I rimedi omeopatici (o anche farmaci omeopatici o prodotti omeopatici) sono i farmaci adoperati nelle cure omeopatiche che agiscono secondo la legge “SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR”, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile.
Secondo questa legge una sostanza naturale, che assunta in grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche (infinitesimali), di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato.
Ecco perché parlare delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e quindi i rimedi omeopatici devono essere scelti in base alla somiglianza tra gli effetti che producono nell’individuo sano ed i sintomi che l’individuo malato manifesta.
Processo di individualizzazione
All’interno del quadro dei sintomi occorre tenere conto non solo dei sintomi fisici ma anche delle caratteristiche individuali del malato, costituite dall’insieme delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche (metaboliche-funzionali) e psicologiche in grado di influenzarne la reattività.
Si analizzeranno quindi la costituzione, che comprende anche lo studio del temperamento laddove si includono anche le caratteristiche somatiche, il carattere e la diatesi, che rappresentano il cosiddetto terreno dell’individuo.
L’analisi di tale terreno, diverso da persona a persona, assume un notevole interesse clinico perché consente di ricavare informazioni indispensabili sulle caratteristiche del paziente e sulle sue predisposizioni patologiche, al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più “simile” a lui. Ciò permetterà di attuare sia una terapia nei confronti delle malattie in atto, rimuovendone le cause profonde, sia una a carattere preventivo particolarmente mirata nei confronti delle predisposizioni morbose. Il concetto base, di ispirazione ippocratica, è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia.
Quindi in presenza di una qualsivoglia malattia, occorre analizzare l’individuo nel suo insieme e valutarne tutti gli aspetti, non limitandosi al solo quadro dei sintomi fisici (processo di individualizzazione). E’ tale tipo di indagine e di analisi che deve condurre il medico omeopata per poter giungere alla individuazione del rimedio omeopatico più adatto all’individuo affetto da una determinata patologia.
Caratteristiche del rimedio omeopatico
Ciascun rimedio omeopatico possiede delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri e lo rendono esclusivo. Anche qui tali caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora.
La scelta del rimedio omeopatico “giusto” deve essere, quindi, fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali (vale a dire gli esiti del processo di individualizzazione) con le caratteristiche del rimedio. Solo in questo modo tra i tanti rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare la stessa patologia, si sarà individuato quello più adatto alla persona che ne è affetta.
Preparazione dei rimedi omeopatici
Le sostanze attive da cui traggono origine i rimedi omeopatici appartengono ai tre regni della natura: animale, vegetale, minerale.
Al medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, si deve il processo di preparazione dei rimedi omeopatici ancora oggi utilizzati.
Tale processo deve seguire procedimenti ben codificati, tali da garantire ai rimedi l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia.
Il processo consiste essenzialmente di due fasi: la diluizione e la dinamizzazione (o succussione). La prima fase serve per ridurre a dosi omeopatiche (infinitesimali) la sostanza attiva, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. La seconda fase, intervallata con la prima, serve per conferire al rimedio il potere omeopatico in concomitanza con la suddetta legge. Viene presa, quindi, la pianta o la sostanza minerale o la sostanza di origine animale, la si elabora preventivamente e la si diluisce, nella maggioranza dei casi, in una soluzione idroalcolica (acqua depurata + alcool etilico) con opportuna titolazione, tante volte quant’è la diluizione desiderata, pervenendo alle diluizioni decimali, contrassegnate dalla sigla D, o alle diluizioni centesimali, contrassegnate da CH (fase di diluizione). Si scuote e si percuote energicamente la provetta ad ogni diluizione (fase di dinamizzazione o succussione).
L’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, che forma il cosiddetto ceppo omeopatico, si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione i principi attivi contenuti nella sostanza stessa. Tale trattamento si differenzia a seconda della natura della materia prima utilizzata e tiene principalmente in considerazione il grado di solubilità della sostanza in acqua o in alcool. Più usualmente per le sostanze di origine vegetale, abbastanza solubili, si ricorre alla Tintura Madre, per quelle di origine minerale o animale, in genere solide non completamente solubili, si ricorre alla Triturazione con lattosio. Ovviamente, anche se meno ricorrenti, sono possibili situazioni diverse.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Quelli più utilizzati sono sotto forma di granuli, gocce, pomate, creme. Esistono anche fiale orali, globuli, compresse, capsule, ovuli, colliri, supposte, ecc.
