DESCRIZIONE
Il rimedio omeopatico Calcarea carbonica si ottiene dalla triturazione con lattosio del carbonato di calcio e dalle successive diluizioni/dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
Il carbonato di calcio, avente formula chimica CaCO3, è il sale di calcio dell’acido carbonico. A temperatura ambiente si presenta come un solido bianco, quasi insolubile in acqua, ma solubile in acque contenenti anidride carbonica (CO2) disciolta. Il carbonato è il minerale di calcio più abbondante in natura. Si rinviene in due forme cristalline, precisamente nei minerali Calcite, a forma trigonale, molto birifrangente, con cristalli di diverso abito (prismatico, romboedrico, scalenoedrico, tabulare) e Aragonite, molto meno comune, a forma rombica, con cristalli generalmente prismatici. La calcite è il componente principale del calcare, del marmo (che, per la compattezza e per la facilità con cui si lascia levigare, è molto richiesto come materiale da costruzione) e di numerosissime pietre pregiate di varie colorazioni (usate in edilizia come materiali ornamentali), ma è anche la materia prima per la produzione industriale della calce e, unita ad argilla, per la produzione dei cementi in genere.
Il calcio è essenziale alla vita degli animali e delle piante, dato che svolge importanti funzioni metaboliche ed è il principale costituente di ossa e denti. Sono formati da carbonato di calcio anche i gusci delle uova, i gusci delle ostriche, l’osso di seppia, i coralli.
Il carbonato di calcio è usato per togliere l’acidità dal vino, nei dentifrici come sostanza abrasiva per favorire la rimozione della placca dentale, in medicina come farmaco antiacido per alleviare i bruciori di stomaco e come integratore alimentare, nell’industria alimentare come colorante bianco con la sigla E170. E’ il principale componente del calcare presente nell’acqua, responsabile della sua durezza,
Alla solubilità del carbonato di calcio in acque contenenti anidride carbonica, la cui reazione produce bicarbonato di calcio (o più propriamente idrogenocarbonato), si deve la formazione delle incrostazioni calcaree nelle caldaie da acque dure e di stalattiti e stalagmiti nelle grotte.
Il carbonato di calcio che viene utilizzato per la preparazione del rimedio omeopatico Calcarea carbonica è estratto dallo strato centrale di madreperla del guscio d’ostrica.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Calcarea carbonica è uno dei principali policresti dell’omeopatia ed è anche uno dei principali rimedi della psora, cioè la sua diatesi è marcatamente psorica. E’ un rimedio ad azione profonda che agisce sulle forze vitali dell’organismo, rivitalizzando il metabolismo. Riequilibra l’assorbimento del calcio, per cui agisce specificamente sulle ossa e sulle articolazioni, nonché sulle ghiandole linfatiche, sulle vene, sulla pelle, e sugli apparati digerente, respiratorio, urinario e genitale femminile.
Il biotipo Calcarea c. ha una costituzione carbonica ed un temperamento linfatico. Ha predisposizione ad ingrassare ed il suo addome è prominente e pieno di gas. E’ calmo, pacifico, metodico, lento, sia intellettualmente che nei movimenti, è un soggetto atonico: i suoi muscoli sono flaccidi e cadenti, così come il suo grasso. E’ stanco, ha difficoltà di concentrazione, preferisce il riposo e la tranquillità. E’ ritenuto il “fratello maggiore” di Baryta carbonica, con la differenza che, pur essendo ugualmente duro di comprendonio, alla fine “ci arriva”. E’ altresì timoroso, pauroso, sfiduciato e pessimista. E’ ipoteso se giovane, frequentemente iperteso se anziano. E’ pallido, ha unghie ondulate, rugose e irregolari. I denti sono spesso cariati o assenti o malformati. Ha mani e piedi freddi e sudati, è freddoloso e si raffredda facilmente, ha la sensazione di indossare abiti bagnati. E’ lento ad ammalarsi e la sua febbre non è mai alta. La sintomatologia tende a protrarsi più a lungo della media. Le linfoghiandole sono ingrossate e dure. Sono frequenti polipi e papillomi. Nelle ragazze lo stato di anemia è dovuto a cicli mestruali lunghi e frequenti. Le affezioni dovute a raffreddamento, che interessano naso, occhi e orecchie, sono spesso accompagnate da cefalea.
