Le infezioni delle vie urinarie e più spesso quelle delle basse vie urinarie, riguardanti cioè la vescica e/o l’uretra, sono i processi infiammatori piuttosto comuni che colpiscono tutte le fasce di età e rappresentano, dopo le infezioni dell’apparato respiratorio, le affezioni più frequenti del genere umano.
Per vie urinarie si intende il complesso degli organi cavi e dei condotti attraverso cui defluisce l’urina, che com’è noto è il prodotto della escrezione dei reni con la quale vengono eliminate dall’organismo le scorie dannose presenti nel sangue, soprattutto l’urea, generate dal metabolismo. Le vie urinarie iniziano all’interno del seno renale, con il sistema dei calici (minori e maggiori) che confluiscono nella pelvi renale o bacinetto renale di ciascun rene. Da qui, tramite un restringimento ad imbuto, si prosegue nell’uretere, che è il condotto che convoglia l’urina, continuamente prodotta dal rene, all’interno della vescica dove viene raccolta prima di essere espulsa. Dalla vescica parte l’ultimo condotto, l’uretra, di lunghezza maggiore negli uomini (in media 16 cm conto i 3 cm delle donne), che convoglia l’urina verso l’esterno con l’atto della minzione.
Si parla quindi di cistite quando l’infiammazione, acuta, subacuta o cronica, colpisce la mucosa vescicale. Essa rappresenta l’infezione più diffusa delle basse vie urinarie, riguardando circa l’80% dei casi. La causa dell’infezione è quasi sempre dovuta ad enterobatteri del tipo Escherichia coli, che normalmente popolano l’ultimo tratto dell’intestino. Tali germi possono raggiungere la vescica dall’esterno, per “via ascendente”, passando attraverso l’uretra. La patologia quindi, per la diversa anatomia, colpisce prevalentemente il sesso femminile e l’insorgenza è spesso dovuta a carenza di igiene. Si calcola che circa il 40-50% delle donne è destinato a soffrire di un episodio acuto di cistite nel corso della vita e di queste poco meno della metà presenterà recidive. Il divario con il sesso maschile tende a colmarsi con il passare degli anni in quanto l’ipertrofia prostatica, frequente nell’uomo anziano, favorisce il ristagno dell’urina nella vescica e la conseguente insorgenza di infezioni. I sintomi sono dolore e bruciore durante la minzione, senso di peso, bisogno continuo di urinare, difficoltà ad urinare, a volte sangue e pus nelle urine. Più propriamente i sintomi della cistite si manifestano con una o più delle seguenti disfunzioni:
• disuria: minzione difficoltosa;
• stranguria: minzione dolorosa;
• pollachiuria: aumento del numero di minzioni giornaliere caratterizzate da scarse emissioni di urina;
• nicturia: necessità di alzarsi ripetutamente di notte per urinare; solitamente si accompagna a dolore in regione ipogastrica o lombare;
• tenesmo vescicale: stimolo doloroso, urgente e continuo di urinare seguito da una ridotta emissione di urina con getto debole e con la sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
• iscuria: ritenzione dell’urina causata dall’impossibilità a svuotare la vescica; le cause più comuni sono anche l’ipertrofia prostatica, i restringimenti dell’uretra, i calcoli della vescica, alcuni tumori; si ha l’iscuria paradossa quando oltre alla ritenzione è presente anche una forma di incontinenza urinaria (che non va confusa con l’incontinenza urinaria vera è propria), per cui la vescica (sempre piena) può progressivamente distendersi fino a che l’urina contenuta raggiunge una pressione tale da fuoriuscire involontariamente goccia a goccia;
• ematuria: presenza di sangue nelle urine; si parla di microematuria se il quantitativo di sangue è modesto e non modifica la colorazione delle urine, per cui è rilevabile unicamente con le strisce reattive o con l’esame microscopico; si parla invece di macroematuria se il quantitativo di sangue è tale da conferire alle urine una colorazione che va dal marrone al rosso.
• piuria: presenza di pus nelle urine che diventano torbide, sedimentose e di colore tendente al bianco.
Si parla di uretrite quando l’infiammazione, acuta o cronica, colpisce l’uretra. L’infezione generalmente è causata da agenti patogeni (batteri, virus, funghi) che colonizzano l’uretra per “via ascendente” dall’esterno a seguito di contatto sessuale, o per “via discendente” dalla vescica ad esempio in corso di cistite, o ancora per via ematica da infezioni in altre sedi. I sintomi sono dolore e bruciore, che diventano più intensi durante la minzione (disuria, stranguria), urgente e frequente bisogno di urinare (pollachiuria), ritenzione urinaria (iscuria), a volte sangue e/o pus nelle urine (ematuria, piuria). L’infezione più grave e contagiosa è causata dal batterio gonococco che può provocare nelle donne delle perdite vaginali anomale, ma soprattutto negli uomini una secrezione uretrale purulenta, prima sieromucosa, a gocce trasparenti o biancastre, poi abbondante, densa, cremosa, di colore giallo e giallo-verdastro (uretrite gonococcica o blenorragia o gonorrea); gli altri sintomi sono congestione, bruciore, dolore, febbre. L’uretrite colpisce prevalentemente il sesso maschile perché la maggiore lunghezza dell’uretra fa aumentare la probabilità che la stessa possa essere interessata da infezioni ed il più delle volte è di origine discendente. Nelle donne prevale l’uretrite per via ascendente.
