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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

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Ritorna la voce

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.comL’afonia è l’abbassamento o perdita totale della voce dovuta ad un’infiammazione della mucosa laringea. Più semplicemente può essere causata da un uso improprio ed eccessivo della voce, come potrebbe succedere a cantanti, attori, insegnanti, oratori ed in genere a tutte quelle persone che svolgono mestieri comportanti sforzi prolungati della voce. E’ più frequente in tali casi la formazione di noduli o polipi alle corde vocali. Può essere anche di tipo funzionale, non dipendente da lesione agli organi vocali, ma dovuta a fattori di ordine psichico, quali ad es. l’isterismo.

La raucedine invece è una variazione del timbro di voce ed un abbassamento della stessa che può arrivare fino all’afonia totale. Si dice “aspra” se il suono emesso nel parlare è più stridulo e acuto, oppure “secca” se è più roco e velato. Di solito è associata alle affezioni del cavo orale dovute a stati di raffreddamento. L’abuso o l’uso scorretto della voce, anche in tal caso, può portare alla raucedine in quanto sono fattori in grado di causare infiammazioni croniche della mucosa della laringe ed in particolare delle corde vocali. 

I rimedi qui consigliati dalla nonna danno sempre un buon risultato per un ritorno rapido della voce.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Agrimonia, prepararne un decotto: 100 g di foglie secche sminuzzate in 1 l di acqua, far bollire fino a che il liquido non si riduce di 1/3, filtrare spremendo la parte solida, dolcificare con miele nella quantità desiderata. Bere alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì ed effettuare gargarismi 4 – 5 volte al dì.

 

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine), utili per la voce di oratori e cantanti, oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili. 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Capelvenere, prepararne un infuso: 40 – 50 g di foglie sminuzzate in 1 l di acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare comprimendo il residuo, dolcificare con miele a piacere. Assumere alla dose di 1 cucchiaio più volte al dì.

 

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Carota, preparare un succo in questo modo: cuocere 3 – 4 carote tagliate a pezzi in poca acqua per 10 – 15 min, filtrare comprimendo le carote. Bere tale succo caldo in 5 – 6 volte al dì.

 

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Erisimo, preparare l’infuso delle foglie: 1 parte di foglie in 12 parti di acqua bollente, tenere in infusione 15 min, filtrare comprimendo la parte solida, aggiungere 24 parti di zucchero. Assumere alla dose di 1 cucchiaio da minestra 3 – 4 volte al dì, per 8 – 15 giorni nei casi acuti, più a lungo nei casi cronici.. Gli effetti sono assicurati nei casi di laringite e di raucedine. Per la sua capacità di restituire la voce, la pianta di erisimo è chiamata anche “l’erba dei cantanti”. All’infuso si possono aggiungere dosi minori di Orzo, Uva essiccata, Cicoria, Liquirizia, Enula campana ed altre piante simili per avere anche un’azione espettorante su tutto l’apparato respiratorio.

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fichi secchi: la nonna ci ricorda che sono utili anche i fichi essiccati al sole, tagliuzzati e fatti bollire per qualche minuto nell’acqua o nel latte; si può aggiungere un pizzico si sommità di Issopo, da lasciare in infusione per 15 – 20 min. Questa bevanda dà enorme sollievo agli asmatici ed a coloro che soffrono di raffreddori di petto tenaci, tossi ribelli, bronchiti, tossi convulse, ecc. Con la cottura nel latte si ottiene un ottimo gargarismo utile nei casi di gola irritata e di raucedine.

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginepro, preparare l’infuso con le bacche: 20 bacche schiacciate in 200 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare e comprimere. Effettuare suffumigi o gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Granturco: con le cariossidi (semi o acini di granturco) si prepara uno sciroppo utilissimo nei raffreddori di petto e nelle raucedini. Si fanno bollire 2 o 3 pugni di cariossidi frantumate in 2 litri di acqua, finché questa si riduce alla metà, agitando sempre con una spatola di legno; si lascia quindi raffreddare e se ne estrae il succo; a questo si aggiungono 150 grammi di zucchero o di miele e si riscalda a fuoco lento finché prende la consistenza di uno sciroppo.

 

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rapa: il decotto con il bulbo di rapa dolcificato con miele o zucchero, bevuto la sera prima di andare a letto, mitiga la tosse e riduce la raucedine.

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rosmarino, prepararne l’infuso: 2 – 3 g di foglie e fiori, entrambi sminuzzati, in 1 tazza di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare spremendo bene la parte solida. Fare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salvia: infuso con 5 g di foglie in 100 ml di acqua per gargarismi nei casi di affezioni catarrali acute e croniche. E’ tonico, antisettico, cicatrizzante. Si usa anche nella raucedine.

 

 

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Sedano, prepararne l’infuso: 40 – 50 g di gambo e foglie, entrambi sminuzzati, in 1 tazza di acqua bollente, tenere in infusione per 10 – 15 min, filtrare comprimendo la parte solida. Effettuare gargarismi 4 – 5 volte al dì.

 

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Susino: preparare un infuso con le prugne essiccate e ridotte in frammenti: 10 g in 1 tazza di acqua bollente, lasciare in infusione 20 min, filtrare spremendo il residuo. Fare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

 

 

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Valeriana, prepararne l’infuso: 5 g di foglie sminuzzate in 250 ml di acqua bollente, tenere in infusione 10 min, filtrare comprimendo la parte solida. Effettuare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

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Glossario C

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

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Caducifoglia: V. Pianta caducifoglia o decidua.

Calcio: (simbolo chimico Ca) è un oligoelemento* che si trova in gran parte nelle ossa e favorisce molte funzioni del nostro organismo, ad es. la coagulazione del sangue*, la trasmissione dei messaggi al sistema nervoso, la contrazione muscolare, la regolazione del battito cardiaco e della pressione sanguigna, ed è persino utile alla digestione. Il calcio viene fissato nelle ossa dalla vitamina D che è attiva ai raggi solari. Sono ricchi di calcio formaggi (specie parmigiano, emmenthal e groviera), salvia, rosmarino, rucola ed altri.

Calli: ispessimenti dello strato più superficiale dell’epidermide* (esterno della pelle), quello corneo, dovuti a sfregamenti prolungati o ad eccessive compressioni localizzate; in genere riguardano mani e piedi; spesso sono dolorosi in quanto vanno a toccare le terminazioni nervose sottocutanee. I calli dei piedi sono dovuti a calzature inadatte od a posture non corrette, che provocano gli sfregamenti e le compressioni citate.

Calmante: V. Sedativo.

Calvizie: V. Alopecia.

