Premessa
In quest’articolo si forniranno alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione, si riporteranno gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia. Per comodità si riproporranno alcune nozioni e informazioni già sviluppate in altre parti del sito.
Il ceppo omeopatico
Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base (di natura vegetale, animale o minerale), da cui trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione. Maggiori informazioni sono contenute nell’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della presente sezione del sito.
La diluizione
La diluizione è una delle due fasi importanti (l’altra è la dinamizzazione, di cui in seguito) del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).
La dinamizzazione
La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione. Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine “potenza”, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico. Nel presente sito, come del resto è consuetudine in Italia, verrà utilizzato il termine unico “diluizione” sottintendendo che sia comprensivo anche della dinamizzazione.
Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH
Come già accennato le diluizioni dei rimedi omeopatici contrassegnate dalla sigla D o dalla sigla DH (in Italia solitamente si adopera la D), sono le diluizioni decimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/10), dal nome del padre dell’omeopatia classica Samuel Hahnemann (1755-1843, medico tedesco). Le diluizioni omeopatiche contrassegnate dalla sigla C o dalla sigla CH (in Italia solitamente si adopera la CH), sono le diluizioni centesimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/100). La cifra numerica che segue o precede una delle suddette sigle indica quante volte è stata operata la relativa diluizione. Ad esempio la diluizione (o la potenza) D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio. Invece la diluizione (o la potenza) 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.
Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa. Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.
In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.
Le diluizioni korsakoviane K
Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo), connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate “del flacone unico”. In tale unico flacone vengono eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata. Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico (ad es. di tintura madre) un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione. Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.
Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso (utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata), per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.
Equivalenza tra diluizioni hahnemanniane e korsakoviane
Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali (ricordiamoci che anche la diluizione korsakoviana è da ritenersi centesimale in quanto, come già detto, si presuppone che la quantità di soluzione aderente le pareti del flacone, dopo lo svuotamento ad ogni passaggio, rappresenti 1/100 del suo precedente contenuto), hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine (che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH), che la diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile, in quanto presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente. Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania. Molti Autori, comunque, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni accennate, si può dire che approssimativamente è possibile accettare la tabella di equivalenza, a lato riportata, in funzione della sola concentrazione molecolare e quindi della sola diluizione.
Però è importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni, poiché la diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana. Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.
Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane andrebbe valutata dando rilevanza alla dinamizzazione, che, come visto, assume un ruolo prevalente rispetto alla mera diluizione della sostanza di origine, essendo quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico. Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K (o MK), avendo la stessa dinamizzazione.
Effetti terapeutici delle diluizioni
Anche se in omeopatia non esiste la regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono, oltre che dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio, dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.
● Basse diluizioni (quelle fino alla 7CH): hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata (ogni quarto d’ora, ogni mezz’ora, ecc.) per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di “drenaggio”, che stimola gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
● Medie diluizioni (ad es. la 9CH o la 15CH): hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
● Medio-alte diluizioni (ad es. la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima): impiegano alcuni giorni (5, 7, 10, 15 gg.) per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20-30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
● Alte diluizioni (ad es. la 200CH o la 200K): impiegano un buon numero di giorni per agire (15, 20, 30 gg.) e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
● Altissime diluizioni (prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK): agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi (20, 30, 40 gg.) e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.
Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM
Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM. Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente. Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 (500 x 100) ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala. In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.
L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann (nella sesta edizione dell’Organon le definisce prossime alla perfezione, descrivendole per la prima volta), soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico “iatrogeno”, che farebbe insorgere temporaneamente dei nuovi sintomi come conseguenza dello sviluppo del potere patogeno del rimedio. L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.
Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico “terapeutico”, comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine rimedio-paziente. Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.
Maggiori informazioni in merito sono contenute nell’articolo “Aggravamento omeopatico” della presente sezione del sito.
Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.
Classificazione delle diluizioni D, CH, K, LM
In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.
Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine, le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna, la quale traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.
Pertanto, dal punto di vista dell’effetto clinico, tutte le tipologie di diluizioni omeopatiche possono così classificarsi:
► «basse» le diluizioni fino a 7 (D o CH o K o LM);
► «medie» quelle superiori a 7 fino a 15 (D o CH o K o LM);
► «medio-alte» quelle superiori a 15 fino a 30 (D o CH o K o LM);
► «alte» quelle superiori a 30 fino a 200 (D o CH o K o LM);
► «altissime» quelle superiori a 200 (D o CH o K o LM).
Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.
Silvia dice
La ringrazio per la risposta.
Le chiedo inoltre se è possibile che in un periodo di forte stress, la durata del rimedio si riduce?
In altri periodi la sua durata è stata maggiore, esattamente come descritto in questa pagina.
La ringrazio, saluti Silvia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, la risposta dell’organismo può essere influenzata dalle condizioni psico-fisiche del momento, per cui basta adeguare opportunamente la frequenza delle assunzioni. Il criterio che in genere si adotta è che un’alta diluizione va ripetuta non appena i sintomi accennano a ripresentarsi, mantenendo tuttavia una certa distanza tra le assunzioni. Cordiali saluti.
Silvia dice
Salve, Il mio medico omeopata è andato in pensione, nell’attesa che venga sostituito, approfitto gentilmente di questo spazio.
Negli ultimi mesi sto prendendo Sepia. Sento da subito una forte energia e voglia di fare ma, con 200ch l’effetto termina dopo circa 15gg. Con Sepia Mch dura circa un mese. È possibile che duri così poco ?? La ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, ogni organismo reagisce diversamente allo stimolo di un rimedio omeopatico, ma vige comunque la regola generale che con il crescere della diluizione aumenta anche la durata di copertura terapeutica del rimedio, ovvero che una diluizione superiore ha una copertura terapeutica di durata maggiore di una inferiore. Quindi, quello da lei riscontrato è possibile. Nella presente pagina sono indicate le coperture terapeutiche delle varie diluizioni che si verificano nella maggioranza dei casi. Cordiali saluti.
Sandro dice
Grazie Dott.ssa per la sua risposta.
Mi interesserebbe approfondire il discorso del modificatore del terreno in base alla somiglianza costituzionale.
Magari potrei aiutare il mio organismo a proteggersi dalle reinfestazioni future.
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Sandro, allo scopo consulti gli articoli “Omeopatia e Costituzioni” e “Diatesi in Omeopatia” in questa stessa sezione del sito. Cordiali saluti.
Sandro dice
Buongiorno, per un problema di ossiuri, in aggiunta alla cura farmacologica vorrei iniziare una cura preventiva alla reinfezione.
In commercio consigliano la Cina 6ch o la Cina 200ch.
Quale mi consiglia? Come varia il dosaggio e il tempo di somministrazione tra l’una o l’altra diluizione?
Grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Sandro, Cina è certamente uno dei rimedi omeopatici che viene prescritto in caso di ossiuriasi, soprattutto al cospetto di sintomi nervosi dovuti ai vermi, fame esagerata, prurito nasale e anale. L’altro rimedio omeopatico spesso adoperato è Spigelia, soprattutto in presenza di contrazioni provocate dai vermi, sensazione di qualcosa che striscia nell’ano, prurito locale. Per un intervento prioritariamente sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni (quelle fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di 3-5 granuli pro-dose, più volte al dì (ad es. 3-4 volte), lontano dai pasti. Ai rimedi sopra citati talvolta viene associato un rimedio omeopatico di fondo da scegliere in base alla somiglianza costituzionale, quali Sulphur, Calcarea carbonica, Graphites, Lycopodium, Psorinum, Silicea…, come modificatore del terreno del paziente, allo scopo di rendere stabilmente l’organismo refrattario all’infestazione. Tra gli altri rimedi omeopatici sintomatici altresì adoperati si citano: Teucrium marum (frequente prurito e formicolio nell’ano, spesso dopo le evacuazioni), Urtica urens (bruciore, prurito e dolore pungente intorno all’ano, se l’infestazione è associata a orticaria), Ratanhia (bruciore e sensazione di schegge di vetro nell’ano, ano secco e pruriginoso, ragadi anali), Sabadilla (formicolio e prurito all’ano, bruciore violento dopo averlo grattato, prurito dell’ano alternato a prurito del naso e dell’orecchio). Ovviamente la prescrizione giusta la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Marcella dice
Buonasera dottoressa, mi é stato consigliato da un’amica il 30 CH come Gastroprotettore. Ho preso il COVID, mi sto curando con l’, Ibuprofen. Vivo in Germania, in farmacia ho trovato l’Argentum Nitricum D30, la mia domanda é che posologia dovrei usare e se è adatto come Gastroprotettore. Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marcella, Argentum nitricum è uno dei tanti rimedi omeopatici che ha azione elettiva sull’apparato gastrointestinale. Consulti l’articolo omonimo nella sezione del sito “Rimedi omeopatici” per ravvisarne la potenziale somiglianza. Una diluizione come la D30 viene generalmente utilizzata in ragione di 3-5 granuli pro-dose, da una volta al dì a una volta a settimana, lontano dai pasti, salvo diversa prescrizione medica per il caso specifico. Cordiali saluti.
