La presente sezione è configurata come un ricettario omeopatico: sono riportate in ordine alfabetico le AFFEZIONI più ricorrenti a ciascuna delle quali corrisponde una scheda contenente i principali RIMEDI OMEOPATICI in grado di curarla, con le relative diluizioni e dosi indicative, nonché una sintesi delle caratteristiche più significative al fine di indirizzare meglio la scelta.
Sono altresì riportate, laddove condotte, alcune esperienze di casi reali risolti positivamente.
La forma di prodotti omeopatici utilizzata nel ricettario è quella in “granuli”, che è la più pratica e la più comune.
I singoli rimedi possono essere consultati utilizzando i link associati, che rimandano alle relative schede contenute nella sezione del sito “Rimedi omeopatici”, o accedendo direttamente a queste.
In omeopatia ha senso utilizzare un ricettario solo per fronteggiare gli eventi acuti per i quali si ravvisa la necessità di effettuare un primo intervento curativo. Trattasi in genere di affezioni che possono presentarsi improvvisamente, accompagnate da fastidio, disagio, dolore, ansia e fenomeni secondari importanti quanto il principale. In questi casi si può ricorrere all’uso di rimedi selezionati solo in base al quadro sintomatologico, che pertanto hanno basse diluizioni e quindi un’azione più superficiale, per cui anche se non si ottenesse il risultato desiderato o si sbagliasse la scelta non avrebbero alcun effetto negativo a livello organico.
Appena possibile occorre rivolgersi al medico omeopata che valuterà se quanto è stato fatto può ritenersi sufficiente oppure esiste qualcosa di più profondo su cui indagare onde “personalizzare” al meglio la cura.
Infatti più volte abbiamo avuto modo di dire le cure omeopatiche, agendo secondo la Legge di Similitudine, vanno praticate con rimedi omeopatici che devono somigliare il più possibile al paziente, non solo nei sintomi fisici ma anche nelle altre caratteristiche individuali. Il principio fondamentale è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia, per cui l’approccio terapeutico è di tipo globale nel senso che viene esaminato il paziente nella sua totalità psico-fisica, considerando perciò, non solo il quadro sintomatologico, ma anche l’ambiente in cui vive, le sue pulsioni, i comportamenti, gli stili di vita, i desideri, le emozioni, ecc. ecc. Occorre tenere conto di tutti gli aspetti peculiari che rendono il soggetto unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa malattia. Non si prescinde mai dal considerare che se un organo non è funzionale, esso comunque vive in una persona, in un organismo dove fisico e mente sono fortemente legati ed è in questa struttura che va ricercata la non funzionalità.
La visita che pertanto il medico omeopata conduce diventa una sorta di investigazione tesa ad individuare ed esaminare tutti gli elementi che possono condurre ad una diagnosi corretta (processo di individualizzazione). Si parte dall’esame del quadro sintomatologico, dove diventano importanti le fasi di valorizzazione e di gerarchizzazione dei sintomi, per poi procedere alla scoperta delle altre caratteristiche individuali di cui si è detto in precedenza, mediante domande, osservazione, ascolto, storia clinica, accurata visita del paziente e quant’altro. Si va quindi verso la ricerca di qualcosa di più profondo, di quello che cioè costituisce il terreno dell’individuo, che in senso lato può essere assimilato all’eredità acquisita con la nascita, accresciuta da tutto ciò che il soggetto accumula con il suo vissuto. La malattia deve poter essere integrata nella storia complessiva dell’individuo (trascorso ereditario + vissuto) e nelle sue caratteristiche biologiche.
Si individueranno quindi in modo particolare la costituzione, che correla le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e psicologiche dell’individuo alle sue potenzialità patologiche, il temperamento, che è strettamente legato alla costituzione e rappresenta l’insieme delle caratteristiche congenite dell’individuo sotto lo stretto controllo della psiche, il carattere, che è il modo di reagire e di formarsi dell’individuo in risposta agli stimoli esterni e la diatesi (o miasma), anch’essa legata alla costituzione, che è la modalità propria di sviluppo e di evoluzione della malattia verso la quale esiste una predisposizione acquisita o congenita.
Tra i diversi rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare quella malattia, sarà, quindi, possibile individuare il rimedio e quindi la cura omeopatica più adatta alla persona che ne è affetta. La scelta, cioè, deve essere fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi del paziente e delle altre caratteristiche individuali (di cui al processo di individualizzazione), con le caratteristiche del rimedio omeopatico. Il rimedio che si sceglie dovrà possedere una complessità di sintomi, fisici e psicologici, simili a quelli che presenta il paziente, in modo che possa diventare curativo sulla base della Legge di Similitudine (“similia similibus curantur”).
