La presente sezione è configurata come un ricettario omeopatico: sono riportate in ordine alfabetico le AFFEZIONI più ricorrenti a ciascuna delle quali corrisponde una scheda contenente i principali RIMEDI OMEOPATICI in grado di curarla, con le relative diluizioni e dosi indicative, nonché una sintesi delle caratteristiche più significative al fine di indirizzare meglio la scelta.
Sono altresì riportate, laddove condotte, alcune esperienze di casi reali risolti positivamente.
La forma di prodotti omeopatici utilizzata nel ricettario è quella in “granuli”, che è la più pratica e la più comune.
I singoli rimedi possono essere consultati utilizzando i link associati, che rimandano alle relative schede contenute nella sezione del sito “Rimedi omeopatici”, o accedendo direttamente a queste.
In omeopatia ha senso utilizzare un ricettario solo per fronteggiare gli eventi acuti per i quali si ravvisa la necessità di effettuare un primo intervento curativo. Trattasi in genere di affezioni che possono presentarsi improvvisamente, accompagnate da fastidio, disagio, dolore, ansia e fenomeni secondari importanti quanto il principale. In questi casi si può ricorrere all’uso di rimedi selezionati solo in base al quadro sintomatologico, che pertanto hanno basse diluizioni e quindi un’azione più superficiale, per cui anche se non si ottenesse il risultato desiderato o si sbagliasse la scelta non avrebbero alcun effetto negativo a livello organico.
Appena possibile occorre rivolgersi al medico omeopata che valuterà se quanto è stato fatto può ritenersi sufficiente oppure esiste qualcosa di più profondo su cui indagare onde “personalizzare” al meglio la cura.
Infatti più volte abbiamo avuto modo di dire le cure omeopatiche, agendo secondo la Legge di Similitudine, vanno praticate con rimedi omeopatici che devono somigliare il più possibile al paziente, non solo nei sintomi fisici ma anche nelle altre caratteristiche individuali. Il principio fondamentale è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia, per cui l’approccio terapeutico è di tipo globale nel senso che viene esaminato il paziente nella sua totalità psico-fisica, considerando perciò, non solo il quadro sintomatologico, ma anche l’ambiente in cui vive, le sue pulsioni, i comportamenti, gli stili di vita, i desideri, le emozioni, ecc. ecc. Occorre tenere conto di tutti gli aspetti peculiari che rendono il soggetto unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa malattia. Non si prescinde mai dal considerare che se un organo non è funzionale, esso comunque vive in una persona, in un organismo dove fisico e mente sono fortemente legati ed è in questa struttura che va ricercata la non funzionalità.
La visita che pertanto il medico omeopata conduce diventa una sorta di investigazione tesa ad individuare ed esaminare tutti gli elementi che possono condurre ad una diagnosi corretta (processo di individualizzazione). Si parte dall’esame del quadro sintomatologico, dove diventano importanti le fasi di valorizzazione e di gerarchizzazione dei sintomi, per poi procedere alla scoperta delle altre caratteristiche individuali di cui si è detto in precedenza, mediante domande, osservazione, ascolto, storia clinica, accurata visita del paziente e quant’altro. Si va quindi verso la ricerca di qualcosa di più profondo, di quello che cioè costituisce il terreno dell’individuo, che in senso lato può essere assimilato all’eredità acquisita con la nascita, accresciuta da tutto ciò che il soggetto accumula con il suo vissuto. La malattia deve poter essere integrata nella storia complessiva dell’individuo (trascorso ereditario + vissuto) e nelle sue caratteristiche biologiche.
Si individueranno quindi in modo particolare la costituzione, che correla le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e psicologiche dell’individuo alle sue potenzialità patologiche, il temperamento, che è strettamente legato alla costituzione e rappresenta l’insieme delle caratteristiche congenite dell’individuo sotto lo stretto controllo della psiche, il carattere, che è il modo di reagire e di formarsi dell’individuo in risposta agli stimoli esterni e la diatesi (o miasma), anch’essa legata alla costituzione, che è la modalità propria di sviluppo e di evoluzione della malattia verso la quale esiste una predisposizione acquisita o congenita.
