Cure omeopatiche sono quelle che rispondono alla legge “ SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR”, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile.
Secondo questa legge una sostanza naturale, che se assunta in grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche, di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato.
Ecco perché parlare delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e quindi i rimedi omeopatici devono essere scelti in base alla somiglianza tra i loro effetti ed i sintomi che l’individuo malato manifesta.
Ippocrate (medico greco antico, vissuto tra il V e IV secolo a.c., considerato il padre della medicina) diceva: quello che provoca la stranguria (minzione lenta e dolorosa) nell’uomo sano, lo guarisce nell’uomo malato. La malattia è prodotta dai simili ed il malato ritorna dalla malattia alla salute mediante i simili che la producono. La guarigione, cioè, deve realizzarsi in forma simile alla Natura, deve agire in concordanza con la Natura.
Anche Louis Pasteur (1822 – 1895, chimico e biologo francese, considerato il fondatore della moderna microbiologia), che sviluppò una forma attenuata del virus responsabile della rabbia, utilizzabile come vaccino che ha salvato migliaia di persone, diceva: quello che provoca la rabbia, cura la rabbia e così anche per la difterite, setticemia, colera, tubercolosi, vaiolo, ecc.
Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755 – 1843, medico tedesco, considerato il fondatore della Medicina Omeopatica), che sottoponeva se stesso ed i suoi allievi alle sperimentazioni, ebbe modo di osservare che la somministrazione ripetuta e prolungata del chinino produce una febbre similare a quella che insorge nella malattia che lo stesso rimedio cura. Gli stessi fenomeni si presentavano con l’arsenico ed il mercurio, cioè somministrando tali sostanze in organismi sani queste provocano quadri di sintomi del tutto simili a quelli che i malati curano quando le usano come rimedi. Da qui la formulazione della Legge della Similitudine, da cui trae principio l’Omeopatia.
Egli trovò, inoltre, che i quadri di sintomi si curano utilizzando le sostanze diluite e sottoponendo le stesse alla tecnica della dinamizzazione o succussione. Nascono i rimedi omeopatici.
La regola seguita nelle cure omeopatiche è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si utilizzano rimedi a bassa diluizione (alcuni centesimali della sostanza base), mentre per le malattie nello stato cronico si adoperano rimedi a media diluizione (qualche decina di centesimali) e ad alta diluizione (da alcune centinaia di centesimali).
Il processo di guarigione avviene secondo la legge di Constantin Hering (1800 – 1880, medico di origine tedesca, considerato il padre dell’omeopatia americana): dall’alto al basso, dall’interno all’esterno e in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi. Prima spariscono i sintomi più nuovi, lasciando il posto ai sintomi più vecchi anche di diversi anni, poi con una seconda prescrizione scompaiono anche questi. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico.
(*) V. Note esplicative
Lara dice
Gentile Dott.ssa ,
volevo sapere quando si assume un rimedio omeopatico unicista è vero che non bisogna mangiare la menta, il prezzemolo, bere caffè, the o usare spezie .. ? Quali sono le avvertenze da seguire ?
Inoltre il rimedio omeopatico quanto tempo prima va preso dai pasti ? e quanto tempo dopo i pasti ?
Se il rimedio lo tengo in borsa dove c’è anche il cellulare (acceso o spento ) non vicini fra loro però stanno in borsa, può influenzare e in cosa ?
