La cistite è l’infiammazione acuta, subacuta o cronica della mucosa vescicale. Essa rappresenta l’infezione più diffusa delle basse vie urinarie, presentandosi nel circa 80% dei casi. Tra l’altro le infezioni delle basse vie urinarie (cioè di vescica e/o di uretra) sono processi infiammatori piuttosto comuni che colpiscono tutte le fasce di età e rappresentano, dopo le infezioni dell’apparato respiratorio, le affezioni più frequenti del genere umano.
La causa della cistite può essere dovuta a fattori semplicemente irritativi, ma è quasi sempre dovuta ad enterobatteri del tipo Escherichia coli, che normalmente popolano l’ultimo tratto dell’intestino. Tali germi possono raggiungere la vescica dall’esterno, per “via ascendente”, passando attraverso l’uretra. La patologia pertanto, per la diversa conformazione anatomica femminile, colpisce prevalentemente le donne e l’insorgenza è spesso dovuta a carenza di igiene. Infatti nella donna l’uretra è molto più breve che nell’uomo (in media 3 cm contro i 16 cm dell’uomo) e ciò facilita la risalita dei germi presenti nell’ambiente vaginale e nell’intestino retto.
Si calcola che circa il 40-50% delle donne è destinato a soffrire di un episodio acuto di cistite nel corso della vita e di queste poco meno della metà presenterà recidive. Il divario con il sesso maschile tende a colmarsi con il passare degli anni in quanto l’ipertrofia prostatica, frequente nell’uomo anziano, favorisce il ristagno dell’urina nella vescica e la conseguente insorgenza di infezioni.
I sintomi della cistite sono variabili a seconda della sua gravità e possono essere dolore e bruciore durante la minzione, senso di peso, bisogno continuo di urinare, ridotto flusso urinario e gocciolamento, difficoltà ad urinare, a volte sangue e pus nelle urine, mal di schiena ed alla parte bassa dell’addome, mal di testa, nausea o vomito, febbre e sudorazione.
Per prevenire la cistite (ed in generale le infezioni delle basse vie urinarie) è importante osservare alcune regole comportamentali:
• bere molta acqua nell’arco della giornata per favorire la diuresi e ridurre la carica batterica vescicale;
• urinare spesso e non trattenere l’urina per lungo tempo;
• rispettare le norme di igiene intima;
• le donne devono lavarsi i genitali procedendo dall’avanti all’indietro soprattutto dopo l’eliminazione delle feci, usando detergenti a pH fisiologico (4 o 5) ed evitando i deodoranti;
• adottare una dieta alimentare appropriata, cioè ricca di liquidi e fibre ma povera di zuccheri e grassi, in modo da evitare la stitichezza e tenere quindi l’intestino libero; ridurre il consumo di cibi piccanti, frittura, grassi animali, cioccolato, caffè, tè, alcool che possono irritare la mucosa vescicale; limitare l’uso di bevande gassate che possono rendere le urine alcaline favorendo così la moltiplicazione dei germi;
• evitare l’uso di indumenti stretti (pantaloni, collant, slip) che impediscono la traspirazione in sede genito-urinaria e non tenere addosso il costume bagnato, in quanto sudorazione ed umidità favoriscono la proliferazione dei batteri;
• evitare la vita sedentaria e tenere una costante attività fisica moderata.
I rimedi naturali che la nonna qui consiglia combattono efficacemente la cistite (ma anche l’uretrite) con la loro azione specificamente diuretica e/o depurativa e/o antispastica e/o antinfiammatoria e/o antibatterica ed altro. Possono essere utilizzati anche per prevenire l’insorgenza della malattia. Per completezza sono stati aggiunti anche ritrovati naturali di conoscenza più recente.
Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, capsule, pillole, pasticche, compresse, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.
□ Mirtillo rosso (Vaccinium vitis idaea): il succo dei frutti di Mirtillo rosso si dimostra un ottimo antinfiammatorio ed antibatterico soprattutto per l’apparato urinario. E’ ricco di polifenoli, in particolare delle proantocianidine (PAC), che contrastano e respingono l’adesione dei batteri patogeni alla parete della mucosa vescicale, formando una sorta di strato molecolare protettivo. Per questo motivo l’uso della pianta può esercitare anche un’ottima azione preventiva nei confronti della cistite. Al succo si attribuisce anche la proprietà di rendere acide le urine, creando così un ambiente meno recettivo allo sviluppo dei germi. Durante la fase acuta è utile bere fino a circa 500 g al giorno di succo di Mirtillo rosso; per una buona prevenzione se ne possono bere circa la metà. Sono valide anche le altre forme di preparati fitoterapici dei frutti di Mirtillo rosso quali l’infuso, la tintura madre, il macerato glicerico, l’estratto secco in capsule, compresse, pasticche o bustine. I frutti del Mirtillo rosso, come d’altronde le altre specie ciascuna con la propria misura, forniscono un valido aiuto alla circolazione sanguigna, aumentando la resistenza capillare e riducendo la permeabilità, sono indicati per gli occhi, riducendo l’affaticamento visivo e migliorando la visione notturna, ed infine per le loro proprietà astringenti, dovute all’elevato contenuto di tannini, possono essere utilizzati come antidiarroici.
