La piaga è una lesione della pelle o di una mucosa di origine non traumatica, di data antica, che tende alla guarigione per cicatrizzazione. La cosiddetta piaga da decubito è la conseguenza di una elevata o prolungata pressione su di una parte del corpo che, determinando la strozzatura dei vasi sanguigni, comporta la necrosi dei tessuti. Interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, muscoli ed ossa.
La ferita è un’interruzione di continuità della pelle e/o delle altre strutture molli del corpo, di data recente, prodotta da un agente vulnerante. In relazione al percorso ed alla profondità le ferite possono essere distinte in: superficiali, se interessano esclusivamente lo strato cutaneo e sottocutaneo; profonde, se coinvolgono anche il muscolo e le strutture sottostanti; penetranti, se si aprono su una delle grandi cavità dell’organismo (cranio, torace, addome); interne, se riguardano organi interni. A seconda del mezzo vulnerante si possono distinguere in: ferite da taglio, ferite da punta, ferite lacere (dovute ad un’azione di strappamento o stiramento, oltre che di taglio), ferite contuse (ove l’azione vulnerante è quella di contusione con la formazione di ecchimosi), ferite lacero-contuse (tra le più ricorrenti), ferite da arma da fuoco ed altre ancora. I fattori da controllare sono l’emorragia ed il rischio di infezioni. Le ferite hanno tendenza alla guarigione spontanea che avviene mediante la cicatrizzazione. I tempi e gli esiti della guarigione, sotto l’aspetto estetico e funzionale, sono legati all’entità ed alle tipologie summenzionate.
L’ulcera è una lesione della pelle o di una mucosa che non tende a guarire spontaneamente, cioè è a lenta o difficoltosa o assente cicatrizzazione.
I rimedi della nonna qui proposti risultano utilissimi per curare piaghe, ferite e ulcere della pelle, accelerandone la cicatrizzazione e quindi la guarigione.
Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.
□ Aceto di vino: messo con cotone idrofilo sulle ferite sanguinanti ferma il sangue e accelera la cicatrizzazione. A tal fine l’aceto si può anche diluire in acqua precedentemente bollita.
□ Achillea: le foglie pestate applicate sui tagli e sulle ferite le disinfetta ed arresta la fuoriuscita di sangue. Si può utilizzare anche l’infuso acquoso (50 g di foglie fresche sminuzzate in 200 ml d’acqua bollente) o vinoso nel quale si imbeve del cotone idrofilo o una garza con cui tamponare la ferita.
□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 –4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.
□ Aloe: il gel delle foglie guarisce le ferite, tanto vecchie che recenti, perché ne facilita la cicatrizzazione. Non è mai nocivo, in qualunque caso venga usato, a meno che non si è allergici alla pianta.
□ Bardana (o Lappa): cataplasmi con le foglie bollite in acqua o applicate direttamente sulla ferita, da rimuovere mattina e sera, facilitano la cicatrizzazione.
□ Borragine (o Consolida): la polpa di radice e foglie fresche, ridotte in poltiglia, oppure le lavande o gli impacchi di queste, entrambi preparati con l’infuso (30 – 100 g di radice e foglie, anche secche, in 1 litro d’acqua bollente), si applicano più volte al dì su ferite, lesioni, graffi, piaghe, ustioni, scottature, gonfiori gottosi. L’azione è ancora più efficace se, oltre alle applicazioni esterne, si assume l’infuso alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì. Il decotto non si usa perché con l’ebollizione il tannino (polifenolo presente in molte piante vascolari) con la mucillagine (sostanza che aiuta la pianta a trattenere l’acqua) formano un precipitato inutile.
□ Cardo santo: il decotto concentrato di foglie e rami (3 –4 g in 150 – 200 ml d’acqua) può essere utilizzato per praticare impacchi sulla parte lesa. E’ possibile usare direttamente le foglie fresche.
□ Carote: la nonna consiglia altresì di preparare un decotto con le foglie delle carote e di applicare lo stesso sulla parte lesa utilizzando delle garze.
□ Cavolo cappuccio, Broccoli, Cavolfiore: procurarsi le foglie del cavolo cappuccio o dei broccoli o del cavolfiore. Lavarle bene, privarle delle nervature più sporgenti, schiacciarle e metterle a macerare per qualche ora in acqua boricata. Porre sulla parte lesa delle garze imbevute di questo liquido, rinnovando le stesse 2 – 3 volte al dì. Il trattamento dà subito una sensazione di sollievo ed in poco tempo guarisce la piaga.
