La piaga è una lesione della pelle o di una mucosa di origine non traumatica, di data antica, che tende alla guarigione per cicatrizzazione. La cosiddetta piaga da decubito è la conseguenza di una elevata o prolungata pressione su di una parte del corpo che, determinando la strozzatura dei vasi sanguigni, comporta la necrosi dei tessuti. Interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, muscoli ed ossa.
La ferita è un’interruzione di continuità della pelle e/o delle altre strutture molli del corpo, di data recente, prodotta da un agente vulnerante. In relazione al percorso ed alla profondità le ferite possono essere distinte in: superficiali, se interessano esclusivamente lo strato cutaneo e sottocutaneo; profonde, se coinvolgono anche il muscolo e le strutture sottostanti; penetranti, se si aprono su una delle grandi cavità dell’organismo (cranio, torace, addome); interne, se riguardano organi interni. A seconda del mezzo vulnerante si possono distinguere in: ferite da taglio, ferite da punta, ferite lacere (dovute ad un’azione di strappamento o stiramento, oltre che di taglio), ferite contuse (ove l’azione vulnerante è quella di contusione con la formazione di ecchimosi), ferite lacero-contuse (tra le più ricorrenti), ferite da arma da fuoco ed altre ancora. I fattori da controllare sono l’emorragia ed il rischio di infezioni. Le ferite hanno tendenza alla guarigione spontanea che avviene mediante la cicatrizzazione. I tempi e gli esiti della guarigione, sotto l’aspetto estetico e funzionale, sono legati all’entità ed alle tipologie summenzionate.
L’ulcera è una lesione della pelle o di una mucosa che non tende a guarire spontaneamente, cioè è a lenta o difficoltosa o assente cicatrizzazione.
I rimedi della nonna qui proposti risultano utilissimi per curare piaghe, ferite e ulcere della pelle, accelerandone la cicatrizzazione e quindi la guarigione.
Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.
□ Aceto di vino: messo con cotone idrofilo sulle ferite sanguinanti ferma il sangue e accelera la cicatrizzazione. A tal fine l’aceto si può anche diluire in acqua precedentemente bollita.
□ Achillea: le foglie pestate applicate sui tagli e sulle ferite le disinfetta ed arresta la fuoriuscita di sangue. Si può utilizzare anche l’infuso acquoso (50 g di foglie fresche sminuzzate in 200 ml d’acqua bollente) o vinoso nel quale si imbeve del cotone idrofilo o una garza con cui tamponare la ferita.
□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 –4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.
□ Aloe: il gel delle foglie guarisce le ferite, tanto vecchie che recenti, perché ne facilita la cicatrizzazione. Non è mai nocivo, in qualunque caso venga usato, a meno che non si è allergici alla pianta.
□ Bardana (o Lappa): cataplasmi con le foglie bollite in acqua o applicate direttamente sulla ferita, da rimuovere mattina e sera, facilitano la cicatrizzazione.
□ Borragine (o Consolida): la polpa di radice e foglie fresche, ridotte in poltiglia, oppure le lavande o gli impacchi di queste, entrambi preparati con l’infuso (30 – 100 g di radice e foglie, anche secche, in 1 litro d’acqua bollente), si applicano più volte al dì su ferite, lesioni, graffi, piaghe, ustioni, scottature, gonfiori gottosi. L’azione è ancora più efficace se, oltre alle applicazioni esterne, si assume l’infuso alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì. Il decotto non si usa perché con l’ebollizione il tannino (polifenolo presente in molte piante vascolari) con la mucillagine (sostanza che aiuta la pianta a trattenere l’acqua) formano un precipitato inutile.
□ Cardo santo: il decotto concentrato di foglie e rami (3 –4 g in 150 – 200 ml d’acqua) può essere utilizzato per praticare impacchi sulla parte lesa. E’ possibile usare direttamente le foglie fresche.
□ Carote: la nonna consiglia altresì di preparare un decotto con le foglie delle carote e di applicare lo stesso sulla parte lesa utilizzando delle garze.
□ Cavolo cappuccio, Broccoli, Cavolfiore: procurarsi le foglie del cavolo cappuccio o dei broccoli o del cavolfiore. Lavarle bene, privarle delle nervature più sporgenti, schiacciarle e metterle a macerare per qualche ora in acqua boricata. Porre sulla parte lesa delle garze imbevute di questo liquido, rinnovando le stesse 2 – 3 volte al dì. Il trattamento dà subito una sensazione di sollievo ed in poco tempo guarisce la piaga.