□ Cranberry, Mirtillo rosso americano (Vaccinium macrocarpon): detto anche “mirtillo rosso di palude”, è una varietà americana del mirtillo rosso che presenta le stesse caratteristiche e proprietà, anzi con un’azione antibatterica più sviluppata nei confronti delle vie urinarie dovuta ad una maggiore concentrazione di proantocianidine. Si può utilizzare nelle stesse forme del mirtillo rosso di cui in precedenza.
□ Uva ursina (Arctostaphylos uva ursi): le foglie della pianta vengono utilizzate per la preparazione di eccellenti rimedi contro la cistite grazie alle loro proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, diuretiche, calmanti lo stimolo continuo della minzione ed il dolore. Assieme al Mirtillo rosso americano è ritenuto il miglior rimedio naturale per combattere la cistite, tant’è che spesso entrambe le piante si trovano associate nei preparati
per la cura e la prevenzione della malattia. La pianta deve il suo nome al fatto che gli orsi sono particolarmente ghiotti dei suoi piccoli frutti rossi. Le foglie sono ricche di arbutina, un glicoside fenolico che costituisce il più importante principio attivo della pianta, che a contatto con gli enzimi intestinali libera idrochinone, il quale prima di venire espulso con le urine esplica un’energica azione antibatterica sulle basse vie urinarie. Tale attività batteriostatica è tanto più marcata quanto più le urine sono alcaline, per cui è buona norma associare all’Uva ursina del bicarbonato di sodio o una dieta alimentare alcalinizzante (come ad es. latte e patate). I rimedi a base di Uva ursina sono sconsigliati per chi soffre di patologie gastriche a causa dell’alto contenuto di tannini che irritano la mucosa dello stomaco e per le donne in gravidanza a causa della capacità di indurre contrazioni uterine. Dopo la somministrazione le urine possono assumere una colorazione bruno-verde. I preparati fitoterapici di Uva ursina possono essere i decotti (2 g di droga per 150 ml d’acqua), gli infusi (3 g di droga per 200 ml d’acqua bollente), la polvere, l’estratto secco, l’estratto fluido, la tintura madre ed altri.
□ D-Mannosio: è uno zucchero semplice originario degli USA che si ottiene dalla fermentazione di specifiche essenze di legno (in genere larice e betulla). E’ scientificamente riconosciuta la sua straordinaria efficacia nel prevenire e curare le infezioni vescicali quali la cistite recidivante e le patologie correlate. Funziona come un antibiotico naturale con il vantaggio di non avere controindicazioni. Infatti agisce passando direttamente nelle urine, non essendo assimilabile dall’intestino, ed una volta giunto nella vescica aderisce ai batteri infettivi impedendo che questi si attacchino alla mucosa vescicale o li eradica dalla stessa, per poi lasciarsi espellere, insieme ai batteri, con la minzione. E’ disponibile in diverse forme, ma le più comuni sono la polvere e le capsule. La dose spesso consigliata è di 1 cucchiaino da tè di polvere, o 1 capsula, 2-3 volte al dì come profilassi e 3-6 volte al dì nella fase acuta.
□ Pilosella (Hieracium pilosella): le parti aeree della pianta (fiori e foglie) contengono sostanze preziose (flavonoidi, cumarine, terpeni, tannini) che consentono di promuovere un’importante azione terapeutica sull’apparato urinario e non solo. La pianta è innanzitutto un potente diuretico, favorendo così l’eliminazione di tossine e di agenti patogeni attraverso le urine e quindi in grado di riequilibrare l’organismo nei casi di alimentazione troppo ricca di proteine animali, nonché di contrastare la formazione di tessuti adiposi e l’accumulo di liquidi. Ma è anche un ottimo depurativo grazie all’azione coleretica e colagoga che, aiutando l’escrezione ed il deflusso della bile, contribuisce a disintossicare il fegato. E’ un rimedio specifico per combattere efficacemente la cistite e le altre infezioni del tratto urinario, grazie alle attività antinfiammatorie e antibiotiche, ma anche per la capacità di promuovere i processi protettivi e riparativi della mucosa vescicale e dei tessuti delle vie urinarie. Infine per le proprietà astringenti ed emostatiche si rivela utile anche come antidiarroico e antiemorragico. Si può preparare l’infuso con 1 cucchiaio raso di parti aeree di Pilosella in 1 tazza d’acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare e bere lontano dai pasti. Si possono utilizzare anche le altre forme, come l’estratto secco in compresse o capsule, da assumere 2 volte al dì lontano dai pasti, oppure la tintura madre alla dose di 30-40 gocce diluite in un poco d’acqua 2 volte al dì sempre lontano dai pasti. La pianta alle dosi consigliate è sicura e non presenta controindicazioni, però un suo uso sconsiderato potrebbe comportare disordini nel ricambio idro-elettrolitico, soprattutto se si associano diuretici e lassativi.
