Le infezioni delle vie urinarie e più spesso quelle delle basse vie urinarie, riguardanti cioè la vescica e/o l’uretra, sono i processi infiammatori piuttosto comuni che colpiscono tutte le fasce di età e rappresentano, dopo le infezioni dell’apparato respiratorio, le affezioni più frequenti del genere umano.
Per vie urinarie si intende il complesso degli organi cavi e dei condotti attraverso cui defluisce l’urina, che com’è noto è il prodotto della escrezione dei reni con la quale vengono eliminate dall’organismo le scorie dannose presenti nel sangue, soprattutto l’urea, generate dal metabolismo. Le vie urinarie iniziano all’interno del seno renale, con il sistema dei calici (minori e maggiori) che confluiscono nella pelvi renale o bacinetto renale di ciascun rene. Da qui, tramite un restringimento ad imbuto, si prosegue nell’uretere, che è il condotto che convoglia l’urina, continuamente prodotta dal rene, all’interno della vescica dove viene raccolta prima di essere espulsa. Dalla vescica parte l’ultimo condotto, l’uretra, di lunghezza maggiore negli uomini (in media 16 cm conto i 3 cm delle donne), che convoglia l’urina verso l’esterno con l’atto della minzione.
Si parla quindi di cistite quando l’infiammazione, acuta, subacuta o cronica, colpisce la mucosa vescicale. Essa rappresenta l’infezione più diffusa delle basse vie urinarie, riguardando circa l’80% dei casi. La causa dell’infezione è quasi sempre dovuta ad enterobatteri del tipo Escherichia coli, che normalmente popolano l’ultimo tratto dell’intestino. Tali germi possono raggiungere la vescica dall’esterno, per “via ascendente”, passando attraverso l’uretra. La patologia quindi, per la diversa anatomia, colpisce prevalentemente il sesso femminile e l’insorgenza è spesso dovuta a carenza di igiene. Si calcola che circa il 40-50% delle donne è destinato a soffrire di un episodio acuto di cistite nel corso della vita e di queste poco meno della metà presenterà recidive. Il divario con il sesso maschile tende a colmarsi con il passare degli anni in quanto l’ipertrofia prostatica, frequente nell’uomo anziano, favorisce il ristagno dell’urina nella vescica e la conseguente insorgenza di infezioni. I sintomi sono dolore e bruciore durante la minzione, senso di peso, bisogno continuo di urinare, difficoltà ad urinare, a volte sangue e pus nelle urine. Più propriamente i sintomi della cistite si manifestano con una o più delle seguenti disfunzioni:
• disuria: minzione difficoltosa;
• stranguria: minzione dolorosa;
• pollachiuria: aumento del numero di minzioni giornaliere caratterizzate da scarse emissioni di urina;
• nicturia: necessità di alzarsi ripetutamente di notte per urinare; solitamente si accompagna a dolore in regione ipogastrica o lombare;
• tenesmo vescicale: stimolo doloroso, urgente e continuo di urinare seguito da una ridotta emissione di urina con getto debole e con la sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
• iscuria: ritenzione dell’urina causata dall’impossibilità a svuotare la vescica; le cause più comuni sono anche l’ipertrofia prostatica, i restringimenti dell’uretra, i calcoli della vescica, alcuni tumori; si ha l’iscuria paradossa quando oltre alla ritenzione è presente anche una forma di incontinenza urinaria (che non va confusa con l’incontinenza urinaria vera è propria), per cui la vescica (sempre piena) può progressivamente distendersi fino a che l’urina contenuta raggiunge una pressione tale da fuoriuscire involontariamente goccia a goccia;
• ematuria: presenza di sangue nelle urine; si parla di microematuria se il quantitativo di sangue è modesto e non modifica la colorazione delle urine, per cui è rilevabile unicamente con le strisce reattive o con l’esame microscopico; si parla invece di macroematuria se il quantitativo di sangue è tale da conferire alle urine una colorazione che va dal marrone al rosso.
• piuria: presenza di pus nelle urine che diventano torbide, sedimentose e di colore tendente al bianco.
Si parla di uretrite quando l’infiammazione, acuta o cronica, colpisce l’uretra. L’infezione generalmente è causata da agenti patogeni (batteri, virus, funghi) che colonizzano l’uretra per “via ascendente” dall’esterno a seguito di contatto sessuale, o per “via discendente” dalla vescica ad esempio in corso di cistite, o ancora per via ematica da infezioni in altre sedi. I sintomi sono dolore e bruciore, che diventano più intensi durante la minzione (disuria, stranguria), urgente e frequente bisogno di urinare (pollachiuria), ritenzione urinaria (iscuria), a volte sangue e/o pus nelle urine (ematuria, piuria). L’infezione più grave e contagiosa è causata dal batterio gonococco che può provocare nelle donne delle perdite vaginali anomale, ma soprattutto negli uomini una secrezione uretrale purulenta, prima sieromucosa, a gocce trasparenti o biancastre, poi abbondante, densa, cremosa, di colore giallo e giallo-verdastro (uretrite gonococcica o blenorragia o gonorrea); gli altri sintomi sono congestione, bruciore, dolore, febbre. L’uretrite colpisce prevalentemente il sesso maschile perché la maggiore lunghezza dell’uretra fa aumentare la probabilità che la stessa possa essere interessata da infezioni ed il più delle volte è di origine discendente. Nelle donne prevale l’uretrite per via ascendente.