□ Echinacea: la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante (favorisce i meccanismi di difesa mediante una maggiore produzione di anticorpi), antinfiammatoria e cicatrizzante (combatte le infezioni e rigenera le cellule per la guarigione delle ferite), antitossica (aiuta le funzionalità di fegato e reni per l’eliminazione delle tossine), antibiotica e antivirale (combatte la proliferazione dei batteri e dei virus), per cui i suoi preparati sono particolarmente indicati nella cura di raffreddori, bronchiti, influenza, febbre, infezione delle vie aeree, dermatiti, herpes, infezioni del tratto urinario. In commercio sono reperibili diverse prodotti di tale pianta (radice), quali: estratto secco, tintura, capsule, pomata, crema, triturato di radice secca, ecc. La nonna preparava il decotto (30 –50 g di radice secca triturata in1 litro d’acqua), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Le applicazioni di pomata o di crema sono utilissime per il trattamento delle affezioni cutanee di tipo infiammatorio con rischio di infezioni, come ulcere, ferite, ustioni, dermatiti, herpes, punture di insetti (aiutano a neutralizzare il veleno e ne evitano la diffusione) ed hanno un’efficace azione cosmetica sulla pelle in quanto sono depurative, rassodanti, antirughe, antismagliature. Sempre per uso esterno, vanno bene anche gli impacchi e le lozioni che utilizzano il decotto preparato per uso interno.
□ Equiseto: preparare un decotto con 5 g di rami giovani e foglie in 200 ml d’acqua e lavare con il liquido, ottenuto per filtrazione, le ferite. Si rimarginano presto ed in modo meraviglioso.
□ Fagiolini: gli impacchi fatti con una garza imbevuta nell’acqua di cottura dei fagiolini sono utili per guarire le ulcere.
□ Iperico (o Hypericum perforatum o Erba di San Giovanni): l’oleolito con tale pianta è utile nel trattamento di ulcere, piaghe, ferite, punture di insetti, scalfiture della pelle, ustioni, bruciature. La nonna lo preparava così. Mettere 2 pugni di sommità fiorite, insieme ai semi della pianta, in un recipiente di vetro trasparente con coperchio e versare olio di oliva fino a coprire. Esporre al sole per 3 settimane. Filtrare avendo cura di spremere bene la parte solida. Versare in altro contenitore di vetro però scuro, tappare e conservare in luogo fresco e buio. Le applicazioni con tale olio leniscono il dolore, moderano l’infiammazione, proteggono i tessuti lesi, evitano la suppurazione e favoriscono la rimarginazione.
□ Issopo: per facilitare l’assorbimento di lividi, sono utili gli impacchi fatti con l’infuso di foglie e fiori (2 g in 100 ml d’acqua bollente).
□ Piantaggine: sia la varietà major che quella lanceolata sono efficaci per la cura delle ferite, per le proprietà antinfiammatorie, astringenti, cicatrizzanti, batteriostatiche. La nonna racconta che i contadini quando nel loro lavoro si ferivano, mettevano subito sulla ferita un po’ del suo succo, oppure una fascia pulita imbevuta con esso, ottenendo una guarigione rapida senza suppurazione. Tale pratica veniva utilizzata anche per guarire dai morsi di cani, di serpenti (non velenosi), di insetti.
□ Salvia: lavare localmente la parte lesa 3 – 4 volte al dì con acqua in cui sia stata bollita della salvia. Per un effetto più rapido bere anche l’infuso di salvia: è tonica, antisettica, cicatrizzante.
□ Scolopendrio: le foglie fresche pestate ed applicate localmente facilitano la cicatrizzazione.
□ Tormentilla (o Potentilla): va bene il decotto di radice (4 g in 200 ml d’acqua) per le lavande ed il filtrato per cataplasmi da usare localmente e da rinnovare 3 – 4 volte al dì.
□ Verbasco: gli impacchi con il decotto delle foglie bollite in acqua o latte, applicati sulla parte di pelle interessata, sono utilissimi nei casi di scottature, foruncoli, ulcere, flebiti (queste ultime com’è noto sono infiammazioni che colpiscono soprattutto le vene superficiali, in particolare delle gambe), ecc.