□ Solidago (Solidago virgaurea): detta anche “Verga d’oro”, è una pianta erbacea perenne che cresce nelle zone submontane fino a quelle montane di tutte le regioni italiane ad eccezione della Sicilia. Le sommità fiorite ed il rizoma conferiscono alla pianta virtù diuretiche, antinfiammatorie, decongestionanti, antisettiche, aperitive, astringenti. La Solidago viene principalmente utilizzata per le affezioni infiammatorie dell’apparato uro-genitale, per stimolare la diuresi e favorire l’espulsione dei calcoli renali o vescicali, per stimolare la digestione, per normalizzare le funzioni intestinali, per la cura delle enteriti, enterocoliti e diarrea, nonché in uso esterno per le infiammazioni del cavo orale. L’infuso è un valido rimedio contro la cistite e si può preparare con 1 cucchiaio di sommità fiorite essiccate in 200 ml circa d’acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare, dolcificare a piacere e berne 2 tazze al giorno, preferibilmente mattino e pomeriggio. Va bene anche la tintura madre con 20-30 gocce in poca acqua, da 1 a 3 volte al dì. L’infuso o il decotto si utilizzano per effettuare i gargarismi.
□ Cipolla (Allium cepa): sono note le proprietà diuretiche, depurative, antinfiammatorie e antibiotiche della pianta, per cui essa non deve mancare nel menù anti-cistite. Se ne può preparare un brodo facendo cuocere 4 o 5 cipolle bionde affettate in 1 litro d’acqua per 15-20 min, filtrare e bere a piccole quantità nel corso della giornata.
□ Malva (Malva silvestris): le foglie, i fiori e le radici della pianta hanno proprietà diuretiche, antinfiammatorie e antibiotiche, per cui i suoi decotti o le tisane sono un valido rimedio naturale contro la cistite. In erboristeria si possono trovare anche estratti secchi titolati e tinture. Si rivela utile l’associazione con altre piante quali gramigna, echinacea, e/o camomilla. Il decotto si può preparare con 5 g di droga per 100 ml d’acqua, bollire qualche minuto, filtrare e bere all’occorrenza lontano dai pasti.
□ Gramigna (Triticum repens): questa pianta infestante dimostra di possedere una particolare attività antinfiammatoria sulle vie urinarie, alte e basse, oltre ad avere proprietà diuretiche, depurative e sedative. Una tisana con il suo rizoma è un ottimo rimedio contro la cistite. Si può preparare con 2 o 3 cucchiaini di rizoma essiccato e triturato in 1 tazza d’acqua bollente (circa 150-200 ml), lasciare riposare 10 min, filtrare e bere lontano dai pasti. Va bene utilizzare anche la tintura madre, 20-30 gocce in un poco d’acqua da1 a 3 volte al dì. Spesso si associa ad altre erbe quali malva, echinacea, e/o camomilla.
□ Echinacea (Echinacea angustifolia, Echinacea purpurea): la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante, in quanto favorisce i meccanismi di difesa dell’organismo mediante una maggiore produzione di anticorpi ed ha anche proprietà antinfiammatorie, depurative, cicatrizzanti, antibiotiche e antivirali. I suoi preparati sono particolarmente indicati per la cura e la prevenzione di varie affezioni tra cui quelle del tratto urinario come la cistite. In erboristeria sono reperibili diversi prodotti, quali estratto secco, tintura, succo, ecc. La nonna ne preparava il decotto (30-50 g di radice secca triturata in1 litro d’acqua), da assumere alla dose di 2-3 tazze al dì. Spesso si ritrova associata ad altre piante quali malva, gramigna, e/o camomilla.