Per prevenire le suddette infezioni delle vie urinarie è importante osservare alcune regole comportamentali:
– bere molta acqua nell’arco della giornata;
– urinare spesso e non trattenere l’urina per lungo tempo;
– rispettare le norme di igiene intima;
– le donne devono lavarsi i genitali procedendo dall’avanti all’indietro soprattutto dopo l’eliminazione delle feci, usando detergenti a pH fisiologico (4 o 5) ed evitando i deodoranti;
– adottare una dieta alimentare appropriata, cioè ricca di liquidi e fibre ma povera di zuccheri e grassi, in modo da evitare la stitichezza.
Per il trattamento delle infezioni delle basse vie urinarie – cistite e/o uretrite – sono validi anche molti preparati fitoterapici, come quelli consultabili all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”.
Principali rimedi omeopatici
Apis 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con albuminuria e tenesmo vescicale caratterizzato da fitte addominali, bruciore alla minzione e dolori molto vivi che vanno verso il basso. Prima dei fenomeni urinari compaiono gli edemi. Anche in caso di iscuria. Soggetto irritabile che si lascia cadere gli oggetti dalle mani. Aggravamento con il calore e con il contatto. Miglioramento con applicazioni fredde e dopo la minzione. Lateralità dx molto marcata.
Argentum nitricum 4CH: 3 granuli ogni 3 ore e poi 3 granuli 2 volte al dì. Bisogno urgente di urinare con emissione di abbondante urina chiara, dolori brucianti, soprattutto durante la minzione e sensazione di avere una spina o una scheggia nel condotto urinario.
Arsenicum album 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con albuminuria dagli edemi localizzati e con bruciore intenso alla minzione, alleviato da applicazioni calde. A volte è presente ematuria. Soggetto prostrato ma anche agitato, astenico, freddoloso, che sta peggio dalle 1 alle 3 di notte.
Belladonna 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì. Debolezza vescicale. Frequente stimolo di urinare. Possibile incontinenza ed emissione involontaria di urina, anche di notte o mentre si dorme. Spasmi della vescica. E’ il rimedio delle infiammazioni acute, improvvise e violente con secchezza delle mucose.
Benzoicum acidum 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Infezioni croniche delle basse vie urinarie. Miglioramento dopo la minzione.
Camphora 4CH: 3 granuli ogni 1-3 ore. Ritenzione di urina, per cui la vescica è piena ma non riesce a svuotarsi. Tenesmo vescicale abituale, talvolta con ematuria. Peggioramento con il freddo.
Cannabis sativa 5CH: 3 granuli 3-4 volte al dì. Infezioni acute delle basse vie urinarie. Cistite caratterizzata da bruciore uretrale che tende a irradiarsi verso la vescica ed a volte da tenesmo vescicale. Dolore durante o alla fine della minzione. Disuria. Desiderio di defecare durante la minzione. Anche in caso di iscuria e di uretrite gonococcica.
Cantharis 5CH: 3 granuli ogni ora. Cistite, sia acuta che cronica, con ematuria, albuminuria, disuria, stranguria, pollachiuria, iscuria, tenesmo vescicale seguito da emissione di urina goccia a goccia. Uretrite. Dolore e bruciore prima, durante e dopo la minzione. Sintomi molto intensi, spesso a insorgenza improvvisa. Bisogno frequente e irresistibile di urinare. Peggioramento bevendo e urinando. Nella cistite cronica l’indicazione principale è la piuria.
Causticum 6CH: 3 granuli ogni 2-3 ore. Debolezza vescicale con parziale emissione involontaria di urina dopo uno sforzo. Disuria. Incontinenza urinaria notturna specie durante il primo sonno, più frequente d’inverno. Ritenzione di urina (iscuria) dopo il parto, dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico. Peggioramento con il freddo secco. Miglioramento con il tempo umido.
Chimaphila umbellata 4CH: 3 granuli ogni 3 ore. Come coadiuvante nelle cistiti e/o uretriti, acute o croniche, con ematuria. Difficoltà ad urinare (disuria): occorre sforzarsi a lungo prima che inizi la minzione. Ritenzione urinaria causata da ipertrofia prostatica.
Cina 6CH: 3 granuli ogni 3 ore. Bisogno frequente di urinare. Incontinenza urinaria mattutina, durante la luna piena, soprattutto se le urine risultano abbondanti e si scuriscono rapidamente.