Magari per evitare che stiano insieme potrei tenere il rimedio in tasca nei pantaloni ? però li si scalda …
Mille grazie
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lara, per massimizzare l’assunzione di un rimedio omeopatico per via sublinguale, si consiglia di adoperarlo lontano dai pasti, all’incirca mezz’ora prima e un’ora e mezza dopo, senza essere eccessivamente fiscali e lontano dall’uso di sostanze fortemente aromatiche, come menta, spezie in genere, dentifricio, caffè, ecc. E’ altresì importante che stia lontano dal calore e dalla luce. Sarebbe anche meglio evitare l’esposizione diretta del rimedio omeopatico a campi elettromagnetici di forte intensità e per un tempo prolungato, in quanto, secondo l’orientamento di recenti studi, l’attività terapeutica del rimedio (dove, ricordiamolo, la sostanza di origine è fortemente diluita) potrebbe essere attribuita ad un’informazione elettromagnetica, ad una sorta di background elettromagnetico, che il rimedio veicola per attivare i sistemi di regolazione dell’organismo che portano alla guarigione. Quindi per non alterare questa informazione sarebbe opportuno tenere a debita distanza i rimedi omeopatici dalle fonti elettromagnetiche di una certa potenza e per prudenza anche dai cellulari, che avendo però una bassa potenza di emissione-ricezione non dovrebbero procurare danni rilevanti, tanto più se l’esposizione è occasionale e non dura a lungo. Sarebbe comunque preferibile, secondo il principio di precauzione, tenere, ad esempio, il cellulare addosso ed il rimedio omeopatico in borsa, laddove possibile. Cordiali saluti.
Lara dice
Gentilissima Dottoressa,
sto cercando un omeopata dato che nella mia zona non ne conosco, ho guardato su internet e come ho trovato questo sito ho trovato anche un medico il quale afferma che un vero” unicista” deve aver frequentato il corso triennale di medicina omeopatica Hahnemanniana ed essere iscritto all’Albo dei Medici chirurgi che praticano Medicine Non Convenzionali per la disciplina Omeopatica. E’ giusto ?
Questo medico è stato “allievo di Antonio Negro” e offre “assistenza necessaria” telefonica e/o via mail, ma siccome opera in un’altra regione rispetto dove vivo, mi ha risposto che segue benissimo i pazienti anche via skype!
Cosa ne pensa Lei.. ? E ‘ qui che ho il dubbio.. perchè credo sia importante per il medico vedermi di persona, come mi pongo, mi muovo, la mia postura e altro….a video vedrà solo il mio viso, come parlo..cosa dico..
Magari è molto bravo, competente …e “garantendo assistenza costante” potrà apportare come chiunque altro modifiche alla terapia ….
Io d’altro canto sono una che per questo genere di cose “si prepara”, mi scrivo tutto quello che ho da dire, diviso per argomento.., quasi quasi al medico spedisco la mia “scheda di chi sono che sintomi ho “ cosi quando ci vediamo o a video o di persona siamo già avanti coi lavori, cosa ne dice Lei ?
Grazie infinite .
Cordiali saluti
Lara
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lara, per esercitare correttamente la professione di medico omeopata bisogna essere iscritti a un Registro dei Medici Omeopati, per la qual cosa occorre essere in possesso dei requisiti previsti dalle diverse Associazioni di categoria ed in diversi casi approvati dai vari Ordini Provinciali dei Medici. Ovviamente occorre avere innanzitutto la laurea in Medicina e Chirurgia e l’iscrizione all’Ordine dei Medici della provincia di appartenenza. Poi in genere viene richiesto un corso di formazione che comprende teoria, pratica clinica, seminari e supervisioni, che potrebbe avere una durata minima di 3 anni ed almeno 600 ore di lezioni. Al termine del corso viene rilasciato l’Attestato di Specializzazione in Omeopatia. Per quanto riguarda i dubbi che lei solleva sul tipo di approccio medico essi sono più che condivisibili, in quanto sarebbe molto meglio, se non indispensabile, che un medico visitasse da vicino il paziente e non a distanza, considerato che nessuna tecnologia può sostituire completamente ed esaustivamente la visita medica diretta, figuriamoci poi con skype, e-mail o telefono, che al limite potrebbero essere utilizzati successivamente ed occasionalmente solo come assistenza durante la terapia. Non credo che il maestro omeopata Antonio Negro approverebbe un operato del genere da parte di un suo allievo. Le consiglio perciò di trovarsi un medico omeopata dal vivo, quindi “reale” e non “virtuale”. Cordiali saluti.
