Le infezioni delle vie urinarie e più spesso quelle delle basse vie urinarie, riguardanti cioè la vescica e/o l’uretra, sono i processi infiammatori piuttosto comuni che colpiscono tutte le fasce di età e rappresentano, dopo le infezioni dell’apparato respiratorio, le affezioni più frequenti del genere umano.
Per vie urinarie si intende il complesso degli organi cavi e dei condotti attraverso cui defluisce l’urina, che com’è noto è il prodotto della escrezione dei reni con la quale vengono eliminate dall’organismo le scorie dannose presenti nel sangue, soprattutto l’urea, generate dal metabolismo. Le vie urinarie iniziano all’interno del seno renale, con il sistema dei calici (minori e maggiori) che confluiscono nella pelvi renale o bacinetto renale di ciascun rene. Da qui, tramite un restringimento ad imbuto, si prosegue nell’uretere, che è il condotto che convoglia l’urina, continuamente prodotta dal rene, all’interno della vescica dove viene raccolta prima di essere espulsa. Dalla vescica parte l’ultimo condotto, l’uretra, di lunghezza maggiore negli uomini (in media 16 cm conto i 3 cm delle donne), che convoglia l’urina verso l’esterno con l’atto della minzione.
Si parla quindi di cistite quando l’infiammazione, acuta, subacuta o cronica, colpisce la mucosa vescicale. Essa rappresenta l’infezione più diffusa delle basse vie urinarie, riguardando circa l’80% dei casi. La causa dell’infezione è quasi sempre dovuta ad enterobatteri del tipo Escherichia coli, che normalmente popolano l’ultimo tratto dell’intestino. Tali germi possono raggiungere la vescica dall’esterno, per “via ascendente”, passando attraverso l’uretra. La patologia quindi, per la diversa anatomia, colpisce prevalentemente il sesso femminile e l’insorgenza è spesso dovuta a carenza di igiene. Si calcola che circa il 40-50% delle donne è destinato a soffrire di un episodio acuto di cistite nel corso della vita e di queste poco meno della metà presenterà recidive. Il divario con il sesso maschile tende a colmarsi con il passare degli anni in quanto l’ipertrofia prostatica, frequente nell’uomo anziano, favorisce il ristagno dell’urina nella vescica e la conseguente insorgenza di infezioni. I sintomi sono dolore e bruciore durante la minzione, senso di peso, bisogno continuo di urinare, difficoltà ad urinare, a volte sangue e pus nelle urine. Più propriamente i sintomi della cistite si manifestano con una o più delle seguenti disfunzioni:
• disuria: minzione difficoltosa;
• stranguria: minzione dolorosa;
• pollachiuria: aumento del numero di minzioni giornaliere caratterizzate da scarse emissioni di urina;
• nicturia: necessità di alzarsi ripetutamente di notte per urinare; solitamente si accompagna a dolore in regione ipogastrica o lombare;
• tenesmo vescicale: stimolo doloroso, urgente e continuo di urinare seguito da una ridotta emissione di urina con getto debole e con la sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
• iscuria: ritenzione dell’urina causata dall’impossibilità a svuotare la vescica; le cause più comuni sono anche l’ipertrofia prostatica, i restringimenti dell’uretra, i calcoli della vescica, alcuni tumori; si ha l’iscuria paradossa quando oltre alla ritenzione è presente anche una forma di incontinenza urinaria (che non va confusa con l’incontinenza urinaria vera è propria), per cui la vescica (sempre piena) può progressivamente distendersi fino a che l’urina contenuta raggiunge una pressione tale da fuoriuscire involontariamente goccia a goccia;
• ematuria: presenza di sangue nelle urine; si parla di microematuria se il quantitativo di sangue è modesto e non modifica la colorazione delle urine, per cui è rilevabile unicamente con le strisce reattive o con l’esame microscopico; si parla invece di macroematuria se il quantitativo di sangue è tale da conferire alle urine una colorazione che va dal marrone al rosso.
• piuria: presenza di pus nelle urine che diventano torbide, sedimentose e di colore tendente al bianco.
