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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Affezioni-Rimedi

Affezioni-Rimedi  - image RIMEDI-OMEOPATICI_11 on https://rimediomeopatici.comLa presente sezione è configurata come un ricettario omeopatico: sono riportate in ordine alfabetico le AFFEZIONI più ricorrenti a ciascuna delle quali corrisponde una scheda contenente i principali RIMEDI OMEOPATICI in grado di curarla, con le relative diluizioni e dosi indicative, nonché una sintesi delle caratteristiche più significative al fine di indirizzare meglio la scelta.

Sono altresì riportate, laddove condotte, alcune esperienze di casi reali risolti positivamente.

La forma di prodotti omeopatici utilizzata nel ricettario è quella in “granuli”, che è la più pratica e la più comune.

I singoli rimedi possono essere consultati utilizzando i link associati, che rimandano alle relative schede contenute nella sezione del sito “Rimedi omeopatici”, o accedendo direttamente a queste.

In omeopatia ha senso utilizzare un ricettario solo per fronteggiare gli eventi acuti per i quali si ravvisa la necessità di effettuare un primo intervento curativo. Trattasi in genere di affezioni che possono presentarsi improvvisamente, accompagnate da fastidio, disagio, dolore, ansia e fenomeni secondari importanti quanto il principale. In questi casi si può ricorrere all’uso di rimedi selezionati solo in base al quadro sintomatologico, che pertanto hanno basse diluizioni e quindi un’azione più superficiale, per cui anche se non si ottenesse il risultato desiderato o si sbagliasse la scelta non avrebbero alcun effetto negativo a livello organico.

Appena possibile occorre rivolgersi al medico omeopata che valuterà se quanto è stato fatto può ritenersi sufficiente oppure esiste qualcosa di più profondo su cui indagare onde “personalizzare” al meglio la cura.

Infatti più volte abbiamo avuto modo di dire le cure omeopatiche, agendo secondo la Legge di Similitudine, vanno praticate con rimedi omeopatici che devono somigliare il più possibile al paziente, non solo nei sintomi fisici ma anche nelle altre caratteristiche individuali. Il principio fondamentale è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia, per cui l’approccio terapeutico è di tipo globale nel senso che viene esaminato il paziente nella sua totalità psico-fisica, considerando perciò, non solo il quadro sintomatologico, ma anche l’ambiente in cui vive, le sue pulsioni, i comportamenti, gli stili di vita, i desideri, le emozioni, ecc. ecc. Occorre tenere conto di tutti gli aspetti peculiari che rendono il soggetto unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa malattia. Non si prescinde mai dal considerare che se un organo non è funzionale, esso comunque vive in una persona, in un organismo dove fisico e mente sono fortemente legati ed è in questa struttura che va ricercata la non funzionalità.

La visita che pertanto il medico omeopata conduce diventa una sorta di investigazione tesa ad individuare ed esaminare tutti gli elementi che possono condurre ad una diagnosi corretta (processo di individualizzazione). Si parte dall’esame del quadro sintomatologico, dove diventano importanti le fasi di valorizzazione e di gerarchizzazione dei sintomi, per poi procedere alla scoperta delle altre caratteristiche individuali di cui si è detto in precedenza, mediante domande, osservazione, ascolto, storia clinica, accurata visita del paziente e quant’altro. Si va quindi verso la ricerca di qualcosa di più profondo, di quello che cioè costituisce il terreno dell’individuo, che in senso lato può essere assimilato all’eredità acquisita con la nascita, accresciuta da tutto ciò che il soggetto accumula con il suo vissuto. La malattia deve poter essere integrata nella storia complessiva dell’individuo (trascorso ereditario + vissuto) e nelle sue caratteristiche biologiche.

Si individueranno quindi in modo particolare la costituzione, che correla le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e psicologiche dell’individuo alle sue potenzialità patologiche, il temperamento, che è strettamente legato alla costituzione e rappresenta l’insieme delle caratteristiche congenite dell’individuo sotto lo stretto controllo della psiche, il carattere, che è il modo di reagire e di formarsi dell’individuo in risposta agli stimoli esterni e la diatesi (o miasma), anch’essa legata alla costituzione, che è la modalità propria di sviluppo e di evoluzione della malattia verso la quale esiste una predisposizione acquisita o congenita.

Tra i diversi rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare quella malattia, sarà, quindi, possibile individuare il rimedio e quindi la cura omeopatica più adatta alla persona che ne è affetta. La scelta, cioè, deve essere fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi del paziente e delle altre caratteristiche individuali (di cui al processo di individualizzazione), con le caratteristiche del rimedio omeopatico. Il rimedio che si sceglie dovrà possedere una complessità di sintomi, fisici e psicologici, simili a quelli che presenta il paziente, in modo che possa diventare curativo sulla base della Legge di Similitudine (“similia similibus curantur”).

