Premessa
In quest’articolo si forniranno alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione, si riporteranno gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia. Per comodità si riproporranno alcune nozioni e informazioni già sviluppate in altre parti del sito.
Il ceppo omeopatico
Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base (di natura vegetale, animale o minerale), da cui trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione. Maggiori informazioni sono contenute nell’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della presente sezione del sito.
La diluizione
La diluizione è una delle due fasi importanti (l’altra è la dinamizzazione, di cui in seguito) del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).
La dinamizzazione
La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione. Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine “potenza”, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico. Nel presente sito, come del resto è consuetudine in Italia, verrà utilizzato il termine unico “diluizione” sottintendendo che sia comprensivo anche della dinamizzazione.
Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH
Come già accennato le diluizioni dei rimedi omeopatici contrassegnate dalla sigla D o dalla sigla DH (in Italia solitamente si adopera la D), sono le diluizioni decimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/10), dal nome del padre dell’omeopatia classica Samuel Hahnemann (1755-1843, medico tedesco). Le diluizioni omeopatiche contrassegnate dalla sigla C o dalla sigla CH (in Italia solitamente si adopera la CH), sono le diluizioni centesimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/100). La cifra numerica che segue o precede una delle suddette sigle indica quante volte è stata operata la relativa diluizione. Ad esempio la diluizione (o la potenza) D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio. Invece la diluizione (o la potenza) 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.
Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa. Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.
In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.
Le diluizioni korsakoviane K
Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo), connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate “del flacone unico”. In tale unico flacone vengono eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata. Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico (ad es. di tintura madre) un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione. Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.
Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso (utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata), per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.
Equivalenza tra diluizioni hahnemanniane e korsakoviane
Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali (ricordiamoci che anche la diluizione korsakoviana è da ritenersi centesimale in quanto, come già detto, si presuppone che la quantità di soluzione aderente le pareti del flacone, dopo lo svuotamento ad ogni passaggio, rappresenti 1/100 del suo precedente contenuto), hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine (che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH), che la diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile, in quanto presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente. Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania. Molti Autori, comunque, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni accennate, si può dire che approssimativamente è possibile accettare la tabella di equivalenza, a lato riportata, in funzione della sola concentrazione molecolare e quindi della sola diluizione.
Però è importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni, poiché la diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana. Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.
Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane andrebbe valutata dando rilevanza alla dinamizzazione, che, come visto, assume un ruolo prevalente rispetto alla mera diluizione della sostanza di origine, essendo quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico. Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K (o MK), avendo la stessa dinamizzazione.
Effetti terapeutici delle diluizioni
Anche se in omeopatia non esiste la regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono, oltre che dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio, dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.
● Basse diluizioni (quelle fino alla 7CH): hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata (ogni quarto d’ora, ogni mezz’ora, ecc.) per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di “drenaggio”, che stimola gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
● Medie diluizioni (ad es. la 9CH o la 15CH): hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
● Medio-alte diluizioni (ad es. la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima): impiegano alcuni giorni (5, 7, 10, 15 gg.) per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20-30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
● Alte diluizioni (ad es. la 200CH o la 200K): impiegano un buon numero di giorni per agire (15, 20, 30 gg.) e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
● Altissime diluizioni (prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK): agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi (20, 30, 40 gg.) e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.
Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM
Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM. Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente. Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 (500 x 100) ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala. In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.
L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann (nella sesta edizione dell’Organon le definisce prossime alla perfezione, descrivendole per la prima volta), soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico “iatrogeno”, che farebbe insorgere temporaneamente dei nuovi sintomi come conseguenza dello sviluppo del potere patogeno del rimedio. L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.
Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico “terapeutico”, comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine rimedio-paziente. Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.
Maggiori informazioni in merito sono contenute nell’articolo “Aggravamento omeopatico” della presente sezione del sito.
Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.
Classificazione delle diluizioni D, CH, K, LM
In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.
Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine, le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna, la quale traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.
Pertanto, dal punto di vista dell’effetto clinico, tutte le tipologie di diluizioni omeopatiche possono così classificarsi:
► «basse» le diluizioni fino a 7 (D o CH o K o LM);
► «medie» quelle superiori a 7 fino a 15 (D o CH o K o LM);
► «medio-alte» quelle superiori a 15 fino a 30 (D o CH o K o LM);
► «alte» quelle superiori a 30 fino a 200 (D o CH o K o LM);
► «altissime» quelle superiori a 200 (D o CH o K o LM).
Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.