Tra i diversi rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare quella malattia, sarà, quindi, possibile individuare il rimedio e quindi la cura omeopatica più adatta alla persona che ne è affetta. La scelta, cioè, deve essere fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi del paziente e delle altre caratteristiche individuali (di cui al processo di individualizzazione), con le caratteristiche del rimedio omeopatico. Il rimedio che si sceglie dovrà possedere una complessità di sintomi, fisici e psicologici, simili a quelli che presenta il paziente, in modo che possa diventare curativo sulla base della Legge di Similitudine (“similia similibus curantur”).
L’essenza e la straordinaria originalità dell’omeopatia è che “ogni rimedio è una persona”, capace cioè di impersonificare il malato in tutte le sue manifestazioni.
Tanto più il rimedio corrisponde al paziente, cioè tanto più è simile a lui, tanto maggiore sarà il suo effetto terapeutico. Il rimedio omeopatico perfettamente simile al paziente è chiamato simillimum, che è quello teorizzato e preferito da Hahnemann. Tale rimedio è molto personalizzato, è <<l’abito su misura>> e per questo può essere prescritto alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola di Medicina Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, utilizza proprio il simillimum.
In omeopatia, quindi, non esiste un farmaco generale per una determinata malattia, ma farmaci diversi per organismi diversi che ne sono affetti.
La regola, che in generale si segue nelle cure omeopatiche, è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si assumono rimedi omeopatici a bassa diluizione (in genere fino a D8 e 5CH), la cui azione è più superficiale (sono i cosiddetti sintomatici), mentre per le malattie allo stato cronico si adoperano rimedi ad alta diluizione (in genere oltre D24 e 12CH), la cui azione è più profonda (sono i cosiddetti costituzionali o di fondo). Più grande è la sovrapponibilità di cui si è detto in precedenza, più il rimedio omeopatico si avvicina al simillimum e quindi più può essere prescritto alle alte diluizioni ed agire più in profondità.
E’ bene ricordare che la guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto alla loro apparizione. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con una eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota nel tempo. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico.
E’ possibile che all’inizio della cura alcuni sintomi peggiorino: si verifica cioè quello che viene chiamato l’aggravamento omeopatico. Tale aggravamento, che in genere non deve preoccupare perché del tutto naturale, è tanto più sensibile quanto più il rimedio somministrato è simile al paziente, cioè quanto più esso si avvicina al simillimum e quanto più è lungo il periodo di cura.
Può accadere, inoltre, che nel corso della cura il rimedio omeopatico prescelto debba essere sostituito, o per la comparsa di nuovi sintomi o per migliorarne e completarne l’azione (in tal caso si ricorre al complementare), oppure che debbano essere modificate la dose e/o la diluizione dello stesso. Questo si verifica soprattutto con la Scuola di Medicina Omeopatica Pluralista, che prescrive più rimedi alternati tra loro.
Per ulteriori informazioni consultare gli articoli riguardanti l’omeopatia nella sezione del sito “Approfondimenti”.
I rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. Quelli per via orale vengono trattenuti sotto la lingua, per un minuto se sono liquidi, fino a completo scioglimento se sono granuli o globuli. Se il rimedio è stato preparato in soluzione acquosa (ad es. granuli sciolti in acqua), prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte energicamente il contenitore prima dell’assunzione. Tali manovre servono per modificare la potenza del rimedio onde scongiurare o attenuare il fenomeno dell’aggravamento omeopatico prima citato. Durante la cura è bene evitare l’uso di cibi o bevande dai sapori forti, come caffè, menta, alcool, spezie piccanti, ecc.
Ribadiamo infine che per intraprendere qualsiasi terapia è assolutamente indispensabile rivolgersi al medico. Pertanto le informazioni contenute nel presente sito sono solo di carattere divulgativo e non intendono sostituirsi alle diagnosi ed alle prescrizioni del medico.