Per prevenire le suddette infezioni delle vie urinarie è importante osservare alcune regole comportamentali:
– bere molta acqua nell’arco della giornata;
– urinare spesso e non trattenere l’urina per lungo tempo;
– rispettare le norme di igiene intima;
– le donne devono lavarsi i genitali procedendo dall’avanti all’indietro soprattutto dopo l’eliminazione delle feci, usando detergenti a pH fisiologico (4 o 5) ed evitando i deodoranti;
– adottare una dieta alimentare appropriata, cioè ricca di liquidi e fibre ma povera di zuccheri e grassi, in modo da evitare la stitichezza.
Per il trattamento delle infezioni delle basse vie urinarie – cistite e/o uretrite – sono validi anche molti preparati fitoterapici, come quelli consultabili all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”.
Principali rimedi omeopatici
Apis 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con albuminuria e tenesmo vescicale caratterizzato da fitte addominali, bruciore alla minzione e dolori molto vivi che vanno verso il basso. Prima dei fenomeni urinari compaiono gli edemi. Anche in caso di iscuria. Soggetto irritabile che si lascia cadere gli oggetti dalle mani. Aggravamento con il calore e con il contatto. Miglioramento con applicazioni fredde e dopo la minzione. Lateralità dx molto marcata.
Argentum nitricum 4CH: 3 granuli ogni 3 ore e poi 3 granuli 2 volte al dì. Bisogno urgente di urinare con emissione di abbondante urina chiara, dolori brucianti, soprattutto durante la minzione e sensazione di avere una spina o una scheggia nel condotto urinario.
Arsenicum album 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con albuminuria dagli edemi localizzati e con bruciore intenso alla minzione, alleviato da applicazioni calde. A volte è presente ematuria. Soggetto prostrato ma anche agitato, astenico, freddoloso, che sta peggio dalle 1 alle 3 di notte.
Belladonna 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì. Debolezza vescicale. Frequente stimolo di urinare. Possibile incontinenza ed emissione involontaria di urina, anche di notte o mentre si dorme. Spasmi della vescica. E’ il rimedio delle infiammazioni acute, improvvise e violente con secchezza delle mucose.
Benzoicum acidum 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Infezioni croniche delle basse vie urinarie. Miglioramento dopo la minzione.
Camphora 4CH: 3 granuli ogni 1-3 ore. Ritenzione di urina, per cui la vescica è piena ma non riesce a svuotarsi. Tenesmo vescicale abituale, talvolta con ematuria. Peggioramento con il freddo.
Cannabis sativa 5CH: 3 granuli 3-4 volte al dì. Infezioni acute delle basse vie urinarie. Cistite caratterizzata da bruciore uretrale che tende a irradiarsi verso la vescica ed a volte da tenesmo vescicale. Dolore durante o alla fine della minzione. Disuria. Desiderio di defecare durante la minzione. Anche in caso di iscuria e di uretrite gonococcica.
Cantharis 5CH: 3 granuli ogni ora. Cistite, sia acuta che cronica, con ematuria, albuminuria, disuria, stranguria, pollachiuria, iscuria, tenesmo vescicale seguito da emissione di urina goccia a goccia. Uretrite. Dolore e bruciore prima, durante e dopo la minzione. Sintomi molto intensi, spesso a insorgenza improvvisa. Bisogno frequente e irresistibile di urinare. Peggioramento bevendo e urinando. Nella cistite cronica l’indicazione principale è la piuria.
Causticum 6CH: 3 granuli ogni 2-3 ore. Debolezza vescicale con parziale emissione involontaria di urina dopo uno sforzo. Disuria. Incontinenza urinaria notturna specie durante il primo sonno, più frequente d’inverno. Ritenzione di urina (iscuria) dopo il parto, dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico. Peggioramento con il freddo secco. Miglioramento con il tempo umido.
Chimaphila umbellata 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Come coadiuvante nelle cistiti e/o uretriti, acute o croniche, con ematuria. Difficoltà ad urinare (disuria): occorre sforzarsi a lungo prima che inizi la minzione. Ritenzione urinaria causata da ipertrofia prostatica.
Cina 6CH: 3 granuli ogni 3 ore. Bisogno frequente di urinare. Incontinenza urinaria mattutina, durante la luna piena, soprattutto se le urine risultano abbondanti e si scuriscono rapidamente.
Colocynthis 6CH: 1 granulo ogni 10-15 min, allungando i tempi in base al miglioramento. Cistite con dolori taglienti che migliorano con la pressione, il riposo, il calore, dopo la minzione e che peggiorano con il movimento. Tenesmo vescicale con bruciore alla minzione.
Conium maculatum 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con tenesmo vescicale.