Si parla di uretrite quando l’infiammazione, acuta o cronica, colpisce l’uretra. L’infezione generalmente è causata da agenti patogeni (batteri, virus, funghi) che colonizzano l’uretra per “via ascendente” dall’esterno a seguito di contatto sessuale, o per “via discendente” dalla vescica ad esempio in corso di cistite, o ancora per via ematica da infezioni in altre sedi. I sintomi sono dolore e bruciore, che diventano più intensi durante la minzione (disuria, stranguria), urgente e frequente bisogno di urinare (pollachiuria), ritenzione urinaria (iscuria), a volte sangue e/o pus nelle urine (ematuria, piuria). L’infezione più grave e contagiosa è causata dal batterio gonococco che può provocare nelle donne delle perdite vaginali anomale, ma soprattutto negli uomini una secrezione uretrale purulenta, prima sieromucosa, a gocce trasparenti o biancastre, poi abbondante, densa, cremosa, di colore giallo e giallo-verdastro (uretrite gonococcica o blenorragia o gonorrea); gli altri sintomi sono congestione, bruciore, dolore, febbre. L’uretrite colpisce prevalentemente il sesso maschile perché la maggiore lunghezza dell’uretra fa aumentare la probabilità che la stessa possa essere interessata da infezioni ed il più delle volte è di origine discendente. Nelle donne prevale l’uretrite per via ascendente.
Per prevenire le suddette infezioni delle vie urinarie è importante osservare alcune regole comportamentali:
– bere molta acqua nell’arco della giornata;
– urinare spesso e non trattenere l’urina per lungo tempo;
– rispettare le norme di igiene intima;
– le donne devono lavarsi i genitali procedendo dall’avanti all’indietro soprattutto dopo l’eliminazione delle feci, usando detergenti a pH fisiologico (4 o 5) ed evitando i deodoranti;
– adottare una dieta alimentare appropriata, cioè ricca di liquidi e fibre ma povera di zuccheri e grassi, in modo da evitare la stitichezza.
Per il trattamento delle infezioni delle basse vie urinarie – cistite e/o uretrite – sono validi anche molti preparati fitoterapici, come quelli consultabili all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”.
Principali rimedi omeopatici
Apis 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con albuminuria e tenesmo vescicale caratterizzato da fitte addominali, bruciore alla minzione e dolori molto vivi che vanno verso il basso. Prima dei fenomeni urinari compaiono gli edemi. Anche in caso di iscuria. Soggetto irritabile che si lascia cadere gli oggetti dalle mani. Aggravamento con il calore e con il contatto. Miglioramento con applicazioni fredde e dopo la minzione. Lateralità dx molto marcata.
Argentum nitricum 4CH: 3 granuli ogni 3 ore e poi 3 granuli 2 volte al dì. Bisogno urgente di urinare con emissione di abbondante urina chiara, dolori brucianti, soprattutto durante la minzione e sensazione di avere una spina o una scheggia nel condotto urinario.
Arsenicum album 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con albuminuria dagli edemi localizzati e con bruciore intenso alla minzione, alleviato da applicazioni calde. A volte è presente ematuria. Soggetto prostrato ma anche agitato, astenico, freddoloso, che sta peggio dalle 1 alle 3 di notte.
Belladonna 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì. Debolezza vescicale. Frequente stimolo di urinare. Possibile incontinenza ed emissione involontaria di urina, anche di notte o mentre si dorme. Spasmi della vescica. E’ il rimedio delle infiammazioni acute, improvvise e violente con secchezza delle mucose.
Benzoicum acidum 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Infezioni croniche delle basse vie urinarie. Miglioramento dopo la minzione.
Camphora 4CH: 3 granuli ogni 1-3 ore. Ritenzione di urina, per cui la vescica è piena ma non riesce a svuotarsi. Tenesmo vescicale abituale, talvolta con ematuria. Peggioramento con il freddo.
Cannabis sativa 5CH: 3 granuli 3-4 volte al dì. Infezioni acute delle basse vie urinarie. Cistite caratterizzata da bruciore uretrale che tende a irradiarsi verso la vescica ed a volte da tenesmo vescicale. Dolore durante o alla fine della minzione. Disuria. Desiderio di defecare durante la minzione. Anche in caso di iscuria e di uretrite gonococcica.
Cantharis 5CH: 3 granuli ogni ora. Cistite, sia acuta che cronica, con ematuria, albuminuria, disuria, stranguria, pollachiuria, iscuria, tenesmo vescicale seguito da emissione di urina goccia a goccia. Uretrite. Dolore e bruciore prima, durante e dopo la minzione. Sintomi molto intensi, spesso a insorgenza improvvisa. Bisogno frequente e irresistibile di urinare. Peggioramento bevendo e urinando. Nella cistite cronica l’indicazione principale è la piuria.
Causticum 6CH: 3 granuli ogni 2-3 ore. Debolezza vescicale con parziale emissione involontaria di urina dopo uno sforzo. Disuria. Incontinenza urinaria notturna specie durante il primo sonno, più frequente d’inverno. Ritenzione di urina (iscuria) dopo il parto, dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico. Peggioramento con il freddo secco. Miglioramento con il tempo umido.