L’essenza e la straordinaria originalità dell’omeopatia è che “ogni rimedio è una persona”, capace cioè di impersonificare il malato in tutte le sue manifestazioni.

Tanto più il rimedio corrisponde al paziente, cioè tanto più è simile a lui, tanto maggiore sarà il suo effetto terapeutico. Il rimedio omeopatico perfettamente simile al paziente è chiamato simillimum, che è quello teorizzato e preferito da Hahnemann. Tale rimedio è molto personalizzato, è <<l’abito su misura>> e per questo può essere prescritto alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola di Medicina Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, utilizza proprio il simillimum.

In omeopatia, quindi, non esiste un farmaco generale per una determinata malattia, ma farmaci diversi per organismi diversi che ne sono affetti.

La regola, che in generale si segue nelle cure omeopatiche, è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si assumono rimedi omeopatici a bassa diluizione (in genere fino a D8 e 5CH), la cui azione è più superficiale (sono i cosiddetti sintomatici), mentre per le malattie allo stato cronico si adoperano rimedi ad alta diluizione (in genere oltre D24 e 12CH), la cui azione è più profonda (sono i cosiddetti costituzionali o di fondo). Più grande è la sovrapponibilità di cui si è detto in precedenza, più il rimedio omeopatico si avvicina al simillimum e quindi più può essere prescritto alle alte diluizioni ed agire più in profondità.

E’ bene ricordare che la guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto alla loro apparizione. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con una eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota nel tempo. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico.

E’ possibile che all’inizio della cura alcuni sintomi peggiorino: si verifica cioè quello che viene chiamato l’aggravamento omeopatico. Tale aggravamento, che in genere non deve preoccupare perché del tutto naturale, è tanto più sensibile quanto più il rimedio somministrato è simile al paziente, cioè quanto più esso si avvicina al simillimum e quanto più è lungo il periodo di cura.

Può accadere, inoltre, che nel corso della cura il rimedio omeopatico prescelto debba essere sostituito, o per la comparsa di nuovi sintomi o per migliorarne e completarne l’azione (in tal caso si ricorre al complementare), oppure che debbano essere modificate la dose e/o la diluizione dello stesso. Questo si verifica soprattutto con la Scuola di Medicina Omeopatica Pluralista, che prescrive più rimedi alternati tra loro.

Per ulteriori informazioni consultare gli articoli riguardanti l’omeopatia nella sezione del sito “Approfondimenti”.

I rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. Quelli per via orale vengono trattenuti sotto la lingua, per un minuto se sono liquidi, fino a completo scioglimento se sono granuli o globuli. Se il rimedio è stato preparato in soluzione acquosa (ad es. granuli sciolti in acqua), prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte energicamente il contenitore prima dell’assunzione. Tali manovre servono per modificare la potenza del rimedio onde scongiurare o attenuare il fenomeno dell’aggravamento omeopatico prima citato. Durante la cura è bene evitare l’uso di cibi o bevande dai sapori forti, come caffè, menta, alcool, spezie piccanti, ecc.

Ribadiamo infine che per intraprendere qualsiasi terapia è assolutamente indispensabile rivolgersi al medico. Pertanto le informazioni contenute nel presente sito sono solo di carattere divulgativo e non intendono sostituirsi alle diagnosi ed alle prescrizioni del medico.

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Commenti

  1. fabio dice

    07/10/2014 alle 11:05

    Grazie dottoressa,
    a che diluizione prendere il rimedio?
    il fatto e anche che tutti i giorni io faccio la doccia non vorrei sia anche questo che intacca lo strato lipidico della pelle.
    distinti saluti

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      08/10/2014 alle 19:28

      Egregio Fabio, è certamente possibile che i lavaggi ripetuti, specie se fatti con detergenti non delicati e con sfregamento delle parti, possa aggravare il problema. Per quanto riguarda la diluizione del rimedio omeopatico, questa è strettamente legata al caso personale (come ogni entità terapeutica in omeopatia). Quando occorre intervenire a livello sintomatico generalmente si utilizzano le basse diluizioni, ad es. quelle non superiori a 7CH, che solitamente vengono utilizzate in ragione di 3 granuli 3-4 volte al dì, salvo diversa prescrizione medica. Si ricordi degli altri spunti contenuti nella risposta precedente e di affidarsi alla competenza di un medico omeopata. Cordiali saluti.