Dulcamara 4CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite subacuta che peggiora con il freddo umido. Vescica irritabile delle donne. In genere il rimedio è particolarmente indicato per i disturbi della vescica dovuti a ipersensibilità al freddo.
Hepar sulphur 7CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite purulenta con atonia della vescica ed emissione lenta delle urine. Sensazione che la vescica non si svuoti completamente.
Hyosciamus niger 6CH: 3 granuli ogni 3 ore. Iscuria paradossa dovuta a contrattura o paralisi degli sfinteri uretrali. Ritenzione di urina nelle donne dopo il parto.
Iodum 7CH: 3 granuli 3 volte al dì. Incontinenza di urina in donne anziane con albuminuria.
Lilium tigrinum 5CH: 3 granuli 3 volte al dì. Sensazione di pressione nella vescica con costante desiderio di urinare, giorno e notte, accompagnato da bruciore e tenesmo vescicale, specialmente in donne isteriche. Cistite cronica. Peggioramento di notte, al caldo, stando troppo in piedi. Miglioramento camminando all’aria aperta.
Mercurius corrosivus 5CH: 3 granuli ogni ora. Cistite con tenesmo vescicale caratterizzato da dolori violenti e fuoriuscita di urina a gocce, albuminuria, piuria. Bruciore notevole nell’uretra. Il bisogno di urinare non è alleviato dalla minzione. Aggravamento notturno con nicturia.
Nitricum acidum 5CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite acuta con emissione di urina torbida e di cattivo odore (simile a urina di cavallo) in soggetti freddolosi. Disuria.
Nux vomica 5CH: 3 granuli ogni 2-3 ore. Cistite con stranguria, tenesmo vescicale e dolore vescicale che si irradia alla schiena. Al minimo sforzo durante la minzione l’urina cessa di scorrere. Bruciore intenso ed a volte ematuria. Sensibilità al freddo.
Pareira brava 5CH: 3 granuli ogni mezz’ora e poi ogni 3 ore. Cistite ove il paziente urina poco e con fatica, con disuria, stranguria, ematuria, piuria. Uretrite con dolori violenti all’uretra e, nei maschi, al glande durante la minzione. Il rimedio è usato anche per prevenire la formazione di renella e per le conseguenze dell’ipertrofia prostatica.
Phosphorus 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Infezione delle vie urinarie con bruciore e tendenza ad ematuria in soggetti i cui sintomi si manifestano dapprima con esaltazione di tutte le sensazioni e poi con indebolimento fino all’annullamento, come se le riserve vitali si esaurissero improvvisamente (tale e quale al fiammifero). E’ presente sete di acqua fredda.
Sabal serrulata 5CH: 3granuli 2 volte al dì. Cistite. Nicturia e ritardo o diminuzione della forza del getto, dovuti a ipertrofia prostatica. Disuria, iscuria. Il rimedio è definito il “catetere omeopatico”.
Sarsaparilla 5CH: 3 granuli ogni 1-3 ore. Cistite con frequente stimolo ad urinare, disuria, tenesmo vescicale, ematuria, piuria (le urine contengono muco e pus). Dolore che aumenta alla fine della minzione.
Sepia 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì. Pollachiuria determinata da prolasso vescicale e/o uterino con urina che lascia un sedimento color rosso mattone. Sensazione di pressione sulla vescica e nella regione pelvica con bisogni frequenti e imperiosi di urinare. Urina torbida e fetida. Incontinenza urinaria nel primo sonno. Uretrite gonococcica. Peggioramento con il riposo e con il freddo. Miglioramento con l’esercizio fisico intenso.
Staphysagria 4CH: 3 granuli ogni 3-6 ore. Cistite con pollachiuria, bruciore quando si urina e sensazione che l’urina scorra nell’uretra. “Cistite da luna di miele” (insorge dopo un rapporto sessuale). Peggioramento al minimo contatto. Miglioramento dopo la minzione. Anche in caso di iscuria dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico.
Terebenthina 4CH: 3 granuli 3 volte al dì. Tendenza alle infezioni croniche delle basse vie urinarie.
Thuya 5CH: 3 granuli 2-3 volte al dì. Cistite da ritenzione quando il disturbo cronico è riconducibile ad una vecchia infezione o ad un’infiammazione. Uretrite con tendenza a processi proliferativi. Dolori taglienti alla fine della minzione, getto interrotto, difficoltà di emissione delle ultime gocce. Ipertrofia prostatica. Peggioramento con il clima freddo e umido.
Esperienze
Esperienza n. 1. Cistite acuta con dolori e bruciori nella vescica e nell’uretra, bisogno urgente e continuo di urinare ed emissione di urina goccia a goccia. Bruciori persistenti ed in alcun modo alleviati. Il soggetto è stato trattato con Cantharis 5CH + Cannabis sativa 5CH + Mercurius corrosivus 5CH nel seguente modo: 3 granuli del primo rimedio, dopo un’ora tre granuli del secondo rimedio e dopo un’altra ora 3 granuli del terzo; pausa di due ore e ripetizione del ciclo; allungamento progressivo dei tempi di somministrazione con i miglioramenti.