Chimaphila umbellata 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Come coadiuvante nelle cistiti e/o uretriti, acute o croniche, con ematuria. Difficoltà ad urinare (disuria): occorre sforzarsi a lungo prima che inizi la minzione. Ritenzione urinaria causata da ipertrofia prostatica.
Cina 6CH: 3 granuli ogni 3 ore. Bisogno frequente di urinare. Incontinenza urinaria mattutina, durante la luna piena, soprattutto se le urine risultano abbondanti e si scuriscono rapidamente.
Colocynthis 6CH: 1 granulo ogni 10-15 min, allungando i tempi in base al miglioramento. Cistite con dolori taglienti che migliorano con la pressione, il riposo, il calore, dopo la minzione e che peggiorano con il movimento. Tenesmo vescicale con bruciore alla minzione.
Conium maculatum 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con tenesmo vescicale.
Dulcamara 4CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite subacuta che peggiora con il freddo umido. Vescica irritabile delle donne. In genere il rimedio è particolarmente indicato per i disturbi della vescica dovuti a ipersensibilità al freddo.
Hepar sulphur 7CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite purulenta con atonia della vescica ed emissione lenta delle urine. Sensazione che la vescica non si svuoti completamente.
Hyosciamus niger 6CH: 3 granuli ogni 3 ore. Iscuria paradossa dovuta a contrattura o paralisi degli sfinteri uretrali. Ritenzione di urina nelle donne dopo il parto.
Iodum 7CH: 3 granuli 3 volte al dì. Incontinenza di urina in donne anziane con albuminuria.
Lilium tigrinum 5CH: 3 granuli 3 volte al dì. Sensazione di pressione nella vescica con costante desiderio di urinare, giorno e notte, accompagnato da bruciore e tenesmo vescicale, specialmente in donne isteriche. Cistite cronica. Peggioramento di notte, al caldo, stando troppo in piedi. Miglioramento camminando all’aria aperta.
Mercurius corrosivus 5CH: 3 granuli ogni ora. Cistite con tenesmo vescicale caratterizzato da dolori violenti e fuoriuscita di urina a gocce, albuminuria, piuria. Bruciore notevole nell’uretra. Il bisogno di urinare non è alleviato dalla minzione. Aggravamento notturno con nicturia.
Nitricum acidum 5CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite acuta con emissione di urina torbida e di cattivo odore (simile a urina di cavallo) in soggetti freddolosi. Disuria.
Nux vomica 5CH: 3 granuli ogni 2-3 ore. Cistite con stranguria, tenesmo vescicale e dolore vescicale che si irradia alla schiena. Al minimo sforzo durante la minzione l’urina cessa di scorrere. Bruciore intenso ed a volte ematuria. Sensibilità al freddo.
Pareira brava 5CH: 3 granuli ogni mezz’ora e poi ogni 3 ore. Cistite ove il paziente urina poco e con fatica, con disuria, stranguria, ematuria, piuria. Uretrite con dolori violenti all’uretra e, nei maschi, al glande durante la minzione. Il rimedio è usato anche per prevenire la formazione di renella e per le conseguenze dell’ipertrofia prostatica.
Phosphorus 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Infezione delle vie urinarie con bruciore e tendenza ad ematuria in soggetti i cui sintomi si manifestano dapprima con esaltazione di tutte le sensazioni e poi con indebolimento fino all’annullamento, come se le riserve vitali si esaurissero improvvisamente (tale e quale al fiammifero). E’ presente sete di acqua fredda.
Sabal serrulata 5CH: 3granuli 2 volte al dì. Cistite. Nicturia e ritardo o diminuzione della forza del getto, dovuti a ipertrofia prostatica. Disuria, iscuria. Il rimedio è definito il “catetere omeopatico”.
Sarsaparilla 5CH: 3 granuli ogni 1-3 ore. Cistite con frequente stimolo ad urinare, disuria, tenesmo vescicale, ematuria, piuria (le urine contengono muco e pus). Dolore che aumenta alla fine della minzione.
Sepia 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì. Pollachiuria determinata da prolasso vescicale e/o uterino con urina che lascia un sedimento color rosso mattone. Sensazione di pressione sulla vescica e nella regione pelvica con bisogni frequenti e imperiosi di urinare. Urina torbida e fetida. Incontinenza urinaria nel primo sonno. Uretrite gonococcica. Peggioramento con il riposo e con il freddo. Miglioramento con l’esercizio fisico intenso.