Fasce di diluizione
A scopo puramente indicativo, e quindi con la dovuta flessibilità, è possibile distinguere schematicamente tre fasce di diluizione dei rimedi omeopatici:
Basse diluizioni: D2 – D8, 1CH – 4CH.
Medie diluizioni: D9 – D23, 5CH – 11CH.
Alte diluizioni: > D24, >12CH ove si supera il numero di Avogadro e le preparazioni non contengono alcuna molecola della sostanza originale.
Somministrazione dei rimedi omeopatici
Al momento della somministrazione, occorre tenere presente che i rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. I granuli non vanno toccati con le mani e si assumono o ponendoli direttamente sotto la lingua tramite il coperchio dell’apposito contenitore e lasciandoli sciogliere lentamente o si sciolgono in un poco d’acqua. In tal caso prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte il contenitore prima dell’assunzione.
Denominazione dei rimedi omeopatici
I rimedi omeopatici possono assumere le seguenti denominazioni, che aiutano a comprenderne meglio il tipo di azione.
◊ Rimedi omeopatici sinergici: si dice “sinergico” un rimedio che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie: Rimedi complementari, che sono quelli con grado di sinergia alto e Rimedi che seguono bene, che sono quelli con grado di sinergia medio e basso. I sinergici possono essere adoperati nelle cure omeopatiche che già si prevedono lunghe, come quelle per guarire completamente da un’affezione cronica. In tal caso il processo curativo va avanti per gradi ed ogni grado richiede un adattamento terapeutico particolare che avviene proprio con i sinergici.
◊ Rimedi omeopatici asinergici: si dice “asinergico” un rimedio che ha la caratteristica di controllare o annullare l’azione di un altro rimedio. I rimedi asinergici si dividono nelle seguenti due categorie:
• Rimedi omeopatici antidoti: si dice “antidoto” un rimedio che ha la proprietà di controllare l’azione del rimedio somministrato in precedenza, attenuandone o eliminandone le manifestazioni esagerate. Si ricorre al rimedio antidoto per contrastare gli effetti disturbanti del primo rimedio quando ci si trova di fronte o ad un eccesso di uso o ad un aggravamento omeopatico, del tutto naturale ma non sopportabile dal paziente, che possono entrambi tradursi in una condizione di tracollo generale, fisico e psichico. Questo in genere si verifica con le alte diluizioni. Si ricorre altresì ad un rimedio antidoto quando nel corso della terapia omeopatica compaiono nuovi sintomi fastidiosi e sgradevoli che è opportuno attenuare o eliminare. In tal caso il rimedio antidoto sarà individuato tra quelli in grado di curare questi nuovi sintomi. L’antidoto omeopatico non annulla l’azione del rimedio precedente, ma incanala correttamente le reazioni del malato e per questo ne rafforza lo stato generale.
• Rimedi omeopatici incompatibili: si dice “incompatibile” un rimedio completamente opposto ad un altro rimedio, cioè che ha una patogenesi diametralmente opposta. Un rimedio è incompatibile con un altro rimedio quando è in grado di attenuare o annullare l’azione di quest’ultimo. Pertanto è di fondamentale importanza conoscere l’incompatibile di ciascun rimedio omeopatico se la cura prescrive più rimedi. Anche alcuni alimenti possono avere tali caratteristiche. Ad es. gli incompatibili generali sono caffè, tisane di menta e di camomilla, caramelle a menta, aceto, spezie dal profumo molto forte.
◊ Rimedi omeopatici sintomatici o ad azione locale: si dice “sintomatico” o “ad azione locale” un rimedio per la cui scelta si è avuto maggiore riguardo al quadro sintomatologico, pur considerando altri fattori quali la causalità, le modalità, le concomitanze, le sensazioni del paziente ed altro. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e solitamente hanno una bassa diluizione: la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Possono essere adoperati anche per le malattie croniche, in tal caso però occorre allungare i tempi ed il periodo di somministrazione.