Esperienza n. 2. Maschio anziano affetto da cistite e uretrite con stranguria e tendenza a calcolosi, dolori alla minzione, gambe gonfie e doloranti, ipertrofia prostatica. Il soggetto è stato trattato con Pareira brava 5CH, 3 granuli ogni 3 ore.
N.B.: le diluizioni e le posologie riportate nel presente articolo, tra le più indicate in letteratura, hanno solo carattere orientativo e non intendono, né possono, sostituire alcuna prescrizione medica. Sarà il medico omeopata a stabilire le entità terapeutiche più appropriate ed a prescrivere la cura che si lega al singolo caso (rimedi, diluizioni, posologie, tempi).
(*) V. Note esplicative e la home-page della sezione.
Anonimo dice
Buongiorno dottoressa
Posso farle alcune domande ..e da due giorni che sento.un peso sotto la pancia e il bisogno di andare a fare pipi e mi porta anche un dolore giu alla schiena …l anno scorso stesso periodo mi e venuta la stessa cosa solo chei venne anche una colica renale…presi come cura prima ciproxsin …poi dopo presi neo furadantin ..posso prenderlo di nuovo…grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Anonimo, sarebbe opportuno porre la domanda al medico di famiglia o al medico curante se diverso. Cordiali saluti.
Adria dice
Salve Dottoressa,
Mi chiedevo se fosse possibile considerare come cura omeopatica il farmaco “Monuril fosfomicina”.
Al momento mi ritrovo con un fastidio nella zona vaginale e nel basso ventre,sensazione di pesantezza e continua necessità di urinare, al momento della minizione l’urina è poca e provo una sensazione di bruciore, successivamente la minizione provo una sorta di dolore che dopo pochi secondi svanisce. Non vi è presente sangue nè pus nelle urine. Forte odore.
Adria dice
Vorrei aggiungere:
lnformandomi meglio sul farmaco Monuril ho visto che, cito
“Al fine di ottimizzare l’efficacia terapeutica della fosfomicina sarebbe opportuno assumere il farmaco prima di andare a letto e dopo aver svuotato la vescica, affinchè il principio attivo esplei la propria azione terapeutica più a lungo nel tempo.”
Non è una situazione in cui io possa farlo, dato che è mattino… vorrei un parere sul dafarsi perchè stasera è il compleanno di mia madre e mi piacerebbe passarlo in tranquillità.. anche se non penso che in meno di 24h possano cessare completamente i sintomi
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Adria, come lei certamente saprà Monuril è un farmaco di sintesi contenente fosfomicina, che è un antibiotico ad ampio spettro di origine naturale. Ovviamente, trattandosi di un farmaco tradizionale, il suo principio terapeutico è completamente diverso da quello di un farmaco omeopatico. Monuril è impiegato nel trattamento di infezioni acute non complicate delle basse vie urinarie, provocate da batteri sensibili alla fosfomicina. Il suo uso, logicamente, deve essere prescritto dal medico dopo che è stato accertato che trattasi di detta condizione patologica e che quindi il medicinale è appropriato. Pertanto, al fine di porre una diagnosi precisa, se non l’avesse ancora fatto, sarebbe opportuno consultare il proprio medico di famiglia, perché potrebbe trattarsi di cistite, ma potrebbe anche trattarsi di un’infezione vaginale da candida (o candidosi) che, potendo coinvolgere l’ultimo tratto dell’uretra, procura una sintomatologia supplementare che assomiglia molto a quella di una cistite, ma cistite non è. Una volta stabilita la diagnosi si può individuare la terapia conseguente, tradizionale o naturale. Cordiali saluti.
Emanuele dice
Cara dottoressa
Complimenti per il sito, molto utile ed interessante. Le scrivo poiché da qualche mese ho un fastidioso bruciore alla vescica, accompagnato da un frequente impulso ad urinare e sempre con la sensazione di non svuotarmi bene. Il bruciore va e viene solo quando cammino o faccio attività fisiche me ne dimentico, ma come mi fermo ritorna. Da circa 10 giorno prendo 4 pillole 2 volte al giorno di Shabbat Serrulata. Mi ha fatto stare meglio, ma non ha eliminato la sensazione di bruciore.