Cancerinico: V. Diatesi cancerinica.

Cancerinismo: V. Diatesi cancerinica.

Candidosi: infezione da funghi* del genere Candida, molto contagiosa Colpisce generalmente le zone umide del corpo, come le mucose, interessando quindi la bocca (tipica nei neonati, ove viene chiamata mughetto, presentandosi con numerose placche rilevate di colore biancastro sulla mucosa del cavo orale) e l’apparato genitale femminile (in tal caso l’infezione vaginale si manifesta con prurito, bruciore, dolore e con secrezioni biancastre e dense, simili a ricotta, solitamente inodori).

Capsule: sono un preparato fitoterapico* per uso interno che contengono le erbe finemente polverizzate, racchiuse in un contenitore di gelatina rigida, composto da due parti che si incastrano una nell’altra. Si preparano in laboratorio. Esistono anche le forme omeopatiche.

Carattere: è quel modo unico di essere e di reagire dettato dall’impatto del temperamento* con l’ambiente, sulla base delle singole esperienze di vita. Rappresenta ciò che si diviene, in seguito alla relazione con il mondo esterno. In altri termini il carattere è la risposta dell’individuo, sul piano comportamentale, agli stimoli ambientali. Il temperamento invece è qualcosa di congenito che deriva dalla componente endocrina della costituzione*. Due persone che alla nascita presentano lo stesso temperamento non avranno mai lo stesso carattere, perché esse sicuramente vivranno esperienze diverse in circostanze diverse.

Carboidrati: V. Zuccheri.

Carbonico: V. Costituzione carbonica.

Cardiotonico:  benefico per il cuore; rinforza o regolarizza la contrattilità del muscolo cardiaco migliorandone l’attività.

Cariosside: è un frutto* secco indeiscente* (a maturazione non si apre spontaneamente per far uscire i semi), di forma globosa, ovale o allungata, tipico della famiglia delle graminacee, con un solo seme aderente e fuso con il pericarpo* (parte esterna che avvolge e protegge i semi). Es. frumento.

Carminativa: capacità di eliminazione dei gas intestinali.

Cartilagine articolare: tessuto connettivo* liscio, morbido, elastico, di colore bianco madreperlato, dotato di notevole resistenza alla pressione ed alla trazione, che ricopre le estremità delle ossa nelle articolazioni, i cosiddetti capi ossei articolari, per fornire loro una superficie adatta su cui scivolare al fine di permettere un facile movimento delle articolazioni (V. anche Articolazione).

Cataplasma: è un preparato fitoterapico* per uso esterno che ha indicazioni ed effetti molto simili all’impacco*. Mentre nell’impacco si utilizza l’estratto liquido della pianta ben caldo (la tisana), nel cataplasma si usano le parti della pianta fresche o secche (meglio se fresche) tritate e scaldate a bagnomaria, poste quindi tra due garze o in un sacchetto di tela da applicare sulla zona interessata. Le erbe calde possono essere applicate anche direttamente sulla pelle, previa spalmatura di una piccola quantità di olio. La zona del cataplasma va tenuta in caldo apponendo una pellicola e su questa una borsa d’acqua calda.

Catarro: (o più correttamente espettorato) è l’aumentata produzione del muco* secreto dalle ghiandole mucipare che risiedono nelle mucose respiratorie, a seguito di varie malattie dell’apparato respiratorio, quali raffreddore* e bronchite*. V. anche Membrana mucosa.

Cefalea: è il comune mal di testa.

Ceppo omeopatico: è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, da cui trae origine il rimedio omeopatico*, prima cioè dei processi di diluizione* e di dinamizzazione*. Tale elaborazione, che si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo* (sostanza farmacologicamente attiva), si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua o in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre*, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione*.

Cervicite: infiammazione* acuta o cronica della cervice uterina, accompagnata da perdite vaginali.

Cheratina: proteina filamentosa ricca di zolfo, molto stabile e resistente. E’ prodotta da cellule dette cheratinociti, molto presenti nello strato corneo (quello più superficiale) dell’epidermide*, nelle unghie, nei capelli e, per quanto riguarda gli animali, nelle corna e nelle piume.

Cheratite: infiammazione*, acuta o cronica, della cornea, che è il tessuto trasparente delimitante la parte anteriore del bulbo oculare, sempre bagnata dal film lacrimale e che costituisce la prima lente del percorso ottico. I sintomi comuni sono vascolarizzazione della cornea (che in condizioni normali non ha vasi), dolore* agli occhi, calo della vista, sensazione di corpo estraneo, lacrimazione, fotofobia (intolleranza alla luce). Possono manifestarsi piccole erosioni superficiali e opacità disseminate della cornea, spesso accompagnate da edemi* corneali, cioè da un eccesso di contenuto acquoso all’interno della cornea. Le cause delle cheratiti sono attribuibili a diversi fattori: agenti biologici (infezioni da virus*, batteri*, protozoi, funghi*), agenti fisici e chimici (raggi ultravioletti, lesioni della cornea, lenti a contatto, cosmetici, polvere, polline, inquinamento, sostanze acide o alcaline, ecc.), malattie sistemiche (come artriti* reumatoidi o vasculiti). Se non curate le cheratiti possono provocare danni permanenti alla vista, andando a compromettere la trasparenza della cornea (leucoma corneale) ed a creare ulcere corneali (perdita di tessuto), le quali a loro volta degenerano in cicatrici che se centrali ostacolano la visione. Trattasi in questi casi di cheratiti profonde, per distinguerle da quelle superficiali, molto più comuni, che dopo la guarigione non lasciano cicatrici. Si parla di cheratocongiuntivite quando sono presenti l’infiammazione sia della cornea che delle congiuntiva (la malattia ha quindi i caratteri sia della cheratite che della congiuntivite*).    

Cheratosi: ispessimenti dell’epidermide* (strato esterno della pelle) dall’aspetto verrucoso (V. anche Verruche), di colorito bruno-grigiatro, a volte desquamanti; possono essere isolati o diffusi; si manifestano soprattutto sul tronco e sul volto; le cheratosi seborroiche hanno causa sconosciuta ma esiste una certa familiarità; le cheratosi attiniche o solari o senili sono dovute ad un’eccessiva sensibilità al sole ed ai raggi UV.

Cicatrizzante: V. Vulnerario.

