Premessa
In quest’articolo si forniranno alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione, si riporteranno gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia. Per comodità si riproporranno alcune nozioni e informazioni già sviluppate in altre parti del sito.
Il ceppo omeopatico
Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base (di natura vegetale, animale o minerale), da cui trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione. Maggiori informazioni sono contenute nell’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della presente sezione del sito.
La diluizione
La diluizione è una delle due fasi importanti (l’altra è la dinamizzazione, di cui in seguito) del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).
La dinamizzazione
La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione. Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine “potenza”, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico. Nel presente sito, come del resto è consuetudine in Italia, verrà utilizzato il termine unico “diluizione” sottintendendo che sia comprensivo anche della dinamizzazione.
Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH
Come già accennato le diluizioni dei rimedi omeopatici contrassegnate dalla sigla D o dalla sigla DH (in Italia solitamente si adopera la D), sono le diluizioni decimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/10), dal nome del padre dell’omeopatia classica Samuel Hahnemann (1755-1843, medico tedesco). Le diluizioni omeopatiche contrassegnate dalla sigla C o dalla sigla CH (in Italia solitamente si adopera la CH), sono le diluizioni centesimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/100). La cifra numerica che segue o precede una delle suddette sigle indica quante volte è stata operata la relativa diluizione. Ad esempio la diluizione (o la potenza) D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio. Invece la diluizione (o la potenza) 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.
Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa. Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.
In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.
Le diluizioni korsakoviane K
Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo), connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate “del flacone unico”. In tale unico flacone vengono eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata. Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico (ad es. di tintura madre) un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione. Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.
Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso (utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata), per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.
Equivalenza tra diluizioni hahnemanniane e korsakoviane
Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali (ricordiamoci che anche la diluizione korsakoviana è da ritenersi centesimale in quanto, come già detto, si presuppone che la quantità di soluzione aderente le pareti del flacone, dopo lo svuotamento ad ogni passaggio, rappresenti 1/100 del suo precedente contenuto), hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine (che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH), che la diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile, in quanto presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente. Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania. Molti Autori, comunque, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni accennate, si può dire che approssimativamente è possibile accettare la tabella di equivalenza, a lato riportata, in funzione della sola concentrazione molecolare e quindi della sola diluizione.
Però è importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni, poiché la diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana. Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.
Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane andrebbe valutata dando rilevanza alla dinamizzazione, che, come visto, assume un ruolo prevalente rispetto alla mera diluizione della sostanza di origine, essendo quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico. Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K (o MK), avendo la stessa dinamizzazione.
Effetti terapeutici delle diluizioni
Anche se in omeopatia non esiste la regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono, oltre che dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio, dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.
● Basse diluizioni (quelle fino alla 7CH): hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata (ogni quarto d’ora, ogni mezz’ora, ecc.) per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di “drenaggio”, che stimola gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
● Medie diluizioni (ad es. la 9CH o la 15CH): hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
● Medio-alte diluizioni (ad es. la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima): impiegano alcuni giorni (5, 7, 10, 15 gg.) per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20-30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
● Alte diluizioni (ad es. la 200CH o la 200K): impiegano un buon numero di giorni per agire (15, 20, 30 gg.) e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
● Altissime diluizioni (prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK): agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi (20, 30, 40 gg.) e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.
Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM
Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM. Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente. Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 (500 x 100) ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala. In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.
L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann (nella sesta edizione dell’Organon le definisce prossime alla perfezione, descrivendole per la prima volta), soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico “iatrogeno”, che farebbe insorgere temporaneamente dei nuovi sintomi come conseguenza dello sviluppo del potere patogeno del rimedio. L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.
Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico “terapeutico”, comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine rimedio-paziente. Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.
Maggiori informazioni in merito sono contenute nell’articolo “Aggravamento omeopatico” della presente sezione del sito.
Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.
Classificazione delle diluizioni D, CH, K, LM
In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.
Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine, le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna, la quale traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.
Pertanto, dal punto di vista dell’effetto clinico, tutte le tipologie di diluizioni omeopatiche possono così classificarsi:
► «basse» le diluizioni fino a 7 (D o CH o K o LM);
► «medie» quelle superiori a 7 fino a 15 (D o CH o K o LM);
► «medio-alte» quelle superiori a 15 fino a 30 (D o CH o K o LM);
► «alte» quelle superiori a 30 fino a 200 (D o CH o K o LM);
► «altissime» quelle superiori a 200 (D o CH o K o LM).
Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.