□ Echinacea: la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante (favorisce i meccanismi di difesa mediante una maggiore produzione di anticorpi), antinfiammatoria e cicatrizzante (combatte le infezioni e rigenera le cellule per la guarigione delle ferite), antitossica (aiuta le funzionalità di fegato e reni per l’eliminazione delle tossine), antibiotica e antivirale (combatte la proliferazione dei batteri e dei virus), per cui i suoi preparati sono particolarmente indicati nella cura di raffreddori, bronchiti, influenza, febbre, infezione delle vie aeree, dermatiti, herpes, infezioni del tratto urinario. In commercio sono reperibili diverse prodotti di tale pianta (radice), quali: estratto secco, tintura, capsule, pomata, crema, triturato di radice secca, ecc. La nonna preparava il decotto (30 –50 g di radice secca triturata in1 litro d’acqua), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Le applicazioni di pomata o di crema sono utilissime per il trattamento delle affezioni cutanee di tipo infiammatorio con rischio di infezioni, come ulcere, ferite, ustioni, dermatiti, herpes, punture di insetti (aiutano a neutralizzare il veleno e ne evitano la diffusione) ed hanno un’efficace azione cosmetica sulla pelle in quanto sono depurative, rassodanti, antirughe, antismagliature. Sempre per uso esterno, vanno bene anche gli impacchi e le lozioni che utilizzano il decotto preparato per uso interno.
□ Equiseto: preparare un decotto con 5 g di rami giovani e foglie in 200 ml d’acqua e lavare con il liquido, ottenuto per filtrazione, le ferite. Si rimarginano presto ed in modo meraviglioso.
□ Fagiolini: gli impacchi fatti con una garza imbevuta nell’acqua di cottura dei fagiolini sono utili per guarire le ulcere.
□ Iperico (o Hypericum perforatum o Erba di San Giovanni): l’oleolito con tale pianta è utile nel trattamento di ulcere, piaghe, ferite, punture di insetti, scalfiture della pelle, ustioni, bruciature. La nonna lo preparava così. Mettere 2 pugni di sommità fiorite, insieme ai semi della pianta, in un recipiente di vetro trasparente con coperchio e versare olio di oliva fino a coprire. Esporre al sole per 3 settimane. Filtrare avendo cura di spremere bene la parte solida. Versare in altro contenitore di vetro però scuro, tappare e conservare in luogo fresco e buio. Le applicazioni con tale olio leniscono il dolore, moderano l’infiammazione, proteggono i tessuti lesi, evitano la suppurazione e favoriscono la rimarginazione.
□ Issopo: per facilitare l’assorbimento di lividi, sono utili gli impacchi fatti con l’infuso di foglie e fiori (2 g in 100 ml d’acqua bollente).
□ Piantaggine: sia la varietà major che quella lanceolata sono efficaci per la cura delle ferite, per le proprietà antinfiammatorie, astringenti, cicatrizzanti, batteriostatiche. La nonna racconta che i contadini quando nel loro lavoro si ferivano, mettevano subito sulla ferita un po’ del suo succo, oppure una fascia pulita imbevuta con esso, ottenendo una guarigione rapida senza suppurazione. Tale pratica veniva utilizzata anche per guarire dai morsi di cani, di serpenti (non velenosi), di insetti.
□ Salvia: lavare localmente la parte lesa 3 – 4 volte al dì con acqua in cui sia stata bollita della salvia. Per un effetto più rapido bere anche l’infuso di salvia: è tonica, antisettica, cicatrizzante.
□ Scolopendrio: le foglie fresche pestate ed applicate localmente facilitano la cicatrizzazione.
□ Tormentilla (o Potentilla): va bene il decotto di radice (4 g in 200 ml d’acqua) per le lavande ed il filtrato per cataplasmi da usare localmente e da rinnovare 3 – 4 volte al dì.
□ Verbasco: gli impacchi con il decotto delle foglie bollite in acqua o latte, applicati sulla parte di pelle interessata, sono utilissimi nei casi di scottature, foruncoli, ulcere, flebiti (queste ultime com’è noto sono infiammazioni che colpiscono soprattutto le vene superficiali, in particolare delle gambe), ecc.