Cortesemente può darmi qualche consiglio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Emanuele, sarebbe opportuno, se non l’avesse ancora fatto, sottoporsi a visita medica, iniziando dal medico di famiglia, per dare un nome preciso al suo disturbo e comprenderne le cause. Potrebbe trattarsi di una cistite, complicata o meno da una prostatite, dove il bruciore costituisce generalmente la regola. Pertanto, a scopo esclusivamente informativo e non sostitutivo del suddetto consulto medico, relativamente all’Omeopatia, tra i rimedi del presente articolo possono risultare adatti quelli che contengono i sintomi che lei avverte, come bruciore, stimolo frequente ad urinare, tenesmo vescicale, ovvero sensazione di non completo svuotamento della vescica. I rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere Apis, Argentum nitricum, Cantharis, Colocynthis, Conium maculatum, Lilium tigrinum, Nux vomica, Phosphorus, Sarsaparilla, Thuya. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello che contempla una sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. In diversi casi, sempre a titolo informativo, vengono associati dei gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come ad es. Calluna vulgaris M.G. D1 che possiede un’azione antinfiammatoria e antisettica sul tratto urogenitale, per cui trova indicazione nei processi degenerativi e infiammatori cronici delle vie urinarie, cistiti e/o uretriti, nonché nelle complicazioni dei soggetti prostatici. Per quanto riguarda la Fitoterapia classica, diverse piante e preparati utili sono consultabili all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Se lei intende avvalersi dell’Omeopatia e del Naturale, il ricorso ad un medico omeopata si rende indispensabile: il medico, o con la diagnosi già acquisita, di cui in precedenza, o con una propria visita e gli approfondimenti del caso, sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata alla sua situazione specifica. Grazie per gli apprezzamenti. Cordiali saluti.
Fabio dice
Mi chiamo Fabio e ho 34 anni, ho un problema che mi da noia da un po di anni. Quando minziono non ho alcun tipo di dolore, il flusso di urina è abbondante e veloce però dopo aver urinato restano sempre alcune gocce che non riescono ad uscire e mi bagnano ogni volta gli slip. E’ molto fastidioso per me che lavoro in mezzo alla gente. Spero di essere stato chiaro, ringrazio e confido in un vostro professionale consiglio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, il consiglio, se non avesse ancora provveduto, è di parlarne con il proprio medico di famiglia per comprendere la causa dell’inconveniente. Potrebbe esserci un legame con l’ingrossamento della prostata o con la debolezza dei muscoli e dei legamenti del pavimento pelvico, in grado di causare una ipermobilità uretrale e quindi una non corretta chiusura dell’uretra. Il medico saprà o potrà correttamente indirizzarla. Cordiali saluti.
Renzo dice
Buonasera dottoressa,
ho 38 anni e da qualche giorno ho i classici sintomi della pollurachia, con bisogno quasi continuo di minzione. In realtà è da un po’ di tempo che la minzione stava cambiando con quantità contenute e getto debole, tuttavia non avevo però lo stimolo continuo che ho adesso. Non avverto però alcun tipo di dolore nemmeno durante la minzione ed il colore/odore delle urine è normale. Quale potrebbe essere la causa? I sintomi sarebbero quelli dell’ipertrofia prostaRica ma può essere già alla mia età? Premetto che ho uno stile di vita sani: non fumo, non bevo, non mangio cibi grassi, consumo frutta e verdura, faccio attività fisica almeno 1 volta a settimana ed ho un’attività sessualità piuttosto regolare. Aggiungo che ho il terrore di esami invasivi! Grazie per una sua opinione.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Renzo, sarebbe opportuno consultare il proprio medico di famiglia, perché la pollachiuria, accompagnata da un ridotto flusso urinario, può essere legata all’ipertrofia prostatica benigna (che generalmente si sviluppa dopo i 50 anni di età, ma come ogni statistica presenta le sue variabilità e dispersioni e quindi i fuori standard), ma può essere anche correlata a diverse condizioni patologiche, molte delle quali di soluzione non problematica, come ad esempio le malattie di tipo infiammatorio di vescica, uretra, prostata. Può essere anche il segno di una reazione umorale intensa, come ad esempio un trauma psichico. Il medico saprà. Cordiali saluti.
Barbara dice
Gentile dottoressa,
prima di tutto complimenti per il sito, veramente fatto bene e molto interessante.
le scrivo inoltre per chiedere un parere data la sua competenza. Mio figlio di 17 anni soffre di una fobia per cui non riesce ad urinare in luoghi pubblici, (vescica timida), è attualmente in cura presso un terapeuta ed ho anche consultato un omeopata, ma non ho trovato nessuno che conosca veramente questa fobia, pur molto nota all’estero, l’omeopata ci ha prescritto natrum muriatricum 30ch dosi unoxsettimana che sta assumendo da tre mesi.Inoltre gli capita spesso di alzarsi di notte per frequente stimolo ad urinare, probabilmente sempre una forma nervosa poichè l’urologo ha escluso problemi fisici data la giovane età,
A suo avviso c’è altro che potrebbe aiutarlo? ho visto tra i rimedi suggeriti sabal serrulata che funziona come catetere omeopatico, potrebbe essere una soluzione d’emergenza quando è proprio ‘bloccato’ per esempio a scuola?
so che può sembrare un piccolo problema, ma in realtà gli crea parecchia ansia e limiti nella vita sociale.