Lara dice
Buongiorno Dottoressa,
le chiedo anche quanto segue : il vero omeopata è colui che prescrive un solo rimedio ? Al giorno d’oggi ci sono medici che si definiscono omeopati e curano utilizzando diversi rimedi, come dicevo con la fitoterapia, omotossicologia etc….
Inoltre il vero omeopata dovrebbe dare assistenza anche tra un controllo e l’altro cioè durante il processo della cura del paziente per monitorare gli sviluppi ed eventualmente correggere il rimedio..?
Grazie infinite
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lara, l’omeopatia è una sola ed è ben individuabile dal suo principio terapeutico che è la “legge dei simili”, sul rispetto della quale si fonda la sua capacità di guarigione. Le altre discipline terapeutiche diverse da questa impostazione, quand’anche utilizzano rimedi omeopatici o sostanze in preparazione omeopatica, non fanno parte dell’omeopatia classica ma sono un’altra cosa. Capirà bene che l’omeopatia sul piano applicativo è una medicina molto impegnativa, che richiede formazione, abilità, esperienza, capacità di osservazione, conoscenza della materia medica e dei repertori, ecc. e soprattutto perché richiede sempre soluzioni strettamente personalizzate, diverse da persona a persona pur se affette dalla stessa patologia, ragion per cui l’individuazione dei rimedi omeopatici specificamente curativi esige lo studio del malato, nel senso più ampio e completo del termine, e della sua sintomatologia. L’omeopatia pone quindi al centro della terapia il malato e non genericamente la malattia, con un approccio terapeutico di tipo olistico nel quale vengono valorizzati la connessione corpo-mente e l’inquadramento della malattia nella sua specificità propria del terreno e nella sua dinamica evolutiva legata a passato-presente-futuro. Esistono tre diversi metodi di prescrizione che fanno capo ad altrettante scuole mediche omeopatiche, che sono la Unicista, la Pluralista e la Complessista. L’omeopatia unicista (sviluppatasi soprattutto in Gran Bretagna), rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, prescrive un solo rimedio chiamato “simillimum”, capace di coprire tutti i sintomi del paziente. L’omeopatia pluralista (legata allo sviluppo della cosiddetta Scuola francese) prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo. L’omeopatia complessista (adottata da alcune Scuole tedesche) prescrive più rimedi sinergici contemporaneamente, di solito tutti sintomatici, che vengono pertanto individuati in base alla sintomatologia. Sul piano personale propendo tendenzialmente per l’omeopatia unicista, laddove si riesce a sintetizzare con un unico rimedio l’intero quadro clinico del paziente o quantomeno quello più significativo. In subordine considero l’omeopatia pluralista e se necessario anche l’omeopatia complessista, laddove la complessità del quadro clinico richiede realisticamente l’uso di più rimedi, la cui complementarietà e convergenza d’azione riescono a coprire la totalità o quantomeno la maggior parte dei sintomi del paziente. Sono quindi tutte e tre dei metodi di prescrizione validi e la prevalenza dell’uso di uno su un altro dipende molto anche dalla formazione e dalle abitudini dell’omeopata. L’importante è che sia applicata correttamente la legge di similitudine, l’unica dalla quale non si può prescindere. L’omeopatia non è rimasta ferma ai tempi di Hahnemann ma si è aggiornata ed evoluta fino ai giorni nostri, sia introducendo nuovi rimedi omeopatici, nuove patogenesi, nuove costituzioni, nuove diatesi, ecc. e sia aprendosi ad altri bioterapici, in particolare ai gemmoterapici ed agli organoterapici, senza però mutare il suo principio terapeutico. L’omotossicologia pur avendo diversi punti di contatto con l’omeopatia, alla quale si ispira, ha però dei principi terapeutici e di scelta dei rimedi completamente differenti, nonostante utilizzi rimedi in preparazione omeopatica come i composti e diversi bioterapici, oltre i rimedi omeopatici unitari che rappresentano il vero punto d’incontro tra le due medicine. Per quanto riguarda la fitoterapia, l’omeopatia la vede spesso come coadiuvante ed a volte anche come valida alternativa. Confermo che il bravo medico omeopata deve seguire costantemente il paziente