□ Verbena: curano le piaghe, ulcere ed i gonfiori in genere, i cataplasmi che si ottengono cuocendo in aceto le foglie sminuzzate della pianta. Vanno bene anche gli impacchi con il decotto di radice (5 g in 200 ml d’acqua), da rinnovare più volte al dì, che disinfettano ed accelerano la cicatrizzazione di piaghe, ulcere e ferite.
Nazareth dice
Salve dottoressa della Volpe, io ho un’ ulcera venosa nella fase avanzata. Ho letto qui tra i vari rimedi, le foglie di alchemilla e credo che sia adatto al mio caso. Perciò sto scrivendo per ringraziarla. Che Dio la benedica dottoressa. Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Nazareth, come lei sa, l’ulcera venosa (denominata anche ulcera varicosa o ulcera da stasi o ulcera trofica o ulcera crurale) è una lesione della pelle causata da una difficoltosa e precaria circolazione venosa. Solitamente è situata nella zona più bassa della gamba e può presentarsi come complicazione di una vena varicosa. Le ulcere varicose generalmente sono di impossibile guarigione spontanea per la loro localizzazione su tessuti che non sono più nutriti in maniera adeguata a causa della compromessa circolazione sanguigna. La problematica richiede quindi la sorveglianza medica e la scelta oculata dei rimedi specificamente adatti, seguendo attentamente sia la sintomatologia che l’evoluzione della formazione patologica. Diverse piante del presente articolo possono essere di aiuto, oltre Alchemilla, anche Aloe vera, Echinacea, Iperico … Può essere altresì utile una pomata alla Calendula, dopo aver deterso la parte con tintura madre di Echinacea. Anche medicinali di origine naturale, come la Fitostimoline (estratto acquoso di Triticum vulgare) o la Connettivina (acido ialuronico), in crema o garze impregnate, possono risultare validi. Sono consigliati anche altri accorgimenti, come un’alimentazione ricca di frutta e verdura, il riposo, tenere le gambe in posizione orizzontale ed i piedi sollevati, facendo contemporaneamente dei movimenti con le gambe, la notte tenere le gambe alzate rispetto al piano del letto, ecc. Si tenga sempre sotto controllo medico. Cordiali saluti.
Carmen dice
Ciao,
Vorrei sapere se una persona che toglie un rene per colpa del tumore puo prendere qualcosa per guarire prima la ferita…cosi poi puo fare la chemio per metastasi ai polmoni? Grazie!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Carmen, relativamente alla Fitoterapia, sono diverse le piante del presente articolo che possono aiutare per la cicatrizzazione delle ferite. Relativamente all’Omeopatia, i rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati sono Arnica montana, Calendula, Helianthus, Hypericum, Kreosotum, Lachesis, Phosphorus, Symphytum. Data la particolarità e la delicatezza della situazione, sarebbe opportuno non prendere alcuna iniziativa senza uno specifico parere medico. Cordiali saluti.
Eleonora dice
Buonasera dottoressa, mia madre di 87 anni ha un’ulcera vulvare da parecchi anni che non guarisce. Finora l’ha curata e tenuta a bada con il cortisone chemicitina. Ora però neanche questa pomata riesce a risolvere il problema. Naturalmente ha bruciore e forte fastidio. Quale pomata potrebbe usare per alleviare i disturbi e per guarire La ringrazio anticipatamente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Eleonora, possono valere i contenuti della sottostante risposta del 16 marzo 2017 al commento della visitatrice Enza del giorno precedente. Ovviamente anche nel caso di sua madre si richiede il parere ed il controllo medico. Cordiali saluti.
Enza dice
Salve
Mia nonna ha un ulcera di secondo stadio al polpaccio.Per una buona guarigione è opportuno ogni volta che si medica asportare la fibrina che si forma con un bisturi e portare la ferita a sanguinare o pulirla solo con fisiologica e mettere l iruxol?Grazie anticipatamente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Enza, oltre a diversi preparati del presente articolo, un ottimo medicamento di origine naturale è la Fitostimoline (estratto acquoso di Triticum vulgare) in crema, che risulta indicata per il trattamento di ulcere e piaghe, al fine di facilitarne la cicatrizzazione. Un altro medicamento di origine naturale è la Connettivina (acido ialuronico), disponibile in crema, gel o garze impregnate, che risulta altresì indicata per il trattamento di ferite a lenta guarigione e di ulcerazioni. Oppure potrebbe essere utile una pomata alla Calendula, dopo aver deterso la parte con Echinacea tintura madre. Tenga comunque presente che le ulcere sono lesioni a lenta, difficoltosa e problematica guarigione, che richiedono la sorveglianza medica, per cui non prenda alcuna iniziatica senza una specifica autorizzazione di un medico, anche perché un diverso medicamento potrebbe essere incompatibile con l’Iruxol. Cordiali saluti.
