Sommario:
◊ Premessa
◊ La Tintura Madre
□ La “droga”
□ La soluzione idroalcolica
◊ La diluizione
◊ La succussione
◊ Il trattamento della Triturazione
Premessa
Rimedi omeopatici sono i farmaci adoperati in omeopatia. Le sostanze utilizzate per la loro preparazione appartengono ai tre regni della natura: animale, vegetale, minerale.
Spesso anche nella medicina tradizionale (allopatica) si fa ricorso a sostanze naturali, solo che l’omeopatia utilizza, per la preparazione dei rimedi, un particolare procedimento. Questo consiste essenzialmente di due fasi: diluizione e succussione (o dinamizzazione). Viene presa la parte selezionata della pianta o la sostanza minerale o la sostanza animale, la si elabora opportunamente e la si diluisce, nella maggioranza dei casi, in una soluzione idroalcolica oppure solo in acqua, tante volte quant’è la diluizione desiderata (processo di diluizione), scuotendo energicamente la stessa ogni volta che la si diluisce (processo di succussione o dinamizzazione).
L’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, prima cioè dei processi di diluizione e di succussione, costituisce il cosiddetto ceppo omeopatico e risulta indispensabile per la corretta preparazione dei rimedi omeopatici. Tale trattamento preventivo si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata: in linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua o in alcool si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile si ricorre alla Triturazione. Più usualmente, per le sostanze di origine vegetale si parte dalla Tintura Madre, mentre per quelle di origine minerale o animale, trattandosi in genere di sostanze solide non solubili, si parte dalla Triturazione (V. oltre). Ovviamente, anche se meno ricorrenti, esistono ceppi omeopatici diversi (ad es. macerati glicerici, bioterapici, isoterapici, prodotti chimici, ecc.).
La preparazione dei rimedi omeopatici deve, pertanto, seguire procedimenti ben codificati, che ne garantiscano l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia. I procedimenti hahnemanniani, ai quali più spesso ci riferiremo, assicurano ciò e sono generalmente considerati di maggiore precisione.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Si trovano in commercio sotto forma di granuli, globuli, gocce, fiale, compresse, capsule, tavolette, creme, pomate, unguenti, colliri, colluttori, dentifrici, lavande, supposte, tisane, infusi, sciroppi, oli, ecc.
Di seguito si riportano alcune tecniche hahnemanniane di preparazione dei rimedi.
La Tintura Madre
Le sostanze da cui traggono origine i rimedi omeopatici provengono prevalentemente dal mondo vegetale (ma anche, come abbiamo detto, da quello animale e minerale). La base da cui si parte è la cosiddetta Tintura Madre, che si può preparare, disponendo della pianta originaria, in modo abbastanza semplice, anche in casa.
La Tintura Madre (TM) si ottiene per macerazione della pianta in soluzione idroalcolica. Si definisce “madre” perché nasce prevalentemente come base per altre preparazioni (“figlie”), ma essa stessa può rappresentare una preparazione.
La “droga”
Le parti della pianta adoperate per la macerazione sono giovani rami con le foglie, fiori raccolti nel periodo di fioritura della pianta, radici, corteccia, frutti, fusti, ecc., a seconda del principio attivo che si vuole estrarre.
La parte della pianta utilizzata può essere fresca o secca (essiccata successivamente alla raccolta) e comunque finemente triturata prima di essere posta in soluzione. La sostanza triturata (“droga”) viene macerata in soluzione idroalcolica per 3 settimane, al buio, ad una temperatura non inferiore a 18°C, agitando di tanto in tanto per velocizzare l’estrazione del principio attivo.
Il rapporto in peso droga:solvente è generalmente 1:5 nel caso di triturato fresco e di 1:10 nel caso di triturato secco.