◊ Rimedi omeopatici costituzionali o di fondo: si dice “costituzionale” un rimedio omeopatico le cui caratteristiche principali corrispondono ai caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri della costituzione del paziente. La scelta del rimedio viene fatta analizzando, oltre il quadro sintomatologico, tutte le altre manifestazioni del soggetto che consentono di individuare la sua costituzione ma anche la sua datesi, verificando quindi le sue tendenze morbose acquisite e congenite, le malattie pregresse, le modalità proprie di reazione, gli aspetti mentali ed altro. Viene osservato quindi quello che è chiamato il terreno del paziente. In genere si tratta di rimedi somministrati per curare le malattie croniche e solitamente hanno un’alta diluizione: la loro azione è più generale, più profonda, anche se non completamente sistemica, ma più lenta. Il rimedio costituzionale è pertanto un rimedio “di fondo”.
◊ Rimedio omeopatico simillimum: si dice “simillimum” un rimedio per la cui scelta si è avuto scrupoloso riguardo alla globalità delle manifestazioni del paziente, cioè oltre al quadro sintomatologico si sono analizzate tutte le altre caratteristiche individuali (somatiche, psichiche, ereditarie, acquisite, ecc.) di cui al processo di individualizzazione. Si tratta in sostanza di un rimedio altamente personalizzato, cioè simile al paziente e per questo può essere somministrato alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, fa uso proprio del simillimum.
◊ Rimedi omeopatici acuti: si dice “acuto” un rimedio in grado di curare meglio i sintomi di una malattia che inducono reazioni forti e/o improvvise, tipiche degli stati acuti, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo cronico. Il rimedio omeopatico acuto in genere ha un’azione rapida e breve e per questo nelle cure precede il suo cronico. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum. Viceversa Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis.
◊ Rimedio omeopatico cronico: si dice “cronico” un rimedio che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia quando questi hanno superato la fase acuta, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo acuto. Il rimedio omeopatico cronico in genere ha un’azione lenta e lunga e per questo nelle cure segue il suo acuto. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis. Viceversa Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum.
◊ Rimedi omeopatici policresti: si dice “policresto” un rimedio ad ampia azione, cioè un rimedio che ha un’azione generale riequilibrante utilizzabile per curare varie patologie. I policresti sono i grandi rimedi della Materia Medica Omeopatica.
Cure omeopatiche
Nelle cure omeopatiche la regola che in generale si segue è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si prescrivono rimedi omeopatici a bassa diluizione (ad azione più superficiale), mentre per le malattie allo stato cronico si assumono rimedi a media ed alta diluizione (ad azione più profonda). Più grande è la sovrapponibilità di cui in precedenza (lo ripetiamo dell’insieme dei sintomi fisici e delle altre caratteristiche individuali, con le caratteristiche del rimedio), più ci si può spingere con le diluizioni e quindi l’azione del rimedio sarà tanto più profonda.
La guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi stessi. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con un’eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico. E’ possibile inizialmente un certo peggioramento di alcuni sintomi.
Le cure omeopatiche si rifanno a diverse scuole di pensiero: la Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, prescrive un solo rimedio chiamato simillimum, capace di coprire tutti i sintomi del paziente, la Scuola Medica Omeopatica Pluralista prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra di loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo, la Scuola Medica Omeopatica Complessista prescrive più rimedi sinergici insieme, i cosiddetti complessi, di solito tutti sintomatici.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti” e per altri chiarimenti riguardanti l’omeopatia consultare gli articoli specifici della stessa sezione.
Nella presente sezione, per completezza e semplicità di consultazione, sono riportati in ordine alfabetico i principali rimedi omeopatici, organizzati in schede nelle quali si fornisce:
□ La DESCRIZIONE della sostanza di origine.
□ Le CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO, che come detto è opportuno riscontrare nella persona malata, secondo il citato processo di individualizzazione indispensabile per la individuazione del rimedio “giusto”.