  2. fabio dice

    06/10/2014 alle 12:09

    Salve dottoressa,
    sono in un periodo che soffro di vari disturbi.
    io non ho mai sofferto di allergie o prurito pero e da un po che nelle zone di inquine ( zona dei bordi dello slip) dietro le ginocchia, zona ascella, interno cosciae nella zona del gomito nel punto dovecsi effettuano i prelievi del sangue sto soffrendo di prurito che mi porta a grattarmi fino al sanguinamento.
    altra cosa sto soffrendo di continui pensieri e continuo rimuginamento, con difficolta a rilassarmi e a concentrarmi, stanchezza mentale (non riesco ad avere la mente libera) e fisica.
    sto assumento lycopodium 30 ch.quali rimedi mi consiglia?
    Grazie mille
    cordiali saluti

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      07/10/2014 alle 10:48

      Egregio Fabio, il più importante rimedio omeopatico delle affezioni cutanee è Graphites, che potrebbe risultare appropriato proprio perché le problematiche della pelle di tale rimedio (tra cui certamente il prurito) privilegiano particolarmente zone come le pieghe, le pliche, le commessure (flessione di gomiti e ginocchia, inguine, ascelle, interno cosce, ano, dietro le orecchie, narici, bocca, ecc.). Inoltre Graphites potrebbe essere utile anche per aiutarla a superare il disagio emotivo che sta vivendo. A titolo informativo, tra gli altri principali rimedi omeopatici potenzialmente indicati per il prurito o per problemi cutanei nelle zone in argomento si citano Ammonium carbonicum, Antimonium crudum, Phytolacca decandra. Per lenire e calmare il prurito sono molto validi come coadiuvanti diversi preparati fitoterapici per uso esterno, come, ad esempio, i bagni locali con un infuso che si ottiene miscelando Malva, Noce e Sambuco, nella proporzione di una parte di miscela e due parti di acqua bollente, lasciando ovviamente raffreddare il tutto. Lavaggi locali possono realizzarsi anche diluendo la tintura madre di Calendula o l’olio essenziale di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), che hanno importanti proprietà antipruriginose, lenitive, calmanti, antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, ecc. Entrambi i preparati vanno diluiti in acqua sterilizzata, previa bollitura e le quantità che generalmente si utilizzano sono, per mezzo litro d’acqua, 40-50 gocce per la tintura madre di Calendula e 5-10 gocce di olio essenziale di Melaleuca. Possono andare bene anche gli impacchi con gli infusi di Bardana o di Tarassaco o di Echinacea o di Centella asiatica o di Consolida e di Menta piperita, oppure le spugnature con la farina di Avena. Sono altresì validi, sempre per uso esterno, l’olio di Mandorle dolci o di Borragine od anche una crema idratante a base di Avena o di Calendula per un’azione lenitiva, calmante, antipruriginosa, disarrossante. Sarebbe opportuno associare anche altri tipi di intervento, quali ad esempio un’alimentazione appropriata (fibre, vitamine, sali minerali), riducendo, in particolare, il consumo di dolci e di zuccheri semplici, una corretta igiene personale, l’uso di detergenti delicati a pH fisiologico (4 o 5), l’uso di indumenti idonei a contatto con la pelle (di cotone e traspiranti), l’eliminazione di camicie, magliette, jeans o pantaloni troppo stretti, evitare di grattare le zone interessate per non aggravare ulteriormente il problema, ecc. Sarebbe però meglio affidarsi alla competenza di un medico omeopata. Cordiali saluti.

  3. roberto dice

    25/09/2014 alle 11:49

    Buon giorno D.ssa Della Volpe,
    D.ssa, convivo ormai da molti anni, con valori di colesterolo elevati, in media tra 260/270 per il totale; 150 LDL; e valori sempre superiori a 100 per LHL. Questo malgrado 4 volte la settimana mangi pesce, scarto sempre dalle carni tutto il grasso visibile, pratico sport da decenni e mi alleno tre volte la settimana, parte del lavoro svolto in palestra riguarda la preziosa attività aerobica. Tutto quello da me messo in atto: alimentazione ed attività fisica, come si evince dai valori, è ininfluente. Prima di passare alle statine, le chiedo Dottoressa, la medicina omeopatica, affronta questo genere di problema se si con quali rimedi? Un grazie di cuore, per il prezioso aiuto che costantemente da a chi le si rivolge. RA