Colocynthis 6CH: 1 granulo ogni 10-15 min, allungando i tempi in base al miglioramento. Cistite con dolori taglienti che migliorano con la pressione, il riposo, il calore, dopo la minzione e che peggiorano con il movimento. Tenesmo vescicale con bruciore alla minzione.
Conium maculatum 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Cistite con tenesmo vescicale.
Dulcamara 4CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite subacuta che peggiora con il freddo umido. Vescica irritabile delle donne. In genere il rimedio è particolarmente indicato per i disturbi della vescica dovuti a ipersensibilità al freddo.
Hepar sulphur 7CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite purulenta con atonia della vescica ed emissione lenta delle urine. Sensazione che la vescica non si svuoti completamente.
Hyosciamus niger 6CH: 3 granuli ogni 3 ore. Iscuria paradossa dovuta a contrattura o paralisi degli sfinteri uretrali. Ritenzione di urina nelle donne dopo il parto.
Iodum 7CH: 3 granuli 3 volte al dì. Incontinenza di urina in donne anziane con albuminuria.
Lilium tigrinum 5CH: 3 granuli 3 volte al dì. Sensazione di pressione nella vescica con costante desiderio di urinare, giorno e notte, accompagnato da bruciore e tenesmo vescicale, specialmente in donne isteriche. Cistite cronica. Peggioramento di notte, al caldo, stando troppo in piedi. Miglioramento camminando all’aria aperta.
Mercurius corrosivus 5CH: 3 granuli ogni ora. Cistite con tenesmo vescicale caratterizzato da dolori violenti e fuoriuscita di urina a gocce, albuminuria, piuria. Bruciore notevole nell’uretra. Il bisogno di urinare non è alleviato dalla minzione. Aggravamento notturno con nicturia.
Nitricum acidum 5CH: 3 granuli 3 volte al dì. Cistite acuta con emissione di urina torbida e di cattivo odore (simile a urina di cavallo) in soggetti freddolosi. Disuria.
Nux vomica 5CH: 3 granuli ogni 2-3 ore. Cistite con stranguria, tenesmo vescicale e dolore vescicale che si irradia alla schiena. Al minimo sforzo durante la minzione l’urina cessa di scorrere. Bruciore intenso ed a volte ematuria. Sensibilità al freddo.
Pareira brava 5CH: 3 granuli ogni mezz’ora e poi ogni 3 ore. Cistite ove il paziente urina poco e con fatica, con disuria, stranguria, ematuria, piuria. Uretrite con dolori violenti all’uretra e, nei maschi, al glande durante la minzione. Il rimedio è usato anche per prevenire la formazione di renella e per le conseguenze dell’ipertrofia prostatica.
Phosphorus 5CH: 3 granuli ogni 3 ore. Infezione delle vie urinarie con bruciore e tendenza ad ematuria in soggetti i cui sintomi si manifestano dapprima con esaltazione di tutte le sensazioni e poi con indebolimento fino all’annullamento, come se le riserve vitali si esaurissero improvvisamente (tale e quale al fiammifero). E’ presente sete di acqua fredda.
Sabal serrulata 5CH: 3granuli 2 volte al dì. Cistite. Nicturia e ritardo o diminuzione della forza del getto, dovuti a ipertrofia prostatica. Disuria, iscuria. Il rimedio è definito il “catetere omeopatico”.
Sarsaparilla 5CH: 3 granuli ogni 1-3 ore. Cistite con frequente stimolo ad urinare, disuria, tenesmo vescicale, ematuria, piuria (le urine contengono muco e pus). Dolore che aumenta alla fine della minzione.
Sepia 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì. Pollachiuria determinata da prolasso vescicale e/o uterino con urina che lascia un sedimento color rosso mattone. Sensazione di pressione sulla vescica e nella regione pelvica con bisogni frequenti e imperiosi di urinare. Urina torbida e fetida. Incontinenza urinaria nel primo sonno. Uretrite gonococcica. Peggioramento con il riposo e con il freddo. Miglioramento con l’esercizio fisico intenso.
Staphysagria 4CH: 3 granuli ogni 3-6 ore. Cistite con pollachiuria, bruciore quando si urina e sensazione che l’urina scorra nell’uretra. “Cistite da luna di miele” (insorge dopo un rapporto sessuale). Peggioramento al minimo contatto. Miglioramento dopo la minzione. Anche in caso di iscuria dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico.
Terebenthina 4CH: 3 granuli 3 volte al dì. Tendenza alle infezioni croniche delle basse vie urinarie.
Thuya 5CH: 3 granuli 2-3 volte al dì. Cistite da ritenzione quando il disturbo cronico è riconducibile ad una vecchia infezione o ad un’infiammazione. Uretrite con tendenza a processi proliferativi. Dolori taglienti alla fine della minzione, getto interrotto, difficoltà di emissione delle ultime gocce. Ipertrofia prostatica. Peggioramento con il clima freddo e umido.