Cinarina: sostanza contenuta nella pianta di carciofo e precisamente nel capolino (carciofo), nelle foglie e nel succo della pianta; assieme ai tannini* (sostanze antiossidanti astringenti) è determinante nel conferire al carciofo il caratteristico sapore amarognolo. Possiede diversi principi attivi estremamente preziosi per la salute, come abbassare il tasso di colesterolo* (specialmente quello cattivo LDL) e ridurre il livello dei trigliceridi nel sangue*, migliorare la funzionalità epatica e produrre azione coleretica* (aiuta la secrezione della bile, stimolando il fegato) e colagoga* (aiuta la secrezione della bile, stimolando la colecisti), regolare le funzioni intestinali dando una mano all’intestino pigro, stimolare la diuresi renale e concorrere a sciogliere i calcoli renali, esplicare azione depurativa*.

Cistite: è l’infiammazione* della mucosa* vescicale, dovuta ad infezione da batteri* che risalgono le vie urinarie fino alla vescica. Nella stragrande maggioranza dei casi i batteri responsabili sono degli enterobatteri del tipo Escherichia coli. La cistite è una patologia prevalentemente femminile. L’insorgenza è spesso causata da carenze di igiene. I sintomi sono dolore e bruciore durante la minzione (stranguria*), senso di peso, bisogno continuo di urinare (pollachiuria*, nicturia*, tenesmo vescicale*), difficoltà ad urinare (disuria*), a volte ritenzione urinaria (iscuria*), sangue e pus nelle urine (ematuria*, piuria*).

Citochine: sostanze che vengono prodotte dall’organismo durante un processo di infiammazione*, aventi l’effetto di provocare dolore*. Ciò spiega ad es. perché la febbre* è quasi sempre accompagnata da dolori alla testa o dolori muscolari.

Claustrofobia: paura dei luoghi chiusi e ristretti.

Clorofilla: è il pigmento verde che, contenuto in particolari corpuscoli detti cloroplasti, si trova all’intero delle cellule di foglie, fusti e di tutte le parti verdi delle piante*, spesso unito a pigmenti di altro colore. Per mezzo della clorofilla i vegetali sintetizzano i carboidrati* dall’anidride carbonica e dall’acqua, utilizzando come fonte di energia la luce solare, e liberano ossigeno. Tale fenomeno è noto come fotosintesi clorofilliana*.   

Cloruro di potassio: (formula chimica KCl) è il sale di potassio dell’acido cloridrico. A temperatura ambiente si presenta come una polvere cristallina bianca. E’ solubile in acqua e piuttosto insolubile in etanolo. Il sale minerale cloruro di potassio si trova in quasi tutte le cellule dell’organismo ed è particolarmente abbondante nelle cellule del cervello, dei nervi, dei muscoli e negli eritrociti (globuli rossi*). Regola la formazione della fibrina*, che è la proteina responsabile del processo di coagulazione del sangue*.

Colagoga: capacità di aiutare la secrezione della bile, stimolando la colecisti.

Coleretica: capacità di aiutare la secrezione della bile, stimolando il fegato.

Colesterolo: è un lipide (grasso) molto diffuso nell’organismo, tant’è che è presente in tutti i tessuti, nel sangue*, nella bile. Nel corpo umano svolge un ruolo molto importante: è un componente essenziale della membrana cellulare, è la sostanza base per la sintesi di alcuni tipi di ormoni (steroidi), è fondamentale per lo sviluppo embrionale. La maggior parte del fabbisogno giornaliero di colesterolo (1–2 g) è prodotta autonomamente per biosintesi dall’organismo, solo una piccola parte viene assunta con l’alimentazione. Il metabolismo del colesterolo avviene prevalentemente nel fegato. Poiché come tutti i grassi non è solubile nel sangue, il colesterolo per essere trasportato viene legato a dei complessi di trasporto che sono le lipoproteine. A queste appartengono sia le LDL (low density lipoproteins) che sono a più bassa densità e sia le HDL (high density lipoproteins) che sono quelle a più alta densità. Le LDL distribuiscono il colesterolo alle cellule, però durante questa importante funzione una parte di questo si deposita sulle pareti interne delle arterie formando le placche. Le HDL invece rimuovono l’eccesso di colesterolo dalle pareti  e lo riportano al fegato. Questo spiega perché il colesterolo legato alle LDL è detto colesterolo cattivo, mentre il colesterolo legato alle HDL è detto colesterolo buono. I livelli normali di colesterolo nel sangue (colesterolemia) dovrebbero essere: colesterolo totale inferiore a 200 mg/dl, rapporto colesterolo totale/HDL non superiore a 5 per l’uomo e 4,5 per la donna. Questo rapporto costituisce l’indice di rischio cardiovascolare. Il livello di colesterolo nel sangue è inevitabilmente correlato a quello dei trigliceridi*.

Colica: termine generico adoperato per indicare ogni manifestazione dolorosa, di una certa entità e durata, dovuta a contrazioni spastiche di organi addominali muniti di muscolatura involontaria. Si ha quindi la colica renale, la colica epatica o biliare, la colica appendicolare, ecc. Può dipendere da fenomeni infiammatori, irritativi o nervosi.  

Colite: è l’infiammazione* del colon, che è il tratto terminale dell’intestino dove arrivano i residui della digestione. Può essere causata da infezioni dovute a batteri* o virus*, oppure trasformarsi in una forma cronica senza che vi sia una causa ben precisa. Si tratta della cosiddetta sindrome del colon irritabile, disturbo assai diffuso, non grave, ma molto fastidioso. In genere è ascrivibile ad una cattiva abitudine alimentare ed a fattori di carattere psicologico come ad es. lo stress. I sintomi sono dolori addominali associati a crampi, sensazione di gonfiore e peso, stitichezza* e/o diarrea*.

Collagene: insieme di fibre proteiche con caratteristiche strutturali, contenute nel tessuto connettivo*. La maggiore quantità (circa il 90% del totale) è presente nella pelle*, nei tendini, nelle ossa e nelle cornee. Nel derma* (strato intermedio della pelle) le fibre di collagene sono responsabili della resistenza della pelle.

Comedoni: piccole masse di sebo e cheratina all’interno dei follicoli, noti come punti neri se aperti o punti bianchi se chiusi, caratteristici dell’acne*.

Compresse: sono preparati fitoterapici* per uso interno che si ottengono pressando le polveri delle droghe vegetali od i loro estratti secchi con dei leganti come l’amido e il lattosio. Si preparano in laboratorio. Esistono anche le forme omeopatiche.