In Calcarea c. tutto è acido: il gusto, la flatulenza (i rigurgiti sono acidi), la diarrea (soprattutto dopo aver bevuto latte), la pelle, il sudore.
Calcarea c. è un ottimo rimedio delle affezioni croniche respiratorie, cardiovascolari, cutanee e gastroenteriche, specie nelle reazioni allergiche al latte, delle affezioni a carico dell’orecchio e nei casi di mestruazioni a lungo irregolari delle adolescenti.
Si rivela utile per tutte le età. Neonati durante le fase della dentizione. Bambini che presentano un ritardo nello sviluppo scheletrico, il quale si manifesta anche con un ritardo nella chiusura delle fontanelle, che hanno una debolezza nelle gambe, per cui imparano tardi a camminare, che hanno ghiandole ipertrofiche (di volume aumentato). Bambini e adolescenti di corporatura robusta, con tendenza all’obesità, “cicciottelli”, con testa voluminosa che trasuda alla nuca, al minimo sforzo o durante il primo sonno, tanto da bagnare il cuscino su cui dormono, ma anche di bambini e adolescenti emaciati, con cute flaccida e muscolatura debole. Adolescenti con ritardo puberale. Adulti maschi tarchiati e tozzi, con addome prominente e mammelle evidenti, con pochi peli, denti larghi, occhi tondeggianti e grandi come il bue, labbra carnose, collo grosso, piedi tozzi, camminatura ondeggiante a mo’ di elefante, che hanno un buon appetito. Donne adulte generalmente grasse, con seni ben sviluppati, mestruazioni lunghe e anticipate, isteriche. Anziani corpulenti e obesi, con le malattie della nutrizione, malinconici e tristi, depressi, sclerotici.
I sintomi migliorano con le applicazioni calde, con il tempo secco, dopo un piccolo movimento. Peggiorano con l’umidità, con il freddo, dopo aver bevuto il latte, dopo uno sforzo fisico, con il riposo, con il plenilunio.
Il rimedio è considerato il “ciccione” dell’omeopatia e gli viene attribuita l’etichetta: Calcarea carbonica è Obelix (il noto personaggio dei fumetti della serie “Asterix il gallico”).
I principali sinergici (complementari) di Calcarea c. sono Belladonna, Lycopodium, Rhus toxicodendron, Silicea, Sulfur, Sulfur iodatum.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Calcarea carbonica si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.
1) TESTA. Epilessia con intensificazione delle crisi durante il plenilunio. Vertigini quando si sale su luoghi alti con paura del vuoto e/o girando bruscamente la testa. Cefalea periodica (7 – 15 giorni) nella regione sopraorbitale che scende lungo il naso, con sensazione di freddo alla testa, che di solito inizia al risveglio, caratterizzata da un dolore di pressione, accompagnata spesso da nausea e vomito, che può comparire dopo uno sforzo di qualsiasi natura.
2) OCCHI. Infiammazione e gonfiore degli occhi, con secrezione e agglutinazione notturna, palpebre appiccicate. Oftalmie pruriginose con fitte, spesso accompagnate da cefalea se conseguenti a uno sforzo. Offuscamento della cornea. La maggior parte dei problemi agli occhi compare dopo essersi bagnati i piedi, con il tempo freddo e umido, dopo essere andati in bicicletta, dopo essere usciti con il sole, o dopo aver affaticato la vista.
3) ORECCHIO. Otite cronica con otorrea purulenta. Parotite.
4) GOLA. Angine di gola croniche.
5) APP. RESPIRATORIO. Raffreddore cronico, faringite bruciante, ipertrofia delle ghiandole alla base del collo, poliposi nasale, laringite con raucedine cronica, dispnea con tosse, tracheite e bronchite cronica.
