Premessa
In quest’articolo si forniranno alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione, si riporteranno gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia. Per comodità si riproporranno alcune nozioni e informazioni già sviluppate in altre parti del sito.
Il ceppo omeopatico
Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base (di natura vegetale, animale o minerale), da cui trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione. Maggiori informazioni sono contenute nell’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della presente sezione del sito.
La diluizione
La diluizione è una delle due fasi importanti (l’altra è la dinamizzazione, di cui in seguito) del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).
La dinamizzazione
La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione. Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine “potenza”, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico. Nel presente sito, come del resto è consuetudine in Italia, verrà utilizzato il termine unico “diluizione” sottintendendo che sia comprensivo anche della dinamizzazione.
Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH
Come già accennato le diluizioni dei rimedi omeopatici contrassegnate dalla sigla D o dalla sigla DH (in Italia solitamente si adopera la D), sono le diluizioni decimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/10), dal nome del padre dell’omeopatia classica Samuel Hahnemann (1755-1843, medico tedesco). Le diluizioni omeopatiche contrassegnate dalla sigla C o dalla sigla CH (in Italia solitamente si adopera la CH), sono le diluizioni centesimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/100). La cifra numerica che segue o precede una delle suddette sigle indica quante volte è stata operata la relativa diluizione. Ad esempio la diluizione (o la potenza) D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio. Invece la diluizione (o la potenza) 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.
Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa. Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.
In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.
Le diluizioni korsakoviane K
Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo), connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate “del flacone unico”. In tale unico flacone vengono eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata. Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico (ad es. di tintura madre) un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione. Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.
Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso (utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata), per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.
Equivalenza tra diluizioni hahnemanniane e korsakoviane
Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali (ricordiamoci che anche la diluizione korsakoviana è da ritenersi centesimale in quanto, come già detto, si presuppone che la quantità di soluzione aderente le pareti del flacone, dopo lo svuotamento ad ogni passaggio, rappresenti 1/100 del suo precedente contenuto), hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine (che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH), che la diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile, in quanto presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente. Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania. Molti Autori, comunque, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni accennate, si può dire che approssimativamente è possibile accettare la tabella di equivalenza, a lato riportata, in funzione della sola concentrazione molecolare e quindi della sola diluizione.
Però è importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni, poiché la diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana. Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.
Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane andrebbe valutata dando rilevanza alla dinamizzazione, che, come visto, assume un ruolo prevalente rispetto alla mera diluizione della sostanza di origine, essendo quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico. Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K (o MK), avendo la stessa dinamizzazione.
Effetti terapeutici delle diluizioni
Anche se in omeopatia non esiste la regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono, oltre che dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio, dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.
● Basse diluizioni (quelle fino alla 7CH): hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata (ogni quarto d’ora, ogni mezz’ora, ecc.) per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di “drenaggio”, che stimola gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
● Medie diluizioni (ad es. la 9CH o la 15CH): hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
● Medio-alte diluizioni (ad es. la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima): impiegano alcuni giorni (5, 7, 10, 15 gg.) per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20-30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
● Alte diluizioni (ad es. la 200CH o la 200K): impiegano un buon numero di giorni per agire (15, 20, 30 gg.) e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
● Altissime diluizioni (prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK): agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi (20, 30, 40 gg.) e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.
Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM
Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM. Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente. Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 (500 x 100) ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala. In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.
L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann (nella sesta edizione dell’Organon le definisce prossime alla perfezione, descrivendole per la prima volta), soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico “iatrogeno”, che farebbe insorgere temporaneamente dei nuovi sintomi come conseguenza dello sviluppo del potere patogeno del rimedio. L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.
Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico “terapeutico”, comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine rimedio-paziente. Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.
Maggiori informazioni in merito sono contenute nell’articolo “Aggravamento omeopatico” della presente sezione del sito.
Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.
Classificazione delle diluizioni D, CH, K, LM
In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.
Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine, le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna, la quale traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.
Pertanto, dal punto di vista dell’effetto clinico, tutte le tipologie di diluizioni omeopatiche possono così classificarsi:
► «basse» le diluizioni fino a 7 (D o CH o K o LM);
► «medie» quelle superiori a 7 fino a 15 (D o CH o K o LM);
► «medio-alte» quelle superiori a 15 fino a 30 (D o CH o K o LM);
► «alte» quelle superiori a 30 fino a 200 (D o CH o K o LM);
► «altissime» quelle superiori a 200 (D o CH o K o LM).
Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.
sabrina dice
Buonasera dott.ssa, ho letto la scala delle diluizioni e mi sembra di capire che quelle che lavorano sempre e comunque in modo mirato e non per questo meno sulle problematiche del paziente ,ma SENZA DARE AGGRAVAMENTO OMEOPATICO sono le LM ho capito bene?
Mentre io sapevo che questo succedeva con quelle al di sopra delle 200 k quindi anche le MK XMK LMK che erano per il evitare l’aggravamento … sbagliavo quindi?
Gli e lo chiedo perchè stò prendendo una 30 CH e vorrei riparlarne col medico perchè mi stà dando un sacco di aggravamenti,non ultimo sono bloccata con infiammazione muscolo natica inguine ecc ormai da 4 gg e prima ho iniziato da spalle e polso,così mi diventa pesante e quindi vorrei ridiscuterne ma capendone però prima io qualcosa :-) .
E poi volevo sapere un altra cosa…io sò che il criterio di guarigione è dalla testa ai piedi e da dentro a fuori giusto? ma con che criterio lavora il rimedio di solito? dai sintomi più recenti a quelli più profondi della persona o viceversa?
E facciamo un esempio di sintomo,calcificazioni spalle,una volta che il rimedio da l’informazione e lavora le calcificazioni dovrebbero anche sparire piano piano o no?
Grazie molte.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, come riportato nell’articolo, le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane LM, proprio per la maggiore e particolare dispersione della sostanza di origine, rendono più dolce l’azione energetica del rimedio e quindi consentono di ridurre notevolmente o di evitare sia l’aggravamento omeopatico che quello iatrogeno. Lo stesso Hahnemann le definì le più prossime alla perfezione. La forma farmaceutica migliore per rafforzare ciò è quella liquida che permette lo scuotimento del contenitore ad ogni assunzione in modo da aumentarne la dinamizzazione e quindi la potenza energetica. Le diluizioni korsakoviane MK, XMK, LMK sono delle altissime diluizioni e quindi si comportano come tali per entrambi gli aggravamenti. Per quanto riguarda la legge di guarigione naturale di Hering (da Constantin Hering, uno dei più brillanti allievi di Hahnemann), la sua formulazione completa è la seguente: “La guarigione terapeutica segue una direzione ben precisa: essa avviene dall’alto al basso, da dentro a fuori, nell’ordine inverso a quello dell’apparizione dei sintomi”. Pertanto la cura omeopatica giusta, cioè quella che conduce alla guarigione, deve sottostare a tale legge. Faccio io degli esempi chiarificatori. Dall’alto al basso: un malato presenta un eczema facciale, se questo scompare ed appare un’eruzione alle braccia vuol dire che la direzione dei sintomi è rispettata e quindi il malato va verso la guarigione. Da dentro a fuori: un malato presenta un’ulcera varicosa in via di cicatrizzazione, ma si nota l’apparizione di un’ulcera duodenale, allora vuol dire che la direzione dei sintomi è sfavorevole e perciò l’azione terapeutica è sbagliata. Nell’ordine inverso a quello dell’apparizione dei sintomi: un malato presenta diarrea cronica dal 2015, verruche dal 2014 e asma dal 2013, in tal caso sotto l’azione del simillimum scompare prima la diarrea, poi le verruche ed infine l’asma. Cordiali saluti.
angelo dice
Gentilissima Dott.ssa. Ho trovato molto interessante le vostre risposte ai vari quesiti posti. Pertanto ne approfitto per porvi anch’io una domanda: Sono in possesso di un rimedio omeopatico di nome “Tubercolinum GT LM 6” in soluzione alcoolica al 19% volume; secondo norma 17 HAB della Loacker. Dato che, il prodotto è rimasto integro, ma la data di scadenza è 06- 2008. E’ possibile usarlo ancora? Grazie . Cordialmente . Angelo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Angelo, i rimedi omeopatici, essendo classificati come farmaci, hanno una scadenza imposta per legge, che è fissata a cinque anni, riportata sulla confezione. Però se sono stati ben conservati, ossia lontano da fonti di calore, dalla luce e dall’umidità, di fatto non hanno una scadenza. Nel dubbio conviene ricomprarli. Cordiali saluti.
cristina dice
Buongiorno dottoressa,
sono molto interessata a un’integrazione di DHEA, Pregnenolone e Melatonina, ma non vorrei ricorrere alle formulazioni sostitutive, come gli integratori. Vorrei, invece, stimolare la funzione e per questo motivo vorrei assumerli in forma omeopatica (ho visto che sono disponibili).