Grazia maria dice
Salve, posso chiedere come mai un rimedio omeopatico, con uguale diluizione 30ch, di una casa farmaceutica riporta quantità di granuli diversi, essendo il rimedio da assumere in un’unica soluzione? Per esempio 1gr di granuli piuttosto che 2gr di granuli. Grazie
Mg
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Grazia Maria, occorre considerare che un rimedio omeopatico veicola una bio-informazione, una sollecitazione energetica, esattamente quella che serve all’organismo per stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione, andando a ripristinare l’efficienza e la funzionalità dei relativi sistemi di difesa e di regolazione generale. Di conseguenza, dato che l’energia è poco influenzata dalla quantità del substrato che la veicola, il numero dei granuli pro-dose assume un valore estremamente relativo, poco significativo. Infatti in Omeopatia è molto più importante il numero delle somministrazioni nel periodo di cura, ovvero la frequenza, la ripetizione della somministrazione, piuttosto che la quantità della stessa, ossia la quantità della singola dose. Ovviamente occorrerà assicurarne una quantità minima per avere un’adeguata “superficie di scambio” tra il rimedio omeopatico e l’organismo ricevente, ma non è il caso delle monodosi. Pertanto 1 o 2 g non fa differenza, anche se va detto che la confezione standard è quella da 1 g. Cordiali saluti.
Simone dice
Gentile dottoressa sono un tipo calcarea carbonica con una peribronchite cronica che vorrei risolvere ho 47 non fumo da 7anni, quale rimedio posso provare?
Grazie infinite per il suo tempo.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Simone, è utile precisare che i rimedi omeopatici non vengono scelti in base al nome della patologia, bensì in base alla migliore somiglianza tra le manifestazioni, segni e sintomi del paziente (quadro clinico) e quelli contemplati dal rimedio (quadro patogenetico, ovvero l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio omeopatico è in grado di trattare). Infatti, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico, un rimedio omeopatico per essere curativo deve “assomigliare al paziente”, ossia il relativo quadro patogenetico deve potersi sovrapporre al quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. Sarà cioè la sintomatologia psico-fisica del paziente a suggerire l’individuazione del rimedio omeopatico giusto. Ciò premesso, un rimedio omeopatico come Calcarea carbonica potrebbe essere di aiuto, tanto più se lei si riconosce nel biotipo corrispondente. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Serena dice
Buondì dottoressa ,
Mia madre soffre di stati d’ansia insonnia depressione a causa del lavoro ( posto statale ) che a lei proprio non piace . Noi abbiamo paura che le possa venire un esaurimento nervoso perché ci sono giorni che accusa forti mal di stomaco e si fa venire una malattia vera e propria tanto da sentirsi debole e stare a letto per settimane .
Cosa posso fare ? Come posso aiutarla con l’omeopatia ?
Certa di una sua risposta le porgo distinti saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Serena, la invito a consultare l’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono adoperati nei vari disturbi emotivi o psichici, con una sintesi delle relative sintomatologie di copertura e dove potrà trovare anche diverse notizie di possibile interesse. Nella circostanza, ad esempio, potrebbero essere presi in considerazione rimedi omeopatici come Hyosciamus niger, Ignatia amara, Kali phosphoricum, Natrum muriaticum, Phosphoricum acidum, Sepia, Zincum metallicum. Solo il rimedio che rispecchia meglio la globalità dei sintomi del paziente e le relative modalità di manifestazione potrà risultare adatto. Ciò, com’è noto nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Ovviamente la prescrizione giusta per sua madre la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Walter dice
Buongiorno Dottoressa avrei bisogno di chiederle un consiglio,mia madre ha 77 anni sta attraversando un periodo difficile dovuto alla perdita di mio padre ed è ad uno stadio iniziale di depressione, avevo pensato di prendere i granuli di Staphysangria con diluizione 9CH assunzione unica giornaliera e poi modificare in 15CH e poi 30CH. Cosa ne pensa? Mia madre soffre da anni di ipertensione, e ultimamente con la presa di coscienza della perdita del marito anche la pressione sale ed è costretta ad modificare continuamente i dosaggi dei farmaci, se assume un calmante ( Tavor) tutto torna tranquillo. La ringrazio e le auguro una buona giornata
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Walter, la invito a consultare l’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono adoperati nei vari disturbi emotivi o psichici, con una sintesi delle relative sintomatologie di copertura e dove potrà trovare anche diverse notizie di possibile interesse. Solo se sua madre è riconoscibile nel profilo psicologico di Staphysagria, sintetizzato nel suddetto articolo, allora il rimedio può considerarsi adatto, altrimenti occorrerà individuarne un altro maggiormente somigliante. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Tenga comunque presente che i rimedi omeopatici che trovano più frequentemente impiego nelle sofferenze psichiche dovute a forti dispiaceri sono Aconitum napellus, Arnica montana, Ignatia amara e Phosphoricum acidum, tra cui Ignatia amara è per eccellenza il rimedio proprio della depressione reattiva causata da un lutto. Ovviamente la prescrizione giusta per sua madre la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Paola dice
Buongiorno Dott.ssa
vorrei rivolgermi a lei mi hanno consigliato Dr. Reckeweg R 33 per il mio gatto
ha delle crisi parziali, focali
ho provato di tutto levetiracetam, FENOBARBITALE ecc… Nulla!!!
