’Artiglio del diavolo, che ha una notevole azione antinfiammatoria e analgesica. Ovviamente sarebbe meglio affidarsi alla competenza di un medico omeopata. Cordiali saluti.
ombretta dice
Buonasera Dott.ssa sono alla 16a settimana di gravidanza e ho spesso mal di testa che coinvolge la cervicale fino agli occhi, è un dolore pulsante e dura anche giorni se non prendo un’antinfiammatorio.
Volevo sapere se in gravidanza posso prendere l’arnica e in che dosi.
Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ombretta, in genere i rimedi omeopatici sono ben tollerati in gravidanza, però per il caso specifico sarebbe opportuno avere una conferma medica. Relativamente alle dosi, queste sono strettamente legate al singolo caso personale e non generalizzabili, come ogni altra entità terapeutica in omeopatia, per cui sono prescrivibili solo da un medico omeopata. Potrebbe documentarsi con le informazioni generiche contenute nel sito, che però, ripeto, hanno solo carattere orientativo e non possono sostituire alcuna prescrizione medica. Cordiali saluti.
tonia dice
Buon Giorno Dott.ssa ,le chiedo delle informaz. Che mi stanno a cuore! Agli inizi di Dicembre dovrei fare il taglio cesario….. il secondo….. da premettere che la prima volta assunsi solo Apermus ma per mancato impegno non riuscii con il naturale :( ….. ora sto continuando con Apermus e vorrei prendere Arnica Montana 200ch …..può consigliarmi quanto tempo prima assumere quest’ultima e soprattutto si può anche successivamete All’intervento???? Come si presenta (sono sempre globulini da sciogliere )??? Sarebbero due confezioni da acquistare??? Spero in una Sua risposta approfondita. Saluti a presto.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Tonia, Arnica montana è certamente il rimedio omeopatico principe dei traumi fisici e psichici, tra cui rientrano tranquillamente gli interventi chirurgici e tra essi il taglio cesareo. La 200CH è un’alta diluizione che viene utilizzata, senza correre il rischio di andare incontro a inconvenienti, quando esiste un’ottima somiglianza con le caratteristiche del rimedio, sia fisiche che psichiche e quando occorre praticare un’azione terapeutica profonda e sistemica. Nel caso di un intervento chirurgico ci si può limitare ad un’azione rivolta maggiormente al sintomatico, perciò meno profonda, allo scopo di sostenere meglio l’evento e per questo generalmente sono più adatte le basse diluizioni o al più le medie diluizioni. Un protocollo terapeutico che viene utilizzato consiste nell’adoperare Arnica montana omeopatico a bassa diluizione, ad es. non superiore a 7CH, in ragione di 3 granuli 4 volte al dì, per una settimana prima dell’intervento e per le due settimane successive. L’azione di Arnica viene spesso potenziata (ad es. per favorire ulteriormente la cicatrizzazione o per controllare ulteriormente il dolore) alternando, nella sola settimana successiva all’intervento, Hypericum omeopatico che è un rimedio sinergico di Arnica, sempre in bassa diluizione con 3 granuli e sempre per un totale di 4 somministrazioni giornaliere (questa volta 2 di Arnica e 2 di Hypericum, alternate tra loro). Inoltre la sola mattina dell’intervento viene spesso utilizzato Arnica 30CH in monodose e dopo l’intervento, per l’intera giornata, l’Hypericum omeopatico e l’Arnica omeopatico, sempre bassa diluizione e 3 granuli, vengono alternati con maggiore frequenza, alla bisogna anche a distanza di un’ora tra loro. Ovviamente, trattandosi pur sempre di farmaci, sarebbe opportuno acquisire il parere del medico. Cordiali saluti e auguri.
Marina dice
Gentile Dott.ssa le scrivo per avere un consiglio: ho un cane pastore belga di 13 anni che soffre di artrosi. Difficoltà ad alzarsi ed a deambulare. Mi è stata consigliata una cura di 20 giorni a base di Arnica da ripetere dopo una breve pausa. Vorrei chiederle se può effettivamente essere di aiuto e in che dosaggi usarla. La ringrazio anticipatamente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marina, la invito a consultare l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove potrà trovare tutte le informazioni che la potrebbero interessare. Cordiali saluti.
antonella dice
Da anni soffro di cistite che mi causa dolore e gonfiore addominale.Ho eseguito una ecografia dove si evidenzia un rene curvato congenito .nella fase acuta assumo come farmaco il Monuril,in erboristeria mi hanno consigliato un farmaco a base di Karkadè e ribes rosso diluito in acqua,il
Cistoshielde . La mia giornata lavorativa inizia alle 8,00 e finisce alle 22,00 e sono molto magra.
