La parola corea, dal latino CHOREA che vuol dire “ballo”, denota una sindrome morbosa, una malattia neurologica del Sistema Nervoso Centrale. La malattia è contraddistinta da movimenti muscolari tonico-clonici idiopatici (ossia non risultano provocati da una causa specifica), involontari, bruschi, invincibili, incoordinati, irregolari, aritmici. Questi movimenti interessano in special modo gli arti e il capo, possono essere unilaterali o bilaterali. Nel caso di bilateralità essi non sono né sincroni né simmetrici.
La malattia neurologica, nella forma acuta (corea di Sydenham o chorea minor o chorea infectiosa, nota come “ballo di S. Vito”) colpisce i bambini del periodo dell’infanzia e dell’adolescenza; nella forma cronica (corea di Huntington o chorea cronica), si manifesta negli adulti; nella forma senile colpisce gli anziani.
La forma acuta
E’ più frequente nel sesso femminile che in quello maschile e non ci sono distinzioni di razza. Ha un decorso favorevole. È ammessa genericamente un’influenza ereditaria di neuropatie e diatesi reumatica. La diagnosi di corea reumatica si pone con assoluta certezza in tutti i casi in cui è stata accertata la malattia reumatica, quale ad esempio una poliartrite.
La diatesi reumatica non deve però essere considerata l’unica possibile, in quanto malattie infettive diverse (erisipela, difterite, malaria, ecc.) possono precedere l’insorgenza di una c. La malattia inizia di rado in modo brusco, in genere insidiosamente, talora preceduta da prodromi non specifici (cefalea, disturbi del sonno, spossatezza, irritabilità, disattenzione). Non è raro che il bambino venga punito dai genitori o dagli insegnanti per la sua irrequietezza o perché fa le smorfie.
I movimenti involontari sono appena apprezzabili all’inizio, tanto da dare l’impressione di una semplice irrequietezza; sono improvvisi e di piccola ampiezza, localizzati di regola alla faccia e agli arti, successivamente divengono più ampi.
A malattia completamente sviluppata, i movimenti involontari interessano tutta la muscolatura del corpo e, particolarmente, le estremità degli arti.
Il capo viene flesso, inclinato, deflesso; i bulbi oculari ruotano; le labbra, la lingua si atteggiano a smorfie, talora contraffacendo espressioni emotive; le braccia vengono estese, flesse, ruotate, le dita si muovono continuamente; gli arti inf., comparativamente più risparmiati, possono essere incrociati, lanciati in varia direzione, urtando spesso l’uno contro l’altro… Perciò star fermi è impossibile, la deambulazione è irregolare, il passo ineguale. Talora sono coinvolti anche i muscoli della masticazione e della deglutizione; l’articolazione della parola è disturbata e lettere o sillabe sono ingoiate. Nella maggior parte dei casi i riflessi rimangono inalterati, così come la sensibilità al dolore, il fondo oculare; non di rado si riscontra una modesta febbre all’inizio della malattia. Nella maggioranza dei casi ci sono alterazioni psichiche di lieve grado: psicosi, ancia ed eccitamento, disturbi dell’ideazione, disattenzione, amnesie, torpore.
I movimenti coreici cessano col sonno e ricompaiono al risveglio. I movimenti involontari disturbano l’attività motoria volontaria.
La forma cronica
Può essere eccezionalmente secondaria a quella acuta. È nota anche con le definizioni di c. cronica progressiva, c. cronica ereditaria, c. eredodegenerativa, dementia choreica.
La malattia colpisce indifferentemente ogni razza e ogni strato sociale, colpisce generalmente le persone tra i 20 e i 50 anni, raramente prima dei 20 anni. La malattia è a carattere ereditario e si trasmette con un gene dominante autosomico monoibrido a completa penetrazione, per cui può passare ininterrottamente per più generazioni.
Sono stati condotti numerosi studi con la speranza di individuare meccanismi biochimici, conseguenti ad alterazioni del metabolismo, responsabili delle manifestazioni cliniche della c. di Huntington.
Nel complesso, i movimenti involontari della forma cronica Huntington si distinguono dalla forma acuta di Sydenham perché sono meno bruschi e repentini e per la minore violenza delle scosse muscolari. Inoltre essi sono a carico di un maggior numero di muscoli o di gruppi muscolari. Per questo motivo nella c. di Huntington si verifica un flusso continuo di movimenti e non improvvise rapide scosse di singoli muscoli.
I muscoli antagonisti entrano in gioco durante la contrazione degli agonisti. Ciò accade perché è alterato il meccanismo dell’innervazione reciproca, al contrario di quanto avviene nella c. di Sydenham.
I movimenti coreici diminuiscono d’ampiezza quando il paziente è tranquillo e a riposo, e scompaiono nel sonno; essi, con il passar degli anni e con il progredire della malattia, diventano più lenti e stereotipati, compromettendo per ultimo i muscoli del tronco. La forza muscolare non è compromessa, ma si osservano variazioni di tono muscolare con contrazioni paradosse (poichilotonia) a causa dell’attività simultanea deli agonisti con gli antagonisti. Non c’è una vera incooordinazione, la diadococinesia è però alterata. I riflessi non sono alterati e non si riscontrano disturbi della sensibilità e dei sensi specifici. Frequenti sono i disturbi neurovegetativi, per disregolazione del sistema nervoso autonomo dovuta probabilmente a compromissione dei nuclei ipotalamici. I disturbi consistono nell’iperidrosi delle mani e dei piedi, acrocianosi, salivazione, ipogenitalismo, poliuria, incontinenza, polidipsia, ecc.
I disturbi psichici consistono inizialmente in irritabilità, disattenzione, malumore, diminuzione di autocontrollo, alterazioni del carattere. Man mano si arriva al decadimento mentale e a quadri psicotici di tipo distimico o schofrenico. La memoria si indebolisce, le facoltà attive si affievoliscono, l’intelligenza decade inesorabilmente e si può giungere alla demenza paralitica.
La corea senile
Si distingue dalla precedente per un inizio più tardivo, per l’assenza di ereditarietà e la presenza di sintomi demenziali di tipo senile o arteriosclerotico. Ipercinesie di tipo coreico in questo caso sono l’espressione di alterazioni cerebrali senili. La malattia ha un decorso lentamente progressivo.
In omeopatia per le cure della c. si utilizzano massimamente i seguenti rimedi:
Aconitum, Agaricus m., antimonium t., apis, argentum n., arsenicum, arsenicum i., Artemisia v., asa f., belladonna, bufo, Calcarea, Causticum, cedron, chamomilla, China, Cicuta, Cimicicifuga, Cina, cocculus, coffea c., Crocus sativa; crotalus Horridus; Cuprum, ferrum phosph., gelsemium, helleborus, hyosciamus, Ignatia, iodum, kali-br., kali-i., lachesis, laurocerasus, lilium t., magnesia phosph, Mygale, natrum m., natrum sulph, nux v., opium, Phosphorus, Physostigma, platina, Plumbum, pulsatilla, Rhododendron, Rhus t., sabadilla, sambucus n., Secale, Sepia, sticta p., Stramonium, Sulphur, Tarentula, veratrum v., viscum album, Zincum, zizia.
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(*) V. Note esplicative