Staphysagria 4CH: 3 granuli ogni 3-6 ore. Cistite con pollachiuria, bruciore quando si urina e sensazione che l’urina scorra nell’uretra. “Cistite da luna di miele” (insorge dopo un rapporto sessuale). Peggioramento al minimo contatto. Miglioramento dopo la minzione. Anche in caso di iscuria dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico.
Terebenthina 4CH: 3 granuli 3 volte al dì. Tendenza alle infezioni croniche delle basse vie urinarie.
Thuya 5CH: 3 granuli 2-3 volte al dì. Cistite da ritenzione quando il disturbo cronico è riconducibile ad una vecchia infezione o ad un’infiammazione. Uretrite con tendenza a processi proliferativi. Dolori taglienti alla fine della minzione, getto interrotto, difficoltà di emissione delle ultime gocce. Ipertrofia prostatica. Peggioramento con il clima freddo e umido.
Esperienze
Esperienza n. 1. Cistite acuta con dolori e bruciori nella vescica e nell’uretra, bisogno urgente e continuo di urinare ed emissione di urina goccia a goccia. Bruciori persistenti ed in alcun modo alleviati. Il soggetto è stato trattato con Cantharis 5CH + Cannabis sativa 5CH + Mercurius corrosivus 5CH nel seguente modo: 3 granuli del primo rimedio, dopo un’ora tre granuli del secondo rimedio e dopo un’altra ora 3 granuli del terzo; pausa di due ore e ripetizione del ciclo; allungamento progressivo dei tempi di somministrazione con i miglioramenti.
Esperienza n. 2. Maschio anziano affetto da cistite e uretrite con stranguria e tendenza a calcolosi, dolori alla minzione, gambe gonfie e doloranti, ipertrofia prostatica. Il soggetto è stato trattato con Pareira brava 5CH, 3 granuli ogni 3 ore.
N.B.: le diluizioni e le posologie riportate nel presente articolo, tra le più indicate in letteratura, hanno solo carattere orientativo e non intendono, né possono, sostituire alcuna prescrizione medica. Sarà il medico omeopata a stabilire le entità terapeutiche più appropriate ed a prescrivere la cura che si lega al singolo caso (rimedi, diluizioni, posologie, tempi).
(*) V. Note esplicative e la home-page della sezione.
lucky dice
Grazie per la pronta e cortese risposta. Posso chiederle ancora se le è possibile indicarmi e se fattibile, anche in privato, presso la mia mail, un nominativo di un bravo medico omeopata, considerato che non ne conosco, che abito a Pavia e sono disposto a spostarmi?
La ringrazio comunque. Cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Lucky, mi dispiace non poterla aiutare direttamente, se non ha alcun riferimento potrebbe fare una ricerca in rete relativamente a siti sicuri e ad associazioni omeopatiche accreditate, molte delle quali hanno un’organizzazione sul territorio nazionale, oppure rivolgersi ad una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per essere indirizzato verso un bravo medico omeopata che sicuramente esisterà nella sua zona. Cordiali saluti.
lucky dice
Buongiorno, soffro di disturbo minzionale (scarso volume urina) e faccio fatica, specialmente al mattino ad urinare, inoltre nicturia. il medico mi ha prescritto tamsulosina 0,4 (che mi causa eiaculazione retrograda e mi ha prescritto il seguente esame: rx uretrocistografia retrograda e minzionale, che non sono molto propenso ad eseguire.
Sono stato, tra parentesi, operato di carcinoma tiroideo 10 anni fa e sono attualmente in terapia sostitutiva con eutirox 125 mg.
Esiste una terapia omeopatica per il mio disturbo urinario?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Lucky, la cura omeopatica in grado di trattare i suoi disturbi esiste, a condizione che si individuino i rimedi giusti e le giuste diluizioni. L’Omeopatia, com’è noto, fonda il suo principio terapeutico sulla Legge di Similitudine, secondo la quale il rimedio (o i rimedi) curativo per il singolo paziente deve essere quello che contiene la sintomatologia più somigliante e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Anche la diluizione del rimedio (o dei rimedi) è strategica per il successo della terapia ed anch’essa è strettamente personale, in quanto essenzialmente legata alla reattività e sensibilità dell’organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, alla profondità della patologia o disturbo, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente. I rimedi omeopatici del presente articolo sono quelli che più spesso vengono utilizzati nei vari disturbi delle basse vie urinarie, tra cui i suoi. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un medico omeopata, che saprà prescrivere la terapia più adatta al suo caso specifico. Cordiali saluti.