durante tutta la cura, sia per tradurre in pratica la strategia terapeutica con la tempistica dei risultati attesi, non valutabile esattamente a priori in quanto dipendente dalla reattività del singolo organismo e sia per apportare eventuali adattamenti o modifiche alla terapia se i risultati non risultano essere completamente quelli attesi. Infine relativamente alla consulenza, le specifico che non sono un medico, come potrà rilevare nella sezione del sito “Chi sono”, bensì una biologa appassionata e studiosa di omeopatia che cerca di fornire con il presente sito un’informazione chiara, comprensibile, oggettiva e soprattutto responsabile su ciò che l’omeopatia e le altre cure naturali (in primis fitoterapia classica, gemmoterapia, organoterapia, alimentazione, stile di vita) possono fare per la nostra salute e il nostro benessere. Grazie per i complimenti. Cordiali saluti.
Lara dice
Gentile Dottoressa,
complimenti per il sito ricco di informazioni e preziosi consigli pratici.
Si evince dalle risposte che lascia ai lettori che Lei è per una “omeopatia unicista”, o sbaglio.. ?
A tal proposito vorrei chiederLe se questo metodo di cura “classico HaHnemanniano” è “migliore” o in cosa è differente rispetto una cura dove si utlizza oltre l’omeopatia rimedi omotossicologici, fitoterapici integratori, etc..etc…?.
È forse più efficace l’unicista perché va alla radice dove partono tutti i vari sintomi? Credo anche sia importante un bravo medico che sa trovare il rimedio giusto!
Se è possibile vorrei sapere se fa consulenza privatamente e dove esercita, mi farebbe piacere essere seguita personalmente da Lei.
Grazie per la Sua attenzione , cordiali saluti.
Lara
monica dice
Buongiorno dott.ssa Della Volpe il sito è molto utile e interessante soprattutto per chi come me.. s’interessa da poco tempo all’omeopatia. Ho letto molto volentieri le curiosità sui principi delle cure omeopatiche le domande dei lettori e le varie risposte dei medici omeopati. Fra queste c’è la sua risposta del 18 Marzo 2014 alla sig.ra Maria dove alla fine giustamente specifica di rivolgersi ad un medico omeopata per la garanzia di ricevere una terapia strettamente personale e accenna oltre che rimedio, diluizione, posologia anche alla “durata della cura” vorrei però fare una domanda a tal proposito perché ho conferma sia da alcuni conoscenti ma anche dalla sottoscritta (in cura da poco con l’omeopatia) che tali cure devono essere fatte all’infinito, quindi la guarigione della malattia anche con l’omeopatia, non avviene in modo definitivo ma viene controllato utilizzando il rimedio personalizzato. Vorrei appena le è possibile capire meglio se il principio è uguale per tutti i pazienti in cura o solo per alcuni. In attesa di risposta la ringrazio molto per la sua attenzione. Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Monica, non è così. La medicina omeopatica, come del resto tutte le medicine, ha come obiettivo la guarigione completa e definitiva del paziente, per cui le cure omeopatiche normalmente hanno un inizio e una fine e quindi terminano quando il paziente è guarito. Può capitare in particolari circostanze, che però non riguardano la maggioranza dei casi, che la cura omeopatica si debba ripetere perché quella precedente non è stata tanto profonda o tanto appropriata da sradicare completamente la malattia e quindi si è avuta una recidiva, oppure perché si rende necessario seguire dei cicli di cura (si pensi ad esempio alla problematica delle allergie). Parliamo comunque di cure che hanno una conclusione e che non continuano all’infinito. Però può succedere che una cura omeopatica debba accompagnare il paziente per periodi molto lunghi od anche per tutta la vita, ma sono situazioni abbastanza circoscritte che non rappresentano la norma e non rappresentano gli standard curativi della medicina omeopatica. D’altro canto, se ci riflettiamo, anche la medicina tradizionale prevede tali eccezioni (si pensi ad esempio ai farmaci di classe A, i cosiddetti salvavita, che quasi sempre devono essere assunti per tutta la vita). La medicina omeopatica per poter guarire deve vedere applicare correttamente il “principio di similitudine”, che costituisce il suo fondamento terapeutico, secondo