6) APP. DIGERENTE. Gastroenterite. Digestione lenta con addome gonfio e meteorismo, rigurgiti acidi, vomito acido, diarrea acida (in Calcarea c. tutto è acido), anche nei lattanti durante la dentizione (ove si può associare a Aethusa cynapium) e nei bambini rachitici. Costipazione cronica, feci inizialmente dure, poi pastose e poi liquide. Coliche epatiche. Calcolosi biliari recidivanti.
7) GHIANDOLE. Ipertrofia (aumento di volume) delle ghiandole linfatiche (collo, ascelle, inguine, intestino, torace).
8) APP. MUSCOLO-SCHELETRICO. Disfunzioni dovute ad difetti di assimilazione del calcio, rachitismo, debolezza della colonna vertebrale, osteopatie, carie dentali, dentizione difficile dei bambini.
9) ARTICOLAZIONI. Gotta, reumatismo articolare dovuto ad esposizione alle intemperie o ad un cambiamento del tempo in freddo e umido.
10) APP. GENITALE FEMMINILE. Ipermenorrea alla minima eccitazione mentale. Amenorrea dopo un bagno freddo con leucorrea. Ritardo del processo puberale.
11) APP. URINARIO. Coliche e calcolosi renali recidivanti.
12) CUTE. Crosta lattea; dermatiti del volto, della regione retro-auricolare e del cuoio capelluto con croste spesse e umide o successivamente con squame; orticaria dovuta a intolleranza al latte; psoriasi palmare; follicolite della barba; foruncoli; impetigine; screpolature nelle dita delle mani; verruche; cute ruvida e secca.
13) APP. CARDIOVASCOLARE. Vene varicose. Flebiti. Palpitazioni cardiache di notte o dopo un pasto.
DOSI
□ Nei casi 6) e 12), diluizione 4CH, 3 granuli da 1 a 3 volte al dì.
□ Nel caso 8), diluizione 7CH, 3 granuli da 1 a 3 volte al dì.
□ In tutti gli altri casi, diluizione 7 o 9CH, 2 – 3 granuli con periodicità legata alla situazione specifica.
(*) V. Note esplicative
Rodica dice
BUONGIORNO,SONO RODICA,VI PREGO SE E POSIBILE DI DARMI UN CONSIGLIO COSA DEVO PRENDERE PERCHE SUCEDE TANTO CHE DIMENTICO.GRAZIE MILLE
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rodica, i rimedi omeopatici che possono aiutare a contrastare la diminuzione di memoria sono tanti, tra i quali, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio, il rimedio adatto sarà quello che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, molto sinteticamente, i rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei disturbi di memoria sono: Baryta carbonica, per le persone anziane; Conium, se vi è lentezza nel comprendere; Kali phosphoricum, in caso di affaticamento cerebrale; Phosphoricum acidum, in caso di apatia; Calcarea phosphorica, in caso di stanchezza fisica e mentale; Sulphur, se si dimenticano gli avvenimenti recenti; Caladium, se si perde il filo del discorso e si dimenticano le cose da fare; Lycopodium, se vengono confuse frasi, parole, lettere e non si ricorda ciò che si è letto o studiato; Anacardium orientale, se vengono confusi i nomi. In diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come ad es. Alnus glutinosa M.G. D1 che migliora la circolazione cerebrale e quindi contrasta le turbe di memoria e/o Ginkgo biloba M.G. D1 che combatte i processi degeneratici cerebrali ed ha un sinergismo di azione con il precedente. Anche l’alimentazione diventa importante per favorire le funzioni cognitive e migliorare la memoria, evitando o limitando i cibi ad alto contenuto di grassi saturi e di colesterolo (carni grasse, formaggi, ecc.) ed incrementando il consumo di quelli ricchi di grassi insaturi (ad es. olio extra-vergine di oliva) e polinsaturi (omega-3 e omega-6, ad es. pesce azzurro), ricchi di vitamine (in particolare vitamine A, B9 e C), ricchi di minerali (in particolare ferro e zinco), ricchi di fibre e antiossidanti. Pertanto frutta e verdura non devono mai mancare, oltre a cereali integrali e legumi. Tutto quanto detto finora ha ovviamente carattere esclusivamente informativo, per cui le consiglio di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
maria grazia dice
Buongiorno, vorrei gentilmente avere un vostro consiglio in merito al mio problema.