Lucia dice
buonasera dottoressa,
son capitata su questa pagina cercando informazioni sulle diluizioni omeopatiche.
sono madre di 4 bambini e da circa 5 anni abbiamo infestazioni da ossiuri ricorrenti. li prendiamo tutti in famiglia, presto o tardi, siamo 6 e non è semplice gestire pruriti fastidi malumori e mal di pancia..
abbiamo provato varie strade, dal farmaco alle erbe, io stessa avevo preparato un macerato di varie piante vermifughe che per un po’ aveva funzionato.
poi, però, tornano sempre.
ad aprile qualcuno mi aveva parlato del sulfur e abbiamo fatto una cura di due mesi tutti quanti, assumendolo 3volte al giorno, 5 granuli. sulfur 5ch. ci siamo trovati bene e per 6 mesi niente, non son mai tornati a farsi vivi.
poi il mese scorso rieccoli. ora ho scoperto che li ha di nuovo anche la piccola. abbiamo intenzione di prendere ancora il sulfur, ma mi chiedevo se fosse più opportuno prendere una diluizione più alta, già che mi pare si tratti di una cosa ‘cronica’.
siamo abbastanza attenti all’alimentazione pur senza integralismi, viviamo molto all’aperto, i bambini giocano tanto con la terra.
vorrei trovare una soluzione a questo problema, ha dei consigli?
grazie mille
Lucia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lucia, Sulphur è certamente uno dei rimedi omeopatici che viene prescritto in caso di ossiuriasi – l’infestazione dagli ossiuri dell’intestino crasso dei bambini – a condizione di ritrovare i segni della sua patogenesi contemporaneamente alle caratteristiche della parassitosi e quindi particolarmente in presenza di eruzioni cutanee pruriginose e prurito anale intenso. Se in passato il rimedio è stato di beneficio, il passaggio a diluizioni di livello superiore potrebbe ravvivarne l’azione. Sappia comunque che i rimedi omeopatici più comuni contro gli ossiuri sono Cina (soprattutto al cospetto di sintomi nervosi dovuti ai vermi, fame esagerata, prurito nasale e anale) e Spigelia (contrazioni provocate dai vermi, sensazione di qualcosa che striscia nell’ano, prurito locale). A tali rimedi talvolta viene associato un rimedio omeopatico di fondo, tra cui proprio Sulphur se somigliante (oppure per altri soggetti Calcarea carbonica, Graphites, Lycopodium, Psorinum, Silicea…), come modificatore del terreno del paziente, allo scopo di rendere stabilmente l’organismo refrattario all’infestazione. Tra gli altri rimedi omeopatici altresì adoperati si citano: Teucrium marum (frequente prurito e formicolio nell’ano, spesso dopo le evacuazioni), Urtica urens (bruciore, prurito e dolore pungente intorno all’ano, se l’infestazione è associata a orticaria), Ratanhia (bruciore e sensazione di schegge di vetro nell’ano, ano secco e pruriginoso, ragadi anali), Sabadilla (formicolio e prurito all’ano, bruciore violento dopo averlo grattato, prurito dell’ano alternato a prurito del naso e dell’orecchio). È consigliato l’uso di probiotici al fine di sviluppare la flora batterica intestinale che possa interferire con gli ossiuri ed il contenimento nell’assunzione degli zuccheri per non agevolarne la proliferazione. Ovviamente la prescrizione giusta la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
Vincenzo dice
Gentile Dott.ssa, soffro di vescica iperattiva, ho letto che assumendo per 2 settimane una pastiglia di Ruta Graveolens 1 CH, dovrei se non risolvere il problema, perlomeno attenuato. Mi può dare il suo parere. Cordiali saluti Vincenzo.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Vincenzo, Ruta graveolens è un rimedio omeopatico potenzialmente idoneo per la cosiddetta “sindrome da vescica iperattiva”, atteso che è in grado di esercitare un’attività di controllo muscolare, che nello specifico potrebbe intervenire sul muscolo detrusore vescicale, le cui anomale ed involontarie contrazioni sono spesso associate al disturbo in parola. Il rimedio si rivela particolarmente adatto quando si avverte una pressione sulla vescica, come se fosse costantemente piena e/o una pressione continua dopo la minzione. Pertanto, se la sua sintomatologia è questa o è abbastanza simile, allora Ruta graveolens può essere preso in considerazione, altrimenti occorrerà individuare un altro rimedio maggiormente somigliante. In genere per la vescica iperattiva vengono prescritti rimedi omeopatici come Cantharis, Argentum nitricum, Belladonna, Cina, Dulcamara… Per una sintesi delle relative patogenesi, consulti l’articolo “Infezioni delle vie urinarie” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Martina dice
Salve Dottoressa,
Dovrei perdere qualche chilo, ho letto informazioni riguardo dr reckeweg r59, pensa che se lo assumo per circa due mesi,può alla fine del trattamento quando lo smetto,far sì che assopisca la tiroide facendomi ingrassare di nuovo?