L’essenza e la straordinaria originalità dell’omeopatia è che “ogni rimedio è una persona”, capace cioè di impersonificare il malato in tutte le sue manifestazioni.
Tanto più il rimedio corrisponde al paziente, cioè tanto più è simile a lui, tanto maggiore sarà il suo effetto terapeutico. Il rimedio omeopatico perfettamente simile al paziente è chiamato simillimum, che è quello teorizzato e preferito da Hahnemann. Tale rimedio è molto personalizzato, è <<l’abito su misura>> e per questo può essere prescritto alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola di Medicina Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, utilizza proprio il simillimum.
In omeopatia, quindi, non esiste un farmaco generale per una determinata malattia, ma farmaci diversi per organismi diversi che ne sono affetti.
La regola, che in generale si segue nelle cure omeopatiche, è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si assumono rimedi omeopatici a bassa diluizione (in genere fino a D8 e 5CH), la cui azione è più superficiale (sono i cosiddetti sintomatici), mentre per le malattie allo stato cronico si adoperano rimedi ad alta diluizione (in genere oltre D24 e 12CH), la cui azione è più profonda (sono i cosiddetti costituzionali o di fondo). Più grande è la sovrapponibilità di cui si è detto in precedenza, più il rimedio omeopatico si avvicina al simillimum e quindi più può essere prescritto alle alte diluizioni ed agire più in profondità.
E’ bene ricordare che la guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto alla loro apparizione. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con una eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota nel tempo. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico.
E’ possibile che all’inizio della cura alcuni sintomi peggiorino: si verifica cioè quello che viene chiamato l’aggravamento omeopatico. Tale aggravamento, che in genere non deve preoccupare perché del tutto naturale, è tanto più sensibile quanto più il rimedio somministrato è simile al paziente, cioè quanto più esso si avvicina al simillimum e quanto più è lungo il periodo di cura.
Può accadere, inoltre, che nel corso della cura il rimedio omeopatico prescelto debba essere sostituito, o per la comparsa di nuovi sintomi o per migliorarne e completarne l’azione (in tal caso si ricorre al complementare), oppure che debbano essere modificate la dose e/o la diluizione dello stesso. Questo si verifica soprattutto con la Scuola di Medicina Omeopatica Pluralista, che prescrive più rimedi alternati tra loro.
Per ulteriori informazioni consultare gli articoli riguardanti l’omeopatia nella sezione del sito “Approfondimenti”.
I rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. Quelli per via orale vengono trattenuti sotto la lingua, per un minuto se sono liquidi, fino a completo scioglimento se sono granuli o globuli. Se il rimedio è stato preparato in soluzione acquosa (ad es. granuli sciolti in acqua), prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte energicamente il contenitore prima dell’assunzione. Tali manovre servono per modificare la potenza del rimedio onde scongiurare o attenuare il fenomeno dell’aggravamento omeopatico prima citato. Durante la cura è bene evitare l’uso di cibi o bevande dai sapori forti, come caffè, menta, alcool, spezie piccanti, ecc.
Ribadiamo infine che per intraprendere qualsiasi terapia è assolutamente indispensabile rivolgersi al medico. Pertanto le informazioni contenute nel presente sito sono solo di carattere divulgativo e non intendono sostituirsi alle diagnosi ed alle prescrizioni del medico.
renata dice
gentilissima dottoressa vedo che risponde sempre prontamente ed in modo esauriente i quesiti posti, le vorrei chiedere visto che circa 15giorni fa ho preso un rimedio omeopatico come cura di fondo (ignatia amara 10MK dose unica) seguita da 50 giorni dello stesso rimedio (ignatia amara 35k 3 granuli al giorno) leggendo le descrizioni lei menziona come “antido” il Nux Vomica (che ne aiutano l’effetto) in che maniera? anche se non è questa la sezione vorrei chiederle se i peggioramenti omeopatici si possono presentare nell’arco dei 50 giorni o si presentano solo all’inizio della cura?il mio problema è emotivo con somatizzazione di dolori persistenti da quasi 3 anni e leggendo le varie descrizioni mi ritrovo anche in quelli della “Nux Vomica.
cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Renata, come riportato con il relativo tooltip nell’articolo “Ignatia amara” della sezione del sito “Rimedi omeopatici”, l’antidoto omeopatico svolge un ruolo profondamente diverso da quello che si intende nel linguaggio corrente o nella medicina tradizionale, nel senso che non è un controveleno, per cui non annulla l’azione del rimedio principale ma la sostiene e la indirizza più correttamente. Quindi l’antidoto omeopatico può aiutare l’azione del rimedio principale nel combattere alcuni sintomi specifici, per cui è un suo alleato nei sintomi. Ciò accade soprattutto durante le fasi acute, qualunque ne sia l’origine, cioè o dovute intrinsecamente alla malattia e/o dovute all’aggravamento omeopatico e/o dovute all’aggravamento iatrogeno: in tal caso il rimedio omeopatico antidoto, quando associato al rimedio omeopatico principale, potrà favorire l’attenuazione o l’eliminazione dei sintomi disturbanti appartenenti alla sua patogenesi. Nux vomica per molti sintomi è un antidoto di Ignatia amara. Per quanto riguarda l’aggravamento omeopatico ed i suoi tempi di comparizione, come spesso succede in omeopatia, la situazione è intimamente legata al singolo caso, perché dipendente da fattori quali la capacità di reazione dell’organismo, la profondità della patologia (acuta, sub-acuta, cronica), la diluizione del rimedio (bassa, media, alta), la presenza o meno di danni tissutali, ecc. In linea del tutto generale e in estrema sintesi, fermo restando la reattività del singolo organismo, si può affermare che, quando un rimedio è ben scelto, nelle malattie acute l’aggravamento omeopatico è quasi immediato e di breve durata, invece nelle malattie croniche l’aggravamento si manifesta comunque più tardi, ma da più precocemente a più tardivamente con il crescere della diluizione e dell’entità dei danni tissutali. In presenza di questi ultimi l’aggravamento omeopatico potrà essere più marcato ed accompagnarsi a crisi di eliminazione dagli organi emuntori. Con una 10MK, che è un’altissima diluizione generalmente più adatta per i casi cronici, il terreno, il mentale e lo psichismo, ma comunque consigliabile quando esiste un buon grado di somiglianza con il rimedio, e continuando con una 35K, che è una diluizione medio-alta, è plausibile un aggravamento omeopatico nei 50 giorni. Infine per quanto riguarda Ignatia amara e Nux vomica, i due rimedi pur presentando moltissime analogie hanno comunque delle patogenesi differenti, a cominciare dai profili psicologici. Sono entrambi dei grandissimi rimedi psicosomatici, ma in Ignatia amara l’emotività è essenzialmente causata da un trauma psicologico, mentre in Nux vomica l’emotività è essenzialmente causata da un sovraffaticamento e dallo stress quotidiano. Cordiali saluti.
Max dice
Cara Dott.ssa Della Volpe, ringrazio per le cose che mi ha detto. Questi rimedi dove li posso trovare?,in qualunque farmacia o particolari negozi.. erboristerie specializzate etc..
Per la dieta non credo di averla tanto sbandata, sono vegetariano crudista mangio tutti giorni frutta e verdura con cereali.
Di nuovo e grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Max, i rimedi omeopatici, come del resto tutti i farmaci, sono acquistabili solo in farmacia ed oramai in quasi in tutte le farmacie. Cordiali saluti.
Max dice
Dott.ssa, l’ulcera e profonda ma non e coperta da pellicola non puzza non sanguina, se non la si vuole fare sanguinare, ultimo, sono abbastanza magro. A cosa posso orientarmi?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Max, in tal caso potrebbe andare bene Phosphoricum acidum. Tenga anche in considerazione le applicazioni locali con i preparati fitoterapici della nonna, oltre ai quali si segnalano l’oleolito di Iperico, il gel di Aloe vera, l’amido di mais e l’ossido di zinco. Possono essere altresì utili le applicazioni con una pomata alla Calendula, dopo aver deterso le parti con la tintura madre di Echinacea, per un’azione lenitiva, calmante, antisettica, antinfiammatoria, cicatrizzante, ecc. I due trattamenti, quello omeopatico e quello fitoterapico, possono essere tranquillamente associati. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di vitamine (in particolare vitamina C), di minerali (in particolare zinco), di liquidi e con il giusto apporto di proteine. Si ricordi però che la parola spetta sempre al medico. Cordiali saluti.
Max dice
Buongiorno Dott.ssa Della Volpe, un’ultima richiesta da fare: per una piaga (ulcera ischiatica) i rimedi della nonna potrebbero fare al caso oppure c’è qualcosa di piu specifico (tipo Anacardium Orientale per alitosi) e appropriato?
