Gli ascessi, com’è noto, rappresentano la complicanza di una cisti quando l’accumulo di secreto nella relativa cavità, con il procedere dell’aumento di volume e dell’infiammazione, si infetta e diviene purulenta.
Quasi sempre il processo infiammatorio è dovuto a batteri e ciò capita spesso in corrispondenza di un bulbo pilifero o di una ghiandola sudoripara. Lo scoppio dell’ascesso comporta la fuoriuscita di pus, con formazione del condotto tubulare (fistola). La fistola è un canalicolo anomalo che collega il focolaio infiammatorio con le strutture anatomiche vicine e normalmente separate.
Il percorso di guarigione di un ascesso o di una fistola è sempre molto lungo ed articolato. Il riformarsi di un ascesso sta sempre a significare che il processo infettivo non si è completamente risolto, anche se il suo ripresentarsi in minori dimensioni lascia intendere che l’infezione viene comunque aggredita senza però che venga del tutto sconfitta. La guarigione si ottiene con la maturazione dell’ascesso, quando cioè si verifica la fuoriuscita completa del pus e quindi l’eliminazione definitiva della carica batterica.
Piccoli ascessi sono i brufoli con la punta gialla, indice di un accumulo locale di materiale purulento, con lesioni e infiammazioni dei tessuti circostanti. I brufoli sono una comune manifestazione dermatologica caratterizzata dalla formazione di piccoli rilievi cutanei di colore rosso contenenti pus, siero o materia grassa (sebo). Sono causati dalla proliferazione dei batteri cutanei all’interno dei follicoli piliferi e delle ghiandole sebacee, del cui secreto oleoso si nutrono producendo metaboliti infiammatori. Si formano prevalentemente sul viso, sul collo, sul torace, sulla schiena e sulle spalle e sono i segni più tipici dell’acne.
Tra gli ascessi piuttosto ricorrenti ci sono quelli che si sviluppano intorno ad ano e vagina (i cosiddetti ascessi delle ghiandole di Bartolini). Le ghiandole di Bartolini sono due, hanno sede nella regione vulvare, tra le grandi labbra, in prossimità dell’orifizio vaginale, dove contribuiscono alla normale lubrificazione della vagina, soprattutto durante i rapporti sessuali.
Esistono però fattori di rischio che possono favorire l’insorgenza di un ascesso. Tra questi troviamo: scorretta igiene orale, diabete, malattie da reflusso gastroesofageo, secchezza della fauci, fumo, alcolismo, terapia a lungo termine con corticosteroidi.
Non tutti gli ascessi, però, sono innocui e passeggeri; l’esempio più noto in proposito è l’ascesso dentale, con la presenza di pus nei tessuti dell’osso mascellare proveniente solitamente da un’infezione batterica che si è verificata nella polpa di un dente. Si può formare anche intorno a tutti i tessuti che circondano il dente (per es. nelle gengive, nell’osso della mandibola). Ma può essere pure l’immediata conseguenza di carie profonde o lesioni gravi. Anche gli interventi dentali possono essere causa di ascessi.
Relativamente all’ascesso dentale ne esistono tre tipi, in ordine crescente di gravità. Sono l’ascesso gengivale, parodontale e periapicale.
parodontale: causato da un’infezione a carico dell’apparato di sostegno del dente, frequente nei pazienti affetti da parodontite.
periapicale: dovuto ad un’infezione della polpa dentale, solitamente conseguente ad una carie profonda.
gengivale: è la forma meno grave di ascesso che si sviluppa direttamente nella gengiva a causa di processi infettivi.
Il sintomo comune di un ascesso acuto del dente è un dolore persistente. Il dolore aumenta con la pressione o con il calore inducendo un dolore estremo.
In alcuni casi, un ascesso severo non trattato può perforare l’osso e propagarsi nei tessuti molli circostanti generando il gonfiore facciale locale. Da esso segue il percorso di meno resistenza e può spargersi internamente o esternamente. Il percorso dell’infezione è influenzato da fattori come la posizione del dente infettato e lo spessore dei collegamenti dell’osso, del muscolo e della fascia.
I principali sintomi di un ascesso dentale sono: mal di denti acuto e pulsante; gonfiore al viso nella sede dell’ascesso; gengive gonfie, arrossate e talvolta sanguinanti, ipersensibilità dentinale, alitosi, febbre ed ingrossamento dei linfonodi del collo, difficoltà nella masticazione.
L’infezione apicale spesso è asintomatica e si scopre casualmente facendo una radiografia. Si riscontra una zona di riassorbimento osseo in corrispondenza dell’apice di una radice dentaria.
Le complicazioni degli ascessi sono rappresentate dalla diffusione del processo infettivo in profondità; ad esempio, l’accesso gengivale si sviluppa in seguito ad un’infezione superficiale delle gengive, tipicamente in seguito ad una piccola ferita procurata da una spina o da uno stuzzicadenti.
