Premessa
In quest’articolo si forniranno alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione, si riporteranno gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia. Per comodità si riproporranno alcune nozioni e informazioni già sviluppate in altre parti del sito.
Il ceppo omeopatico
Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base (di natura vegetale, animale o minerale), da cui trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione. Maggiori informazioni sono contenute nell’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della presente sezione del sito.
La diluizione
La diluizione è una delle due fasi importanti (l’altra è la dinamizzazione, di cui in seguito) del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).
La dinamizzazione
La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione. Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine “potenza”, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico. Nel presente sito, come del resto è consuetudine in Italia, verrà utilizzato il termine unico “diluizione” sottintendendo che sia comprensivo anche della dinamizzazione.
Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH
Come già accennato le diluizioni dei rimedi omeopatici contrassegnate dalla sigla D o dalla sigla DH (in Italia solitamente si adopera la D), sono le diluizioni decimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/10), dal nome del padre dell’omeopatia classica Samuel Hahnemann (1755-1843, medico tedesco). Le diluizioni omeopatiche contrassegnate dalla sigla C o dalla sigla CH (in Italia solitamente si adopera la CH), sono le diluizioni centesimali hahnemanniane (rapporto soluto/soluzione = 1/100). La cifra numerica che segue o precede una delle suddette sigle indica quante volte è stata operata la relativa diluizione. Ad esempio la diluizione (o la potenza) D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio. Invece la diluizione (o la potenza) 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.
Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa. Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.
In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.
Le diluizioni korsakoviane K
Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo), connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate “del flacone unico”. In tale unico flacone vengono eseguite tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata. Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico (ad es. di tintura madre) un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione. Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.
Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso (utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata), per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.
Equivalenza tra diluizioni hahnemanniane e korsakoviane
Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali (ricordiamoci che anche la diluizione korsakoviana è da ritenersi centesimale in quanto, come già detto, si presuppone che la quantità di soluzione aderente le pareti del flacone, dopo lo svuotamento ad ogni passaggio, rappresenti 1/100 del suo precedente contenuto), hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione. Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine (che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH), che la diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile, in quanto presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente. Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania. Molti Autori, comunque, nonostante ciò, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti. Ad ogni buon fine, solo a titolo orientativo e con tutte le limitazioni accennate, si può dire che approssimativamente è possibile accettare la tabella di equivalenza, a lato riportata, in funzione della sola concentrazione molecolare e quindi della sola diluizione.
Però è importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni, poiché la diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana. Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni (9 x 100), mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni (1.000 x 100). Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.
Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane andrebbe valutata dando rilevanza alla dinamizzazione, che, come visto, assume un ruolo prevalente rispetto alla mera diluizione della sostanza di origine, essendo quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico. Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K (o MK), avendo la stessa dinamizzazione.
Effetti terapeutici delle diluizioni
Anche se in omeopatia non esiste la regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono, oltre che dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio, dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.
● Basse diluizioni (quelle fino alla 7CH): hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata (ogni quarto d’ora, ogni mezz’ora, ecc.) per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di “drenaggio”, che stimola gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
● Medie diluizioni (ad es. la 9CH o la 15CH): hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
● Medio-alte diluizioni (ad es. la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima): impiegano alcuni giorni (5, 7, 10, 15 gg.) per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20-30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
● Alte diluizioni (ad es. la 200CH o la 200K): impiegano un buon numero di giorni per agire (15, 20, 30 gg.) e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
● Altissime diluizioni (prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK): agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi (20, 30, 40 gg.) e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.
Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM
Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM. Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente. Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 (500 x 100) ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala. In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.
L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann (nella sesta edizione dell’Organon le definisce prossime alla perfezione, descrivendole per la prima volta), soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico “iatrogeno”, che farebbe insorgere temporaneamente dei nuovi sintomi come conseguenza dello sviluppo del potere patogeno del rimedio. L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.
Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico “terapeutico”, comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine rimedio-paziente. Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.
Maggiori informazioni in merito sono contenute nell’articolo “Aggravamento omeopatico” della presente sezione del sito.
Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.
Classificazione delle diluizioni D, CH, K, LM
In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.
Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine, le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna, la quale traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.
Pertanto, dal punto di vista dell’effetto clinico, tutte le tipologie di diluizioni omeopatiche possono così classificarsi:
► «basse» le diluizioni fino a 7 (D o CH o K o LM);
► «medie» quelle superiori a 7 fino a 15 (D o CH o K o LM);
► «medio-alte» quelle superiori a 15 fino a 30 (D o CH o K o LM);
► «alte» quelle superiori a 30 fino a 200 (D o CH o K o LM);
► «altissime» quelle superiori a 200 (D o CH o K o LM).
Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.
rita dice
buongiorno dottoressa, volevo chiederLe se le verruche seborroiche si curano meglio con tuja a bassa diluizione ch o al contrario con media o alta, e in quali dosi, Grazie, Rita
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rita, indubbiamente Thuya è uno dei più importanti rimedi omeopatici utili a trattare la cheratosi seborroica (nota anche come verruca seborroica per la somiglianza con le verruche), considerato che è il principale rimedio nella cura della diatesi hahnemanniana detta “sicosi”. Infatti la sicosi, più recentemente chiamata “reticoloendoteliosi” cronica o “reticolosi”, esprime la predisposizione dell’organismo alla formazione localizzata di escrescenze benigne come verruche, forme tumorali benigne cutanee, condilomi, papillomi, fibromi, epiteliomi, pustole, polipi, ecc. Tale diatesi prevale nei soggetti a costituzione carbonica o sulfurica. Pertanto, laddove esiste la somiglianza, Thuya può essere il rimedio omeopatico adatto. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Per quanto riguarda la diluizione, questa, come del resto tutte le altre entità terapeutiche, è molto personale, non generalizzabile, in quanto legata alla situazione clinica del singolo paziente ed a quelle peculiarità che rendono lo stesso unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Essa in particolare dipende dalla reattività e sensibilità del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, dalla profondità della patologia o disturbo, dal livello d’intervento terapeutico necessario, nonché dal grado di somiglianza rimedio-paziente. Pertanto se detta somiglianza è buona, ossia corrispondente ed estesa, ci si può anche spingere con le diluizioni, utilizzando quelle medie o alte, per un’azione profonda e sistemica. Se invece la somiglianza è limitata al tipo di manifestazione cutanea, allora generalmente ci si orienta verso le basse diluizioni per un intervento sintomatico. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata. Cordiali saluti.
angelo dice
Gentile Dottoressa. Ho mia figlia, di età ( intorno ai cinquant’anni) , la quale sin da giovinetta aveva paura di entrare sia in ascensore che in banca. Ultimamente, mi sono ritrovato con lei; e ho potuto constatare che la semplice paura si è trasformata in terrore. Potrebbe Dott.ssa indicarmi qualche rimedio che potrei invitarla aprendere? Grazie con tanti distinti saluti. Angelo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Angelo, com’è noto, la claustrofobia è la paura eccessiva e irrazionale degli spazi chiusi e ristretti (stanze con dimensioni ridotte, cabina dell’ascensore, camerini, tunnel, locali sotterranei, ecc.), ma la fobia spesso si estende anche ad altre situazioni dove il soggetto si sente accerchiato e privo di libertà spaziale attorno a sé, come, ad esempio, viaggiare nello scompartimento di un treno o in metropolitana o nella cabina di un aereo, stare in una sala da proiezione, trovarsi in ambienti privi di finestre, ecc. Chi soffre di claustrofobia cerca sempre un posto il più possibile vicino all’uscita. I