Manny dice
Gentile Dottore,
Ho una ragade che non si rimargina da un mese, ho avuto 2/3 giorni separati in cui non ha sanguinato, ma appena le feci assumono una consistenza più spessa, la ragade si riapre. Non soffro di costipazione, seguo una dieta ristretta senza alimenti che infiammano e il dottore mi dice solamente di usare Preparazione H che ho dovuto interrompere perché mi infiamma di più. Cosa posso applicare?
Grazie
M.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Manny, un ottimo medicamento di origine naturale è la crema di connettivina (acido ialuronico), che grazie alle proprietà cicatrizzanti e riparatrici viene utilmente adoperata per il trattamento di ferite o ulcerazioni su cute o mucose e quindi anche per le ragadi. Una crema alla propoli o il gel di aloe vera o una crema a base di symphytum officinale (pianta nota anche come consolida maggiore) risultano altresì indicati per le proprietà antinfiammatorie, riepitilizzanti e cicatrizzanti su pelle e mucose. Anche il succo che si ottiene centrifugando del cavolo, dei germogli di frumento e delle foglie di piantaggine costituisce un ottimo cicatrizzante da applicare sulle ragadi. Come lei sa, è sempre consigliabile consumare alimenti ad alto contenuto di fibre e bere molta acqua (anche quando non si ha sete) per tenere morbide le feci, non facendo mancare frutta, verdura, cereali, legumi (in particolare pane e riso integrale, lievito di birra, carota, arancia, mirtillo, ecc.) ed evitare le bevande alcoliche o ricche di caffeina. Cordiali saluti.
Carmine dice
Buonasera dottoressa ho un ulcera sul piede il mio dottore mi ha detto lavarla con soluzione fisiologica e applicare una crema che si chiama fitostimoline idrogel sono 2 giorni che la applico ma vedo che l’ulcera si gonfia ma nn so il perché.
Mi può dare un consiglio?
La ringrazio anticipatamente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Carmine, non è escluso che possa trattarsi di un fenomeno di sensibilizzazione e di reazione localizzata, come può avvenire con tutti i prodotti per uso topico. Sarebbe pertanto opportuno informare il medico curante. Cordiali saluti.
Giusy dice
Buonasera, Dottoressa mio marito ha una piaga da decubito di terzo grado e diabetico di tipo 2 cosa posso usare come prodotti naturali per una completa e definit a guarigione.
Cordialmente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giusy, oltre a diversi preparati del presente articolo, un ottimo medicamento di origine naturale è la connettivina (acido ialuronico), disponibile in crema, gel o garze impregnate, da impiegare in applicazione locali come coadiuvante nel trattamento delle piaghe da decubito, grazie alle proprietà cicatrizzanti e riparatrici. Tenga comunque presente che le piaghe da decubito sono ferite a lenta e problematica guarigione, che richiedono la sorveglianza medica. Cordiali saluti.