giuliano dice
grazie x la risposta,
sono gia’ in cura x svariati problemi di carattere tossicologico sia di natura esogena che endeogena con relativa mutazione dellenzima catalasi e superossidodismutase a livello cellulare..
comunque sto usando pros lux.. bioregenera a rotazione con gamma bionef oltre atutto l’ambaradam
omotossicologico a fiale e catalizzatori che lei gia saprà..
adesso sono migliorato ma tentenno sempre con le cure.non riesco ad abbandonarle..
la lingua bianca con pustole di pus e una cosa che mi e incominciata con l’inizio della malattia..chiamata mcs, e ancora tutt oggi non mi abbandona, insieme alla candida intestinale
e malassorbimento cronico..quindi il problema è anche alimentare e inolleranze..purtroppo il problema che non riesco a curarmi con la fitoterapia ho provato anche il bio ma non la tollero,e
non so il perchè
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giuliano, se lei è in cura con un medico, sarebbe opportuno che facesse con lui un nuovo punto della situazione, a maggior ragione con un quadro clinico che adesso si rivela più complesso. Se non fosse così, come suggeritole nella risposta precedente, sarebbe indispensabile che lei si rivolgesse a tale figura professionale, che potrebbe essere un medico omeopata qualora intendesse curarsi con l’Omeopatia ed i rimedi naturali, perché difficilmente con l’auto-prescrizione potrà venirne a capo. La MCS (Multiple Chemical Sensitivity), il cui riconoscimento come patologia è molto discusso, potrebbe proprio far propendere per l’Omeopatia. Cordiali saluti.
giuliano dice
salve,
da anni ormai soffro di una prostatite,ma in particolare anche di uretrite.
nessuno ha mai capito perchè i fermenti lattici(tutti) mi danno fastidio alle basse vie uretrali ed canale del glande che arriva quasi fino all ano. mi sa dare qualche risposta in merito o qualche terapia? grazie
premetto che all’urino cultura e spermiocultura non esce mai niente…
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giuliano, come lei sa la prostatite è responsabile di una maggiore incidenza delle infezioni delle basse vie urinarie, tra cui anche l’uretrite, in quanto le difficoltà urinarie e/o l’ostruzione da ipertrofia prostatica possono comportare la presenza di un residuo post-minzionale che facilita la proliferazione e la crescita dei batteri. Ma può avvenire anche il contrario, ossia che l’infiammazione della prostata possa essere una complicanza di affezioni locali, come la cistite e/o l’uretrite. In genere i fermenti probiotici sono consigliabili in quanto concorrono al ripristino ed all’equilibrio della flora batterica intestinale, la cui alterazione aumenta la probabilità di contaminazione dell’uretra e della vescica, con possibili riflessi anche sulla prostata, da parte di batteri patogeni normalmente presenti a livello intestinale. Tali fermenti probiotici però non vanno confusi con i fermenti lattici, come quelli ad esempio dei comuni yogurt che contengono fermenti quali il Lactobacillus bulgaricus e lo Streptococcus thermophilus, che non sono in grado di superare indenni l’acidità dei succhi gastrici. Solo alcuni yogurt presenti in commercio sono arricchiti di fermenti probiotici. Quindi più correttamente si dovrebbe fare uso dei fermenti probiotici che, a differenza dei fermenti lattici, sono capaci di arrivare vivi sino all’intestino dove possono colonizzare e apportare grossi benefici alla salute umana. Ora nel suo caso, anche se stiamo parlando di fermenti probiotici, ci potrebbe essere una specifica maggiore sensibilità nei confronti dei lieviti. Tale aspetto, ovviamente, andrebbe approfondito. Relativamente all’Omeopatia i rimedi omeopatici utili a trattare entrambe le patologie sono diversi e quello (o quelli) più adatto sarà il rimedio che contiene la sintomatologia più somigliante a quella del paziente. Ciò nel rispetto della legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico. Occorre tenere presente che l’Omeopatia non è la medicina per la cura di una patologia o di un disturbo in generale, ma è la medicina per cura di una persona che ne è affetta, che ha una propria sintomatologia. I principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati per l’uretrite (ed anche per la cistite) sono riportati nel presente articolo. Tra essi quelli che vengono utilizzati anche per la prostatite (e per l’ipertrofia prostatica benigna) sono Argentum nitricum, Chimaphila umbellata, Conium maculatum, Pareira brava, Sabal serrulata, Thuya. Sempre a titolo informativo, in diversi casi vengono utilizzati, in associazione o da soli, dei gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come ad es. Calluna vulgaris M.G. D1 per uretrite e cistite, Sequoia gigantea M.G. D1 