□ Verbena: curano le piaghe, ulcere ed i gonfiori in genere, i cataplasmi che si ottengono cuocendo in aceto le foglie sminuzzate della pianta. Vanno bene anche gli impacchi con il decotto di radice (5 g in 200 ml d’acqua), da rinnovare più volte al dì, che disinfettano ed accelerano la cicatrizzazione di piaghe, ulcere e ferite.
Anna dice
Buona sera dott . Volevo sapere un informazione :come si pulisce un ulcera ? Mia madre ha un ulcera e il medico ci disse che x pulire dv fargli uscire sangue ma nn credo; sta anche facendo antibiotici a punture e ha dato anche una crema da metterla dp che gli lavo l ulcera cn sodio cloruro …ma vorrei altri supporti perché nn si capisce Nnt più che fare !
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, sarebbe opportuno che seguisse le indicazioni e le prescrizioni del medico, senza prendere alcuna iniziativa personale che potrebbe risultare controproducente e confliggere con i farmaci ed i medicamenti attualmente in uso. La soluzione di cloruro di sodio, nota anche come soluzione fisiologica o soluzione salina, è ottima per detergere e pulire le ulcere con carica batterica non elevata e non ha potere istolesivo (ossia non danneggia i tessuti). In alternativa, però su approvazione del medico, si potrebbe utilizzare la tintura madre di Calendula o di Echinacea, che hanno proprietà antisettiche, lenitive, antinfiammatorie, analgesiche, cicatrizzanti. Tenga comunque presente che la guarigione di un’ulcera è sempre abbastanza articolata e lunga e richiede la vigilanza medica. Cordiali saluti.
claudia dice
Gentile dottoressa buongiorno. Mercoledi’ mio figlio lavorando e’ caduto su una ringhiera procurandosi una ferita penetrante dell’emitorace dx determinante frattura dell’arco anteriore della III costa destra associata a piccola lesione (pneumotorace). In osservazione all’ospedale hanno somministrato terapia antibiotica e antidolorifici. Oggi verra’dimesso. Da ieri gli sto dando granuli di arnica 9ch, calcarea phosphorica 7ch e symphytum off. 5ch tutti per 3v. al giorno. Ho letto che la radice di consolida (symphitum) e’ottima per le fratture e l’ho presa, ma non ho capito bene come fare. Mi potrebbe consigliare?
La ringrazio molto,
Claudia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Claudia, la Consolida maggiore (nome botanico Symphytum officinalis) è una pianta che ha, nelle radici e nelle foglie, proprietà vulnerarie, cicatrizzanti, riepitelizzanti, antiemorragiche, astringenti, antinfiammatorie, antireumatiche, calmanti, emollienti. C’è anche chi attribuisce alla Consolida la proprietà di favorire la guarigione delle fratture ossee. Si adopera esclusivamente in uso esterno, in quanto l’uso interno è pericoloso per il contenuto di alcaloidi tossici e carcinogeni. Per l’uso esterno si può utilizzare l’impasto che si ottiene sminuzzando la radice in acqua caldissima con alcune gocce di olio, con cui fare degli impacchi sull’area interessata, oppure utilizzare un decotto della radice con cui fare lavaggi, sciacqui, o applicare delle compresse imbevute nel decotto stesso. Gli usi caratteristici riguardano le affezioni della pelle, quali infiammazioni, pruriti, ustioni, ferite, piaghe, ulcere varicose, ecc., o contusioni, ammaccature, distorsioni, strappi muscolari, ecc. È sconsigliata l’applicazione quando sono presenti ferite profonde, perché potrebbe aversi una rapida riepitelizzazione esterna prima che le stesse siano guarite in profondità, potendo quindi provocare la formazione di ascessi. Cordiali saluti.