il quale il rimedio curativo (o i rimedi) deve essere individuato sulla base della migliore somiglianza con le manifestazioni e con le caratteristiche del paziente, sia dal punto di vista fisiologico che da quello psicologico, altrimenti si otterranno solo insuccessi. Ciò a differenza di quanto accade, ad esempio, nella medicina tradizionale dove esistono i farmaci generici per curare i vari tipi di patologie, che vanno bene per tutti coloro che ne sono affetti. Invece in omeopatia, com’è noto, ogni paziente “chiama il suo rimedio”, nel senso che il rimedio omeopatico può essere diverso da persona a persona anche se tutte affette dalla stessa patologia: l’omeopatia, come suol dirsi, è la medicina che “veste su misura”. Una volta individuato il rimedio (o i rimedi) bisogna adottare la giusta strategia terapeutica che porti alla guarigione definitiva, la quale passa per le diluizioni, le posologie, i tempi di cura, l’uso del drenaggio, l’uso dei rimedi complementari, gli adattamenti in corso d’opera, le pause terapeutiche, i cicli di cura, ecc. Sono questi i motivi per cui è sempre opportuno rivolgersi ad un medico omeopata e non fare da sé, innanzitutto perché è giusto che la nostra salute venga messa nelle mani di un medico e poi per evitare di ottenere dei risultati distorti, poco stabili e poco duraturi. In quest’ultimo caso la colpa non è della medicina omeopatica ma di una sua con corretta applicazione. Grazie per gli apprezzamenti riguardanti il sito. Cordiali saluti.
Maria dice
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per questo sito così utile e completo. Credo molto nell’omeopatia e, come ho avuto modo già di scriverle, mi riconosco nel tipo Calcarea. Ho 59 anni e soffro di dolori alle articolazioni che migliorano solo e soltanto con gli antinfiammatori (Ketoprofene, ibuprofene, ecc.), ma questi prodotti hanno tante controindicazioni. Ho provato con i rimedi naturali: la boswellia, l’artiglio del diavolo e un prodotto chiamato Rhumatine, che sembrava dovesse avere prestazioni simili ai FANS, ma i risultati non sono stati apprezzabili. L’omeopatia mi può aiutare?
Grazie dell’attenzione e un saluto cordiale.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, l’omeopatia può essere in grado di trattare i dolori articolari e per essi dispone di più di un rimedio tra cui, per garanzia di risultato, occorrerà individuare quello che contempla una sintomatologia quanto più somigliante a quella del paziente. Si dovrà quindi tenere conto delle modalità di manifestazione dei dolori, con particolare riguardo ai loro modi di insorgenza, alla loro localizzazione, ai sintomi associati, alle circostanze di aggravamento e di miglioramento, ecc. Tra i principali rimedi omeopatici maggiormente utilizzati per i dolori delle articolazioni ed in generale per tutti i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, troviamo: Bryonia se i dolori migliorano con il riposo e peggiorano con il movimento; è il rimedio della sinovite; Rhus toxicodendron se i dolori migliorano con il movimento o con il calore e peggiorano con il riposo (ha delle modalità opposte a Bryonia); Aconitum napellus se i dolori, che si acuiscono dopo un colpo di freddo, sono violenti, sono accompagnati da agitazione intensa e peggiorano di notte; Belladonna se i dolori peggiorano con il contatto e con il movimento e migliorano con il riposo; è il rimedio tipico dell’infiammazione ed il paziente traspira al contrario di Aconitum; Apis se i dolori sono brucianti e migliorano con le applicazioni fredde; le articolazioni sono gonfie e tese; Hypericum se i dolori peggiorano con il movimento e/o con il freddo e migliorano coricandosi sul lato dolente; Actaea racemosa se i dolori peggiorano con il tatto e con il movimento, ma neppure il riposo dà sollievo; Magnesia carbonica se i dolori migliorano con il movimento e con le bevande fredde; eccetera. Sarebbe però meglio ricorrere ad un medico omeopata per la garanzia di ricevere una terapia strettamente personale (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, eventuali adattamenti in corso d’opera, ecc.), secondo i corretti canoni omeopatici e medici in generale. Grazie per gli apprezzamenti riguardanti il sito. Cordiali saluti.