Lei condivide?
E, in questo caso, può consigliarmi la diluizione e la frequenza di somministrazione?
La ringrazio molto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cristina, le consiglio di non avventurarsi, stiamo parlando di rimedi che hanno un impatto sulla sfera ormonale e che sono comunque dei farmaci a tutti gli effetti, anche se hanno un comportamento terapeutico più rispettoso dell’organismo e delle sue potenzialità. DHEA, Pregnenolone e Melatonina omeopatizzati, come lei saprà, non sono rimedi dell’omeopatia classica bensì sono dei bioterapici che nascono come un’evoluzione dell’omotossicologia, la quale a sua volta si ispira all’omeopatia. Sono la preparazione omeopatica degli ormoni omonimi e vengono adoperati come terapia di regolazione del complesso sistema neuro-immuno-endocrino. Bisogna però scegliere oculatamente le diluizioni per ottenere l’azione terapeutica necessaria, cioè quella adatta al caso specifico. In genere le basse diluizioni sono stimolanti, le medie diluizioni sono regolatrici e le alte diluizioni sono inibenti. Tuttavia ciò non ha valore assoluto, nel senso che la soglia di variabilità dell’attività clinica delle diluizioni può cambiare in funzione della sensibilità individuale del paziente. Pertanto l’opportunità d’uso dei rimedi, le relative diluizioni e le posologie conseguenti è meglio che le stabilisca un medico omeopata, al quale le suggerisco di rivolgersi. Cordiali saluti.
sabrina dice
Ok quindi non significa che un 200 è maggiore in termini di risultato o profondità di cura a un 30 ad esempio(sempre parlando in termini omeopatici naturalmente)…adesso ho capito! è ovvio che io sono in cura e non cerco la cura per me ma solo capire come funziona il rimedio omeopatico, per il resto poi ovviamente c’è il medico omeopata di riferimento! Speriamo solo come dice lei,sia il rimedio giusto più che altro perchè non mi rivedo in pieno alla descrizione del rimedio e non avendo approfondito in visita neanche alcuni aspetti,come i miei gusti in termini di cibo,di temperatura,caratteriali ecc ma tutto si è basato molto sull’impressione della mia conoscenza,il sentirmi parlare,la mia storia ecc. Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, è quasi così. Una 200CH ha un’azione più profonda di una 30CH, solo che bisogna verificare quale delle due è più adatta all’organismo del singolo paziente, quale di esse produce l’azione terapeutica necessaria, cioè quale di esse si sintonizza meglio sulla sensibilità e reattività del singolo organismo, che comunque sconta, in misura individualmente variabile, il grado di profondità della patologia e il grado di somiglianza rimedio-paziente raggiungibile. In estrema sintesi, anche se la 200CH ha un’azione più profonda della 30CH, non è affatto scontato che per il singolo paziente l’effetto terapeutico della prima sia superiore o migliore a quello della seconda. La bravura e la professionalità del medico omeopata si vede proprio in questo, cioè nella capacità di individuare a stretto giro la diluizione più adatta, mettendo in campo tutta la sua esperienza. Dobbiamo comunque ancora una volta ricordare che i risultati restano condizionati dalla corretta scelta del rimedio omeopatico, che deve avvenire nel pieno rispetto della “legge di similitudine”, l’unica dalla quale non si può prescindere, altrimenti diventa tutto inutile. Cordiali saluti.
Laura dice
Buongiorno. Dovendo effettuare la vaccinazione per morbillo-parotite-rosolia alle mie ragazze di 8 anni e 7 anni. In farmacia mi era stata consigliata la seguente terapia omeopatica di supporto:
la sera prima monodose di sulfur 200 ch, il giorno della vaccinazione (dopo la vaccinazione) thuya 200 ch.
E’ corretto? La data della vaccinazione è il 22 maggio prossimo…grazie mille!