Gaetano dice
Salve dottoressa sono un ragazzo di 40 anni r soffro da 2 anni di ulcere ai piedi ulcere necrotiche da vasculite le sto curando con deltacortene e sandimmun il fatto che guariscono ma si riaprano di nuovo e il dolore e bruciore insopportabile cosa posso usare grazie e le medico con garze di connettivina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gaetano, le ulcere dei vasi di medie dimensioni, come quelle dei piedi, dovute nel suo caso a vasculite, sono di impossibile o di difficile guarigione spontanea a causa dell’indebolimento delle pareti del vaso sanguigno e della difficoltà circolatoria. La problematica quindi richiede la sorveglianza medica e la scelta oculata dei rimedi specificamente adatti, seguendo attentamente sia la sintomatologia che l’evoluzione delle formazioni patologiche. Le garze di connettivina (acido ialuronico) sono comunque un ottimo medicamento. Relativamente all’Omeopatia i rimedi potenzialmente utili a trattare le ulcere venose sono numerosi, diversi per caratteristiche e patogenesi. Tra quelli maggiormente adoperati troviamo Arsenicum album, Calcarea fluorica, Carbo vegetabilis, Fluoricum acidum, Graphites, Hydrastis, Kali bichromicum, Lachesis, Lycopodium, Mercurius, Mezereum, Nitricum acidum, Sulphur. Nel rispetto della Legge di Similitudine su cui, com’è noto, l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che contiene la sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Sempre a titolo informativo sappia che in diversi casi vengono utilizzati, in associazione alla cura omeopatica o in esclusiva, dei gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali alla prima diluizione decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), come Aesculus hippocastanum M.G. D1 che è un flebotonico, per cui particolarmente indicato nell’insufficienza venosa e nella fragilità capillare e/o Sorbus domestica M.G. D1 che è anch’esso un tonico venoso ma anche un tonico linfatico, per cui particolarmente adatto nel trattamento delle manifestazioni di insufficienza venoso-linfatica degli arti inferiori. Relativamente alla Fitoterapia classica, i preparati del presente articolo sono molto validi per aiutare la guarigione delle ulcere. In particolare per le ulcere venose si dimostrano particolarmente valide le applicazioni locali di gel di Aloe vera, dell’oleolito di Iperico, dell’amido di mais. Possono essere altresì utili le applicazioni con una pomata alla Calendula, dopo aver deterso la parte con la tintura madre di Echinacea, per un’azione lenitiva, calmante, analgesica, antisettica, antinfiammatoria, cicatrizzante, ecc. Sarebbero utili anche altri accorgimenti, come un’alimentazione ricca di frutta e verdura, il riposo tenendo le gambe in posizione orizzontale ed i piedi sollevati, la notte tenere le gambe alzate rispetto al piano del letto, ecc. Il consiglio comunque è di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico, spettando a lui la decisione se avvalersi dell’Omeopatia e/o della Gemmoterapia o della Fitoterapia. Cordiali saluti.
gaia dice
Salve vorrei un informazione ho un cane di 18 anni è fermo nel letto mangia ma stando fermo gli è venuta una piaga con il buco vorrei sapere un rimedio naturale per curare la ferita grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Gaia, i preparati fitoterapici del presente articolo sono tutti adatti alla cura delle piaghe, tra cui si citano il gel di Aloe vera e l’oleolito di Iperico. Sarebbe comunque opportuno affidarsi ad un veterinario che utilizza rimedi naturali. Cordiali saluti.
gianna dice
Una miniera! ricette utilissime, facili da fare e “da trovare”
grazie
gianna
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Gianna, grazie per gli apprezzamenti. Continui a visitare il sito che è sempre in aggiornamento e dove potrà trovare delle utili ed interessanti pubblicazioni, comprese le risposte ai commenti dei visitatori. Cordiali saluti.
Mimma dice
Gentilissima dottoressa ,
mia madre da 4 anni che ha delle ulcere vasculitiche ha tutte e due le gambe ,abbiamo fatto anche la biopsia alle ulcere e quindi è risultato che sono autoimmuni ,sono molto estese come ulcere gli bruciano tantissimo e gli fanno molto male .facciamo ogni giorno la medicazione in modo da tenerle sempre ben pulite .io ho sentito parlare Dell ‘aloe vera gel della forever lei cosa ne pensa?e se va bene come si utilizza? La ringrazio anticipatamente. ..
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Mimma, come riportato nel presente articolo, il gel di Aloe vera è molto utile nella cura delle ulcere in genere e quindi anche delle ulcere vasculitiche, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti (con l’occasione si legga l’articolo “Aloe” nella sezione del sito “Piante & Salute”). Il gel lo si spalma localmente sulle ulcere delle gambe. Lo si può anche produrre in casa procurandosi una pianta di Aloe vera o di Aloe arborescens. Cordiali saluti.