nel caso in cui volessi acquistarlo quante gocce e per quanto tempo.
la ringrazio tanto
cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, com’è noto, l’Omeopatia applicata agli animali richiede tecniche, strategie e pratiche terapeutiche completamente differenti da quelle per l’uso umano, con riflessi sulla scelta dei rimedi omeopatici, sulle diluizioni, sulle posologie, sui tempi di cura, ecc. Gli animali hanno anatomia, fisiologia e patologia generale diverse dalla specie umana e ciò indispensabilmente richiede un approccio terapeutico distinto. Di tanto si occupa l’Omeopatia Veterinaria. Sarebbe quindi opportuno porre il quesito a un sito veterinario che tratta l’Omeopatia o direttamente a un veterinario omeopata. Ciò che posso dirle, che ovviamente riguarda gli organismi umani, è che R 33 dr. Reckeweg troverebbe indicazione per epilessia, crisi epilettiformi, spasmi muscolari, alla dose consigliata di 10-15 gocce in poca acqua prima dei pasti, 2-3 volte al giorno, indipendentemente dal peso corporeo. Trascorso qualche mese, la terapia di mantenimento prevede una dose giornaliera di 10-15 gocce. Cordiali saluti.
Pietro Paolo dice
Cara dott.ssa,premetto che non so nulla di omeopatia,nel frattempo vorrei avvicinarmi…Perche’un medico che non si occupa di Omeopatia dovrebbe prescrivere ed avvicinarsi alla omeopatia, sembra banale e perché lo si dovrebbe avvicinare e conoscerla e quali sono i vantaggi per i pz.Vorrei ringraziarla anticipatamente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Pietro Paolo, perché la medicina omeopatica è dolce, non invasiva, rispettosa delle leggi della natura e priva di alcuna tossicità, per cui i suoi medicinali (i rimedi omeopatici) in genere non hanno controindicazioni o effetti collaterali. Il meccanismo di azione non è chimico, ma è più vicino alla fisica ed alla bio-cibernetica: ogni rimedio omeopatico veicola una bio-informazione, una sollecitazione energetica, esattamente quella che serve all’organismo per stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione, andando a ripristinare l’efficienza e la funzionalità dei relativi sistemi di difesa e di regolazione generale (i sistemi immunitario, nervoso, endocrino, linfatico). Si legga, se non l’avesse già fatto, anche gli altri articoli riguardanti l’Omeopatia in questa stessa sezione del sito. Cordiali saluti.
Michela dice
Salve sono alla 36°settimana di gravidanza vorrei sapere che diluizione di chaulophillum dovrei prendere per aiutare il parto ?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, per un intervento prevalentemente sintomatico è opportuno utilizzare le basse diluizioni (quelle fino a 7CH). Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
Luisa dice
Gent.ma Dott.ssa,
Sto facendo delle cure dentali, per un ascesso apicale, posso aiutare con l’omeopatia il lavoro del dentista ?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Luisa, i rimedi omeopatici che vengono spesso prescritti per un ascesso apicale, che rispondono bene in un’alta percentuale di casi, sono Mercurius solubilis e Pyrogenium. Talvolta viene anche associato Arnica montana, che è per eccellenza il rimedio omeopatico di tutti i tipi di traumi. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
Angelo dice
ci vorrebbe una tavola comparativa di tutti i metodi usati. perche a volte viene prescritta in Asia una diluizione non presente in europa ma che potrebbe essere simile ad una altra scala ma senza comparazione si fa fatica.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Angelo, per quel che riguarda le diluizioni D o CH e le diluizioni K la comparazione è riportata nel presente articolo. Cordiali saluti.
Ciro dice
Buonasera
volevo chiedere se Calcarea Phosphorica 3DH oppure X ( se in tavolette ) e Calcium phosphoricum 3D o 3DH sono medicinali equivalenti per molecola e diluizione.
Cordialmente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Ciro, si tratta dello stesso rimedio omeopatico che viene chiamato o Calcarea phosphorica (più comunemente) o Calcium phosphoricum. Cordiali saluti.