Da circa un anno soffro di vertigini. Ho fatto tutti gli accertamenti del caso e fortunatamente non sono emersi grossi problemi.
E’ stato rilevato un disequilibrio cronico da inferenza multifattoriale ( visiva, gnatologica, propriocettiva cervicale).
Sto seguendo un percorso di riabilitazione posturale ed esercizi di mobilità visiva, ma il processo sarà lungo.
Nel frattempo però le vertigini sono aumentate, con frequenza giornaliera, dandomi problemi ad affrontare anche le semplici attività di ogni giorno: uscire di casa, incontrare persone, fare la spesa,…
Ho accennato questo problema al medico che mi segue, ma lui preferisce ,per il momento, non darmi farmaci . io però sto male.
Vi chiedo gentilmente se calcium carbonicum può essere un rimedio oppure se mi potete consigliare altri medicinali omeopatici. Grazie per la disponibilità
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria Grazia, Calcarea carbonica è uno dei tanti rimedi omeopatici che viene adoperato per la lotta alle vertigini, in particolare se queste sono concomitanti a sforzi fisici, nel chinarsi, nel girare la testa di scatto, nel chiudere gli occhi, nel coricarsi, nel camminare all’aria aperta, nel salire in alto, dopo un attacco di collera; a volte si associa anche l’oscuramento della vista o il tremore. Tra gli atri rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati troviamo Aconitum napellus, Bryonia, Cocculus, Conium maculatum, Gelsemium, Nux vomica, Pulsatilla. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio adatto sarà quello che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Il consiglio comunque è di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al caso specifico. Cordiali saluti.
Simone dice
Salve, mi hanno diagnosticato alcuni calcoli salivari e vorrei sapere se c’è un modo tramite l’omeopatia per bloccare l’accrescimento o che contribuisca alla riduzione degli stessi prima di effettuare l’intervento chirurgico?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Simone, Calcarea carbonica è il più importante rimedio omeopatico che viene utilizzato nella calcolosi salivare. La sua azione spesso è duplice, sia nel contribuire alla riduzione dei calcoli e sia nel favorire la loro espulsione. Per quest’ultimo aspetto talvolta viene associato a Magnesia carbonica, che è un rimedio omeopatico in grado di lavorare sullo spasmo dei dotti salivari che potrebbe ostacolare il deflusso dei calcoli. Potrebbe essere utile anche associare qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia ), in gocce, come Betula pubescens M.G. D1 che è un ottimo drenante generale capace di stimolare il sistema reticoloendoteliale, ha proprietà toniche ed aumenta le difese dell’organismo o Quercus peduncolata M.G. D1 che ha un’azione simile e complementare a quella di Betula pubescens. Altra possibilità interessante è l’utilizzo di un Isoterapico salivare, la cui preparazione deve essere effettuata da un laboratorio galenico omeopatico a partire dalla propria saliva. Potrebbe essere altresì utile, al fine di eliminare spontaneamente i calcoli, stimolare la produzione del flusso salivare (ovviamente in maniera controllata per evitare ogni spasmo), con ad es. il succo di limone, le caramelle dure, una buona idratazione, ecc. Il consiglio comunque è di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Maurizio dice
Buongiorno
Soffro di sinusite cronica causata da polipi nasali con mancanza di olfatto nei momenti acuti per parecchie ore della giornata. Ho anche un mutamento del gene della fibrosi cistica, Delta f508 che mi ha causato l’ agenesia dei dotti deferenti, e il cardias allargato che mi provoca il reflusso esofageo. Sono parecchi giorni che soffro di sinusite con scariche di catarro denso giallo verde e non volendo prendere l’ennesimo antibiotico vorrei chiederle un consiglio su quali rimedi omeopatici potrei prendere, la calcarea carbonica potrebbe andare bene? E con quale posologia? Ci sarebbero altri rimedi omeopatici?