Congiuntivite: infiammazione* della congiuntiva, che è la membrana sottile e trasparente che ricopre la parte bianca dell’occhio e la parte interna delle palpebre. E’ una malattia molto comune in quanto la congiuntiva è particolarmente esposta agli agenti esterni. Essa può essere causata da infezioni (batteri*, virus*, funghi*) ed in tal caso è molto contagiosa, da allergie (la più frequente è la congiuntivite primaverile), o da irritazioni (da fumo, corpi estranei, eccessi di luce, vento, polvere, cosmetici, saponi, lenti a contatto, ecc.). I principali sintomi sono arrossamento degli occhi, lacrimazione intensa, intolleranza alla luce, gonfiore delle palpebre, sensazione di sabbia negli occhi, cui si aggiunge nel caso della congiuntivite infettiva la secrezione, nel caso della congiuntivite allergica prurito e gonfiore della congiuntiva, nel caso della congiuntivite irritativa il bruciore.

Contusione: lesione dei tessuti dovuta ad un trauma esterno la cui forza vulnerante non è sufficiente a provocare una ferita. In genere è causata da una caduta o dall’impatto violento di una parte del corpo con un oggetto più duro. La pelle*, grazie alla sua elasticità, rimane integra o appena escoriata, mentre nei tessuti sottostanti si creano lacerazioni e rottura di vasi sanguigni, con il conseguente ristagno di sangue* e la formazione dell’ecchimosi*. Questo comporta un gonfiore ed una colorazione della pelle che passa dal rosso al viola, al blu, al verde ed infine al giallo, per le modificazioni che subiscono le sostanze colorate contenute nei globuli rossi*. Il dolore* è bruciante, continuo, talora pulsante e si accentua con il movimento della parte colpita. Se la contusione è di grado modesto (la classica botta), all’istante è utile applicare localmente del ghiaccio, in quanto il freddo ha un effetto anestetizzante, cioè riduce il dolore, e determina una vasocostrizione che limita ed arresta l’emorragia.

Convulsione: contrazione involontaria di alcuni muscoli volontari, senza conseguenze permanenti.

Cordoblastico: V. Costituzione cordoblastica.

Cordoblasto: è l’ipotetico quarto foglietto embrionale del disco germinativo* che regola la crescita degli altri tre fisicamente esistenti, che sono: endoblasto*, mesoblasto* e ectoblasto*.

Corticale del surrene: V. Surrene.

Costituzione: è il complesso dei caratteri morfologici, fisiologici (metabolici-funzionali) e psicologici propri di ciascun uomo, risultanti dall’interazione del patrimonio genetico con le condizioni ambientali in cui egli vive e cresce e che lo rendono qualcosa di unico, un individuo diverso dagli altri soprattutto nell’aspetto esteriore. Lo studio delle costituzioni umane in omeopatia assume un notevole interesse clinico per conoscere le predisposizioni patologiche del paziente (il cosiddetto terreno), al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più simile a lui (al limite il simillimum*). Le diverse classificazioni in uso prevedono ciascuna quattro costituzioni. Quelle risalenti a Ippocrate sono: temperamento linfatico*, temperamento sanguigno*, temperamento nervoso* e temperamento bilioso*. Quelle attribuibili a Vannier sono: costituzione carbonica*, costituzione sulfurica*, costituzione fosforica* e costituzione fluorica*. Quelle di Pende sono: brevilineo astenico*, brevilineo stenico*, longilineo astenico* e longilineo stenico*. Quelle di Martiny sono: costituzione endoblastica*, costituzione mesoblastica*, costituzione ectoblastica* e costituzione cordoblastica*. Ogni costituzione ha un profilo esteriore, uno interiore e determinate predisposizioni patologiche, che richiedono uno specifico trattamento omeopatico.

Costituzione carbonica: corrisponde al brachitipo, cioè ad un soggetto che ha gli arti più corti rispetto al tronco, mani tozze e grosse, viso tondo, denti quadrati, rigidità muscolare, tendenza a svilupparsi più in larghezza che in altezza, a trattenere liquidi, all’obesità. E’ ordinato, tenace, lento, freddoloso, goloso, ama mangiare. Le predisposizioni morbose da bambino sono le malattie infiammatorie della pelle* (eczema*, prurito, orticaria*), dell’apparato respiratorio (laringite*, tracheite*, bronchite*), dell’apparato gastroenterico (enterite*, gastroenterite*), dell’apparato urogenitale (cistite*, uretrite*, prostatite*, vaginite, vulvite) e di quelle a carico dell’occhio (congiuntivite*, blefarite*). Nell’età matura le predisposizioni sono le malattie reumatiche (artrite*, artrosi*) e quelle degenerative verso la sclerosi (arteriosclerosi*, aterosclerosi*, sclerosi a carico del fegato, pancreas, rene, cuore, encefalo). Può soffrire di tromboflebiti*, alterazioni del ricambio con ipercolesterolemia, diabete*, obesità. Si associa al temperamento linfatico*. I rimedi omeopatici più adatti sono quelli contenenti carbonio. Il rimedio capostipite è Calcarea carbonica. Gli atri principali sono Magnesia carbonica, Kalium carbonicum, Ammonium carbonicum, Baryta carbonica, Natrum carbonicum, Carbo animalis, Carbo vegetabilis, Graphites, Sepia.

Costituzione cordoblastica: è quella in cui si verifica l’equilibrio in quantità dei tre foglietti embrionali (endoblasto*, mesoblasto* e ectoblasto*) del disco germinativo*. Corrisponde alla costituzione sulfo-fosforica* (sulfurico magro) o al longilineo stenico* o al temperamento bilioso*. Quest’ultima corrispondenza è un po’ forzata in quanto il biotipo bilioso può associarsi a qualsiasi costituzione.

Costituzione ectoblastica: è quella in cui prevale il foglietto embrionale ectoblasto* del disco germinativo*. Corrisponde alla costituzione fosforica* o al temperamento nervoso* o al longilineo astenico*.

Costituzione endoblastica: è quella in cui prevale il foglietto embrionale endoblasto* del disco germinativo*. Corrisponde alla costituzione carbonica* o al temperamento linfatico* o al brevilineo astenico*.

Costituzione fluorica: corrisponde ad un soggetto con asimmetria pronunciata e irregolarità morfologica del fisico, magro, dita allungate e sottili, con scheletro decalcificato, ipotonia muscolare, fragilità e lassità dei legamenti. E’ paragonabile all’acrobata per la capacità di assumere posture particolari. E’ molto intelligente ma instabile, reagisce in modo imprevedibile ed estemporaneo, è cioè il classico genialoide. Le predisposizioni morbose sono instabilità psichica tendente alla paranoia, scoliosi, sclerosi, osteoporosi*, carie dentali, problemi a carico delle articolazioni (distorsioni*, lussazioni*), lombalgie*, ptosi di stomaco, rene e utero, ernie congenite, varici*, emorroidi*. I rimedi omeopatici più adatti sono quelli contenenti fluoro. Il rimedio capostipite è Calcarea fluorica. Gli altri principali sono Fluoricum acidum, Mercurius solubilis, Argentum nitricum, Aurum metallicum. Diversi autori non annoverano questa costituzione tra quelle di base (si limitano a considerare solo le altre tre), in quanto sarebbe un’espressione patologica derivante dalla costituzione fosforica*.