Esperienze
Esperienza n. 1. Cistite acuta con dolori e bruciori nella vescica e nell’uretra, bisogno urgente e continuo di urinare ed emissione di urina goccia a goccia. Bruciori persistenti ed in alcun modo alleviati. Il soggetto è stato trattato con Cantharis 5CH + Cannabis sativa 5CH + Mercurius corrosivus 5CH nel seguente modo: 3 granuli del primo rimedio, dopo un’ora tre granuli del secondo rimedio e dopo un’altra ora 3 granuli del terzo; pausa di due ore e ripetizione del ciclo; allungamento progressivo dei tempi di somministrazione con i miglioramenti.
Esperienza n. 2. Maschio anziano affetto da cistite e uretrite con stranguria e tendenza a calcolosi, dolori alla minzione, gambe gonfie e doloranti, ipertrofia prostatica. Il soggetto è stato trattato con Pareira brava 5CH, 3 granuli ogni 3 ore.
N.B.: le diluizioni e le posologie riportate nel presente articolo, tra le più indicate in letteratura, hanno solo carattere orientativo e non intendono, né possono, sostituire alcuna prescrizione medica. Sarà il medico omeopata a stabilire le entità terapeutiche più appropriate ed a prescrivere la cura che si lega al singolo caso (rimedi, diluizioni, posologie, tempi).
(*) V. Note esplicative e la home-page della sezione.
alex dice
Salve, sono ormai 2 anni che soffro di prostatite batterica da enterococco fecale.
Ho provate svariate cure antibiotiche, senza successo.
Se torno dall’urologo mi darà di nuovo gli antibiotici, ma sono gia sicuro che non funzionerà e sinceramente sono stanco di prenderne.
C’è un qualche rimedio che consigliate per debellare l’infezione? ho provato in passato mirtillo e uva ursina, senza effetti.
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Alex, i rimedi omeopatici per trattare una prostatite batterica, acuta o cronica, sono diversi e quello giusto dovrà essere individuato tra coloro che contemplano una sintomatologia quanto più somigliante a quella del paziente, nel rispetto della “legge dei simili” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico. Inoltre, i rimedi che trattano la prostatite in genere sono in grado di trattare anche l’ipertrofia prostatica benigna (IPB). Tra i principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati troviamo: Argentum nitricum, se ci sono dolori brucianti e fitte che migliorano con le applicazioni fredde e peggiorano quando ci si preoccupa del proprio malessere; Pareira brava, per le forme cronicizzate quando sono presenti blocchi urinari ripetuti, minzione molto difficoltosa e dolorosa, stimolo urinario continuo, forti dolori simili a coliche renali; Sabal serrulata, quando vi sono i sintomi tipici, quali frequenti minzioni notturne, diminuzione della forza del getto, pesantezza perianale ed i dolori migliorano con la pressione e con il calore; Conium maculatum, se vi è anche sclerosi e indurimento, pesantezza al perineo, minzione dolorosa e getto intermittente, disturbi sessuali; Chimaphila umbellata, se vi è anche ritenzione urinaria, sensazione di fastidio al perineo che peggiora quando ci si siede, minzione dolorosa, urine scarse e nauseabonde con muco denso ed a volte sangue; Sulphur, in presenza di bruciore all’uretra ed alla prostata stessa, con i sintomi che peggiorano con la postura eretta prolungata, dopo il bagno e dopo aver bevuto alcool; eccetera. Superata la fase più acuta, o contemporaneamente ad essa, potrebbe essere necessario utilizzare rimedi omeopatici di fondo, quasi sempre ad alta diluizione, quali ad es. Thuya, Baryta carbonica, o Staphisagria, che hanno un’azione più profonda e sistemica. Anche la fitoterapia potrebbe apportare i suoi benefici, sia come prevenzione che come cura, con diversi preparati vegetali reperibili in erboristeria, quali ad es. quelli a base di Serenoa repens, Aloe vera, Cernilton dal polline delle api, Pygeum africanum, estratto di polline di fiori, ecc. Sarebbe bene curare anche l’alimentazione che dovrebbe essere semplice e sana, poco salata, ricca di vitamine A, B2, C, E, povera di grassi e di spezie piccanti e con più cibi contenenti zinco (semi di zucca, germe di grano, cereali integrali, semi di girasole, ecc.), quercitina (cipolle, broccoli, sedano, capperi, olive, camomilla, tè, mele, arance, mandarini, clementine, uva rossa, mirtilli, amarene, ecc.), grassi polinsaturi omega-3 (pesce azzurro, salmone, ecc.) e soia ed inoltre bere molta acqua. Infine a scopo preventivo sarebbe bene evitare di stare troppo tempo seduti ed è consigliabile praticare attività sportive moderate, escludendo quelle che possono causare traumi alla zona pelvica come ad es. il ciclismo. Il consiglio però è di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata e comunque di tenersi sotto controllo medico. Cordiali saluti.