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      25/09/2014 alle 16:11

      Egregio Roberto, la sua situazione è sicuramente da migliorare e da tenere sotto controllo, ma non sembrerebbe per niente catastrofica, potendo rientrare in una ipercolesterolemia moderata. A favore c’è un buon rapporto tra le HDL (lipoproteine ad alta densità, il cosiddetto “colesterolo buono”) e le LDL (lipoproteine a bassa densità, il cosiddetto “colesterolo cattivo”), rispetto al valore del colesterolo totale (HDL + LDL). In genere il valore delle HDL non dovrebbe essere inferiore al 30% del valore del colesterolo totale (nel suo caso è superiore al 40%), oppure l’indice di rischio cardiovascolare, cioè il rapporto tra il colesterolo totale e le HDL, non deve essere superiore a 5 (nel suo caso è inferiore a 2,5). Com’è noto, l’80-90% del colesterolo totale è prodotto per biosintesi dal nostro organismo (fegato in primis, ma anche da surrene e ghiandole sessuali) e ciò spiega perché nonostante la vita “salutare” che lei conduce i livelli di colesterolo nel sangue non si abbassano, ma senza di essa sarebbero certamente più alti. Per quanto riguarda l’omeopatia un rimedio omeopatico, o per meglio dire un organoterapico, che potrebbe essere indicato è Cholesterinum alla diluizione 7CH che è regolatrice. Ad esso potrebbe essere associato Lycopodium, sempre a bassa diluizione come una 7CH, che è invece un rimedio omeopatico classico, utile per abbassare il tasso di colesterolo totale e per sostenere la funzionalità epatica. Per quanto riguarda la fitoterapia, questa riesce a proporre diversi preparati che in genere forniscono degli ottimi risultati. Ad esempio potrebbero essere molto validi alcuni rimedi gemmoterapici della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati gligerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che, oltre ad avere delle proprie attività terapeutiche, espletano anche un’importante azione di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori (tra cui il fegato), liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo all’azione della cura omeopatica o di qualsiasi altra terapia. I gemmoterapici che, tra le altre proprietà, possiedono quella specifica di ridurre l’ipercolesterolemia sono Olea europaea (Olivo), Prunus amygalus (Mandorlo), Fraxinus excelsior (Frassino), Fagus sylvatica (Faggio), Acer campestre (Acero campestre), Juniperus communis (Ginepro), tutti M.G. D1. Anche la fitoterapia classica è in grado di offrire i suoi preparati, come ad es. gli estratti o le tinture di Tarassaco, Carciofo, Aglio, Policosanoli, ecc. Però se lei volesse trattare la sua colesterolemia con la medicina omeopatica e con i rimedi naturali, le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescriverle una terapia ritagliata sul suo caso personale. Cordiali saluti.

  4. Anna dice

    15/09/2014 alle 15:46

    Gent.ma Dr.ssa vorrei sapere se tra i rimedi omeopatici o naturali in genere c’è qualcosa che possa aiutarmi nell’infiammazione della ghiandola del bartolini, la cosiddetta Bartolinite.Cordiali saluti. Anna

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      15/09/2014 alle 17:57

      Gentile Anna, com’è noto può succedere che una o entrambe le ghiandole di Bartolino (o anche di Bartolini) possano infiammarsi o infettarsi a causa dell’ostruzione del dotto, dovuto a diversi motivi o semplicemente ad un aumento della densità delle secrezioni prodotte, che, impedendo alle secrezioni stesse di uscire all’esterno, provoca l’ingrossamento della ghiandola per la formazione in sede di una cisti. Con il progressivo aumento di volume della cisti e dell’infiammazione si ha l’aggravarsi del dolore ed il rischio che l’accumulo delle secrezioni mucose possa infettarsi, diventando purulento e dando quindi luogo alla formazione di un ascesso, cioè all’infezione della ghiandola (la cosiddetta bartolinite). Relativamente all’omeopatia un importante rimedio che potrebbe essere di valido aiuto è Silicea, che è particolarmente adatto in caso di cisti, ascessi, fistole e suppurazioni croniche. Ma potrebbero essere validi, eventualmente in associazione, anche diversi preparati fitoterapici, come ad esempio quelli dell’antica tradizione riportati nella sezione del sito “Rimedi della nonna” all’articolo “Spegniamo le infiammazioni” o, in caso di infezione, all’articolo “Per maturare foruncoli e ascessi”. Anche le applicazioni locali di una pomata alla Calendula potrebbero essere utili per un’azione antinfiammatoria, antisettica, cicatrizzante, lenitiva, calmante, ecc. Altrettanto utili potrebbero essere dei lavaggi locali diluendo la tintura madre della stessa Calendula o l’olio essenziale di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), che possono essere adoperati anche per l’igiene intima in generale. Entrambi i preparati vanno diluiti in acqua sterilizzata, previa bollitura, e le quantità che generalmente si utilizzano sono, per mezzo litro d’acqua, 40-50 gocce per la tintura madre di Calendula e 5-10 gocce per l’olio essenziale di Melaleuca. Sarebbe ancora importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, che possa essere di supporto e che possa rafforzare le difese del sistema immunitario, come, ad esempio, limitare l’assunzione degli zuccheri semplici, moderare l’introito delle proteine, privilegiare i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici e probiotici, ecc. Esistono anche diversi preparati erboristici in grado di rafforzare le difese immunitarie, quali ad es. quelli a base di Echinacea, gel di Aloe vera, Uncaria tormentosa, Astragalo, Ribes nigrum, Propoli, ecc. Il consiglio però è di non fare da sé, ma di affidarsi a un medico, che potrebbe essere un medico omeopata se decidesse di seguire la strada dell’omeopatia e dei rimedi naturali. Cordiali saluti.