Ge dice
Salve Dottoressa della Volpe, vorrei sapere se è possibile avere il suon indirizzo email, per avere alcune informazioni. Grazie, scusi il disturbo buona giornata.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Ge, il presente sito web nasce con lo spirito di servizio di fornire informazioni chiare, oggettive, disinteressate e responsabili a chi vuole avvicinarsi al mondo dell’omeopatia e del naturale, o a chi già lo conosce, intendendo offrire anche attraverso le risposte ai commenti notizie e spunti utili, sia agli interessati che agli altri visitatori. Pertanto eventuali richieste di chiarimento possono essere inoltrate soltanto tramite il canale dei commenti. Cordiali saluti.
paola dice
m mamma prende il coumadin. ora ha un pizzicore alla gola. posso darle miele e propoli?
grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, non ci dovrebbero essere problemi considerato anche che le quantità sono relativamente modeste e che i due prodotti non figurano tra quelli sconsigliati. Sarebbe comunque opportuno chiedere conferma al medico che ha prescritto il medicinale. Cordiali saluti.
Endro dice
Cara Dott.ssa le scrivo perche’ persistendo questo mio stato di depressione,sonno risveglio, scarso appetito, ansia ho voluto fare un analisi del sangue per vedere i livelli di serotonina .Risultano infatti bassi . Non so se i parametri sono tutti uguali ma sono questi.60 i miei rispetto ai minimi 82-160 che risultano nei normali.le chiedo cosa mi può consigliare,naturalmente se possibile,fare con l’omeopatia o altrimenti.Un altra domanda è una cosa che si stabilizza o è come ad esempio il diabete che va controllato periodicamente.Grazie sempre della sua gentilezza e pazzienza.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Endro, come ho avuto modo di consigliarle i più occasioni, oltre ad averle fornito vari spunti, per la sicurezza di individuare una cura omeopatica personalizzata sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad un medico omeopata. Per quanto riguarda i livelli bassi di serotonina, che potrebbero essere responsabili del suo stato ansioso e depressivo, un aiuto per incrementarli potrebbe venire con il consumo di cibi ricchi di triptofano, che è un precursore della serotonina, come uova, latte, latticini, carne, salmone, semi di soia, semi di sesamo, semi di girasole, patate, banane, riso, cereali integrali, verdure a foglia verde, noci, mandorle, ecc. Gli stessi alimenti ricchi di serotonina potrebbero aiutare come cacao e cioccolato fondente, kiwi, ananas, pomodori, prugne, omega-3, ecc. Anche i preparati erboristici a base di griffonia risultano essere validi in molti casi. A ciò sarebbe utile accompagnare l’attività fisica. La situazione può quindi normalizzarsi. Cordiali saluti.
jiji dice
Gentile dottoressa,
Ho 35 anni e a luglio ho avuto un aborto spontaneo all’8 settimana di gestazione.
il periodo che è seguito è stato molto difficile, soprattutto a livello psicologico…e lo è tutt’ora.
Sotto consiglio ho iniziato una terapia che consiste in Ignatia amara, silicea e t.k. 6ch. In seguito alle analisi del sangue ho scoperto di avere un tsh elevato (6.86), con però tf3, tf4 e anticorpi nei range. Dato che vorrei provare ad avere una nuova gravidanza, crede che questa terapia possa agire sulla tiroide in maniera positiva?
Grazie, J.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Jiji, le cure omeopatiche per trattare l’ipotiroidismo, se di ciò si tratta, sono tante e diverse, sia in termini di rimedi omeopatici che delle loro diluizioni, per cui solo un medico omeopata, visitando e studiando il paziente, valutando tutti i sintomi, esaminando le analisi cliniche ed il quadro clinico generale potrà essere in grado di prescrivere la terapia più adatta al singolo caso personale. Pertanto se la cura descritta le è stata consigliata da un medico omeopata, allora sicuramente sarà appropriata, altrimenti sarebbe opportuno che lei provvedesse in tal senso. Cordiali saluti.
renata dice
gentilissima dottoressa mi sa dire per cortesia se pulsatilla e natrum muriaticum hanno delle sinergie? grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Renata, Pulsatilla è un rimedio che “segue bene” Natrum muriaticum, per cui può essere utilizzato o quando si smette Natrum muriaticum o alternandolo con esso. Cordiali saluti.