Dopo la macerazione, il prodotto viene filtrato, si spreme il residuo, si riporta il volume iniziale usando la stessa soluzione idroalcolica, con la stessa gradazione, e si conserva al riparo dalla luce in flaconcini ambrati muniti di contagocce.
La soluzione idroalcolica
La soluzione idroalcolica è una miscela di acqua distillata o depurata e di alcool etilico (etanolo) per uso alimentare. La gradazione alcolica (o titolo) della soluzione idroalcolica dipende dal tipo di pianta, in quanto tutti i principi attivi non si estraggono con lo stesso grado alcolico essendo alcuni di essi più o meno idrosolubili. In genere la maggioranza delle piante richiede una gradazione alcolica che oscilla tra 25° e 65°.
Per preparare, ad esempio, una titolazione a 60° si utilizzano, per 1000 g di soluzione, 619 g di alcool etilico a 95° e 381 g di acqua, ovvero 666 ml di alcool e 334 ml di acqua. Per ottenere una titolazione a 40° si utilizzano 361 g di alcool e 639 g di acqua, ovvero 410 ml di alcool e 590 ml di acqua. Per ottenere una titolazione a 30° si utilizzano, invece, 267 g di alcool e 733 g di acqua, ovvero 309 ml di alcool e 691 ml di acqua.
La diluizione
Come abbiamo visto, le TM costituiscono la base di partenza per i rimedi (o farmaci) omeopatici, che vengono preparati mediante diluizioni successive (decimali o centesimali), ognuna intervallata da succussioni (o dinamizzazioni).
Le TM vengono anche impiegate direttamente in terapia alla dose media di 50 – 100 gocce al dì disperse in acqua.
Per quanto riguarda i rimedi che si ottengono da sostanze solubili appartenenti al mondo animale e minerale, le preparazioni alle varie diluizioni, in genere, partono dalla sostanza di base analogamente dissolta nella soluzione idroalcolica.
Si prende una piccola quantità di sostanza di base (es. il veleno dell’ape dissolto), oppure, come detto in precedenza, una goccia di TM, la si mette in una provetta (o in altro contenitore di vetro) e la si diluisce con 9 gocce di acqua (o di lattosio o di soluzione idroalcolica). Si scuote energicamente la provetta più volte (succussione). Si è ottenuto in questo modo il rimedio omeopatico che corrisponde alla diluizione 1 decimale (1D). Se invece si utilizzano 1 goccia di sostanza + 99 gocce di solvente, la diluizione ottenuta è di 1 centesimale (1CH).
Se in una seconda provetta si mette 1 goccia della diluizione 1D e la si miscela con 9 gocce di solvente, si avrà la diluizione 2D. Allo stesso modo se si miscela 1 goccia 1CH con 99 gocce di solvente, si otterrà la diluizione 2CH e così via fino alla diluizione desiderata.
Si avranno quindi, nel caso del veleno di ape, i rimedi omeopatici Apis 1D, Apis 2D, Apis 1CH, Apis 2CH, ecc.
Gli schemi che seguono chiariscono meglio quanto su riportato.
Questo procedimento rende la sostanza di base sempre meno presente nella soluzione e quindi nel rimedio, trasformandone le proprietà da dannose a curative per l’organismo.
Pertanto l’azione del rimedio omeopatico non è di natura farmacologica quanto di natura energetica. Infatti, i processi descritti (diluizione seguita da succussione) conferiscono alla sostanza uno straordinario potere energetico, mettendola in grado di produrre l’effetto di reazione dell’organismo allo stimolo energetico, in concordanza con la Legge di Similitudine.
Ciò in effetti è riconducibile alla capacità dell’acqua (solvente) di acquisire, attraverso il contatto con la sostanza (che rappresenta il principio attivo), e di trasmettere, attraverso l’assunzione del rimedio omeopatico, segnali di natura elettromagnetica che vengono percepiti dall’organismo malato come sollecitazioni alla reazione. L’efficacia della cura omeopatica è data, quindi, dalle capacità che ha l’organismo di percepire questi segnali e di reagire.