  5. Fabio dice

    10/09/2014 alle 21:10

    Gent.ma Dr.ssa, la ringrazio per la dettagliatissima risposta e ne approfitto per un altro dubbio. Spesso ho fatto uso di rimedi omeopatici e ne ho ancora molti conservati in quanto mi risulta che teoricamente non abbiano una scadenza. Il fatto di tenerli tutti assieme potrebbe però influire sulla loro futura efficacia? Le pongo questa domanda in quanto so che a tali rimedi è stata attribuita una probabile informazione elettromagnetica e mi chiedevo, così come accade a volte nella lora conteporanea assimilazione, se tale informazione potesse entrare in conflitto con un’altra nelle immediate vicinanze. Cordialmente. Fabio

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      11/09/2014 alle 12:27

      Egregio Fabio, stia tranquillo i rimedi omeopatici possono essere conservati tutti insieme senza alcun problema, poiché non sono in grado di influenzarsi a vicenda, però è importante che stiano lontano dal calore e dalla luce ed inoltre, come già argomentato in una risposta precedente, anche lontano da fonti elettromagnetiche esterne di una certa intensità e per un tempo prolungato. Pertanto se correttamente conservati i rimedi omeopatici non hanno scadenza e quella riportata sulla confezione è obbligatoria per legge. Cordiali saluti.

  6. Fabio dice

    09/09/2014 alle 21:14

    Gentile Dottoressa, da più parti ho letto che la Pulsatilla 5ch potrebbe essere un utile rimedio sintomatico per chi è intollerante ai grassi e ai latticini. Potrebbe suggerirmi lei un rimedio, sempre sintomatico, per chi ha anche problemi (in particolar modo cutanei) con gli zuccheri semplici e carboidrati? La mia costituzione è phosphorica ma non credo che le sia utile in quanto le chiedo informazioni su un rimedio sintomatico da utilizzare nelle situazioni acute. La ringrazio. Fabio

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      10/09/2014 alle 16:04

      Egregio Fabio, come lei sa in omeopatia per la scelta di un rimedio sintomatico la causa della malattia (o del disturbo) assume un valore relativo, quello che invece diventa importante considerare è il tipo di manifestazione sintomatica. L’individuazione della causa della malattia assume importanza solo per stabilire la giusta strategia terapeutica e per conoscere il risultati ottenibili con la cura omeopatica, oltre a trovare le possibili condizioni per allontanarla completamente o per limitarla nei suoi effetti dannosi. Pulsatilla è un importante rimedio omeopatico che viene utilizzato per le affezioni cutanee che si manifestano soprattutto sotto forma di eritema, cioè di un’irritazione cutanea consistente in un arrossamento della pelle dovuto ad un aumentato apporto di sangue nei vasi del derma. Tra gli altri principali rimedi omeopatici indicati per le affezioni cutanee troviamo: Belladonna se l’arrossamento è accompagnato da calore, dolore e prurito ed esiste un’ipersensibilità a tutti gli stimoli esterni; Apis se il rossore è meno intenso, la pelle è meno liscia che in Belladonna e si avverte miglioramento con le applicazioni fredde, Hamamelis se l’eritema ha colore rosso scuro; Rhus toxicodendron in caso di orticaria o se la pelle è dolente ed infiammata con piccole vescichette pruriginose a capocchia di spillo contenenti un liquido chiaro e si avverte miglioramento con applicazioni di acqua calda; Cantharis se le vescicole sono più grandi; Petroleum se le vescicole compaiono su pelle secca e rugosa, sono associate o seguite da croste e fissurazioni; Graphites se vi è una secrezione giallastra, viscosa e densa; Arsenicum album se vi è una desquamazione simile a forfora; Natrum sulphuricum se le squame trasparenti lasciano intravedere il derma sottostante rosso acceso come ad es. nella psoriasi; e tanti altri ancora. Potrebbe essere utile associare al rimedio omeopatico qualche gemmoterapico (o gemmoderivato, si tratta di macerati glicerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che, oltre ad avere delle proprie attività terapeutiche, è in grado di espletare un’attività di “drenaggio” che stimola gli organi emuntori, libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica o qualsiasi altra terapia. Nel caso specifico si potrebbe ricorrere a gemmoterapici come Ulmus campestris (Olmo) M.G. D1 in caso di eczema umido, o Cedrus libani (Cedro) M.G. D1 in caso di eczema secco. Per alleggerire ulteriormente la situazione si potrebbe fare ricorso anche alla fitoterapia classica, che propone diversi preparati a base di piante officinali dalle proprietà preziosissime. Ad esempio potrebbero essere validi i bagni locali o gli impacchi con un infuso di Bardana o di Tarassaco o di Echinacea o di Centella asiatica o di Consolida o di una miscela di Malva, Noce e Sambuco, oppure le spugnature con la farina di Avena o una crema a base della stessa Avena o di Calendula o di Aloe vera, oppure l’olio di Iperico o di Mandorle dolci o di Borragine ed altro ancora. Tutto questo “lavoro” però sarebbe meglio che lo svolgesse un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.