e Vaccinum vitis idaea M.G. D1 per prostatite. Relativamente alla Fitoterapia classica, diversi preparati utili per cistite e uretrite sono riportati nell’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. I preparati erboristici che vengono adoperati per la prostatite sono quelli a base di piante come Serenoa repens, Aloe vera, Cernilton dal polline delle api, Pygeum africanum, estratto di polline di fiori, ecc., da utilizzare anch’essi previa approvazione medica. Com’è noto, sarebbe importante curare anche l’alimentazione che dovrebbe essere semplice e sana, poco salata, ricca di vitamine A, B2, C, E, povera di grassi saturi e di spezie piccanti e con più cibi contenenti zinco (semi di zucca, germe di grano, cereali integrali, semi di girasole, ecc.), quercitina (cipolle, broccoli, sedano, capperi, olive, camomilla, tè, mele, arance, mandarini, clementine, uva rossa, mirtilli, amarene, ecc.), grassi polinsaturi omega-3 (pesce azzurro, salmone, ecc.) e soia ed inoltre bere molta acqua. Infine a scopo preventivo sarebbe consigliabile un’attività fisica e sessuale regolare, evitando le attività che possono determinare traumi nella regione pelvica e perianale. Il consiglio comunque è di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia più appropriata al suo caso specifico, spettando a lui la decisione se avvalersi dell’Omeopatia e/o della Gemmoterapia o della Fitoterapia. Cordiali saluti.
Carlo dice
Gentile dottoressa,
Sono Carlo e le scrivo perche’ ho bisogno di aiuto ….
Il d-mannosio puo’ essere utile in caso di Uretrite maschile?Ureaplasma Urelatycum? Sono disperato non so piu che fare…non ho grossi disturbi, giusto ancora nonostante l’antibiotico concluso circa 2 mesi fa, un leggero bruciore durante la minzione, nient altro
Distinti saluti,
Carlo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Carlo, il D-Mannosio è una valida alternativa agli antibiotici tradizionali soprattutto in caso di cistite, mentre per l’uretrite in genere è meno efficace in quanto nell’uretra non staziona così a lungo come in vescica e quindi non sempre riesce ad eradicare tutti i batteri presenti. Gli altri principali preparati fitoterapici utili a combattere la cistite e/o l’uretrite sono consultabili all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Sarebbero comunque opportune l’approvazione e la vigilanza medica. Cordiali saluti.
Claudia dice
Buongiorno Dottoressa,
soffro ormai da 5 mesi di bruciore e dolore sia vaginale sia a urinare. La mia ginecologa inizialmente mi aveva prescritto una cura di GynoCanesten (crema) e completata quella il dolore e il fastidio non passavano, così dopo un’altra visita sempre la ginecologa mi ha consigliato di fare un tampone vaginale (ad aprile 2015) da cui è risultato un batterio “Corynebacterium”. Così mi ha prescritto Cleocin crema che ho fatto per 5 sere (tutto il tubetto). Finito quello (due settimane fa) sembrava essersi attenuato ma dopo qualche rapporto con il mio partner è tornato il male e il fastidio, fatico a trattenere l’urina (al primo stimolo devo correre al bagno) e ho trovato anche sangue (non so se provenienti dalle urine). Così, tornata di nuovo dalla ginecologa, mi ha di nuovo prescritto Cleocin e in più Ciproxin (3 pastiglie) da 500mx ma essendo un po’ “spaventata” dagli effetti collaterali dei farmaci e non volendo assumere troppi medicinali e antibiotici volevo chiederle se c’era qualcosa di omeopatico che potesse “prendere posto ” del ciproxin. Grazie in anticipo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Claudia, com’è noto la flora batterica vaginale è composta prevalentemente (90%) da batteri benefici chiamati “lattobacilli”, che espletano molteplici funzioni fondamentali per il benessere dell’organo genitale, ed in minima parte (10%) da batteri potenzialmente patogeni, che possono essere aerobi (cioè che vivono in presenza di ossigeno), tra cui il Corynebacterium e anaerobi (cioè che non vivono se è presente ossigeno). Proprio grazie a questo rapporto 1/10 tra batteri patogeni e batteri benefici, i primi non sono in grado di prendere il sopravvento sui secondi e quindi a provocare un’infezione. Se però questo equilibrio viene alterato, a causa di molteplici fattori (immunodepressione per malattie o terapie debilitanti, variazione del pH vaginale, infiammazioni, irritazioni, allergie, dermatiti, anticoncezionali, assorbenti interni, attività sessuale, abuso di igiene intima, ecc.), i patogeni riescono a moltiplicarsi fino a superare numericamente i lattobacilli. Si instaura quindi un’infezione vaginale, una vaginite, che spesso coinvolge l’ultimo tratto dell’uretra procurando una sintomatologia supplementare che assomiglia molto a quella di una cistite. In tal caso