□ L’USO DEL RIMEDIO, legato ai sintomi manifestati dal malato, che per essere meglio curati devono corrispondere e si devono associare alle caratteristiche del rimedio di cui immediatamente sopra.
□ Le DOSI relative consigliate dai medici omeopati, con l’indicazione delle diluizioni, delle quantità e dei tempi di somministrazione.
(*) V. Note esplicative
Marco dice
Gentile dottoressa, la ringrazio. Volevo chiederle un parere su un prodotto che mi è stato consigliato in farmacia: si tratta di uno spray chiamato ” euphorbium compositum”. Può dirmi se effettivamente questo prodotto può essermi di aiuto con il naso chiuso e il catarro tubarico? La ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, giusto per informarla, il prodotto da lei citato, ossia Euphorbium Compositum spray, non appartiene al mondo dell’Omeopatia classica bensì a quello dell’Omotossicologia, che pur avendo diversi punti di contatto con l’Omeopatia, alla quale si ispira, adotta orientamenti terapeutici, rimedi e criteri di scelta degli stessi completamente differenti. Il rimedio in parola è pertanto un omotossicologico (o antiomotossico), è un rimedio complesso, in particolare è un “compositum tissutale” che contiene un mix di rimedi omeopatici unitari (tra cui Euphorbium), un nosode (Sinusitis) e un organoterapico specifico (Mucosa nasalis), in diluizioni decimali, che verrebbero scelti allo scopo di intervenire nelle insufficienze, degenerazioni e ingorgo d’organo. Invece l’Omeopatia classica, quella propriamente detta, adopera esclusivamente rimedi unitari. Il complesso Euphorbium Compositum troverebbe indicazioni per rinite acuta e cronica di varia origine, rinite secca ipertrofica, ostruzione respiratoria nasale, sinusite acuta e cronica, catarro tubarico. Rimane sempre il consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata, al quale spetta la decisione, nel suo caso, se avvalersi dell’Omeopatia o dell’Omotossicologia. Cordiali saluti.
Marco dice
Gentile dottoressa, anzitutto le faccio gli auguri di buon ferragosto. Ho 27 anni e il mio problema è cominciato a fine giugno, quando ho avuto un forte mal di gola, che ho curato con bornilene spray. Subito dopo ho cominciato ad avere il naso chiuso e le orecchie tappate: il dottore mi ha fatto fare 5 gg di aerosol con fluibron e clenil ma la situazione è solo peggiorata dal momento che le orecchie hanno iniziato anche a farmi male.
Sono andato da un motorino, il quale mi ha diagnosticato una piccola deviazione del setto nasale che causerebbe l accumulo di catarro nella tromba di eustachio. Mi ha detto di fare prima una cura con anauran gocce e poi di prendere per una ventina di giorni eltair spray nasale due volte al dì. Nessun miglioramento. Ho iniziato una settimana fa delle cure termali con acqua sulfurea che comprendono docce nasali micronizzate, aerosol e insufflazioni endotimpaniche. Purtroppo sto sempre peggio, le orecchie non si stappano e ho il naso sempre chiuso. Cosa potrei provare? So già che se tornassi dalla otorino mi riempirebbe di cortisone, vorrei chiederle dunque se c’è qualche rimedio omeopatico che possa fare a caso mio. Non ho dolore ma solo orecchie e naso chiusi. La ringrazio qualora volesse rispondermi, cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, i principali rimedi omeopatici utili a trattare la congestione nasale (detta comunemente naso chiuso), con gli eventuali conseguenti riflessi a carico delle orecchie, sono consultabili all’articolo “Raffreddore e Rinite allergica” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ad esempio, tra i rimedi potenzialmente adatti troviamo Ammonium carbonicum, Aralia racemosa, Arsenicum album, Camphora, Dulcamara, Eucalyptus, Eupatorium perfoliatum, Ferrum phosphoricum, Galphimia glauca, Hydrastis, Luffa operculata, Natrum sulphuricum, Sabadilla, Sambucus nigra, Sulphur. Com’è