Maria Cristina dice
Buona sera sono la nonna di un bimbo di 5 mesi affetto da dermatite atopica che lo porta a stare sveglio e piangere quasi tutta la notte cosa può aiutarlo a calmare il prurito e cicatrizzare la pelle? La mamma dopo diversi tentativi tradizionali con cortisone si è affidata ad un omeopata che oltre a dei granuli usa una pomata alla Calendul a è una alla grafite ma senza evidenti segni di miglioramento aiutatemi grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria Cristina, sarebbe opportuno, data anche la tenera età del nipotino, non prendere alcuna iniziativa personale, ma affidarsi esclusivamente alle indicazioni ed alle prescrizioni di un medico. Se la cura prescritta dal medico omeopata tarda a produrre i suoi effetti, sarà il caso di informarlo di tanto e fare con lui il punto della situazione. Teniamo presente che la dermatite atopica è una malattia infiammatoria della pelle caratterizzata da intenso prurito, rossore e secchezza cutanea. È una sindrome multifattoriale, poiché le cause che la scatenano sono molteplici e di varia natura, dove intervengono fattori immunologici e non immunologici. I primi sono costituiti dagli allergeni da inalazione, da contatto o alimentari, i secondi da irritanti esterni, clima freddo, polvere, indumenti sintetici o di lana, sudorazione. La genetica e le condizioni ambientali giocano un ruolo fondamentale nella dermatite atopica, lavorando quasi in simbiosi, talché potenziano l’iperattività infiammatoria della pelle verso gli allergeni o gli irritanti. Sarà comunque utile adottare alcuni accorgimenti: usare detergenti delicati e non aggressivi, con pH non troppo basso e che non siano eccessivamente schiumosi, per evitare di attaccare il film idrolipidico e quindi rendere la pelle più secca, cosa che fa aumentare il prurito; preferire detergenti oleosi e privi di profumazione; evitare di fare bagni troppo lunghi al bimbo; evitare il contatto della pelle con tessuti sintetici o di lana e preferire cotone, lino, seta, viscosa; evitare di esporre il bimbo al freddo o al caldo eccessivo; evitare ambienti con polvere o altre sostanze irritanti; se il bimbo è allattato al seno materno e la dermatite atopica è grave e diffusa, è consigliabile curare l’alimentazione della madre, evitando o riducendo il consumo degli alimenti sospetti (latte e derivati, uova, pesce e crostacei, noci, nocciole, arachidi, soia, farina di frumento). Anche su questo sarebbe opportuno il parere specifico del medico curante. Cordiali saluti.
Michela dice
Salve mio suocero è diabetico.Ha dei buchi tra un dito e l’altro del piede dx,di cui un buco all’ incavo dei due diti. Non sopporta garze disinfettanti sopra poiché ha dolore. Fuoriesce anche un liquido trasparente e il piede è color viola. Stanno mettendo rimedi tradizionali ma non riescono a chiudere le ferite. Cosa può mettere? Ha tanto dolore. Grazie tante.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, com’è noto, il trattamento del piede diabetico si basa sulla pulizia locale della lesione ulcerosa e sulla cura dell’eventuale infezione. Come coadiuvante, localmente può essere utile usare una pomata alla Calendula dopo aver disinfettato la parte con la tintura madre di Echinacea, per un’azione antisettica, analgesica, antinfiammatoria, cicatrizzante. Ovviamente ciò richiede l’approvazione medica relativamente al caso specifico. Cordiali saluti.
Caterina dice
Buongiorno, mio marito ha subito una amputazione della gamba destra nel mese di agosto di quest’anno sotto al ginocchio per un problema relativo al l’artrite reumatoide con conseguente osteomielite. Purtroppo la ferita si e ulcerata, trattata con la vac therapy è migliorata notevolmente ma gli è rimasto un piccolo buco che sta guarendo lentamente e attualmente viene medicato con un prodotto a base di collage ne due volte alla settimana. Vorrei sapere quale rimedio sarebbe utile da utilizzare a livello omeopatico per via interna in modo che possa aiutare la guarigione in modo da poter fare il bendaggio per poi pensare alla protesi. Ringrazio infinitamente. Cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Caterina, sul piano generale un rimedio omeopatico che viene spesso prescritto nel post-operatorio è Arnica montana, che è il rimedio per eccellenza di tutti i tipi di traumi, sia fisici che psichici, come lo è un intervento chirurgico. Infatti esercita un’azione analgesica, antinfiammatoria, cicatrizzante e riabilitante, per cui è in grado di facilitare il processo riparativo e di attenuare lo shock operatorio. Specificamente per le ulcere i rimedi omeopatici sono tanti e diversi, tra cui quello adatto sarà il rimedio che contiene la sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. I rimedi omeopatici frequentemente adoperati sono: Kali bichromicum (ulcera profonda con bordi netti come se fosse stata tagliata con uno stampo), Mercurius solubilis (ulcerazione infetta ed a bordi irregolari), Carbo vegetabilis (ulcera con essudato maleodorante e dolori), Arsenicum album (ulcerazione superficiale, sanguinante, a bordi rossi, accompagnata da dolori brucianti ed eczema perivenoso), Nitricum acidum (ulcera a bordi irregolari ed accompagnata da dolori pungenti), Phosphorus (ulcera contenente pus e sangue), Lachesis (ulcera meno dolorosa quando secerne), Calcarea fluorica (ulcera con bordi induriti). Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita, al quale sarà opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.