Costituzione fosforica: corrisponde al longitipo, cioè ad un soggetto snello, alto, slanciato, elegante, con arti lunghi e muscolatura ipotrofica, torace esile, viso triangolare e allungato, colorito pallido. E’ freddoloso, manca di vigore, si stanca facilmente, ma recupera velocemente le energie perché si sa risparmiare. Soffre di pressione arteriosa bassa che si innalza solo a causa dell’emotività E’ un intellettuale, ipersensibile, emotivo, idealista, che ci tiene all’estetica, malinconico, depresso, preoccupato della sua salute. Le predisposizioni morbose sono distonia neurovegetativa, malattie del sistema nervoso, problemi a carico dell’apparato respiratorio per l’insufficienza toracica (faringite*, bronchite*, asma*, pertosse*, ecc.), malattie reumatiche, scoliosi, piedi piatti, atonia gastrica e intestinale con conseguenti disturbi gastroenterici, colite*, stitichezza*. Si associa al temperamento nervoso*. I rimedi omeopatici più adatti sono quelli contenenti fosforo. Il rimedio capostipite è Calcarea phosphorica. Gli altri principali sono Kalium phosphoricum, Magnesia fosforica, Natrum phosphoricum, Phosphorus, Chamomilla, Pulsatilla.

Costituzione mesoblastica: è quella in cui prevale il foglietto embrionale mesoblasto* del disco germinativo*. Corrisponde alla costituzione sulfo-carbonica* (sulfurico grasso) o al temperamento sanguigno* o al brevilineo stenico*.

Costituzione muriatica: V. costituzione sulfo-fosforica.

Costituzione sulfo-carbonica: trattasi di una costituzione omeopatica mista, tra la sulfurica* e la carbonica*, corrispondente al biotipo* “sulfurico grasso” che, per caratteristiche morfologiche e metaboliche, si avvicina alla costituzione carbonica. Il soggetto è di statura medio-alta, di struttura fisica forte e regolare, di buon colorito, con un viso a forma squadrata. E’ molto attivo, dinamico, estroverso, amante dello sport e della compagnia, appassionato della vita, ma è anche impulsivo, combattivo, passionale, facilmente collerico ed avverte sempre caldo. Le tendenze morbose sono gli squilibri metabolici (diabete*, gotta*, calcolosi epatica e renale, obesità), disturbi digestivi, cardiovascolari, polmonari e della pelle*. I principali rimedi omeopatici sono Sulphur, Natrum sulphuricum, Hepar sulphur, Calcarea sulfurica, Magnesia sulfurica, Kalium sulphuricum.

Costituzione sulfo-fosforica: trattasi di una costituzione omeopatica mista, tra la sulfurica* e la fosforica*, corrispondente al biotipo* “sulfurico magro” che, per caratteristiche morfologiche e metaboliche, si avvicina alla costituzione fosforica. Da alcuni autori è denominata anche costituzione muriatica. Il soggetto è di statura medio-alta, di corporatura normale e armoniosa, con testa quadrata, collo regolare ed arti proporzionati. E’ vivace, equilibrato, ma facilmente irritabile e collerico. Le tendenze morbose sono cefalea*, stitichezza*, allergie, mal di schiena. I principali rimedi omeopatici sono Sulphur iodatum, Tuberculinum, Natrum muriaticum, Calcarea muriatica, Muriaticum acidum, Kalium muriaticum, Magnesia muriatica, Ammonium muriaticum.

Costituzione sulfurica: corrisponde al normotipo, cioè ad un soggetto con corporatura armoniosa, altezza e peso medi, muscolatura ben sviluppata e tonica, mani e dita ben proporzionate. Ha una buona resistenza allo sforzo, è dinamico, attivo, sportivo, creativo, socievole, ma a volte instabile e volubile. Manifesta tendenza all’autointossicazione per accumulo di tossine. In genere gode di buona salute anche se le patologie cui va incontro sono quelle a carico del sistema cardiocircolatorio e respiratorio e problemi di pelle* (dermatiti*, dermatosi*, orticaria*, punti neri, acne*, pustole*, ecc), in quanto elimina attraverso la cute le tossine che i suoi organi emuntori non riescono a smaltire. Si associa al temperamento sanguigno*. I rimedi omeopatici più adatti sono quelli contenenti zolfo. Il rimedio capostipite è Sulphur. Gli altri principali sono Calcarea sulfurica, Magnesia sulfurica, Natrum sulphuricum, Kalium sulphuricum, Hepar sulphur, Petroleum, Psorinum. Diversi autori preferiscono rappresentare questa costituzione con due biotipi: il “sulfurico grasso”, la cui costituzione pur rimanendo prevalentemente sulfurica si avvicina a quella carbonica e il “sulfurico magro” (o “muriatico”) che si avvicina a quella fosforica. In tal caso la costituzione qui descritta si riferisce al biotipo “sulfurico neutro”. 

Crampo muscolare: è uno spasmo*, ovverosia la contrazione involontaria, violenta ed improvvisa, della muscolatura volontaria contraddistinta da un dolore* molto intenso. I crampi possono colpire sia a riposo che durante l’attività fisica. Nel primo caso si verificano specialmente durante il sonno notturno e sono per lo più dovuti ad una diminuzione della circolazione del sangue* causata da un abbassamento della temperatura corporea o da una cattiva posizione assunta. Nel secondo caso si verificano prevalentemente a causa di un affaticamento muscolare soprattutto se ci si trova in ambienti caldo-umidi. Altri fattori che possono determinare l’insorgenza dei crampi sono gli squilibri nello stato di idratazione, l’uso di diuretici, carenze di minerali in particolare potassio, magnesio, calcio e sodio.

Creme: sono prodotti omeopatici o fitoterapici (V. Rimedio omeopatico e Preparato fitoterapico) per uso esterno, usualmente costituiti da emulsioni poco grasse, eccipiente*, cui si aggiunge il principio attivo* (sostanza farmacologicamente attiva). Le creme per il loro più elevato contenuto acquoso, sono particolarmente indicate nel trattamento di lesioni e di zone cutanee umide, come la zona dell’inguine e quella delle ascelle, ove permettono il deflusso del secreto ed  un rapido essiccamento della pelle. Gli eccipienti utilizzati sono glicerina, oli vegetali, cera d’api, ecc.