Grazie mille
Maurizio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Maurizio, una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati in caso di sinusite è consultabile all’articolo “Sinusite” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. I rimedi omeopatici che presentano più caratteristicamente un espettorato giallo-verdastro, aderente e difficile da espellere, sono Hydrastis, Kali bichromicum, Mercurius solubilis e Pulsatilla. La differenza fra i quattro è che Hydrastis migliora con il freddo, all’aria aperta, al vento secco e si aggrava con il calore, Kali bichromicum è maggiormente predisposto all’ulcerazione, al sanguinamento e migliora con il calore, Mercurius solubilis mostra sensibilità alle temperature estreme, come il mercurio di un termometro, Pulsatilla è freddoloso ma paradossalmente teme il calore e ricerca il fresco, si aggrava in una camera troppo calda e migliora all’aria fresca (infatti tipicamente il naso si libera all’aria fresca e si ottura entrando in un luogo chiuso) ed ha una secrezione non irritante. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio adatto sarà quello che contiene la sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Sempre a titolo informativo, sappia che in diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come ad es. Ribes nigrum M.G. D1 che è un ottimo cortisone-like, con attività antinfiammatorie e antistaminiche ed è un ottimo regolatore del sistema immunitario e/o Magnolia denudata M.G. D1 che è particolarmente indicato nelle affezioni infiammatorie o allergiche delle prime vie respiratorie, nelle riniti acute e croniche, nella rinite ipertrofica e nelle sinusiti subacute e croniche. Le consiglio comunque di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico.
Lidia dice
Lidia
29/05/2016
Salve, volevo un suo parere riguardo a questo argomento:
Mi hanno diagnosticato un unico calcolo di circa 2 cm e mi hanno consigliato di toglierlo con un intervento. Nn ho coliche al momento è nn ho problemi di digestione, sto benissimo.Volevo solo prendere un aiuto omeopatico che mi aiutasse a ridurlo anziché ricorrere all intervento. Lei cosa mi cosìglia di fare?
C’è un rimedio efficace per ridurre il calcolo?
Sperando in una sua risposta le mando i miei più cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lidia, l’Omeopatia non dispone di rimedi in grado di ridurre o di sciogliere i calcoli, tutt’al più di rimedi capaci di evitarne l’accrescimento, di controllare i sintomi primari e secondari e di migliorare la funzionalità d’organo. I rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nella calcolosi biliare sono Belladonna, Bryonia, Calcarea carbonica, China, Colocynthis, Lycopodium, Nux vomica, Phosphorus, invece nella calcolosi renale i rimedi diventano Cantharis, Calcarea carbonica, Lycopodium, Oxalicum acidum, Pareira brava, Sepia. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia (quest’ultima in senso lato e generale, anche quella meno appariscente) e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Se lei intende avvalersi dell’Omeopatia le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Anna dice
salve ho 52 anni da tanti anni soffro di meteoropatia al primo stadio aggravata da insonnia e malessere generale , 2 giorni prima avverto l’arrivo di un temporale con conseguenze devastanti come già citato sopra; soffro anche di anemopatia o sindrome dei venti, anche dello scirocco ecc. Da un anno sono in cura da un omeopata, alla prima visita mi ha prescritto il Rhododendron chrisantum 200 K , ho avuto un lieve miglioramento all’arrivo di un temporale, alla seconda il medorrhinum LM VI dopo il Medorrhinum MK ma non ho avuto nessun riscontro, dopo il Rhododendron MK è FINALMENTE ho avuto netti miglioramenti all’arrivo di un temporale . Dopo ancora per l’insonnia Thuja 35 K i primi 20 giorni il sonno è migliorato tantissimo, dopo il vuoto più assoluto, dopo ancora mi prescrive Thuja Mk dose unica , e mi dice di continuare per 1 mese con il thuja 35 K ma non ho avuto nessun riscontro sul sonno, ora il 24 settembre, mi ha prescritto sempre il Rhododendron Mk 5 gocce ogni 15 giorni per 2 mesida ripeter al bisogno per disturbi da cambiamenti metereologici, e la Calcarea carbonica Mk da iniziare a metà ottobre, posologia n° 20 globuli. Ogni tanto prendo le benzodiazepine e precisamente il FLUNOX. SONO DISPERATA MI SEMBRA DI NON TROVARE IL RIMEDIO PER QUESTA MALATTIA,In attesa di un vostro riscontro, ringraziandola porgo cordiali saluti .