Grazie per il suo tempo ed attenzione, cordiali saluti
Barbara
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Barbara, bisognerebbe cercare di comprendere bene se i due disturbi, ossia il non riuscire ad urinare in luoghi pubblici (urofobia) e il ripetuto stimolo ad urinare di notte (nicturia), siano tra loro collegati ed ascrivibili alla stessa causa. Il primo è più tipicamente di natura psicologica, il secondo necessiterebbe di ulteriori approfondimenti, non escludendo comunque che possa avere la stessa natura, laddove l’ansia, lo stress, il surmenage intellettuale e fisico possano comportare una somatizzazione a livello urinario. La nicturia però può manifestarsi anche per altre cause, tra cui si ricordano: problemi metabolici e alterazioni del bilancio idrico, effetto collaterale di alcune tipologie di farmaci, uso di diuretici, alimentazione (soprattutto serale) a forte base diuretica, assunzione di bevande stimolanti come quelle alcoliche e/o contenenti caffeina, stitichezza, difficoltà legate al sonno, ecc. Ma potrebbe anche essere l’effetto di un non regolare svuotamento della vescica durante il giorno. Sarebbe perciò opportuno allargare il campo delle indagini mediche. Natrum muriaticum è un rimedio omeopatico che potrebbe essere di aiuto, in quanto nella sua patogenesi contiene entrambi i disturbi, vale a dire sia l’urofobia (in realtà contiene l’imbarazzo o la difficoltà di dover urinare in presenza di altre persone, anche se non fisicamente presenti nel bagno ma semplicemente nella stanza accanto, che comunque è una forma di urofobia) e sia la nicturia. Ovviamente, a maggiore conferma, occorrerà anche verificare che sia osservata la somiglianza con le caratteristiche del rimedio in tutto il loro insieme, come certamente avrà fatto il medico omeopata. Riguardo al profilo psicologico, potrebbe essere utile la consultazione dell’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella presente sezione del sito, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso prescritti nei vari disturbi emotivi o psichici, tra cui Natrum muriaticum, e dove potrà trovare diverse notizie di possibile interesse. Sabal serrulata è un rimedio omeopatico che viene prevalentemente adoperato per regolarizzare la minzione diurna, favorire il completo svuotamento della vescica e quindi evitare la nicturia (da qui la definizione di «catetere omeopatico»). Quindi il suo uso, ammesso che sia necessario, va comunque valutato dal medico omeopata curante. Sarebbe perciò opportuno, se non l’avesse ancora fatto, informare il medico omeopata di quanto accade e fare con lui il punto della situazione. Nelle problematiche emotive di più difficile e complessa soluzione, la psicoterapia, unita all’Omeopatia, si rivela molto utile per far emergere a livello cosciente il problema reale. La ricerca scientifica ha infatti dimostrato che risulta essere molto efficace la forma di psicoterapia “cognitivo-comportamentale”, che mira ad intervenire sui sintomi ed a produrre un cambiamento utile alla soluzione dei disagi psicologici. Quindi un tale percorso, che sembra già intrapreso, è in grado di apportare notevoli benefici e di essere molto utile nel prevenire le ricadute. Grazie per i complimenti. Cordiali saluti.
antonio dice
Buongiorno dottoressa, ho 56 anni e sono un paio d’anni che mi alzo spesso a urinare la notte (due volte tra le 24.00 e le 7.00).
Ho assunto prima “Prostamol” datomi dall’Urologo e poi, visto che nulla cambiava, “Serenoa” datomi dal medico di base. L’ “alfuzosin”, che mi diede l’Urologo, non l’ho mai presa perché aveva degli effetti collaterali improponibili.
Le varie Uroflussometrie che ho eseguito erano al di sotto della norma.
«omissis»
Ecco, non sono un amante degli interventi chirurgici, tantomeno della medicina allopatica, ma il disturbo è fastidioso.
Le chiedo se l’omeopatia può risolvere il problema della Stenosi uretrale evitando l’intervento chirurgico. Nel caso affermativo, come fare per contattarla per una visita? Io sono di Milano.
La ringrazio per l’attenzione e le porgo i miei più cordiali saluti
Antonio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Antonio, difficilmente l’Omeopatia può riuscire a risolvere una stenosi uretrale e generalmente l’intervento chirurgico rimane la soluzione più valida ed efficace, potendo andare, com’è noto, a seconda della severità della stenosi, dalla più semplice dilatazione uretrale, all’uretrotomia, al posizionamento di uno stent uretrale, fino alla correzione chirurgica dell’uretra. L’Omeopatia può riuscire ad alleviarne i sintomi, potendo talvolta prevenire l’insorgenza di una cistite o di una prostatite. Inoltre è utile precisare, come potrà rilevare nella sezione del sito “Chi sono”, che non sono un medico bensì una biologa appassionata e studiosa di Omeopatia, che con questo sito web cerca di fornire un’informazione chiara, comprensibile, oggettiva, responsabile e disinteressata su ciò che il mondo dell’Omeopatia e del Naturale può fare per la nostra salute e il nostro benessere. Anche attraverso le risposte ai commenti cerco di offrire notizie e spunti utili, delucidazioni e riflessioni, ragionamenti e chiavi di lettura, sia agli interessati che agli altri visitatori, ma il medico rimane sempre la figura centrale di riferimento imprescindibile e insostituibile, cui consiglio sempre di rivolgersi per la diagnosi e la prescrizione. Cordiali saluti.
silvano dice
Buongiorno dottoressa
Le scrivo per esporre un mio problema assai grave che mi sembra rientrare nella sua descrizione della prostatite batterica apparsa in numerosi aricoli su internet
Sono un signore di 58 anni,
a settembre avevo dei disturbi per via di una aumentata frequenza di minzione notturna, l’urologo ha diagnosticato vescica iperattiva, la prostata risultava normale alla visita rettale e su ecografia.