renata dice
gentilissima dottoressa le ho già scritto qualche mese fa riguardo ad un rimedio omeopatico che mi era stato prescritto alla diluizione 10MK che lei ha definito “altissima diluizione”. leggendo la sua pagina che parla delle diluizioni omeopatiche ho visto la tabella delle diluizioni equivalenti dove ho notato che “CH” arriva fino a 10 e corrisponde a 10000K (MK) mi chiedo una 30CH a quale diluizione korsakoviana corrisponde? oggi come oggi mi è stato prescritto un rimedio alla 30CH da prendere in dose unica ogni domenica per 4 domeniche, quindi la diluizione è ancora più alta della MK che ho già preso?? ho letto che esiste anche 200CH che corrisponde?
Grazie mille e buona serata
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Renata, come riportato e ben sottolineato (in grassetto) nell’articolo “Diluizioni omeopatiche D, CH, K, LM” della sezione del sito “Approfondimenti” l’equivalenza della tabella, con molti limiti ed approssimazioni, si riferisce unicamente alla concentrazione molecolare della sostanza di origine del rimedio omeopatico (come d’altronde indicato nell’intestazione della tabella), cioè alla pura e semplice diluizione e non anche alla dinamizzazione, che nelle korsakoviane è molto più alta delle hahnemanniane a parità di concentrazione. La combinazione della diluizione con la dinamizzazione conferisce, com’è noto, al rimedio omeopatico la sua “potenza” terapeutica. Nell’articolo è altresì ben evidenziato (ancora in grassetto) che in Italia è consuetudine utilizzare il termine unico “diluizione” per indicare la diluizione vera e propria + la dinamizzazione, ossia la “potenza” del rimedio. Ciò premesso, dal punto di vista terapeutico la 10MK è molto più potente della 10CH, perché è vero che hanno approssimativamente la stessa concentrazione molecolare della sostanza di origine, ma la 10MK ha una dinamizzazione molto più alta perché subisce 10.000 x 100 = 1.000.000 succussioni verticali, mentre la 10CH subisce 10 x 100 = 1.000 succussioni. Per questo motivo la korsakoviana 10MK è considerata un’altissima diluizione, mentre la hahnemanniana 10CH una media diluizione. Quindi dal punto di vista terapeutico la 10MK e la 10CH non sono affatto paragonabili. Fermo restando perciò la difficoltà e per certi versi anche l’inutilità di qualsiasi paragone (come riportato sempre nell’articolo), la 30CH è una diluizione di livello medio-alto che rimane uguale a se stessa, cioè così com’è ed ha un suo profilo terapeutico ben definito per il quale viene prescritta. Lasci perdere poi la 200CH che per quanto visto, come la 30CH, non è paragonabile a niente. Cordiali saluti.
Alessandra dice
Gentile Dott.ssa vorrei chiederle gentilmente,se può indicarmi un rimedio omeopatico per aiutarmi nel controllo e perdita di peso, la ringrazio in anticipo per la cortese risposta.Cordiali Saluti Alessandra.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alessandra, l’omeopatia può aiutare a far perdere il peso superfluo agendo con diverse modalità, quali ad es. contribuendo ad accelerare il metabolismo, migliorando le prestazioni di tutto il corpo, controllando la fame laddove eccessiva, riducendo l’accumulo dei grassi, riducendo la ritenzione idrica, intervenendo sugli aspetti motivazionali, ecc. Però sicuramente non parliamo di rimedi dimagranti nel senso classico del termine, in grado cioè di inibire l’assimilazione del cibo, ma di rimedi che agiscono in maniera complessiva e sistemica, coinvolgendo l’intero organismo. La prima cosa da fare è individuare il rimedio omeopatico giusto, perché l’omeopatia non funziona come la medicina convenzionale dove esiste il farmaco generico utilizzabile da tutti coloro che sono affetti da una determinata disfunzione o patologia, ma ogni