  7. Jessica dice

    27/08/2014 alle 19:28

    Buona sera dottoressa,
    le scrivo per chiederle un consiglio su mia sorella: da circa un anno soffre di borse sotto gli occhi molti evidenti e dolore ai reni (all’ecografia è risultata renella). Il gonfiore agli occhi è apparso in concomitanza al dolore renale, ma c’è da dire che pochi giorni mia sorella si era sottoposta a delle inoculazioni di acido ialuronico per attenuare le occhiaie e il giorno prima della comparsa del gonfiore e dei dolori renali ha subito un intervento di devitalizzazione dentale durato ben 3 ore. Il gonfiore è ad entrambi gli occhi, ma l’occhio omolaterale al dente devitalizzato è leggermente peggio.
    Mia sorella ha 37 anni, alta e magra, forte e allegra ma si fa prendere facilmente dall’ansia e da stati emotivi bruschi.
    Confido in una sua risposta
    grazie

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      29/08/2014 alle 17:50

      Gentile Jessica, relativamente all’omeopatia, i principali rimedi più frequentemente utilizzati per il gonfiore agli occhi e le occhiaie insieme sono Arsenicum album, Calcarea carbonica, Cyclamen, Kali carbonicum, Lachesis, Lycopodium, Natrum carbonicum, Nux vomica, Rhus toxicodendron, Sepia, Virbunum opulus. Per le borse sotto agli occhi troviamo invece Apis (indicato anche per il gonfiore agli occhi) e Laburnum. Relativamente alla fitoterapia possono aiutare diversi preparati, quali, ad esempio quelli dell’antica tradizione di cui all’articolo “Vediamoci chiaro” della sezione del sito “Rimedi della nonna” ed anche, più specificamente per le borse sotto agli occhi e le occhiaie, le applicazioni di gel di Aloe vera o di fette di patata cruda o di cetriolo oppure gli impacchi con succo di pomodoro o con l’acqua di rose o con l’infuso di tè verde o di camomilla. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, con molta frutta e verdura, che sono ricche di vitamine e di antiossidanti. Per quanto riguarda la formazione di renella, i rimedi omeopatici che vengono spesso utilizzati sono Berberis vulgaris, Coccus cacti, Equisetum, Eupatorium, Galium, Graphites, Lycopodium, Phosphoricum acidum, Ruta graveolens, Sanguinaria, Sarsaparilla, Sepia, Solidago, Urtica urens, Vesicaria, Zincum metallicum. I preparati fitoterapici ad azione diuretica, specificamente indicati per la prevenzione e l’espulsione della renella, potrebbero essere quelli a base di piante come Betulla, Cicoria, Crescione, Finocchio, Gramigna, Ononide, Ortosiphon, Tarassaco, Verga d’oro, ecc., di cui si possono utilizzare le tisane e nei casi acuti le tinture madri o gli estratti standardizzati. In presenza di renella di ossalato di calcio andrebbero ridotti gli alimenti ricchi di sodio e di ossalati, invece con renella di acido urico andrebbero limitati i cibi ricchi di purine. Il consiglio generale è di bere molta acqua, soprattutto nel periodo estivo e per chi pratica attività fisica. Alcuni dei rimedi omeopatici sopra indicati sono anche adatti a trattare l’ansia e l’emotività, tra essi si citano Apis, Arsenicum album, Calcarea carbonica, Graphites, Lachesis, Lycopodium, Nux vomica, Phosphoricum acidum, Sepia, Zincum metallicum. In linea generale potrebbe essere altresì utile associare qualche rimedio gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che, oltre ad avere proprie attività terapeutiche, sono in grado di effettuare un’azione di “drenaggio” che stimola gli organi emuntori, libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo a qualsiasi terapia. Nel caso specifico si potrebbe ricorrere a gemmoterapici come: Ribes nigrum (Ribes nero) M.G. D1, che è un ottimo cortisone-like, con attività antinfiammatorie e antistaminiche ed è un ottimo regolatore del sistema immunitario; Quercus peduncolata (Quercia) M.G. D1, che è un drenante generale, con proprietà toniche e di rafforzamento delle difese immunitarie; Betula verrucosa (Betulla bianca, linfa) M.G. D1, che è dotato di proprietà diuretiche, antiuricemiche e anticalcolotiche; Fagus sylvatica (Faggio) M.G. D1, che ha importanti proprietà a sostegno della funzionalità renale; Opuntia ficus indica (Fico d’India) M.G. D1, che è un buon drenante biliare e renale, particolarmente indicato per l’espulsione meno dolorosa della renella e la sua azione è potenziata da Betula verrucosa e Fagus sylvatica. Ovviamente tutto quanto esposto richiede l’approvazione medica ed in particolare di un medico omeopata se si vuole seguire la strada dell’omeopatia e dei rimedi naturali. Cordiali saluti.