La succussione
La succussione o dinamizzazione rappresenta una fase anch’essa chiave nel procedimento di preparazione dei rimedi omeopatici e serve a conferire alla diluizione il potere omeopatico di cui in precedenza.
Essa, come abbiamo già detto, consiste in un’azione di forte agitazione della provetta in cui è contenuta la diluizione.
Il dott. Hahnemann era solito effettuare 100 succussioni per volta e si racconta che sbatteva il suo contenitore sulla Sacra Bibbia.
Il trattamento della Triturazione
La preparazione di un rimedio omeopatico che fa uso di una sostanza attiva solida non solubile, in genere di origine minerale o animale, prevede l’elaborazione preventiva della stessa (che costituisce il cosiddetto ceppo omeopatico) con il metodo hahnemanniano della Triturazione.
Tale trattamento, che utilizza come veicolo del lattosio puro, risulta indispensabile per portare in soluzione i principi attivi che altrimenti sarebbero insolubili.
Si utilizza il lattosio (il principale zucchero contenuto nel latte) come veicolo in quanto, secondo considerazioni più recenti, si sfrutta la triboelettricità di questo disaccaride per formare una sorta di “immagine elettronica del rimedio” all’interno dello stesso. La triboelettricità è la caratteristica delle sostanze di forma cristallina, come gli zuccheri, di produrre differenze di potenziale, con conseguente liberazione di cariche elettriche, quando i cristalli vengono frantumati.
L’azione continua delle cariche elettriche, liberate dai cristalli del disaccaride durante la triturazione per effetto della triboelettricità, sugli elettroni degli atomi del farmaco risulta determinante per formare la suddetta immagine elettronica (cioè l’immagine della struttura elettronica del farmaco) che rimane impressa nel lattosio. Concorre a ciò la differenza di costante dielettrica (questa sinteticamente è la predisposizione di un materiale a trasmettere il campo elettrico; più essa è grande più il materiale è isolante) e la conseguente differenza di conducibilità elettrica (che rappresenta il comportamento opposto; più essa è grande più il materiale è conduttore) tra la sostanza attiva ed il lattosio, che comporta una differente mobilità elettronica.
Per i pazienti intolleranti al lattosio si può impiegare il saccarosio, che è altrettanto un disaccaride.
Per la Triturazione si procede come segue. Si pone in un mortaio di porcellana la sostanza attiva solida, precedentemente ridotta in polvere fine, con un’opportuna quantità di lattosio e si pesta accuratamente per 20 min. Le rispettive quantità di sostanza attiva e di lattosio si calcolano in modo da ottenere la prima triturazione decimale 1D (1 parte di sostanza e 9 parti di lattosio) o centesimale 1CH (1 parte di sostanza e 99 parti di lattosio). Si preleva quindi 1 parte della triturazione 1D e la si tritura come descritto sopra con 9 parti di lattosio, oppure 1 parte della triturazione 1CH e la si tritura con 99 parti di lattosio, per ottenere rispettivamente la seconda triturazione decimale 2D o la seconda triturazione centesimale 2CH. Si procede alla stessa maniera per ottenere la 3D o la 3CH. A questo punto si trasferisce il tutto in un mezzo liquido, solitamente una soluzione idroalcolica, e si continua come per le diluizioni di cui in precedenza (ovverossia diluizioni intervallate da dinamizzazioni, fino alla potenza desiderata).
Da quanto innanzi esposto si comprende perché i rimedi omeopatici ottenuti per triturazione, cioè che utilizzano sostanze attive solide non solubili, in genere di origine minerale o animale, sono disponibili a partire dalla 4D o 4CH.