persona richiede il suo rimedio che può essere benissimo diverso da quello di un’altra persona, quand’anche entrambe siano interessate dalla stessa problematica. L’omeopatia si basa cioè sulla “legge dei simili”, secondo la quale solo il rimedio (o i rimedi) che assomiglia al paziente, nelle manifestazioni e nelle caratteristiche, sia fisiologiche che psicologiche, potrà essere in grado di produrre gli effetti terapeutici desiderati. I rimedi omeopatici che possono aiutare a dimagrire sono pertanto diversi e tra i principali si citano Antimonium crudum, Belladonna, Calcarea carbonica, Carbo vegetabilis, Graphites, Ignatia amara, Kalium chloratum, Lycopodium, Phytolacca decandra, Sulphur, ecc. Ad esempio se lei è vicina alla costituzione carbonica (corrispondente ad un soggetto corpulento, con tendenza a prendere peso, metabolismo rallentato, ritenzione idrica, lento, pigro, flemmatico, che ama mangiare e che tende a condurre una vita di routine), allora i due importanti rimedi omeopatici più frequentemente utilizzati sono Calcarea carbonica e Graphites, anche in uso congiunto. Ovviamente l’omeopatia da sola potrebbe non bastare (il rimedio miracoloso non esiste), per cui occorrerà avviare anche un percorso di rieducazione alimentare e di miglioramento del proprio stile di vita. Ad esempio potrebbe essere molto utile masticare lentamente e consumare alimenti nutrienti ma poco energetici e ad alto indice di sazietà, come cibi con molta acqua e fibre, quali frutta e verdura, legumi, cereali integrali, ecc., che garantiscono anche la regolarità delle funzioni intestinali indispensabile per il dimagrimento, rinunciare o ridurre drasticamente le bevande zuccherate, gli alcolici, i dolciumi, ecc. Sarebbe altresì opportuno evitare la sedentarietà e tenere un’attività fisica regolare e continuativa nel corso della giornata, introducendo anche tanti piccoli cambiamenti che possono sembrare insignificanti ma che alla lunga producono i loro effetti benefici, come ad es. camminare, passeggiare, andare a piedi evitando il più possibile l’automobile, fare le scale invece di prendere l’ascensore, ecc. ecc. Sarebbe comunque opportuno rivolgersi ad un medico omeopata, per la garanzia di vedersi prescritta una terapia legata strettamente al proprio caso ed alla propria persona. Cordiali saluti.
gregorio dice
buongiorno…..dopo un rimedio antipsorico si puo tgornare ad un rimedio antitubercolinico?….nel senso che se ho gia levato il terreno tubercolinico ed ora siamo passati alla psora(lycopodium)..pensavo che si concludesse con psorinum e non si tornasse a tubercolinum Koch(sempre dati dal medico omeopata)…
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gregorio, in omeopatia non esistono dei protocolli terapeutici standardizzati che seguono delle regole di carattere generale, ma tutto deve essere adattato al singolo organismo ed al singolo caso. Esistono è vero dei criteri orientativi, che però non sono vincolanti, nel senso che, ripeto, vanno sempre confrontati con la situazione in esame. Di conseguenza il medico omeopata sviluppa la propria strategia terapeutica tenendo conto della capacità di reazione dell’organismo e dei conseguenti esiti che la terapia produce. Se si considera che in un possibile percorso patologico il tubercolinismo segue la psora, posso solo presumere che se il medico omeopata è ritornato al rimedio antitubercolinico è perché si è reso conto che la terapia aveva ancora bisogno di essere approfondita allo scopo di risolvere completamente la problematica. Per maggiori informazioni al riguardo, la invito a consultare l’articolo “Diatesi in omeopatia” nella sezione del sito “Approfondimenti”. Comunque a conferma potrebbe chiedere al suo medico omeopata. Cordiali saluti.