  8. vincenzo dice

    27/08/2014 alle 10:34

    Buongiorno Dott.essa,
    L’omeopatia funziona per l’eiaculazione precoce?
    Saluti

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      27/08/2014 alle 18:42

      Egregio Vincenzo, l’omeopatia potrebbe aiutare a combattere l’eiaculazione precoce, a condizione che si individui il rimedio giusto, quello cioè più somigliante. Ad esempio tra i principali rimedi omeopatici troviamo: Lycopodium se il disturbo è dovuto alla competitività di fronte a ogni situazione e nello stesso tempo alla scarsa fiducia in sè stessi di riuscire a fare bene le cose; Argentum nitricum se il disturbo è legato essenzialmente alla fretta nel fare tutto; Phosphorus se lo stesso è accompagnato da eccitazione eccessiva seguita poi da senso di prostrazione; Kali phosphoricum se si alternano euforia e stanchezza; Sulphur se il disturbo traduce uno sforzo di eliminazione, ci si sente poco reattivi e astenici e spesso si alternano disturbi vari. Cordiali saluti.

  9. VINCENZO dice

    25/08/2014 alle 18:01

    gentilissima dottoressa,
    vorrei saper se vi sono dei rimedi per affrontare la paura del buio, associata a sensazioni paranormali.
    cordiali saluti.

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      26/08/2014 alle 19:59

      Egregio Vincenzo, i rimedi omeopatici più tipicamente indicati per trattare la paura del buio (acluofobia o nictofobia) sono Camphora e Stramonium. Sinteticamente, in Camphora si accompagnano la visione di fantasmi e figure immaginarie e la sensazione di morte imminente, in Stramonium si accompagnano le allucinazioni visive spaventose e la paura della solitudine. Poiché in genere la paura del buio è conseguenza dei possibili pericoli che il buio stesso può nascondere, potrebbero essere adatti anche rimedi come Actaea racemosa e Argentum nitricum. Si affidi però alla competenza di un medico omeopata, per un esame approfondito della situazione. Cordiali saluti.

  10. roberto dice

    21/08/2014 alle 18:20

    Buona sera D.ssa Della Volpe.
    D.ssa, a febbraio 2013 mia moglie – ex forte fumatrice – ha avuto un episodio di polmonite, al quale ne è seguito un altro a distanza di un paio di mesi, accompagnato da pleurite al lato sinistro. Ad aprile di quest’anno è stata di nuovo colpita da polmonite, ci è stato spiegato che il danno provocato dal fumo agli alveoli, è tale da non consentire una normale espulsione del catarro. Innescando il processo infiammatorio che ha come esito la polmonite, accompagnata da crisi respiratorie, avendo una diagnosi di broncopneumopatia cronica ostruttiva, è in oltre diabetica di tipo 2, ed ipertesa. I farmaci che assume sono: metformina, diabete; tareg 160: ipertensione; cardioaspirina; aliflus: bco. Dati gli scarsissimi risultati offerti dalla cosiddetta Medicina Ufficiale, il numero e la quantità di farmici che è costretta ad assumere, ho visitando il suo sito, con l’intento di alleggerire il peso sia della terapia, che della patologia. Dalla descrizione che viene fatta per l’Antimonium tartaricum sembrerebbe il rimedio homeopatico adatto al problema di mia moglie. Le chiedo D.ssa. data la serietà della situazione, se può realmente andare; a quale concentrazione; quando assumerlo. Sarà benvenuto ogni suo suggerimento, la ringrazio per l’aiuto che vorrà darci. RA