(Premetto che nel 1980 ebbi un vero episodio di cistite, ho sempre avuto frequenza di minzione alta al mattino)
Alcuni giorni dopo sono cominciati altri disturbi e cioè fastidio e dolore in zona vescicale, il medico mi ha quindi prescritto degli antibiotici, tre serie, ma non ho ottenuto l’effetto migliorativo.
A ottobre un altro urologo mi ha prescritto una serie di antibiotici sempre più potenti – nonostante le analisi su urine con urinocolture fossero sempre negative, ma con prostata infiammata in base alla visita rettale – senza ottenere effetto migliorativo.
Ho cominciato a prendere serenore repens e quercitina.
La frequenza di minzione era alta (15 volte al giorno) , avevo i sintomi: dolore, fastidio e bruciore (ma non alla minzione) alla vescica , non in modo continuativo e di solito la sera diminuivano o cessavano, durante la notte mi alzavo 5,6 volte.
A dicembre un altro urologo mi ha fatto una cistoscopia, risultata negativa, mi ha di nuovo diagnosticato vescica iperattiva prescrivendomi anti muscarinici, trovando prostata normale e non infiammata sulla base della visita rettale e ecografica.
Evidente diagnosi errata per cui a metà gennaio un primario di urologia mi ha solamente prescritto un antinfiammatorio, trovando prostata normale, ancora serenoa repens e una TAC.
Ma attualmente le mie condizioni non sono migliorate, anzi comincio ad avere dei disturbi in tutta la zona ventre di modo che al tocco mi dà molto fastidio e dolore e bruciore (certi giorni migliora), inoltre comincio ad avere problemi di stipsi nonché nausea dopo mangiato, mentre devo andare in bagno anche con soli 20 cl di urina, altrimenti ho forte dolore. Sto relativamente bene alla mattina, con vesciva vuota. Aggiungo che un omeopata mi ha consigliato di prendere arnica, equisetum e ruta graveolens ma per ora senza risultati, la prendo da una settimana ca.
Vorrei un suo consiglio
Grazie
Silvano
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Silvano, se tutti gli esami urologici hanno dato esito negativo, la diagnosi di vescica iperattiva potrebbe essere appropriata. Il termine empirico “vescica iperattiva”, che è una vera e propria sindrome, viene utilizzato quando si manifestano un insieme di sintomi urologici in assenza di una comprovata infezione urinaria o di altre patologie note. La sindrome della vescica iperattiva è una condizione clinica solitamente caratterizzata da uno o più dei seguenti sintomi: urgenza minzionale, incontinenza urinaria da urgenza ossia perdita involontaria di urina accompagnata o immediatamente preceduta da urgenza, distensione dell’addome, dolore al basso ventre, aumento del numero di minzioni giornaliere (pollachiuria), alzate notturne per la necessità di urinare (nicturia). Questi due ultimi sintomi sono più frequenti nel sesso maschile. Le cause della sindrome possono essere le più diverse, molte delle quali sono ancora ignote, però il disturbo è spesso associato ad anomale e involontarie contrazioni del muscolo detrusore vescicale, che ha la funzione di contrarsi durante la minzione per determinare l’espulsione dell’urina, il quale nella sindrome risulta essere privo di un controllo adeguato. I fattori di rischio sono molti, tra cui si ricordano l’età, l’eccesso di peso, l’assunzione di alcune tipologie di farmaci, l’eccessiva assunzione di liquidi o di diuretici, l’eccessivo consumo di alcool o caffè, il fumo, l’alterata sensibilità della parete vescicale, i disturbi neurologici, ecc. Anche la componente psicologica (stress o ansia) potrebbe avere la sua parte di responsabilità. Invece, in caso di infezione del tratto urinario (cistite, uretrite) o genitale (prostatite), i bruciori e/o dolori durante la minzione sono generalmente la regola. I rimedi omeopatici prescritti dal medico omeopata potrebbero così motivarsi: Arnica, oltre che per gli effetti di qualsiasi tipo di trauma, per l’azione profonda che ha questo rimedio nei confronti di stanchezza nervosa e/o insonnia conseguenti a sovraffaticamento cerebrale; Equisetum per la grande sensibilità della regione vescicale, più marcata nel pomeriggio, che non rende sopportabile alcuna pressione manuale, con sensazione di pienezza, bisogno imperioso di urinare, minzioni frequenti; Ruta per la pressione sulla vescica come se fosse costantemente piena e per il controllo muscolare. Aspetti ancora un po’ per incominciare a trarre le prime conclusioni e tenga informato il medico omeopata sull’evoluzione del quadro clinico per consentirgli di valutare sempre meglio la situazione. Cordiali saluti.