sintomi sono quelli dell’angoscia (ossia dell’ansia aggravata), variabili da soggetto a soggetto, come malessere generale, senso di oppressione, tremore, attacchi di panico, difficoltà di respirazione e senso di soffocamento, tachicardia, sudorazione, iperventilazione, vertigini e nausea, ecc. Una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi emotivi o psichici, tra cui quello in parola, è consultabile all’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Il primo rimedio cui verrebbe di pensare è Argentum nitricum, che è il fobico per eccellenza. Ma potrebbero essere idonei anche altri rimedi, anch’essi adoperati in caso di claustrofobia o più in generale in caso di paure angosciose, quali Aconitum napellus, Arsenicum album, Gelsemium, Ignatia amara. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che presenta un profilo psicologico ed una sintomatologia specifica somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Sempre a titolo informativo sappia che in diversi casi, specie nei periodi di maggiore eccitazione, viene adoperato qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta, com’è noto, di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in associazione alla cura omeopatica o in esclusiva, come Tilia tormentosa M.G. D1 che è un regolatore del sistema nervoso, un ottimo tranquillante, indicato per vari stati di ipereccitabilità nervosa, ansia, stress, nervosismo, nevrosi varie, insonnia. È utile ricordare che è sempre opportuno non fare da sé ma rivolgersi ad un medico omeopata, se si vogliono avere delle concrete possibilità di risolvere con l’Omeopatia ed eventuali bioterapie collegate. Cordiali saluti.
Simone dice
Buongiorno Dottoressa, una curiosità. La mia Dott.ssa mi ha prescritto argentum nitricum 06LM monodose, e ne dovrei prendere un tappino(riferimento quello dell’Unda sempre monodose) per 3 volte a settimana per 3 settimane. Ora mi chiedo se io volessi acquistare sul sito Remedia come mi regolo per i grammi da acquistare? Qualcuno lo sa? Grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Simone, la monodose standardizzata di un rimedio omeopatico si presenta nella forma farmaceutica del tubo-dose contenente 200 globuli, ciascuno di circa 5 mg, per un peso complessivo di circa 1 g. Ovviamente la dottoressa omeopata che le ha prescritto il rimedio saprà fornirle tutti i chiarimenti per l’acquisto. Cordiali saluti.
Anna dice
Gentile dottoressa , volevo un suo parere riguardo tale farmaco omeopatico , silicea 6k mk .. Ha effetti collaterali ? Il dottore mi ha detto di assumerlo , aprendo la capsula e lasciando per un po i granuli sotto lingua; lontano dai pasti quindi un’ora dopo cena . La ringrazio per l’attenzione
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, generalmente i rimedi omeopatici non hanno controindicazioni o effetti collaterali (intesi nel senso tradizionale del termine), in quanto non introducono praticamente sostanze, dal momento che per effetto della forte diluizione esse sono ridotte a livello estremamente basso, quasi infinitesimale. La loro azione consiste unicamente nello stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione dell’organismo, andando a ripristinare l’efficienza e la funzionalità dei sistemi di difesa e di regolazione generale dell’organismo stesso. Inoltre la forma omeo-farmaceutica prescritta è la cosiddetta “potenziata”, che fa uso di più capsule numerate contenenti il rimedio in diluizioni crescenti, da assumere secondo l’ordine numerico, con le modalità suggerite, che pertanto sono corrette. Tale forma consente da un lato di ridurre i tempi di guarigione e dall’altro di scongiurare o attenuare sensibilmente qualsiasi eventuale fenomeno transitorio di aggravamento omeopatico, cioè sia l’aggravamento omeopatico vero e proprio (quello terapeutico, consistente nella possibile esacerbazione temporanea dei sintomi da curare) e sia quello iatrogeno (consistente nella possibile comparizione temporanea di nuovi sintomi appartenenti alla patogenesi del rimedio). Il medico che le ha prescritto la cura credo che non avrà alcuna difficoltà a fornirle ulteriori chiarimenti in merito e tutte le rassicurazioni del caso. Cordiali saluti.