melania dice
salve, dottoressa, sono mamma di una bimba di 2 anni compiuti che spessissimo soffre di tosse. anzi, attacchi di tosse. da gennaio 2013 a oggi ha preso l’anibiotico almeno 4 volte, nell’ultimo mese ha preso dal breva,al lisomucil,al zaditen,al formistin al briofin, granplus e anche bentelan!!!! io sono contro i farmaci. sono a dir poco preoccupata anche perchè gli stessi sintomi li ho anch’io e mi sa che ho dato questa brutta eredità a mia figlia! la pediatra mi ha detto che essendo piccola è soggetta a ciò per via dell’asilo, dei denti che abbassano le difese immunitarie, e persino che il vaccino sulla pertosse non l’ha immunizzata! cosa mi consiglia? mi può indicare un medico omeopata nella mia zona gioia tauro(provincia di reggio calabria)? mi scuso per la lunghezza del messaggio ma sono molto preoccupata.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Melania, occorre tenere presente che la tosse non è una malattia ma è il sintomo di reazione dell’organismo alle infiammazioni delle vie respiratorie dovute a processi infettivi (raffreddore, faringite, bronchite, asma, ecc.) oppure a fenomeni allergici. Ma è anche il sintomo di difesa con cui l’organismo cerca di liberare le vie aeree da sostanze che cercano di ostruirle o di irritarle (catarro, polveri, fumo, ecc.). Di conseguenza non va curata la tosse, che andrebbe solo calmata quando diventa eccessiva e insostenibile, ma vanno curate le relative cause. La tosse legata alle normali infezioni delle alte vie respiratorie solitamente si esaurisce in un arco di tempo limitato, così come si risolvono le infezioni. Una tosse persistente, cronica e per di più a carattere stagionale fa pensare ad altre cause, quali ad esempio sinusite, rinosinusite, bronchite asmatica, asma bronchiale, allergia, infezioni consecutive delle vie respiratorie, ecc., che si accentuano nel periodo autunnale ed invernale, ossia nei mesi più freddi. E’ vero anche che la bimba, per la sua tenera età e come spesso succede in età pediatrica, probabilmente ha un sistema immunitario non ancora sufficientemente forte da garantire la difesa degli organi che comunicano con l’esterno come gola e polmoni. Generalmente i problemi tendono a regredire con la crescita, quando si rafforzano i meccanismi di difesa del sistema immunitario, fino a risolversi completamente. Le difese immunitarie si possono rafforzare anche con un’alimentazione adeguata che, compatibilmente con l’età della bimba, privilegi i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega3 e omega6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici e probiotici. Se lei intende curare la sua bimba con l’omeopatia le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata che possa approfondire la situazione, prescrivere la terapia personalizzata e seguire la bimba in modo appropriato. Una possibile terapia consiste nell’adoperare durante la fase acuta dei rimedi omeopatici sintomatici, a bassa diluizione, come quelli di cui all’articolo “Tosse” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”; superata tale fase per rafforzare le difese immunitarie e quindi per evitare future recidive, si adoperano rimedi omeopatici costituzionali (cioè rimedi importanti individuati in base alla somiglianza con la totalità del paziente, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico), probabilmente ad alta diluizione, che potranno agire profondamente e sistemicamente. Se invece volesse ricorrere alla fitoterapia, dia un’occhiata all’articolo “Via raffreddore-tosse-influenza-ecc.” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici dell’antica tradizione molto utili in caso di affezioni delle vie respiratorie, tosse compresa. Ad esempio sono di valido aiuto per combattere la tosse e per favorire l’espettorazione lo sciroppo di cipolla e limone oppure gli infusi di malva o maggiorana. Cordiali saluti.