noto, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello che contiene la sintomatologia più somigliante a quella del paziente. In diversi casi vengono utilizzati, in associazione o da soli, dei gemmoterapici della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali alla prima diluizione decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la fitoterapia classica e l’omeopatia), come Ribes nigrum M.G. D1 che è un ottimo cortisone-like, con attività antinfiammatorie e antistaminiche ed è un ottimo regolatore del sistema immunitario, per cui andrebbe bene anche per un’eventuale allergia e/o Magnolia denudata M.G. D1 che è particolarmente indicato nelle affezioni infiammatorie o allergiche delle prime vie respiratorie, nelle riniti acute e croniche, nella rinite ipertrofica e nelle sinusiti subacute e croniche. Per quanto riguarda la fitoterapia classica, potrebbe essere altresì utile inalare la sera del vapore di un infuso di Tiglio e andando a letto applicare nelle narici una pomata alla Calendula. Il consiglio comunque è di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia più appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
adriana dice
Buongiorno, ho 41 anni sono mora e sottopeso, soffro da 5 anni d’insonnia ho difficoltà ad addormentarmi e qualora mi addormenti mi sveglio sempre verso le 2.00, ho provato tutti i farmaci fitoterapici e farmaci quali minians, trittici ecc.tutto senza un reale beneficio.utilizzo melatonina da 5 anni una cpr all’imbrunire è una prima di andare a letto, e da pochi giorni Tilia tormentosa 3 volte al dì,30gocce, la melatonina e 2 volte dì vitango composto da rhodiola rosea 300-1000 mg.vorrei prendere il nux vomica posso prenderlo e se si in che dosaggio?grazie cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Adriana, mi sembra che di prodotti ne assume già abbastanza, per cui sarebbe da valutare se è il caso di introdurre un altro farmaco. Tra l’altro, trattandosi di un rimedio omeopatico, potrebbe andare in sofferenza con l’uso contemporaneo del fitofarmaco e dell’integratore ormonale, non con il gemmoterapico. Comunque, i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi emotivi che procurano anche l’insonnia, tra cui Nux vomica, sono consultabili all’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio più adatto sarà quello che contiene la sintomatologia più somigliante a quella del paziente. Ovviamente i parametri terapeutici riportati nell’articolo (diluizione e posologia in particolare) sono inevitabilmente generici, non personalizzati, a carattere informativo, mentre la buona pratica omeopatica richiede che essi siano strettamente connessi alla situazione personale. Sarebbe pertanto opportuno rivolgersi ad un medico omeopata, che rappresenta sempre la migliore garanzia. Cordiali saluti.
Sara dice
Gent.ma dott.ssa,
ho 27 anni e soffro di amenorrea portata dall’ovaio policistico. Mi è capitato di avere ritardi del ciclo anche di 2/3 mesi, periodo nel quale non mi sento affatto bene. Non volendo assumere la pillola, mi sono affidata all’omeopata che mi ha prescritto gocce K2F Guna (20 al mattino e 20 la sera) e granuli di pulsatilla da assumere dal 13 esimo al 21esimo giorno del ciclo. Spero di regolarizzare il tutto ma ho un problema davvero fastidioso, che si è accentuato da quando assumo le gocce (ma potrebbe essere una coincidenza): ho spesso un forte senso di calore, quasi di svenimento e sudorazione fredda alle mani. Non so come eliminare questo problema, l’omeopata mi ha consigliato Silicea per la sudorazione ma vorrei un ulteriore parere. Questo disagio sta diventando davvero problematico, tanto da farmi decidere di non uscire il più delle volte soprattutto per la paura di avere mancamenti, adesso ancora più temuti per il caldo. Spero possa aiutarmi con una sua valutazione.
La ringrazio in anticipo per la disponibilità.