GIACOMO dice
HO AVUTO UN INTERVENTO DI PROSTATA RADICALE.DOPO DUE MESI LA ZONA PELVICA ,DA INGUINE A INGUINE SI E’ GONFIATA E NON RIESCO A SVUOTARE COMPLETAMENTE LA VESCICA.
NON HO DOLORI NE ALTRO SINTOMO. DI COSA SI TRATTA? DEVO FARE QUALCHE ESAME CLINICO?
GRAZIE
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giacomo, le cause di una ritenzione urinaria possono essere diverse, tra cui anche un’insorgenza postoperatoria per il trattamento farmacologico. Le consiglio perciò innanzitutto di rivolgersi al medico di base per essere eventualmente indirizzato verso una visita specialistica urologica. Cordiali saluti.
Antonio dice
Salve sono un ragazzo di 21 anni a cui è stato diagnosticata una stenosi all’uretra attualmente mi sto curando con Dr.Reckeweg R25 10 gocce 2 volte al dì, cantaris ch4 e nitricum acidum ch5 3 gr. 1 v. al dì nei giorni pari mentre clematis erecta e Chimaphila 4CH, 3 gr. 1 v. al dì nei giorni dispari. Mi curo da circa un mese ma non ho ottenuto nessun miglioramento significativo. Non so più cosa fare non ho un buon medico omeopatico e continuo giorno dopo giorno ad avere bruciori e dolori lancinanti quando urino. Dottoressa cosa potrebbe consigliarmi nel mio caso?
Grazie confido in una sua risposta.
Sinceri Saluti Antonio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Antonio, purtroppo l’intervento chirurgico rimane la soluzione più valida e più efficace per risolvere una stenosi uretrale. I rimedi che lei utilizza, tutti appropriati, sono dei coadiuvanti che possono alleviare i sintomi e prevenire l’insorgenza di una cistite o di una prostatite, ma difficilmente potranno riparare il danno dell’uretra. Le tecniche chirurgiche d’intervento sono diverse, si va dalla più semplice dilatazione uretrale, all’uretrotomia, al posizionamento di uno stent uretrale, fino alla correzione chirurgica dell’uretra. Ovviamente la valutazione del tipo d’intervento la fa il chirurgo, sulla base della situazione reale. Cordiali saluti.
lorenzo dice
Gentile Dottoressa,
Ho 67 anni e da circa 5 anni soffro di disturbi uretrali con fastidio allo scroto e bruciori alla minzione , mi hanno diagnosticato un ipertrofia prostatica con stenosi.
dopo varie cure naturali e antibiotiche non ho risolto nulla.
Nel mese di Aprile ho deciso di operarmi con il sistema laser riducendomi la prostata e togliendomi la piccola stenosi nella parte centrale del pene.
Tutto bene per circa 30 giorni senza fastidi e con un buon flusso urinario, dopo un rapporto con mia moglie è scoppiato l’inferno, bruciore alla minzione più di prima, il fastidio è ritornato nella zona dello scroto con bruciore al collo uretrale e piano piano il flusso si sta riducendo.
Mia moglie fa il test della candida e risulta positiva, parlo con il dottore che mi ha operato il quale sostiene che ho contratto la candida e che sicuramente mi ha creato una nuova stenosi, mi prescrive delle cure per la candida con vari antiinfiammatori ma niente, come prima peggio di prima.
Ha questo punto il dottore mi dice di continuare con un prodotto farmaceutico contro la candida per ancora una settimana per poi vederci e per fare un’altro intervento alla stenosi che si è formata.
Francamente sono molto settico, non vorrei che questa situazione si ripetesse a catena!!!!!.
Le chiedo se mi può consigliare qualche prodotto omeopatico che mi aiuti nella minzione e nel bruciore, vivo in Sicilia occidentale (TP)è possibile avere il nome di un bravo omeopata?
Grazie per il suo tempo.
Lorenzo.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Lorenzo, per la cistite e l’uretrite può fare riferimento ad uno dei rimedi omeopatici del presente articolo, tra cui scegliere, così come richiede l’omeopatia con la legge dei simili, il rimedio che presenta una sintomatologia quanto più somigliante alla sua, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Ad esempio potrebbero essere utilizzati rimedi come Arsenicum album, Cantharis, Chimaphila umbellata, Colocynthis, Sabal serrulata. Dia anche un’occhiata all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici molto validi sia per la prevenzione che per la cura delle infezioni delle basse vie urinarie, quali ad esempio il Cranberry-Mirtillo rosso americano, l’Uva ursina o il D-Mannosio. Sarebbe però meglio che tutto ciò lo stabilisse un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Relativamente all’eventuale nominativo, se non ha altri riferimenti potrebbe fare una ricerca in rete relativamente a siti sicuri e organizzazioni affidabili, come ad esempio potrebbero essere la SIMO (Società Italiana Medicina Omeopatica) o la SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), oppure rivolgersi ad una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per essere indirizzato verso un bravo medico omeopata che sicuramente esisterà nella sua zona. Cordiali saluti.