Vorrei gentilmente un suo parere.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Antonella, il prodotto da lei citato in verità non contiene solo Karkadè e Mirtillo rosso (non Ribes rosso), ma anche parti di altre piante come Cranberry e Astragalo ed eccipienti vari come addensante, acidificante, aroma, conservanti, edulcorante. E’ un integratore che dovrebbe proteggere le basse vie urinarie, favorendo il mantenimento della funzionalità fisiologica della vescica. Se volesse orientarsi verso fitoterapici puri, senza eccipienti, la invito a consultare l’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici (e consigli) molto validi sia per la prevenzione che per la cura delle infezioni delle basse vie urinarie, cistite in primis. Tra i più adoperati si citano, ad esempio, il Cranberry-Mirtillo rosso americano, l’Uva ursina, il D-Mannosio. Ovviamente tutti i preparati, disponibili in varie forme, sono reperibili in erboristeria. Non trascuri comunque l’importanza del controllo medico. Cordiali saluti.
mary dice
E nel caso di colite ulcerosa???
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Mary, la sua domanda lascia intendere che è il caso di chiarire un concetto fondamentale in campo omeopatico. L’omeopatia è la medicina che guarda più al malato ed ai suoi sintomi piuttosto che alla malattia, per cui il rimedio omeopatico terapeutico, nel rispetto della “legge di similitudine” che rappresenta il principio terapeutico, è quello che assomiglia di più al paziente, nelle manifestazioni cliniche e nelle caratteristiche, sia fisiche che psichiche e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Può quindi succedere che diverse persone, pur se affette dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo, possano richiedere rimedi omeopatici differenti. L’omeopatia è come suol dirsi la medicina che “veste su misura”, a differenza di quanto accade nella medicina tradizionale dove esistono i farmaci per curare determinate malattie, che sono dei farmaci generici, cioè utilizzabili da tutti coloro che ne sono affetti. In estrema sintesi, tanto per rimanere sull’argomento, in omeopatia non esiste la cura per la colite ulcerosa della Sig.ra Mary, ma esiste la cura della Sig.ra Mary con la sua colite ulcerosa. L’individuazione della malattia diventa importante per conoscere i risultati ottenibili con la cura omeopatica e per stabilire la strategia terapeutica più adatta al caso in esame. A titolo informativo, i rimedi omeopatici “potenzialmente” in grado di trattare una colite ulcerosa o una colite in generale sono tutti quelli che hanno come organospecificità l’apparato gastroenterico ed i principali sono consultabili all’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove, per quanto detto prima, il rimedio (o i rimedi) terapeutico è quello che presenta una sintomatologia somigliante a quella del paziente. Tra i rimedi omeopatici più adoperati si citano Asa foetida, Antimonium crudum, Argentum nitricum, Arsenicum album, Belladonna, Bismuthum subnitricum, Carbo vegetabilis, China, Ignatia amara, Kali carbonicum, Nitricum acidum, Nux vomica, Phosphorus, Sabadilla, Sanguinaria. Potrebbe essere anche utile abbinare alla cura omeopatica qualche rimedio gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivato, si tratta di macerati gligerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che, oltre ad avere una propria attività terapeutica, espleta anche un’importante azione di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori, liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo all’azione della cura omeopatica o di qualsiasi altra terapia. Nel caso specifico si potrebbe ricorrere a un gemmoterapico come Ficus carica M.G. D1, che ha anche un’importante azione su molti disturbi del digerente, come la normalizzazione dei succhi gastrici, un’azione cicatrizzante sulla mucosa, il ristabilire una fisiologica peristalsi intestinale, ecc., per cui è indicato in caso di dispepsia, gastrite, aerofagia, eruttazioni, meteorismo, gonfiore addominale, ulcere, colite, colon irritabile ed altro. Sarebbe però meglio ed anche opportuno affidarsi alla competenza di un medico omeopata. Cordiali saluti.
Anna dice
Buongiorno dottoressa, sono contenta di aver trovato il suo sito, così informativo.