Un saluto
Sara
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sara, ovviamente è difficile stabilire se i fastidi in parola possano essere attribuiti a K2f, cosa comunque alquanto improbabile, perché con i rimedi complessi ogni situazione diventa abbastanza indecifrabile. In ogni caso se dovesse trattarsi di un eventuale aggravamento omeopatico o iatrogeno, questo sarà solo temporaneo e scomparirà senza alcuna conseguenza. Ma dal punto di vista omeopatico il fatto non è rilevante, o quantomeno non lo è più, occorrerà adesso solo concentrarsi sulla nuova sintomatologia e cercare di curarla al più presto. Devo pertanto ritenere che il medico omeopata le ha prescritto Silicea come rimedio ricostituente, oltre che per la sudorazione. Infatti Silicea è un grandissimo rimedio omeopatico costituzionale, forse il maggiore fra tutti, particolarmente adatto al biotipo corrispondente ove predominano stanchezza, mancanza di energie, senso di svenimento, astenia fisica e cerebrale, mancanza di calore vitale, traspirazione abbondante di sudori freddi (mani, piedi, testa, parti genitali), sistema immunitario fragile e molto altro ancora. Tra l’altro Silicea e Pulsatilla sono degli ottimi sinergici, che posseggono una convergenza d’azione sia nei loro effetti generali che in uno o più effetti particolari, per cui con la loro associazione la terapia ne esce notevolmente rafforzata. Abbia perciò fiducia nell’operato del suo medico omeopata, che avendola visitata la conosce bene sia dal punto di vista omeopatico che dal punto di vista medico-generale e quindi ha potuto stabilire l’intervento terapeutico più adatto a lei. Lo tenga periodicamente informato sull’andamento della cura. Cordiali saluti.
Giovanna dice
Buongiorno Dott.sa,
da circa un anno soffro di paresi di Bell lato sinistro del viso, vorrei sapere se causticum è il rimedio adatto. Ho effettuato tutti gli esami specifici e risulta sempre un infiammazione costante del 7 nervo cranico.
Causticum (o altro rimedio?) in quale diluizione e per quanto tempo?
Grazie del Suo tempo e di questa possibilità.
Giovanna
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giovanna, Causticum è uno dei rimedi omeopatici che viene utilizzato nelle paresi o paralisi facciali. Altri rimedi omeopatici che trovano impiego sono Aconitum napellus, Allium cepa, Ammonium phosphoricum, Cadmium sulphuratum, Dulcamara, Iodium, Kali chloricum, Mercurius, Petroleum, Ruta, Senega, Zincum picricum. Ovviamente, così come richiede l’omeopatia con la “legge di similitudine”, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello che assomiglia di più al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia. Per quanto riguarda la diluizione, la posologia e la durata della cura, queste, come tutte le entità terapeutiche omeopatiche, sono strettamente personali, non generalizzabili, in quanto dipendenti dalla profondità della patologia o del disturbo, dalla reattività e sensibilità individuale dell’organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, dalle caratteristiche intrinseche del rimedio, nonché dal grado di somiglianza rimedio-paziente. Solo la visita medica omeopatica può riuscire a determinare tutto ciò con la dovuta precisione. Nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, quando occorre intervenire a livello sintomatico ci si orienta verso le basse diluizioni (quelle fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli più volte al dì, finché si registrano benefici, salvo diversa prescrizione medica. Sarebbe quindi opportuno rivolgersi ad un medico omeopata, che rappresenta sempre la migliore garanzia. Cordiali saluti.