Lorena Chiccoli dice
Gentile dottoressa sono in dialisi quindi non urine ma pochi giorni fa ho sentito come se stessi facendo la pipistrello sono corsa in bagno e ho visto che era fuoriuscito muco e pus in abbondanza…questo episodio è stato preceduto da una notte con pancia gonfia e dolore e bruciore alla vescica senza poter ovviamente urinarie. …può essere una cistite purulenta?
O che altro…..grazie e saluti lorena
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lorena, una risposta pertinente e qualificata gliela può fornire solo il medico specialista, o in subordine il medico di famiglia al quale potrebbe rivolgersi prioritariamente. Cordiali saluti
antonio dice
Salve,ho 53 anni e mi è stata diagnosticata una prostatite (IPB) curata con farmaci ma essendo recidiva l’urologo mi ha praticato cistoscopia dove ha riscontrato una stenosi uretrale serrata. Mi ha consigliato uretromia con endoscopio e anestesia spinale non escludendo di trovare altro nell’esplorazione che lo porterà fino alla vescica. Cosa si può assumere per evitare recidività della stenosi?i Visto che purtroppo la mia prostata è cresciuta in modo anomalo (più grande un lato rispetto all’altro) l’urologo non esclude si possano ripresentare stenosi anche se potremo trattarle con altre metodologie (allargamento progressivo con catetere) con scontati controlli periodici.
Grazie e la terrò informata sull’intervento che praticherò la prossima settimana nella speranza di non avere altre brutte sorprese dall’esplorazione endoscopica.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Antonio, probabilmente voleva chiedere come evitare la recidività della prostatite e non della stenosi uretrale per la quale sta già provvedendo nel modo giusto. Se fosse così l’omeopatia può essere di aiuto. Com’è noto le problematiche benigne che possono colpire la prostata sono la prostatite, che è l’infiammazione della ghiandola prostatica dovuta quasi sempre ad infezione batterica e l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), conosciuta anche come adenoma prostatico, che è l’aumento di volume della ghiandola prostatica le cui cause non sono ancora completamente note ma sicuramente il maggiore fattore predisponente è l’età. I rimedi omeopatici per il trattamento della prostatite e anche dell’ipertrofia prostatica sono diversi, tra cui occorrerà scegliere il rimedio che presenta una sintomatologia quanto più somigliante a quella del paziente, così come richiede l’omeopatia con la legge dei simili. Tra i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati, a bassa diluizione per contrastare i sintomi nella fase acuta, troviamo: Argentum nitricum, se la prostatite o la IPB causa dolori brucianti e fitte che migliorano con le applicazioni fredde e peggiorano quando ci si preoccupa del proprio malessere; Pareira brava, per le forme cronicizzate quando sono presenti blocchi urinari ripetuti, minzione molto difficoltosa e dolorosa, stimolo urinario continuo, forti dolori simili a coliche renali; Sabal serrulata, quando vi è anche IPB con i sintomi tipici, quali frequenti minzioni notturne, diminuzione della forza del getto, pesantezza perianale e i dolori migliorano con la pressione e con il calore; Conium maculatum, se vi è anche IPB caratterizzata da sclerosi e indurimento, pesantezza al perineo, minzione dolorosa e getto intermittente, disturbi sessuali; Chimaphila umbellata, se vi è principalmente IPB ed anche ritenzione urinaria, sensazione di fastidio al perineo che peggiora quando ci si siede, minzione dolorosa, urine scarse e nauseabonde con muco denso ed a volte sangue; Sulphur, anche nei casi di IPB con bruciore all’uretra ed alla prostata stessa, con i sintomi che peggiorano con la postura eretta prolungata, dopo il bagno e dopo aver bevuto alcool. Superata la fase acuta, o contemporaneamente, spesso è necessario utilizzare rimedi omeopatici di fondo, quasi sempre ad alta diluizione, quali ad es. Thuya, Baryta carbonica, o Staphisagria, che hanno un’azione più profonda e sistemica. Anche la fitoterapia può apportare i suoi benefici, sia come prevenzione che come cura, infatti in erboristeria sono reperibili diversi preparati fitoterapici a base di piante come, ad es., Serenoa repens, Aloe vera, Cernilton dal polline delle api, Pygeum africanum, estratto di polline di fiori, ecc. E’ bene curare anche l’alimentazione che deve essere semplice, poco salata, ricca di vitamine A, B2, C, E, povera di grassi e di spezie piccanti e con più cibi contenenti zinco (semi di zucca, germe di grano, cereali integrali, semi di girasole, ecc.), quercitina (cipolle, mele, arance, mandarini, clementine, uva rossa, mirtilli, amarene, ecc.), grassi polinsaturi omega-3 (pesce azzurro, salmone, ecc.) e soia. Infine occorre evitare di stare troppo tempo seduti ed è consigliabile praticare attività sportive moderate, escludendo quelle che possono causare traumi alla zona pelvica come ad es. il ciclismo. Cordiali saluti.