Daniela dice
GentIle dott.sa Dalla Volpe, sono una donna di 46 anni, non soffro di mal di schiena, da ieri però dopo una seduta di scretching mi sono ritrovata stamane con schiena rigida e un vago senso di dolenzia lombo sacrale, non dolorante ma bloccata rigidissima nei movimenti, specie nell’alzarmi da una sedia per iniziare a camminare. Percepisco un dolore acuto nella regione lombo sacrale quando invece tento di alzarmi dal letto da distesa se non ricordo di flettere le gambe. Chiedo cosa posso assumere se arnica brionia o altro. Chiedo inoltre se impacchi caldo umidi ripetuti possono essere applicati a questo tipo di accidenti(asciugamano applicato caldo caldo ripetutamente più volte di seguito togliendo applicazione ogni volta che si raffredda e riscaldandolo nuovamente in microonde o immergendolo nell’acqua calda, secondo un metodo giapponese usato nelle pratiche ki taiso.) grazie e buona sera. Daniela
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Daniela, tenga presente che il rimedio omeopatico per eccellenza di tutti i traumi è Arnica montana. Relativamente agli impacchi, o ad altri preparati fitoterapici, dia un’occhiata a quelli dell’antica tradizione nostrana riportati nell’articolo “Sollievo per lombalgie e coliche” della sezione del sito “Rimedi della nonna”. Cordiali
ilaria dice
buongiorno,
ho un problema che mi assila da diverso tempo a cui gli specialisti rispondono solo con intervento chirurgico.
mi è stata diagnosticata una ipertrofia dei turbinati. I miei turbinati non sono sempre “gonfi” ma si gonfiano e sgonfiano a seconda dei movimenti che faccio, della posizione (eretta seduta ecc) del tempo (caldo freddo nuvoloso sole ecc). in linea di massima traggio giovamento all’aria aperta e fresca.
Ho da sempre la tendenza alle infiammazioni dell’apparato resporatorio (superiore e inferiore9 con mal di gola, tosse catarro raffreddore.
non sono allergica (prik test e ige negativi)
e soffro da 2 anni di asma bronchiale non allergico.
Può aiutarmi in qualche modo?
la ringrazio di cuore
Ilaria
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ilaria, i rimedi omeopatici che potrebbero aiutare nel trattamento dell’ipertrofia dei turbinati vanno ricercati tra quelli che hanno un’attività terapeutica elettiva nei confronti delle prime vie respiratorie ed in particolare quelli indicati per la rinite e la rinite allergica, considerato che tra le maggiori cause del disturbo vi sono l’iperattività nasale caratterizzata da rinorrea e ostruzione nasale. L’articolo “Raffreddore e Rinite allergica” della presente sezione del sito, che la invito a consultare, riporta i principali rimedi omeopatici a ciò deputati, tra cui, com’è noto, nel rispetto della legge di similitudine, occorrerà individuare il rimedio (o i rimedi) che contempla una sintomatologia la più possibile somigliante alla sua. Ad esempio nel caso specifico potrebbero essere potenzialmente validi rimedi come Aconitum napellus, Allium cepa, Apis, Eucalyptus, Eupatorium perfoliatum, Kali bichromicum, Pulsatilla, Sambucus nigra, Sulphur. Anche i rimedi omeopatici riportati negli articoli “Asma” e “Tosse” potrebbero essere validi, l’importante, ripeto, è ritrovare la sintomatologia somigliante. Potrebbe essere utile abbinare alla cura omeopatica qualche rimedio gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivato, si tratta di macerati gligerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che, oltre ad avere una propria attività terapeutica, espleta anche un’importante azione di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori, liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo all’azione della cura omeopatica o di qualsiasi altra terapia. Nel caso specifico si potrebbe ricorrere a gemmoterapici come: Carpinus betulus (Carpino) M.G. D1 che ha una specifica attività sulle mucose respiratorie, ha un’azione antinfiammatoria, anticatarrale, sedativa della tosse, cicatrizzante delle mucose affette da processi flogistici e riduce gli spasmi delle prime vie respiratorie; Viburnum lantana (Viburno) M.G. D1 che esercita un’azione specifica di modulazione e regolazione neurovegetativa polmonare per sedare il tono bronchiale e inibirne lo spasmo, per cui aiuta a ristabilire la funzionalità respiratoria e trova indicazione nelle forme asmatiche ad eziologia diversa, nelle bronchiti asmatiche e in tutte le sindromi dispnoiche e asmatiche. Sarebbe però meglio ed anche consigliabile che una terapia ad hoc la prescrivesse un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.