Chiara dice
Gentile dottoressa, soffro di bulimia nervosa con ricorrenti abbuffate e gesti di compensazione (fra cui vomito autoindotto) da circa tre anni. Ho 18 anni e specie ultimamente soffro di attacchi di ansia dovuti per lo più alla mia situazione familiare e a uno dei miei genitori con disturbo bipolare. Mi hanno consigliato di provare la cura omeopatica e nello specifico l’ignatia amara. Lei cosa ne pensa? Che dosi eventualmente mi consiglia? Grazie in anticipo.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Chiara, bisogna considerare che in campo omeopatico i consigli generici, soprattutto quando sono in gioco gli aspetti psichici e/o psicosomatici, non possono trovare accoglimento perché l’omeopatia è una medicina molto personalizzata, che “veste su misura”, come si è solito sintetizzare, che non ha cure standardizzate, che richiede indispensabilmente un’apposita terapia per ogni singolo paziente, la quale facilmente è diversa da quella di un altro quand’anche entrambi affetti dalla stessa patologia o disturbo. L’omeopatia, com’è noto, fonda il suo principio terapeutico sulla “legge di similitudine”, secondo la quale un rimedio per essere curativo deve assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico, occorre cioè che il quadro clinico del paziente sia sovrapponibile al quadro patogenetico del rimedio (leggi l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici rappresentativi dell’instaurarsi e dello svilupparsi della malattia o del disturbo). In parole più semplici il rimedio omeopatico che rispecchia meglio la globalità dei sintomi del paziente e delle loro modalità di manifestazione sarà quello curativo. Ci sarà da stabilire poi la diluizione, che è anch’essa una scelta strategica per il successo della terapia ed è anch’essa strettamente personale, in quanto dipendente dalla reattività e sensibilità individuale dell’organismo allo stimolo del rimedio, dalla profondità della patologia o disturbo, nonché dal grado di somiglianza rimedio-paziente. La posologia relativa diventa una conseguenza. Per i motivi esposti l’omeopatia è considerata la cura del malato piuttosto che della malattia in sé e solo la visita medica omeopatica può riuscire a individuare la terapia giusta con la dovuta precisione. Ciò premesso, se lei si riconosce nel profilo di Ignatia amara, ampiamente rilevabile dall’articolo omonimo nella presente sezione del sito, allora il rimedio potrà essere adatto a lei ed aiutarla a superare la bulimia. Solo a titolo informativo, i rimedi omeopatici più specifici per trattare la bulimia che trovano maggiore impiego sono Calcarea carbonica, China, Cina, Iodium, Lycopodium, Nux vomica, Phosphorus, Psorinum, Silicea, Sulphur, Veratrum album ed altri. Concludendo se lei vuole avere delle concrete possibilità di cura con l’omeopatia, le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata perché, come visto, difficilmente con l’autoprescrizione si potrà riuscire nell’intento. Cordiali saluti.
Anna dice
Buonasera.Stasera ho dimenticato di chiedere all’omeopata che mi ha dato caricnosinum Q3 e sulphur carboniu, Q1 cosa vuol dire la diluzione Q3 e Q1 grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, le diluizioni o potenze Q, come le LM, sono le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, con l’unica differenza che nelle Q la preparazione viene fatta partendo da una triturazione con la pianta fresca, qualora trattasi di sostanze vegetali. Cordiali saluti.
Stefano dice
Non riesco a rilassare l’addome (è sempre teso), non mi curo con farmaci, ho delle unghie molto deboli e sto perdendo i capelli (stempiatura frontale). È tutto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Stefano, quello che di più saggio si può consigliare è di rivolgersi ad un medico omeopata, a maggior ragione con un quadro clinico complesso come il suo che dovrà richiedere una terapia articolata ed una vera e propria strategia terapeutica improntate al superamento dei diversi disturbi che l’affliggono, sia fisici che psichici o psicosomatici. E’ molto probabile che la cura omeopatica dovrà muoversi lungo due linee di azione terapeutica: una sintomatica e l’altra di fondo La cura sintomatica dovrà servire per intervenire rapidamente sui sintomi tramite rimedi che contengono la sintomatologia somigliante. La cura di fondo dovrà servire per intervenire sul proprio “terreno” legato al patrimonio genetico e comportamentale, per correggerne o regolarne il funzionamento, tramite rimedi costituzionali scelti accuratamente sulla base della somiglianza con i propri caratteri morfologici, fisiologici e psicologici. Il medico omeopata con la visita medica omeopatica sarà quindi in grado di prescrivere la terapia personalizzata giusta per lei, decidendo i rimedi, le relative diluizioni (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), le posologie, i tempi di cura, l’uso di eventuali bioterapici di supporto, gli eventuali successivi adattamenti in corso d’opera, ecc. Una panoramica dei principali rimedi omeopatici sintomatici che vengono più frequentemente utilizzati nei disturbi che la riguardano, tra cui potrebbe trovarsi il rimedio (o i rimedi) costituzionale, è consultabile nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi” agli articoli “Ansia, Depressione, Attacchi di panico”, “Disturbi gastrici”, “Raffreddore e Rinite allergica”, “Sinusite”. Cordiali saluti.