Cordialità
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Laura, in omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia) è strettamente personale, non generalizzabile, proprio perché l’omeopatia, fondando il suo principio terapeutico sulla “legge di similitudine”, è una medicina molto personalizzata che individua i rimedi curativi sulla base della somiglianza rimedio-paziente, cioè sulla base della somiglianza tra la patogenesi del rimedio e il quadro clinico del paziente. In particolare la diluizione, con la posologia che ne consegue, è strettamente legata alla reattività e sensibilità del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico ed al livello d’intervento terapeutico necessario. Quello che è possibile dire è che Thuya è uno dei rimedi omeopatici che viene prescritto per evitare gli effetti iatrogeni delle vaccinazioni. Sulphur invece è un rimedio ripulitore, purificatore, in grado di favorire il processo di eliminazione delle tossine e quindi anch’esso potenzialmente indicato allo scopo. Cordiali saluti.
sabrina dice
La ringrazio dottoressa per la sua celere risposta, ma il mio dubbio era più nello specifico questo: se uno non ha risultati positivi con una diluizione non si dovrebbe salire e non scendere? in questo caso da 40 ch andare in sù e non a 30ch? o forse l’omeopatia ragiona diversamente? grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, forse non sono stata sufficientemente chiara. Il medico omeopata sta cercando la diluizione più giusta per lei, che non è detto si trovi tra le diluizioni più alte. Tra l’altro bisogna anche confrontarsi con il livello d’intervento necessario, perché non sempre sono appropriate le azioni terapeutiche molto profonde. Infatti questa è una delle decisioni che deve prendere il medico omeopata con la visita medica omeopatica e con la formulazione della diagnosi. Quindi il medico avrà avuto i suoi buoni motivi per abbassare leggermente la diluizione (da 40 a 30CH), ma rimanendo ancora nell’ambito delle diluizioni medio-alte. L’omeopatia che, ripeto, è una medicina molto personalizzata, ragiona con il criterio di individuare la soluzione terapeutica ritagliata sul singolo paziente e le regole generali hanno solo carattere orientativo, non hanno valore assoluto, per cui ogni volta bisogna adattarsi intimamente al caso specifico. Certi pazienti non reagiscono a diluizioni alte o altissime come la 200CH o la 1000CH, ma hanno guarigioni spettacolari con le basse diluizioni come la 7CH. Ovviamente tutto ciò sempre nell’ipotesi che il rimedio omeopatico sia quello giusto, ma il medico omeopata sa quello che fa. Cordiali saluti.
sabrina dice
Buonasera dottoressa volevo chiederle se un omeopata passa ad esempio da una dose di un rimedio da 5 gocce 40 ch a 5+5 ma 30 ch dello stesso rimedio cosa cambia in termini di effetti? visto che la dose superiore non ha sortito nessun effetto migliorativo del quadro clinico? grazie molte.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, atteso che il rimedio omeopatico sia quello giusto per lei, come sicuramente il medico omeopata avrà avuto l’accuratezza di individuare con la visita medica omeopatica, procedendo alla corretta ricerca repertoriale ed all’eventuale diagnosi differenziale, devo ritenere che il medico stia ricercando la diluizione più adatta a lei, cioè quella più attiva, in grado quindi di suscitare la necessaria reattività dell’organismo allo stimolo del rimedio. Perciò lo scendere leggermente la diluizione, da 40 a 30CH, non deve essere interpretato come un arretramento nell’azione terapeutica, bensì, ripeto, come lo sperimentare una diluizione diversa che si riveli più appropriata, perché anche questa scelta è strategica per il successo della terapia. Sarebbe comunque opportuno che lei chiedesse conferma al suo medico omeopata. Cordiali saluti.
nicoletta dice
buonasera, ogni anno da aprile fino a fine estate assumo granuli di ledum palustre 5ch (cinque granuli al giorno). Per un errore ho comprato invece quest’anno confezioni unidose 5ch di Ledum Palustre. Come sono le modalità di assunzione di questo formato? Un tubetto al giorno? grazie se vorrà rispondere
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Nicoletta, una regola che trova larga applicazione in omeopatia è che quando un rimedio produce effetti terapeutici positivi con una determinata diluizione, posologia, forma galenica o modalità di assunzione è opportuno non introdurre modifiche. Questo perché l’omeopatia è una medicina molto personalizzata ed ogni paziente richiede i suoi parametri terapeutici. Pertanto se non si vogliono avere sorprese sarebbe opportuno restituire in farmacia il prodotto recentemente acquistato e richiedere quello abituale. Cordiali saluti.