Loredana dice
GENT.MA DOTT.SSA, HO UNA BAMBINA DI 10 ANNI AFFETTA DA PARALISI CEREBRALE CON UNA FORTE SPASTICITA’. PRENDE IL LIORESAL ,MA VORREI DARLE LA CANNABIS OMEOPATICA PER CERCARE DI RIDURRE IL SUDDETTO MEDICINALE CHE HA TANTE CONTROINDICAZIONI PURTROPPO. GENTILMENTE LE CHIEDO A QUALE DILUIZIONE E IL RELATIVO DOSAGGIO.LA RINGRAZIO. LOREDANA
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Loredana, in Omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è molto personale, non generalizzabile, in quanto legata alla situazione clinica del paziente ed a tutte quelle peculiarità che rendono lo stesso unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. La diluizione, in particolare, è legata alla reattività e sensibilità del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, alla profondità della patologia o disturbo, al livello d’intervento terapeutico necessario, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente. La posologia diventa una conseguenza, tenendo cioè presente che quanto più è alta la diluizione tanto più lunghi saranno gli intervalli di somministrazione del rimedio. Pertanto, se lei intende avvalersi dell’Omeopatia, le consiglio di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia meglio appropriata al caso specifico della sua bambina. Cordiali saluti.
Roberta dice
Buongiorno, la mia dottoressa mi ha detto di dare una mono dose di pulsatilla da 200ch alla mia bimba. La farmacista mi ha dato una mono dose da 200k dicendomi che era equivalente, è corretto? Non vorrei sbagliare!
Grazie e buona giornata
Roberta
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Roberta, come spiegato nel presente articolo, le diluizioni omeopatiche hahnemanniane CH e le diluizioni omeopatiche korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali, non sono affatto comparabili, o almeno non lo sono mai completamente. Lo stesso dicasi per la 200CH e la 200K, che hanno comportamenti terapeutici comunque differenti, vicini ma non uguali, essendo tutte e due delle alte diluizioni. Pertanto, se lei vuole osservare scrupolosamente la prescrizione della dottoressa, sarebbe opportuno restituire la 200K e procurarsi la 200CH. Bisogna sempre ricordare che in Omeopatia niente è equivalente ad altro, per cui ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, forma farmaceutica, ecc.) è uguale solo a sé stessa. Cordiali saluti.
Andrea dice
Salve. Volevo chiedere se è possibile sostituire le gocce con i granuli? Devo preparare una soluzione con mercurio solubilis 6lm gocce ma ho solo mercurio solubilis 6lm granuli. Eventualmete 10gocce a quanti granuli corrispondono? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Andrea, un sistema molto efficace per trasformare un rimedio omeopatico dalla forma in granuli alla forma liquida, tra l’altro praticato dai Maestri del passato e tuttora prescritto da molti medici omeopati, consiste nel lasciar sciogliere alcuni granuli (3 sono sufficienti) in mezzo bicchiere d’acqua e poi assumere un sorso della soluzione nel numero di volte giornaliero prescritto. Ogni sorso rappresenta una dose. Meglio se si rabbocca di volta in volta con nuova acqua la parte che viene assunta, allo scopo di aumentare leggermente la diluizione. Prima di ogni assunzione, la soluzione o deve essere travasata rapidamente più volte (minimo 20 volte) da un bicchiere all’altro, oppure deve essere scossa energicamente più volte (minimo 10 volte) ed in quest’ultimo caso occorre una bottiglietta. Ciò permette, unitamente all’eventuale aumento della diluizione di cui in precedenza, di ripetere la dose aumentando un po’ la potenza energetica del rimedio, come raccomandava Hahnemann, onde evitare qualsiasi effetto iatrogeno. La soluzione può essere usata anche per 2-3 giorni. Cordiali saluti.