Nell’ascesso parodontale, invece, un fattore predisponente è dato dall’accumulo di tartaro nelle tasche gengivali, che estende il processo infiammatorio ed infettivo in profondità, fino ad aprirgli la strada nella polpa con interessamento delle terminazioni nervose (ascesso periapicale).
I fattori di rischio, oltre alla scarsa igiene, sono rappresentati da tutte le condizioni che indeboliscono le difese immunitarie.
Tanto più l’infezione si estende in profondità e tanto più i sintomi dell’ascesso peggiorano, indipendentemente dalla sua localizzazione, con grave senso di malessere e febbre.
Sia per quanto riguarda gli ascessi cutanei, che per quelli dentali, un’adeguata e regolare igiene funge da adeguato strumento preventivo.
I rimedi omeopatici adoperati per il trattamento di un ascesso sono numerosi. Il più importante rimedio omeopatico ed anche il più adoperato in caso di cisti o ascessi (il passo dall’una all’altro è breve) e suppurazioni croniche è Silicea. Tra gli altri rimedi omeopatici più utilizzati nelle cisti che tendono a trasformarsi in ascessi troviamo Apis, Belladonna, Calcarea sulphurica, Echinacea angustifolia, Hepar sulphur, Lachesis, Mercurius solubilis, Myristica sebifera, Pyrogenium, Sulphur (o Sulphur iodatum), con caratteristiche tutte diverse tra loro.
Apis: ascesso rosato in fase iniziale
Belladonna: ascesso rosso intenso in fase iniziale; si utilizza per gli ascessi che insorgono con rapido gonfiore, bruciore, dolore battente, calore e rossore;
Calcarea sulphurica: agisce meglio dopo la rottura dell’ascesso.
Echinacea angustifolia: utilizzata tradizionalmente per sostenere il sistema immunitario, è considerata in omeopatia come immunostimolante.
Hepar sulphur: si presta meglio nel favorire la rottura di un ascesso esterno ben visibile; si utilizza prevalentemente in caso di ascesso sensibile al dolore, al freddo e al tocco, in persone particolarmente irritabili; alle basse diluizioni tende a far maturare l’ascesso e quindi si somministra se questo è drenabile; alle medio-alte diluizioni aiuta invece a frenare il processo di suppurazione e quindi ne favorisce la regressione.
Lachesis: ascesso violaceo o chiazzato, i cui sintomi migliorano con il drenaggio, in soggetti loquaci ed emotivi; si usa per far ricomparire una secrezione di ascesso che si è rallentata o arrestata;
Mercurius solubilis: ascesso maleodorante in soggetti sudati e percorsi da brividi, con alito cattivo e un gusto sgradevole o metallico in bocca.
Myristica sebifera: cisti che tende a trasformarsi in ascesso.
Phytolacca: è uno dei migliori rimedi per il trattamento delle follicoliti.
Pyrogenium: cisti che tende a trasformarsi in ascesso
Silicea: si utilizza nell’ascesso che tarda a guarire, nelle suppurazioni croniche che si trascinano senza fine e nelle fistole. Silicea è il grande rimedio dell’ascesso che non si svuota del tutto. Alcuni casi sono stati trattati ottenendo degli ottimi risultati con l’impiego di Silicea 7CH (in genere 3 granuli, 3-4 volte al dì) o 9CH (in genere 3 granuli, 2-3 volte al dì) o 15CH da una volta al dì a una volta a settimana, lontano dai pasti.
Sulphur: elimina, depura, purifica. L’unica attenzione da porre è di valutare la durata di utilizzo che solitamente non si protrae troppo onde evitare il rischio di andare incontro a delle crisi emuntorie, a meno che non si effettui un buon drenaggio dell’organismo tramite rimedi che sostengano fegato, reni e pelle in particolare.
Silicea e Sulphur sono due tra i più importanti rimedi omeopatici utilizzati per la cura di un ascesso.
Sulphur iodatum: per tubercolinici (psora e tubercolosi).
Ascesso perianale: i rimedi più comunemente utilizzati sono Hepar sulphur e Silicea. A titolo esclusivamente informativo, tra gli altri rimedi omeopatici che vengono adoperati in caso di ascesso o di fistola perianale troviamo Aurum muriaticum, Belladonna, Berberis vulgaris, Cactus grandiflorus, Calcarea sulphurica, Fluoricum acidum, Hydrastis, Mercurius solubilis, Nitricum acidum, Sulphur (o Sulphur iodatum), Thuya
Ascesso apicale: i rimedi omeopatici che vengono spesso prescritti per un ascesso apicale, che rispondono bene in un’alta percentuale di casi, sono Mercurius solubilis e Pyrogenium. Talvolta viene anche associato Arnica montana, che è per eccellenza il rimedio omeopatico di tutti i tipi di traumi.
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(*) V. Note esplicative