Le scrivo perché questa sera sono caduta dalla bicicletta (fortunatamente verso il marciapiede e non nel traffico) ed ho sbattuto le ginocchia, uno con ferita aperta, l’altro con torsione ed immediato livido. Sono tornata a casa a piedi, ho preso delle gocce di Fiori di Bach (Rescue remedy), pulito la ferita, applicato ghiaccio su entrambe le ginocchia e preso 3 granuli di arnica 30CH. Dopo il ghiaccio ho anche messo il gel alla calendula sul ginocchio ferito e una crema di arnica montana al 10% sull’altro – tutto ciò che avevo a disposizione in casa, visto che era troppo tardi per la farmacia. Poi ho avuto un senso di sconforto ed ho pianto.
Considerata la situazione, mi consiglia di passare a 5CH domani o di continuare con 30CH che ho già cominciato? Aggiungo che solo pochi mesi fa ho avuto un altro incidente (niente a che vedere con la bicicletta) dove ho sbattuto le ginocchia e ferito lo stesso – cosa che forse non ho provato da quando avevo 10 anni.
Grazie in anticipo.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, quando occorre intervenire a livello sintomatico generalmente le basse diluizioni sono le più adatte. Grazie per l’apprezzamento riguardante il sito. Cordiali saluti.
Mary dice
Gent.ma Dottoressa, l’Arnica Montana 5ch granuli e indicata anche per la pubalgia….???. Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Mary, se la pubalgia è dovuta a traumi o microtraumi, come spesso accade, allora Arnica montana è il rimedio omeopatico più adatto, altrimenti potrebbe essere utile Hypericum che è il rimedio omeopatico più adoperato nella terapia del dolore di qualsiasi origine. Quando occorre intervenire a livello sintomatico generalmente le basse diluizioni, quali ad es. quelle non superiori alla 7CH, sono le più adatte. Cordiali saluti.
giuseppe dice
Gent.ma dott.ssa un grosso grazie per i suoi consigli e un plauso alla Sua professionalità; approfitto ancora della Sua disponibilità per chiederLe se l’Arnica comp. Heel può essere utile anche in caso di artrite psoriasica, che la malattia principe che mi impegna tantissimo; molto tempo addietro mi sembra di aver letto da qualche parte che non va d’accordo con le patologia autoimmuni! cordiali saluti .
p.s. . per pronta consultazione le trascrivo la nostra precedente conversazione:
“omissis”
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giuseppe, come riportato nella risposta precedente Arnica compositum Heel è un rimedio antiomotossico, cioè è un rimedio dell’omotossicologia ma non dell’omeopatia classica ed in particolare è un complesso o composto semplice, ossia è costituito da un insieme sinergico di rimedi omeopatici o di omeoterapici a bassa diluizione che sarebbe indicato per patologie acute come lesioni di qualsiasi tipo (storte, contusioni, distorsioni, lussazioni, ematomi, fratture ossee), processi infiammatori (artriti) a carico dell’apparato di sostegno e locomotore, artrosi delle articolazioni, parodontite, ecc. I composti semplici sono rimedi sintomatici che hanno un’azione rapida ma non profonda, quindi adatta per una patologia acuta ed i costituenti, opportunamente selezionati e combinati, hanno tutti un analogo trofismo tissutale specifico, per cui espletano un’azione terapeutica convergente su alterazioni strutturali e funzionali di tessuti specifici coinvolti dalla patologia (da qui la sinergia). In genere vanno utilizzati per un breve periodo, così come si risolve la patologia acuta. Nelle patologie croniche solitamente vengono affiancati o sostituiti da rimedi di sostegno ad azione trofica più profonda, in diluizioni più elevate. Quindi difficilmente un rimedio del genere può dare risposta ad una patologia come l’artrite psoriasica, che si ritiene sia una malattia autoimmune. Le consiglio perciò, se volesse curarsi con l’omeopatia e le altre medicine naturali che ad essa si ispirano, di rivolgersi ad un medico omeopata esperto che possa prescriverle una terapia ed una strategia terapeutica strettamente legate al suo caso personale, che potrà avvalersi di rimedi omeopatici unitari, di antiomotossici, di bioterapici od anche di immunofarmacologici, che, tra l’altro, dovranno mirare all’annullamento selettivo della risposta immunitaria specifica, responsabile della malattia, senza trascurare di curare l’aspetto emotivo che spesso si trova in stato di sofferenza in situazioni del genere. Grazie per l’apprezzamento. Cordiali saluti.