serena dice
buongiorno sono una donna di 36 anni, madre di due bimbi. Soffro di ansia da una vita e ho preso più volte nell’arco dell’adolescenza lo zoloft come farmaco per gli attacchi di panico, per la fobia sociale e un disagio di fronte a discussioni anche banali con i cari o gli amici o colleghi. Poi mi sono avviacinata all’omeopatia e la dott.ssa mi ha prescritto ignazia amara ch5 (3 granuli 3 volte al di) e pulvised (30 gocce mattina e 30 la sera). E’ un mese che sto facendo la cura, ma sembra non avere un effetto continuo e duraturo nel senso che al minimo fattore di stress ho mal di testa e la pressione che oscilla tra i 90-95 e 130/140. Questo stato di malessere mi sta massacrando e ne risentono i miei familiari primi fra tutti i miei figli che mi vedono buttata sul divano per i gran mal di testa. Leggendo gli effetti terapeutici dell’ignazia, ritrovo i miei sintomi, ma allora perchè la situazione non migliora? forse è basso il dosaggio? O devo affiancare qualche altro prodotto omeopatico? Grazie mille, Serena
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Serena, sarebbe opportuno informare la dottoressa omeopata la quale è l’unica che può valutare se la cura ha bisogno o no di adattamenti. Deve comunque mettere in conto che quando è in gioco la componente psicologica gli effetti terapeutici si manifestano in tempi mai brevi, come pure mai brevi saranno i tempi del trattamento. Abbia fiducia e si affidi alle prescrizioni della dottoressa, non mancando di informarla non solo per l’attuale ma anche per il futuro. Cordiali saluti.
Martina dice
gentile Dott.ssa,
ho letto che come rimedio per le emorroidi si potrebbe assumere la Pulsatilla 30 CH.
volevo sapere se è consigliata e in quale dose sarebbe opportuno assumerla considerando che ne soffro in maniera molto forte da circa 3 settimane e non trovo sollievo con nessun altro rimedio.
in anticipo, grazie mille.
cordiali saluti, Martina.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Martina, Pulsatilla è uno dei tanti rimedi omeopatici che viene adoperato per il trattamento delle emorroidi e solo se lei si rispecchia nelle sue caratteristiche e nella sintomatologia specifica, allora il rimedio può considerarsi adatto. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, secondo la quale un rimedio per essere curativo deve assomigliare al paziente, ossia il quadro patogenetico del rimedio deve essere simile al quadro clinico del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Pulsatilla la possiamo immaginare come la donna (spesso una giovane donna) fragile, dolce, gentile, timida, timorosa, molto emotiva, freddolosa (ma paradossalmente teme il caldo, che l’aggrava e ricerca il fresco, che la migliora), che in genere si aggrava poco prima del mestruo, che ama essere consolata, che tende ad avere disturbi della circolazione venosa periferica, come per l’appunto le emorroidi. Queste ultime si presentano protuse, sanguinanti, pruriginose, brucianti e dolorose come se fossero escoriate. Quindi se lei si riconosce in ciò ed in particolare nella sintomatologia specifica, allora, ripeto, Pulsatilla può essere il rimedio giusto per lei. Sempre a titolo informativo, tra gli altri rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati troviamo: Aesculus hippocastanum, quando le emorroidi sono brucianti e pruriginose, dolorose, sanguinano raramente o non sanguinano affatto, il paziente avverte una sensazione di pienezza rettale ed i disturbi migliorano con le applicazioni fredde; Muriaticum acidum, quando le emorroidi si presentano bluastre e molto dolorose, aggravate anche dal minimo contatto, con sanguinamento scarso o assente ed i disturbi migliorano con le applicazioni calde; Hamamelis, come il precedente quando però si produce un sanguinamento; Aloe socotrina, quando le emorroidi si presentano a grappolo, il paziente a volte non riesce a trattenere le feci e il muco ed i disturbi migliorano con il freddo; Lachesis, se i sintomi peggiorano con il caldo; Ratanhia, se il dolore si presenta soprattutto dopo l’evacuazione. Per quanto riguarda la diluizione e la posologia, anche