Cronico: V. Rimedio omeopatico cronico.

Crosta lattea: (o dermatite seborroica) eccessiva produzione di sebo che determina, soprattutto sul capo, la formazione di una crosta che si desquama. E’ detta lattea perché interessa i neonati, in genere nei primi tre mesi di vita.

Croup: (o con il termine italianizzato crup) è una laringite* difterica più frequente nell’età infantile, caratterizzata da inizio improvviso, tosse abbaiante, voce rauca e difficoltà respiratoria, come conseguenza dell’ostruzione delle vie aeree superiori causata prevalentemente dai virus parainfluenzali.

Cuore dell’atleta: espressione con la quale si identificano i cambiamenti morfologici e funzionali che subisce l’apparato cardiovascolare dell’atleta a seguito degli intensi e continuati allenamenti sportivi.

Cura omeopatica: utilizzata in omeopatia*, fa uso di rimedi omeopatici* la cui scelta, rispondendo alla Legge di Similitudine, avviene considerando l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali del paziente, quali la costituzione*, il temperamento*, il carattere*, la diatesi* (il cosiddetto terreno), che si deve sovrapporre il più possibile alle caratteristiche del rimedio omeopatico. La cura omeopatica appropriata, cioè, deve seguire il processo di individualizzazione. La regola che in generale si segue è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si prescrivono rimedi omeopatici a bassa diluizione (ad azione più superficiale), mentre per le malattie allo stato cronico si assumono rimedi a media ed alta diluizione (ad azione più profonda). Più grande è la sovrapponibilità di cui in precedenza, più ci si può spingere con le diluizioni e quindi l’azione del rimedio sarà tanto più profonda. La guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi stessi. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con un’eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico. E’ possibile inizialmente un certo peggioramento di alcuni sintomi. Le cure omeopatiche si rifanno a diverse scuole di pensiero: la Scuola Medica Omeopatica Unicista prescrive un solo rimedio chiamato simillimum, capace di coprire tutti i sintomi del paziente, la Scuola Medica Omeopatica Pluralista prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra di loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo, la Scuola Medica Omeopatica Complessista prescrive più rimedi sinergici insieme, i cosiddetti complessi, di solito tutti sintomatici (V. Rimedio omeopatico sinergico, Rimedio omeopatico sintomatico e Rimedio omeopatico di fondo). 

Cute: V. Pelle.

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Bocca sorridente

La bocca, com’è noto, è la cavità del capo che costituisce la prima parte del tubo digerente e l’inizio delle vie Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.comrespiratorie. E’ limitata anteriormente dalle labbra, lateralmente dalle guance, in alto e in basso dalle arcate dentarie, dal palato e dal pavimento boccale su cui è impiantata la lingua. E’ ricoperta da una mucosa ricca di ghiandole salivari. Nella bocca avviene la prima fase della digestione grazie alla masticazione e all’azione di una particolare sostanza contenuta nella saliva, la ptialina. Tramite la lingua, che in quanto dotata delle papille gustative diventa il principale organo del gusto, si percepiscono i cinque sapori fondamentali (dolce, amaro, salato, aspro e umami). La cavità della bocca, assieme alla lingua ed alle labbra, è anche uno degli organi necessari alla fonazione, cioè alla produzione della voce.

Nella bocca si trova la dentatura, la cui funzione primaria è la masticazione del cibo. I denti sono disposti su due arcate simmetriche (superiore ed inferiore) e sono costituiti complessivamente da 8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 12 molari, per un totale di 32. Le radici dei denti sono coperte dalle gengive.

Per prevenire o curare in maniera del tutto naturale le affezioni ed i problemi che possono interessare la bocca, son utilissimi i rimedi della nonna di seguito proposti.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

□ Aceto: la miscela formata da 1 cucchiaio di aceto e 10 – 15 cucchiai d’acqua tiepida, trattenuta in bocca, calma il dolore dei denti ed è utile nelle infiammazioni della bocca.

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□ Amamelide (o Hamamelis virginiana): ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche, astringenti, antiemorragiche, antispasmodiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici, lenitive ed è indicata nel trattamento delle infiammazioni e irritazioni locali della cute e delle mucose, come quelle della bocca e della gola. Se ne prepara l’infuso di foglie (2 – 3 g in 150 ml d’acqua bollente), con cui effettuare sciacqui e gargarismi.

□ Calendula: i risciacqui con la T.M. (5 gocce in mezzo bicchiere d’acqua bollita e raffreddata, 2-3 volte al dì) sono utili per varie problematiche della bocca (gengivite, stomatite …).

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Echinacea: la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante (favorisce i meccanismi di difesa mediante una maggiore produzione di anticorpi), antinfiammatoria e cicatrizzante (combatte le infezioni e rigenera le cellule per la guarigione delle ferite), antitossica (aiuta le funzionalità di fegato e reni per l’eliminazione delle tossine), antibiotica e antivirale (combatte la proliferazione dei batteri e dei virus), per cui i suoi preparati sono particolarmente indicati nella cura di raffreddori, bronchiti, influenza, febbre, infezione delle vie aeree, dermatiti, herpes, infezioni del tratto urinario. In commercio sono reperibili diversi prodotti di tale pianta (radice), quali: estratto secco, tintura, capsule, pomata, crema, triturato di radice secca, ecc. La nonna preparava il decotto (30 – 50 g di radice secca triturata in 1 l d’acqua), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Le applicazioni di pomata o di crema sono utilissime per il trattamento delle affezioni cutanee di tipo infiammatorio con rischio di infezioni, come ulcere, ferite, ustioni, dermatiti, herpes, punture di insetti (aiutano a neutralizzare il veleno e ne evitano la diffusione) ed hanno un’efficace azione cosmetica sulla pelle in quanto sono depurative, rassodanti, antirughe, antismagliature. Sempre per uso esterno, vanno bene anche gli impacchi e le lozioni che utilizzano il decotto preparato per uso interno.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Farfaro (o Tussilago farfara): mettere alcune foglie in acqua calda finché non divengono molli e poi applicarle sul dente che duole, lasciandole per un po’. Il dolore passa quasi subito ed anche il gonfiore alle gengive.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.comRitorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Finocchio e Ononide: risciacqui per il mal di denti con il decotto di finocchio, 5 g di semi, e di ononide, 8 g di fiori, foglie e radici, in 250 ml di acqua.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Lattuga: le foglie di lattuga, lessate ed applicate ben calde sulla parte interessata, riducono l’infiammazione ed il dolore (mal di denti, infiammazione agli occhi, contusioni e lussazioni, ecc.).