Di nuovo e grazie dell’attenzione
Max
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Max, oltre ai rimedi fitoterapici della nonna, per trattare le ulcere esistono diversi rimedi omeopatici, tra cui, così come richiede l’omeopatia con la legge dei simili, occorrerà scegliere il rimedio più somigliante. Ad esempio, tra i rimedi più frequentemente utilizzati troviamo: Kali bichromicum, se l’ulcera è profonda, ha i bordi netti e solitamente si presenta come coperta da una pellicola; Mercurius solubilis, se l’ulcerazione è infetta ed ha a bordi irregolari; Carbo vegetabilis, se l’ulcerazione ha un essudato maleodorante e si accompagna a dolori; Nitricum acidum, se l’ulcera ha bordo irregolare ed è accompagnata da dolori pungenti; Arsenicum album, se l’ulcera è superficiale, è sanguinante, ha i bordi rossi ed è accompagnata da dolori brucianti; Lachesis, se l’ulcera è a cratere e violacea nei bordi periferici; Phosphoricum acidum, se l’ulcera ha tendenza necrotica in soggetti magri e denutriti; eccetera. Cordiali saluti.
ENDRO dice
Salve dottoressa proprio oggi sono stato dal neurologo per questa forma di ansia associata a depressione e mi ha prescritto . Sulamid 1c per 12 gg e 1/2 x 24 gg e mag 2 1 fiala x 2 mesi . come sa io sono contrario ai medicinali. Chiedo a lei si può sostituire con simili cose omeopatiche questa cura? è troppo forte come cura può far male? cosa mi consiglia. grazie ancora e mi scusi di nuovo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Endro, quello che potevo dirle in merito alla sua condizione emotiva è contenuto nelle risposte fornite ai suoi precedenti commenti. Credo che lei debba vincere ogni incertezza e prendere una decisione: se intende curarsi con l’omeopatia deve indispensabilmente rivolgersi ad un medico omeopata, come le ho consigliato fin dall’inizio, altrimenti lo può fare con la medicina tradizionale che potrà anch’essa dare i suoi risultati positivi. Abbia fiducia che le possibilità di cura per lei esistono. Cordiali saluti.
Max dice
Buongiorno Dott.ssa della Volpe, ho lingua bianca sapore amaro in bocca e alitosi.. l’anacardium orientale 5ch puo essere rimedio? Dove lo trovo?
Grazie dell’attenzione, saluto!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Max, Anacardium orientale potrebbe essere appropriato, considerato che contiene tutti i sintomi da lei descritti. Come tutti i rimedi omeopatici è reperibile in farmacia. Relativamente all’alitosi dia anche un’occhiata all’articolo “Se l’alito è pesante” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici dell’antica tradizione molto validi per contrastare il problema. Cordiali saluti.
MICHELA dice
Egregia Dottoressa Della Volpe,
iniziando ad appassionarmi all’omeopatia, ho scoperto da poco il sito da Lei curato. Tengo molto a complimentarmi per la Sua professionalità: con i suoi consigli precisi riesce a rendere accessibile ai non esperti una materia complessa come quella di cui tratta. Vorrei approfittare della Sua esperienza nel settore per domandarle un consiglio su un problema che mi affligge. Da circa quattro o cinque anni si è esacerbata l’ipotensione leggera di cui ho sempre sofferto (dai tempi dell’Università, ho portato sempre con me, in particolare, nei mesi estivi, una bottiglietta di “Gutron” o di “Effortil”). I numerosi accertamenti a cui mi sono sottoposta per verificare il funzionamento di cuore e reni hanno dato esito negativo. I valori ematici risultano nella norma, anche se la ferritina, a volte, è intorno a 13-15. Nemmeno la terapia marziale, però, migliora l’ipotensione. Da un po’ di anni a questa parte, infatti (soprattutto quando ho dormito poco), mi alzo la mattina molto stanca e con la pressione bassissima, che migliora solamente verso sera, quando mi sento un po’ più energica. Per tutto l’inverno (che non è stato molto freddo), quando la temperatura interna dei locali ha raggiunto un livello eccessivamente elevato, ho sofferto degli stessi disturbi che, di solito, mi caratterizzano nel periodo che va da aprile a settembre, ovvero: estrema spossatezza, nausea, giramenti di testa, senso di svenimento. Non trovando sollievo se non in locali con aria condizionata, mi trovo a dover uscire solo nelle ore più fresche e ho rinunciato anche ad andare al mare (cosa che, prima, mi è stato sempre possibile fare). I simpaticomimetici non sortiscono più alcun effetto, mentre gli integratori di erbe, a base di caffeina, riescono a darmi solo un lieve sollievo, che non mi basta