queste sono molto personali, non generalizzabili, in quanto legate alla situazione individuale del paziente, in particolare alla reattività del singolo organismo, alla profondità del disturbo, al livello d’intervento terapeutico necessario, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente di cui in precedenza. Come primo approccio, per un trattamento sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, generalmente ci si orienta verso le basse diluizioni (quelle ad es. fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose più volte al dì, lontano dai pasti. Le consiglio pertanto di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che saprà prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Michela dice
Gent. Dottoressa,
Sono la mamma di un bambino di 10 anni che da quando ne aveva 7 soffre di tic e balbuzie quando è particolarmente stressato. Volevo provare nux vomica in quanto mi hanno detto che è un buon rimedio. Secondo lei può andate bene, e in caso che posologia. Grazie mille
Michela
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, sarebbe opportuno, se non l’avesse ancora fatto, parlarne con il pediatra di famiglia per stabilire se è il caso di sottoporre il bambino ad una visita medica specialistica, finalizzata ad una diagnosi precisa ed alla valutazione dell’opportunità di un intervento terapeutico. Ciò consentirebbe di indirizzare meglio la terapia e di conoscere i risultati ottenibili con un’eventuale cura omeopatica, per la qual cosa sarà comunque opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Com’è noto, i tic nervosi dei bambini sono solitamente l’espressione inconsapevole di un certo grado di stress o di disagio psichico, sotto la forma di disturbi psicosomatici, destinati a scomparire con l’età una volta però che viene superata la tensione psico-fisica. La balbuzie, che è un disordine della parola determinato da fattori sia fisiologici che psicologici, sia genetici che ambientali, può essere accompagnata da una serie di tic. Il tutto compare e si accentua quando la tensione sale e si attenua quando si è più tranquilli e rilassati. Per quanto riguarda specificamente la balbuzie bisognerebbe comprendere se trattasi di balbuzie primaria, detta anche pseudobalbuzie o balbuzie di rodaggio, che generalmente tende a regredire ed a risolversi spontaneamente, oppure di balbuzie secondaria, detta anche balbuzie vera, che generalmente insorge in età scolare e richiede un trattamento specifico diversificato, comprendente un intervento rieducativo logopedico. Relativamente all’Omeopatia, a titolo esclusivamente informativo, il rimedio omeopatico più adoperato in caso di balbuzie è Stramonium, il quale spesso è associato con Causticum e Gelsemium allo scopo di completarne e rafforzarne l’azione. Ovviamente occorrerà verificarne l’applicabilità al caso specifico del suo bambino. Tra gli altri rimedi omeopatici potenzialmente idonei troviamo Atropinum, Belladonna, Cannabis sativa, Dulcamara, Euphrasia, Hyosciamus niger, Kali bromatum, Lachesis, Lycopodium, Natrum carbonicum, Nux moschata, Nux vomica, Phosphorus, Ruta graveolens, Secale cornutum, Selenium, Spigelia, Sulphur, Veratrum album. I rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati in caso di tic nervosi sono Agaricus muscarius, Anantherum, Belladonna, Cuprum, Hyoscyamus, Kali carbonicum, Lachesis, Lycopodium, Mygale lasiodora, Silicea, Stannum, Stramonium, Thuya ed altri. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Il consiglio più saggio ed opportuno che le si può dare, se lei intende ricorrere all’Omeopatia, è di rivolgersi ad un medico omeopata, o con la diagnosi medica preventivamente raccolta, come accennato all’inizio, o seguendo le indicazioni dello stesso medico omeopata, il quale con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al caso specifico del suo bambino (rimedi, diluizioni, posologie, tempi di cura, ecc.) per trattare entrambi i disturbi, tra loro legati. Difficilmente con l’auto-prescrizione potrà riuscire nell’intento, a maggior ragione quando sono in gioco gli aspetti psichici e comportamentali. Cordiali saluti.