giulio dice
Gentile dottoressa,
La ringrazio per la pronta risposta molto esauriente,Le volevo pero’ chiedere ancora una cosa,sono 2 giorni che assumo GRAPHITES 6 CH 3 granuli ogni 3 ore,inoltre applico 2 volte al di’ del talco di LICOPODIO sulle lesioni + 1 pomata cortisonica consgliatami dal dermatologo,pero’ho notato un aggravamento,sopratutto di notte che non mi fa’ dormire ,ossia mi sono aumentati di molto i bruciori entrambi le gambe molto ma molto dolorosi e sopratutto e’ aumentata la perdita di liquido (essudato acquoso) e vedo aumentate anche piccole pustole nelle caviglie e dietro le gambe che mi creano anch’esse molto molto disagio,siccome ho molti problemi per raggiungere un medico omeopata,mi potrebbe dire Lei se tutto cio’ e’ normale, o mi potrebbe consigliare nuovamente cosa dovrei fare per eliminare sopratutto questi bruciori forti che anche al mio cuore avendo fibrillazione cronica di certo non fanno bene perche’ mi torturano? Il gel di Aloe Vera potrebbe aiutarmi? Ancora grazie di cuore Lei e’ bravissima e competentissima.
Giulio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giulio, sarebbe il caso che contattasse il dermatologo, perché la polvere di Licopodio, contenuta nel talco, è sconsigliabile applicarla su lesioni cutanee e ferite aperte, per la presenza di alcaloidi leggermente tossici. Ciò ne ha diminuito l’uso nel tempo. L’aumento dell’essudato e del dolore bruciante è indice di un aumento del processo infiammatorio e la comparsa di pustole di un inizio di un processo infettivo. Sarebbe pertanto opportuno farsi vedere dal medico. Il gel di Aloe vera potrebbe fungere da coadiuvante per le sue proprietà lenitive, calmanti, rinfrescanti, anestetiche, antinfiammatorie, antisettiche, antibatteriche, rigeneranti dei tessuti, cicatrizzanti, ecc. Cordiali saluti.
giulio dice
Buongiorno,vorrei porLe gentilmente una domanda,ho 58 anni,obeso,con problemi di fibrillazione cardiaca cronica,da 1 mese mi si e’ presentata una dermatite da stasi (almeno come me l’hanno diagnosticata i medici) che mi provoca a entrambi gli arti inferiori bruciore e dolore anche per 2 ulcere alle caviglie. Ho provato a bendarmi con bende a base di ossido di zinco e ittiolo,mettere su’ creme varie tipo HALICAR,antibiotici ma nulla,sopratutto queste ulcere che non si rimargino e che spurgano liquido trasparente,cosa devo fare dottoressa,mi puo’ consigliare Lei? Grazie,grazie di cuore.Con cordialita’.Giulio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giulio, come lei sa, le sue gambe sono affette da ulcere varicose (denominate anche ulcere da stasi o ulcere venose o ulcere trofiche o ulcere crurali), che sono lesioni della pelle causate da una difficoltosa e precaria circolazione venosa. Solitamente sono situate vicino alle caviglie. Possono presentarsi come complicazioni delle vene varicose e possono accompagnare la dermatite da stasi, che è un’infiammazione cronica della cute degli arti inferiori spesso associata a insufficienza venosa. Le ulcere varicose generalmente sono di impossibile guarigione spontanea per la loro localizzazione su tessuti che non sono più nutriti in maniera adeguata a causa della compromessa circolazione sanguigna. La problematica quindi richiede la sorveglianza medica e la scelta oculata dei rimedi specificamente adatti, seguendo attentamente sia la sintomatologia che l’evoluzione delle formazioni patologiche. Relativamente all’omeopatia i rimedi potenzialmente utili a trattare le ulcere varicose sono numerosi, diversi per caratteristiche e patogenesi. Tra quelli maggiormente adoperati troviamo Arsenicum album, Calcarea fluorica, Carbo vegetabilis, Fluoricum acidum, Graphites, Hydrastis, Kali bichromicum, Lachesis, Lycopodium, Mercurius, Mezereum, Nitricum acidum, Sulphur. Com’è noto, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello che contiene la sintomatologia più somigliante a quella del paziente. In diversi casi vengono utilizzati, in associazione o da soli, dei gemmoterapici della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali alla prima diluizione decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la fitoterapia classica e l’omeopatia), come Aesculus hippocastanum M.G. D1 che è un flebotonico, per cui particolarmente indicato nell’insufficienza venosa e nella fragilità capillare e/o Sorbus domestica M.G. D1 che è anch’esso un tonico venoso ma anche un tonico linfatico, per cui particolarmente adatto nel trattamento delle manifestazioni di insufficienza venoso-linfatica degli arti inferiori. Relativamente alla fitoterapia classica, i preparati del presente articolo sono molto validi per aiutare la guarigione delle ulcere. In particolare per le ulcere venose si dimostrano particolarmente valide anche le applicazioni locali di gel di Aloe vera, dell’oleolito di Iperico, dell’amido di Mais. Possono essere altresì utili le applicazioni con una pomata alla Calendula, dopo aver deterso la parte con la tintura madre di Echinacea, per un’azione lenitiva, calmante, analgesica, antisettica, antinfiammatoria, cicatrizzante, ecc. Sarebbero utili anche altri accorgimenti, come un’alimentazione ricca di frutta e verdura, il riposo, tenere le gambe in posizione orizzontale ed i piedi sollevati, facendo contemporaneamente dei movimenti con le gambe, la notte tenere le gambe alzate rispetto al piano del letto, ecc. Il consiglio comunque è di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia più adatta al suo caso specifico, spettando a lui la decisione se avvalersi dell’omeopatia o della fitoterapia. Cordiali saluti.