(*) V. Note esplicative
Vittorio dice
Vorrei sapere che cosa vuole dire diluizione “K” ( ad esempio OSCILLOCOCCINUM 200 K)
Ringrazio
Vittorio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Vittorio, la invito a consultare l’articolo “Diluizioni omeopatiche D, CH, K, LM” nella presente sezione del sito “Approfondimenti”, dove potrà trovare la risposta alla sua domanda. Cordiali saluti.
Romina dice
Salve dott.ssa sono malata di idrosadenite suppurativa da 20 anni circa e ne ho 36 purtroppo quando si formano queste cisti in posti asdurdi tipo inguine ecc sono dolorosissime(sono positiva allo staphilococco intermedius ++fatto esame del liquido cisti)vorrei sapere se esiste una cura omeopatica per far regredire le cisti o combattere il batterio .
Ho saputo che questa malattia è rara ed autoimmune un incubo se potesse aiutarmi gliene sarei grata.
Cordiali saluti Romina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Romina, l’omeopatia potrebbe venirle in soccorso con una cura di fondo e di sistema, che vada a correggere in profondità il “terreno”, legato al patrimonio genetico e comportamentale, il quale risulta essere predisposto alla formazione delle lesioni suppurative. Ciò richiede indispensabilmente uno studio approfondito della persona e del suo quadro clinico. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà trovare la terapia su misura per lei, la quale quantomeno la potrà sollevare. Cordiali saluti.
Barbara dice
Dott.ssa Rita vorrei usare una crema omeopatica alla calendula per la cicatrizzazione della ferita post operatoria della mia gatta Luna operata un anno fa all’orecchio di carcinoma extra cellulare . Chiedo il suo parere. Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Barbara, la crema alla Calendula potrebbe andare bene per le sue spiccate proprietà lenitive, analgesiche, antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, ecc. Cordiali saluti.
Rosa dice
Ho trovato il vs. articolo molto esauriente e oltremodo comprensibile. Sono una profana per questo la semplicità è una componente molto preziosa per me. Da tempo le mie piante, in questo caso il limone, sono malate. Non si giovano di nessun trattamento. Ho pensato all’omeopatia per questo vi chiedo posso preparare con le stesse foglie malate un trattamento? Devo triturarle? In acqua o soluzione idroalcolica? Da spruzzare o per innaffiare? Le sarei grata se mi ragguagliasse in merito. Rosa
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rosa, l’omeopatia è una medicina per gli esseri viventi del mondo animale e non anche per il mondo vegetale. Faccia una ricerca in rete dove potrà trovare degli spunti interessanti che potrebbero applicarsi al suo limone, oppure chieda direttamente a un vivaio. Cordiali saluti.
Iris dice
Gentilissima Dottoressa, la ringrazio per la chiara ed esauriente risposta. Mi permetta di chiederle ancora quali rimedi topici mia figlia potrebbe anche utilizzare per ridurre l’aggressione batterica nel cavo orale (colluttorio, gel…). Presso un centro specializzato in parodontite ( Microdent) è già stata sottoposta a più sedute di pulizia dentale e sottogengivale e, nelle prossime settimane, si completerà la pulizia con l’ausilio del laser, poi si procederà con l’estrazione di due denti del giudizio, con l’intervento sul frenulo… La ragazza è preoccupata… io temo di non fare abbastanza per lei! Sicuramente ha un sistema immunitario debole, visto che ha la micosi, la candida vaginale e, nel periodo invernale, si raffredda spesso. I rimedi omeopatici o fitoterapici possono essere aggiunti al Didrogyl (calcifediolo), prescritto dall’odontoiatra? Guna IL – CH, su cui ho delle perplessità, vorrei che venisse sostituito da uno dei rimedi da lei consigliati. Vivo a Bari. A chi potrei rivolgermi? Salutandola, nuovamente la ringrazio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Iris, fermo restando i contenuti della risposta precedente, la cosa più saggia da fare è di rivolgersi ad un medico omeopata e se non ha riferimenti in merito potrebbe fare una ricerca in rete relativamente a siti e organizzazioni affidabili, come ad es. potrebbe essere la SIMO (Società Italiana Medicina Omeopatica), che opera anche in Puglia, oppure rivolgersi a una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per essere indirizzata verso un bravo medico omeopata. Per quanto riguarda specificamente la salute della bocca e del cavo orale, dia un’occhiata all’articolo “Bocca sorridente” della sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici, prevalentemente in uso topico, molto validi per prevenire o curare varie affezioni e problematiche. Cordiali saluti.