per affrontare gli effetti della calura. Paradossalmente, sono stata meglio solo quando ho dovuto intraprendere una terapia cortisonica. Sto cercando di trovare una risposta ad una disturbo che nessuno riesce ad identificare. Presumo possa trattarsi una vasodilatazione periferica (l’ingresso in un locale fresco allevia immediatamente la sintomatologia) o di un eccesso di funzionamento del nervo vago, ma non comprendo come mai il mio fisico non riesca più ad adattarsi a questi mutamenti di temperatura. Non so a quale tipo di costituzione omeopatica possa appartenere (nel caso Le sia utile, posso dirle che ho 36 anni, sono alta 1,50, peso 46 chili ed ho la carnagione chiara; sono molto sensibile e scrupolosa; non sono sposata e non assumo farmaci, se non qualche antinfiammatorio, per via dell’emicrania di cui soffro, causata dal freddo: dopo essere stata esposta ad un colpo d’aria, ad esempio, dalla parte destra del volto, inizia un dolore pulsante che coinvolge proprio lo stesso lato del viso e che mi provoca nausea). Confido nell’omeopatia e in una Sua risposta. Ancora complimenti. Michela
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, l’ipotensione arteriosa cronica, una volta esclusa ogni causa patologica, quand’è asintomatica o produce disturbi sopportabili, in genere non richiede alcuna terapia particolare, perché potrebbe essere una condizione normale di tipo costituzionale. Se invece comporta una serie di sintomi con i quali diventa problematico convivere, allora è opportuno intervenire. Innanzitutto per assicurare una buona idratazione e quindi per tenere una massa ematica adeguata, è opportuno bere molta acqua, alimentarsi in maniera varia e completa assumendo le giuste quantità di frutta e verdura, possibilmente di stagione, evitare esercizi fisici intensi nelle ore più calde ed assumere in genere tutti quegli accorgimenti, comportamenti o posizioni che possano contrastare l’esasperazione dei disturbi. L’omeopatia che guarda più al malato ed ai suoi sintomi piuttosto che alla malattia in sé, potrebbe essere di aiuto con diversi rimedi che devono essere scelti essenzialmente in base alla somiglianza con la totalità dei sintomi del paziente e delle loro modalità di manifestazione. Ovviamente, in generale, l’individuazione della malattia o dei fattori scatenanti il disturbo consentirebbe di allontanarne o limitarne le origini, nonché di stabilire la migliore strategia terapeutica e di conoscere i risultati ottenibili con la cura omeopatica. Tra i rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati in caso di ipotensione arteriosa troviamo Calcarea carbonica, China, Crataegus, Kali carbonicum, Lachesis, Natrum muriaticum, Pulsatilla, Sulphur iodatum. Relativamente alla fitoterapia esistono diverse erbe e piante officinali con proprietà adattogene, toniche, stimolanti, vitaminizzanti e remineralizzanti in grado di contrastare l’ipotensione arteriosa ed i sintomi associati, quali ad es. ginseng, rhodiola rosea, eleuterococco, biancospino, guaranà, spirulina, tè rosso, tè verde, liquirizia, ecc. Ritornando all’alimentazione è utile consumare aglio e cipolla che sono degli efficaci regolatori del flusso ematico, cibi contenenti minerali (in particolare magnesio e potassio) e vitamine del gruppo B. A migliore garanzia le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata che potrà approfondire la situazione e prescriverle un terapia personalizzata, secondo i corretti canoni omeopatici e medici in generale. Grazie per i complimenti. Cordiali saluti.
Endro dice
Salve Dott. ci siamo gia’ sentiti via email e mi ha sempre risposto gentilmente.Le chiedo solo se la cura omeopatica in uno stato di esaurimento e quindi depressione è in grado di aiutare solo con questa o mi consiglia un affiancamento di una cura almeno iniziale farmacologica capisco che sono indicazioni difficili.
grazie ancora ma il mio unico scopo e’ di non prendere psicofarmaci
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Endro, in genere una cura omeopatica per combattere gli stati di ansia e di depressione da sola può essere sufficiente, a condizione però che si individui la cura giusta. Sempre in linea del tutto generale, quando si proviene da una cura con psicofarmaci convenzionali, la cura omeopatica viene affiancata a quella farmacologica, procedendo poi alla dismissione graduale e progressiva dei farmaci convenzionali. Tutto quanto ciò, ovviamente, lo stabilisce il medico omeopata. Cordiali saluti.