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      22/08/2014 alle 13:09

      Egregio Roberto, tutti i rimedi omeopatici che hanno un’importante azione elettiva sull’apparato respiratorio sono potenzialmente in grado di trattare una polmonite, come, ad esempio, quelli riportati nell’articolo “Asma” della presente sezione del sito, considerato che tale affezione rappresenta il culmine della difficoltà respiratorie dovute all’infiammazione delle vie respiratorie, polmoni compresi. Tra essi, com’è noto, per produrre gli effetti terapeutici utili, occorrerà individuare il rimedio (o i rimedi) che rispecchia meglio la totalità dei sintomi del paziente. Antimonium tartaricum è certamente uno di questi, in grado cioè di ricoprire la gamma delle sindromi polmonari, a condizione però che sussistano i seguenti sintomi: 1) grandi rantoli bronchiali all’auscultazione ed a volte anche a distanza; 2) il paziente tossisce ma non riesce ad espettorare o espettora poco; 3) a volte tossendo vomita; 4) nei casi gravi il paziente è molto indebolito, asfittico a causa della congestione, con il volto tirato, più o meno assopito, tremolante; 5) aggravamento con il calore dell’ambiente, miglioramento con il freddo e stando seduti. Se sua moglie si ritrova sostanzialmente in queste caratteristiche essenziali (almeno tre, come sosteneva il famoso omeopata Constantin Hering, uno dei più brillanti allievi di Hahnemann), allora il rimedio può considerarsi ben scelto. Solo a titolo informativo, in linea del tutto generale, i rimedi omeopatici potenzialmente indicati per le malattie polmonari, in ordine di gravità crescente sono: Ipeca, Senega, Antimonium tartaricum, Arsenicum album, Carbo vegetabilis. Spesso vengono prescritti alle diluizioni 4, 5 e 7CH. Sarà da valutare per il singolo caso il ricorso a diluizioni superiori. Inoltre potrebbe essere utile far precedere alla cura omeopatica, oppure contemporaneamente ad essa, un’attività di “drenaggio” che stimoli gli organi emuntori, liberi l’organismo dalle tossine e renda lo stesso più recettivo all’azione della terapia. I drenanti che vengono generalmente utilizzati sono dei rimedi gemmoterapici (o gemmoderivati, si tratta di macerati gligerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che vengono scelti in base all’indicazione terapeutica. Nel caso specifico si potrebbe ricorrere, ad esempio, a gemmoterapici come: Carpinus betulus (Carpino) M.G. D1 che ha un’organospecificità sulle mucose respiratorie, ha un’azione antinfiammatoria, anticatarrale, cicatrizzante e sedativa della tosse, riduce gli spasmi delle vie respiratorie; Corylus avellana (Nocciolo) M.G. D1 che ha proprietà antisclerosanti capaci di restaurare l’elasticità del tessuto polmonare, per cui l’indicazione principale è la cura dell’enfisema e della sclerosi polmonare; Viburnum lantana (Viburno) M.G. D1 che esercita una specifica azione di modulazione e regolazione neurovegetativa polmonare, è indicato per sedare il tono bronchiale e inibirne lo spasmo, per cui aiuta a ristabilire la funzionalità respiratoria e trova indicazione nelle forme asmatiche ad eziologia diversa, nelle bronchiti asmatiche e in tutte le sindromi dispnoiche. Però con un quadro clinico così impegnativo e articolato, occorrerà accertare e valutare i risultati ottenibili con una cura omeopatica e studiare la strategia terapeutica più adatta al conseguimento del miglior effetto possibile. Le possibilità in omeopatia esistono, però è impensabile che si possa fare da soli, la posta in gioco è troppo alta, per cui le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata che possa esaminare a fondo la situazione personale di sua moglie in una visione olistica di pura concezione omeopatica, tenere conto delle altre patologie, vagliare e gerarchizzare tutti i sintomi, tenere conto dei farmaci che si assumono e della loro compatibilità e/o sostituibilità con rimedi omeopatici, e quindi prescrivere una terapia strettamente individuale (rimedi, diluizioni, posologie, durate, eventuali adattamenti in corso d’opera, ecc.), secondo i corretti canoni omeopatici e medici in generale. Cordiali saluti.

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