angela dice
buon giorno dottoressa avrei bisogno di un chiarimento. Io prendo il nux vomica gocce o 30 ch per i bruciori di stomaco ho però letto che il nux vomica 9 ch è efficace anche per l’ipertensione. ma la diluizione può variare anche per la patologia da curare?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Angela, tutti i rimedi omeopatici, indipendentemente dalla diluizione, sono in grado di trattare tutte le patologie o tutti i disturbi contenuti nella propria patogenesi. La scelta di una determinata diluizione serve unicamente per renderne più efficace l’azione terapeutica, in base alla tipologia dell’affezione ed all’intervento che si richiede (acuto, sub-cronico, cronico, drenaggio, lesionale, funzionale, mentale, terreno, ecc.). Cordiali saluti.
Catia dice
Buongiorno, il prodotto omeopatico (marum verum) con cui tratto il mio gatto (poliposi nasale non operabile) non è piu dispinibile mella diluizione 6 ML e la veterinaria omeopata che me l’aveva prescritto non è piu operativa. Gentilmente mi saprebbe dire quale diluizione si avvicina maggiormente al prodotto utilizzato?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Catia, potrebbe ricorrere ad altro tipo di diluizione recante la stessa cifra numerica, che risulta essere abbastanza equivalente dal punto di vista terapeutico, appartenendo alla stessa categoria (bassa diluizione nel caso specifico) ed avendo la stessa dinamizzazione, pur con le differenze richiamate in questa pagina. Cordiali saluti.
Silvia dice
Buongiorno. Dopo quanti giorni può iniziare un aggravamento a seguito assunzione di un rimedio unicista (ad es natrum muriatiucum) con potenza MK?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, la invito a consultare, se non l’avesse ancora fatto, la pagina “Aggravamento omeopatico” in questa stessa sezione del sito, dove la sua domanda potrà trovare risposta. In sintesi ed in linea generale, nelle malattie acute, solitamente curate con le basse diluizioni, l’aggravamento omeopatico può manifestarsi quasi immediatamente ed ha breve durata (da qualche ora a un giorno circa), invece nelle malattie croniche, solitamente curate con le alte o altissime diluizioni, l’aggravamento omeopatico può manifestarsi più tardi (da qualche giorno in poi), ma da più precocemente a più tardivamente con il crescere della diluizione ed ha una durata maggiore (da qualche giorno a una settimana circa). La severità di detto aggravamento è legata all’esistenza o meno di danni tissutali. Tutto ciò fermo restando che la diversa reattività/sensibilità del singolo organismo può fare la differenza. Cordiali saluti.
annamaria e saverio dice
un chiarimento per favore….
io abito in inghilterra e dovrei comprare rimedi omeopatici 1DH o 1D….ma vedo che non si trovano…..cosa dovrei prendere in soluzione C o CH per avvicinarmi il piu possibile perfavore???
Ho cercato ovunque ma non ho trovato risposta.
Grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentili Annamaria e Saverio, come riportato in questa pagina, le diluizioni di qualsiasi tipo (D, CH, K, LM) che recano la stessa cifra numerica sono abbastanza equivalenti dal punto di vista terapeutico, appartenendo alla stessa categoria (bassa, media, alta) ed avendo la stessa dinamizzazione, pur con le differenze richiamate nella pagina stessa. Potrebbe essere questo il criterio per orientarsi verso le diluizioni centesimali CH. Cordiali saluti.
Rita dice
Buonasera Dottoressa,
avrei bisogno di un’informazione….
Ultimamente non si trovano piu in commercio le fiale CH potenziate che sono state sostituite dalle LM potenziate.
La cura prescrittami che facevo periodicamente con successo prevedeva la 30 CH potenziata ma, non trovandola piu, per timore di usare una potenza LM troppo elevata, ho usato la 18 LM senza però riscontrare gli stessi benefici del passato.
La domanda è : la 30 LM potenziata corrisponde alla 30 CH potenziata?
La ringrazio anticipatamente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rita, la 30CH e la 30LM, potenziate o no, sono abbastanza equivalenti dal punto di vista terapeutico, essendo entrambe diluizioni medio-alte ed avendo la stessa dinamizzazione. Cordiali saluti.