MARIA dice
MI RICONOSCO NEL TIPO CALCAREA CARBONICA. VORREI SAPERE SE CI SONO CONTROINDICAZIONI AD ASSUMERE IL PRODOTTO IN CONTEMPORANEA ALL’EUDREN E ALLA CLOROFILLA IN COMPRESSE GRAZIE.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, Calcarea carbonica omeopatico è compatibile con i prodotti da lei citati, per cui non dovrebbe né creare e né subire alcuna interferenza. Come per tutti i medicinali è buona norma assumerlo rispettando un minimo di distanza temporale dagli altri prodotti. Cordiali saluti.
orsola dice
Salve, ho 49 anni e sono in premenopausa; da un anno soffro per piccole perdite di urina ma dalle prove urodinamiche non risulta incontinenza. Invece risulta un importante residuo postminzionale e la ginecologa mi ha detto che il mio disturbo si chiama vescica iperattiva.
Inoltre dopo aver urinato, specialmente la sera, sento dolore intenso alla vescica. Dalle analisi delle urine non è mai risultata nessuna infezione, tuttavia i sintomi persistono ormai da un anno.
Quale rimedio omeopatico potrebbe essere indicato per la vescica iperattiva?
Grazie mille la saluto caramente
Orsola
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Orsola, il termine empirico di “vescica iperattiva”, che è una vera e propria sindrome, viene utilizzato quando si manifestano un insieme di sintomi urologici in assenza di una comprovata infezione urinaria o di altre patologie note. La sindrome della vescica iperattiva è una condizione clinica solitamente caratterizzata da uno o più dei seguenti sintomi: urgenza minzionale, incontinenza urinaria da urgenza ossia perdita involontaria di urina accompagnata o immediatamente preceduta da urgenza, aumento del numero di minzioni giornaliere (pollachiuria), alzate notturne per la necessità di urinare (nicturia). Questi due ultimi sintomi sono più frequenti nel sesso maschile. Le cause della sindrome possono essere le più diverse, molte delle quali sono ancora ignote, però il disturbo è spesso associato ad anomale e involontarie contrazioni del muscolo detrusore vescicale, che ha la funzione di contrarsi durante la minzione per determinare l’espulsione dell’urina, il quale nella sindrome risulta essere privo di un controllo adeguato. I fattori di rischio sono molti, tra cui si ricordano l’età, l’eccesso di peso, l’assunzione di alcune tipologie di farmaci, l’eccessiva assunzione di liquidi o di diuretici, l’eccessivo consumo di alcool o caffè, il fumo di sigaretta, la menopausa. Il vero sintomo chiave della sindrome da vescica iperattiva rimane però lo stimolo urgente di urinare, che è quello sempre presente. Il residuo post-minzionale deve essere valutato con attenzione, perché non è molto tipico della sindrome e può causare sintomi identici a quelli della vescica iperattiva. Lo stesso dolore vescicale dopo la minzione non è molto tipico. Potrebbe perciò trattarsi anche di un disturbo diverso. Ad esempio, ma ovviamente è soltanto un’ipotesi, il fenomeno della “ritenzione urinaria”, che comporta un significativo residuo post-minzionale, può presentare dei sintomi molto simili a quelli che lei avverte, quali le perdite involontarie di urina per un’eccessiva distensione della vescica e la minzione dolorosa specialmente nella forma acuta. A completamento dell’indagine sarebbe opportuno, se non l’avesse già fatto, consultare anche un urologo che potrà o meno confermare le suddette valutazioni, atteso che la competenza medica al riguardo si divide tra la figura del ginecologo e quella dell’urologo, tant’è che da qualche tempo è nata la figura dell’uroginecologo. I rimedi omeopatici che potrebbero esserle di aiuto, riportati nel presente articolo, che presentano una sintomatologia molto somigliante alla sua, condizione questa indispensabile per ottenere dei risultati positivi, sono Dulcamara, Hyosciamus niger, Sabal serrulata, quest’ultimo denominato il “catetere omeopatico” per la capacità di favorire lo svuotamento della vescica. Si ricordi però che la parola spetta sempre al medico. Cordiali saluti.