marité dice
Cara dott della volpe, non ho alcuna domanda da sottoporLe. Semplicemente vorrei porLe i miei complimenti e ringraziarLa per il sito web. Molto esaudiente e completo.
Cordiali saluti,
Marité
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marité, la ringrazio per gli apprezzamenti e mi fa molto piacere che lei trovi esaurienti e completi i contenuti del sito, con il quale mi prefiggo di fornire un’informazione chiara, obiettiva e responsabile sulle potenzialità di cura e di benessere che offre la natura e la medicina naturale (in particolare omeopatia, fitoterapia e alimentazione), evidenziandone i risultati ottenibili. Continui a visitare il sito dove potrà trovare sempre delle nuove ed interessanti pubblicazioni, commenti e risposte compresi. Cordiali saluti.
Sere dice
Carissimi cosa mi consigliate per la fame nervosa?
Grazie!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sere, come lei ben sa all’origine del disturbo alimentare di cui lei soffre, la cosiddetta “fame nervosa”, ci sono quasi sempre fattori psicologici ed emotivi che occorrerebbe cercare di individuare e di rimuovere, avviando nel contempo un percorso di rieducazione alimentare e di miglioramento del proprio stile di vita. Ad esempio potrebbe essere utile masticare lentamente e consumare cibi ad alto indice di sazietà, quali quelli con molta acqua e fibre, come frutta e verdura, legumi, cereali integrali, ecc. Un aiuto può venire anche dall’omeopatia con più di un rimedio, tra cui individuare, per sicurezza di risultato, quello con il quale si riscontra il maggior grado di somiglianza, sia dal punto di vista fisiologico che dal punto di vista psicologico. Tra i principali rimedi omeopatici che vengono utilizzati per la fame eccessiva, a bassa diluizione per controllare il sintomo, troviamo: Antimonium crudum, quando la fame è accompagnata da sensazione di vuoto allo stomaco, specialmente al mattino e non si placa mangiando; Lycopodium, se la fame è smodata, vorace e irrefrenabile; Nux vomica, per fame vorace e veloce sazietà, a volte con disgusto del cibo, accentuata dopo aver bevuto birra; Natrum muriaticum, se l’appetito smodato si manifesta soprattutto di pomeriggio e di sera ed il soggetto non ingrassa; Phytolacca decandra, per fame da lupo anche subito dopo aver mangiato; ecc. Non è escluso che possa richiedersi una terapia di fondo con rimedi costituzionali, per la qual cosa occorrerà rivolgersi indispensabilmente ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
luigi dice
Desidererei sapere se con l’omeopatia ho una qualche ragione per sperare nella guarigione dall’ emiplegia sx. dovuta ad un ictus emorragico dx. avuto tre anni fa al compimento dei 47 anni; tra un mese ne farò 50 e non vedo l’ora che la Natura mi guarisca. Grazie per la risposta. A:l.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Luigi, non sono a conoscenza di esperienze di emiplegia sx trattate con l’omeopatia. So soltanto che esistono degli organoterapici che possono essere utilizzati insieme ai classici rimedi omeopatici. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un medico omeopata specializzato in materia. Cordiali saluti.