□ Piantaggine (Plantago lanceolata): è una pianta molto diffusa ed in Italia la si può trovare come germinazione spontanea nelle aree di pianura e di bassa montagna. Le foglie hanno proprietà diuretiche, antinfiammatorie e antibatteriche, per cui vengono utilizzate per combattere efficacemente molti stati infiammatori anche di natura allergica (cute, vie respiratorie, occhi, ecc.), tra cui le infiammazioni dell’apparato urogenitale, cistite compresa. Le forme di maggiore impiego sono gli infusi, le tinture, o le pastiglie. L’infuso lo si può preparare con 1 cucchiaio di foglie in 1 tazza d’acqua bollente, si lascia riposare 10 min, si filtra e se ne bevono 2 tazze al giorno lontano dai pasti. In caso di tintura madre, possono bastare 40 gocce in mezzo bicchiere d’acqua da bere 2 volte al dì lontano dai pasti.
□ Equiseto (Equisetum arvense): detto anche “coda cavallina”, è una pianta erbacea molto comune che in Italia vive sull’arco alpino e di cui si utilizzano i ramoscelli sterili verdi che, per le proprietà diuretiche, depurative, antibatteriche, antisettiche, emostatiche, cicatrizzanti e remineralizzanti, risultano particolarmente attivi sull’apparato genito-urinario. Infatti la pianta è indicata negli stati infiammatori e nelle infezioni delle basse vie urinarie (cistite, uretrite), nelle prostratiti, nel trattamento della renella e per le gambe e le caviglie gonfie. E’ particolarmente efficace in caso di cistite ricorrente anche per la capacità di cicatrizzare le lesioni della mucosa vescicale. Si può utilizzare sotto forma di infuso: 2 cucchiai di equiseto essiccato in 1 tazza d’acqua bollente, lasciar riposare 10 min, filtrare e bere 2-3 volte al dì lontano dai pasti. Oppure si può assumere la tintura madre: 30 gocce 2 volte al dì in un poco d’acqua. Oppure ancora l’estratto secco o la polvere in capsule: 2 volte al dì. L’equiseto si utilizza anche in preparati cosmetici per il trattamento di cellulite, smagliature, edemi, cicatrici, mancanza di elasticità della pelle, prevenzione delle rughe ed invecchiamento cutaneo.
□ Achillea (Achillea millefolium): è una pianta erbacea molto comune che cresce su tutto il territorio italiano nei prati, ai margini dei fossi, lungo le siepi. Le foglie e le estremità fiorite contengono sostanze che conferiscono alla pianta proprietà antispastiche, diuretiche, antinfiammatorie, antibatteriche, astringenti, cicatrizzanti, ipotensive, che ne consigliano l’uso per il trattamento delle infiammazioni o infezioni delle basse vie urinarie (cistite, uretrite) e dei disturbi urinari in genere. L’Achillea si rivela utile anche nei mal di stomaco, dispepsie con fermentazioni, stati di atonia generale, dismenorrea (mestruazioni dolorose), disturbi circolatori, affezioni della pelle, foruncoli, ferite, varici, emorroidi, dolori reumatici e nevralgie. Per uso interno può essere utilizzata sotto forma di infuso (10 g di sommità fiorite in 250 ml d’acqua bollente), di tisana (1 cucchiaino di erba essiccata in 1 tazza d’acqua bollente), o di tintura. Per uso esterno sotto forma di succo della pianta fresca, decotto, oleolito, olio essenziale, polvere. La pianta potrebbe provocare, nei soggetti particolarmente sensibili ad alcuni suoi componenti, una dermatite allergica.
□ Timo (Thymus vulgaris, Thymus serpillum): le sommità fiorite e le foglie di questa pianta aromatica sono ricche di fenoli, in particolare timolo e carvacloro, cui si attribuiscono le innumerevoli virtù e proprietà terapeutiche, tra cui l’attività antisettica, antispasmodica, antinfiammatoria, antimicrobica, balsamica ed espettorante. Il timo è utilizzato, da solo o in associazione con altre piante medicinali, per le infezioni dell’apparato urinario (cistite, uretrite) e dell’apparato gastrointestinale, per stimolare l’appetito e favorire la digestione, per le infiammazioni dell’apparato respiratorio, in particolare asma, bronchite, laringite, tonsillite, tosse e raffreddore. L’infuso si può preparare con 1 cucchiaino di timo essiccato in 1 tazza d’acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare e berne 1 tazza 3-4 volte al giorno, tra i pasti o dopo i pasti. Per uso esterno lo stesso infuso può essere usato per effettuare gargarismi contro laringiti e tonsilliti, come collutorio per l’igiene del cavo orale e per detergere piccole ferite. In cosmetica il timo è impiegato in preparazioni per pelli grasse ed i suoi oli essenziali per shampoo, lozioni, deodoranti.