Iris dice
Per una parodontite, a mia figlia ventenne è stato prescritto Guna IL – CH4 per rinforzare il sistema immunitario. Vorrei sapere cosa contiene tale rimedio omeopatico, dal momento che non esiste nessun foglietto informativo. Siccome sono contraria ai prodotti di origine animale ed umana, nel caso in cui il rimedio prescritto dovesse contenerne, mi potrebbe indicare uno con le stesse funzioni, ma di origine naturale? Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Iris, alcune case farmaceutiche produttrici, trincerandosi dietro disposizioni di legge che, peraltro, hanno finalità diverse, spesso non rendono noti gli ingredienti dei loro prodotti e la relativa provenienza. E’ questo il caso del rimedio da lei citato, che è un bioterapico omeopatizzato, il quale comunque dovrebbe essere ottenuto dalle interleuchine (IL) che sono delle proteine secrete prevalentemente dalle cellule del sistema immunitario per stimolarne la crescita ed il funzionamento durante la risposta immunitaria, nonché per concorrere alla riparazione e rimodellamento del danno tissutale. Si intuisce pertanto facilmente la provenienza. Esistono comunque diversi rimedi omeopatici più classici, di provenienza vegetale o minerale, che potrebbero dare un contributo per combattere la parodontite, tra i quali si citano Aurum metallicum, Borax veneta, Carbo vegetabilis, Cinnamonum zeylanicum, Cuprum metallicum, Hepar sulphur, Mercurius solubilis, Phosphorus, Silicea, Symphytum ed altri. Anche alcuni rimedi omeopatici complessi, contenenti cioè diversi rimedi sinergici (tra cui alcuni di quelli sopra citati), sempre di origine vegetale o minerale, potrebbero essere utili, quali ad esempio Arnica compositum heel, Homeos 20, OM 37 ed altri. Relativamente al rafforzamento del sistema immunitario è importante partire innanzitutto dall’alimentazione che deve essere sana ed equilibrata, privilegiando i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici e probiotici. Anche la fitoterapia è in grado di fornire il suo contributo con preparati a base di diverse piante, tra i quali si cita, uno per tutti, il gemmoterapico Ribes nigrum, che è un fitoterapico rinnovato, precisamente un macerato glicerico con diluizione D1 del principio attivo (è la forma galenica più utilizzata per l’uso terapeutico), il quale è un ottimo stimolante del sistema immunitario, oltre ad avere proprietà antinfiammatorie, antisettiche, antidolorifiche, antiallergiche, depurative, ecc. Si ricordi però che la parola spetta sempre al medico. Cordiali saluti.
paola dice
ho delle fiale di arnica compo.-Heel iniettabile da 2.2 ml da 5000….. non so cosa……:
la posso bere e va bene 1 al dì. per trauma muscolare acuto ?:
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, in linea teorica l’assunzione per via orale delle fiale iniettabili non è vietata, però, poiché tale uso non è quello per cui è stato concepito il rimedio, potrebbero modificarsi gli effetti terapeutici. In genere le fiale orali vengono preparate utilizzando per l’ultima diluizione una soluzione idroalcolica, mentre nelle fiale iniettabili si utilizza dell’acqua ed una soluzione di cloruro di sodio. Se si potesse evitare sarebbe meglio. Comunque una fiala al dì nei casi acuti è una posologia prescrivibile. Cordiali saluti.