Calcium carbonicum in che diluizione me lo consiglia? Qual’è da preferire tra i due? Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Martina, quelli da lei citati sono solo due fra i tanti rimedi omeopatici (in realtà R 59 dr. Reckeweg non è un rimedio unitario dell’Omeopatia classica, bensì è un rimedio complesso in preparazione omeopatica dell’Omotossicologia) che possono dare una buona mano per dimagrire. In particolare Calcarea carbonica (o Calcium carbonicum) si rivela prevalentemente adatto in caso di fame morbosa. Tra gli altri rimedi omeopatici unitari che vengono frequentemente utilizzati si citano: Antimonium crudum (in caso di attacchi di fame), Nux vomica (eccessi alimentari), Kali phosphoricum (fame che ricomincia poco dopo aver mangiato), Lycopodium (fame vorace, metabolismo lento con disturbi digestivi), Sulphur (fame irresistibile e metabolismo lento), Hepar sulphur (fame inusuale, ritenzione idrica e metabolismo lento), Natrum sulphuricum (per stimolare il metabolismo degli zuccheri), Graphites (per stimolare il metabolismo dei grassi), Ignatia amara o Argentum nitricum o Gelsemium o Coffea cruda (fame nervosa). Per quanto riguarda la diluizione, quantunque essa, come del resto ogni altra entità terapeutica omeopatica, è alquanto personale, non sempre generalizzabile, come primo approccio e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, spesso ci si orienta verso una diluizione medio-bassa (ad es. 9CH), che solitamente si utilizza in ragione di 3-5 granuli pro-dose, più volte al dì (ad es. 2-3 volte), lontano dai pasti. Il più delle volte ai succitati rimedi viene associato un trattamento omeopatico di fondo, per intervenire sul «terreno» del paziente legato al patrimonio genetico e comportamentale, allo scopo di scongiurare, come lei sospetta, che alla fine del ciclo la forma psico-fisica ottimale raggiunta possa non mantenersi nel tempo. Ovviamente occorre sempre considerare che i risultati migliori si ottengono combinando sinergicamente la cura omeopatica, la corretta alimentazione (particolarmente orientata alla moderazione calorica) e l’attività fisica (particolarmente orientata all’aumento del tono muscolare). Le consiglio comunque di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere quanto le potrà essere necessario. Cordiali saluti.
Ilaria dice
Gent.ma Dott.ssa Della Volpe,
Ho scoperto, dopo mesi di dolore alla spalla dx di avere una calcificazione al tendine del sovraspinoso(17mm). Mi è stata proposta una litoclasia. Secondo lei ci sono rimedi omeopatici che potrebbero scioglierla o l’operazione è l’unica soluzione?
La ringrazio anticipatamente
Ilaria
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ilaria, è scarsamente probabile che un rimedio omeopatico possa sciogliere l’accumulo dei depositi di calcio di una tendinite calcifica, semmai ne può contrastare il dolore ed i sintomi concomitanti. Dia pertanto un’occhiata all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono utilizzati nelle varie sindromi dolorose dell’apparato osteoarticolare e muscolare. A titolo esclusivamente conoscitivo, potrebbero essere presi in considerazione rimedi come Arnica montana, Bryonia, Causticum, Ferrum phosphoricum, Rhus toxicodendron, Ruta graveolens. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Nico dice
Gent.ma Dott.ssa Della Volpe,
ho un problema di ascesso anale e forse anche una fistola in quano c’è fuoriuscita di pus.
In pratica mi capita durante la giornata che si gonfia un po e poi si sgonfia. Ho questo problema già da diversi mesi. Ho già provato la bromelina (pasticche da 500mg) ma non mi ha risolto il problema.
Ho letto di questa sostanza “Hepar Sulfuris Calcareum” e vorrei provarla con la diluzione 30CH.
Eventualmente globuli (pasticche) deve prendere al giorno e per quanti giorni?
grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Nico, una diluizione 30CH, avendo una copertura terapeutica di diversi giorni, può essere utilizzata in ragione di 3-5 granuli pro-dose, da una volta al dì a una volta a settimana, lontano dai pasti, fino alla guarigione o al raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile, salvo diversa prescrizione medica. Tenga comunque presente che il percorso di guarigione di un ascesso o di una fistola è sempre molto lungo ed articolato, richiede la sorveglianza medica e la scelta oculata dei rimedi specificamente adatti, seguendo attentamente sia la sintomatologia del paziente che l’evoluzione della formazione patologica. Cordiali saluti.
Giovanna dice
Gent.ma Dott.ssa Della Volpe,
vorrei chiederLe un parere sulle tinture madri idroalcoliche, sebbene sia fitoterapia.
Essendo molto infastidita dall’alcool, so che le gocce possono essere messe in acqua calda per farlo evaporare.