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Limone: il succo di limone, diluito in acqua (puro danneggia i denti), con cui fare sciacqui più volte al dì, è un ottimo disinfettante nei casi di afta (ulcera dolorosa all’interno della bocca causata da una rottura della mucosa), gengivite, stomatite (infiammazione delle mucose della bocca), glossite (infiammazione della lingua).

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Malva: la radice di malva schiacciata o bollita e usata a mo’ di cataplasma da porre sulle parti gottose doloranti, sugli herpes (infezione causata dal virus Herpes simplex che compare generalmente sulle labbra sotto forma di vescicole contenenti liquido sieroso, che dopo l’infiammazione si asciugano e formano una piccola crosta giallastra)., sui denti, sulla bocca, calma il dolore. Si può usare vantaggiosamente, allo stesso scopo, anche il decotto delle foglie, o l’infuso dei fiori, oppure le stesse foglie fresche strofinate localmente.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Menta piperita: in caso di mal di denti dovuto a carie, mettere 2 gocce di olio essenziale sul dente cariato. Calma il dolore.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Noce: il decotto delle foglie (50 g in 1 l d’acqua), da usare come colluttorio 2 volte al dì, agisce da disinfettante per bocca e gengive, nei casi di afta, gengivite, ecc.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Piantaggine: per calmare il mal di denti, masticare le foglie oppure fare risciacqui con il decotto di foglie (5 g in 200 ml d’acqua) o con 5 gocce di TM in ½ bicchiere d’acqua. Va bene anche una tintura così preparata: foglie di piantaggine, menta, tormentilla (o potentilla), rovo in parti uguali si schiacciano e si mettono in infusione, coperte da alcool o acquavite, al sole o in luogo caldo per 10 – 12 giorni; si filtra o si decanta e si conserva in recipiente ben chiuso; all’occorrenza si diluisce 1 cucchiaio di questa tintura con 5 – 6 cucchiai d’acqua e si fanno dei risciacqui. I dolori cessano presto.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salvia: l’infuso con 5 g di foglie in 100 ml d’acqua bollente, è indicato per risciacqui nei casi di gengivite e affezioni della bocca in generale. Inoltre le foglie di salvia passate più volte sui denti e sulle gengive, sbiancano i denti, aromatizzano la bocca, calmano il dolore dei denti e delle gengive.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Verbena: il decotto di foglie e radici (5 g in 200 ml d’acqua), da usare per risciacqui più volte al dì, è disinfettante per le affezioni della bocca ed elimina l’alito cattivo.

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A bada contusioni e distorsioni

Una contusione è una lesione dei tessuti dovuta ad un trauma esterno la cui forza vulnerante non è sufficiente a provocare una ferita. In genere è causata da una caduta o dall’impatto violento di una parte del corpo con un oggetto più duro. La pelle, grazie alla sua elasticità, rimane integra o appena escoriata, mentre nei tessuti sottostanti si creano lacerazioni e rottura di vasi sanguigni, con il conseguente ristagno di sangue e la formazione dell’ematoma (comunemente chiamato “livido”). Questo comporta un gonfiore ed una colorazione della pelle che passa dal rosso al Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.comviola, al blu, al verde ed infine al giallo, per le modificazioni che subiscono le sostanze colorate contenute nei globuli rossi. Il dolore è bruciante, continuo, talora pulsante e si accentua con il movimento della parte colpita. Se la contusione è di grado modesto (la classica “botta”), all’istante è utile applicare localmente del ghiaccio, in quanto il freddo ha un effetto anestetizzante, cioè riduce il dolore, e determina una vasocostrizione che limita ed arresta l’emorragia. Successivamente per facilitare l’assorbimento dell’ematoma e la guarigione dei tessuti si dimostrano efficaci i rimedi che la nonna qui consiglia.

Una distorsione, chiamata comunemente “slogatura” (quella della caviglia è detta “storta”) è una lesione della capsula e dei legamenti delle articolazioni, dovuta ad un movimento “brusco” che comporta un momentaneo allontanamento dei capi articolari, andando al di là dei loro limiti fisiologici, seguito da un immediato ritorno spontaneo nella posizione fisiologica. Se la perdita di contatto è permanente si parla di lussazione. La distorsione è accompagnata da fuoriuscita di sangue nella sede articolare, che diventa gonfia, arrossata e calda, da un forte dolore e dal blocco del movimento. Le cause più comuni di distorsioni sono le “storte” e le “torsioni” degli arti. Le articolazioni più comunemente interessate sono il ginocchio, il polso, il gomito e molto frequentemente la caviglia. Occorre mettere immediatamente a riposo l’arto, fare impacchi freddi, comprimere l’articolazione con una fasciatura stretta e tenere sollevata la parte per ridurre l’edema. Successivamente anche in tale circostanza, per traumi di contenuta entità, sono preziosi i rimedi che la nonna qui consiglia.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Agrimonia: sono efficaci per le contusioni e le distorsioni i cataplasmi effettuati con le foglie fresche tritate e scaldate a bagnomaria. Altresì utile risulta il cataplasma che si ottiene facendo cuocere, a fuoco dolce, parti uguali di agrimonia, di crusca di frumento e di aceto. Il cataplasma si rimuove mattino e sera fino a guarigione.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Arnica: le applicazioni ed i massaggi locali con la crema o l’olio di arnica montana apportano sollievo e beneficio in caso di contusioni e distorsioni, grazie alle spiccate proprietà lenitive della pianta. Per questo motivo l’arnica è detta anche “l’erba delle cadute”. Inoltre gli impacchi preparati con il liquido del decotto di fiori oppure i cataplasmi con la parte solida dello stesso, applicati in loco, sono utili per assorbire i lividi ed i gonfiori superficiali dovuti a traumi.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Bardana (o Lappa): nei casi di distorsione applicare localmente un trito di foglie fresche.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Borragine (o Consolida): un cataplasma fatto con foglie triturate, scaldate e impastate con olio, applicato sulla distorsione, ne accelera la guarigione.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Cipolla: nei casi di contusione effettuare localmente un massaggio con succo di cipolla. Il dolore andrà via presto.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Iperico: sono utilissimi, in caso di traumi da contusione o distorsione, i massaggi effettuati ponendo sulla parte colpita qualche goccia di olio di iperico, grazie alle proprietà antinfiammatorie, antinevralgiche e ricostruttrice tessutale di tale pianta. E’ opportuno non esporre mai al sole la pelle trattata, perché l’olio contiene sostanze con effetti fotosensibilizzanti.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Lattuga: le foglie di lattuga schiacciate e messe sulle parti del corpo interessate da contusioni e distorsioni ne anticipano la guarigione.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Piantaggine: rapido sollievo danno le foglie fresche applicate localmente su contusioni e distorsioni.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Rosmarino: si dimostrano utili le applicazioni locali di pomata al rosmarino, oppure gli impacchi con l’infuso o il decotto di detta pianta, meglio se in associazione con maggiorana, melissa, salvia e timo. L’impacco lo si pratica imbevendo un panno pulito di lino, di garza o di cotone nel liquido caldo ed applicando lo stesso sulla parte colpita, avendo cura di cambiarlo quando si raffredda. Per mantenere il calore più a lungo, è preferibile coprire con una pellicola su cui si appone una borsa d’acqua calda.