VINCENZO dice
Gentilissima Dottoressa,
la ringrazio della cortese risposta.
Le volevo chiedere se può fornirmi il nome di un bravo omeopata; tenga presente che abito in provincia di Caserta.
Ringraziandola per la cortesia dimostratami, le porgo cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Vincenzo, se non ha altri riferimenti potrebbe fare una ricerca in rete relativamente a siti sicuri e organizzazioni affidabili, come ad es. potrebbero essere la SIMO (Società Italiana Medicina Omeopatica) o la SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), oppure rivolgersi ad una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per essere indirizzato verso un bravo medico omeopata della sua zona. Cordiali saluti.
vincenzo dice
Gentilissima Dott.essa, è da circa un anno che ho un dolore alla spalla sinistra. L’ortopedico che mo visitò parlò di periartrite scapolo omerale; successivamente una ecografia ha evidenziato un ingrossamento del sopraspinoso. Fino ad oggi ho solo preso degli
Integratori, ma senza risultati apprezzabili. Un
Altro problema che mi affligge è il seguente: in posizione eretta ed anche durante la marcia, avverto una sorta di addormentamento della parte laterale esterna della gamba sinistra. Da alcune ricerche au internet ho riscontrato una sintomatologia verosimile con la meralgia parestesica. Alla luce di quanto premesso, le chiedo dei consigli in merito e se vi sono a riguardo dei rimedi omeopatici efficaci. Nel ringraziarla per quanto farà, le provò cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Vincenzo, i rimedi omeopatici che potrebbero aiutarla a superare i disturbi di cui soffre esistono, occorre però saperli individuare correttamente nel senso che solo quelli che contemplano una sintomatologia quanto più somigliante alla sua saranno in grado di produrre gli effetti terapeutici, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Ci si baserà quindi sulle modalità di manifestazione dei disturbi ed in particolare sui sintomi locali, sui modi di insorgenza (lenti e progressivi oppure bruschi), sulle circostanze di aggravamento o di miglioramento, ecc. Relativamente al dolore alla spalla sinistra, i principali rimedi omeopatici che vengono adoperati per i disturbi dolorosi dell’apparato muscolo-scheletrico sono: Aconitum napellus, se i dolori, che si acuiscono dopo un colpo di freddo, sono violenti, sono accompagnati da agitazione intensa e peggiorano di notte; Belladonna, se i dolori peggiorano con il contatto e con il movimento e migliorano con il riposo; il paziente traspira al contrario di Aconitum; Apis, se i dolori sono brucianti e migliorano con le applicazioni fredde; Bryonia se i dolori peggiorano con il movimento e migliorano con il riposo, con la pressione e con le applicazioni calde; Rhus toxicodendron se c’è rigidità muscolare ed i dolori peggiorano con il riposo e migliorano con il movimento (ha delle modalità opposte a Bryonia) e/o con le applicazioni calde; Arnica montana, se la sintomatologia dolorosa è dovuta specialmente a traumi ed è accompagnata da un senso di prostrazione fisica generale; Actaea racemosa, se i dolori peggiorano con il tatto e con il movimento, ma neppure il riposo dà sollievo; vi possono essere isterismo e nervosismo alternati a scoraggiamento e abbattimento; Magnesia carbonica, se i dolori migliorano con il movimento e con le bevande fredde; Causticum per dolori e astenia; eccetera. Relativamente al disturbo alla gamba sinistra, se dovesse trattarsi di meralgia parestesica dovuta allo schiacciamento del nervo cutaneo femorale, allora i rimedi omeopatici cui si potrebbe pensare sono quelli con attività specifica sui nervi, come, ad esempio, Hypericum se i sintomi peggiorano con il movimento, Colocynthis se i sintomi, localizzati principalmente a sinistra, migliorano con la gamba piegata o con la forte pressione, Plumbum se i sintomi si aggravano con il contatto ma migliorano con la forte pressione, ecc. Le consiglio però di non fare da solo, bensì di rivolgersi ad un medico omeopata che possa prescriverle una terapia ritagliata sul suo caso e sulla sua persona (rimedi, diluizioni, posologie, durata della cura, ecc.), secondo i corretti canoni omeopatici e medici in generale. Cordiali saluti.