Monica Costaganna dice
Gentile Dottoressa, da anni soffro di cistiti ricorrenti e vaginiti. Ho contratto clamidia anni fa e hpv. Ho una lesione uterina cin 1 che sto controllando con pap test, colposcopia e screening. Da mesi soffro di cisciti emorragiche. Non sono mai guarita totalmente e da gennaio bruciori uretrali, pesantezza e sensazione di mancato svuotamento mi hanno portato ad effettuare una visita: stenosi uretrale. Cistoscopia con dilatazione effettuata alcuni giorni fa. Dolore e parecchio versamento ematico… Il flusso non e’ aumentato il bruciore e’ forte, dovro’ ripeterla? Non voglio effettuare questa manovra, oltretutto dolorosa, perennemente… sono sfinita… esistono cure che possano consentirmi di mantenere in salute il tessuto uretrale? Ho appena 40 e non voglio rinunciare a tutto… ci sarà un sistema per curarsi!!
Grazie di Cuore. Monica
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Monica, è molto probabile, come sicuramente le avranno detto i medici che l’hanno in cura, che se non si risolve la stenosi uretrale lei andrà incontro a ripetute infezioni delle basse vie urinarie, in particolare a cistite, che può diventare emorragica quando vi sono anche lesioni a carico della parete vescicale. Infatti la stenosi uretrale comportando, com’è noto, l’incompleto svuotamento della vescica e quindi la stasi urinaria, crea le condizioni ambientali favorevoli alla colonizzazione batterica della mucosa vaginale e perciò all’insorgenza delle infezioni vescicali per via ascendente. I sintomi delle due affezioni sono quelli da lei descritti, cioè difficoltà nell’urinare (disuria), bruciore nell’urinare (stranguria), dolore in regione sovrapubica, sensazione di incompleto svuotamento della vescica, maggiore frequenza nell’urinare (tenesmo vescicale), presenza di sangue nelle urine (ematuria). Per superare la cistite nella sua fase acuta i rimedi omeopatici che possono essere utilizzati sono diversi, come avrà modo di rilevare leggendo l’articolo, tra cui scegliere, così come richiede l’omeopatia con la legge dei simili, il rimedio che presenta una sintomatologia quanto più somigliante alla sua, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Ad esempio per una situazione simile alla sua potrebbero essere utilizzati rimedi come Arsenicum album, Cantharis, Conium maculatum, Lilium tigrinum, Nitricum acidum, Pareira brava, Sarsaparilla, Terebenthina, Thuya, verificando quale potrebbe essere il più corrispondente. Risolta la cistite si pone il problema del rischio delle recidive, come detto in precedenza. Fermo restando l’opportunità di eliminare a monte la causa, con la terapia della stenosi uretrale, una possibilità per evitare o ridurre significativamente il suddetto rischio è di adottare un trattamento di prevenzione, una misura di profilassi, che possa prevenire l’insorgere di un’infezione. Tale trattamento preventivo si potrebbe fare ricorrendo ad un “trattamento di fondo” con rimedi omeopatici specifici ad azione profonda, sistemica, molto personalizzati, probabilmente ad alta diluizione, oppure con la fitoterapia. Per quest’ultima si potrebbe utilizzare uno dei preparati fitoterapici riportati nell’articolo “Cistite senza più scampo” della sezione del sito “Rimedi della nonna”, che la invito a consultare, quali ad esempio il Cranberry – Mirtillo rosso americano e l’Uva ursina, che sono tra i più adoperati, ricorrendo eventualmente ad una delle forme erboristiche reperibili in commercio. Gli stessi preparati fitoterapici, a dosi superiori, sono efficaci anche contro la cistite acuta. Sarebbe però meglio che tutto quanto sopra fosse o meno confermato da un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi per la sicurezza di ricevere una terapia strettamente personale (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, eventuale adattamento in corso d’opera), secondo i corretti canoni omeopatici e medici in generale. Cordiali saluti.
aerre dice
Grazie per il consiglio…. invece di belladonna mi hanno consigliato di fare questo abbinamento cantharis – sepia – solidago…. 3 + 3+3 mattina e sera per 10 giorni che ne pensa? Grazie in anticipo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Aerre, ci possiamo mettere quello che vogliamo ma se i rimedi omeopatici non assomigliano al paziente nella sintomatologia i risultati non arrivano. L’omeopatia non funziona come la medicina tradizionale, dove esistono i farmaci generici per curare determinati sintomi o malattie che vanno bene per qualsiasi paziente, ma funziona solo quando si applica il principio di similitudine (o legge dei simili) secondo il quale il rimedio (o i rimedi) diventa curativo nella misura in cui personifica il paziente in tutte le sue manifestazioni patologiche e può essere diverso da persona a persona anche se affette dalla stessa patologia. Sarebbe meglio se si facesse guidare da un medico omeopata e non dai consigli generici. Comunque tutti e tre i rimedi omeopatici da lei citati sono potenzialmente utili per il trattamento dei disturbi urinari. Cordiali saluti.