Ma ho molti dubbi a riguardo. L’alcool evapora a 78° ma è sufficiente mettere 30 gocce in un dito d’acqua a questa temperatura e per quanto tempo?
Questo procedimento potrebbe alterare i principi attivi? Oppure le tinture sono ottenute comunque attraverso procedimenti termici?
Ove dipenda dal singolo estratto, attualmente assumo echinacea e mirtillo nero.
La ringrazio per l’aiuto che potrà darmi,
Giovanna
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giovanna, la soluzione migliore, per non causare alcuna alterazione, sarebbe quella di ricorrere a un preparato fitoterapico di tipo diverso, che non contenga alcool, come ad esempio gli estratti secchi (pillole, pasticche, compresse, capsule, ecc.) o gli estratti fluidi (tisane, sciroppi, succhi, oleoliti, ecc.). Cordiali saluti.
Tatiana dice
Buon giorno! In quale deluizione potete consigliare la Ignatia amara contro ansia, depressione ecc.? Grazie!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Tatiana, quantunque la diluizione di un rimedio omeopatico sia personale, non sempre generalizzabile, legata cioè al caso individuale, spesso, come primo approccio e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, ci si orienta verso una diluizione medio-bassa (ad es. 9CH), che possiede una buona attività sintomatica, con un’attenzione anche al funzionale ed al sub-cronico. Ovviamente, come accennato, la prescrizione giusta per lei (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
Elias dice
Salve dott.ssa Rita della Volpe già da un po ho iniziato la cura con arnica,symphytum,calcarea phosphorica per una frattura. Chiedevo le diulizioni vanno bene 5ch arnica,9ch symphytum, 9ch calcarea phosphorica? Premetto che il primo trattamento l’ho fatto a diliuzioni a 5ch, visto che ora la frattura scomposta e in via di consolidamento andrebbero bene le diulizioni sopra citate? Saluti e ringrazio in anticipo per la risposta
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Elias, in linea di principio potrebbe funzionare, ma sarà nel breve la risposta dell’organismo a rivelare la bontà o meno delle scelte. Le ribadisco che sarebbe meglio affidarsi alla competenza di un medico omeopata, che con la visita potrà individuare la terapia ad hoc e seguirla durante la stessa. Cordiali saluti.
Giovanna dice
Gent.ma Dott.ssa Della Volpe,
vorrei chiederLe se conosce un farmaco topico equivalente ad Arnica Compositum della Heel, che trovo molto valido ma, purtroppo, contiene paraffina.
Ho provato anche la pomata Reckeweg 30 che è, forse, ancora migliore ma contiene lanolina.
A parte l’utilizzo per via orale, che non sempre mi è possibile, vorrei un topico che utilizzasse un unguento non dannoso per la salute, come un derivato del petrolio, e non di origine animale.
Le sarei perciò grata se potesse indicarmi una valida alternativa o dirmi se si può far preparare da un farmacista.
La ringrazio anticipatamente,
Giovanna
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giovanna, in pratica tutti i prodotti per uso topico esistenti in commercio, come creme, pomate, gel o unguenti, contengono additivi e eccipienti estranei, di varie origini, non sempre graditi o desiderati, anche quando riportano la dicitura 100% naturale. Per evitare ciò o ci si avvale di un laboratorio galenico che possa preparare il prodotto in base alle proprie indicazioni, oppure lo si confeziona in casa con un semplice “fai da te”, ricorrendo al mondo vegetale, come ad esempio le preparazioni di cui agli articoli “Stop reumatismi-nevralgie-ecc.” e “Sollievo per lombalgie e coliche” nella sezione del sito “Rimedi della nonna” od ancora, sempre a mo’ di esempio, i link: https://riciclareperrisparmiare.it/alimenti/ananas/come-riciclare-crema-di-ananas/ e https://riciclareperrisparmiare.it/varie/spezie-fiori-foglie-semi/riciclare-sedano-crema-di-sedano/. Cordiali saluti.
Elias dice
Salve da poco ho avuto un trauma toracico, con frattura del terzo corpo dello sterno. In merito voleva sapere che soluzioni omeopatiche potevo utilizzare per una guarigione migliore?, oltre alla ormai nota arnica monta. CORDIA SALUTI
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Elias, i rimedi omeopatici che vengono frequentemente prescritti per un trattamento conseguente a frattura sono: Arnica montana, spesso alternato con China, per calmare il dolore, ostacolare il formarsi di ematomi e accelerare il riassorbimento dell’edema; Symphytum per facilitare la saldatura e il processo riparativo, stimolando la formazione del callo osseo; Calcarea phosphorica per favorire il callo osseo nei ritardi di consolidamento; Hypericum nella terapia del dolore. Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.