barbara dice
buon giorno avrei una domanda da fare mia figlia di 11 anni è al mare in colonia in una località dove sono presenti molte zanzare. A causa di queste punture e del fatto che si è grattata molto la pediatra della struttura mi ha detto che le è venuta l’impetigine e che la stanno curando con una pomata antibiotica. Ci sono delle cure alternative che posso fare soprattutto perchè non rimangano cicatrici e si rimargino in fretta le ferite una volta che è tornata a casa?
Grazie, saluti Barbara
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Barbara, i preparati fitoterapici del presente articolo sono tutti validi per favorire la cicatrizzazione e quindi la guarigione delle ferite. Ad essi si potrebbero aggiungere gli oli di Lavanda, di Germe di grano, di Rosa mosqueta, oppure ancora le pomate di Calendula o di Iperico. Relativamente all’Omeopatia i rimedi sono numerosi, diversi per caratteristiche e patogenesi, tra i quali, nel rispetto della “legge di similitudine” che ne costituisce il principio terapeutico, il più adatto sarà quello che contiene la sintomatologia più somigliante alla propria. Ad esempio, tra i rimedi omeopatici maggiormente utilizzati troviamo Antimonium crudum, Antimonium tartaricum, Arnica montana, Arum triphyllum, Calcarea carbonica, Calendula, Echinacea, Euphrasia, Graphites, Hamamelis, Hypericum, Mezereum, Staphysagria, Symphytum ed altri. Ovviamente, per il caso specifico, è opportuno rivolgersi ad un medico omeopata, al quale spetta decidere se avvalersi dell’Omeopatia o della Fitoterapia. Cordiali saluti.
gabriella dice
Sono una donna di 56 anni, sono stata operata di mastopatia riduttiva da oltre un mese e le ferite ancora non si cicatrizzano inoltre devo dire che ho una malattia rara ho la sindrome di Sjogren , vorrei sapere se c’è un rimedio omeopatico in pomata o da prendere per bocca che accelleri la for- mazioni di cicatrici oltre che del dolore forte che ho. Grazie. Saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Gabriella, l’omeopatia riesce a trattare la cicatrizzazione delle ferite, al fine di accelerarne la guarigione, a condizione però che si individui il rimedio omeopatico “giusto”, cioè quello più somigliante al paziente, nella tipologia e nella sintomatologia, perché solo tale rimedio sarà in grado di esercitare l’azione terapeutica auspicata. Ciò nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico. I rimedi omeopatici che vengono adoperati nelle cicatrizzazioni e sintomi associati sono diversi, tutti differenti nelle caratteristiche, tra i quali, tanto per citare quelli maggiormente utilizzati, troviamo Arnica montana, Calendula, Echinacea, Euphrasia, Hamamelis, Hypericum, Staphysagria, Symphytum. Soltanto il rimedio che rispecchia la globalità dei sintomi del paziente, contenuti nella patogenesi, ripeto, sarà quello curativo. Relativamente alla fitoterapia anche i preparati del presente articolo sono da ritenersi validi, oppure altri come ad es. gli oli di lavanda, di germe di grano, di rosa mosqueta, oppure ancora le pomate di Calendula o di Iperico. Però se lei intende ricorrere all’omeopatia ed ai rimedi naturali, le consiglio di affidarsi alla competenza di un medico omeopata. Cordiali saluti.