Stefano dice
Salve dottoressa ho 30 anni e da circa 4 anni soffro di disturbi intestinali quali feci mai dello stesso tipo o colore e mai dure, sensazione di incapacità di trattenere le feci (problema che mi ha recato disagi sociali) flatulenza, meteorismo, dolore al colon nell’ultimo tratto, ogni tanto di senso di vuoto allo stomaco e sensazione di bruciore proprio sotto lo sterno. Mi ammalo spesso (febbre alta con tonsille rosse e pus bianco) . Soffro anche di raffreddore da fieno (che ho provato a fermare con imo dose, senza risultati), sinusite con catarro cronica con catarro tra gola e naso ed espulso dalla bocca (da una vita),orecchie spesso incrostate (ci sento molto bene ma non distinguo le parole delle persone). mi sveglio la mattina con gli occhi appiccicati e lacrimanti, il naso con incrostazioni. Sto peggio la mattina e miglioro la sera, peggioro con il caldo afoso, ma non sto bene neanche con il freddo (più che altro non lo tollero) a volte ho difficoltà a respirare e quando bevo qualcosa di alcolico (che non sono riuscito a capire cosa sia) divento tutto rosso in faccia e non solo e mi trovo in difficoltà respiratorie. In generale sto bene, faccio abbastanza sport. A volte ho paura della gente mi sento ansioso ad uscire e non riesco pienamente ad essere me stesso per paura del giudizio degli altri. Penso che ci siano stati dei momenti che mi hanno segnato e fatto cambiare. Non ho molta fiduciain me stesso. Spero che possa essermi di aiuto per i miei problemi intestinali e delle vie aeree, e spero di essere stato il più completo possibile visto che l’omeopatia è fatta ad personam. Cordiali saluti attendo sua risposta
Elisa dice
Gentile Dottoressa ho 40 anni e soffro di disturbo borderline di personalità mai curato con nessun farmaco. potrebbe indicarmi qualcosa di omeopatico? grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elisa, l’omeopatia è una medicina molto personalizzata, che “veste su misura”, come si è solito sintetizzare, che non ha cure standardizzate che vanno bene per tutti, che per ogni paziente richiede facilmente una terapia diversa da quella di un altro, quand’anche entrambi affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Occorre cioè tenere presente che l’omeopatia è la medicina per la cura di una persona con una determinata sintomatologia e non per un disturbo o una disfunzione o una malattia in generale. L’omeopatia, com’è noto, fonda il suo principio terapeutico sulla “legge di similitudine”, secondo la quale i rimedi omeopatici per essere curativi devono assomigliare al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno gli effetti terapeutici. Nella scelta del rimedio “giusto” si tratta di stabilire un rapporto analogico tra l’insieme dei sintomi presentati dal paziente e quello fornito dalla studio della patogenesi del rimedio. In effetti il quadro patogenetico del rimedio deve potersi sovrapporre al quadro clinico del paziente. La somiglianza deve riguardare non solo i sintomi comuni della patologia o del disturbo (nella fattispecie il disturbo borderline di personalità), ma anche (e forse soprattutto) i sintomi caratteristici individuali, quali ad es. sensazioni precise, percezioni, causalità e modalità delle manifestazioni, sintomi concomitanti, riflessi psicosomatici, circostanze di aggravamento e di miglioramento, segni di richiamo, ecc. E’ questo il “lavoro” che svolge il medico omeopata, che abilmente riesce a fare emergere ed a valorizzare tutto ciò. Il medico omeopata con la visita medica omeopatica è in grado perciò di pervenire alla prescrizione della terapia più adatta all’individuo-paziente, previa diagnosi precisa, decidendo il rimedio (o i rimedi) somigliante, la relativa diluizione (anche questa scelta è strategica per il successo della terapia), la posologia, i tempi di cura, gli eventuali successivi adattamenti in corso d’opera, ecc. A titolo puramente informativo, una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati per le sofferenze psichiche è consultabile all’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Concludendo, se lei vuole avere con l’omeopatia delle concrete possibilità di cura, le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata, perché, come visto, difficilmente con l’auto-prescrizione si potrà riuscire nell’intento. Cordiali saluti.