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, la cura prescritta è stata sicuramente oggetto di approfondite valutazioni da parte del medico omeopata, il quale ha potuto quindi stabilire che essa è la più adatta alla sua persona ed alla sua condizione. Ci sono altri rimedi omeopatici che presentano nelle loro patogenesi segni di malessere e di aggravamenti prima e durante un temporale o al peggiorare delle condizioni atmosferiche (pioggia, vento, fulmini, ecc.), con molti sintomi concomitanti tra cui l’insonnia, quali ad esempio Cedron, Gelsemium, Melilotus, Natrum carbonicum, Phosphorus, Petroleum, Psorinum, Pulsatilla, Saccharum lactis, Sepia, Silicea, Sulphur, Syphilinum, ma il medico omeopata ha preferito quelli che ha prescritto perché evidentemente li ha ritenuti più vicini a lei, nelle caratteristiche, nella sintomatologia e nel quadro clinico generale. Deve perciò avere pazienza e fidarsi dell’operato del medico, il quale sta anche provvedendo ad adattare la terapia in base ai risultati che si conseguono. Deve comunque tenere conto che quando sono in gioco gli aspetti psichici e psicosomatici i tempi di cura non sono mai brevi, come non lo sono con qualsiasi altro tipo di medicina e possono richiedere in itinere qualche modifica della strategia terapeutica. Le consiglio di tenere costantemente informato il medico omeopata sull’andamento della cura, per consentirgli di valutare sempre meglio la situazione. Cordiali saluti.
francesca dice
buongiorno sono Francesca, Le scrivo per avere u’informazione, ho richiesto al farmacista la calcarea carbonica 7 ch come aiuto per dimagrire ma lui mi ha fornito la Calcarea carbonica ostrearum 15ch dicendomi che è lo stesso; è vero? e che dosi devo prenderne? grazie e buona giornata
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Francesca, le diluizioni 7CH e 15CH, dal punto di vista terapeutico, non sono la stessa cosa. La 7CH è una bassa diluizione, che ha un’azione terapeutica abbastanza rapida ed una copertura terapeutica anch’essa abbastanza breve, tant’è che solitamente viene utilizzata nelle situazioni acute, in ragione di pochi granuli pro-dose più volte al dì. La 15CH è una media diluizione, che ha un’azione terapeutica più lenta, di qualche giorno ed una copertura terapeutica di alcuni giorni, fino a circa una settimana, tant’è che solitamente viene utilizzata nei casi sub-acuti e per il funzionale, in ragione di pochi granuli pro-dose a distanze da qualche giorno a una settimana. Ciò a meno di casi specifici legati alla situazione personale del paziente e quindi secondo prescrizione medica. Cordiali saluti.
ilaria dice
Salve, sono Ilaria le scrivo per un’informazione, ho un bimbo di 18 mesi che lo scorso anno ha sofferto di otite purulenta, mi hanno consigliato biofluinum una volta la settimana da settembre a marzo, e la calcarea carbonica ma non ricordo il dosaggio, va bene anche quella una volta la settimana e che dosaggio?…Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ilaria, intanto occorre premettere che in Omeopatia qualsiasi entità terapeutica è strettamente personale, non generalizzabile, in quanto molto legata alle peculiarità individuali del paziente. In particolare il dosaggio, o per meglio dire la posologia, dipende dalla diluizione del rimedio omeopatico e dallo stato della patologia. Solitamente per le basse diluizioni (quelle ad es. fino a 7CH) la posologia è di pochi granuli più volte al dì, per le medie diluizioni (quelle ad es. da 9 a 30CH) anche una volta a settimana, per le alte diluizioni (quelle ad es. superiori a 30CH) anche una volta al mese. Ciò a meno di casi specifici legati alla situazione personale del paziente e quindi secondo prescrizione medica. Pertanto se il consiglio gliel’ha fornito un medico omeopata sarebbe opportuno chiedere conferma a lui, se non è così sarebbe invece opportuno ricorrere a tale figura professionale che potrà esprimersi anche sull’idoneità dei rimedi in parola per il suo bimbo. Cordiali saluti.