marco dice
Qual’e’ il meccanismo di azione, la molecola/e agenti nella bryonia? Con quali modalita’ questa molecola agisce sull’apparato respiratorio provocandone la guarigione? In caso di ml di gola, tosse e raffreddore e achee un po di febbre è giusto assumerla? Quali effetto collaterali ha?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, i quesiti che lei pone sono formulati secondo le logiche della medicina convenzionale, ove è importante la chimica, cioè la quantità di farmaco e quindi la sua concentrazione molecolare, perché è questa che deve agire per debellare la malattia. La medicina omeopatica invece non si affida alla chimica, tant’è che nei rimedi con diluizione superiore a 12CH non è presente più alcuna molecola della sostanza di origine, ma piuttosto alla fisica ed alla biocibernetica, in quanto ciascun rimedio omeopatico veicola una ben precisa informazione che è proprio quella necessaria ai sistemi di regolazione dell’organismo per agire e portare alla guarigione. Per quanto riguarda Bryonia, che è un rimedio validissimo per le affezioni dell’apparato respiratorio, essa si utilizza soprattutto quando i sintomi si manifestano lentamente, a differenza di Aconitum e Belladonna, gli altri due grandi rimedi dell’omeopatia, ove i sintomi compaiono dopo poche ore. Si legga gli articoli omonimi nella sezione del sito “Rimedi omeopatici”. Infine per quanto riguarda gli effetti collaterali, se questi li intendiamo nel senso tradizionale del termine, possiamo dire che i rimedi omeopatici in genere non ne hanno, cioè non sono in grado di provocare alcun danno fisiologico, in quanto, come detto in precedenza, la loro azione consiste nello stimolare ed incanalare la capacità propria di guarigione dell’organismo e non contengono alcuna sostanza a livello ponderale. Questo però non significa che possono essere assunti senza cautela e senza prescrizione medica, in quanto, soprattutto con le alte diluizioni, se si dovesse assumere un rimedio omeopatico sbagliato si potrebbero avere disturbi organici, psichici o mentali abbastanza seri e fastidiosi. Cordiali saluti.
marlis dice
buonasera vorrei sapere come posso fare per avere informazioni su estratto di mela annurca per problemi al colon ,per ora mi limito a frullare cinque mele e mangiarle durante il giorno ma quando scuriscono sono ancora curative ?grazie e spero in una vostra rapida risposta marlis
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marlis, l’imbrunimento della polpa di mela quando viene a contatto con l’aria è dovuto ad una reazione enzimatica di ossidazione dei polifenoli presenti. In quanto tale non comporta alcuna perdita delle proprietà, sia dal punto di vista nutrizionale che terapeutico, ma solo un problema estetico e volendo di gusto. Per rallentarlo sensibilmente basta aggiungere in po’ di succo di limone che funge da antiossidante. Per tutte le informazioni sulle proprietà della mela la invito a leggere l’articolo “Melo” della sezione del sito “Piante & Salute”. Per quanto riguarda l’estratto di mela annurca, per me è sempre meglio consumare il frutto fresco piuttosto che fare uso di prodotti commerciali già pronti. Cordiali saluti.
giovanna dice
genti.ma dot.sa RITA non riesco piu’ a comunicare con voi . VI HO FORSE OFFESO IN QUAL’COSA?eavete chiuso il collegamento con me? se vi ho offeso in qual’cosa involontariamente mi scuso .spero che almeno una parola me la direte ,non vi disturbero ancora.Sono GIOVANNA da savona
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giovanna, non è successo niente di quanto da lei ipotizzato. Probabilmente per un inconveniente tecnico la mia risposta del 28/08/2012 al suo commento del 24/08/2012 non è pervenuta correttamente. Oggi potrà visionarla nella home-page della sezione del sito “Rimedi omeopatici” dove ha formulato il commento. Resto sempre a sua disposizione per qualsiasi informazione di cui avesse bisogno. Cordiali saluti.