i rimedi omeopatici del presente articolo potrebbero essere presi in considerazione. In caso di sola vaginite i rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati sono Borax, Cantharis, Hepar sulphur, Hydrastis canadensis, Kali bichromicum, Kreosotum, Mercurius solubilis, Nitricum acidum, Pulsatilla, ecc. Ovviamente, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto darà quello che contempla la sintomatologia più somigliante a quella della paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. E’ questa la condizione che occorre rigorosamente rispettare, altrimenti gli effetti non saranno quelli auspicati. Anche la fitoterapia potrebbe fornire il suo contributo come coadiuvante con più di un preparato, come ad es. la tintura madre di Calendula o l’olio essenziale di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), da diluire nelle opportune quantità in acqua sterilizzata previa bollitura, per praticare delle irrigazioni vaginali o per l’igiene intima, onde ottenere un’azione antisettica, antinfiammatoria, lenitiva, calmante, anestetica, ecc. Possono essere altresì utili applicazioni locali con l’olio di Mandorle dolci o di Borragine od anche con una crema a base di Avena o di Echinacea o della stessa Calendula. Sarebbe ancora opportuno associare altri tipi di intervento, quali ad esempio un’alimentazione appropriata (fibre, vitamine, sali minerali), una corretta igiene personale, l’uso di detergenti delicati e non troppo alcalini, l’uso di indumenti intimi idonei (di cotone e traspiranti), l’eliminazione di jeans o pantaloni troppo stretti ed altro. Le consiglio però di non prendere alcuna iniziativa personale, di rimanere sotto controllo medico e qualora intendesse curarsi con l’omeopatia e con i rimedi naturali di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita medica omeopatica sarà in grado di prescrivere la terapia più adatta a lei, decidendo il rimedio (o i rimedi) somigliante, la diluizione relativa (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), la posologia conseguente, la durata della cura, l’uso di eventuali bioterapici di supporto, ecc. Cordiali saluti.
Elisa dice
Buongiorno Dottoressa
vorrei farle una domanda visto che ho letto che lei è biologa. Io sto provando a curare la cistite da e. coli con d-mannosio. so che il mannosio fa attaccare le “zampe” del coli e porta così via i batteri.
Detto così sembra semplicissimo.
Il mio dubbio è: il mannosio funziona su tutti i 200 e passa tipi di coli? e poi: il coli può essere così “intelligente” da modificarsi e resistere allo zucchero?
leggo di donne che da anni si curano con mannosio e non hanno più alcuna ricaduta. Io sono riuscita a debellare la cistite con mannosio solo una volta e la seconda non ho avuto successo… (era sempre e.coli, non avevo altri batteri).
grazie per le risposte
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elisa, il D-Mannosio è una valida alternativa agli antibiotici tradizionali in caso di cistite, in particolare in quella dovuta ad enterobatteri del tipo Escherichia coli, che è la cistite più comune. I batteri per poter scatenare la cistite devono attaccarsi alla parete vescicale tramite delle appendici filamentose, funzionalmente paragonabili a zampe o tentacoli, dette “fimbrie” o “pili”, alle cui estremità sono localizzate delle molecole proteiche, chiamate “adesine” o “lectine”. Sono queste ultime che vengono sfruttate dai batteri per aderire alle cellule epiteliali della vescica e quindi per colonizzare la relativa mucosa, causando le infezioni urinarie come la cistite. Si distinguono due tipi di fimbrie, quelle mannosio-sensibili e quelle mannosio-resistenti. Sulla superficie di moltissimi batteri Escherichia coli sono presenti fimbrie mannosio-sensibili, per cui il D-Mannosio si attacca ad esse, impedendo l’adesione dei batteri alla mucosa urinaria o li eradica dalla stessa se sono già posizionati. Il D-Mannosio e i batteri resi innocui vengono quindi espulsi con le urine. Alcuni di questi batteri hanno tuttavia sviluppato delle fimbrie con meccanismi adesivi indipendenti dal mannosio, per i quali il D-Mannosio si rivela meno efficace. Allora, nel suo caso specifico, o lei è incorsa in questi tipi di microrganismi, eventualità abbastanza sporadica ma non impossibile, o la dose del D-Mannosio non è stata adeguata alle proporzioni dell’infezione o le modalità di assunzione non sono state quelle giuste. In alcuni casi, sempre previa approvazione medica, per rendere l’azione terapeutica più completa, al D-Mannosio viene associato qualche altro preparato naturale con principi attivi diversi. A titolo puramente informativo dia un’occhiata all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Cordiali saluti.