gianni dice
Salve, vorrei sapere l’osso di seppia polverizzato é utile come bruciore di stomaco? e quanti grammi bisogna prendere e poi dove lo posso conservare?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gianni, in linea di principio l’osso di seppia un contributo lo potrebbe fornire per alleviare i bruciori di stomaco, grazie all’alto contenuto di carbonato di calcio. Ma oggi più modernamente si preferisce ricorrere ad altri tipi di rimedi naturali, che sono anche più sicuri sul piano igienico-alimentare, come i prodotti erboristici o casalinghi a base di piante come Aloe vera, Camomilla, Finocchio, Malva, Melissa, Sedano, Zenzero, ecc. oppure gli integratori di Bicarbonato di sodio o di Calcio carbonato. Ovviamente si tratta di preparati da assumere sempre dietro il preventivo consenso medico, perché soprattutto quando si superano certe dosi possono avere delle controindicazioni. Cordiali saluti.
Margherita dice
La ringrazio per la risposta. In caso quante volte al giorno posso prendere i granuli per aumentare il latte?
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Margherita, in Omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è strettamente personale, non generalizzabile e solo la visita medica omeopatica le può individuare con la dovuta precisione. Si parte innanzitutto dalla scelta del rimedio che, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico, deve assomigliare al paziente nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia dal punto di vista fisico che psichico. Quindi se lei si riconosce nelle caratteristiche generali di Calcarea carbonica, ampiamente rilevabili dal presente articolo, allora il rimedio potrà considerarsi adatto. Ad esempio, altri rimedi omeopatici potenzialmente utili a combattere l’agalattia o la scarsa produzione di latte sono Causticum, Lachesis, Phosphoricum acidum, Pulsatilla, Ricinus communis, Urtica urens, ecc. La diluizione del rimedio, altra scelta strategica per il successo della terapia, è anch’essa strettamente personale, in quanto essenzialmente legata alla reattività e sensibilità dell’organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, alla profondità della patologia o disfunzione o disturbo, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente. Lo stesso dicasi per la posologia, a sua volta funzione della diluizione, nel senso che diminuisce (aumentando cioè le distanze tra le assunzioni) con il crescere della diluizione. Le consiglio quindi di rivolgersi ad un medico omeopata, per evitare tentativi inutili o controproducenti. Tenga comunque presente che un modo molto efficace per aumentare la produzione del latte è di aumentare la stimolazione e il drenaggio del seno attraverso un miglioramento della suzione, perché ciò contribuisce all’incremento della prolattina che è l’ormone che promuove la lattazione. Ad esempio può essere utilissimo aumentare il numero delle poppate giornaliere, assicurarsi che il bimbo sia ben attaccato al seno e che la suzione sia efficace, posizionare il bimbo in modo che senta bene il contatto con il corpo della mamma, ecc. Tra l’altro svuotare meglio e con maggiore frequenza il seno materno, oltre ad aumentare e mantenere la produzione lattea, previene l’insorgenza di possibili ingorghi mammari. Anche l’alimentazione riveste un ruolo importante, preferendola sana ed equilibrata, eliminando le bevande alcoliche (ad eccezione di un uso moderato della birra), limitando il consumo di caffeina, bevendo molta acqua, introducendo nella dieta i cibi cui si attribuisce la proprietà di stimolare la produzione di latte, quali ad es. farina d’avena, patate dolci, carote, asparagi, piselli, prezzemolo, fagiolini, borragine, finocchio, albicocche, ecc. Cordiali saluti.