◊ Risultano altresì estremamente benefici gli impacchi con aceto di mele ed i cataplasmi con argilla.

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Liberi da calli, verruche, geloni

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

Via calli e verruche

I calli sono un ispessimento dello strato corneo della pelle (ultimo strato dell’epidermide, formato da cellule morte, avente funzione protettiva) dovuto ad uno sfregamento prolungato o ad una compressione eccessiva localizzata in alcuni punti delle mani o dei piedi. Sono proprio i calli dei piedi a creare gli inconvenienti maggiori, le cui cause sono Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.comper lo più da ricercare in calzature inadatte che non fanno appoggiare bene il piede o in posture non corrette, che provocano lo sfregamento e la compressione citata. La pelle in alcuni punti incomincia ad inspessirsi e, se non si rimuovono le cause, l’inspessimento spinge i tessuti sottocutanei sempre più in profondità fino alle terminazioni nervose, arrecando fastidio e dolore quando si cammina. I rimedi della nonna danno un grosso contributo alla soluzione del problema, in quanto provocano il distacco del callo e quindi alleggeriscono ogni pressione. Ovviamente a mo’ di prevenzione la prima cosa da fare è utilizzare calzature idonee.

Le verruche sono delle piccole escrescenze della pelle, di natura benigna, causate da virus. Sono contagiose ed il contagio avviene spesso in luoghi come piscine, saune o spogliatoi di palestre, perché la pelle macerata dall’acqua favorisce l’attecchimento del virus, oppure per contatto diretto delle verruche altrui laddove la pelle presenta un’abrasione nel punto di contatto. Le verruche plantari compaiono solo sulla pianta del piede, presentandosi come aree callose giallastre, rotondeggianti, poco rilevate in quanto tendono a crescere in profondità e ciò procura dolore. Si distinguono dai calli perché in genere interrompono il tracciato di linee e rilievi che costituiscono l’impronta del piede e per il fatto che possono presentare all’interno dei puntini neri. La soluzione al problema delle verruche è la loro distruzione fisica e questo deve avvenire alle prime insorgenze per evitare recidive. Anche in tal caso i rimedi della nonna si dimostrano molto efficaci.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Aglio: spicchi o radici di aglio, pestati nel mortaio ed impastati con olio di oliva, posti su calli e verruche li fanno cadere.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Arancia: per eliminare i calli è utile la scorza di arancia. Dopo aver fatto un pediluvio caldo (circa 40°C), porre e fissare sul callo un pezzetto di scorza d’arancia. La mattina dopo il callo si staccherà facilmente. Nei casi particolarmente ostinati ripetere l’operazione più volte.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Calendula: le foglie fresche pestate applicate in cataplasmi o direttamente su calli e verruche li eliminano definitivamente, purché si rinnovi spesso il trattamento.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Cipolla: altro rimedio fa uso della cipolla. Si taglia un pezzo di cipolla e lo si fa macerare qualche ora nell’aceto. La sera lo si applica sul callo, lasciandolo agire tutta la notte. La mattina seguente il callo verrà via con facilità.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Noce: applicare localmente la scorza dei giovani rami.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salice bianco: la cenere della corteccia dei rami giovani (2 – anni) guarisce i calli, se macerata in aceto e applicata su di essi.

Via i geloni

I geloni sono alterazioni cutanee che si manifestano durante i mesi invernali per l’esposizione al freddo, specie al Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.comfreddo umido. Si localizzano di solito alle mani, ai piedi, al viso, al naso ed alle orecchie. Sono il risultato di un difetto della microcircolazione alle estremità, dovuta all’azione del freddo che causa un restringimento locale dei vasi sanguigni. Si presentano inizialmente con degli arrossamenti pruriginosi, dolorosi e pulsanti che possono poi trasformarsi in noduli rosso-bluastri, di consistenza molle, ancora pruriginosi e dolorosi. Se non curati possono ulcerarsi e dare luogo a fastidiose infezioni lunghe da guarire. Per contrastare i geloni occorre seguire una dieta ricca di vitamine, che rinforza i vasi sanguigni, aiuta a tenere tonica ed elastica la pelle, guarisce gli arrossamenti e bisogna fare attività fisica, che in generale migliora la circolazione ed anche l’elasticità dei vasi sanguigni rendendoli meno sensibili all’azione del freddo. Grazie ai rimedi della nonna, in modo molto semplice ed efficace, si può contrastare tempestivamente questo disturbo.

□ Alcool: appena si manifesta il prurito si può massaggiare la parte malata con alcool etilico, che ha la capacità di stimolare la circolazione sanguigna e quindi agisce direttamente sulla causa dei geloni. Per evitare però che la pelle si secchi troppo è utile applicare subito dopo una crema idratante.

□ Cipolla: il succo di cipolla cotto con grasso di pollo, fornisce un unguento eccellente contro i geloni e per le mani screpolate. Inoltre frizionando i geloni con cipolla schiacciata il dolore cessa subito ed il problema scompare nel giro di pochi giorni.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fichi: la nonna altresì consiglia un unguento preparato con la polvere dei fichi arrostiti unita ad un po’ di miele, che calma i dolori dei geloni e riduce l’infiammazione.

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□ Noce: il decotto di foglie (5 g in 250 ml d’acqua, bollire 15 min) con cui effettuare bagni e impacchi, guarisce i geloni e ogni tipo di eruzione cutanea.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salvia: tenere a bagno le parti del corpo interessate (piedi, mani, ecc.) nell’acqua dove si sono fatte bollire alcune foglie di salvia, dopo che si è intiepidita, guarisce i geloni e gli arrossamenti.

Ritorna la voce - image  on https://rimediomeopatici.com□ Vischio: decotto di giovani rami e foglie (15 – 30 g per 200 ml d’acqua), bollito a lungo e usato per impacchi su geloni ulcerati, consente una guarigione veloce.

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