Claudio dice
Buongiorno Dottoressa,
trovo il Suo sito molto interessante e soprattutto emerge non solo la competenza del professionista, abbastanza facile da possedere, ho detto abbastanza,ma la Sua grande passione per l’omeopatia e per i rimedi naturali in generale.
Vorrei chiederLe…omissis…
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Claudio, come potrà rilevare nella sezione del sito “Chi sono”, non sono un medico bensì una biologa appassionata e studiosa di omeopatia che cerca di fornire con il presente sito web un’informazione chiara, comprensibile, oggettiva, disinteressata e responsabile su ciò che l’omeopatia e i rimedi naturali possono fare per la nostra salute e il nostro benessere. Anche attraverso le risposte ai commenti cerco di offrire notizie e spunti utili, ragionamenti e chiavi di lettura, sia agli interessati che agli altri visitatori, ma il medico rimane sempre la figura centrale di riferimento imprescindibile e insostituibile. Pertanto eventuali richieste di chiarimenti o di interpretazioni, che si limitano a ciò e che traducono il suddetto spirito di servizio, possono essere inoltrate tramite il canale dei commenti di questo sito. Grazie per gli apprezzamenti. Cordiali saluti.
Laura dice
Gentile Dottoressa, oggi ho preso per la prima volta Conium maculatum 15 ch , 5 granuli al dì…. in serata dopo ormai diverse ore ho sentito una sensazione molto realistica che non so se può essere associata all’assunzione del rimedio. Ho avuto per circa 30 secondi la sensazione improvvisa che da entrambe le gambe mi colassero tante gocce di acqua fredda, tant’è che mi sono subito controllata ma non c’era assolutamente niente nelle gambe. Non mi è mai successo prima d’ora e non soffro di nessuna patologia in particolare. Può essere un effetto collaterale? Grazie mille anticipatamente. Cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Laura (o Veronika?), è difficile darle una risposta precisa, potrebbe essere l’effetto iatrogeno del rimedio omeopatico, atteso che Conium maculatum all’interno della sua patogenesi contiene delle sintomatologie “strane” riguardanti l’apparato uro-genitale o disturbi sfinterici con sensazioni come di emissioni fredde, oppure sensazione di raffreddamento agli arti inferiori, sintomi differenti che agiscono sul sistema sensitivo, netta sensibilità al freddo, ecc. A ciò occorre aggiungere che la 15CH è una media diluizione che ha un’azione terapeutica che incomincia ad essere un po’ profonda e quindi la sua assunzione è consigliabile quando esiste un grado di somiglianza rimedio-paziente almeno adeguato, proprio per evitare gli inconvenienti in parola. Se dovesse trattarsi di aggravamento iatrogeno la nuova sintomatologia ha carattere temporaneo e dovrebbe esaurirsi, in un tempo ragionevolmente breve, senza lasciare alcuna conseguenza. Come vede sono tanti i buoni motivi per cui è sempre opportuno rivolgersi ad un medico omeopata e non fare da sé. Cordiali saluti.
antonio dice
Ho avuto vari ricoveri e, ultimamente, sono stato dimesso. Ora ho un’infezione alle vie urinarie
dovuta a ristagno di urina. Cosa mi consiglia?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Antonio, i rimedi omeopatici che vengono utilizzati nelle infezioni delle vie urinarie dovute a ritenzione di urina (iscuria) sono Causticum e Staphysagria, specialmente dopo un intervento chirurgico, ma ci sono anche Apis, Cannabis sativa, Cantharis, Hyosciamus niger, Pareira brava, Sabal serrulata, Terebenthina. Ovviamente, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più somigliante alla sintomatologia del paziente produrrà i risultati migliori. Anche la fitoterapia potrebbe fornire il suo contributo con diversi preparati molto validi sia per la prevenzione che per la cura delle infezioni delle basse vie urinarie, come ad esempio quelli di cui all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, tra cui si citano il Cranberry-Mirtillo rosso americano, il Mirtillo rosso, l’Uva ursina, il D-Mannosio, che sono quelli più adoperati. Il consiglio però è di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia più appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.