Silvia dice
Buongiorno dottoressa avrei bisogno di un parere,mio papà sta aspettando di essere operato alla prostata nel frattempo gli è stato messo e tolto il catetere per ben 4 volte in uno di questi casi gli è stato detto che poteva fare a meno della sacca del catetere e tenere solo il tubicino e che quando aveva lo stimolo di fare pipi poteva andare con quello,in modo da essere più libero nei movimenti.
Purtroppo con questo tubicino ha preso un infezione e gli si è gonfiato un testicolo dove è presente anche una piccola ciste .
Per curarlo gli hanno dato 2 antibiotici uno per bocca e uno in punture ma dopo 5 giorni non ha visto grandi risultati,secondo lei posso dargli qualcosa di omeopatico per il tutto nel frattempo che aspetta l’operazione???
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, in molti casi la terapia antibiotica si rende indispensabile per curare un’infezione a carico dell’apparato urinario provocata dall’uso del catetere vescicale, che nelle situazioni più impegnative può richiedere anche maggior tempo. Perciò non prenda alcuna iniziativa e si affidi unicamente alle prescrizioni mediche. Eventualmente potrebbe essere affiancato un rimedio omeopatico, come ad es. uno del presente articolo, da individuare sulla base della migliore somiglianza con la sintomatologia del paziente. A titolo esclusivamente informativo, i rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati per le infezioni delle vie urinarie sono Cantharis e Cannabis sativa. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico di suo padre la può garantire solo un medico omeopata con la visita medica omeopatica. Cordiali saluti.
Michele dice
Buongiorno Dottoressa,
ho letto con molto interesse i suoi commenti. Le scrivo perchè da oltre un anno soffro di ipertrofia prostatica benigna e mi sono stati riscontrati diversi ceppi batterici che mutavano ogni qualvolta prendevo cambiavo il tipo di antibiotico (Klebsiella e Escheria Coli).
Sono passato quindi ad un omeopata che mi ha prescritto Sulfur iodatum Formica rufa, Nutrum muriaticum, Nux vomica, Bryonia.
Il sintomo di urinare frequentemente si è attutito per fortuna ed ora riesco a dormire meglio, ma ho frequenti bruciori persistenti nella zona genitale e perianale. Ho eliminato lo scooter perchè notavo che si aggravavano i bruciori ogni qual volta lo usavo, idem per i rapporti sessuali.
Avvertivo inoltre dei fastidi a livello lombare ed il medico mi ha sospeso la formica rufa. Adesso i dolori lombari sono scomparsi ma il bruciore nella zona anale e genitale e lo stimolo ad urinare sono peggiorati.
cosa ne pensa ? sto facendo la cura giusta?
La ringrazio per i suoi preziosi studi.
Michele
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Michele, il medico omeopata se le ha prescritto i rimedi omeopatici in parola, dopo averla visitata, è perché ha fatto le proprie valutazioni e quindi ha potuto stabilire che essi sono i più adatti alla sua persona ed al suo quadro clinico. Non esistono parametri assoluti di riferimento per stabilire a priori se una cura omeopatica è giusta oppure no, ma sarà la reazione positiva dell’organismo e la mappa dei miglioramenti a dare le risposte, tenendo però presente che quanto più è radicata e cronicizzata una patologia tanto più tempo occorrerà per la guarigione o per il raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile. La straordinarietà e la forza dell’Omeopatia consiste nell’essere una medicina assolutamente personalizzata, non generalizzabile, dove non esistono cure standardizzate o protocolli terapeutici universalmente validi, ma ogni cura (rimedi, diluizioni, posologie, tempi di cura, ecc.) è intimamente legata al singolo caso. Quando un medico omeopata prescrive una terapia, la studia per quello specifico paziente, che presenta un suo particolare modo di essere e di manifestare i propri sintomi. Il rimedio omeopatico curativo, tra i tanti, verrà scelto perché assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, ossia perché possiede un quadro patogenetico (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio è in grado di curare) sovrapponibile al quadro clinico del paziente. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Continui pertanto a tenere informato il medico omeopata sull’evoluzione del quadro clinico per dargli la possibilità di valutare sempre meglio la situazione. Come lei certamente saprà, l’alimentazione per l’ipertrofia prostatica benigna e per la prevenzione della prostatite deve essere semplice e sana, poco salata, ricca di vitamine A, B2, C, E, povera di grassi saturi, spezie piccanti e alcool e con più cibi contenenti zinco (semi di zucca, germe di grano, cereali integrali, semi di girasole, ecc.), quercitina (cipolle, broccoli, sedano, capperi, olive, camomilla, tè, mele, arance, mandarini, clementine, uva rossa, mirtilli, amarene, ecc.), grassi polinsaturi omega-3 (pesce azzurro, salmone, ecc.), soia e bere molta acqua. Inoltre è bene evitare di stare troppo tempo seduti ed è consigliabile praticare attività sportive moderate, escludendo quelle che possono causare traumi alla zona pelvica e perianale, come ad es. il ciclismo. Infine un’attività sessuale regolare, evitando eccessi e rinunce, costituisce un’altrettanta valida forma di prevenzione. Cordiali saluti.