enrico dice
volevo , innanzitutto ,ringraziarla per la pronta risposta sulle diluizioni. colgo l’occasione per sottoporle un altro quesito: la mia compagna ha tutti i giorni i piedi gonfi , piu’ quelo alla sua destra , anche quando si alza dal letto. c’è da dire che ha una spirale perchè soffre con l’endometriosi . oltre la spirale non utilizza farmaci non omeopatici. cosa le porta questo disturbo e cosa potrebbe prendere? è sovrappeso (77 kg).
grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Enrico, i piedi gonfi, in mancanza di altro, possono essere dovuti o ad elevati livelli di uricemia (iperuricemia) o a problemi di ritenzione idrica. In ogni caso un valido aiuto può venire dall’uso di rimedi naturali aventi proprietà depurative e diuretiche, come ad es. i preparati fitoterapici dell’antica tradizione riportati nell’articolo “Ok con depurativi e diuretici” della sezione del sito “Rimedi della nonna”, oppure qualche preparato per tisana da reperire in erboristeria. Ovviamente anche l’alimentazione deve essere appropriata, sia per l’iperuricemia che per la ritenzione idrica, ossia con pochissimo sale, con alimenti integrali, con poche proteine, con pochi grassi ma con più omega-3, con molte fibre e vitamine, con pochi cibi ricchi di composti azotati (purine in particolare), senza spezie e cibi piccanti, con pochi zuccheri e dolciumi, senza o con poco alcool e birra e bevendo molta acqua, meglio se oligominerale. Inoltre sarebbe opportuno che l’alimentazione fosse improntata alla moderazione calorica, evitando eccessi ed abbuffate, atteso che l’eliminazione graduale del peso superfluo apporta grossi benefici. Ugualmente utile potrà essere un’attività fisica regolare e continuativa. Anche l’omeopatia dispone di diversi rimedi in grado di trattare i gonfiori degli arti inferiori e di piedi e caviglie in particolare, quali ad es. Calcarea carbonica, Kali carbonicum, Pulsatilla, Lycopodium, Natrum sulphuricum, Sulphur, Thuya ed altri. Com’è noto, nel rispetto della “legge di similitudine”, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello più somigliante al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia. Per il caso specifico, sarebbe comunque opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
Giada dice
Buonasera dottoressa,
soffro da un paio di mesi di pungenti e snervanti dolori gastroenterici (prevalentemente stomaco), reflusso acido, nausea e difficile digestione.Le forze mi sono pure molto calate. Preciso che ho sempre un pò sofferto di problemi all’apparato digerente. Ho letto che il rimedio Argentun Nitricum agisce su questi problemi.Potrei provarlo o è un rimedio pericoloso? Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giada, i principali rimedi omeopatici più frequentemente utilizzati nei vari disturbi dell’apparato gastrointestinale sono consultabili all’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, tra cui anche Argentum nitricum. Ovviamente, com’è noto, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto risulterà quello che contempla la sintomatologia più somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Pertanto, se lei si ritrova nelle caratteristiche, sia a livello fisico che psichico, di Argentum nitricum, ampiamente rilevabili dall’articolo omonimo nella sezione del sito “Rimedi omeopatici”, allora il rimedio potrà essere adatto a lei. I rimedi omeopatici sono generalmente abbastanza sicuri, non avendo controindicazioni od effetti collaterali, intesi questi nel senso tradizionale del termine, in quanto non contengono sostanze a livello ponderale ma solo a livello infinitesimale e la loro azione consiste unicamente nello stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione dell’organismo. Questo però non significa che possono essere assunti senza cautela e senza prescrizione medica, perché se si dovesse assumere un rimedio sbagliato e/o una diluizione sbagliata e/o una posologia sbagliata si potrebbe andare incontro a inconvenienti abbastanza seri e fastidiosi. Lei però che è già seguita da un medico omeopata farebbe bene a non prendere iniziative personali ed a confrontarsi con il medico, attenendosi alle sue prescrizioni, o comunque ad informarlo sugli esiti della cura in corso, perché sarà egli stesso a valutare se è il caso di apportare qualche adattamento. Cordiali saluti.